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Resoconti stenografici delle audizioni

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
110.
Giovedì 20 ottobre 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori

Pecorella Gaetano, Presidente ... 3

Audizione dell'avvocato dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, Giampaolo Schiesaro

Pecorella Gaetano, Presidente ... 3 5 6 7 8 9 10
Bratti Alessandro (PD) ... 6 7
Mazzuconi Daniela (PD) ... 8 9
Schiesaro Giampaolo, Avvocato dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia ... 3 5 6 7 8 9

Audizione dell'avvocato dell'Avvocatura dello Stato, Giacomo Aiello

Pecorella Gaetano, Presidente ... 10 18 19 20
Aiello Giacomo, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato ... 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Bratti Alessandro (PD) ... 12 13 14 15 18 19
Cenni Susanna (PD) ... 18
Mazzuconi Daniela (PD) ... 15 16 17 19

Audizione del presidente della Syndial SpA, Leonardo Bellodi

Pecorella Gaetano, Presidente ... 20 24 29 31 32 36
Bellodi Leonardo, Presidente della Syndial SpA ... 20 23 24 25 29 30 31 32 33 34 36
Bianchi Dorina (PdL) ... 27 33 34 35 36
Bratti Alessandro (PD) ... 22 23 24 25 26 29 30
Cenni Susanna (PD) ... 29
Colombo Giuseppe, Direttore di attività di risanamento ambientale di Syndial SpA ... 34 35 36
Mazzuconi Daniela (PD) ... 25 28 30 31 32

Audizione del presidente della Sogesid SpA, Vincenzo Assenza

Pecorella Gaetano, Presidente ... 36 38 40
Assenza Vincenzo, Presidente della SogesidSpA ... 36 38 39 40
Cenni Susanna (PD) ... 39
Graziano Stefano (PD) ... 40
Mazzuconi Daniela (PD) ... 38 39
Melli Fausto, Direttore generale di Sogesid SpA ... 39

Audizione del direttore del dipartimento di ambiente e connessa prevenzione primaria dell'Istituto Superiore di Sanità, dottoressa Loredana Musmeci

Pecorella Gaetano, Presidente ... 40 42 46 49 50
Graziano Stefano (PD) ... 45 48
Mazzuconi Daniela (PD) ... 44 47
Musmeci Loredana, Direttore del dipartimento di ambiente e connessa prevenzione primaria dell'Istituto Superiore Sanità ... 41 42 45 46 47 48 49 50
Russo Paolo (PdL) ... 48

Audizione di Fabrizio Gatti, giornalista

Pecorella Gaetano, Presidente ... 50 53 54 55
Gatti Fabrizio, Giornalista ... 50 54
Mazzuconi Daniela (PD) ... 53

Sui lavori della Commissione

Pecorella Gaetano, Presidente ... 55 56
Mazzuconi Daniela (PD) ... 55

Comunicazioni del Presidente

Pecorella Gaetano, Presidente ... 56

ALLEGATO: tabelle consegnate dal presidente della Syndial SpA ... 57

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Seduta del 20/10/2011


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...
Audizione dell'avvocato dell'Avvocatura dello Stato, Giacomo Aiello.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'avvocato dell'Avvocatura dello Stato Giacomo Aiello. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla situazione delle bonifiche in Italia e verterà, in particolare, sui contenziosi, avviatisi o conclusisi, relativi a interventi che hanno coinvolto il dipartimento di protezione civile, con specifico riferimento all'area della Maddalena ex G8.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta.
La Commissione ringrazia l'avvocato Aiello della sua disponibilità. Peraltro, ci auguriamo - dipende molto dai lavori delle Assemblee delle Camere - di svolgere una missione in Sardegna la prossima settimana, in modo da effettuare alcuni sopralluoghi. La sua audizione è, quindi, di particolare interesse per noi. D'altronde, abbiamo appena sentito il suo collega, che ci ha fornito un quadro allarmante delle difficoltà di ottenere i risarcimenti del danno ambientale. Addirittura, egli ha affermato di non aver visto sentenze per il danno ambientale e ha proposto, viceversa, di seguire la strada alternativa degli accordi con le controparti.
Do la parola all'avvocato Giacomo Aiello.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Ringrazio lei signor presidente e gli onorevoli componenti della Commissione. Ho predisposto una relazione con alcuni allegati che depositerò alla Commissione al termine dell'audizione. Probabilmente troverete lacunose alcune mie informazioni, ma dovete considerare che tutto il materiale è stato preparato in otto giorni. A ogni modo, laddove riterrete necessarie delle integrazioni documentali o conoscitive, vi prego di segnalarmelo e provvederò nel più breve tempo possibile, a maggior ragione se queste carenze dovessero riguardare la questione della Maddalena.
Sono qui oggi in quanto avvocato dello Stato. Devo anche aggiungere, però, che


