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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
27.
Mercoledì 19 ottobre 2011
INDICE

Sui lavori della Commissione:

Aprea Valentina, Presidente ... 3
Ghizzoni Manuela (PD) ... 3
Goisis Paola (LNP) ... 3

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 6 10
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 5
Bonaiuti Paolo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria ... 6 9
Comaroli Silvana Andreina (LNP) ... 6
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 3
Levi Ricardo Franco (PD) ... 5 9
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 19 ottobre 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 14,45.

Sui lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Ghizzoni, che ha chiesto di intervenire sui lavori della Commissione.

MANUELA GHIZZONI. Signor presidente, mi risulta che il sindaco di Venezia abbia inviato ai presidenti delle Commissioni cultura della Camera e del Senato la richiesta di essere audito sulla proposta di nomina del dottor Malgara a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, all'esame dei citati organi parlamentari per l'espressione del parere al Governo.
In considerazione del fatto che nel corso della prossima settimana la richiesta dovrebbe essere accolta dall'omologa Commissione del Senato, riterrei opportuno che anche questa Commissione procedesse analogamente.

PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni, la questione potrà essere affrontata nella prossima riunione dell'ufficio di presidenza.
Rilevo, tuttavia, che non si fa luogo ad audizioni nell'ambito dell'esame delle proposte di nomina all'esame della Commissione.

PAOLA GOISIS. Signor presidente, devo esprimere il mio rammarico per il fatto che il sindaco di Venezia non abbia inviato la richiesta di audizione a tutti i membri della Commissione, apparendomi ciò una grave scortesia istituzionale.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con delega per l'editoria, onorevole Paolo Bonaiuti, su questioni concernenti il settore dell'editoria.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Approfitto della presenza del Sottosegretario Bonaiuti per apprezzare l'intento di modificare positivamente alcune parti, di far progredire, pur tra le note difficoltà, il lavoro volto a produrre una riforma organica del settore dell'editoria.
Comprendo perfettamente, e mi auguro che ci sia l'opportunità di esaminare nel dettaglio una proposta concreta e non soltanto le suggestioni, tutte molto importanti, che il sottosegretario ci ha offerto in occasione del nostro precedente incontro. Ne cito una per tutte: non c'è dubbio che


