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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VI
8.
Mercoledì 28 gennaio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3

Audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, sulle problematiche relative alla disciplina delle concessioni dei beni del demanio marittimo con finalità turisticoricreative (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Conte Gianfranco, Presidente ... 3 7 8 9 10
Bragantini Matteo (LNP) ... 9
Brambilla Michela Vittoria, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo ... 3 8
Graziano Stefano (PD) ... 7
Messina Ignazio (IdV) ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 28 gennaio 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 14,45.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, sulle problematiche relative alla disciplina delle concessioni dei beni del demanio marittimo con finalità turistico-ricreative.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, sulle problematiche relative alla disciplina delle concessioni dei beni del demanio marittimo con finalità turistico-ricreative.
Su un argomento su cui c'è ampia condivisione ci era parso opportuno sentire il sottosegretario Brambilla, che si era già adoperata per siglare questo protocollo con le categorie. Sappiamo che ha poco tempo, tuttavia ha portato del materiale che adesso provvediamo a distribuire.
L'argomento, come tutti sapete, riguarda le problematiche relative al demanio marittimo. Abbiamo già svolto le audizioni dell'ANCI, delle regioni, abbiamo sentito le diverse categorie e adesso ci avviamo alla chiusura di questi incontri, che avverrà domani con l'audizione del direttore dell'Agenzia del demanio, Maurizio Prato, prima di votare la risoluzione finale.
Premetto che, naturalmente, ho preso contatti con il Senato per presentare in quella sede un emendamento, che metterò in distribuzione, che propone di concedere, intanto, un periodo necessario per sospendere la riscossione, per le innumerevoli cause - sono arrivate quasi a quattromila - che riguardano l'intero territorio nazionale. Secondo l'emendamento, dovremmo sospendere intanto la riscossione e, nel frattempo, noi opereremmo per fare il regolamento in base alle nuove norme che abbiamo individuato. Dovrebbe finire nel «proroga termini», ma è un aspetto che stiamo ancora concordando con il Ministero dell'economia, in maniera da avere il tempo necessario, al di là dell'approvazione della risoluzione, di affrontare alcune tematiche.
Do la parola al sottosegretario Brambilla.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo. Buongiorno a tutti. L'urgenza e la necessità di intervenire su questo fronte l'avete già ben rappresentata anche nelle passate audizioni, quindi non voglio ripetervi cose che, sicuramente, sono già state ampiamente dette e analizzate.
Siete venuti a conoscenza - nel corso delle audizioni svolte con le associazioni di categoria - del protocollo d'intesa che il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo ha siglato con le regioni e le associazioni di categoria. Devo dirvi