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sono anche consigliere giuridico della protezione civile. Questo è, forse, il motivo per il quale mi è stata chiesta una panoramica sulle attività di bonifica iscritte in dichiarazioni di stato di emergenza.
Se mi consentirete, dopo una brevissima introduzione, passerò alla lettura della parte relativa alla Maddalena per cercare di essere il più preciso possibile sulla tempistica delle azioni intraprese e sullo svolgimento delle procedure, che è stato abbastanza complesso. Per ciò che riguarda gli altri stati d'emergenza le indicazioni che siamo riusciti a reperire sono nella relazione.
Vorrei fare un riferimento - sempre di carattere introduttivo - al contenzioso, per dire che le notizie su questo tema che troverete nella mia relazione sono state rese disponibili, nel corso di questi otto giorni, dal dipartimento della protezione civile. Il contenzioso, di solito, viene seguito direttamente dai commissari delegati per i singoli stati di emergenza, questo spiega per quale motivo abbiamo avuto qualche difficoltà nel fornirvi una documentazione per ciascuno stato di emergenza.
L'altra nota introduttiva è la seguente. Come sapete, attualmente le aree SIN (siti di interesse nazionale) coprono il 3 per cento del territorio nazionale e sono ben 57. In particolare, in 11 casi si è ritenuto opportuno procedere con lo schema della legislazione d'emergenza. Vorrei richiamare brevemente questi casi. Abbiamo, innanzitutto, Orbetello, la cui emergenza, relativa al grave inquinamento della laguna, ha avuto inizio nel 2001 ed è stata prorogata fino al 31 dicembre 2011. Segue il fiume Sarno, la cui emergenza risale al 1995 ed è attualmente prorogata fino al 31 dicembre 2011. Vi è l'intera regione siciliana, per il problema delle falde acquifere; emergenza partita nel 2006 e attualmente prorogata al 31 dicembre 2011. Vi sono, ancora, le lagune di Grado e Marano, il cui stato di emergenza è stato dichiarato nel 2002 ed è prorogato anch'esso fino al 31 dicembre 2011. Abbiamo, poi, la bonifica dell'inquinamento derivante dallo stabilimento di Ecolibarna, sito nella località di Serravalle Scrivia, in provincia di Alessandria, dove lo stato di emergenza è iniziato nel 2003 e dovrebbe cessare alla fine di quest'anno, salvo richieste di proroga da parte delle regione. Un'altra annosa procedura di bonifica riguarda la laguna di Venezia ed è di una complessità enorme poiché consiste nella rimozione dei fanghi e nel loro stoccaggio e smaltimento in apposite casse di colmata o in discariche dedicate; questa ha avuto inizio nel 2004 e ha anch'essa quale data fissata di conclusione il 31 dicembre 2011. Abbiamo, inoltre, la questione dell'inquinamento del fiume Sacco, che attraversa le province di Roma e Frosinone; qui lo stato d'emergenza è stato dichiarato nel 2005 e da ultimo prorogato al 31 ottobre 2011. Vi è, ancora, l'inquinamento del fiume Aterno, che scorre nell'Abruzzo; stato di emergenza dichiarato nel 2005 e prorogato al 31 dicembre 2011. Abbiamo, inoltre, l'inquinamento ambientale determinato presso lo stabilimento Stoppani nel comune di Cogoleto, provincia di Genova, emergenza che ha avuto inizio nel 2006 e prorogata anch'essa. Un'emergenza più giovane riguarda le aree minerarie del Sulcis-Iglesiente, nella regione Sardegna, che è iniziata nel 2007 ed è attualmente in corso di proroga. Abbiamo, infine, la bonifica di due discariche - Pariti 1 e Conte di Troia - nel SIN di Manfredonia; emergenze iniziate nel 2009 e attualmente prorogate al 31 gennaio del 2012. Allo stesso modo, vi è la bonifica delle discariche dei comuni di Pioltello e Rodano nel sito di interesse nazionale ex area SISAS, emergenza dichiarata nel 2010 e prorogata fino al 31 ottobre 2011. Peraltro, ho visto che tra le persone che avete ascoltato vi è stato anche l'avvocato Pelaggi, commissario per queste due ultime emergenze, quindi immagino che abbiate già ricevuto un cospicuo pacchetto di informazioni in merito, che potrete sicuramente integrare con le notizie che ho inserito nella mia relazione.
Guardando alle luci - dopo ci occuperemo anche delle ombre - vi sono alcuni processi di bonifica che si sono conclusi con successo, come il sito di Cengio e Saliceto, che coinvolgeva l'ex ACNA di


