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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione X
10.
Giovedì 24 febbraio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Froner Laura, Presidente ... 3

Audizione del Ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, in merito alle linee di azione del suo Dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Froner Laura, Presidente ... 3 10 16
Abrignani Ignazio (PdL) ... 10
Brambilla Michela Vittoria, Ministro per il turismo ... 3 16
Desiderati Marco (LNP) ... 15
Gava Fabio (PdL) ... 10
Marchioni Elisa (PD) ... 11
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD) ... 14
Torazzi Alberto (LNP) ... 13
Scanderebech Deodato (UdC) ... 15
Vico Ludovico (PD) ... 13
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE X
ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 24 febbraio 2011


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAURA FRONER

La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, in merito alle linee di azione del suo Dicastero.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, in merito alle linee di azione del suo Dicastero.
Ringraziamo il Ministro della sua presenza. Abbiamo chiesto ripetutamente di poterla audire, quindi siamo contenti che oggi sia potuta intervenire. Siccome abbiamo tempo fino alle 16, proporrei di dedicare circa mezz'ora alla relazione del Ministro sulle linee di azione del suo Dicastero e mezz'ora alle richieste di chiarimenti da parte dei commissari e alla replica da parte del Ministro.
Chiedo fin d'ora la sua disponibilità, Ministro, a proseguire in un'altra seduta l'audizione odierna qualora non riuscissimo a concludere oggi, come è probabile che sia, dal momento che le questioni sono molteplici e si sono accumulate nel tempo.
La ringrazio, anche a nome di tutti i commissari, e le do subito la parola.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Ministro per il turismo. Grazie, presidente e onorevoli colleghi. Accogliendo con piacere la richiesta di ripetere questo nostro incontro anche a brevissimo, formalizzo fin d'ora la mia completa disponibilità.
Con piacere riprendo la parola davanti a questa Commissione, che mi aveva ascoltato al principio del mio mandato quando ero sottosegretario. Nel frattempo sono stata nominata ministro, ma la mia esposizione di oggi si pone in perfetta continuità con quella di allora. Diciamo, semmai, che la nuova collocazione ha accresciuto, insieme ovviamente con la responsabilità, la possibilità di incidere concretamente sulle scelte politiche del Governo e, quindi, di esaltare il ruolo del turismo, al quale, come sapete, indotto compreso, è riferibile circa il 10 per cento del PIL italiano nella nostra economia.
Come avete richiesto, vi parlerò delle linee di azione del Ministero, ma lo farò in buona parte illustrandovi anche i contenuti del Codice del turismo, o propriamente Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo nonché attuazione della direttiva comunitaria 2008/122/CE relativa ai contratti di multiproprietà, ai contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine e ai contratti di rivendita e di scambio, che so essere ora sottoposta al vostro esame.
Per cominciare con un quadro generale, posso dirvi che, secondo i dati diffusi dall'Organizzazione mondiale del turismo, nel 2010 a livello globale il turismo ha registrato una forte ripresa, nel dettaglio un 6,7 per cento rispetto all'annus horribilis 2009. Gli arrivi internazionali tornano a salire, a puntare verso la quota simbolo del


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miliardo. Parliamo, infatti, di 935 milioni di arrivi contro i 913 del 2008, annata picco prima della crisi, come sapete.
La ripresa, però, ha ovviamente varie velocità nelle diverse aree del mondo ed è trainata essenzialmente dall'impetuosa crescita delle economie cosiddette emergenti. I tassi più elevati si registrano in Medioriente, in Asia, nel Pacifico, mentre la risalita in Europa è più lenta.
Anche nel nostro continente si registrano velocità diverse. Il Nord Europa, ad esempio, ha scontato in maniera particolare le conseguenze dell'eruzione vulcanica dell'Islanda e non ha ancora imboccato il cammino della ripresa, mentre nel Sud Europa l'inversione di tendenza è iniziata e la crescita prosegue, sia pure a ritmi che non possiamo dire ancora soddisfacenti.
Se consideriamo che nel non lontano 1995 gli arrivi internazionali erano 528 milioni, abbiamo un'idea dell'entità e del ritmo con cui si è affermata la globalizzazione del turismo, globalizzazione dell'outgoing con un contributo sempre maggiore delle economie più dinamiche dell'Asia e del Sud America, globalizzazione delle destinazioni con un numero sempre maggiore di Paesi che si propongono sul mercato turistico internazionale. Mentre la prima rappresenta certamente un'opportunità, la seconda costituisce, invece, una sfida per le potenze turistiche tradizionali, che hanno perduto negli ultimi anni rilevanti quote di mercato. Possiamo, infatti, parlare di nuove destinazioni facilmente raggiungibili anche con voli low cost, la cui valuta offre un tasso di cambio più conveniente dell'euro e in cui il costo dei servizi è più basso.
L'altro fattore strutturale di cui tener conto è lo stadio maturo in termini di marketing della nostra offerta turistica, che deve quindi essere in parte ripensata e adattata alle esigenze di un mercato in rapida e profonda evoluzione. Nonostante le condizioni economiche difficili a livello globale, l'Italia sta ancora registrando oltre 40 milioni di arrivi turistici internazionali ogni anno, collocandosi tra le destinazioni al vertice della graduatoria del turismo mondiale. La nostra posizione sarebbe ancora più elevata se considerassimo, come fanno altri Paesi e come da tempo ci suggerisce di fare anche l'OCSE, anche gli arrivi e le presenze nelle seconde case, l'ospitalità fuori dalle strutture ricettive tradizionali. Questo ci porterebbe a raddoppiare complessivamente, italiani più stranieri, il numero delle presenze turistiche sul territorio nazionale.
Dobbiamo questo dato certamente ai nostri incomparabili asset di partenza, ma anche alla capacità di reazione e di innovazione che distinguono l'industria turistica italiana rispetto ad altri settori produttivi e all'impegno che ci ha portato a sviluppare negli anni i presupposti per un'azione integrata a favore di un turismo competitivo, sostenibile, socialmente responsabile a tutti i livelli istituzionali, funzionale e operativo. Basti pensare alla reintroduzione del Ministero del turismo, al rafforzamento della struttura amministrativa, alle istituzioni di tavoli permanenti con le regioni e con le associazioni di categoria.
Per completare il quadro di riferimento relativo al 2010, possiamo evidenziare inoltre che, mentre il sistema Italia ha dimostrato di essere particolarmente competitivo e attrattivo nei confronti della domanda internazionale, in particolare sul circuito delle città d'arte, che hanno confermato andamenti molto positivi in termini di flussi turistici e occupazione delle camere - nel dettaglio, 5 per cento rispetto al 2009 secondo l'Osservatorio nazionale del turismo (ONT) - nello stesso tempo la domanda domestica, influenzata, come è ovvio, dai fattori generali ben noti a tutti, ha reso ancora più evidenti le criticità di alcuni prodotti tradizionali, come quello che per l'Italia è ancora il prodotto principale, ovvero il turismo balneare, che ormai pone problemi di competitività e di concorrenza che non sono certo di poco conto.
Inoltre, contrariamente a quanto succedeva in passato, sono le vacanze invernali e primaverili a segnare aumenti a giugno come a novembre e a ottobre verso destinazioni italiane. In particolare, possiamo dire che abbiamo avuto un 4,1 per cento di


