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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VI
29.
Martedì 12 ottobre 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 2

Audizione del presidente dell'Isvap, nell'ambito dell'istruttoria legislativa sulle proposte di legge C. 2699-ter, approvata dal Senato, C. 1964 Barbato, C. 3544 Pagano e C. 3589 Bragantini, recanti istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)

Conte Gianfranco, Presidente ... 2 4 6 9 11 16
Barbato Francesco (IdV) ... 14
Bragantini Matteo (LNP) ... 10 11
Fluvi Alberto (PD) ... 7 11
Giannini Giancarlo, Presidente dell'Isvap ... 2 5 6 7 9 10 12 15
Mungo Elio, Responsabile del servizio organizzazione e sistemi dell'Isvap ... 4 5 7 11
Ventucci Cosimo (PdL) ... 12
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l’Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano: Misto-Noi Sud LA-PLI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Repubblicani, Azionisti. Alleanza di Centro: Misto-RAAdC.

COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 12 ottobre 2010


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 14,35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del presidente dell'Isvap, nell'ambito dell'istruttoria legislativa sulle proposte di legge C. 2699-ter, approvata dal Senato, C. 1964 Barbato, C. 3544 Pagano e C. 3589 Bragantini, recanti istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del presidente dell'Isvap, nell'ambito dell'istruttoria legislativa sulle proposte di legge C. 2699-ter, approvata dal Senato, C. 1964 Barbato, C. 3544 Pagano, e C. 3589 Bragantini, recanti istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo.
Il presidente Giannini è accompagnato dal dottor Marco Cecchini, responsabile per le relazioni esterne, i rapporti istituzionali e la stampa, dall'ingegner Elio Mungo, responsabile del servizio organizzazione e sistemi, dalla dottoressa Patrizia Di Benedetto, responsabile della sezione tutela dei danneggiati, e dal dottor Roberto Novelli, assistente del presidente,
Do la parola al presidente Giannini.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Porgo il mio saluto al presidente e agli onorevoli componenti della Commissione, che ringrazio per avermi invitato.
Oltre ad offrirci un'utile occasione di contatto con la Commissione, alla quale possiamo illustrare più da vicino, in questo modo, i risultati del nostro lavoro, l'audizione odierna riveste una particolare importanza, perché ci consente di spiegare, anche dal punto di vista pratico, il funzionamento della banca dati sinistri, che entrerà in vigore il 1o gennaio 2011, come dispone il nostro regolamento n. 31 del 1o giugno 2009.
Come avrete modo di constatare, la banca dati sinistri è già pronta. Prima di spiegarne il funzionamento, ne voglio ricordare brevemente la storia.
L'evoluzione dei lavori per l'implementazione della nuova banca dati sinistri è stata percorsa, diciamo così, insieme a codesta Commissione, la quale ha svolto una funzione di appoggio e di stimolo.
La svolta, nel processo di realizzazione della nuova banca dati, si è avuta a seguito dell'intesa raggiunta con l'Autorità garante per la protezione dei dati personali, grazie alla quale abbiamo potuto rimuovere, finalmente, tutti quegli ostacoli che limitavano enormemente l'utilizzazione del programma.
Peraltro - anticipo una proposta, che spero possa essere condivisa -, vi renderete conto che è molto riduttivo attribuire anche al nuovo sistema informatico la vecchia denominazione di banca dati sinistri - contenuta negli articoli 135 e 154 del decreto legislativo n. 209 del 2005 (Codice delle assicurazioni private), nonché in altri provvedimenti legislativi -, la quale trasmette l'idea che si tratti di un mero


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archivio: in realtà, ove utilizzato in modo massivo dalle strutture di liquidazione delle compagnie di assicurazione, lo strumento che ci accingiamo a presentare potrebbe diventare un vero e proprio rivelatore di frodi.
Unitamente al Ministero dello sviluppo economico, abbiamo realizzato «tuopreventivatore», uno strumento gratuito che dà modo di confrontare in maniera anonima, in base alla loro convenienza economica, i preventivi RC auto di tutte le imprese di assicurazione presenti sul nostro mercato.
Ebbene, anche la nuova banca dati sinistri, se utilizzata bene, potrà un essere di grande ausilio; infatti, mediante le informazioni in essa reperibili, sarà più agevole, per i soggetti abilitati, individuare i comportamenti fraudolenti.
Ritengo superfluo mettere in evidenza, anche in questa occasione, i problemi cui aveva dato luogo l'impostazione della vecchia banca dati sinistri, poiché ho già avuto modo di esporli, sia pure sommariamente, in precedenti audizioni. Passerò senz'altro a illustrare, quindi, le finalità e le caratteristiche principali della nuova banca dati.
Gli obiettivi di questo nuovo strumento sono soprattutto tre.
Innanzitutto, sono state ridotte le informazioni che le imprese di assicurazione sono tenute a comunicare ai sensi degli articoli 6 e 7 del citato regolamento n. 31 del 2009, al fine di agevolare i relativi adempimenti.
Ritengo opportuno evidenziare, incidentalmente, che tutto il lavoro svolto - il quale ha richiesto, ovviamente, un confronto con le compagnie - giustifica, almeno in parte, i lunghi tempi di realizzazione, dovuti anche al fatto che abbiamo dovuto risolvere problemi tecnici di non poco conto (ad esempio, abbiamo dovuto stabilire se occorresse sostituire l'hardware, con costi considerevoli, ovvero se fosse possibile adattare quello esistente alle nuove esigenze, come siamo riusciti a fare).
In secondo luogo, sono state riorganizzate le modalità di trasmissione dei dati, ora molto più semplici e lineari.
Tuttavia, il risultato più importante da noi conseguito è consistito in un'incisiva ristrutturazione dell'output.
Come mostreremo con un esempio pratico tra poco, attraverso l'inserimento nel sistema di una o più chiavi di ricerca, corrispondenti al nominativo o al codice fiscale di una persona fisica, alla denominazione o alla partita IVA di una persona giuridica, ovvero alla targa del veicolo, utilizzabili anche contestualmente, è possibile ottenere, in modalità on line (con immediata visualizzazione delle informazioni) oppure batch (con trasferimento di file), il numero dei sinistri nei quali risultino coinvolti il nominativo (identificato dal codice fiscale o dalla partita IVA) o la targa del veicolo per i quali è stata effettuata l'interrogazione.
Tutte le predette informazioni si riferiscono ai sinistri verificatisi negli ultimi cinque anni, che decorrono dalla data di definizione, non da quella di comunicazione dei dati da parte delle compagnie.
Il sistema segnala immediatamente l'eventuale presenza di parametri di significatività, i quali altro non sono che indicatori di possibili fenomeni fraudolenti. Naturalmente, la presenza di più parametri di significatività dovrebbe indurre l'utilizzatore a segnalare il sinistro, o i sinistri, all'autorità giudiziaria competente, al fine di permettere a quest'ultima di procedere agli opportuni accertamenti. Penso, ad esempio, al caso del veicolo che compare in almeno tre sinistri accaduti negli ultimi 18 mesi, nei quali non vi sia stato intervento delle autorità o di un'autoambulanza, o successivo ricovero in ospedale, nonostante una persona abbia riportato postumi da lesioni superiori a nove punti di invalidità. Com'è evidente, tale ipotesi evidenzia anomalie che fanno aumentare notevolmente la probabilità di comportamenti fraudolenti.
Ovviamente, ove abbia sentore di frode, il liquidatore o l'impiegato amministrativo