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Cengio. Altrettanto possiamo dire per il sito di Manfredonia, che è in corso di ultimazione, e per l'area ex SISAS di Pioltello-Rodano, a proposito della quale proprio oggi mi è pervenuta una richiesta di proroga per altri 60 giorni dello stato di emergenza - che scadeva il 31 ottobre - perché, in base alle caratterizzazioni effettuate all'ultimo momento, nel mese di settembre 2011, si è ritenuta necessaria la rimozione di altre 15 mila tonnellate di materiali inquinati dal sito. La gara si è già conclusa, per cui nei prossimi 60 giorni si dovrebbe ultimare l'intervento.
Vorrei, ora, occuparmi del tema principale di questa audizione. Siccome vi sono molti dati e parlare a braccio diventa difficile, leggerò una relazione riguardo all'area dell'ex arsenale della Maddalena.
La decisione di organizzare il vertice del G8 alla Maddalena fu assunta per consentire ai grandi della terra di conoscere uno degli arcipelaghi più belli e meno noti del mondo e per assicurare un impulso allo sviluppo socioeconomico della Maddalena, penalizzata dalla chiusura della base navale americana e colpita dalla mancata disponibilità, per decenni, di intere aree dell'isola utilizzate dalla marina militare. In particolare, quest'area dell'arsenale si prestava, per la sua posizione strategica, a essere utilizzata - a seguito, però, di un'importante ristrutturazione - sia per ospitare il vertice, sia per divenire successivamente un'area turistica di notevole pregio che consentisse all'isola di rilanciare la propria offerta di ricettività e di attività di diporto, invero particolarmente carenti. Nell'ambito di questo ambizioso progetto di recupero, riqualificazione e sviluppo sono stati realizzati un centro congressi, un nuovo porto, nuovi alberghi e strutture di servizio.
Il ripristino ambientale dell'ex arsenale militare della Maddalena, operato nell'ambito degli interventi programmati per lo svolgimento del vertice del G8, si è sostanziato in due attività: gli interventi di bonifica a terra presso la stessa area e il dragaggio e il ripristino ambientale, propedeutici al completamento della bonifica dei fondali marini prospicienti l'area dell'ex arsenale.
Per quanto concerne gli interventi di bonifica a terra conclusi nel corso del 2008 - tra i mesi di aprile e ottobre, prima che l'attività di infrastrutturazione connessa al vertice avesse inizio - i progetti sono stati presentati e approvati dalla conferenza di servizi, i cui dettagli sono contenuti in una certificazione emessa dalla provincia di Olbia, recependo le certificazioni dell'ARPA Sardegna e dell'ISPRA. Tale certificazione attesta, tra l'altro, il completamento degli interventi di bonifica a terra, considerando le opere conformi ai progetti approvati. Le aree a terra dell'ex arsenale militare sono, quindi, idonee agli usi legittimi, ovvero all'ospitalità alberghiera, essendo stati raggiunti gli obiettivi di bonifica e messa in sicurezza permanente dei relativi sedimi. La bonifica a terra riguardava soprattutto depositi nei quali erano stoccati da decine di anni materiali di carpenteria (barche, motori, oli esausti e quant'altro) a ridosso della zona utilizzata come approdo militare.
Per quanto riguarda gli interventi di bonifica a mare, l'unità tecnica di missione della Presidenza del Consiglio, incaricata della realizzazione degli interventi correlati al grande evento, nel mese di settembre 2008...

ALESSANDRO BRATTI. Questa unità da chi è composta?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. L'unità era costituita presso la Presidenza del Consiglio.

ALESSANDRO BRATTI. Sì, ma chi sono i membri? Sono membri dell'ISPRA e di altri organismi o sono professionisti incaricati? Non credo, infatti, che vi siano dei tecnici nell'ambito della Presidenza del Consiglio.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Erano ingegneri e architetti, quindi professionisti incaricati...


