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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
37.
Giovedì 20 settembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2

Audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professore Francesco Profumo, sulle problematiche concernenti l'avvio dell'anno scolastico 2012-2013, con particolare riferimento allo svolgimento del preannunciato concorso per il reclutamento dei docenti (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2 5 9 10 13 14
Capitanio Santolini Luisa (UdC) ... 6
Centemero Elena (PdL) ... 6
Coscia Maria (PD) ... 7
Goisis Paola (LNP) ... 8
Granata Benedetto Fabio (FLpTP) ... 9
Profumo Francesco, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 2 10 13
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 5

ALLEGATO: Nota consegnata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Francesco Profumo ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

[Avanti]
COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 20 settembre 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 13,10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professore Francesco Profumo, sulle problematiche concernenti l'avvio dell'anno scolastico 2012-2013, con particolare riferimento allo svolgimento del preannunciato concorso per il reclutamento dei docenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professore Francesco Profumo, sulle problematiche concernenti l'avvio dell'anno scolastico 2012-2013, con particolare riferimento allo svolgimento del preannunciato concorso per il reclutamento dei docenti.
Poiché, come il Ministro sa bene, gli argomenti da affrontare, soprattutto per quanto riguarda l'università, sarebbero numerosi, le chiedo la disponibilità per svolgere, nelle prossime settimane, un'audizione sulle problematiche dell'avvio dell'anno accademico e su tutti i problemi che sono stati oggetto di discussione anche durante l'estate.
Do quindi la parola al Ministro dell'istruzione, università e ricerca, professore Francesco Profumo.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor presidente, vi ringrazio molto dell'invito e naturalmente vi do la mia disponibilità a svolgere, nelle prossime settimane, una seconda audizione sul tema università e, se ritenete, anche sul tema della ricerca.
Possiamo fare il punto della situazione anche rispetto alla fase programmatoria, al fine di e valutare in quali condizioni ci troviamo. Mi piacerebbe anche ascoltare i vostri suggerimenti, in modo che nella fase finale della legislatura riusciamo a definire alcuni punti che erano in programma ed altri che eventualmente potranno emergere dal nostro dialogo.
Credo che valga la pena partire dall'elemento centrale dell'audizione, quindi dal concorso e dalle motivazioni per le quali, come vi ho detto nell'audizione nella quale ho illustrato le linee programmatiche del Governo, ho ritenuto opportuno proseguire su questa linea, e poi analizzare con voi anche alcuni elementi di dettaglio, dichiarandomi ovviamente disponibile a rispondere alle vostre domande.
Vorrei svolgere una premessa. Voi sapete che, sebbene le norme prevedano il doppio canale, secondo il quale il reclutamento dell'università avviene per il 50 per cento attraverso le graduatorie e per il 50 per cento attraverso un reclutamento esterno, ossia un concorso, dal 1999 ciò non è avvenuto (per alcune classi di concorso dal 1990).


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Naturalmente credo anche che, se il Parlamento decidesse che questo non è il percorso corretto, potrebbe valutare l'opportunità di approvare un provvedimento in merito e, quindi, le nostre considerazioni odierne potrebbero essere messe in discussione. Ad oggi, però, dobbiamo ragionare sulla base della normativa vigente.
In secondo luogo, da parte mia c'è un grandissimo rispetto per le persone in graduatoria e ritengo che i due canali abbiano lo stesso valore: chi risulterà nelle posizioni di ruolo provenienti da uno o da un altro canale ha lo stesso valore e non ha alcuna differenza, ma credo che occorra normalizzare il sistema.
La normalizzazione passa attraverso una programmazione in termini di procedure, di tempi, di trasparenza di procedure, che consenta alle persone, sia a quelle in graduatoria, sia a quelle che non ci sono, sia a quelle che stanno studiando, la possibilità di programmare la loro vita e di conoscere le opportunità loro proposte, sulla base delle quali organizzare i loro percorsi di vita.
Alla luce della mia esperienza all'interno dell'università, questo stop and go, avvenuto purtroppo molto spesso in questi anni, ha determinato situazioni di anomalia difficili da recuperare, perché naturalmente occorre portare a regime la situazione che si eredita dal passato. Il mio obiettivo, quindi, è quello di avviare un processo che garantisca questa normalizzazione attraverso i passaggi che vorrei quindi riassumere.
Da una parte, sulla base della delega Fioroni abbiamo lavorato per il nuovo regolamento, che ci consentirà di stabilire modalità di gestione di concorsi futuri con un numero ridotto di classi, con procedure semplificate rispetto al sistema attuale: verificheremo insieme tale regolamento, in modo che esso possa corrispondere alle aspettative.
Nello stesso tempo, giacché la durata di questo Governo è definita e breve, ho ritenuto opportuno dare un segnale di fiducia ai giovani, soprattutto in un momento di difficoltà: ciò significa dare future prospettive alle persone che oggi sono nel mondo della scuola. Ho pensato, quindi, ad un primo concorso bandito la prossima settimana, un secondo con il nuovo regolamento all'inizio dell'anno prossimo e in seguito altri con cadenza biennale, in modo da consentire alle persone di programmare la loro vita.
Con riferimento al concorso, ad oggi ragioniamo con le regole vigenti, ma, come ho detto in occasione della precedente audizione, credo che, pur nel rispetto delle regole vigenti, si possano «oliare» i sistemi e l'esperienza e il contributo di tutti noi possa servire affinché il sistema funzioni nel modo migliore possibile, accrescendo la fiducia dei cittadini rispetto alle forme di selezione del personale.
Ritengo importante, inoltre, che siano garantiti il massimo della trasparenza, regole chiare e semplici, tempi definiti e contenuti, in modo tale da dare una risposta alla continua domanda del cittadino volta ad instaurare un diverso rapporto tra cittadino e Stato.
Abbiamo quindi stabilito che dovrà essere svolta una prova preselettiva, che credo non debba essere di settore, perché dobbiamo valutare alcune caratteristiche di base dei soggetti che saranno gli insegnanti dei nostri figli per i prossimi 25-30 anni. Le caratteristiche di base che questi soggetti devono avere sono due: capacità logica e capacità deduttiva, ossia i due elementi fondamentali in qualsiasi tipo di attività e, a maggior ragione, nell'attività di trasferimento della conoscenza.
Allo stesso tempo, a fronte del fatto che queste persone saranno parte del sistema dell'istruzione per i prossimi 25-30 anni, dobbiamo allineare la nostra scuola alle direttive europee, con riferimento in primo luogo a due elementi fondamentali, quello linguistico e quello dell'alfabetizzazione informatica. Sapete che il tema relativo all'Agenda digitale sta per essere affrontato dal Consiglio dei Ministri.
I test saranno 50: 7 per la parte informatica, 7 per la parte linguistica e 36 (18 più 18) per la parte logico-deduttiva. Il tempo sarà pari a circa un minuto per test: sarà dato un punteggio positivo in caso di risposta corretta, un punteggio