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può attivare i necessari approfondimenti anche presso gli uffici direzionali della compagnia.
Per quanto riguarda l'opinione dell'Autorità in merito all'utilità di un'agenzia antifrode, essa può rappresentare un'ulteriore opportunità, nel senso che dovrà integrarsi in un sistema più ampio, la cui funzionalità, come ho avuto modo di rilevare in precedenti audizioni, dipende, in larghissima parte, dalla capillarità delle strutture liquidative delle imprese assicurative.
Nonostante si sia lamentata una diminuzione degli addetti alla liquidazione sinistri, che ha sfiorato il 30 per cento negli ultimi cinque anni (ma adesso, anche grazie alle nostre iniziative, alcuni grandi gruppi stanno intensificando gli sforzi per recuperare un po' del terreno perduto), restano sul territorio oltre 4.500 punti di contatto, che potrebbero svolgere un'opera di selezione dei sinistri pressoché completa.
A tal fine, è importante che si passi da un impiego della banca dati sinistri estremamente complicato, che non dava risultati immediati, in quanto condotto sinistro per sinistro, a un sistema che, interrogato, ad esempio, per codice fiscale, segnali tutti i sinistri in cui un determinato soggetto sia stato coinvolto, anche con diversi ruoli (proprietario, conducente, contraente, danneggiato, testimone, medico incaricato, nonché perito, studio di infortunistica e carrozzeria o officina di riparazione).
In questo modo, le compagnie potranno anche verificare come funzionano le cose in casa loro. In qualche caso, come vedremo, l'avvenuta definizione di sinistri aventi determinate caratteristiche può ingenerare il sospetto che siano intervenuti fenomeni di collusione tra collaboratori esterni (senza che sia possibile escludere, comunque, alcuna ipotesi).
Un'agenzia antifrode potrebbe svolgere un altro lavoro, utilizzando gli stessi dati. Ho già detto più volte che siamo disponibili a gestirla, ma ripeto che si tratterebbe di uno strumento destinato a operare a un livello diverso, nell'ambito di un sistema integrato di prevenzione e contrasto delle frodi assicurative che dovrà avvalersi dell'apporto sinergico delle imprese assicurative, delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria.
Alimentando e utilizzando la banca dati sinistri, l'intera struttura operativa delle compagnie assicuratrici, che conta migliaia di addetti, sarà in grado di selezionare i sinistri e di evidenziare i casi di possibili frodi.
L'agenzia antifrode, all'interno della quale opererebbe un nucleo di dieci o quindici persone, potrebbe agire, invece, come struttura di intelligence con compiti investigativi, propedeutici all'eventuale segnalazione di fenomeni fraudolenti all'autorità giudiziaria (e anche alle imprese di volta in volta interessate), in particolare di quelli riconducibili, in certe zone, all'attività di organizzazioni criminali.
Credo, quindi, che la banca dati sinistri costituisca uno strumento adeguato per la prevenzione delle frodi. Con il suo permesso, onorevole presidente, pregherei l'ingegner Mungo di illustrarcene il funzionamento.

PRESIDENTE. Suggerirei di avvicinarci allo schermo, in modo da seguire meglio l'illustrazione della procedura di consultazione.
Può procedere, ingegner Mungo.

ELIO MUNGO, Responsabile del servizio organizzazione e sistemi dell'Isvap. La ringrazio, signor presidente.
La dimostrazione alla quale ci accingiamo darà conto del lavoro che l'Istituto ha svolto, con la collaborazione delle imprese assicurative, per razionalizzare e semplificare l'accesso ai dati della banca dati sinistri, la cui utilizzazione risultava, in passato, oltremodo difficoltosa, per i motivi già indicati dal presidente Giannini.
La consultazione si effettua mediante collegamento telematico, dal sito Internet dell'Isvap, ove è collocato uno specifico link alla «banca dati sinistri». La procedura di accesso richiede l'inserimento, negli appositi campi della pagina di autenticazione, di una userid e di una password,


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personali e incedibili, che sono previamente comunicate a ciascuna persona per la quale sia stata richiesta l'abilitazione.
Nel caso in cui l'accesso sia richiesto dal personale abilitato delle imprese, della Consap e dell'UCI - e non da organi giudiziari o da pubbliche amministrazioni competenti in materia di prevenzione e contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore dell'assicurazione obbligatoria RC auto -, la consultazione è consentita soltanto in occasione della liquidazione di un sinistro e a condizione che questo non sia definito. Essa, infatti, è funzionale alla gestione del sinistro, per individuare possibili frodi e, quindi, per evitare pagamenti non dovuti. Per accedere alla consultazione, è necessario, in tal caso, l'inserimento nel sistema anche del codice del sinistro in trattazione.
Nell'organizzazione delle procedure di accesso e di consultazione, abbiamo tenuto conto, naturalmente, dell'esigenza di consentire l'utilizzazione della banca dati anche a dipendenti delle imprese assicurative non dotati di particolari competenze informatiche: in qualsiasi momento, un amministrativo può verificare se nei dati relativi ai sinistri denunciati nella giornata ricorrano o meno indicatori di possibili fenomeni fraudolenti.
Oltre alla consultazione online, che permette la visualizzazione del numero dei sinistri nei quali risultino coinvolti il nominativo o la targa di un veicolo sui quali è stata effettuata l'interrogazione, è possibile una consultazione batch.
Scegliendo quest'ultima modalità, si inoltra alla banca dati sinistri, così come stiamo facendo in questo momento - sto ripetendo esattamente le stesse attività che può compiere un qualsiasi dipendente abilitato di una compagnia -, un file contenente una lista di targhe, di codici fiscali e di partite IVA. Questo viene caricato ed elaborato dal sistema, che restituisce un file nel quale è indicato il numero di ricorrenze presenti per ciascuna targa, codice fiscale e partita IVA immessi.
Nella prima colonna sono indicate le ricorrenze, ovvero il numero di sinistri in cui compare una targa o un codice fiscale. Inoltre, ove emerga un parametro di significatività, il sistema fornisce il numero dei sinistri in relazione ai quali esso è soddisfatto.
Come già esposto dal presidente, la presenza di un parametro di significatività (passandoci sopra con il puntatore, si apre una casella di commento che contiene una breve descrizione) consente all'operatore di consultare, in modalità online, le informazioni relative alla data e al luogo del sinistro, alle targhe dei veicoli coinvolti, all'ubicazione del danno alle cose, alla presenza e al tipo della lesione in caso di danno alla persona, ai nominativi (sempre identificati dal codice fiscale o dalla partita IVA) dei soggetti a vario titolo coinvolti ed ai rispettivi ruoli.
Se inseriamo come chiave di ricerca un codice fiscale, il sistema indica quante volte esso ricorre all'interno della banca dati e quante volte incrocia i parametri di significatività, fornendo informazioni sintetiche relative al ruolo del soggetto nei sinistri in cui risulta coinvolto (proprietario, conducente, contraente, terzo trasportato), all'intervento o meno di autorità (le compagnie hanno insistito sulla valenza antifrode di tale indicazione), a eventuali danni a persone. L'ultima colonna mostra lo stato del sinistro (ancora aperto ovvero definito).
Se l'operatore non è soddisfatto di tale informazione sintetica, può accedere a informazioni più analitiche semplicemente cliccando su uno dei sinistri: il sistema fornirà, in tal caso, il dettaglio del sinistro che si desidera approfondire, indicando, ad esempio, la percentuale di invalidità permanente riconosciuta alla persona che ha riportato lesioni.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Ingegnere, mostri il dettaglio di qualche sinistro in relazione al quale emergono indici rivelatori di possibili frodi.