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ALESSANDRO BRATTI. Non sono membri di istituti nazionali. Sono liberi professionisti?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì, sono liberi professionisti, contrattualizzati per svolgere l'attività relativa alla stazione appaltante. Infatti, eseguivano gli appalti e verificavano la corretta esecuzione dei lavori. C'era, poi, anche del personale comandato, per esempio, del provveditorato alle opere pubbliche del Lazio.
A ogni modo, quest'unità tecnica di missione ha interessato agli uffici del Ministero dell'ambiente per avviare un procedimento condiviso per il dragaggio e la gestione dei sedimenti. In relazione alle attività previste dal progetto di adeguamento della portualità marittima, compreso nel quadro generale di ristrutturazione di diverse aree dell'isola della Maddalena, il Ministro dell'ambiente ha richiesto a ISPRA il supporto tecnico-scientifico nelle attività di caratterizzazione e ripristino ambientale dei fondali marini dell'intera area compresa tra Cala Camiciotto e Punta Moneta, interessante tutto il complesso dell'area militare sede dell'arsenale. In questa zona sono stati programmati interventi finalizzati alla realizzazione di strutture dedicate all'evento, quindi di banchine fino al Molo Carbone, di un'area di colmata e di un molo con radice all'estremo ovest dell'area di intervento. Per l'esecuzione di queste opere si è reso necessario il dragaggio dei fondali, fino a raggiungere la profondità di invasamento dei cassoni utilizzati per il banchinamento, pari a 3-4 metri, per il mantenimento dei fondali stessi. Quest'area è stata, quindi, perimetrata e inserita nella lista dei siti prioritari per la bonifica. Infatti, in considerazione del suo indiscusso pregio ambientale, l'area dell'arsenale compresa tra il molo, le banchine antistanti l'autoreparto, Cala Camiciotto, Molo Carbone e la banchina ex deposito cavi Telecom e l'antistante specchio d'acqua, è stata individuata come sito di interesse nazionale a seguito dell'emanazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 novembre 2008, n. 3716. Pertanto, non si è seguita la normale procedura che attribuisce questo potere al Ministro dell'ambiente, ma tale procedura è stata assorbita da un'ordinanza di protezione civile, che è stata emanata allo scopo di conseguire gli interventi entro i termini previsti per lo svolgimento del vertice G8, recependo, senza derogarlo, l'articolo 1, comma 196, della Legge finanziaria 2007, adottato appositamente per la disciplina delle attività di bonifica e di gestione dei sedimenti contaminati ricadenti all'interno delle aree SIN.
L'ISPRA ha predisposto un piano di caratterizzazione le cui attività si sono svolte nel settembre del 2008. Alla fine di novembre dello stesso anno, l'Istituto ha presentato i risultati della caratterizzazione dei sedimenti dei fondali dell'arsenale e dell'area marina esterna. Queste indagini hanno mostrato l'assenza di sedimenti pericolosi, evidenziando al contempo tracce di contaminazione riconducibili principalmente alla passata attività navale e militare. Il progetto di dragaggio dei sedimenti, che ha previsto rimozione e recupero, a seguito di trattamento in cassa di colmata, finalizzata poi a divenire piazzale portuale, è stato approvato prevedendo l'uso di tecnologie ambientali nella conferenza di servizi del dicembre 2008. Successivamente, nel gennaio 2009 è stata effettuata un'integrazione al piano di caratterizzazione. Il dragaggio dei fondali, effettuato sulla base della caratterizzazione, ha, infatti, richiesto una nuova successiva attività di caratterizzazione per verificare la qualità dei sedimenti di fondo scavo. Le attività di campionamento si sono svolte nel febbraio del 2009.
Nel frattempo, con l'emanazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 dicembre 2009, n. 3838, è stata disposta la nomina a commissario delegato per la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali allo svolgimento delle gare velistiche della Louis Vuitton World Series alla Maddalena del capodipartimento della protezione civile, sostituito in tale funzione, nel marzo del 2010, dal presidente della regione Sardegna. Tra


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gli interventi affidati al commissario delegato vi era il completamento della rimozione dei sedimenti nell'area ex arsenale.
I risultati delle analisi di caratterizzazione validati dall'ARPA Sardegna sono stati formalizzati dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nella relazione dell'aprile 2010. Poi, nella conferenza di servizi del luglio 2010, il Ministero dell'ambiente ha indicato gli adempimenti necessari per la conclusione dell'iter amministrativo del procedimento, nonché le attività da espletarsi con urgenza.
Il 20 luglio 2010 ISPRA ha fornito le specifiche tecniche per la realizzazione di ulteriori indagini ambientali di tipo geofisico e geomorfologico. Il 4 agosto 2010 è stata pubblicata un'ulteriore ordinanza di protezione civile, n. 3891, che all'articolo 20 ha stabilito che le attività di bonifica fossero completate dal direttore generale dell'ufficio previsione, valutazione, prevenzione e mitigazione dei rischi naturali del dipartimento della protezione civile, in regime di somma urgenza. I rilievi sono stati effettuati dal dipartimento di scienze della terra dell'università «La Sapienza» di Roma. Anche sulla base dei risultati di tali rilievi, l'ISPRA ha richiesto alcune analisi integrative dei sedimenti per chiarire definitivamente lo spessore dei sedimenti da dragare. Questa era, del resto, un'informazione necessaria all'università dell'Aquila che realizzerà, poi, il progetto di dragaggio. Queste indagini sono state effettuate tra il 14 e il 23 gennaio...

ALESSANDRO BRATTI. Mi scusi, la vicenda è complicata. Ricapitolando, l'ISPRA - immagino più precisamente l'ICRAM (Istituto centrale per la ricerca scientifica applicata al mare) - è stata incaricata dalla protezione civile di effettuare la caratterizzazione dei sedimenti dell'area. A quel punto, l'ARPA Sardegna che ruolo ha? Controlla i campioni per verificare? Allora, il dipartimento dell'università a che titolo entra nella vicenda?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Per la fase progettuale.

ALESSANDRO BRATTI. Quindi in collaborazione con ISPRA?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì. C'è stata una collaborazione sia con ISPRA, sia con il dipartimento medesimo.

ALESSANDRO BRATTI. Quindi, questi sono gli esecutori. Il controllore è, poi, l'ARPA Sardegna.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì. L'ARPA ha fatto i campionamenti.