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partenze. Si riducono, invece, i viaggi per l'estero in questo periodo, che hanno dato una performance del - 7,1 per cento.
A tutto ciò va aggiunto che l'Italia ha certamente un problema di governance del turismo. Credo, in realtà, che sia ormai venuto il tempo di dire con franchezza che la scelta operata nel 2001 dal Governo di centrosinistra con la riforma del Titolo V della Costituzione, ovvero l'idea di lasciare il turismo tra le materie residuali di competenza regionale, è stata un errore. Lo è stata non solo sul piano istituzionale, ma perché ha avuto e continua ad avere pesanti riflessi negativi per le nostre imprese, per tutto il sistema Italia nella competizione globale. Ha, infatti, largamente contribuito a determinare la frammentazione dell'offerta turistica e, conseguentemente, una ovvia perdita di incisività.
Faticosamente è stato possibile ricostruire un quadro unitario, che restituisca allo Stato un ruolo suggerito innanzitutto dal buonsenso ed è stato possibile farlo grazie a numerose pronunce della Corte costituzionale, la quale ha chiarito, ad esempio, come l'impresa di qualsiasi settore produttivo debba essere disciplinata dalla legislazione statale per tutti gli aspetti civilistici e fiscali, o semplicemente in virtù del principio di sussidiarietà, che impone allo Stato di emanare una disciplina unitaria nella materia turistica ogni qual volta si manifestino esigenze socio-produttive di portata sovraregionale.
Detto questo, colleghi, è evidente che in assoluto ossequio all'ordinamento vigente, tanto il Codice del turismo, che vi presenterò dettagliatamente in seguito, quanto l'indirizzo complessivo che ho inteso esprimere con le mie iniziative, prevede il pieno coinvolgimento delle regioni per realizzare, attraverso un confronto dialettico, la necessaria sintesi. Il raggiungimento di questo obiettivo è facilitato dall'istituzione del Comitato Stato-regioni, che abbiamo reso operativo di comune accordo l'anno scorso. Sarà questa d'ora in poi la sede nella quale lavorare a una visione unitaria dei complessi problemi che si presentano al settore, complessi in sé, ma anche perché le stesse esigenze delle regioni in materia turistica appaiono profondamente differenziate tra loro, non omogenee tanto nei contenuti quanto nella motivazione.
Veniamo alle politiche. È evidente che solo se tutti insieme interagiremo positivamente, Ministero del turismo, governi regionali e degli enti locali, mondo imprenditoriale, associazioni di categoria, tutti gli attori coinvolti, sarà possibile governare efficacemente un sistema così complesso. Questo impegno collettivo sta per concretizzarsi nella redazione del Piano strategico per il turismo, che è il primo elaborato del genere predisposto nel nostro Paese.
Dopo la Conferenza nazionale di Cernobbio, attuando gli impegni presi, abbiamo convocato riunioni tecniche con i rappresentanti delle regioni, dell'ANCI, dell'UPI e delle associazioni di categoria e abbiamo convenuto di presentare una proposta di Piano entro la fine di maggio. Procediamo con cinque gruppi di lavoro coordinati dai miei uffici su questi temi: sistema turismo e governance, politiche di sviluppo e aumento della competitività, comunicazione politica e internazionalizzazione, innovazione e turismo, ricognizione delle risorse finanziarie esistenti e utilizzabili per il rilancio del turismo in Italia. Soggetto che cito per ultimo, ma che rappresenta, in effetti, uno dei problemi principali, è soprattutto il mancato coordinamento nella spesa, che danneggia il nostro sistema turistico. Nessun coordinamento efficace sarà mai possibile se non sapremo chi spende, quanto spende e per cosa spende.
Il tema delle risorse mi induce, inoltre, ad aprire la parentesi sulla tassa di soggiorno, argomento del quale, ovviamente, tutti ci stiamo occupando. Io voglio essere molto chiara. L'introduzione di questo tributo è una delle condizioni irrinunciabili posta dall'Associazione nazionale comuni italiani per dare il suo assenso allo schema di decreto legislativo sul federalismo municipale, che è uno dei pilastri della grande riforma del federalismo fiscale. Partendo da questo dato politico, mi sono impegnata per far sì che la tassa fosse non solo facoltativa e flessibile, ma


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anche effettivamente una tassa di scopo, quindi i comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni o i comuni a vocazione turistica potranno decidere se applicarla o meno. Alcuni sindaci, ad esempio quello di Milano, hanno già annunciato che non intendono applicarla. L'importo della tassa varierà secondo il prezzo fino a un massimo di cinque euro e con proprio regolamento. I comuni potranno prevedere esenzioni o riduzioni per particolari categorie o determinati periodi di tempo, ma l'aspetto più importante, come dicevo, è la destinazione del gettito.
Sono riuscita ad ottenere, d'accordo con il Ministro Calderoli, che questo vada - è scritto nel testo - a finanziare interventi in materia di turismo, con particolare riferimento a interventi di sostegno alle strutture ricettive. In questo modo, quindi, parte delle risorse generate cadrà direttamente sulle imprese e, in ogni caso, sugli interventi volti a valorizzare le città sotto un profilo turistico, quindi beni culturali, ambientali e via dicendo. Saranno finanziabili, infatti, con la tassa anche iniziative di fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali che in genere sono meta dei turisti e i relativi servizi pubblici.
Sono convinta che intorno alla tassa di soggiorno si aprirà un forte dibattito nelle singole realtà locali sulla vocazione del territorio e sulla possibilità di fare veramente del turismo il volano dell'economia. Come forma di ulteriore garanzia per le imprese ho ottenuto che nella fase della redazione dei regolamenti applicativi nazionali e comunali sia previsto il coinvolgimento delle associazioni di categoria. A queste condizioni, ciò che a prima vista appare un sacrificio potrà, credo, rivelarsi un'opportunità. Aggiungo che la tassa di soggiorno, già in vigore nella capitale da più di un mese, non sembra aver intaccato i flussi turistici, almeno secondo le dichiarazioni del comune di Roma e dell'Associazione Federalberghi di Roma. Sarà comunque nostro impegno e cura monitorare con la massima attenzione gli effetti dell'eventuale applicazione del tributo per intervenire tempestivamente, in accordo con i comuni e con gli operatori, laddove si manifestino conseguenze negative.
La nostra offerta turistica è, dunque, in uno stadio ormai maturo e per mantenere e, per mantenere e accrescere le nostre quote di mercato, va ripensata. Come, lo dirà compiutamente il piano a cui stiamo lavorando, ma è chiaro che dobbiamo partire da un modo moderno di concepire il turismo, guardare alla motivazione del turista, ragionare in termini di prodotti e di relativi circuiti di eccellenza, favorire l'innovazione e l'integrazione delle proposte tradizionali per contrastare la stagionalità, innalzare, anche attraverso la formazione, la qualità dei servizi, valorizzare l'enorme potenzialità del Sud, promuovere un turismo sociale sostenibile, concentrare le risorse per la promozione all'estero, sui tre o quattro mercati emergenti che detteranno legge negli anni a venire, parlo di Cina, Brasile, India e Russia.
Mi pare inevitabile pensare, innanzitutto, a una strategia di rilancio del turismo costiero. Dobbiamo puntare su un turismo tutto l'anno, in grado di attrarre diversi segmenti di domanda, italiani e stranieri, giovani e anziani, famiglie, un turismo flessibile nella proposta e ben coordinato con il territorio. Su queste linee di intervento abbiamo già cominciato a operare e troverete precisi riferimenti agli obiettivi che ho enunciato nelle iniziative che abbiamo già preso. Rientra in una politica di prodotto, ad esempio, la presentazione del disegno di legge per la promozione del turismo sportivo attraverso il gioco del golf, attualmente all'esame della omologa Commissione del Senato, o gli accordi internazionali volti a consolidare l'interscambio di flussi turistici o percorsi, ad esempio, di turismo religioso, o ancora la decisione di dotare finalmente il nostro Paese di uno strumento indispensabile per il turismo congressuale: il Convention bureau nazionale, destinato a soddisfare un'esigenza fortemente avvertita dalle imprese del settore, ossia essere assistiti da una struttura unitaria di supporto in grado di confrontarsi con quelle analoghe da tempo presenti