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negativo in caso di risposta non corretta e una non valorizzazione per chi non risponde.
Il test sarà gestito in modo da permettere a chi ha sostenuto il test di conoscere il risultato immediatamente. Ai candidati verrà messo a disposizione un esercitatore, ovvero lo stesso strumento che verrà poi utilizzato durante la fase di test, con l'insieme di tutti i test che saranno poi oggetto delle singole prove.
Questo perché, sulla base della mia esperienza, i test hanno sempre una fase di avvio, che necessita di un training iniziale, altrimenti le persone interessate hanno una «fase zero» che diventa troppo lunga e quindi il risultato finale non è quello ottimale. Considero quindi molto importante mettere le persone nella condizione di fare pratica, in modo tale che abbiano chiare le tipologie di test, nonché i tempi. L'esercitatore contiene anche un indicatore tempo. Sapete, infatti, che sono affezionato al problema del tempo, che costituisce una variabile non indipendente nel nostro Paese.
Dopo il test preselettivo, si terranno le due prove: una prova di competenza, che in alcuni casi è una prova solo scritta, in altri parzialmente anche pratica (dipende naturalmente dai diversi settori), e una prova di attitudine rispetto al rapporto con gli studenti, con la scuola.
Sarà quindi sorteggiato un argomento per una lezione: chi di voi ha un'esperienza di tipo universitario sa che si sorteggia 24 ore prima un certo numero di ipotesi di argomento ed il candidato ha 24 ore per preparare la sua lezione. Dovrà essere svolta anche una discussione attenta in relazione ad un progetto educativo della persona.
L'operazione si articola, dunque, in una fase preselettiva, una prova di competenza e una seconda prova di attitudine alla scuola. Tutti voi sapete, infatti, che non è detto che uno scienziato possa essere un bravo insegnante. Si tratta di è un tema di grandissimo interesse e questa è una piccola sperimentazione. I posti disponibili sono infatti più di 11.000, che comunque non sono pochi: in un momento di difficoltà del Paese credo che questo sia un segnale forte di attenzione nei confronti della scuola.
Ci sono i 21-22.000 posti delle persone entrate in ruolo dal 1o settembre, la seconda tranche che prevede lo stesso numero di posizioni attraverso le graduatorie e poi la sessione successiva, quella del prossimo anno, in cui ad oggi sono previsti circa 5.000 posti per la parte relativa al concorso e 5.000 per la graduatoria.
Saranno ammessi gli abilitati, con qualche eccezione, di cui, se volete, do lettura, perché non le ricordo esattamente. Si tratta delle persone che hanno diplomi triennali o quadriennali fino al 2001-2002 o 2002-2003, ma questi sono dettagli che saranno inseriti nel bando.
Il bando verrà pubblicato il 25 settembre, la prova preselettiva è prevista per il mese di dicembre, in modo tale che l'anno prossimo si svolgano la prima e la seconda prova. La procedura è completamente dematerializzata: attraverso il sito del Ministero le persone potranno presentare la domanda ed il curriculum. Sarà poi svolta una valutazione dei titoli. Abbiamo lavorato sul tema degli argomenti di ciascuna classe di concorso: le classi raggruppate sono 17 e sono quelle in cui non vi sono più docenti nelle graduatorie di merito. Vi è, inoltre, carenza di docenti in quelle storiche.
L'operazione ha soprattutto l'obiettivo di avviare un processo sul quale mi piacerebbe naturalmente recepire eventuali osservazioni, di cui credo vi sia bisogno, anche in termini di modalità di svolgimento e di rispetto dei tempi. L'obiettivo finale è che il concorso termini entro l'estate e che i vincitori possano prendere servizio con regolarità. Il numero di vincitori sarà uguale al numero di posti a concorso: in tal modo non si formeranno nuove graduatorie. Questa rappresenta la prima fase di normalizzazione del Paese.
Il documento che ho depositato è articolato e contiene anche tutti i numeri di riferimento. Credo che sia sufficientemente completo, ma naturalmente, se avete domande, sono disponibile a rispondere.