ALESSANDRO BRATTI. Sui quali dovrebbe avvenire la certificazione dell'avvenuta bonifica da parte della Provincia. È questo il meccanismo?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì.

ALESSANDRO BRATTI. Quindi, in questo caso il Dipartimento ha dato a ISPRA la titolarità della progettualità della bonifica.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì. Abbiamo lavorato sempre con il Ministero dell'ambiente, che si è appoggiato a...

ALESSANDRO BRATTI. Sogesid c'entra in questo caso?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. No. Questa volta - una delle poche - Sogesid non è stata coinvolta.
Tornando alla mia relazione, le indagini sono state effettuate dal 14 al 23 gennaio scorso, secondo modalità stabilite dal documento sulle indagini integrative finalizzate alla definizione del progetto definitivo di modifica, redatto dall'ISPRA nel novembre 2010. Attualmente, completata l'analisi dei campioni sia da parte dell'ISPRA che del laboratorio Eurochem Italia, incaricato dal dipartimento dello svolgimento di queste analisi, e tenuto


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conto della successiva relazione di valutazione di ISPRA, è stato presentato il progetto preliminare di bonifica realizzato dall'università degli studi dell'Aquila. Insomma, le componenti che hanno collaborato sono varie; occorreva il massimo contributo.
Il progetto dell'università dell'Aquila prevede due soluzioni per salvaguardare la stabilità delle banchine. La prima definisce una fascia di rispetto di 25 metri in adiacenza delle banchine...

ALESSANDRO BRATTI. È chiaro perché venga incaricata l'ISPRA. La scelta del dipartimento di scienze della terra dell'Aquila, invece, da cosa dipende?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. È stata fatta dal competente ufficio tecnico della protezione civile.

DANIELA MAZZUCONI. Non mi scandalizzerebbe. Non aveva valore compensativo, visto che si spostava il G8 all'Aquila?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. No, non si è parlato di compensazioni.
In ogni caso, questo progetto prevede una fascia di rispetto di 25 metri in adiacenza delle banchine, all'interno della quale non effettuare gli interventi di dragaggio, ma adottare una tecnica di protezione ambientale di tipo attivo, rivolta a evitare che il materiale non dragato possa essere messo in sospensione e diffondersi nell'ambiente circostante. Tale tecnica consiste in un capping realizzato con uno strato di materiali inerti e uno di materassini reattivi in grado di catturare gli agenti contaminanti. Viene, inoltre, prospettata la possibilità di estendere il capping all'intero fondale della darsena quale alternativa al dragaggio.

DANIELA MAZZUCONI. Di quale materiale è il capping?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. È composto di materiali inerti. Vi sono, poi, dei materassini reattivi, sui quali, come vedremo, sono state formulate alcune perplessità.
La seconda fascia di bonifica prevede di eseguire, preliminarmente, idonei interventi di tipo strutturale in corrispondenza del piede delle banchine e dello scalo di alaggio, rivolti a garantire la stabilità delle opere in relazione ai maggiori fondali che si verranno a creare in seguito al dragaggio.
Per quanto riguarda la gestione dei sedimenti rimossi, il progetto prevede due alternative: la realizzazione di una cassa di colmata in località Punta Chiara - che diventerebbe il nuovo terminale dei traghetti della Maddalena - oppure lo smaltimento in discarica autorizzata. È evidente che questa seconda soluzione costa molto di più della prima.
La conferenza di servizi del 7 settembre 2011 - stiamo arrivando ai giorni nostri - i cui contenuti sono riportati nel relativo verbale del Ministero dell'ambiente, anche tenendo conto del parere espresso da ISPRA, ha sollevato dubbi sull'impiego dei materassini reattivi, nonché perplessità sulla fattibilità della vasca di colmata come destinazione dei sedimenti, vista la necessità di concludere gli interventi in breve tempo; pertanto, ha orientato la propria scelta sul dragaggio completo dell'area, previo intervento infrastrutturale di protezione del piede della banchina, preceduto da un'opportuna analisi di rischio per l'impatto ambientale delle attività di cantiere. Attualmente, si sta provvedendo al recepimento delle suddette prescrizioni nel nuovo progetto preliminare che sarà presentato in una conferenza di servizi di imminente convocazione. Qualora l'analisi dei costi degli interventi prospettati, nonché le modalità esecutive, consentano di ottenere l'avallo della conferenza di servizi, la redazione del progetto definitivo sarà comunque subordinata all'esecuzione di nuove indagini geofisiche e geognostiche per una più dettagliata definizione delle caratteristiche