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sulla scena internazionale e che fanno capo ai singoli Stati affinché l'Italia possa essere scelta come sede del maggior numero possibile di eventi del settore e grande volano per il cosiddetto turismo business. Anche in questo caso non parliamo di un organismo chiuso in se stesso: il Convention bureau è aperto alla partecipazione delle regioni e degli enti locali sia sotto il profilo societario sia per l'organizzazione e la prestazione dei servizi.
Devo dirvi, colleghi, che con lo stesso spirito lavora e lavorerà anche l'ENIT, di cui, come sapete, stiamo ricostituendo gli organi ordinari, favorendo e incentivando sulla scena internazionale l'offerta delle regioni.
Sono perfettamente coerenti con gli indirizzi sopra delineati l'impulso dato al turismo sociale e alla destagionalizzazione attraverso i buoni vacanza che, come vedremo, diventano un istituto stabile del nostro sistema, il potenziamento dei servizi di assistenza turista con la creazione del servizio telefonico call center multilingue Easy Italia, l'intensa attività internazionale che, tra l'altro, ha condotto l'Italia per la prima volta alla Presidenza del Consiglio esecutivo dell'Agenzia dell'ONU, l'Organizzazione mondiale del turismo, e soprattutto l'importante iniziativa di semplificazione e coordinamento che portiamo avanti con il Codice del turismo. Si tratta di un provvedimento che considero qualificante per l'azione del mio Ministero e che l'intero comparto turistico italiano, quindi tanti soggetti pubblici quanto operatori privati, attendeva da tempo.
Voglio qui ringraziare anche il Ministro Calderoli, che è co-proponente, per avere messo a nostra disposizione l'esperienza accumulata con i provvedimenti cosiddetti «taglia-leggi». L'aiuto suo e dei suoi uffici è stato prezioso. Ringrazio fin d'ora anche tutti i colleghi parlamentari per le osservazioni e i suggerimenti che vorranno formulare in questa sede o farmi pervenire per altre vie. Da parte mia vorrei soffermarmi, innanzitutto, sulle ragioni che hanno indotto il Governo ad adottare questo schema di decreto legislativo, per approfondire in seguito, seppur brevemente, nel merito i contenuti principali.
Il testo è stato predisposto in attuazione dei princìpi di delega previsti dall'articolo 14, commi 14, 15 e 18 della legge 28 novembre 2005, n. 246, e in applicazione dei criteri di codificazione di cui all'articolo 20, commi 3 e 4 della legge 15 marzo 1997, n. 59. Con questo strumento ci proponiamo di ricondurre a sistema una situazione normativa complessa e frammentata dovuta alla difficile coesistenza tra una legislazione di riferimento, la legge n. 135 del 2001, che è fondata sul principio di leale collaborazione tra Stato e regioni, e la successiva riforma del Titolo V della Costituzione, che ha collocato il turismo, come abbiamo detto, tra le competenze residuali delle regioni, mentre sono rimaste in capo allo Stato le competenze attinenti alla disciplina delle imprese turistiche in quanto rientrano nell'ampia nozione di ordinamento civile, di cui all'articolo 117 della Costituzione, oltre che l'esercizio dell'attività legislativa secondo il principio di sussidiarietà valido anche per il settore turistico.
La difficile lettura di tale complessa normativa di rango costituzionale è stata in parecchie occasioni affermata dalla Consulta. In perfetta sintonia con gli insegnamenti desumibili dalle numerose sentenze del giudice delle leggi abbiamo, quindi, proceduto con il presente Codice ad una rivisitazione della precedente normativa per realizzare le molteplici finalità di cui vorrei darvi conto. Non si tratta, quindi, di un semplice riordino. In forza della delega, proponiamo una vera e propria riforma del settore con l'obiettivo di tutelare il turista, aiutare le imprese, stimolare la riqualificazione dell'offerta turistica nell'ottica di una maggiore competitività del sistema Italia nel suo complesso. In particolare, il nuovo testo consentirà di assicurare la ripartizione degli interventi pubblici per settori omogenei e il coordinamento delle disposizioni vigenti in tema di turismo, di adeguarli agli obblighi derivanti dal diritto internazionale e da quello dell'Unione europea, di riordinare l'attuale assetto pubblico dell'organizzazione turistica rafforzando i


