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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
25.
Martedì 11 ottobre 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

Audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 6 7
Bonaiuti Paolo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria ... 3 6 7
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 11 ottobre 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 14,25.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria.
Do la parola al sottosegretario Bonaiuti per lo svolgimento della relazione.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. Entriamo subito in medias res.
Comincerò col darvi innanzitutto una buona notizia. Stavamo aspettando le risultanze da Bruxelles in merito al credito di imposta per l'acquisto della carta da parte delle imprese editrici e queste sono state positive. Una comunicazione ci informa che, nonostante i dubbi in materia della Commissione europea, che teme sempre un sostegno di Stato mascherato alle imprese, siamo riusciti a far passare il principio sottostante a questo aiuto. I 30 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità 2011 sotto forma di credito di imposta per l'acquisto della carta da parte delle imprese editrici, possono essere utilizzati. In tempi di assolute ristrettezze, con i mercati globali che non solo fanno le bizze, ma danno da pensare a tutti, mi sembra una buona notizia.
Per quanto riguarda l'editoria in particolare, ho altre due notizie da comunicarvi. Domani alle ore 18,30 a Palazzo Chigi apriremo il tavolo per le ONLUS. Visti i rallentamenti che ci erano stati posti dal Ministero dell'economia e delle finanze e viste le difficoltà che incontrano le varie aziende no profit per ottenere una tariffa postale adeguata alle loro spedizioni, ho parlato a lungo con il dottor Sarmi, l'amministratore delegato di Poste italiane Spa. Domani parteciperà anche lui al predetto tavolo, come ho già detto convocato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri alle ore 18,30, assieme a tutti i rappresentanti delle ONLUS, al Dipartimento per l'editoria, al Ministro per lo sviluppo economico Romani, che è compartecipe di questo discorso; anch'io sarò presente. L'obiettivo è ottenere anche per le ONLUS un trattamento che sia almeno al livello di quello offerto agli editori di giornali e di periodici e che valga fino al 31 dicembre 2012. Su tale aspetto ci stiamo adoperando.
Giovedì prossimo alle ore 8,30 è prevista la riunione, per la seconda volta, del tavolo per l'editoria nel tentativo di accelerare i tempi e riuscire, con il concorso di


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tutte le parti interessate, a salvare il salvabile in una situazione che per l'editoria si prospetta difficile, non in quanto editoria - questo lo dobbiamo chiarire subito - ma in quanto settore produttivo che, come tutti i settori produttivi, è sottoposto alla crisi.
Vi pregherei di sgombrare il campo subito perché a volte sento parlare di attacco all'editoria. Non c'è nulla di tutto questo. Ci sono io che, con il mio passato di giornalista, cerco, anche se non sempre ci riesco, di tappare le falle di una situazione che purtroppo non riguarda soltanto l'editoria, ma l'intero mondo. La crisi globale adesso è in un momento di calma, ma niente e nessuno ci può dire se questa calma durerà. Siamo in attesa di vedere che cosa succederà con il «taglio di capelli», l'hair cut, il nome molto poetico che è stato inventato nei confronti della Grecia.
Veniamo al punto. Il problema numero uno è quello delle risorse, e vi do subito una cifra che è sufficiente a spiegare quali siano le difficoltà. Da 415 milioni di euro che furono destinati nel 2008 all'editoria siamo passati a meno di 200 milioni previsti per il 2012. Non vi riferisco le altre cifre per l'immediato futuro perché tuttora non ne ho la disponibilità. Siamo in attesa dei dati da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, ma con tutta onestà non vedo prospettive rosee. Tutto ci fa pensare che questa cifra debba essere ridotta ulteriormente.
Vi faccio anche presente che con questa cifra dobbiamo pagare il debito con Poste italiane Spa di 50 milioni di euro annui che abbiamo ereditato come soluzione adottata dal precedente Governo nell'interregno tra il nostro e il Governo successivo. Si tratta di 50 milioni di euro che ogni anno dobbiamo stanziare per legge.
Osservo, inoltre, che a fronte di una situazione così difficile, fino a quest'anno, ringraziando la divina provvidenza, il Governo è riuscito ad assicurare quasi il cento per cento dei contributi diretti all'editoria. Alla fine del 2011, per quanto riguarda i contributi relativi al 2010, noi potremo probabilmente mantenere la parola, che avevo già dato qui in Commissione cultura e che avevo ripetuto alla Commissione affari costituzionali del Senato, di garantire all'incirca il 90 per cento - se non esattamente, ci siamo vicinissimi - di quanto dovrebbe essere elargito. Si cerca di fare il possibile per mantenere la situazione sostenibile.
Attraverso apposito regolamento abbiamo anche cercato di riformare i meccanismi del sistema degli incentivi, un sistema che ha mostrato crepe e distorsioni evidenti, che però non risalgono a questa o quella gestione. Sarebbe difficile stabilire delle responsabilità tagliandole con il coltello. Siamo di fronte a un corpus di norme che io definisco farraginoso. È una montagna, spesso una giungla, di norme, messe insieme dal Parlamento sovrano, alle quali noi ci dobbiamo attenere.
Quando si parla, per esempio, di casi clamorosi, si tratta di casi che si protraggono in alcune situazioni addirittura da prima del 2000, dal 1998-1999. Stiamo parlando di un sistema, quello dei contributi diretti, che ha bisogno di una semplificazione. Il regolamento che avevamo adottato, e che sta entrando in vigore, è stato considerato da tutti un passo avanti perché andava proprio nella direzione della semplificazione; una semplificazione che, come ho già detto e come ripeto oggi affinché diventi la base di una futura discussione, deve essere collegata a due precisi, netti e insostituibili parametri: il livello effettivo dell'occupazione di giornalisti e poligrafici da un lato, il numero di copie realmente, concretamente, effettivamente, veramente vendute dall'altro.
Se troveremo il modo di ancorarci a questi due parametri, superando e navigando in mezzo al corpus di norme che sono state varate negli anni - e tutti quanti dovremmo metterci una mano sulla coscienza e dire che dobbiamo impegnarci assieme a usare anche il machete ove necessario per disboscare questa giungla -, io credo che si potrà sceverare il grano dal loglio. Per richiamare un'altra immagine, per la quale spero mi perdonerete e che avevo già utilizzato all'assemblea di Mediacoop, non si deve buttare via il