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del fondale e della darsena. Tali indagini saranno effettuate in collaborazione con l'università di Firenze.
Concludo questo breve excursus sugli interventi ricordando altri due aspetti significativi. Innanzitutto, vorrei evidenziare che il Comando dei carabinieri tutela ambientale di Sassari ha acquisito tutta la documentazione amministrativa afferente ai processi di gestione dei materiali di dragaggio e alle operazioni di ripristino ambientale eseguite nell'area dell'ex arsenale, ivi compresi i certificati analitici dei campioni di sedimento di fondo scavo, i pareri degli enti competenti, i risultati della caratterizzazione ambientale, la programmazione degli interventi da mettere in atto per la conclusione dell'iter ambientale.
In secondo luogo, mi preme rilevare che la Commissione europea nel corso del 2009, dopo aver avviato una procedura di infrazione sulla base di esposti presentati da alcune associazioni ambientaliste locali, ha concluso la propria istruttoria ritenendo infondate tali denunce ed esprimendo un giudizio assolutamente positivo in ordine lavori realizzati sull'isola, per quanto riguarda sia la componente ambientale, sia il rispetto delle procedure di appalto.
Vorrei, infine, accennare al contenzioso oggi esistente sulla questione della Maddalena. Mi limito a tre aspetti, due significativi e uno del tutto bagatellare.
In primo luogo, con riferimento al bando di gara pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 13 febbraio 2009, che prevedeva l'affidamento in concessione dei servizi di ricettività alberghiera del porto turistico e delle connesse strutture e aree situate nell'area dell'ex arsenale della Maddalena, il 9 giugno 2009 è stata stipulata con l'aggiudicataria Mita Resort Srl un'apposita convenzione di concessione, con atto integrativo del 31 dicembre 2009. Tuttavia, il 12 gennaio 2010 è stata notificata una domanda di arbitrato da parte di Mita Resort, con la quale la società ha lamentato il presunto inadempimento da parte dell'amministrazione concedente, deducendo proprio il mancato completamento della bonifica dello specchio di mare interno alla darsena, che renderebbe impossibile alla concessionaria la collocazione sul mercato dei relativi posti barca. Investita del contenzioso, la competente Avvocatura generale dello Stato ha declinato la competenza arbitrale, ai sensi articolo 15 del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195, che ha dichiarato la nullità delle clausole compromissorie inserite nei contratti stipulati per gli interventi rientranti nelle competenze della protezione civile. A seguito dell'ordinanza del 5 maggio 2011, con cui il collegio arbitrale ha, invece, affermato la propria competenza a conoscere della controversia, l'Avvocatura dello Stato ha presentato istanza per regolamento di competenza alla Corte di cassazione, con relativa istanza di sospensione del procedimento ex articolo 48 del codice di procedura civile. Tale istanza di sospensione è stata accolta con ordinanza del collegio arbitrale del 9 giugno 2011. Allo stato, siamo in attesa della decisione della Corte di cassazione sul regolamento di competenza.
Il secondo aspetto significativo del contenzioso è l'inchiesta della procura della Repubblica presso il tribunale di Tempio Pausania. Infatti, il pubblico ministero, dottor Riccardo Luigi Rossi, sostituto procuratore della Repubblica, ha disposto, in data 26 maggio 2011, il sequestro probatorio ex articolo 253 del codice di procedura penale del fondale antistante l'ex arsenale militare della Maddalena per il reato di cui all'articolo 256 del codice ambientale, attività di gestione non autorizzata di rifiuti.

DANIELA MAZZUCONI. Nei confronti di chi?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. È ancora contro ignoti. Il dipartimento ha chiesto all'Avvocatura generale dello Stato di proporre istanza di dissequestro al tribunale del riesame competente in base all'articolo 257 del codice di procedura penale. Con provvedimento del 18 agosto 2011, la procura della Repubblica ha rigettato l'istanza presentata


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dall'avvocatura, ritenendo necessario mantenere il sequestro dell'area fino al termine delle operazioni tecniche di accertamento, finalizzate all'esatta individuazione di eventuali fatti costituenti reato. Poiché risulta effettuata e conclusa la perizia da parte del consulente del pubblico ministero, l'avvocatura generale ha comunicato di aver chiesto, nelle vie brevi, il 28 settembre scorso alla procura competente notizie in merito all'eventuale provvedimento di dissequestro dell'area. Tale provvedimento è particolarmente urgente perché, proprio ai fini della redazione del progetto definitivo di bonifica dell'area, è necessario effettuare in loco ulteriori approfondimenti geognostici e geomorfologici. Da notizie informali - che valgono come tali - risulta che già la settimana prossima potremmo avere un'apertura da parte della procura della Repubblica per effettuare il campionamento.
Residua un ultimo contenzioso, di cui, però, non vale la pena dare lettura. In breve, l'onorevole Zuncheddu ha fatto istanza di accesso sugli atti della Maddalena. L'accesso è stato parzialmente accordato. Successivamente, nell'imminenza dell'udienza davanti al TAR, è stato accordato in toto, quindi questa vertenza dovrebbe chiudersi con la cessazione della materia del contendere.