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profili di tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori e utenti dei servizi turistici e degli operatori del settore, di modernizzare l'erogazione dell'offerta turistica attraverso l'adeguamento alle migliori tecnologie informatiche, di sicurezza, di tutela ambientale, di garantire un'azione di revisione normativa ispirata al canone della semplificazione amministrativa per quanto riguarda il rilascio dei provvedimenti concessori ed autorizzatori, di identificare la tipologia dei prodotti turistici e i relativi circuiti di eccellenza, di coordinare, infine, tutti gli strumenti di tutela già esistenti ma disseminati in svariati testi normativi.
Nelle scorse settimane, il Ministero ha interpellato con audizioni formali i rappresentanti di tutte le categorie interessate e ha acquisito i pareri prescritti: quello della Conferenza unificata (favorevoli i comuni, favorevoli le province, favorevoli, per la parte relativa alle semplificazioni le regioni), e quello del Consiglio di Stato, favorevole con condizioni e osservazioni di carattere tecnico che il Governo in massima parte ha accolto. Voglio subito precisare che alle associazioni di categoria, da ultimo, in un incontro che si è svolto al Ministero lo scorso lunedì 14 febbraio, è stata rappresentata la mia piena disponibilità ad accogliere i suggerimenti degli operatori, salvo quelli che trovano formale ostacolo, ovviamente, nella normativa comunitaria, e ce ne erano. Di questa posizione del Governo auspico che la Commissione tenga conto se deciderà di audire, e noi ne saremo ben lieti, i rappresentanti delle associazioni di categoria.
Lo schema di decreto legislativo è composto da quattro articoli e da due allegati: l'articolo 1 approva l'allegato 1 con il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo; l'articolo 2 approva l'allegato 2 recante l'attuazione della direttiva 2008/122/CE relativa ai contratti di multiproprietà, ai contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, ai contratti di vendita e di scambio; l'articolo 3 elenca le norme abrogate; l'articolo 4 stabilisce che le disposizioni del decreto sono attuate nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziare disponibili e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Nel Titolo I, «Disposizioni generali per dare certezza agli operatori di tutti i livelli», il testo individua innanzitutto le competenze statali in materia di turismo, recependo la giurisprudenza della Corte costituzionale e accogliendo le osservazioni del Consiglio di Stato. Si sancisce, dunque, nel Titolo I, che l'intervento legislativo dello Stato in materia di turismo è consentito quando il suo oggetto principale costituisce esercizio di un'autonoma competenza legislativa statale esclusiva o concorrente, oppure quando sussistono esigenze di carattere unitario per la valorizzazione, lo sviluppo e la competitività a livello interno e internazionale del settore turistico quale fondamentale risorsa del Paese, o per il riordino dell'offerta turistica italiana.
Ancora nel Titolo I, in attuazione dell'articolo 30 della Convenzione dell'ONU del 2006, affermiamo un principio fondamentale teso a garantire alle persone diversamente abili il diritto di fruire dell'offerta turistica in modo completo e in autonomia. I servizi turistici devono, dunque, essere accessibili a tutti e a tutti deve essere data la possibilità di migliorare la qualità della propria vita. All'articolo 4, infine, riprendiamo e rielaboriamo il concetto di impresa turistica per includervi, oltre alle agenzie di viaggio e ai tour operator, il settore extraricettivo.
Il Titolo II prevede una disciplina delle professioni turistiche volta a coniugare i princìpi di liberalizzazione e di apertura di mercato con l'esigenza di salvaguardare e valorizzare le specifiche professionalità. In particolare, alle guide turistiche è applicato un principio di ampia liberalizzazione atto a eliminare una palese discriminazione che penalizza le guide nazionali rispetto a quelle appartenenti ai Paesi membri dell'Unione europea che vengano nel nostro Paese per svolgere la loro attività in modo occasionale o temporaneo. La misura di semplificazione elimina il momento autorizzatorio attualmente necessario per l'esercizio dell'attività e demandato


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alle regioni, ai sensi dell'articolo 7, comma 6, della legge n. 135 del 2001. In questo modo, viene anche meno qualsiasi limitazione territoriale, e quindi regionale o infraregionale, prevista per lo svolgimento dell'attività. Tale limitazione, infatti, costituisce una palese lesione del principio della libera prestazione dei servizi ai sensi dell'articolo 56 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e dunque una violazione del rispetto del vincolo esterno di cui all'articolo 117 della Costituzione oltre che della libera concorrenza, la cui tutela rientra nell'esclusiva competenza statale.
Con il Titolo III, «Mercato del lavoro», provvediamo a riordinare e adeguare la disciplina in tema di strutture ricettive attraverso le definizioni generali delle stesse in un'ottica di necessaria modernizzazione, di trasparenza e garanzia - questo è molto importante - per il turista degli standard qualitativi e delle condizioni praticate. Si prevedono, tra l'altro, misure di semplificazione e di accelerazione delle procedure di apertura e operatività di tutte le strutture ricettive mediante l'eliminazione di inutili appesantimenti di natura burocratica. In particolare, vengono messe a disposizione degli operatori turistici e adeguate alle loro esigenze alcune rilevanti misure di semplificazione che consentono l'apertura o la modifica delle attività mediante una semplice comunicazione ad un unico interlocutore. Si affida, inoltre, al Presidente del Consiglio o al Ministro delegato, d'intesa con le regioni, il compito - anche questo è un tema importante - di fissare gli standard minimi nazionali dei servizi e delle dotazioni di tutte le strutture ricettive anche allo scopo di realizzare una uniforme classificazione richiesta da tempo sia dalle categorie interessate sia da tutti gli operatori e arricchita, quindi, nel nostro codice con un moderno sistema di rating.
Il Titolo IV è dedicato alle agenzie di viaggio con una precisa definizione, la conseguente valorizzazione dell'agente di viaggio e l'adeguamento alle nuove tecnologie. Al tempo stesso, il testo garantisce sia gli operatori sia i consumatori nei confronti di possibili truffe, come quelle verificatesi di recente e messe in atto da imprese non legittimante allo svolgimento delle attività.
In particolare, le nuove norme sottopongono le agenzie operanti on-line alle medesime regole e controlli cui sono soggette le imprese di tipo tradizionale. Si individuano nuove forme di garanzia che, anche attraverso la stipula di congrue polizze assicurative, tutelino il turista da qualsiasi rischio connesso al viaggio e sollevino gli operatori dalle possibili ricadute economiche.
Infine, il Titolo V, in perfetta armonia con la politica di prodotto di cui ho parlato in precedenza, definisce le tipologie di prodotti turistici individuando i relativi circuiti di eccellenza nell'ottica di incentivare la promozione di settori specifici, il turismo della natura, con una valorizzazione del nostro patrimonio faunistico come attrazione turistica, il turismo della montagna, il turismo del mare, il turismo dei laghi e dei fiumi, il turismo religioso, volto a riaffermare e a diffondere anche la conoscenza delle nostre radici cristiane, il turismo enogastronomico, per valorizzare ai fini turistici una delle tipiche eccellenze del made in Italy, il turismo termale, inteso nella sua più ampia accezione di turismo del benessere, il turismo del golf e dello sport, quello congressuale, quello giovanile, quello del made in Italy, delle arti e dello spettacolo, quello culturale, che individua, quindi, appositi strumenti di valorizzazione in chiave turistica del patrimonio artistico e culturale, ovviamente da attuare in sinergia con il Ministero dei beni culturali e ambientali e con gli enti territoriali, tra i quali la predisposizione - questo era un altro tema di cui si era molto parlato - di materiale informativo redatto obbligatoriamente nelle lingue francese, inglese, tedesco e, preferibilmente, anche cinese. Inoltre, il testo riordina le norme sul turismo sociale, individua nei buoni vacanza il fondamentale strumento per interventi di solidarietà in favore delle fasce sociali più deboli e per soddisfare, allo stesso tempo, le esigenze di destagionalizzazione dei flussi turistici. In tale ottica, si


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specificano e consolidano gli strumenti di finanziamento prevedendo anche il ricorso a una parte delle risorse dell'8 per mille destinate allo Stato. Infine, è agevolato e incentivato anche l'accesso ai servizi pubblici nei luoghi aperti al pubblico di turisti con animali al seguito, nel segno di una nuova cultura animal friendly.
Presidente, potrei lasciare il resto della mia relazione ai colleghi in modo che possiate prenderne visione con comodo o, se preferisce, terminare.