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PRESIDENTE. Rispetto ai temi affrontati, il Ministro ha fornito già molte risposte relative al concorso. Noi avevamo ampliato l'orizzonte di questo incontro anche ai problemi di avvio dell'anno scolastico, e questo è l'ambito entro cui si muoveranno gli interventi dei colleghi.
Alle 14,15 il Ministro deve prendere parte al Consiglio dei Ministri e sarebbe opportuno lasciargli un tempo congruo per un'eventuale replica: vi proporrei, quindi, di svolgere un intervento per ciascun gruppo di cinque minuti, in modo da permettere a tutti i gruppi rappresentati di intervenire e da lasciare al Ministro l'opportunità di replicare.
Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

PIERFELICE ZAZZERA. Innanzitutto, Ministro, noi di Italia dei Valori abbiamo già detto come la pensiamo: non siamo d'accordo sull'utilizzo del concorso, non perché non ci piaccia, ma perché arriva nel momento sbagliato, cioè senza che prima siano stati risolti i problemi esistenti, di fatto creando nuove disparità di trattamento (mi sembra che lei non abbia fornito risposte al riguardo nella sua relazione). Saranno presentati, quindi, nuovi ricorsi, perché il fatto che un concorso preveda alcune eccezioni significa che non è uguale per tutti, mentre invece tutti dovrebbero avere le stesse opportunità (qualcuno dovrà spiegarci quali siano queste eccezioni).
Lei ha dichiarato che il concorso è destinato agli abilitati, molti dei quali sono inseriti in graduatorie ad esaurimento, hanno già fatto corsi di selezione, hanno seguito corsi-concorsi di fatto considerati tali, come le SSIS, che rappresentano la modalità di ingresso nelle graduatorie. Si tratta di persone che sono state già selezionate e ora dite loro non solo che devono fare il concorso, ma anche che devono svolgere le preselezioni per parteciparvi.
La invito a riflettere su questo tema, su cosa questo significherà per persone che, come lei ha detto, non hanno una programmazione nella vita e non l'avranno più, perché di fatto abbiamo chiesto loro di superare una selezione sul merito, hanno vinto perché sono stati brave, ma ora si sentono dire che abbiamo sbagliato e che ricominciamo tutto da capo.
La invito a ripartire dal piano di stabilizzazione del Ministro Fioroni, che non appartiene al mio partito: esso, prima di avviare un processo di reclutamento, prevedeva di tracciare una linea finale sui problemi del passato, perché la legge n. 206 del 2006 stabilisce che le graduatorie debbano prima essere esaurite.
Finora non sono stati effettuati concorsi perché quelle graduatorie dovevano essere chiuse ed esaurite: prima chiudiamo le graduatorie e poi pensiamo al modello di reclutamento, che certamente deve essere programmato, in quanto si deve indicare un numero di persone di cui la scuola ha bisogno e che devono essere abilitate per potervi accedere. Italia dei Valori ritiene che debba essere confermato il meccanismo delle graduatorie ad esaurimento, che è un meccanismo di selezione e di merito.
Il terzo elemento è rappresentato dalla natura delle prove selettive. Non mi convincono l'affidabilità e la trasparenza che lei ha citato: la conferma sta nel modo in cui sono già state svolte le prove preselettive e non è inutile che le ricordi i problemi che avete avuto sul testo dei TFA e sui concorsi dei presidi. La fiducia nei cittadini si crea con i fatti e oggi i fatti dicono che lì avete fallito. Credo che i cittadini ritengano che questo concorso sarà un altro fallimento perché prevede meccanismi poco trasparenti.
Non ci ha detto quanto costerà il concorso: le chiedo di chiarircelo, perché in rete sono girate molte notizie e neanche il direttore generale ha fornito chiarimenti in merito. A noi risulta che il costo oscillerà tra i 120 e i 150 milioni di euro. Se lo dirà il Ministro, probabilmente saremo smentiti.
Come Italia dei Valori le chiediamo di sospendere la procedura del concorso, Ministro, perché nella scuola il clima è avvelenato - lei lo sta vivendo in termini


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di protesta della società civile e del mondo della scuola - e di avviare invece un processo di stabilizzazione dei precari. Il Ministro Fioroni aveva programmato in 3 anni l'assunzione di 150.000 docenti (50.000 l'anno): era un importante passo avanti, mentre i vostri numeri, cioè 5.000 per concorso e 5.000 in graduatoria ad esaurimento distribuiti sul piano nazionale regione per regione sulle classi concorso, rappresentano davvero briciole.
Continueremo a non dare ai docenti precari la possibilità di programmarsi una vita e di avere una speranza.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Contrariamente a quanto affermato dal collega Zazzera, noi siamo d'accordo sulle procedure che il Ministero intende svolgere e sull'idea di far entrare nel mondo della scuola forze «fresche», che hanno davanti una prospettiva di lavoro, di vita, di carriera e di professionalità.
Se infatti dovessimo solamente pensare alle graduatorie ad esaurimento - che comunque rappresentano un problema, come ha detto anche lei, Ministro -, chiuderemmo per 10 anni l'ingresso a forze nuove nella scuola e determineremmo una sorta di invecchiamento e di stanchezza collettiva della classe docente, laddove in questo momento non abbiamo certo bisogno di queste prospettive così tristi.
Rimane il problema delle graduatorie ad esaurimento, che ha rappresentato una piaga per tutti i Governi e i Ministri succedutisi in questi ultimi anni. Vorrei chiederle se abbia idea di quando saranno esaurite le graduatorie, ovvero di quando potremo tornare a regime, e quindi quanto ancora la scuola dovrà «soffrire». Ai precari va tutta la mia solidarietà, anche se però purtroppo bisogna avere il coraggio di affrontare tali questioni. Credo infatti che il blocco del turnover e una serie di problemi complichino calcoli che in realtà sono semplici.
In effetti è vero che ci sono abilitati già in graduatoria e che faranno il concorso. Al di là della preselezione che effettivamente mi sembra una punizione eccessiva, temo che si crei confusione. Vorrei sapere cosa succeda agli insegnanti già abilitati e inseriti nelle graduatorie che faranno il concorso.
L'ultima questione riguarda l'avvio dell'anno scolastico, argomento estremamente importante perché ci giungono voci, che lei eventualmente può smentire, di difficoltà di aperture, in quanto non tutto scorre liscio e tranquillo. Ci sono classi scoperte, insegnanti non assegnati: sarebbe opportuno, a mio avviso, che l'anno scolastico partisse nel migliore dei modi.
Per quanto riguarda, infine, il problema del tempo pieno scelto dalle famiglie, mi risulta che anche al riguardo ci sia un'offerta formativa in base alle disponibilità economiche e di organico. Questo crea un problema, in quanto le famiglie possono scegliere ma sono condizionate da questioni che non dipendono da loro.