DANIELA MAZZUCONI. Rispetto alla questione della Maddalena, vorrei chiedere qual è la tipologia prevalente di rifiuto che ha provocato la necessità di una bonifica. Anche da questo, infatti, si potrebbe risalire ai soggetti coinvolti, visto che in quella zona non vi sono stati insediamenti industriali ripetuti, ma soggetti ben identificati che erano concessionari dei luoghi. Inoltre, visto che tutta la vicenda interessa lo Stato come soggetto attuatore o che ha determinato l'attuazione di varie attività alla Maddalena, vorrei sapere se è stata fatta una stima del danno ambientale, quindi dei costi per il ripristino dell'area, riportandola in condizioni ecologicamente accettabili.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Da questo punto di vista, La Maddalena è un caso particolare rispetto alle altre fattispecie perché l'inquinamento deriva dall'uso protratto negli anni di quel sito come approdo militare. Quindi, la causa dell'inquinamento dei fondali della darsena è da rintracciarsi nelle modalità d'uso della zona.
L'inquinamento prevalente riscontrato sui fondali è da idrocarburi. Ci sono, poi, anche rifiuti, che probabilmente sono stati sversati nel tempo. Abbiamo visto immagini che mostravano pezzi di eternit, pneumatici o oggetti abbandonati. Tuttavia, la mia sensazione - ma c'è un'inchiesta in corso che potrà dare risultanze diverse - è che si tratti di un inquinamento strettamente connesso alle attività pubblicistiche svolte in quella zona. Per questa ragione - come ho detto nella prima parte della relazione - si è ritenuto che l'area potesse essere utilizzata principalmente a fini turistici. Infatti, il tipo di inquinamento residuo non è molto pericoloso per la salute umana, tenuto conto del tipo di uso dell'area che deve rimanere tale, cioè deve essere sempre destinata al porto. Del resto, ci sono stato molte volte e allo sguardo l'acqua è trasparente. Naturalmente, ciò non significa nulla perché sotto vi può essere qualche sostanza dannosa. In ogni caso, questo è il tipo di inquinamento, la cui causa va rintracciata nelle modalità di uso della zona.
Per rispondere, poi, alla sua domanda - quanto costa trovare una soluzione al problema - posso dire che, in base all'ordinanza adottata nel novembre del 2008, furono stanziati 30 milioni di euro, che sono stati spesi per realizzare la bonifica a terra, le opere di dragaggio, la vasca di colmata e tutto ciò che è servito a contenere i fanghi scavati. Vi è, peraltro, un ulteriore elemento di complessità, dato dalla natura del fondo, che è in granito, per cui vi sono dei punti più alti e altri più bassi, per cui sarebbe stato necessario rompere il granito per portare tutto il fondale a 4 metri. Ecco perché si era pensato al capping, proprio per non incidere troppo sull'ambiente.
Oggi si ritiene - ma è solo una stima, visto che non abbiamo ancora il progetto


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definitivo per i motivi che ho detto - che la realizzazione del progetto esecutivo per il completamento della bonifica dovrebbe costare ulteriori 10 milioni di euro. Abbiamo, però, a disposizione solo poco più di 4 milioni. Quindi, con l'aiuto del Ministero dell'ambiente e tenuto conto di tutti i tagli di bilancio che sono stati applicati medio tempore, cercheremo di trovare l'intero importo, magari anche a valere sui FAS (Fondo per le aree sottoutilizzate) regionali.

SUSANNA CENNI. Avvocato, prima ha parlato di un pool di tecnici contrattualizzati dalla protezione civile per avviare i lavori. Può dirci chi sono questi i tecnici, come sono stati selezionati e quali sono stati i costi sostenuti?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. No, non sono in grado di dare queste informazioni. Potrei fare qualche nome, visto che ne conoscevo alcuni, ma non posso essere preciso.

ALESSANDRO BRATTI. Potrebbe farci avere queste informazioni?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Certo, vi posso fare avere l'organigramma, come si è evoluto e quanto è costato.
Ad ogni modo, l'unità tecnica di missione non si è occupata solo dei lavori della Maddalena, ma svolgeva tutte le iniziative del G8. Inoltre, su di essa si è riversata anche tutta l'attività per il centocinquantenario. Per esempio, i lavori agli auditorium di Firenze, di Isernia e via discorrendo. Quindi, vi darò queste informazioni riportando tutto il lavoro svolto dall'unità tecnica di missione.

SUSANNA CENNI. Mi sfugge il collegamento tra l'auditorium di Firenze e la protezione civile.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. È un grande evento.

SUSANNA CENNI. Siccome, mentre illustrava il quadro di riferimento, ha citato varie università coinvolte, vorrei sapere come sono stati selezionati questi soggetti e queste competenze.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sulla base di scelte fiduciarie. Per quanto riguarda le università, posso affermarlo per certo. Viceversa, per gli esecutori sono sempre state effettuate delle gare.

PRESIDENTE. Rispetto a tutta l'attività svolta alla Maddalena, vi è solo questo procedimento che riguarda le bonifiche o comunque i rifiuti? Insomma, vi è solo l'inchiesta di Tempio Pausania?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Sì. Oltre all'inchiesta della magistratura, vi è anche - ripeto - una causa civile tra il concessionario e il concedente, legata alla mancata disponibilità delle aree di sedime e soprattutto a mare.