PRESIDENTE. Interpretando anche il pensiero dei colleghi, penso sia preferibile acquisire la relazione agli atti della Commissione e dare la parola ai colleghi che hanno già chiesto di intervenire.
Vi chiedo, proprio per economizzare i tempi, di fare richieste puntuali, per quanto possibile, in modo da lasciare spazio a una eventuale replica del Ministro. La pregheremmo, Ministro, di replicare in forma scritta, qualora non ci fosse il tempo sufficiente per una replica orale.

IGNAZIO ABRIGNANI. Ringrazio anch'io il Ministro per la sua presenza. Vorrei toccare un argomento di cui lei ha già parlato, ossia la promozione del nostro Paese. Giustamente, la regionalizzazione del settore avvenuta con la modifica del Titolo V costituisce addirittura un problema per la promozione del nostro Paese, perché costringe regioni come la Basilicata o l'Abruzzo, per non parlare, per carità, anche della Lombardia o del Veneto, a scontrarsi a livello promozionale con campagne nazionali fatte da francesi, tedeschi o spagnoli. In questo modo, la piccola regione si confronta con una campagna nazionale. Bene è intervenuto questo codice a dare un senso nazionale, così come, a mio parere almeno, deve essere il turismo. È giusto che la Corte costituzionale intervenga sulla parcellizzazione - se un albergo a quattro stelle in Veneto ha determinate caratteristiche, le stesse caratteristiche devono essere anche in Sicilia - ma io vado oltre e dico che dovremmo cercare di nazionalizzare anche la promozione perché solo così il nostro Paese può recuperare attrattiva e competitività.
Considerando soprattutto l'incremento che sul web ha l'offerta turistica, la mia domanda è proprio questa: cos'altro di forte e dirompente il Governo può fare per costringere i nostri assessori regionali a incontrarsi e avviare campagne nazionali? Noi non possiamo, parlo per esperienza diretta, andare a Dubai e trovare lo stand della Basilicata che compete con quello della Spagna!
La seconda questione è molto precisa e attuale. Nella crisi dei Paesi del Nord Africa non colpisce soltanto il problema del petrolio o del gas, ma in Egitto, in Tunisia, in Marocco, le nostre imprese sono andate come player turistici, con villaggi, con resort, è coinvolto un loro fatturato come indicavamo, già in crisi. Vorrei sentire da lei che tipo di segnale possiamo dare oggi a queste nostre imprese che sicuramente hanno un ulteriore problema, oltre a tutti quelli che hanno già avuto.

FABIO GAVA. Ringrazio anch'io il Ministro per la sua presenza. Penso, peraltro, che avremo anche occasione in un prossimo futuro, visto l'esame del Codice del turismo, di approfondire alcune questioni.
Parto dalla penultima considerazione ricordata dal collega Abrignani. Io credo che la questione del rapporto con le regioni, stante l'attuale legislazione, vada approfondita correttamente. Noi viviamo, fortunatamente, in un Paese che ha una forte potenzialità di attrazione turistica dal punto di vista sia dei beni culturali sia di aree geografiche di pregio molto differenti l'una dall'altra. Il nostro non è, infatti, un Paese di omogeneità strutturale, come possono essere la Francia o la Germania, tanto per fare due esempi europei. A me pare, quindi, che il punto potrebbe essere quello di collegare una sicuramente necessaria promozione nazionale con una integrativa, ma efficace, promozione regionale o locale. Molto spesso questi aspetti sono diventati negativi perché la promozione locale è degenerata e si è posta quasi al livello di una produzione nazionale. Occorrerebbe, a mio avviso, sviluppare sotto questo profilo un'integrazione.


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A questo riguardo, in passato si parlava, almeno io ricordo si parlasse, dell'ipotesi di un portale del turismo che potesse consentire, soprattutto per l'offerta verso l'estero, la possibilità di avere le indicazioni precise dal punto di vista sia geografico sia dell'offerta alberghiera, da realizzare in maniera integrata con le regioni. Vorrei capire se questo è un progetto troppo complesso, e quindi messo da parte, o se ha ancora una sua attualità visto che oggi certamente Internet e il web rappresentano uno dei vincoli fondamentali per la promozione e anche per l'utilizzo del turismo. A questo riguardo, so che nell'autunno scorso sono stati tenuti a Cernobbio gli Stati generali del turismo, che hanno rappresentato proprio un confronto specifico con le regioni. Mi piacerebbe capire a che punto e come sono i rapporti con le regioni.
Nella sua esposizione lei ha fatto riferimento all'esistenza di nuovi strumenti di tutela della clientela. Mi pare che ci siano strumenti risarcitori molto interessanti e innovativi: vorrei che ci fornisse alcune precisazioni in merito.
L'ultima più che una domanda è una considerazione o un suggerimento, se consente. Credo che per la destagionalizzazione siano molto importanti, tra i tanti altri aspetti, il turismo culturale, quello congressuale, quello religioso, il turismo sportivo, per il quale si è fatto un po' più che in passato, come, ad esempio, nel settore del golf, che mio avviso soprattutto nel Centro Sud, ma non solo, offrirebbe molte opportunità per il nostro Paese visto quello che è stato fatto da altri, come la Spagna. Mi sembra che la federazione stia facendo la sua parte e sicuramente l'offerta è notevolmente aumentata e migliorata nell'ultimo periodo. Credo, però, che anche qui occorrerebbe valutare la possibilità di qualche intervento di semplificazione perché, ad esempio, in molte realtà gli interventi delle sovrintendenze determinano ostacoli burocratici che non consentono la realizzazione di progetti di questo tipo. Oggi potremmo anche sfruttare la notorietà di alcuni campioni italiani, anche recentemente saliti alla ribalta internazionale, e che rappresentano un naturale veicolo di promozione per i nostri campi da golf. Credo che sulla questione si dovrebbe magari concentrare un'attenzione maggiore in questa fase particolare.