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bambino insieme all'acqua sporca del mastello in cui ha fatto il bagno. Certo, dobbiamo proseguire in questo obiettivo perché la situazione è drammatica. Sono però convinto che sia la soluzione giusta.
La soluzione giusta ci porta a pensare, in vista della crisi, anche agli ammortizzatori sociali. Non abbiamo sperperato fondi in ammortizzatori sociali, anzi io credo che sia necessario garantire che i fondi che abbiamo istituito per giornalisti e dipendenti di periodici e quotidiani continuino nel tempo. Avere uno stipendio, seppure ridotto, e salvare il posto di lavoro di persone intorno ai 50 anni di età non è cosa da poco. Deve, a mio parere, rimanere il principale obiettivo.
All'assemblea di Mediacoop mi sono trovato a parlare con i rappresentanti di oltre un centinaio di aziende - ma poi mi è stato spiegato che erano ancora di più le aziende lì riunite - con oltre 4 mila dipendenti. È soprattutto a questo che dobbiamo pensare insieme all'altro obiettivo sul quale io concordo pienamente, cioè quello di mantenere la più vasta e possibile diffusione delle idee e della cultura.
Mi è stato insegnato, e so bene, che non si può affidare tutto completamente e totalmente al libero mercato, perché questo porterebbe alla sparizione di quella pluralità di voci che è la base del pluralismo e della diffusione delle idee e della cultura. Dovremmo quindi cercare di conciliare le due esigenze, ossia da un lato quella delle risorse che non ci sono, posto che non siamo in grado di stampare carta moneta perché c'è l'euro e quello rimane, dall'altro quella di mantenere il pluralismo e l'occupazione.
Sul piano del rigore, abbiamo stipulato un protocollo di intesa con l'AGCOM e con il nucleo speciale per l'editoria della Guardia di finanza per controllare i collegamenti tra le diverse testate ed evitare inganni. Analogo protocollo abbiamo sottoscritto con il nucleo speciale per la spesa pubblica della Guardia di finanza per i controlli successivi. Abbiamo dovuto anche trovare - e ci siamo riusciti, pur nelle ristrettezze - una soluzione per le tariffe postali agevolate. Ricordo a tutti voi, che siete esperti, che le tariffe postali agevolate incidevano per oltre 250 milioni di euro l'anno sul fondo per l'editoria.
Adesso, aperti tutti questi tavoli e riunite tutte le parti interessate, abbiamo il problema - e io vengo qui a chiedere l'appoggio della vostra Commissione - di trovarci di fronte a una frase superata. L'ho già detto all'assemblea di Mediacoop e lo ripeto qui. La frase «riforma dell'editoria» è di per sé una espressione che richiede, come tutte le riforme, tempi appropriati per la realizzazione e noi non li abbiamo. Tutt'ora io non so - ma lo saprò tra pochi giorni - quanto il Ministero dell'economia e delle finanze riterrà di tagliare ulteriormente alla Presidenza del Consiglio, così come a tutti gli altri ministeri, e quindi anche al fondo per l'editoria. A quel punto la riforma serve a poco.
Ho parlato di una piccola rivoluzione, intendendo dire che, quando la situazione è difficile e si deve fare qualcosa, lo si deve fare in fretta, cercando di risparmiare e di tagliare, ma senza con questo punire e colpire quelle che possono essere voci di importanza fondamentale per il principio che ben conosciamo della diffusione della cultura e delle idee.
Il problema vero è che al di là dei due paletti dell'occupazione e delle vendite, dobbiamo trovare una sorta di meccanismo di sfrondamento con il quale procedere attraverso la consultazione continua del tavolo. Domani verrà riunito, una seconda volta, il tavolo globale, poi penso che passeremo rapidissimamente ad alcuni tavoli particolari, esaminando cioè con ognuna delle singole categorie un singolo problema.
Per esempio, per quanto riguarda la distribuzione è evidente che dobbiamo passare a un meccanismo di controllo, a barre o informatizzato. È fondamentale per impedire che continuiamo a considerare come prodotti editoriali cose che vengono aggiunte in edicola al quotidiano o al periodico godendo di tutti i vantaggi che il periodico non ha. Tra l'altro, dobbiamo anche considerare che siamo sotto