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che la condivisione che abbiamo raggiunto su questo tema importante, sostanziale per molte imprese, è significativa e anche abbastanza inusuale, in quanto sappiamo bene come su questa materia ci siano state, in passato, grandi divergenze. Questa, peraltro, è una delle motivazioni per cui non si è ancora data una risposta adeguata.
Noi riteniamo di aver fatto un ottimo lavoro definendo questo protocollo, che è attualmente all'attenzione del Ministro Tremonti per le opportune valutazioni. Contiamo, però, di essere in grado di intervenire concretamente nel più breve tempo possibile, proprio perché la situazione lo richiede.
Ho voluto preparare due testi, che vi sono stati distribuiti. Quello che trovate in fondo è il testo del protocollo d'intesa. Come dicevo, voi ne avete sentito parlare - ho letto i resoconti - nelle audizioni delle associazioni di categoria. In quella sede, è stato fatto cenno molte volte a questo testo, ma nessun ve l'ha distribuito, almeno a quanto mi risulta. Per questa ragione ho voluto portarvi la versione originale, quella che ora è all'attenzione del Ministero dell'economia.
Inoltre, ho preparato un altro testo relativo all'iter che ha preceduto la stesura del protocollo. Potrete avere in questo modo un inquadramento generale, conoscere il nostro intervento e i termini del protocollo, dunque la risposta che intendiamo dare. Ho voluto distribuirvi questo testo così che possiamo seguirlo insieme, anche perché certamente la materia è complessa e richiede molta attenzione.
Il presidente, giustamente, chiedeva di sintetizzarlo. Il documento relativo all'inquadramento generale indica i vari step che hanno preceduto la situazione attuale. Sicuramente la materia è nota: parliamo di un problema di canoni minimi, di interventi di straordinaria manutenzione sui beni pertinenziali, di canoni annui per le aree occupate da impianti a facile e difficile rimozione, ma anche della decorrenza degli incrementi ISTAT, della classificazione della valenza turistica delle aree in questione. Si parla, poi, dei criteri di determinazione dei canoni, dei canoni di concessione per le pertinenze demaniali, delle durate delle concessioni, altro punto importante. Nel testo, dunque, trovate riportata, in maniera schematica e riassuntiva, la storia di quanto è successo fino ad oggi.
Veniamo, ora, all'iniziativa del nostro Dipartimento. Il 21 ottobre 2008 abbiamo insediato presso il nostro Dipartimento il tavolo tecnico per l'esame della situazione. Questo gruppo di lavoro non si è esaurito; oggi ha prodotto questo protocollo di intesa, ma andrà avanti nella sua fase propositiva in quanto, oltre ai punti che abbiamo inserito nel protocollo, c'è molto da fare per mettere ordine nella materia. Quindi, saranno necessari altri successivi interventi.
Partecipano a questo tavolo i nostri dirigenti, i nostri tecnici, le regioni e le rappresentanze sindacali del settore. Devo dire che abbiamo lavorato in tempi molto veloci: in meno di due mesi siamo arrivati a condividere un protocollo di intesa proprio perché, come affermava il presidente, su questo tema è ormai piena la condivisione di tutti gli attori in campo rispetto alle varie necessità.
Abbiamo provveduto a una ricognizione normativa e abbiamo condiviso la necessità e l'urgenza di procedere alla definizione di una modifica della normativa attuale, con particolare riferimento a quattro punti.
Il primo punto riguarda la necessità di semplificare le procedure di rilascio delle concessioni e ristabilire con chiarezza i termini, che sono di complessa interpretazione, e i valori dei canoni, prevedendo anche aumenti rispetto al 2006, purché graduali e in linea con una reale sostenibilità economica del sistema delle imprese.
Il secondo punto al quale abbiamo prestato particolare attenzione è quello di prevedere il prolungamento della durata delle concessioni ordinarie da sei a vent'anni, così da assicurare maggiore stabilità e certezza di sviluppo alle imprese balneari che intendono investire.
Il terzo punto è relativo ai porti turistici. Al riguardo, abbiamo soffermato la


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nostra attenzione sulla necessità di individuare un corretto regime normativo e dei canoni per i porti turistici, aprendo così alla possibilità che gli investimenti in questo settore risultino più semplici e, quindi, realmente interessanti.
Il quarto punto è stato mirato a elevare per le aziende operanti in regime di concessione demaniale su grandi superfici - parliamo dei villaggi turistici, dei campeggi e di strutture analoghe - la durata delle concessioni ad almeno trent'anni, poiché queste aziende hanno la necessità di essere messe in condizione di sopportare i maggiori oneri concessori e, contestualmente, di poter programmare investimenti e accedere al credito di lungo periodo.
Il tavolo tecnico ha ritenuto di dover valutare le modalità e i tempi per addivenire a una proposta complessiva di riforma a valere sul Codice della navigazione, che risale al 1942, e sul catasto demaniale. Abbiamo avuto una riunione il 4 novembre, successivamente alla costituzione del tavolo. Il tavolo tecnico ha raccolto le osservazioni pervenute da Assobalneari, FIBA (Federazione Italiana Balneari), Oasi, SIB (Sindacato Italiano Balneari), Federnautica, Assomarinas (Associazione italiana dei porti turistici), FAITA, che è la Federazione che riunisce i complessi turistici ricettivi all'aria aperta, quindi i camping e quanto altro, la regione Emilia-Romagna, assessorato al turismo.
In seguito, si è proceduto alla disamina della documentazione acquisita e al confronto di merito delle proposte pervenute.
Come vi dicevo, dopo ampia discussione il tavolo tecnico ha siglato, il 25 novembre, il protocollo di intesa che trovate allegato e le cui linee di intervento noi vi abbiamo illustrato nel punto C del documento che vi è stato consegnato.
Per non entrare nel merito di ogni singolo punto di questo articolato, in via generale e riassuntiva posso dirvi che questo protocollo prevede una nuova e più strutturata regolamentazione dei canoni sul demanio marittimo. Si tratta di un protocollo di particolare importanza per diversi motivi. Mi riferisco, innanzitutto, all'individuazione di tre fasce di utenza: i canoni, d'ora in poi, dovranno variare a seconda della valenza turistica che potrà avere ciascuna area costiera. Ad esempio, se si tratta di un'area costiera di gran pregio o, comunque, di maggior valore per quanto riguarda flussi, fatturati e presenze, è giusto che i canoni siano di entità maggiore rispetto a quelli che dovranno essere fissati per la terza fascia, cioè per le aree costiere che, per ragioni obiettive, non riescono a realizzare performance simili alle altre due fasce.
Anche per le aree di maggiore valenza turistica, comunque, è fondamentale che i canoni non superino un livello tale da poter scoraggiare, in queste zone, ulteriori investimenti da parte delle imprese. Per questo motivo, abbiamo fissato parametri diversi da quelli che erano stati decisi nel 2006, anche se poi già modificati nel 2007.
Abbiamo ritenuto necessario fissare anche quelli che dovranno essere i canoni minimi per tutti, in modo da evitare incertezze e decisioni troppo differenziate da parte delle singole amministrazioni.
Vi era un altro problema ancora da risolvere. La riforma introdotta con la legge finanziaria del 2007 ha modificato i criteri di determinazione dei canoni per le pertinenze demaniali, ancorandoli però non tanto ad un parametro predefinito - quello che ora, con il nostro protocollo, ogni regione dovrebbe essere in grado di definire per ogni area appartenente al proprio territorio - ma, al contrario, alle valutazioni dell'Osservatorio del mercato immobiliare. Questa soluzione ha determinato aumenti di canoni anche estremamente elevati per concessionari che conducono, invece, beni incamerati nel patrimonio dello Stato.
Questa norma non solo è stata di difficile applicazione per l'esosità di alcuni suoi parametri, ma ha ingenerato anche un elevato contenzioso, come voi sapete, che per mancanza di adeguati chiarimenti di carattere amministrativo ha creato, e continua purtroppo a creare, notevoli problemi sia all'Agenzia del demanio che alle imprese.
Il secondo motivo per cui trovo che questo intervento sia importante consiste