ELENA CENTEMERO. Anch'io come, l'onorevole Capitanio Santolini e diversamente dal collega Zazzera, saluto con favore la scelta del Ministro di effettuare dopo tredici anni un nuovo concorso (il concorso a cattedre del 1999 è quello che ho superato) e il fatto che - almeno parzialmente - siano state individuate tipologie di prova diverse da quelle del 1999, in cui mi sono trovata a tradurre dal greco al latino (credo che ciò non permetta di verificare la reale capacità di insegnamento di un docente, in quanto a scuola non si insegna a tradurre dal greco al latino!).
Innanzitutto, parallelamente all'assunzione attraverso concorso, ritengo opportuno che continui quella attraverso graduatorie permanenti, che vorremmo veramente fossero ad esaurimento attraverso il piano triennale varato dal Ministro Gelmini durante il Governo Berlusconi, che quest'anno porterà all'assunzione di 21.000 insegnanti da graduatorie ad esaurimento.
A preoccuparci è la reale possibilità che i giovani partecipino al concorso: al riguardo, avremmo desiderato qualche modifica rispetto alle scelte effettuate. Ricordo che le SSIS sono state chiuse nel


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2008, che chi si è laureato tra il 2008 e il 2012 non ha avuto la possibilità di abilitarsi e quindi non potrà partecipare a questo concorso, a cui probabilmente parteciperanno persone già inserite in questa famosa graduatoria ad esaurimento. Il concorso, quindi, potrà essere visto come un'opportunità in più rispetto a una graduatoria che scorre.
Ricordo sempre l'esistenza, secondo le leggi attuali, di un doppio canale, che ha regolato l'immissione in ruolo e credo debba essere oggetto di una seria riflessione dal punto di vista politico. Ritengo che il nuovo concorso segni una svolta, però non basta: dobbiamo cambiare un sistema di reclutamento, dobbiamo cambiare, come prevedeva già il Ministro Fioroni, il sistema dei concorsi, in quanto le graduatorie non devono essere più l'unica possibilità di entrare nella scuola.
Come lei evidenziava, devono essere banditi concorsi molto più frequenti e trasparenti. Approvo l'idea di un'immediata conoscenza del risultato della prova preselettiva e consiglierei di utilizzare codici a barre per tutte le prove, in modo tale da evitare qualsiasi possibilità di ricorso. Questo è un altro aspetto di grande importanza da valutare, perché nel nostro Paese il merito deve essere riconosciuto e chi ha merito deve avere la possibilità di dimostrarlo.
Credo infine che, poiché i docenti hanno acquisito conoscenze nel corso della formazione universitaria, nella scelta delle prove di concorso sia molto importante separare la fase di abilitazione dalla fase di reclutamento, che è stata la scelta del Ministro Gelmini attraverso il tirocinio formativo attivo, che ha fatto sì che accedessero all'insegnamento le persone che veramente sanno insegnare.
Considero molto importante, accanto alle conoscenze e alla capacità di relazionarsi all'interno della classe e di dar vita a un piano educativo, che i docenti conoscano i loro compiti, i loro diritti e i loro doveri, così come previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro, e anche la legislazione di base, cioè le norme che sono chiamati ad applicare.
Con riferimento, infine, all'inizio dell'anno scolastico ed al tema dell'edilizia scolastica, oggi con l'onorevole De Pasquale ho partecipato a un convegno: il Ministero è molto sensibile a questo tema, come lo è stato il precedente Governo, ma i fondi faticano ad arrivare alle scuole, perdendosi in qualche rivolo.
È quindi importante che i fondi per la messa in sicurezza degli edifici arrivino velocemente alle scuole, così come è successo per quelle terremotate.

MARIA COSCIA. Anch'io la ringrazio, Ministro, per aver accolto così celermente il nostro invito, ma vorrei chiederle di tornare a parlare della scuola, perché oggi abbiamo a disposizione un tempo molto limitato e dobbiamo focalizzarci sul tema del concorso. Tuttavia, come lei sa, si rilevano alcune criticità che riguardano l'anno scolastico in termini generali, ma anche in modo specifico in alcuni territori.
Le chiederei un'ulteriore audizione, anche in vista della discussione della legge di stabilità, per comprendere insieme come verificare il lavoro svolto fin qui e come introdurre, sulla base di una condivisione, importanti novità di recupero di alcune criticità, che ora non cito proprio.
Riguardo al tema di cui parliamo oggi, lei ha usato un'espressione che condivido, ossia che bisogna dare ai giovani segnali di fiducia, di cui vi è un immenso bisogno nel nostro Paese. Ritengo però, che dobbiamo dare non solo segnali, ma input di fiducia alla scuola.
Credo che lei sia consapevole - le sue parole lo dimostrano - del fatto che la scuola è molto provata dagli anni precedenti, è una scuola messa in grave difficoltà dai tagli effettuati dal precedente Governo che, pur mantenendo le professionalità dei docenti, la partecipazione dei ragazzi e delle famiglie, la volontà di continuare ad essere all'altezza del suo compito, i dati OCSE collocano come penultima in graduatoria per quanto riguarda gli investimenti.
Credo quindi, signor Ministro, che non solo lei ma tutto il Governo debba avere questa consapevolezza e se, come è giusto