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attacco feroce da parte di Internet. È un attacco non voluto, ma dovuto alla diffusione della lettura su Internet che i quotidiani offrono a pagamento.
C'è ancora un altro problema che non possiamo non affrontare. Tutto il materiale che noi visioniamo continuamente con l'iPhone è materiale che, con riguardo all'informazione, proviene per oltre l'80 per cento dalle redazioni dei giornali o dei periodici. Dovremmo cercare di andare verso una sorta di «norma Google» per trovare qualcosa che possa aiutare il quotidiano pubblicato ogni giorno sia su carta sia on-line a sopravvivere con le costose redazioni che deve sostenere.
Sono tutti problemi per i quali magari ci troveremo ancora, ma che dobbiamo affrontare con chiarezza e spietatezza. Non solo sono a rischio le voci del pluralismo, ma sono a rischio anche e soprattutto posti di lavoro in un giornalismo che vede aumentare il fenomeno dei precari. Su questo ho dato la mia disponibilità alla federazione della stampa e vorrei andare avanti perché ci sono situazioni difficilmente sopportabili.
Dobbiamo tirare le somme di un sistema complesso, farraginoso e pesante che non può continuare, ma che dobbiamo sostituire con qualcosa di nuovo per cercare di salvare quanto più possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario Bonaiuti. Posso chiederle qual è la sua disponibilità di tempo? Si sono già iscritti a parlare diversi colleghi.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. Vi chiedo perdono, ma vorrei andare al funerale del giornalista del TG5 che si terrà alle ore 15 presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Se preferite, possiamo rinviare le domande. Se mi dite quando, io garantisco la mia partecipazione.

PRESIDENTE. Se giovedì prossimo proseguono le votazioni, colleghi, possiamo chiedere al sottosegretario di ritornare. Se invece giovedì non saremo impegnati, ci ritroveremo martedì della settimana successiva.

GIUSEPPE GIULIETTI. Vorrei porre velocemente alcune domande al sottosegretario Bonaiuti in modo che abbia modo di risponderci quando tornerà.
Intanto, la ringrazio per i dati che ci ha fornito. La Commissione e le parti sociali vorrebbero però essere rassicurate. Se non sbaglio, era stato assunto un impegno relativamente al 2010 per il pagamento tra il 95 e il 98 per cento delle risorse.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. Le rispondo subito, siamo intorno al 90 per cento dei pagamenti.

GIUSEPPE GIULIETTI. Faccio notare che al Senato, nelle ultime manovre di assestamento, sarebbe stato deciso un taglio delle risorse concernenti la materia dell'editoria per un importo pari a 32 milioni di euro. Se non è vero, tanto meglio. Vorrei capire se viene confermato l'impegno al pagamento del 90 per cento delle somme.
Per il 2011 mi risultano mancanti 81 milioni di euro di contributi diretti. Vorrei sapere se la cifra è sbagliata, così da avere una certezza.
Condividendo alcune delle questioni poste, e in particolare i due parametri che sono stati indicati, e vista l'urgenza della riforma, sottopongo a lei e alla Commissione due problemi. Il primo riguarda la possibilità di ripensamento delle regole di funzionamento del sistema distributivo, il secondo la riforma dei contributi. A mio giudizio occorrerebbe valutare persino la possibilità di uno stralcio affinché sia approvata nel giro di due mesi e non rimandata all'annualità successiva.
Io sono favorevole a un confronto su tutto. Ma mi permetto di dire - spero di sbagliarmi - che l'emergenza potrebbe portare voi, come la Commissione, a trovarsi in presenza di altri tagli, e credo che lei non potrà chiedere al Ministro Romani un


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condono sull'editoria. Per questo le chiederei di fornire per giovedì prossimo una risposta.
Infine, vorrei sapere la sua opinione sulla tassa di scopo, cioè sulla tassa applicata all'asta delle frequenze da utilizzare per l'editoria.

PRESIDENTE. Ci sono altri colleghi che vogliono intervenire, ma non c'è tempo.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. Risponderò alle domande nella prossima audizione.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario per la relazione svolta e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14,50.

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