ELIO MUNGO, Responsabile del servizio organizzazione e sistemi dell'Isvap. In un sinistro


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sono coinvolti il responsabile, vale a dire il conducente, e altre due persone. Indizi di una potenziale frode potrebbero essere ravvisati nel fatto che i due danneggiati hanno riportato postumi da lesioni con invalidità permanente, nonché nella circostanza che non vi è stato intervento delle autorità. Per tale sinistro è stato liquidato un risarcimento di 25.000 euro.
Esaminando il sinistro successivo, possiamo scoprire che uno dei due danneggiati ha riportato postumi da lesioni con invalidità permanente del 10 per cento, che hanno comportato una liquidazione di 40.000 euro.
Neanche in questo secondo sinistro vi è stato l'intervento delle autorità. Inoltre, in entrambi i sinistri ricorrono i nomi di due parenti.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. I casi che stiamo esaminando sono caratterizzati non soltanto dal mancato intervento delle autorità al momento del sinistro, ma anche dal fatto che non vi è stato né ricovero né intervento di un'autoambulanza.
Ebbene, dopo due sinistri definiti con liquidazioni elevate, come si è potuto liquidare un successivo sinistro, nel quale i medesimi soggetti risultavano ancora come trasportati? Con il sistema attuale, e con una più accorta valutazione, si sarebbe potuto resistere al pagamento quanto meno dei sinistri successivi al primo.
La ricorrenza di due cognomi uguali costituiva un elemento che aggravava il quadro indiziario. Tuttavia, anche se i danneggiati avessero avuto cognomi diversi, vi sarebbero stati comunque gli estremi per vagliare in maniera più attenta i sinistri. Se un dipendente abilitato, interrogando la banca dati, dovesse rilevare circostanze analoghe a quelle ora considerate, segnalerebbe almeno l'ultimo sinistro agli uffici direttivi della compagnia, anche prima che la pratica sia trasmessa al liquidatore.
Quelli che abbiamo esaminato sono, a mio avviso, casi di frodi che sono passate tranquillamente inosservate, sebbene abbiano comportato il pagamento di 40.000 e 25.000 euro. È chiaro che poi le tariffe RC auto aumentano!
Insisto su una valutazione che più volte ho avuto modo di effettuare: è indispensabile una reazione da parte delle strutture liquidative delle imprese assicurative. Le frodi non spariranno, però...

PRESIDENTE. Presidente Giannini, nel documento visualizzato sullo schermo è specificato che non vi è stato intervento di legali o di medici, ma soltanto di periti. Come vengono riportati i danni a persone?

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Quello al quale si riferisce lei, signor presidente, è un sinistro con soli danni a cose.
In alcuni casi, le informazioni fornite dalla banca dati sinistri possono indurre a sospettare dei collaboratori esterni della compagnia (periti, medici legali o altri). Chiaramente, se non ricorre il nome dello stesso perito o dello stesso medico legale, si può anche essere ingannati; tuttavia, di fronte a particolari tipologie di sinistri, credo che un ispettore abbia tutti gli strumenti per valutare i comportamenti degli altri soggetti coinvolti nei sinistri in qualità di professionisti incaricati.
Tornando a uno dei sinistri esaminati in precedenza, a mio avviso estremamente sospetto, si può notare che è stato liquidato un risarcimento a fronte di un'invalidità permanente del 10 per cento - corrisponde alla perdita di un braccio, se non ricordo male - senza che vi sia stato l'intervento di un medico. Una simile circostanza fa venire subito il sospetto di qualche collusione.
Da questo punto di vista, quindi, la banca dati sinistri costituisce anche un utile strumento di indagine per le compagnie, le quali hanno la possibilità di valutare la capacità operativa e la fedeltà dei propri collaboratori esterni.
Naturalmente, quelli che vi stiamo mostrando sono casi reali, non inventati. Per onestà intellettuale, debbo aggiungere che vi abbiamo proposto sinistri caratterizzati da


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comportamenti potenzialmente fraudolenti particolarmente significativi. Ad esempio, i sinistri nei quali abbiamo visto comparire più volte, con il ruolo di conducente e di trasportati, i medesimi soggetti, costituiscono, a mio avviso, casi eclatanti di presunti sinistri falsi.

ELIO MUNGO, Responsabile del servizio organizzazione e sistemi dell'Isvap. Si può interrogare il sistema anche utilizzando come chiave di ricerca l'identificativo del veicolo.
Se, cioè, vogliamo controllare una targa, possiamo farlo direttamente, eseguendo le stesse operazioni preliminari già illustrate in precedenza ed inserendo i relativi caratteri alfanumerici nell'apposito campo della maschera di avvio della consultazione. L'utilizzazione della targa come chiave di ricerca attiva parametri di significatività parzialmente diversi da quelli relativi alla ricerca per persona, ma ugualmente selezionati con la collaborazione delle imprese assicurative.
Anche in questo caso, i parametri di significatività forniscono a chi interroga il sistema una prima informazione circa la presenza di possibili fenomeni fraudolenti.
Nell'esempio che compare sullo schermo sono presenti due parametri: «V2» e «V4». Il primo indica che la targa oggetto della consultazione compare in almeno un sinistro, accaduto negli ultimi cinque anni, per il quale la denuncia o la richiesta di risarcimento è stata formulata con un ritardo di almeno sei mesi rispetto alla data di accadimento. Il secondo indica che la targa compare in almeno un sinistro, accaduto negli ultimi cinque anni, nel quale risultano coinvolti almeno tre trasportati che hanno riportato lesioni.
Come si può notare, il sistema fornisce altre indicazioni sintetiche, relative al ruolo delle persone coinvolte, all'intervento delle autorità e ad eventuali danni a persone. La schermata ci mostra che non vi è stato intervento delle autorità e che in tutti e tre i sinistri si sono verificati danni a persone.
Cliccando sul numero del sinistro che si vuole analizzare in maniera più approfondita, si ottengono le relative informazioni di dettaglio. Come già detto in precedenza, il sistema può fornire, in modalità online, ulteriori informazioni relative alla presenza e al tipo della lesione in caso di danno alla persona, nonché ai pagamenti per danni a cose e/o a persone determinati dal sinistro, con l'indicazione, ad esempio, dei nominativi (identificati dal codice fiscale) delle persone trasportate che hanno riportato lesioni e della percentuale di invalidità riconosciuta.