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che sia, la mission fondamentale del Governo è quella di uscire da una crisi economica così pesante e drammatica, sappiamo che la leva fondamentale perché questo possa avvenire è riprendere a investire sull'istruzione e sulla formazione e per dare segnali bisogna invertire la tendenza.
In questi mesi abbiamo condiviso percorsi che volevano andare in questa direzione (penso al tema dell'organico funzionale o del Fondo unico), ma in tale contesto il concorso, anche per il modo con cui è stato presentato, invece di essere fattore di positività, sembra avviare un conflitto tra generazioni o tra chi aveva maturato un'esperienza nelle graduatorie ad esaurimento e chi è giovane e, come è giusto che sia, deve avere una prospettiva.
Abbiamo poi appreso - da lei e dalle notizie ricevute - che a questo concorso possono partecipare solo gli abilitati, grossomodo la stessa platea che compone le graduatorie ad esaurimento. Anche al riguardo diciamo le cose come stanno: in questo contesto, rispettando le professionalità e il lavoro svolto in questi anni da tali docenti, sui quali molte scuole si reggono, si sta introducendo una modalità di reclutamento volta a promuovere un sistema di valutazione anche di altri aspetti che non sono legati all'età.
Con riferimento, infatti, all'età, questi ragazzi hanno più o meno 35-38 anni e, quindi, vi è un problema: la contraddizione grave si apre anche perché, nonostante vi siano graduatorie con 150.000 persone, le università continueranno a sfornare laureati, che giustamente sperano di poter insegnare.
Questo tema va quindi collocato in un contesto in cui si diano segnali veri e forti di progettualità su un'idea di scuola, progettualità che affronta complessivamente il tema di sistema che riguarda la determinazione del fabbisogno.
Ministro, è importante capire quanti siano i posti (si è parlato di 11.000, e ovviamente me lo auguro) e in quanti anni; in secondo luogo, occorre comprendere se essi riguardino tutte le classi di concorso o solo quelle per cui si sono esauriti i concorsi e le graduatorie.
Mi riserverò di leggere il documento da lei depositato ed eventualmente farle pervenire alcune osservazioni scritte, ma sulle prove (non ho bisogno di dirlo a lei), viste le esperienze precedenti, raccomanderei di mettere in campo nuove credibilità da parte del Ministero, perché credo non si debba ripetere quanto accaduto precedentemente sul TFA e sul concorso per presidi.

PAOLA GOISIS. Ministro Profumo, vorrei avviare il mio intervento dicendo che non assistiamo solo a una guerra tra generazioni, ma si sta aprendo una guerra tra poveri.
Ci troviamo, infatti, di fronte a realtà per le quali purtroppo continueremo ad aumentare la platea di coloro che inevitabilmente rimarranno fuori dalla scuola. Mi riferisco, in particolare, agli insegnanti che, pur non essendo abilitati, hanno sostenuto con fiducia, con ottimismo e con sacrificio l'onere della scuola anche per 8-10 anni. Stando a quanto abbiamo sentito questa mattina, molte di queste persone rimarranno fuori perché non abilitate.
Vi erano diverse modalità attraverso le quali poter conseguire l'abilitazione, ma sappiamo che si sono determinate situazioni di estrema furbizia: purtroppo chi è furbo e astuto riesce a superare determinati ostacoli. Mi riferisco alle cosiddette «abilitazioni spagnole», di cui non so se lei sia a conoscenza. Siccome l'Europa riconosce le abitazioni conseguite all'estero, ho ricevuto numerose notizie via mail e ho direttamente ascoltato registrazioni di telefonate di persone che offrivano abilitazioni spagnole in cambio di 5.000 o 8.000 euro.
Per il conseguimento di queste abilitazioni non si seguivano corsi o seminari, ma era sufficiente preparare una tesina di 10-15 pagine. È chiaro che adesso questi potrebbero ostacolare coloro che invece ci sono attenuti alle regole, che non hanno utilizzato simili astuzie e quindi, oltre alla


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guerra tra generazioni, provocare una guerra tra poveri.
Vorrei sapere quindi se sia stato previsto un modo (sarà difficile, ma lei ne avrà l'abilità e le conoscenze) per vagliare il tipo di abilitazione conseguito, perché credo che un'abilitazione con le SSIS conseguita con tre anni di lavoro all'università sia ben diversa da un'abilitazione conseguita con una tesina di 15 pagine, magari facendo copia e incolla da Internet.
Si parla molto, giustamente, della scuola del merito, ma qui è chiaro che abbiamo solo la scuola di chi ha saputo arrangiarsi, e non sarebbe certo un grande insegnamento per le nuove generazioni. Naturalmente non sarà utilizzato lo stesso sistema, però, se è vero che queste abilitazioni possono essere conseguite, tale fenomeno potrà continuare.
Vi sono molti iscritti ad associazioni di insegnanti che hanno lavorato per 10-15 anni, addirittura anche dottorandi che adesso rimarranno esclusi. Mi auguro che in proposito ci sia, se non un ripensamento, almeno un aggiustamento in grado di evitare la guerra tra generazioni ma soprattutto tra poveri. Voglio spezzare una lancia per coloro che a 40-50 anni si troveranno senza lavoro.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Goisis, ma in riferimento al conseguimento di titoli abilitanti nei Paesi europei, soprattutto Spagna e Romania, che è tema noto, si tratta di un titolo abilitante che non può essere utilizzato, in quanto non sono previsti inserimenti in graduatoria con questo titolo.
Come lei sa, una proposta di legge al riguardo è stata cassata, quindi non si può entrare in graduatoria con questo titolo abilitante. Mi pare di capire che lei segnali al Ministero e al Ministro un'attenzione nella valutazione on line dei titoli dei candidati e del luogo in cui essi siano stati conseguiti.
I titoli di cui lei parla sono stati conseguiti in Italia attraverso istituti non italiani e nell'equiparazione dei titoli europei potrebbero essere assimilati ai nostri titoli abilitanti. Finora, però, in graduatoria non ci sono, quindi lei chiede che i titoli di coloro che li hanno conseguiti presso queste istituzioni non possano essere equiparati al titolo abilitante rilasciato dalle SISS.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Intervengo telegraficamente, perché non ci sono i tempi per approfondire questioni di straordinaria rilevanza. Sull'inizio dell'anno scolastico dico al Ministro Profumo, anche per la stima politica e personale che nutro nei suoi confronti, che il dato della comunicazione rispetto ad alcune innovazioni che si vogliono portare avanti deve tenere conto della dura realtà.
L'intento di aprire una comunicazione positiva, così come deve essere quella del governo, della scuola con l'idea dell'iPad o della tavoletta donata al docente, si scontra duramente con la situazione complessiva dell'edilizia scolastica soprattutto in alcune regioni. Non lo dico per fare facile demagogia, perché questa non è la sede, ma si tratta di una valutazione che in termini di comunicazione complessiva del messaggio che passa solleva molte ironie, perché quando si parla dei costi del concorso - problema che il collega Zazzera ha opportunamente sottolineato in questa sede - bisogna capire quali sono le priorità di spesa del Ministero rispetto all'emergenza della scuola.
Mi associo alla richiesta sui costi del concorso e devo dirvi apertamente che, nonostante io sia, per cultura politica e personale, sempre incline a dare grande apertura alle giovani generazioni e una spinta complessiva verso un'opportunità, considero opportuno interrogarsi sul tema della percorribilità del concorso alla luce dell'enorme platea di personale scolastico di fatto abilitato pur non avendo l'abilitazione che regge l'intero sistema scolastico italiano.
Ricordo che il sistema scolastico italiano si regge perché esistono 50-70.000 docenti non abilitati che svolgono regolarmente attività e che questi docenti (è una delle questioni che insieme abbiamo positivamente