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il sistema di ripartizione vada ripensato. Ne abbiamo parlato tante volte. È necessario, però, che si riservi molta attenzione al tema degli occupati. Sappiamo che uno dei grandi problemi per l'applicazione del regolamento è stato costituito dalla difficoltà di individuare chiaramente dei criteri che portino al superamento del lavoro nero, del lavoro occulto, tanto che è stata presentata una proposta di legge sulla professione di giornalista che va in tale direzione. È evidente che facciamo riferimento anche alle maestranze poligrafiche.
Questo è un aspetto sul quale vorrei poter interloquire con lei, sottosegretario, perché va benissimo cambiare le regole della ripartizione - nessuno più di me è d'accordo a introdurre criteri più rigidi -, ma accanto al tema del venduto c'è anche quello degli occupati, che penso stia a cuore a tutti.
La seconda questione che desidero sollevare riguarda le cifre.
La volta scorsa, l'onorevole Giulietti le ha chiesto un chiarimento in merito, e io devo insistere per averlo, dal momento che le cifre sono molto ballerine. Capisco che vi sia una difficoltà, alla luce delle dichiarazioni circa l'inesistenza del cosiddetto decreto per lo sviluppo, ma ci sarà pure un luogo in cui, a un certo punto, le cifre dovranno venire fuori!
Vorrei capire, insomma, se le imprese editoriali, i giornali, le testate, si troveranno dinanzi a ulteriori tagli per il 2010 (non solo per il 2011 e il 2012), quale sia la previsione di massima dello stanziamento nel triennio, quale l'entità del taglio e, inoltre, se ne sia previsto uno ulteriore rispetto a quello di cui ci aveva detto non l'11 ottobre scorso, ma addirittura in occasione di una precedente audizione.
Mi sembra, infatti, che si stia sfogliando il carciofo: già nel disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 si registra una rilevante variazione negativa, vale a dire un ulteriore taglio relativo al Programma sostegno all'editoria; adesso bisogna capire se si continuerà a tagliare, perché, continuando così, fra poco le testate chiuderanno. C'è il tema del mantenimento del pluralismo!
Essendoci una situazione di estrema difficoltà, anche sotto il profilo dell'erogazione del credito da parte delle banche, di cui abbiamo a lungo discusso, penso che si sia arrivati a un punto di non ritorno. Non vorrei si facesse strada l'idea che si possano tranquillamente tagliare risorse a tutti i settori che attengono alla sfera immateriale, in quanto considerati non produttivi.
Poiché stiamo svolgendo un'audizione, sottosegretario Bonaiuti, preferisco porre le domande e avere le sue risposte. Tornando, quindi, alle domande, l'ultima concerne i problemi, da lei sollevati, dell'innovazione tecnologica e della difficoltà di digitalizzazione.
Ebbene, vorrei capire se in tale campo esistano progetti concreti - che non siano soltanto i lavori svolti dalla FIEG - e se vi sia l'intenzione di un intervento pubblico di sostegno per la transizione al digitale, almeno dal punto di vista strutturale.
Sta a cuore a tutti, ritengo, garantire che il pluralismo dell'informazione non muoia nel passaggio da una tecnologia all'altra. I dati che lei ci ha fornito riguardo alle vendite non sono confortanti. Il fenomeno non riguarda soltanto l'Italia, ma ha - lo sappiamo bene - una dimensione mondiale. Non è irrilevante, tuttavia, sapere se il pubblico abbia intenzione di accompagnare la digitalizzazione, atteso che le imprese editoriali, le testate - il tema dell'editoria, insomma - esulano dalla transizione al digitale che abbiamo vissuto con riferimento alla materia delle frequenze televisive.
Personalmente, ritengo che uno sforzo vada fatto anche in questa direzione. La finalizzazione dei contributi è importante dal punto di vista della sopravvivenza delle testate, ma è ugualmente importante per garantire la sopravvivenza di testate in un'era diversa rispetto al passato. Vorrei sapere, pertanto, se sia ipotizzabile l'inserimento, nel prossimo provvedimento utile, di una misura ad hoc, con il sostegno di questa Commissione.


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Tuttavia, primum vivere, deinde philosophari: prima di tutto, vediamo di riuscire ad avere qualche certezza per il triennio.

RICARDO FRANCO LEVI. Mi associo alle considerazioni svolte dall'onorevole De Biasi, per cui sarò molto rapido.
Per quanto riguarda la chiarezza in merito ai conti, vorremmo avere una fotografia più precisa, sottosegretario, poiché dal Senato pervengono cifre non sempre collimanti con quelle da lei fornite lo scorso 11 ottobre.
Con riferimento all'intervento di sistemazione del complesso sistema del sostegno pubblico all'editoria, vanno bene gli interventi che si possono fare in via regolamentare, per intervenire sui dettagli. Vorrei ricordare, tuttavia, che le questioni di cui stiamo discorrendo attengono in modo diretto e molto preciso alla garanzia del pluralismo dell'informazione, campo nel quale occorre tenere conto dell'esistenza dei limiti all'intervento con atti regolamentari: si tratta, infatti, di un ambito tipico in cui è necessario intervenire mediante atti legislativi, sotto il controllo del Parlamento.
Da ultimo, vorrei sottolineare, come requisito di qualsiasi intervento generale di riforma del sistema, la garanzia che il sostegno pubblico sia accordato agli organi di informazione, riducendo al minimo, o addirittura cancellando, le disparità tra soggetti sostanzialmente omogenei.
Oggi, uno degli elementi di maggiore distorsione del mercato risiede nel fatto che editori, testate, voci in concorrenza e analoghe tra loro si trovano di fronte a disparità nell'accesso, sulla base di criteri che, essendo quasi sempre di natura soggettiva, creano disparità tra soggetti che distano, spesso, pochi chilometri l'uno dall'altro. Credo che tale questione sia da tenere presente.
Desidero sottolineare, concludendo il mio intervento, il punto relativo alla certezza delle risorse: dobbiamo essere certi che lo sforzo per una riforma complessiva non produca risultati quando ci saranno, ormai, troppi cadaveri sul terreno.