ALBERTO FLUVI. Presidente Giannini, lei ci garantisce che la struttura della banca dati sinistri è stata concordata con le compagnie, con loro piena soddisfazione? Glielo chiedo perché sono convinto, come lei, che non sia possibile risolvere il problema delle frodi senza la collaborazione delle imprese assicurative.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Per quanto riguarda il modello di organizzazione, abbiamo aperto un confronto con il mercato assicurativo, che - glielo assicuro, onorevole Fluvi - non è stato semplice gestire. Come dicevo, ciò consente anche di spiegare, in parte, la dilatazione dei tempi per l'attivazione della banca dati sinistri. Alla fine, comunque, siamo riusciti ad ottenere un consenso omogeneo.
Nel breve periodo che ci separa dall'attuazione pratica dello strumento, ho in animo di realizzare una presentazione della banca dati sinistri per i responsabili delle compagnie che detengono le maggiori quote di RC auto.
L'incontro odierno mi offre l'occasione - che desidero cogliere - per aggiornare la Commissione in merito alle iniziative intraprese dall'Autorità nel lasso di tempo intercorso dall'ultima audizione.
Dopo la conclusione dell'indagine conoscitiva sulle strutture preposte alla liquidazione dei sinistri delle imprese operanti in Italia nel ramo RC auto alla data del 31 dicembre 2009, abbiamo rappresentato alle compagnie l'esigenza di un


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potenziamento della rete dei centri di liquidazione.
Infatti, analizzando i dati inviatici dalle imprese in riscontro alla lettera circolare del 18 febbraio 2010, abbiamo constatato che una quota consistente delle unità di base (secondo il modello organizzativo di ciascuna impresa, per «unità di base» intendiamo sia l'ufficio che ha un carico di sinistri da gestire, dotato di una sede e di personale addetto alla liquidazione dei danni, sia gli uffici periferici dislocati territorialmente, facenti capo alle unità stesse, ove si recano periodicamente i liquidatori per trattare e/o liquidare i danni) rientra in una fascia nella quale i giorni e le ore di apertura al pubblico sono, rispettivamente, da uno a due e meno di otto settimanali. È ovvio che una simile organizzazione può determinare disservizi o, comunque, difficoltà per l'utenza.
La vigilanza dell'Autorità ha per scopo la sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione, avendo riguardo alla stabilità, all'efficienza, alla competitività ed al buon funzionamento del sistema assicurativo, nonché alla tutela degli assicurati e degli altri aventi diritto a prestazioni assicurative. Attraverso la banca dati sinistri e altri strumenti, tutto ciò può essere realizzato senza aumentare le tariffe e, anzi, riducendole. Sono persuaso che il mercato se ne convincerà, perché l'interesse delle compagnie è quello di conseguire un risultato economico positivo.
Abbiamo già parlato, in questa autorevole sede, di altre possibili iniziative, anche legislative, che potrebbero facilitare il conseguimento delle anzidette finalità.
Ricordo di avere citato più volte, ad esempio, l'emanazione di una tabella unica delle menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra dieci e cento punti di invalidità (il giudice potrà anche discostarsene, ma in modo motivato, come avviene, del resto, nel caso delle lesioni di lieve entità). La tabella è necessaria per avere una certa uniformità di valutazione dei sinistri con lesioni più gravi. Non è pensabile, infatti, che due tribunali seguano criteri completamente diversi per la liquidazione della medesima menomazione.
Inoltre, già a luglio del 2007, inviammo una segnalazione ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro dello sviluppo economico per l'abolizione, nell'interesse degli utenti, dell'istituto del tacito rinnovo in materia di contratti RC auto. Nel proporre tale intervento normativo, sottolineammo che, oltre a stimolare la ricerca del consumatore verso prodotti a lui più confacenti in termini di qualità e di prezzo, esso avrebbe accresciuto la concorrenza tra le imprese.
Comunque, la mobilità degli assicurati è migliorata, anche grazie alla disposizione, introdotta dall'Autorità con regolamento n. 4 del 2006, che imponeva l'invio dell'attestazione dello stato di rischio a casa del cliente, trenta giorni prima della scadenza della polizza. In precedenza, l'assicurato che desiderasse cambiare compagnia aveva l'onere, per ritirare l'attestato di rischio, di recarsi dal proprio agente nei tre giorni antecedenti la scadenza. La nostra iniziativa ha fatto sì che, nel giro di due o tre anni, si passasse da una percentuale di mobilità di poco superiore al 6 per cento a una superiore al 9 per cento.
Nell'ambito del processo di consultazione con le parti avviato dall'Autorità, otto tra le maggiori compagnie ci hanno già rappresentato le loro istanze, che stiamo esaminando. Il prossimo 20 ottobre incontreremo anche i rappresentanti delle principali associazioni dei consumatori, con i quali analizzeremo tutte le criticità del settore della RC auto. Con i loro suggerimenti e, se ve ne sono, anche con le loro critiche, purché costruttive, contiamo di pervenire, più che a una sorta di libro bianco, contenente una mera elencazione di carenze, a una sintesi che consenta di presentare a Governo e Parlamento, entro la fine dell'anno, un pacchetto di proposte di interventi idonei a determinare una riduzione delle tariffe RC auto.
Alle compagnie chiediamo un maggiore impegno nella fase di liquidazione