ELISA MARCHIONI. Io ringrazio il Ministro per essere venuto in audizione. In effetti, era un anno e mezzo che attendevamo questo momento, quindi la sua presenza qui oggi è molto importante. Credo che a tutti in questa Commissione stia a cuore il turismo, i suoi operatori, la promozione di questo Paese straordinario. La premessa è che la nostra posizione nei confronti delle iniziative che ci sono state illustrate e che dobbiamo valutare è assolutamente propositiva e di attenzione vera a questo segmento produttivo. Proprio per questo atteggiamento è ancora più grande lo stupore per il fatto che, dopo un anno e mezzo in cui non abbiamo avuto occasione di interloquire con il Ministro, ci troviamo di fronte a un insieme di auspici, ma alla mancanza totale di una strategia vera di incentivi e di risposta a questo settore. In due anni e mezzo abbondanti, da che questo Governo è insediato, non c'è stata alcuna incentivazione, alcun rilancio, alcuna forma di sostegno e di appoggio anche economico, anche incentivante, per tutti gli operatori del settore, come se il turismo fosse in qualche modo un settore destinato a cavarsela da solo.
La prima domanda che le pongo è, dunque, se non sia opportuno, oltre al dire che è utile destagionalizzare, far crescere e incentivare il turismo, anche individuare le risorse e le opportunità per tutti coloro che effettivamente lavorano in questo ambito con impegno, ma sostanzialmente, sempre da soli. Lo dico proprio perché anche nel Codice del turismo non c'è alcuna risorsa e non c'è nessun appoggio neanche alle forme più innovative né alle ristrutturazioni né ai passaggi di proprietà né a tutte queste forme incentivanti che erano assolutamente attese.
Nella sua relazione lei ha affermato che nello scenario internazionale il turismo cresce del 6 per cento. Noi siamo molto contenti che alcune zone del globo stiano


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crescendo da questo punto di vista, però i dati ISTAT ufficiali dicono che l'anno scorso i viaggi sono calati del 12 per cento in Italia, i pernottamenti dell'8 per cento, per cui abbiamo dati in calo che indicano che il nostro turismo, pur senza farne drammi, sta in ogni caso calando, quindi necessita di azioni di sostegno e azioni di rilancio perché è evidente che il turismo non ce la fa da solo.
Potrei citare tanti esempi, mi viene in mente che alla BIT non hanno partecipato alcune regioni per mancanza di risorse. Se accadrà, allora, che investire nel turismo sarà una forma di lusso, qualcosa di cui si può fare a meno, rischiamo davvero che questo settore, che rappresenta il 10 per cento del PIL, ma anche ha ampi margini di crescita, diventi davvero marginale.
La seconda domanda che le pongo - dopo questa sulle risorse e gli incentivi - riguarda la strategia complessiva di rilancio del Paese. Siamo contenti che sia finito il periodo di commissariamento sull'ENIT, però abbiamo di fronte un'ENIT che dichiara di lavorare bene, ma sta chiudendo tutte le sedi nel mondo, che ha risorse per finanziare una adeguata promozione dell'immagine dell'Italia nel mondo limitatissime, e quindi meno efficaci.
Non c'è nessun cenno in tutto ciò che lei ha esposto di una strategia di impegno, per esempio, per razionalizzare gli arrivi in Italia. Alitalia non ha voli che portino in Cina, non ha convenzioni con low cost che ci consentano di fare dell'Italia una destinazione privilegiata, come può esserlo Francoforte per i cinesi che hanno un collegamento aereo diretto con quella città. Questo ci esclude da una serie di destinazioni turistiche. Il tema delle infrastrutture e del coordinamento di queste strategie per fare dell'Italia il centro dell'approdo dei turisti è molto importante.
Quanto ai buoni vacanza, si tratta di una prospettiva di lavoro utile, però non sono decollati, non è stata nemmeno utilizzata la metà del fondo che era stato destinato e bisogna valutare e rivedere se funzionano. Le chiedo se ha risposte da fornirci in merito, perché tali strumenti non siano partiti e se si pensa di rivederne la formula.
Il collega chiedeva del Portale Italia.it, i cui contenuti non sono quelli che ci si attendeva, mi viene da usare il termine «modesti», ma sicuramente non è il grande portale che sia l'interfaccia vera di che cosa l'Italia può rappresentare a livello turistico.
Sul Codice del turismo, non so se il Ministro ignora che il parere delle regioni è stato sfavorevole e non solo per il metodo utilizzato. Il Codice del turismo è stato presentato di fatto al Consiglio dei ministri pochi giorni prima dell'incontro di Cernobbio, senza essere stato concordato con le regioni né con le categorie economiche. Mi viene da dire che non è stato concordato neanche col Parlamento, ma noi non siamo, in conseguenza della riforma del Titolo V, centrali su questa materia.
Peraltro, il Consiglio di Stato nell'adunanza del 13 gennaio scorso, cito testualmente, indica che «valuterà il Governo, se a fronte del parere favorevole delle regioni, sia il caso di soprassedere all'opera di codificazione che potrebbe essere foriera di un contenzioso costituzionale». Quindi il Consiglio di Stato dà l'indicazione di rinunciare al Codice del turismo, così come è, per andare a un tipo di codificazione differente visto che ci sono dubbi sulla delega. Si ipotizza, infatti, un eccesso di delega all'interno di questo provvedimento, che quindi potrebbe essere impugnato, di cui forse andava ripensato il metodo e concertato con le regioni in modo differente.
Non entro nel merito di tutti i titoli perché ho concluso il tempo. Sull'elenco di tutti i titoli del turismo che si possono sviluppare siamo tutti d'accordo, che sia un patrimonio straordinario anche, che i consumatori vadano tutelati pure, però manca una serie di prospettive. Nessuno ha nulla contro gli animali o il golf, ma manca una strategia complessiva all'interno della quale si possa pensare a un rilancio di tutto il comparto turistico del nostro Paese.
Quanto alla tassa di scopo, che è l'ultima questione che voglio sottoporle, l'ANCI l'ha appoggiata come opportunità per i comuni di non chiudere i battenti, visto che le possibilità di ottenere le risorse per chiudere i bilanci sono sempre


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più limitate. Lei spiegava che si tratta di una tassa volontaria, quindi che i comuni potranno scegliere se applicarla o meno. Vorrei chiederle se non sia pensabile anche una tassa di scopo nazionale per dare prospettiva a una serie di interventi sul turismo che per il Paese sono strettamente necessari, quindi se si può pensare anche a una tassa di scopo per tutte le realtà e località turistiche e che in questo settore sono state veramente lasciate sole.
Infine, sulla governance, lei dice che la riforma del Titolo V è stata una riforma sbagliata. Tuttavia, è anche vero che il Ministero del turismo era stato abolito molto tempo prima, quindi la crisi del coordinamento nazionale del turismo non deriva dalla riforma del Titolo V, ma più probabilmente da una necessità di ripensare davvero alle politiche per un comparto che ha sulle regioni declinazioni molto diverse e molto lontane.