PRESIDENTE. Insomma, le altre inchieste che riguardano la protezione civile e i lavori svolti attengono ad altro.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Certo. Non attengono alla questione bonifiche.

ALESSANDRO BRATTI. Vorrei sapere quanto è costata la bonifica e tutte le opere per la Maddalena. Nel complesso.

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, il complesso delle opere non è di pertinenza di questa Commissione. Possiamo chiederlo per nostra informazione, ma non ci riguarda.

ALESSANDRO BRATTI. Non ne sono sicuro, visto che in Italia ci sono tanti siti da bonificare. Ora, se ci sono interessi, nel senso che magari in quelle aree si può sviluppare qualcosa, la bonifica si realizza; viceversa, se i siti sono inutilizzabili, la bonifica non si fa. Questa è la regola. Vi


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deve essere, quindi, un interesse. Non sto dicendo che le opere abbiano costi elevati o siano state realizzate in maniera irregolare. Vorrei solo cercare di capire l'ammontare complessivo dell'investimento. D'altronde, vi deve essere una relazione tra i soldi spesi per la bonifica e il valore che si può ricavare dall'operazione. Insomma, non ci deve essere necessariamente qualcosa di sospetto.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. La domanda, nella sua semplicità, è molto complessa e presupporrebbe una piccola premessa storica. Difatti, quest'area, che è un bellissimo arco naturale, con intorno edifici danneggiati e completamente in disuso, era oggetto di una contesa pluriennale tra la regione Sardegna e il demanio dello Stato, in particolar modo il Ministero della difesa, che non accettava di rilasciarla, chiedendo come contropartita cose che la regione non riteneva di dover dare. Questa vicenda molto complessa è stata risolta nel momento in cui si è deciso di far svolgere lì il vertice del G8, riuscendo a mettere intorno a un tavolo delle amministrazioni profondamente in conflitto tra loro, che hanno finalmente trovato un accordo. Quindi, con un'ordinanza della protezione civile si è determinato il trasferimento. È stata, cioè, restituita alla regione Sardegna un'area significativa, bellissima dal punto di vista naturale, tanto da ritenere di doverne fare un SIN. Del resto, fa anche parte del parco naturale. Siccome, poi, l'unica fonte di ricchezza dell'isola - i militari americani - era venuta meno, l'allora governo Prodi e soprattutto l'allora governatore della regione, Soru, cercarono di escogitare un sistema per rilanciare l'isola, per darle altre prospettive che, vista la bellezza del posto, potevano essere di tipo turistico-ricettivo. Nacque, quindi, l'idea e la necessità dell'investimento.
Ora, in merito alla domanda sul rapporto tra l'investimento e gli introiti, è difficile rispondere. Lo potrà dire soltanto il tempo. Per quanto mi riguarda, posso dire che sono stati spesi circa 230 milioni di euro per le opere a terra e che la bonifica è costata fino a oggi 30 milioni di euro, più i 10 che ancora mancano - ne abbiamo, infatti, soltanto 4 - per completare la bonifica. Questi sono i termini.
Oltretutto, nel frattempo, è stata avviata l'attività turistica, monca, però, visto che il concessionario realizza il grande business grazie non soltanto alla gestione dell'albergo, ma soprattutto all'affitto dei posti barca, attività autorizzata in via provvisoria e solo durante la stagione estiva, essendo impossibile effettuarla finché non si completa la bonifica. Da qui nasce il contenzioso.

DANIELA MAZZUCONI. Qual è il valore della concessione? Quanto paga il concessionario per l'utilizzo dei beni?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Il concessionario dovrà pagare - visto che, naturalmente, finché non si avvera la condizione della conclusione della bonifica ritiene le somme - circa 54 milioni di euro, più il canone annuale che, però, non è molto elevato. Insomma, il grosso della somma viene versato all'inizio.

DANIELA MAZZUCONI. E la concessione per quanti anni è?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. È quarantennale.

ALESSANDRO BRATTI. Mi interessava - ma ha già risposto - il rapporto tra l'investimento complessivo e quello per la bonifica. Poi, è ovvio che si vedrà in futuro se frutterà.

PRESIDENTE. Non ho compreso se nell'area bonificata vi è anche quella che era occupata dalla marina americana.

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. No. La marina americana era altrove, dietro. Quest'area era occupata dalla marina militare italiana. Quella, invece, era una base dei sommergibili


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e poi vi era un grosso insediamento, un grande villaggio dove vivevano le maestranze utilizzate dagli americani.

PRESIDENTE. Anche quella andrà bonificata nel tempo? Vi è già una previsione di bonifica?

GIACOMO AIELLO, Avvocato dell'Avvocatura dello Stato. Non ne ho mai sentito parlare.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, ringrazio ancora l'avvocato Aiello del suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.

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