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dei sinistri. Tra i fattori di natura esogena che incidono sul costo finale della RC auto, i fenomeni fraudolenti hanno da noi un'intensità sicuramente maggiore di quella che si registra negli altri Paesi europei. Tuttavia, poiché il differenziale dei prezzi, rispetto agli altri Paesi, non può essere ascritto unicamente a fattori esogeni - come ho già rilevato in altra occasione -, ma anche a carenze interne al settore assicurativo, ravvisabili soprattutto nella fase di liquidazione dei sinistri, un maggiore impegno delle imprese in tale fase consentirebbe di ridurre, già a monte, gli effetti negativi che i predetti fattori producono sulle tariffe assicurative.
Per quanto riguarda le lesioni psicofisiche di lieve entità, il mercato assicurativo propone da tempo di escludere la risarcibilità di quelle che comportano invalidità fino al 2 per cento. Tuttavia, i medici legali seguono diverse scuole di pensiero, per cui è molto difficile ipotizzare una soluzione in tal senso. In ogni caso, stiamo vagliando la possibilità di formulare al Governo e al Parlamento qualche proposta ben strutturata sotto il profilo tecnico.
Se non si dovesse coagulare la volontà politica necessaria per attuare la modifica richiesta dalle imprese assicurative, si potrebbero valutare altre iniziative, volte, ad esempio, a garantire l'espressione di giudizi medico-legali il più possibile ponderati.
A tale proposito, l'articolo 10-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, introdotto dalla legge di conversione n. 122 del 2010, ha previsto che l'esercente una professione sanitaria il quale attesta falsamente uno stato di microinvalidità conseguente ad incidente stradale, da cui derivi il risarcimento del danno connesso a carico della società assicuratrice, oltre a dovere risarcire la società assicuratrice, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 400 a euro 1.600 (il legislatore ha esteso a tale fattispecie le sanzioni già contemplate dall'articolo 55-quinquies del decreto legislativo n. 165 del 2001, introdotto dall'articolo 69, comma 1, del decreto legislativo n. 150 del 2009, a carico del medico che attesta falsamente uno stato di malattia del dipendente di una pubblica amministrazione).
La predetta disposizione ha introdotto un ulteriore e specifico presidio, che si affianca a quelli già previsti dal codice penale. Tuttavia, in alcuni casi, il medico assume determinati comportamenti anche per indolenza o per accondiscendenza.
Dopo un periodo di stasi, seguito all'adozione di alcuni provvedimenti (tra gli altri, la tabella del danno biologico di lieve entità), è ripresa l'ascesa delle tariffe assicurative. In proposito, la mia idea è che, senza una gestione più adeguata della liquidazione dei sinistri, anche i provvedimenti migliori rischino di esaurire i propri effetti in breve tempo. Infatti, chi è dedito alle frodi assicurative somiglia un po' al ladro, il quale affina costantemente la capacità di manomettere dispositivi di sicurezza sempre più efficienti.
Da questo punto di vista, la banca dati sinistri non sarà, forse, l'uovo di Colombo; tuttavia, se utilizzata bene dalle imprese, essa potrà dare un contributo rilevante all'azione di contenimento delle frodi assicurative.

PRESIDENTE. Qual è la fonte, legislativa o regolamentare, che obbliga le imprese assicurative ad alimentare la banca dati sinistri?

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. L'obbligo è stabilito dall'articolo 135, comma 2, del decreto legislativo n. 209 del 2005 (Codice delle assicurazioni private), ai sensi del quale le imprese sono tenute a comunicare i dati riguardanti i sinistri dei propri assicurati, secondo le modalità stabilite con regolamento adottato dall'Isvap. Noi vigiliamo affinché tale obbligo sia rispettato: lo scorso anno, le sanzioni per mancata o non corretta alimentazione della banca dati sinistri hanno raggiunto un ammontare di 1,9 milioni di euro.
Le nuove impostazioni e l'applicazione delle sanzioni, ove necessaria, indurranno le compagnie ad alimentare la banca dati


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sinistri e ad inviarci dati corretti. Non si ha idea della mole di lavoro che comporta l'inserimento nel sistema di un dato non corretto! Attualmente, i sinistri registrati sono circa 50 milioni.
Con il provvedimento n. 2826 del 10 agosto 2010 abbiamo selezionato e organizzato meglio i dati che le compagnie dovranno trasmettere in via telematica alla banca dati, la quale riceverà informazioni numericamente più contenute, ma più significative rispetto a quelle che vi affluivano in passato.
In estrema sintesi, abbiamo previsto otto tipologie di record, definendo, per ciascun record, l'elenco e l'ordine dei campi da alimentare, con la descrizione del relativo contenuto informativo. Una novità, rispetto al passato, consiste nell'avere previsto l'indicazione, nel record riferito alle altre figure connesse al sinistro, anche di eventuali testimoni. Per ottenere questa ulteriore informazione, bisognerà aspettare che la banca dati sinistri venga alimentata ulteriormente, mentre le notizie relative a contraenti, conducenti, danneggiati, trasportati, medici e periti sono già disponibili.
La massa delle informazioni contenute nella banca dati sinistri è davvero enorme. Il problema è che nessuna norma - onestamente, mi pare anche difficile ipotizzarla - costringe le imprese a fare un'indagine massiva sui sinistri.

MATTEO BRAGANTINI. A tale riguardo, desidero sottoporle, presidente, un considerazione di tipo tecnico, ma molto semplice.
A mio avviso, il sistema potrebbe essere organizzato in modo da generare in via automatica, ogni volta che un'impresa trasmette i dati relativi a un nuovo sinistro, alcuni segnali di allarme. In caso di inerzia dell'impresa, si potrebbe pensare all'invio di segnali di allarme - penso che la cosa sia fattibile dal punto di vista tecnico - anche all'Isvap, che potrebbe chiedere conto alle compagnie delle liquidazioni effettuate senza una previa verifica delle segnalazioni ricevute.
Credo che ciò incentiverebbe le imprese non soltanto ad alimentare la banca dati, ma anche a verificare i segnali di allarme ricevuti dal sistema informatico, ferma restando, ovviamente, la possibilità di prevedere specifiche sanzioni per i comportamenti superficiali e le inadempienze. Per le compagnie, infatti, anche in presenza di anomalie, è più comodo alzare le tariffe che perseguire i fenomeni fraudolenti.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. In astratto, onorevole Bragantini, ciò che ha detto è condivisibile al cento per cento.
Lei suggerisce che il segnale d'allarme sia rilevato dall'Isvap?

MATTEO BRAGANTINI. Chiarirò meglio come, secondo me, dovrebbe funzionare il sistema.
Quando le compagnie inviano i dati relativi a un nuovo sinistro, la banca dati segnala automaticamente se, ad esempio, le persone interessate risultino già coinvolte in precedenti sinistri, e con quale ruolo. A seguito della segnalazione, la compagnia compie gli opportuni approfondimenti. Se non lo fa - una volta, due, cinque o cinquanta: bisogna stabilirlo -, il sistema segnala all'Isvap il comportamento anomalo della compagnia, per l'adozione dei provvedimenti del caso.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Soltanto le compagnie possono avere quella visione completa dei sinistri che è necessaria per interpellare proficuamente il sistema.
Poiché i sinistri, in Italia, ammontano a circa 4,5 milioni l'anno, anche se il sistema ci segnalasse tutti i casi in cui le compagnie fossero rimaste inerti dopo avere ricevuto segnali di allarme, non avremmo comunque la possibilità, con un organico inferiore a 400 unità, di controllare le segnalazioni pervenute, se non in minima parte.