LUDOVICO VICO. Ministro, benvenuta. Il 10 ottobre 2009 lei annunciò che il nuovo Portale Italia sarebbe costato 5 milioni di euro contro i 43 spesi dal precedente Governo. Annunciò anche che il demo promozionale on-line per il lancio di Portale Italia era stato realizzato dall'ACI gratuitamente. Solo il 16 luglio del 2010, sulla stessa materia, durante la presentazione dello spot «Magica Italia» e rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Froner, ha avuto modo di dire che Portale Italia aveva bisogno di altri 10 milioni di euro. La domanda è: oggi, anno del Signore 2011, quanto ci costa Portale Italia?
Quando è stata nominata Ministro, al momento dell'insediamento, congiuntamente al Presidente del Consiglio, ha dichiarato alle agenzie di stampa che il turismo pesa per l'11 per cento sul PIL e che bisognava puntare a raddoppiarlo in quattro anni. Vorrei chiederle, dal momento che dalla sua relazione non è evidente, se in questi due anni il PIL è cresciuto e se corrisponde al vero quanto afferma Agriturist, che oggi è al 9,5 per cento del PIL, ovvero due punti in meno.
Ministro, ho l'impressione che lei pensi molto agli animali domestici, ai bonus vacanza e al golf per risolvere la crisi del turismo. La prego di immaginare che sono cose utili anche queste, ma che magari, anziché elencare ai media un 3 per 2, si dovrebbe usare questo tempo per pensare altre cose.
Lei ha parlato per 33 minuti oggi. Sa quanto me e quanto i colleghi che sono qui che in un albergo, in un villaggio turistico, in un bed and breakfast, in un bar presso un museo, oltre a esserci operatori ed enti locali, c'è una categoria che lei continua a non nominare anche in questa seconda audizione cui io partecipo: i lavoratori. Accanto ai lavoratori, in alcune zone, ci sono anche gli animatori dei villaggi turistici. L'Osservatorio nazionale del turismo ci fornisce dati complessivi, lei ci offre, a meno che questi dati non siano nelle ultime pagine della relazione che lei non ha illustrato, dati sempre parziali: per l'ONT, l'Osservatorio nazionale per il turismo, il 2010 si è chiuso con una flessione dell'1,2 rispetto al 2009, nell'extra alberghiero con il -1,7, il -1,2 nel settore agrituristico, con un taglio dei redditi dell'8 per cento. Secondo Federalberghi - quindi non secondo i sindacati - si è proceduto ai licenziamenti di lavoratori a tempo indeterminato per un tasso di incidenza del 3,6 per cento, e l'intero comparto, secondo l'Osservatorio nazionale per il turismo, ha registrato una perdita di 20 mila posti di lavoro.
Mi chiedo se Ella, che è in questa Commissione per la seconda volta, a distanza di due anni, abbia un'idea di quale sia la componente fondamentale del successo italiano, del lavoro italiano, del turismo italiano. La pregherei, gentilmente, nella replica, di considerare che il lavoro, accanto all'impresa, agli altri operatori, agli enti locali, è la componente fondamentale dell'orgoglio italiano e anche del turismo italiano.

ALBERTO TORAZZI. Signor Ministro, io la ringrazio per la relazione e premetto che ritengo che lei abbia comunque introdotto un certo «pragmatismo lombardo» nella gestione del turismo, che non ha sicuramente fatto danno. Tuttavia, nella sua relazione ha toccato in modo forse un


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po' ambiguo il rapporto tra lo Stato centrale e le regioni. Da questo deriva la mia domanda. Considerando che in Svizzera, che ha 10 milioni scarsi di abitanti, ci sono quattro lingue e riescono a gestire benissimo il turismo; considerato l'esempio virtuoso del Trentino e del Tirolo sempre nella gestione del turismo, io sono d'accordissimo, come qualsiasi persona di buonsenso, che sia giusto avere un coordinamento a livello nazionale. I turisti che vengono in Italia da tutto il mondo devono utilizzare tutte le risorse del territorio nazionale, che è veramente molto grande e composito, e quindi è giusto avere un coordinamento e un Ministero del turismo. Sappiamo, però, anche che il centralismo ha dimostrato incapacità di conoscere e valorizzare tutte le differenze. Sappiamo anche che c'è stato un referendum contro il Ministero del turismo proprio in conseguenza della gestione centralistica e sbagliata precedente. La pregherei, quindi, di chiarire che lei concorda con il principio federale, ovviamente partendo dal presupposto che è giusto avere un coordinamento nazionale per dare efficienza e valore, ma che tutto questo deve interagire con la capacità delle regioni di valorizzare e segnalare tutte le iniziative.
Devo poi aggiungere a lato, dopo aver sentito l'intervento del collega Vico, che anche io sono preoccupato dei licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato nel settore del turismo e pregherei il Ministro di verificare che non vi sia l'utilizzo - come ci è stato segnalato - di manodopera in nero immigrata, a volte anche clandestina. Forse dovrò anche polemizzare con qualche collega, ma se si fanno entrare nel nostro Paese tante persone senza documenti, se si favorisce in ogni modo l'immigrazione clandestina e si impedisce l'espulsione di chi non è in regola, è chiaro che questo danneggerà i lavoratori italiani che sono oberati di oneri sociali e di tasse. A mio avviso, quindi, la critica è giustissima, ma è rivolta all'indirizzo sbagliato, perché in questo caso il turismo italiano così come i lavoratori di questo settore, e quindi anche il Ministro che li rappresenta, è stato danneggiato e non è l'autore dell'errore, ma la vittima.
In ogni caso, Ministro, gradirei veramente una sua precisazione su questo aspetto del federalismo e della coazione positiva virtuosa che in questo senso può essere sicuramente sottoscritta, mentre il nostro movimento rigetta assolutamente l'idea di tornare a una gestione centralistica con tutte le difficoltà che ci ha fatto vivere nel passato.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Le considerazioni più complessive rispetto all'intervento sul turismo sono già state espresse dai colleghi Vico e Marchioni per il Partito Democratico, per cui mi limiterò a rivolgere, e la ringrazio per l'opportunità, due domande alla signora Ministro, tenendo conto anche di quello che ha detto all'inizio della sua relazione, ossia che il suo è un lavoro in continuità con quello già svolto quando era sottosegretario, quindi anche con l'audizione a cui avevamo assistito qualche tempo fa.
La prima domanda riguarda l'Expo Milano 2015, come occasione di promozione dell'Italia, che era già oggetto della delega a lei attribuita come sottosegretario ai grandi eventi e all'Expo, che immagino ancora oggi rappresenti per il suo Ministero un'occasione di promozione dell'Italia. Nel rispondere a un'interpellanza che abbiamo presentato come deputati del Partito Democratico, il Governo dichiarava, nella parte predisposta dai suoi uffici, che tutti i grandi eventi in programma nei prossimi anni, dalle celebrazioni dei 150 dell'unità d'Italia alle varie competizioni sportive, che queste rappresentano l'occasione per creare un indotto turistico significativo e che in questa prospettiva si inseriva anche l'Expo 2015. Il Governo, inoltre, asseriva che l'Italia si sta preparando ad affrontare la sfida dell'Expo 2015 mettendo al primo posto il tema decisivo della comunicazione. Ancora, più avanti si diceva che, se nel 2015 saranno 30 i milioni di turisti che fisicamente arriveranno a Milano e che dovremo moltiplicare almeno per dieci i turisti virtuali che