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affrontato) si trovano paradossalmente a dover essere nuovamente giudicati.
Fermo restando che il principio costituzionale secondo cui si entra nella pubblica amministrazione attraverso concorso va preservato, non si capisce perché questi docenti debbano fare un TFA, visto che lo fanno da anni (alcuni da 10-20 anni e sono alle soglie della pensione). Sarebbe quindi opportuno dare loro (lei sa che tale questione è oggetto di una nostra richiesta forte) l'opportunità di affrontare il concorso ma con l'abilitazione che già hanno acquisito sul campo, reggendo la scuola pubblica italiana.
Concludo con una considerazione. Solitamente la mia antica anima di oppositore, di antagonista mi porta a diffidare di qualsiasi Governo, ma nei suoi confronti nutro stima rispetto a ciò che mette in campo. La prego soltanto di districarsi dall'apparato conservatore della sua struttura interna al Ministero, lo stesso apparato che ha determinato il blackout che in questi giorni viviamo, al di là dei ministri.
Giacché, oltre che un tecnico, lei è un uomo di grande cultura e profondo conoscitore dei meccanismi della formazione, credo che l'atto politico per eccellenza per lei sia quello di saper scegliere seguendo i dettami della propria coscienza e della constatazione dei fatti e non con i filtri introdotti dai suoi funzionari.

PRESIDENTE. Abbiamo concluso il giro di domande e le lascio la parola, Ministro, sottoponendole però due flash. Il primo è la disponibilità a un focus sul tema, sollevato dalla collega Centemero, dell'edilizia scolastica, che è stato oggetto di molte nostre iniziative. Ritengo che la burocrazia non sia un'invenzione, ma sia sostenuta da scelte ben precise e a mio avviso la scelta di centralizzare in capo al Ministero l'individuazione delle scuole non è stata una scelta vincente.
Vi è una legge che, se finanziata, come afferma il CIPE, può dare risultati molto più efficaci, perché le risorse sono rivolte ai soggetti titolari del potere di intervento sulle scuole, cioè agli enti territoriali. Credo che questo sia un argomento che ci deve interessare, quindi le chiedo una disponibilità per svolgere un focus ad hoc.
Per la sua professione e la sua storia lei è portato a ingegnerizzare i problemi, ma credo che la definizione degli organici, il fatto che l'anno scolastico debba iniziare con alunni e insegnanti in classe - il che, quest'anno come negli altri, non è avvenuto (quest'anno si è registrata un'ulteriore difficoltà di 24.000 cattedre non attribuite), anche a causa del fatto che sei passaggi farraginosi per la determinazione degli organici devono essere risolti. Siamo riusciti a svolgere in via informatica gli esami di Stato, e chissà che non si riesca, con tutto l'apparato che ha il Ministero, a dare un colpo anche in questo senso.
Do quindi la parola al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Rispondo innanzitutto alle ultime domande per poi passare alle altre.
Sono certamente disponibile allo svolgimento di un focus sull'edilizia scolastica. Abbiamo pubblicato i dati sull'anagrafe e stiamo adesso lavorando per valutare quali siano le risorse necessarie per le diverse tipologie di intervento, al fine di delineare una programmazione di interventi nel tempo sulla base delle priorità e delle risorse disponibili.
In secondo tema è quello relativo agli organici. Stiamo lavorando per utilizzare un sistema informativo che sia in grado di gestire in modo trasparente e uniforme su tutto il territorio nazionale questo articolato tema. Perché ciò possa avvenire è però necessario anticipare i tempi, e naturalmente occorre la condivisione da parte delle regioni.
Qualche giorno fa abbiamo partecipato alla conferenza Stato-regioni e abbiamo suggerito che la programmazione avvenga entro il 30 novembre, ma le regioni ci hanno comunicato che probabilmente ce la faranno entro dicembre. Stiamo lavorando per avere, da una parte, un sistema