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MATTEO BRAGANTINI. Credo che non sia rilevante il numero degli addetti: se si vuole, il software può essere impostato in modo diverso. A mio avviso, una soluzione come quella da me ipotizzata potrebbe essere molto interessante.

ELIO MUNGO, Responsabile del servizio organizzazione e sistemi dell'Isvap. Attualmente, il sistema riceve i dati, li elabora e restituisce l'output, così come abbiamo visto, su domanda di un soggetto abilitato che desideri effettuare accertamenti.
Tecnicamente, ritengo possibile realizzare un sistema che elabori automaticamente ognuno dei milioni di sinistri registrati, restituendo alle imprese alcuni output prestabiliti. Tuttavia, non a tutti i sinistri che presentano parametri di significatività corrispondono frodi.

PRESIDENTE. Mi scusi, ingegnere, ma mi sembra che l'onorevole Bragantini abbia ragione.
La presenza nel sistema dei parametri di significatività consente la produzione, mediante un'apposita query, di una lista delle anomalie, che successivamente potrebbe essere comunicata alle compagnie interessate.
Nel settore fiscale, incrociando i dati informatizzati (che possono provenire, oggi, da settori diversi della pubblica amministrazione), è possibile elaborare liste selettive in relazione a specifici parametri o indici di rischio. Il passo successivo prevede la trasmissione delle predette liste, ad esempio, a un determinato ufficio locale dell'Agenzia delle entrate, per il seguito di competenza.

ALBERTO FLUVI. Le considerazioni fin qui svolte mi inducono a formulare alcune domande e osservazioni.
In primo luogo, per quale ragione è stata contemplata, tra i parametri di significatività, la situazione della persona la quale abbia riportato, a titolo di danno biologico permanente, postumi da lesioni superiori al 9 per cento di invalidità? Per quale motivo non sono state prese in considerazione le micropermanenti?
In secondo luogo, a proposito dell'utilizzazione della banca dati sinistri da parte delle imprese, ho capito male, presidente Giannini, o ha fatto riferimento a un potenziale di 4.500 punti di contatto sul territorio? Immagino che tale numero comprenda tutti gli uffici che si occupano della liquidazione dei sinistri, il cui personale può accedere al sistema, ovviamente con tutte le garanzie previste a tutela della privacy (userid, password e via dicendo).
Mentre svolgeva la relazione introduttiva, presidente, l'ho interrotta per chiederle se il mercato condivida il sistema che l'Isvap ha realizzato. Senza la piena collaborazione delle imprese assicurative, non è possibile, a mio avviso, conseguire i risultati auspicati. Che i gruppi assicurativi coinvolti nel processo di consultazione siano cinque ovvero otto non cambia molto, se per ciascun gruppo il sinistro continuerà ad essere un costo da scaricare sulle tariffe dell'anno successivo.
Il fisco, signor presidente, è un soggetto che non opera all'interno del mercato. Nel caso delle imprese assicurative, il cittadino dovrebbe essere garantito dal corretto funzionamento del mercato. Invece, proprio da questo punto di vista, non può non destare perplessità quanto è avvenuto, ad esempio, nell'ultimo anno, nel quale si sono registrati incrementi tariffari del 10-15 per cento, attuati in contemporanea da tutte le compagnie. Tutte avevano gli stessi problemi?
Si era detto che l'indennizzo diretto, valorizzando il rapporto tra le parti del contratto assicurativo, avrebbe portato a un decremento delle tariffe. Onestamente, ho sempre creduto poco in tale possibilità, ma almeno speravo che il predetto intervento legislativo servisse a scongiurare incrementi così rilevanti come quelli ai quali abbiamo assistito.
Vogliamo parlare anche della franchigia, dei sistemi di monitoraggio dell'incidentalità (cosiddetta scatola nera), del rapporto con le officine convenzionate? Si tratta di una pluralità di opportunità che


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il mercato aveva la possibilità di offrire.
Oggi, giustamente, siamo impegnati nella definizione di una strategia di contrasto alle frodi. Tuttavia, se non vi sarà la collaborazione del mercato, i parametri di significatività e tutte le iniziative che potremo mettere in campo serviranno a poco.
Certo, può anche accadere, in alcune aree del Paese, che davanti al liquidatore si presenti - come ha avuto modo di ricordare in una precedente audizione, presidente Giannini - la persona che appoggia la pistola sulla scrivania. Questo è un problema di cui tutti dobbiamo farci carico, perché non può spettare alle imprese assicurative il compito di garantire l'ordine pubblico.
Al di là di questo aspetto, i rappresentanti delle maggiori compagnie, da noi ascoltati in audizione, pur non ammettendolo esplicitamente, hanno lasciato intendere che, di fronte a un danno di 1.000 o 2.000 euro, preferiscono liquidare anziché affrontare un giudizio, basandosi su una semplice analisi dei costi e dei benefici (una causa che dura 10 anni può risultare molto dispendiosa).
È necessaria, allora, una sorta di alleanza, tra il mercato e le strutture dello Stato, che abbia come obiettivo il ripristino della legalità, con riferimento al fenomeno delle frodi assicurative. Ricordo che, in occasione dell'ultima assemblea annuale dell'ANIA, sono state indicate le percentuali di abbattimento delle tariffe che deriverebbero dall'accoglimento delle proposte dell'industria assicurativa, tra cui quella relativa all'istituzione di una struttura antifrode.

COSIMO VENTUCCI. Presidente Giannini, poiché non mi sono del tutto chiare alcune situazioni, le pongo alcune domande che potranno anche sembrarle banali.
Ci è stato illustrato uno strumento il cui funzionamento si basa su indicatori elaborati da esperti del settore in base all'esperienza. Finora, le compagnie hanno utilizzato propri sistemi, oppure, in presenza di sinistri non superiori a un certo importo, hanno tendenzialmente adottato il criterio di liquidare anziché affrontare il rischio di un giudizio?
E quali conseguenze determinerà, dal punto di vista del comportamento delle imprese assicurative, l'utilizzazione di uno strumento che fornirà loro alcuni indicatori di possibili fenomeni fraudolenti? Sceglieranno la via giudiziale, sottoponendoli alla valutazione di un giudice, o manterranno l'approccio attuale? Ciascuna compagnia si regolerà come le sembrerà più conveniente?