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visiteranno l'evento nel web in diretta, ciò per il turismo italiano rappresenterà un'occasione straordinaria. La mia prima domanda è la seguente: che tipo di interventi sono stati fatti nel frattempo per corrispondere a questo obiettivo? Poche righe dopo nella risposta alla citata interpellanza, il Governo diceva che molte sono le opportunità che si stanno valutando, un esempio per tutti è lo studio di una carta di credito del turista Expo che accumuli punti premio, che permetta di avere sconti, di prenotare e pagare i biglietti su tutti i mezzi di trasporto, di accedere alle mostre, ai luoghi d'arte, ai musei nonché di pagare alberghi e ristoranti. Vorrei sapere anche a che punto è questa carta di credito del turista Expo, dal momento che nel frattempo sono passati quasi due anni da quell'audizione e questo significa che ci sono due anni in meno da dedicare alla preparazione dell'Expo.
Inoltre, più volte è stato indicato come uno dei segmenti su cui incentivare l'offerta del turismo, l'ambito del così definito turismo «enogastronomico». Da questo punto di vista, lei aveva istituito una commissione per la promozione e sostegno del turismo enogastronomico all'interno del Comitato per le strategie e lo sviluppo dei prodotti turistici italiani presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo. Vorrei sapere se questa commissione è ancora operativa, se ha prodotto risultati e, soprattutto, vorrei sapere se, come è accaduto per la sua prima convocazione, svoltasi lunedì 30 marzo 2009 presso la sede dell'Associazione nazionale Circolo della libertà - questo è anche oggetto di una interrogazione che ho depositato il 20 maggio del 2009, finora non ho ottenuto risposta, magari oggi il Ministro può rispondermi -, la suddetta commissione si è riunita anche nei successivi incontri presso la medesima sede o ha trovato una sede istituzionale.

MARCO DESIDERATI. Grazie, presidente, anche per l'ospitalità dal momento che non faccio parte di questa Commissione, ma sono membro della Commissione trasporti.
Ministro, ho sentito prima citare da lei molti fattori virtuosi che saranno certamente decisivi per il rilancio del turismo. Mi piacerebbe fare un richiamo, non so se sia possibile per lei introdurlo anche nello schema di decreto, anche per quello che riguarda la questione dei trasporti e della logistica. Io, che sono un fruitore del citato turismo enogastronomico, so che l'accessibilità al sito è importante quasi quanto la qualità del sito turistico.
È vero che scontiamo in Italia decenni di scelte sbagliate, per cui invertire la tendenza adesso è difficile. Se atterriamo in un grande aeroporto europeo, scopriamo che esiste l'intermodalità. Da noi non esiste. L'intermodalità è atterrare a Fiumicino, prendere una navetta che speriamo ci porti in tempo alla stazione Termini per prendere una coincidenza e portarci a destinazione. L'intermodalità è un'altra cosa.
Mi rendo conto che non dipende dal suo Ministero, ma le chiedo se sia possibile introdurre un accenno a tale problematica, visto che lei parla molto correttamente di interazione positiva tra il suo Ministero, i governi regionali e quelli locali, mettere sul tavolo della discussione anche la questione della logistica dei trasporti e magari quella infrastrutturale, che potrebbero essere un volano molto importante, credo, che anche per il rilancio del turismo.

DEODATO SCANDEREBECH. Ringrazio il Ministro per tutto quello che ha detto. Condivido pienamente quanto è stato detto nella sua relazione. Non ho rilevato nulla se non che manca una particolare attenzione per ciò che riguarda il turismo balneare, che raccoglie 1 milione 200 mila addetti complessivamente ed è una delle principali risorse di eccellenze di cui l'Italia dispone.
Per ciò che riguarda l'azienda Italia, condivido pienamente la riflessione sulla disgregazione e sul modo di comunicare sbagliato che passa tramite le singole regioni e che rappresenta, quindi, un grosso problema. In Francia, ad esempio, l'offerta turistica passa tutta tramite un unico sito. Questo in Italia purtroppo non accade e


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ciò ci penalizza moltissimo. Condivido, quindi, tutto ciò che è stato detto sugli obiettivi da raggiungere.
Detto questo, sono, però, molto rammaricato per alcune sue azioni, Ministro, svolte al di fuori del suo ruolo. Proprio adesso, per esempio, mi è arrivata una notizia dell'agenzia di stampa ANSA in cui si dice che da domani su Panorama lei lancerà i nuovi punti di sindacato, di patronato e così via. Io penso che questa sua doppia attività sia sotto l'aspetto istituzionale incompatibile. Ognuno di noi è libero di svolgere la propria funzione come meglio crede. Lei è una persona, da quello che si vede, molto capace, molto attiva, però ripeto che questo doppio ruolo non è il massimo in un momento in cui abbiamo bisogno che lei si interessi in modo particolare, più approfondito del turismo.
Io vivo a Torino, dove, per esempio, il turismo può rappresentare l'alternativa alla monocultura industriale in un momento di declino poiché abbiamo risorse e bellezze naturali e artistiche. Se il turismo riuscisse a veicolare queste risorse della città e allo stesso modo si agisse, ad esempio, con le risorse naturali del Sud, che non sono sufficientemente «sfruttate», sarebbe un grande vantaggio.
Lei mi insegna che oggi il numero di turisti che abbiamo nel Sud equivale a quelli che in un anno visitano Venezia. È un dato che ho letto, peraltro, anche in alcune sue interviste. Il sud ha bisogno veramente di formazione turistica, di risorse, ma la direzione deve essere veramente quella di incentivarne una volta e per sempre il nostro know-how, che fino a oggi non è stato sufficiente a produrre ricchezza e benessere. La politica deve interessarsi da domani - cosa che non ha fatto secondo me fino a oggi - a pianificare lo sviluppo e l'occupazione del nostro territorio.
Io penso che lei sia la persona giusta per il ruolo che occupa, però, a mio avviso, dovrebbe dedicarsi totalmente al turismo.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Ministro per il turismo. Do la mia disponibilità a ritornare per rispondere alle numerose domande poste.

PRESIDENTE. L'invito è quello di ritornare per rispondere alle numerose questioni che sono state poste e che dimostrano come l'interesse da parte dei commissari sia molto alto per la materia di sua competenza e che, quindi, richiederebbe un confronto, se possibile, ancora più frequente.
Oltretutto, se mi posso permettere, anche nel caso dei rilievi che dobbiamo esprimere sul Codice del turismo, i tempi sono talmente ristretti che non ci permettono assolutamente di fare un'audizione specifica su tale argomento. La nostra scadenza è il 2 marzo prossimo, quindi non abbiamo il tempo per approfondire come avremmo voluto la materia.
L'invito è quindi a tornare al più presto per poter interloquire di persona e, se fosse possibile, a inviare anche una risposta per iscritto alle questioni numerose che sono state poste in modo da permettere comunque di continuare ad approfondire la conoscenza sui tanti temi che meritano certamente di essere approfonditi.
Ringrazio tutti i commissari e il Ministro per aver partecipato a questa audizione e accogliamo volentieri il suo impegno di ritornare quanto prima.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16,10.

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