PIERFELICE ZAZZERA. Ringrazio il sottosegretario per la sua presenza e per la discussione in atto sul settore dell'editoria.
In particolare, desidero soffermarmi sul fatto che nel nostro Paese si continua a leggere poco, a comprare pochi libri e, probabilmente, a investire poco nella loro diffusione. Questa Commissione ha provato a fare qualcosa al riguardo, approvando una proposta di legge a prima firma del collega Levi, che abbiamo sostenuto all'unanimità, ma ritengo che si possa e si debba fare di più.
In questo senso, mi sento di chiedere al Governo, e quindi al sottosegretario, di darci qualche informazione in merito agli stanziamenti previsti per il Centro per il libro e la lettura, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2010. Mi faccio portavoce dell'Associazione italiana editori, che chiede al Governo se siano previsti ulteriori tagli e quante risorse siano stanziate, così come chiede di sapere quali stanziamenti siano previsti per le biblioteche, necessarie per la diffusione della lettura.
Concludo con una considerazione relativa al cosiddetto «pacchetto» di riforma dell'editoria, preannunciato in un'audizione svolta in questa sede all'inizio della legislatura, di cui qualche giorno fa, sottosegretario, ha annunciato l'imminente avvio. Per quanto riguarda tale importante iniziativa, credo si debba passare dalla discussione sugli annunci a quella sui fatti, promuovendo il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, da coloro i quali sono impegnati all'interno delle istituzioni a quanti operano nella società civile.
Un'ultima notazione: oggi ho visto circolare il giornale la Responsabilità; chiedo al sottosegretario se per caso tale testata abbia ricevuto finanziamenti pubblici. Grazie.

EMERENZIO BARBIERI. Sarò molto rapido.
Le vorrei sottoporre, sottosegretario Bonaiuti, due riflessioni, una delle quali rischia di avere il connotato della provocazione.


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Come classe politica, siamo sbeffeggiati anche per errori nostri. Ad esempio, quando scopro, onorevole Nicolais, che l'unica regione italiana in cui è possibile sommare il vitalizio dei consiglieri regionali all'indennità di parlamentare è la Campania, ne deduco che ci facciamo del male con le nostre stesse mani. Oggi, infatti, nei bar di Roma si parla soltanto di questo.
Abbiamo, però, giornali che rivolgono attacchi sistematici alla classe politica e, anzi, fanno di tale attività la ragione stessa della propria esistenza. Non le nascondo, sottosegretario - l'ho detto ai direttivi congiunti dei gruppi del PdL di Camera e Senato -, che al mattino non so mai se leggere Libero o il Fatto Quotidiano, perché, per quanto riguarda gli attacchi alla classe politica, più o meno si equivalgono.
Vorrei capire se sia possibile, da parte sua e del Governo, avviare un'azione per stabilire alcune regole di correttezza per quanto riguarda l'erogazione dei contributi anche a quotidiani non corretti nei nostri confronti. Capisco che ci si possa anche suicidare, ma sarebbe utile evitarlo.
La seconda riflessione è la seguente: credo che il Governo abbia ben operato in questi anni, ma non penso che, per i prossimi, sia possibile immaginare un aumento sostanzioso dei contributi all'editoria. Sarebbe, quindi, opportuno posizionarsi su una lunghezza d'onda tendente a riconoscere, concordando con il Governo, che è difficilmente immaginabile aumentare i contributi nel settore affidato alle cure del sottosegretario Bonaiuti. Grazie.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Sarò estremamente veloce.
Innanzitutto, ringrazio il Sottosegretario. Leggendo la relazione da lui svolta nella seduta precedente, mi ha fatto particolarmente piacere rilevare la volontà di procedere a una ristrutturazione di tutto il sistema dei contributi all'editoria. Ebbene, chiedo che ciò sia fatto nel più breve tempo possibile. Attesa l'esigenza di «salvare» tutti i giornali, per garantire il pluralismo dell'informazione, ritengo che, oltre ai criteri delle copie vendute e degli occupati - che vanno benissimo -, se ne debbano introdurre altri: non vorrei che, per distribuire a tutti, alla fine tutti soccombessero.