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strutturato informativo che ci consenta di farlo e, dall'altra, i dati per effettuare questa operazione.
Questo è un altro degli elementi di tipo strutturale di cui il Paese ha bisogno e sul territorio si registrano buone esperienze in proposito. Come ho avuto modo di dire anche in altre occasioni, le esperienze ci sono ma sono rimaste piccole, mentre il mio obiettivo è quello di rendere tale operazione un'esperienza-Paese: possiamo parlarne anche nelle prossime occasioni, così come possiamo volentieri dedicare una seconda audizione al tema più generale della scuola. Alcuni obiettivi sono stati messi in atto e vi posso ragguagliare su quanto è già stato fatto.
In merito all'edilizia scolastica stiamo lavorando soprattutto sui dati ma, essendo un tema in cui si registra un elevato tasso di inerzia, occorre un programma che indichi i traguardi al Governo e consenta di formulare un progetto-Paese su questa operazione.
Vorrei essere molto sincero, onorevole Zazzera, in quanto credo che per l'insegnamento nella scuola vi siano tre momenti, che ad oggi debbono essere separati, anche se in seguito ciò potrebbe anche cambiare: la laurea, l'abilitazione e il concorso per entrare in ruolo. Io sono laureato in ingegneria, sono abilitato alla professione di ingegnere ma con la mia abilitazione non ho mai preteso di avere un posto nella scuola, quindi credo che occorra mantenere una sequenza nel tempo.
La regolarizzazione che vi sto proponendo dovrebbe consentire alle persone di laurearsi, di svolgere il percorso per l'abilitazione e, successivamente, di avere opportunità per il concorso per l'accesso in ruolo con una certa sequenza.
Circa la natura delle prove preselettive, credo che queste operazioni complesse debbano tener conto anche di una forma di gestibilità. La forma preselettiva serve ad avere un numero di partecipanti compatibile con una gestione dell'operazione complessiva, altrimenti, in presenza di una situazione complessa, non si possono compiere valutazioni di qualità oggettive e corrette in merito alla capacità delle persone.
In merito al costo del concorso, non so chi abbia effettuato questo tipo di valutazione, ma, se le persone fossero 130.000 e il concorso costasse 130 milioni di euro, occorrerebbero 1.000 euro a persona. Vorrei che tornassimo alla normalità: il costo del concorso sarà molto limitato (70-80.000 euro), perché sarà svolto tutto in forma dematerializzata e vorrei che buona parte delle risorse investite rimanesse nelle scuole. Comprendendo anche il costo delle Commissioni esaminatrici, potrebbe costare complessivamente circa 1 milione di euro.
Abbiamo cercato di raggruppare le classi di concorso in modo da ridurle, quindi il numero ragionevole è circa 1 milione. Sono i costi dei sistemi complessi, così come ci sono i costi della democrazia, che sono costi corretti, così accade quando si valuta un sistema: credo che tutti i sistemi democratici debbano avere costi di gestione complessiva, altrimenti non sono gestiti e i sistemi non gestiti non portano a risultati positivi.
Vorrei aggiungere che le SISS davano alle persone qualificatesi positivamente la possibilità di entrare nelle graduatorie, ma non di avere un posto. Dobbiamo quindi vedere quali sono le condizioni di partenza.
Onorevole Capitanio Santolini, il tema del momento in cui si potranno concludere le graduatorie è un tema articolato, sul quale stiamo lavorando. Vi sono moltissime variabili, anche perché nel tempo sono cambiate le regole esterne alla scuola, non ultima quelle relative alle pensioni, e le vicende sono determinate anche dagli stop and go relativi. Su questo stiamo lavorando, per avere una valutazione, anche a regole attuali, in merito ai tempi del pensionamento delle persone. La congiunzione dei due fattori è più complicata, quindi occorrono i due set delle persone in graduatoria e delle persone che andranno in pensione, elementi che sono


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estremamente connessi. Non vi so indicare il numero di anni, perché le variabili non sono definite.
In relazione al tema degli insegnanti già abilitati, il doppio canale ha un profondo rispetto per le persone già abilitate che sono in graduatoria, che possono rimanervi, attendendo il loro momento.
Credo - lo dico con grandissima serenità - che sia corretto offrire a una persona che si trova al centomillesimo posto e dovrebbe prevedere di rimanere in graduatoria 4, 6, 7 anni (dipende dalla graduatoria), l'opportunità di avere un secondo canale, che mi auguro sia gestito nel modo migliore possibile, l'opportunità di confrontarsi con altri e, se è più bravo, di accelerare il suo percorso. Le persone, quindi, rimarranno nella graduatoria, però hanno una seconda chance, se lo ritengono. Se non lo ritengono, rimangono solo in graduatoria.
Circa l'avvio dell'anno scolastico, vi sono classi scoperte, e di questo naturalmente mi dispiace molto. Ieri ho incontrato tutti i dirigenti regionali e con loro abbiamo condiviso un percorso, che spero si normalizzi nel tempo, anche attraverso lo sviluppo di una cultura diversa all'interno della scuola. Abbiamo ragionato in particolare sui nuovi dirigenti scolastici, che sono un elemento centrale, in quanto rappresentano il 12-13 per cento del totale, ragionando quindi sulla loro formazione, così come sulla formazione dei docenti.
Mi auguro che, attraverso questo processo complessivo, il sistema generale della scuola possa essere migliorato, anche attraverso quello a cui accennavo inizialmente rispetto alla gestione dell'avvio degli anni scolastici.
Onorevole Centemero, credo che dalle mie parole abbiate capito che con questa prima sessione di concorso ho l'obiettivo di avviare un processo che si stabilizzi, con riferimento sia ai processi sia ai tempi. Con questa prima sessione di concorso non penso di poter risolvere i problemi della scuola, che hanno una lunga storia precedente, ma credo che un segnale di normalizzazione sia necessario.
È chiaro che in questo primo concorso ci sarà una prevalenza di persone che sono già all'interno della scuola, ma nel frattempo abbiamo avviato anche il concorso per il TFA, quindi nella sessione dell'anno prossimo ci saranno anche le persone che si saranno abilitate con tale concorso.
La sequenza di cui parlavo (laurea, abilitazione e concorso) dovrebbe essere la normalità, poi nei due anni successivi dovremmo avere più persone abilitate e dovrebbero essersi svuotate le graduatorie. Il sistema, quindi, è complesso, ma bisogna incominciare a governarlo e a gestirlo.
Su fatto che non debbano più esservi graduatorie, sono d'accordo e vi ho detto che il numero di vincitori corrisponde al numero dei posti a concorso.
Abbiamo già parlato della separazione dell'abilitazione dal concorso. Il tema delle regole è importante e le persone devono conoscerlo.
Certamente condivido l'idea di dedicare una sessione ad hoc al tela dell'edilizia scolastica.
Onorevole Coscia, sono d'accordo a dedicare un nostro incontro sul tema dei fondamentali della scuola. Vorrei anche che programmassimo insieme, probabilmente all'inizio dell'anno prossimo, due o tre giorni per quelli che una volta si chiamavano Stati generali e che potremmo chiamare anche semplicemente «conferenza sulla scuola»: ne vorrei dedicare una alla scuola, una all'università e una alla ricerca, in modo da lasciare in eredità al Governo futuro quanto è stato fatto formalizzandolo.
Certamente avremmo potuto anche pensare di aprire il concorso ai non abilitati, ma secondo me avremmo creato una situazione non regolare. Credo che abbiate capito dalle mie parole che il mio primo obiettivo è quello di avviarci verso una strada di normalità, e ad oggi, se la normalità è il percorso laurea - abilitazione - concorso, credo che anche in questo caso dovrebbe avvenire così.
I posti del concorso sono 11.500: 7.000 con presa di servizio nell'anno 20013-2014 e 4.191 nel 2013-2014. Per le classi di