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nel fatto - ritengo utile sottolinearlo - che abbiamo ritenuto indispensabile non solo semplificare le procedure per il rilascio delle concessioni, ma anche prevedere, qualora ne sussistano i requisiti, il prolungamento, come dicevo, della loro durata da sei a vent'anni, in modo da dare maggiore stabilità e maggiori certezze alle imprese balneari che vogliono procedere ad ulteriori investimenti.
Ben venga, come abbiamo detto, che per le aziende operanti su grandi superfici si sia previsto di prorogare la concessione ad almeno trent'anni. Ciò può essere necessario alle imprese anche per poter accedere a linee di credito di lungo periodo, senza le quali è difficile che un'azienda di maggiori dimensioni possa programmare interventi idonei.
Ci è sembrato, altresì, utile rivedere il regime normativo e i canoni per i porti turistici. Anche questo è un comparto che, forse ancora più degli altri, oggi ha bisogno per il suo sviluppo di attirare più massicci e più programmati investimenti.
Veniamo al terzo e ultimo motivo che, riassumendo la sostanza anche dei primi due che sinteticamente vi ho esposto, cerca di chiarire ancora meglio le vere finalità di questa nostra iniziativa. Possiamo dire che, con questa proposta, noi non intendiamo affatto scardinare i principi del vigente sistema di concessione dei canoni, ma piuttosto intendiamo cercare di introdurre in esso tutti i correttivi che abbiamo ritenuto necessari. Ciò, da un lato, per consentire alle amministrazioni pubbliche di poter meglio ottemperare alle loro funzioni - anche questo rappresenta un problema - e, dall'altro, per venire incontro alle esigenze di una vasta gamma di operatori che, per sviluppare le loro attività, hanno sempre più bisogno di normative il più possibile semplici e chiare e di interlocutori, nella pubblica amministrazione, che sappiano gestirle ed applicarle, tenendo quindi in maggior conto le problematiche in cui, oggi, è costretto a muoversi il mercato. Questo, del resto, è quello che hanno già ben evidenziato, sottoscrivendo il nostro protocollo, anche l'ANCI, le regioni e le categorie d'imprese che avete ascoltato e che operano in questo settore.
Dunque, ritengo davvero che, tutti insieme, abbiamo fatto un buon lavoro. Non può esserci uno sviluppo di questo settore del turismo, che è un settore importante, senza forme di nuova, diversa e più adeguata programmazione. Allo stesso tempo, però, non vi potrà mai essere una programmazione dello sviluppo senza leggi e normative che siano più funzionali al raggiungimento di questo obiettivo. Mi riferisco, in particolare, alla semplificazione delle normative, ad una più chiara definizione dei procedimenti amministrativi, ad interlocutori nella pubblica amministrazione che, pur nel rispetto delle leggi, sappiano maggiormente condividere la logica di chi, in questo Paese, opera nell'interesse del mercato e per lo sviluppo della nostra economia.
Queste sono, dunque, le finalità di questo protocollo d'intesa. In aggiunta, vorrei sottolineare un elemento che ritengo altrettanto importante. L'adozione di normative più chiare, semplici, condivise e di più facile attuazione consentirà anche una graduale eliminazione di quella larga fascia di contenziosi che oggi, purtroppo, esiste e che, spesso, presenta aspetti rilevanti, anche sotto il profilo giuridico, oltre che amministrativo. La conseguenza è un sistema di concessioni e di canoni che, spesso, è costretto ad operare in stato confusionale, in un clima di indeterminatezza. Il risultato che, invece, noi vogliamo raggiungere è quello di fare in modo che, da un lato, le imprese possano avere più stimoli ad operare e investire in un settore sul quale noi, oggi, intendiamo puntare, e dall'altro che il gettito fiscale per lo Stato possa avere sensibili e, soprattutto, più certi incrementi.
Naturalmente, per raggiungere questo risultato occorre che le imprese siano soggette a canoni più proporzionati alla reale valenza economica della loro attività. Oggi, invece, per mancanza di regole certe, parametrate e gestite nel giusto modo dalle singole amministrazioni, c'è chi paga troppo, chi troppo poco, chi, approfittando