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Ho ascoltato osservazioni e domande legittime, che penetrano a fondo la complessa problematica di cui ci stiamo occupando.
In esse intravedo un elemento comune, che si può collegare a quanto sto denunciando da molti anni, non soltanto nelle Relazioni annuali sull'attività dell'Isvap, ma anche in occasione delle audizioni parlamentari e delle assemblee dell'ANIA.
È indubbio che sulla determinazione del costo finale della RC auto intervengono fattori di natura esogena, alcuni dei quali sono tipici del nostro Paese (se non nella tipologia, almeno nell'intensità): il rilevante fenomeno della incidentalità; l'elevato peso dei sinistri con lesioni; l'alta incidenza delle cosiddette micropermanenti (da uno a nove punti percentuali di invalidità); la valutazione giurisprudenziale dei risarcimenti; i fenomeni fraudolenti. Peraltro, nei periodi di crisi economica, il predetto malcostume tende ad aumentare ulteriormente, perché finiscono per darsi alle frodi assicurative anche coloro i quali non vi hanno mai fatto ricorso.
Ci si chiede quali comportamenti e iniziative abbiano assunto le compagnie. Finora, hanno ridotto il numero dei presidi, il primo dei quali è costituito proprio dalle strutture liquidative, soprattutto periferiche: nell'ultimo quinquennio, la presenza degli uffici di liquidazione dei sinistri è diminuita del 30 per cento.


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È importante, quindi, il tentativo, sul quale conto molto, di cercare un accordo con le imprese assicurative, ma anche con le associazioni dei consumatori, affinché ognuno faccia la propria parte.
Onorevole Fluvi, lei ricordava le percentuali di abbattimento delle tariffe che deriverebbero, secondo l'ANIA, dall'accoglimento delle proposte dell'industria assicurativa. In realtà, come ho già detto in altre occasioni, in assenza di interventi strutturali atti a rimuovere le carenze interne al settore assicurativo - in particolare, per la RC auto, quelle relative alla fase di liquidazione dei sinistri -, i fattori che ho definito esogeni muteranno, e i loro riflessi sui prezzi e sui consumatori continueranno ciclicamente a presentarsi con connotazioni patologiche.
Lo ripeto: ciascuno deve fare la propria parte.
Per quanto riguarda l'Isvap, procederemo in due direzioni: abbiamo già adottato alcuni provvedimenti - ho citato quello relativo all'attestazione dello stato di rischio -, e altri ne adotteremo, ma formuleremo anche proposte al Governo e al Parlamento.
Sono convinto che stiano maturando i tempi per ottenere un maggiore impegno delle compagnie nella fase di liquidazione dei sinistri. Ho affermato pubblicamente, più volte, che le imprese non possono agire unicamente sulla leva dei prezzi. D'altra parte, se, per un verso, le tariffe non possono essere di tale entità da risultare elusive dell'obbligo a contrarre, per un altro verso, è impensabile qualsivoglia intervento autoritativo volto a ridurle, poiché nel diritto comunitario vige il principio della libertà tariffaria.
Come si spiega quello che è successo negli ultimi anni? A un certo punto, il mercato aveva cominciato a dare segnali positivi. Infatti, a partire dal mese di luglio del 2003, anche per effetto di alcuni nostri provvedimenti dispositivi in materia di trasparenza dei prezzi e delle condizioni contrattuali, si era interrotta la progressione degli aumenti tariffari, registrati con cadenza quasi bimestrale negli anni precedenti (senza che vi fosse alcuna ragione tecnica idonea a giustificare una simile evoluzione). Mano a mano, le cose sono andate meglio anche per effetto di una maggiore concorrenza, l'unico elemento che riesce a far abbassare i prezzi.
Quando, però, le compagnie non sono state più in grado di porre rimedio, attraverso le proprie strutture interne ed esterne, all'aggravarsi di certi fenomeni, come quello delle frodi, che influenza notevolmente la gestione tecnica del ramo RC auto, l'equilibrio dei loro conti è stato compromesso. A seguito degli ultimi incrementi tariffari, vi sarà certamente un recupero nel 2010. Tuttavia, stiamo combattendo una battaglia, nell'interesse di tutti i consumatori, per far sì che l'equilibrio della predetta gestione tecnica sia perseguito non attraverso l'aumento delle tariffe, ma mediante l'adozione di specifici provvedimenti e una più efficiente organizzazione della liquidazione dei sinistri.
Il sistema informatico che abbiamo messo a punto non è molto complesso, ma richiede un adeguato impegno da parte delle imprese, le quali non possono pretendere di essere imboccate come si fa con un lattante nella fase di svezzamento. Avete notato con quale rapidità si ottengono i dati relativi ai sinistri? Non è necessario un ingegnere informatico per ottenere dalla banca dati la segnalazione di eventuali anomalie.
A fronte di un sinistro sospetto, le compagnie dovrebbero segnalare il caso alle proprie direzioni generali, ovvero direttamente alla magistratura. Spesso, la perseguibilità di ufficio delle frodi assicurative è richiesta dallo stesso mercato. Probabilmente, una scelta in tal senso determinerebbe un ingolfamento dei ruoli degli uffici giudiziari, e rischierebbe di non produrre gli effetti sperati qualora la durata dei processi dovesse superare quella della prescrizione. Come ho già ricordato in una precedente audizione, ho ricevuto inviti a testimoniare per denunce da me presentate molti anni fa, quando ero direttore generale o amministratore delegato di una compagnia assicurativa.