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concorso, ci sono 17 macro-raggruppamenti e le classi di concorso sono 25. L'obiettivo è quello di andare a lavorare prima dove non ci sono le persone.
In ordine alla credibilità, mi assumo sempre le mie responsabilità: fino adesso sui concorsi nella scuola ho gestito situazioni provenienti dal passato e quindi per la prima volta sono io a gestire un'operazione di questo genere. Mi assumo dunque tutte le responsabilità: da parte mia c'è una grandissima attenzione ai testi preselettivi, in merito al modo in cui vengono costruiti e progettati, in quanto ho una certa esperienza anche in merito. Sulla modalità di selezione dei docenti vi ho esposto le mie idee: credo sia un investimento importantissimo per il Paese, in merito al quale non dobbiamo sbagliare. Occorre quindi, stabilire modalità probabilmente diverse rispetto a quelle del passato.
Questo è il mio obiettivo e, naturalmente, se avete suggerimenti, li accetto molto volentieri. Il mio obiettivo, però, è quello di creare una scuola migliore per i nostri studenti. La centralità per me sono gli studenti, i servizi per lo studente, la qualità della formazione per gli studenti.
Riguardo alle abilitazioni non italiane, queste oggi non sono accettate perché le persone non sono in graduatoria, ma faremo grande attenzione per evitare che esse siano riconosciute ai fini dell'ammissione al concorso: di questo le posso dare assicurazione, onorevole Goisis.
L'onorevole Granata chiedeva chiarimenti in ordine alla valutazione dell'edilizia scolastica: vi confermo la prima azione che è stata compiuta con l'anagrafe, con la pubblicazione di tutti i dati e l'elaborazione degli stessi, al fine di individuare le risorse necessarie e svolgere un piano pluriennale che ci consenta di avviare un processo-Paese.
Tra l'altro, si tratta di elementi di grandissimo interesse anche per la crescita del Paese. In proposito, da parte mia ripongo una profonda attenzione prioritariamente su tema della sicurezza e, quindi, sugli interventi in tal senso e sulla nuova edilizia.
Voi sapete che in questa operazione abbiamo investito 120 milioni di euro per l'Emilia-Romagna (più 50 milioni stanziati dai sindaci, quindi in tutto 170 milioni di euro, una cifra importante); ho parlato a lungo con l'assessore Bianchi e con il presidente della regione, perché attraverso questa operazione dobbiamo avviare un processo di linee-guida, di programmazione e di determinazione delle nuove modalità di costruzione dei «gusci» delle scuole.
Tra l'altro, ieri ho firmato con i Ministri Passera e Grilli il decreto interministeriale sullo sblocco dei famosi 116 milioni di euro per l'edilizia scolastica, che dovrebbe aiutarci: vi sono, quindi, i 170 milioni di euro sulle tre regioni, ai quali si aggiungono i 116 milioni e ancora gli 80 milioni di euro. Ovviamente, se ne avessimo di più, ci farebbe molto piacere.
L'obiettivo è quello di non centralizzare, partendo direttamente dalla domanda dei territori, senza bloccarsi strada facendo: spero che l'operazione ci consenta di andare nella direzione giusta.
Non credo che la strada giusta sia affrontare il concorso con l'abilitazione sul campo.
Sul districarsi dall'apparato del Ministero, quest'ultimo, negli ultimi mesi, ha dato la massima disponibilità. Ho un modo di lavorare un po' diverso rispetto al passato, però mi sembra che ci sia una buona condivisione. Naturalmente, come in tutti i sistemi complessi alcune persone si adattano prima, altre dopo, ma occorre anche una forma di moral suasion, dedicando tempo a tale obiettivo: io mi auguro di poter ottenere il risultato che tutti ci aspettiamo.

PRESIDENTE. Svolgo solo una riflessione a proposito del tema affrontato dall'onorevole Capitanio Santolini in merito al momento in cui esauriremo le graduatorie: se mandassimo in pensione le persone che avevano raggiunto i requisiti in corso d'anno?

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Voi sapete come la penso, abbiamo svolto


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insieme quell'operazione, non l'abbiamo portata a casa, ma ci lavoriamo su. Io non ho cambiato idea. Signor presidente, chiedo infine che la presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna della nota da me consegnata.

PRESIDENTE. Ministro, la ringrazio per la disponibilità. Apprezzerà quanto siamo stati disciplinati, efficaci, europei: in Aula, peraltro, si fa così.
I nostri impegni restano: mi riferisco al focus sull'edilizia, ad un aggiornamento sulle politiche scolastiche su temi più generali. Concorderemo insieme nelle prossime settimane la data per un'audizione sull'avvio dell'anno accademico e sui temi correlati alla politica universitaria.
Autorizzo, infine, la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della nota consegnata dal Ministro (vedi allegato).
Nel ringraziare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,30.

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