PRESIDENTE. Do quindi la parola al sottosegretario Bonaiuti per la replica.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. È bene ribadirlo ogni volta: la libertà di informazione contempla anche l'eventualità di leggere, ogni mattina, qualcosa che non ci fa contenti; peraltro, non possiamo stabilire la validità o meno di un giornale sulla base del fatto che appoggi le nostre idee oppure le contrasti.
Per nostra fortuna, il pluralismo è il sale vero della democrazia. Come dico sovente, quando mi reco in un'edicola e mi trovo davanti a quella messe di quotidiani che tutti conosciamo, più titoli diversi vedo e più sono contento, perché le tante realtà rappresentate sono le diverse anime del Paese. Basta che ciascuno di noi, spogliatosi della veste di politico e indossata quella antica di giornalista, vada al bar sotto casa e scambi qualche chiacchiera con gli altri avventori, per constatare come i pareri siano molto, e quasi sempre, diversi dai nostri.
Ben venga quindi la diversità, ben venga il pluralismo e mai, mai si tenti di frenare la libertà delle idee! Questo è fondamentale.
Siccome non ho grandi buone notizie, cominciamo con una buona notizia.
Ricorderete che era stato sollevato il problema delle tariffe postali per le ONLUS, cattoliche e laiche. I rappresentanti di tali organizzazioni ci avevano evidenziato da tempo le gravi difficoltà in cui versa il settore, a causa dell'impossibilità di sostenere le tariffe postali piene attualmente in vigore. Rammenterete anche il problema relativo ai famosi 30 milioni di euro che dovevano arrivare a sostegno delle ONLUS. Poiché tale somma è sparita nei meandri di via XX Settembre, ovvero del Ministero dell'economia e delle finanze, abbiamo deciso di fare in altro