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della confusione che regna nel settore, non paga affatto o paga cifre veramente irrisorie. Insomma, il panorama lo conosciamo tutti. Il risultato è che ci sono anche perdite considerevoli per l'Erario. Quindi, l'obiettivo è far pagare il giusto, ma anche adottare iniziative e fissare incentivi che possano stimolare maggiori e più strutturati investimenti.
Questo protocollo intende, partendo dalla fissazione di canoni minimi, che devono essere uguali per tutti, stabilire appunto un sistema di canoni chiari e ben scaglionati che, pur prevedendo, come è giusto, sostanziali adeguamenti a causa dell'inflazione e tenendo in maggior conto quello che viene stimato come il reale valore delle aree, non siano tali da scoraggiare l'attività di impresa, come oggi invece accade spesso.
Con i correttivi che intendiamo proporre al sistema delle concessioni, oggi, tutte la parti in causa trarrebbero e trarranno vantaggio: lo Stato in termini di gettito fiscale, l'amministrazione in termini di efficienza e l'impresa, che ora potrà avere maggiori margini per operare nel segno dello sviluppo delle proprie attività.
Per questo ho proceduto, insieme al Dipartimento per lo sviluppo del turismo a mettere d'accordo - in tempi molto rapidi per questo genere di analisi - le varie parti in causa nel dare vita a questo testo e a trasmetterlo al Ministero dell'economia per le opportune valutazioni, con l'obiettivo di arrivare, in tempi strettissimi, a dare una risposta su questa materia.
Oggi si parla tanto, in ogni sede, della necessità di semplificare il sistema delle nostre leggi, l'apparato della nostra pubblica amministrazione, in modo da rendere entrambi più produttivi e funzionali alle esigenze - che oggi sono ancora più pressanti di ieri - di un libero mercato che intende operare per lo sviluppo della nostra economia. Ebbene, io credo che, anche da questo punto di vista, il nostro protocollo d'intesa rappresenti una buona opportunità.
Direi che mi sono dilungata fin troppo. Ho preparato un testo che credo risponda a tutti i quesiti che voi avevate, giustamente, sollevato in precedenza. Qualora vi fossero parti non chiare o vi fosse la necessità di ulteriori approfondimenti di alcuni aspetti, noi siamo a disposizione, con la struttura e tutti i nostri tecnici, per venire incontro a qualunque esigenza.
Concludo ringraziandovi personalmente, a nome di tutti gli operatori del settore e di tutti coloro che ogni giorno si misurano in questo campo, per aver posto attenzione in maniera così completa - ho letto il vostro testo - su un problema che da tempo necessitava di una risposta adeguata. La vostra attenzione è stata importante ed è segno di grande professionalità e competenza in questo settore.
Il mio è un ringraziamento a nome anche delle imprese e di tutti gli operatori.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