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Lo scorso anno abbiamo comminato sanzioni per quasi 60 milioni di euro. Ebbene, una parte di tale somma potrebbe essere destinata, come in effetti si sta cominciando a fare, al potenziamento delle strutture.
Quanto al paragone col fisco, credo che il nostro hardware non possa essere comparato a quello di cui dispone, attraverso il proprio partner tecnologico, l'Amministrazione finanziaria. Non possiamo ipotizzare di trasformare la banca dati sinistri in una struttura così mastodontica, che sarebbe anche sproporzionata rispetto allo scopo da perseguire.
È vero, onorevole Fluvi: in alcune zone, i liquidatori sono costretti a trattare i sinistri con persone che appoggiano la pistola sulla scrivania, per intimidirli. Tuttavia, una liquidazione più attenta, più mirata, avrebbe anche un effetto dissuasivo. Ricordo, ad esempio, di un trasferimento notturno di pratiche dalla sede di Napoli a Roma, presso gli uffici della direzione generale di una compagnia. Non è certamente facile fare l'assicuratore là dove esiste un problema di legalità. Gestire un'industria o un'impresa agricola in certe zone non è come gestirla in altre, ma in qualche modo bisogna cercare di tamponare l'illegalità, anche mediante un uso appropriato, nel nostro caso, della banca dati sinistri.
A proposito del risarcimento diretto, il mercato chiede chiarezza - e, a mio avviso, si tratta di una richiesta giusta - dopo la sentenza interpretativa di rigetto con la quale la Consulta ha affermato che l'azione diretta contro il proprio assicuratore è configurabile come una facoltà e, di conseguenza, è alternativa sia all'azione ordinaria ex articolo 2054 del Codice civile sia all'azione diretta nei confronti dell'assicuratore del responsabile civile. Ammettere anche queste ultime azioni mina alle fondamenta il sistema del risarcimento diretto, basato sulla fissazione di forfait e sulla regolazione contabile tra le compagnie attraverso la Stanza di compensazione gestita dalla Consap.
Nel frattempo, prendiamo atto - si suole dire che il mondo è bello perché è vario - di una proposta di legge volta ad abrogare gli articoli del decreto legislativo n. 209 del 2005 che hanno introdotto il risarcimento diretto, già messo in grave crisi dalla suddetta decisione della Corte costituzionale. Certo, se la legge non è chiara, bene ha fatto il Giudice delle leggi a chiarire che il danneggiato può tuttora rivolgersi all'assicuratore del responsabile civile. In questo modo, però, si è decretata la fine del risarcimento diretto.
I postumi da lesioni fino a 9 punti di invalidità, pur non corrispondendo a un autonomo parametro di significatività, sono prese in considerazione quando non vi è l'intervento di un'autorità. Peraltro, i parametri di significatività sono sottoposti a revisione annuale, sulla base delle proposte di modifica e di integrazione formulate dalle imprese.
Il fattore più importante, tuttavia, è un altro. L'incidenza media delle frodi è, in Italia, del 2,5 per cento, ma in alcune zone arriva all'11-12 per cento. In tali aree, le strutture liquidative debbono essere potenziate, in quanto gestiscono un numero doppio o addirittura triplo di sinistri.
Sono convinto che stiamo per assistere a una svolta dal punto di vista della collaborazione e dell'impegno del mercato. In caso contrario, lo strumento che vi abbiamo illustrato oggi, e anche tanti altri, serviranno a poco.

FRANCESCO BARBATO. Desidero ringraziare il presidente Giannini e la delegazione dell'Isvap per il prezioso contributo che ci hanno offerto nell'audizione odierna. È particolarmente apprezzabile l'impegno che l'Isvap ha profuso nella realizzazione della nuova banca dati sinistri, di cui il presidente ci aveva già dato qualche anticipazione. Finalmente, siamo riusciti a vedere coronato questo importante progetto e a prendere conoscenza, sia pure in maniera sommaria, delle modalità di funzionamento del sistema.


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La domanda che intendo rivolgerle, presidente Giannini, trae spunto da un'esperienza che ho vissuto proprio ieri.
Presso la Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio della Corte dei conti si è tenuta l'udienza pubblica del giudizio promosso dal Procuratore regionale nei confronti delle concessionarie, per l'AAMS, del servizio pubblico di attivazione e conduzione operativa della rete per la gestione telematica di alcuni apparecchi da gioco, nonché di taluni dirigenti della stessa AAMS, per numerose violazioni delle disposizioni recate dalla convenzione di concessione.
Incredibilmente, al termine della requisitoria del sostituto procuratore generale - il quale ha chiesto che i predetti soggetti fossero condannati a risarcire al Ministero dell'economia e delle finanze un danno complessivamente quantificato in circa 98 miliardi di euro - e degli interventi dei difensori dei convenuti, una delle questioni più rilevanti sembra concernere il ruolo e l'eventuale responsabilità del partner tecnologico dell'AAMS, ovvero Sogei, società di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze, che gestisce il sistema centrale ed esercita il controllo di conformità del funzionamento degli apparecchi alle prescrizioni del gioco lecito. Insomma, può anche darsi che, alla fine, le maggiori responsabilità siano imputate proprio alla Sogei e alle amministrazioni pubbliche che hanno subito il danno.
Seguo tale vicenda perché, nella mia qualità di deputato di un gruppo di opposizione, credo di avere, innanzitutto, il dovere costituzionale di esercitare una funzione di controllo sull'operato non soltanto del Governo, ma anche degli organi della pubblica amministrazione.
Con questo spirito, le chiedo, presidente, anche nell'interesse dell'Istituto che lei così diligentemente guida, quanto è costata la banca dati sinistri, che avete mirabilmente realizzato, e quanto costerà la sua manutenzione. Tale strumento potrebbe svolgere una funzione importante nell'ambito della complessiva azione di contrasto al fenomeno dei falsi sinistri.
L'esigenza di predisporre una normativa che renda più efficaci la prevenzione e il contrasto dei fenomeni fraudolenti nel settore delle assicurazioni ha indotto molti deputati, di maggioranza come di opposizione, a presentare alcune proposte di legge in materia, il cui esame in sede referente è stato avviato dalla Commissione lo scorso mese di giugno.
Nell'ambito dell'istruttoria legislativa sulle predette proposte di legge, abbiamo svolto numerose audizioni, le quali hanno confermato la necessità di mettere sempre più in dialogo tra di loro i vari soggetti che operano nel settore, come pure lei, presidente, auspicava.
Registriamo, inoltre, il grido di dolore che più volte ha lanciato, presidente, con riferimento all'adeguatezza dell'organico dell'Isvap, anche alla luce dei nuovi compiti assegnati alle autorità di vigilanza dalla direttiva Solvency II. A tale proposito, spero che nella prossima manovra finanziaria si possa tenere conto dei bisogni dell'Istituto, affinché esso possa vigilare con efficacia sempre maggiore sul comparto assicurativo, garantendone la stabilità e tutelando gli assicurati.
Vi ringrazio ancora per il contributo che ci avete offerto, sperando che la nostra collaborazione possa proseguire in modo altrettanto proficuo anche in futuro.

GIANCARLO GIANNINI, Presidente dell'Isvap. Onorevole Barbato, i costi sono stati molto modesti, anche perché abbiamo fatto tutto in casa.
L'istituzione della banca dati sinistri è prevista dall'articolo 135 del Codice delle assicurazioni private. A differenza del software di cui si serve l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, che è uno strumento di controllo, la banca dati sinistri è a disposizione del mercato, che la alimenta e la consulta.
Naturalmente, in termini di moral suasion, faremo, come abbiamo sempre fatto, tutto il possibile per stimolare le compagnie a utilizzare il sistema informatico in maniera più adeguata, anche per evitare l'irrogazione di sanzioni. Come ho già ricordato, è in corso da più di un anno, tra l'Autorità


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e i maggiori gruppi assicurativi operanti in Italia, un processo di consultazione volto a dare soluzione ad alcuni problemi strutturali.
Non possiamo imporre alle imprese di consultare la banca dati sinistri. In ogni caso, faremo tutto il possibile affinché si passi da una gestione che tende a riequilibrare i conti delle compagnie aumentando le tariffe - il che certamente non è condivisibile - ad una basata sul miglioramento dell'efficienza.

PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

VI Commissione (Finanze)

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