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modo. Considerata la situazione di emergenza, si è deciso di aprire una serie di tavoli, di cui tra poco vi parlerò. A tale proposito, quando alcuni degli amici e dei colleghi qui presenti ci chiedono se siamo passati ai fatti, rispondiamo che non soltanto l'abbiamo fatto, ma che tutti i predetti tavoli stanno lavorando a pieno ritmo, offrendo già alcuni risultati.
Per quanto riguarda le tariffe postali, abbiamo già tenuto una prima riunione al completo a Palazzo Chigi, durata diverse ore. Inoltre, ci siamo riuniti due volte in una settimana per affrontare tutti gli altri problemi del settore dell'editoria.
Si sono riuniti anche alcuni dei tavoli tecnici cui abbiamo dato vita: ieri mattina è toccato al tavolo per l'esame delle questioni riguardanti il diritto d'autore; ieri pomeriggio, invece, è stata la volta del tavolo dedicato alle tariffe postali (e quindi alle ONLUS).
Domani è prevista la riunione di un tavolo fondamentale, qual è quello per le questioni concernenti i contributi diretti e le forme di sostegno. Sempre domani, alle 16.30, è stata fissata la riunione del tavolo per gli accordi quadro, vale a dire la pubblicità istituzionale. Venerdì mattina, alle 9, si riunirà il tavolo per l'esame delle questioni relative all'informatizzazione e alla parità di trattamento, cioè alla digitalizzazione del sistema distributivo.
I tavoli che si sono già riuniti hanno ripartito il lavoro per sottogruppi. Dopo le riunioni già programmate per questa settimana, ve ne saranno altre la prossima settimana e ai primi di novembre.
Stiamo preparando gli articolati, in modo tale da poter agire subito con efficienza: si tratta di un'opera concreta, alla quale ci dedichiamo non per spirito di bontà, ma perché siamo sotto la ferula di una crisi globale che vede ridotti tutti i contributi.
Avrete letto su tutti i giornali che i fondi ai ministeri sono stati tagliati trasversalmente per svariati miliardi. Non si poteva pensare, quindi, che la Presidenza del Consiglio, depositaria del Fondo per l'editoria, non subisse anch'essa un taglio, sebbene non sia ancora in grado di darvi informazioni precise circa le cifre.
Tornando all'attività dei tavoli tematici, è stato già ottenuto un risultato: il tavolo sulle tariffe postali ha stabilito che occorre una modifica normativa volta ad adattare i requisiti per accedere alle tariffe già stabilite per il settore profit dei soggetti iscritti al Registro degli operatori di comunicazione. In altre parole, bisogna mettere le tariffe postali delle ONLUS almeno nella stessa situazione di quelle dei quotidiani e dei periodici. Lo si può fare attraverso una normativa specifica, che adatti i predetti requisiti di accesso, come accennato, alle specifiche caratteristiche delle ONLUS.
In quanto esperti del settore, conoscete i problemi: i giornali e i periodici hanno certi formati; le ONLUS si avvalgono di formati a volte troppo grandi, altre volte troppo piccoli. Ad esempio, se il periodico L'Araldo non riesce a fare una foliazione di un certo tipo, e un altro non riesce a piegare le pagine in un certo modo, ciò crea al vettore, che deve trasportare le copie, difficoltà che possono tradursi in aumenti dei costi.
Chiuso già il tavolo, adesso stiamo elaborando la norma che estenderà alle ONLUS le disposizioni vigenti per i quotidiani e i periodici. Non appena sarà pronto il testo - spero in pochi giorni -, sono pronto a tornare, per illustrarvi più dettagliatamente questo primo risultato.
È andato molto avanti il tavolo sul diritto d'autore, che ha affrontato due temi: le rassegne stampa e l'indicizzazione. Tutti i presenti hanno richiesto - ed ecco la concretezza: la faremo - una direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri che richiami al rispetto della legge sul diritto d'autore, invitando tutte le amministrazioni pubbliche a non pubblicare rassegne stampa on-line in assenza di accordi con gli editori.
Si è già aperta la discussione, tra editori e giornalisti, su come procedere. Noi ne staremo fuori, e cercheremo di dare la nostra assistenza, in maniera tale da arrivare, anche in questo caso, a una normativa