STEFANO GRAZIANO. Innanzitutto, penso che questo protocollo d'intesa abbia un punto di partenza positivo, dal momento che tiene conto delle esigenze esposte nell'ambito delle audizioni della Commissione e del lavoro svolto, in particolare, dal presidente Conte, da cui è emersa la necessità di dar vita a una norma che creasse delle condizioni di questo tipo.
Ho già presentato un'interrogazione in Commissione, al Ministero dell'economia, ma rivolgo anche qui al sottosegretario Brambilla una domanda che riguarda una tematica che, a mio avviso, è molto collegata alla vicenda generale: mi riferisco al SID, il sistema informativo del demanio marittimo. Innanzitutto, vorrei capire perché il Ministero non dà le password ai centri operativi locali, che siano regioni o comuni; inoltre, vorrei sapere perché i protocolli non siano stati, di fatto, ancora firmati.
Nell'ambito della vicenda relativa ai canoni demaniali, una questione riguarda, in particolare, i comuni che, da quanto abbiamo ascoltato in Commissione, avanzano una rivendicazione, di cui, però, non si parla in questa risoluzione. Probabilmente


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è giusto così, ma vorrei capire qual è l'orientamento del Governo rispetto a una vicenda che, a mio avviso, è molto importante. Occorre, però, ritornare alla questione del SID per arrivare a quella dei comuni: se abbiamo il SID riusciamo a capire quali sono le aree che hanno la concessione e quali no. Fino ad oggi questa partita non può essere ancora definita, quindi non si possono definire le partite di discussione di quel demanio e, da qui, la partita che riguarda regioni, comuni e la ripartizione in particolare per le spiagge libere (potrei citare dei casi dove il rapporto 70-30 non si verifica).
Questa è la mia domanda, anche per capire l'orientamento del Governo. In particolare, partendo da questi elementi, vorrei capire quali possono essere i benefici per il consumatore poiché quello che, poi, non è ancora emerso in modo forte da questa vicenda è proprio il ricavo che il consumatore dovrebbe trarre in termini di qualità dei servizi e di costo rispetto ai servizi stessi.

PRESIDENTE. Direi che è tutto chiaro; d'altronde, abbiamo lungamente discusso il tema.
Non so se il sottosegretario sia in grado di dare ora una risposta...

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per il turismo. L'argomento è serio; preferisco...

PRESIDENTE. Lo affronterà tenendo presente che - credo - il Ministero dell'economia darà una risposta sul SID che naturalmente sarà inaccettabile. Infatti, su questa materia ho da qualche anno il dischetto complessivo prodotto dal SID, che all'epoca costò, se ricordo bene, 350 miliardi. Tuttavia, dal momento che non c'era grande capacità di sviluppare il satellite, molte concessioni si trovarono disallineate di un metro, due metri e così via. La cosa più grave, però, fu che il Ministero delle infrastrutture, non avendo contezza del numero delle concessioni - dal momento che esse variavano, da un anno all'altro, anche di 1.500, 2.000, 3.000 unità - non sapeva assolutamente come collegare le carte che arrivavano dalle capitanerie di porto. Allo stesso tempo, il Ministero, non gestendo la partita del demanio, doveva incrociare i propri dati con quelli del demanio stesso, il quale, però, avendo la gestione solo del denaro, sapeva quello che incassava ma non conosceva il numero delle concessioni.
Si è verificata una settorializzazione, rispetto alla quale vedremo quale sarà la risposta. Mi sono occupato a lungo di queste vicende e, fra l'altro, all'epoca indissi una riunione alla Presidenza del Consiglio per cercare di coordinare i diversi ministeri. Il risultato, però, era questo: si aveva la definizione fotografica su digitale delle aree in concessione, ma non i nomi dei concessionari, né tanto meno l'ammontare del loro canone, quindi non si è mai riusciti a chiudere questa partita; salvo spendere qualche altro centinaio di milioni, credo che la partita rimarrà ancora sospesa. Sicuramente, portare in capo ai comuni la vera gestione ci metterà nelle condizioni di conoscere lo stato delle concessioni sul territorio.
Credo che il nostro compito sia approntare una norma quadro, e in questo senso ci siamo mossi. Abbiamo ottenuto, d'altra parte, la firma di tutti i gruppi parlamentari.
Si pone, però, un problema che vorrei sottoporre al sottosegretario Brambilla. Naturalmente, noi non possiamo pensare di predisporre una norma che abbia un costo, tant'è che la nostra risoluzione non entra nel merito del gettito, ma chiede solo di rifare la cornice, in modo che il gettito venga assicurato.
Questo è il tema che affrontiamo nell'emendamento che, adesso, farò distribuire e che intendiamo presentare. Naturalmente, il sottosegretario Brambilla si adopererà, ma poiché c'è una sovrapposizione con il Ministero dell'economia, abbiamo pensato di articolare un intervento che, in una prima, fase, rinvii ad un regolamento contenente i principi inseriti nella risoluzione, che sospenda i pagamenti sino al 30 settembre, in maniera da