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che possa, se non risolvere il problema - perché, forse, sarebbe esagerato dirlo -, almeno contribuire a individuare una soluzione.
La direttiva chiarirà che le amministrazioni, previo accordo con le associazioni di categoria che hanno già dato la loro disponibilità, potranno utilizzare le rassegne stampa per uso interno, anche attraverso le reti intranet. In altre parole, sarà possibile pubblicare le rassegne stampa on-line, ma in modo tale che siano accessibili soltanto ai dipendenti. Conoscete i problemi sorti riguardo alle rassegne stampa della Camera e del Senato.
Per avere un ambito di applicazione generale, la direttiva dovrà essere adottata - purtroppo, la burocrazia complica tutto - in Conferenza unificata, sede congiunta della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, nonché mediante protocolli di intesa con la Camera dei deputati, il Senato della Repubblica e gli altri organi costituzionali che pubblicano rassegne stampa.
Le società che producono le rassegne stampa sigleranno accordi con le associazioni, per stabilire i corrispettivi loro dovuti (ci auguriamo che vengano al più presto a Palazzo Chigi per sottoscrivere gli accordi).
Venendo alla questione della digitalizzazione, tutte le associazioni si sono dichiarate favorevoli all'adozione di una norma che stabilisca il seguente principio: l'attività di indicizzazione dei motori di ricerca è subordinata all'accordo con il titolare dei diritti e, in presumibile mancanza di accordo, deve essere regolata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla quale compete occuparsi della materia.
Le violazioni delle norme sul diritto d'autore giornalistico dovrebbero essere accertate dalla Società italiana degli autori ed editori o dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per il tramite dell'apposito nucleo della Guardia di finanza. I proventi derivanti dall'applicazione delle sanzioni potrebbero essere attribuiti - dovremmo stabilire con quali modalità, ma non in forma di contributi diretti - a un fondo per misure di sostegno al settore. La Federazione della stampa ci ha chiesto che sia possibile oscurare i siti Internet responsabili di violazioni del diritto d'autore (siamo entrati nello specifico, tanto da arrivare a pensare a misure concrete).
Stiamo lavorando a tutto vapore. Proseguiremo anche domani, dopodomani e la settimana prossima, affinché sia possibile giungere all'adozione di atti normativi. Ovviamente, intendo fare tutto ciò con il vostro appoggio, tornando qui a illustrarvi i risultati cui saremo pervenuti e a chiedere la vostra opinione in merito, perché il Parlamento in materia è sovrano.
A questo proposito, l'onorevole Giulietti domandava se risulti che nel disegno di legge di assestamento vi sia un taglio di 32 milioni di euro ai fondi per l'editoria.
Effettivamente, nell'assestamento c'è una riduzione di 32 milioni di euro rispetto allo stanziamento iniziale del 2011. Non si tratta, tuttavia, di una novità introdotta dal disegno di legge di assestamento, ma soltanto della registrazione contabile del taglio effettuato con il decreto-legge n. 98 del 2011, ossia con la prima manovra estiva, nella quale si sono quasi automaticamente trasformate in tagli le risorse che erano state accantonate in relazione alla procedura per l'assegnazione di diritti d'uso delle frequenze per l'offerta di servizi pubblici terrestri di comunicazione elettronica a larga banda (si ritorna sempre al problema delle aste per le frequenze, che non si fecero, e me ne dispiaccio). Quindi, la variazione negativa risultante dal disegno di legge di assestamento è dovuta a quanto avvenuto in precedenza.
Nella seduta dell'11 ottobre, ritenendo che tra i dieci punti da me elencati, i più importanti fossero quelli relativi al funzionamento del sistema distributivo e ai contributi, l'onorevole Giulietti ha chiesto se fossi disposto a stralciarli, per tentare di addivenire in un paio di mesi a una riforma avente ad oggetto tali materie. Come no! Più velocemente andiamo, meglio è: ci vediamo, ci scambiamo le nostre opinioni e andiamo avanti.


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Non vorrei essere eccessivamente speranzoso - perché molto dipende dalla situazione politica, che non è estremamente tranquilla - ma, una volta aggiornati i tavoli, che si sono messi a lavorare con grande impegno, tra una quindicina di giorni dovremmo raccogliere i risultati concreti di tale lavoro, consistenti nelle nuove norme cui il Dipartimento sta lavorando.
La proposta di applicare una tassa di scopo all'asta per le frequenze, per destinare i fondi così ricavati all'editoria, è un altro cavallo di battaglia dell'onorevole Giulietti.
Se per tassa di scopo intendiamo una tassa a carico dei gestori che hanno partecipato alle gare e ottenuto l'assegnazione delle frequenze, la strada è difficilmente praticabile dal punto di vista giuridico - mi sono informato -, perché le procedure sono già definite.
Se, invece, si intendesse destinare parte dei proventi derivati dalle aste al settore dell'editoria, sono più che disponibile a verificare se ciò sia possibile, anche perché non vengono in considerazione cifre enormi. In ogni caso - lo dico a voi per far capire che attendo l'appoggio del Parlamento -, in merito all'allocazione delle risorse il Parlamento è sovrano. Quindi, chiedo un vostro parere al riguardo.
L'ultimo tema è quello dei tagli. Confermo che il pagamento dei contributi diretti, per quanto riguarda l'arretrato, sarà intorno al 90 per cento.
Per il 2012 partiamo da 194 milioni di euro. Il Tesoro ha minacciato, per la Presidenza del Consiglio, un taglio che dovrebbe andare, globalmente, dal 30 al 50 per cento (si tratta del taglio già applicato a tutti i ministeri).
Si sta ancora lavorando sulle tabelle, e anche noi ci stiamo dando da fare.
Faccio un esempio: con la cifra indicata dovremmo pagare - l'impegno non l'ho preso io quando ero sottosegretario - anche il rateo del debito della Presidenza del Consiglio nei confronti di Poste Italiane.

RICARDO FRANCO LEVI. Cinquanta milioni di euro.

PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria. Sì, cinquanta milioni di euro.
Su questo saremo d'accordo: mi accingo a inviare una lettera al Ministero dell'economia e delle finanze, nella quale chiederò specificamente che si tenga conto anche di ciò che dobbiamo rimborsare a Poste Italiane; mi troverei in enormi difficoltà se, oltre a subire il taglio, dovessi pagare, con quel che rimane, i cinquanta milioni di euro della rateizzazione. Su questo, quindi, stiamo discutendo. Chiederò che la riduzione sia applicata al netto del rateo.
Abbiamo, poi, l'incidenza delle convenzioni con la RAI relative alle minoranze linguistiche e a RAI International. Desidero portare a conoscenza della Commissione che sto già preparando una lettera - la invierò entro la fine del mese -, con la quale informerò il Direttore generale della RAI che prevedo, in questo caso, un taglio minimo del 50 per cento. Il valore di tutte le convenzioni è di 45 milioni, di cui 21-22 per RAI International. I cultori della materia ricorderanno che già l'anno scorso ebbi a ridurre gli importi delle convenzioni, per l'impossibilità, altrimenti, di fare arrivare i contributi diretti alla carta stampata.
Questi sono i paletti, molto stretti, entro i quali devo muovermi.
Le tabelle non sono state ancora pubblicate. Stiamo lottando per cercare di ottenere il meglio, ma la situazione è quella che mi aveva portato a dire: «Mettiamoci al lavoro subito!». In una situazione come quella attuale, caratterizzata da scarsità di fondi - che riguarda, siamo onesti, tutto il mondo e tutti i settori, nulla avendo a che fare con la questione se questo sia o no un settore produttivo -, dobbiamo innanzitutto andare a ricercare gli sprechi, per tagliarli, tutti insieme (cosa che stiamo facendo attraverso i tavoli di cui vi ho detto). Anche voi sarete chiamati a dare un parere, che potrà richiedere,


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eventualmente, un atteggiamento ancora più rigoroso nel tagliare gli sprechi. A mio avviso, occorrerà tenere fermi, tuttavia, due canoni che si rivelano più che mai indefettibili: l'occupazione dei giornalisti e dei poligrafici, perché, prima di tutto, per coscienza, devo pensare ai posti di lavoro di quelli che li rischiano; le copie effettivamente vendute (senza che si abbia più riguardo a vendite in blocco, strillonaggi e via dicendo).
Dobbiamo fare qualcosa di estremamente concreto per evitare che vadano dispersi fondi, perché, com'è evidente, se il rivolo diminuisce, c'è poco da fare.
Vi chiedo scusa se mi sono dilungato troppo e mi auguro che mi richiamiate al più presto, per darvi ulteriori informazioni.

PRESIDENTE. Noi siamo sempre a sua disposizione, nel senso che, quando c'è qualche novità, ci piacerebbe apprenderla direttamente da lei, non dalla stampa.
Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,30.

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