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rendere possibile l'avvio della stagione balneare senza eccessivi traumi, ma che tenga conto della necessità di garantire comunque gli introiti al Ministero dell'economia.
Per questo motivo, è stata considerata l'ipotesi di un esborso sul Fondo delle politiche strutturali di una decina di milioni per garantire, perlomeno, gli interessi sul mancato introito dei canoni di concessione.
C'è da aggiungere un altro problema, collegato strettamente a questo. La Corte dei conti ha fatto rilevare che, rispetto al gettito previsto dei 250 milioni, negli ultimi otto anni non si è mai raggiunta la cifra di 80 milioni. Anzi, è stata raggiunta una sola volta la somma di 82,7 milioni, mentre i residui si accumulano dal 2000 in avanti e non sono stati mai incassati.
È chiaro, quindi, che c'è una resistenza da parte del Ministero dell'economia, che vorrebbe garantito perlomeno l'introito - che era, tutto sommato, anche accettato dagli operatori - in una operazione di «spalmatura» che tenga conto, da una parte, delle esigenze dello Stato e, dall'altra, delle esigenze degli operatori stessi. D'altra parte, credo che lo Stato si debba attrezzare per attribuire ai comuni la gestione, così come, giustamente, faceva rilevare il collega Graziano.
Ecco, in questo quadro, ritengo che l'azione del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo sia stata molto utile per offrire un raccordo. Chiaramente, a questo punto, ci troviamo, però, nella condizione di collegare le attività del Dipartimento con quelle del Ministero dell'economia.
La soluzione che abbiamo prospettato nell'emendamento ci mette nelle condizioni di avere un tempo per accompagnare questo provvedimento. Poi interverrà il federalismo fiscale e metterà una parola definitiva sull'argomento.

MATTEO BRAGANTINI. La mia domanda riguarda, appunto, il fatto che noi dobbiamo recuperare questi otto anni in cui si erano preventivate delle entrate in base ad alcune leggi, quelle del 2003, che avevano previsto l'aumento del canone. Nel protocollo si dice che sino al 1o gennaio del 2009 si mantengono i canoni pregressi, dunque dovremo trovare la copertura. Per il futuro, poi, vedremo come fare.

PRESIDENTE. Leggendo l'emendamento - credo che sia stato distribuito - vedrà che, intanto, esso riprende precisamente la risoluzione che noi dovremmo votare domani, quindi il corpo centrale. Il testo, però, compie due operazioni distinte: nella parte alta rimanda a un regolamento attuativo, da fare entro il 30 giugno, la regolamentazione secondo criteri che sono quelli contenuti nella nostra risoluzione; nella parte finale, prevede che siano sospese le riscossioni sino al 30 settembre prevedendo quindi una copertura di 10 milioni.
Il Ministero ha considerato che 250 milioni al 4 per cento dà come risultato quella cifra, dunque ha tenuto conto del fatto che gli interessi sul mancato introito portano a quella necessaria copertura. Intanto, però, questa decisione ci mette nelle condizioni di non avere il cappio al collo costituito dal fatto di non riuscire a risolvere il problema di sospendere le cartelle emesse, le richieste di revoca delle concessioni e via dicendo.
Se questa norma, che vi ho fatto avere, fosse approvata direttamente nel decreto «milleproroghe», a quel punto bisognerebbe solo approntare il regolamento, fare una messa a punto secondo il protocollo che è stato firmato al Ministero e non ci sarebbe neanche la necessità di intervenire ulteriormente.
Naturalmente, rimaniamo sotto la spada di Damocle delle valutazioni dell'Antitrust in relazione al rinnovo delle concessioni; ma questo è un argomento del quale il sottosegretario avrà sicuramente contezza e che si affronterà in un secondo momento.

MATTEO BRAGANTINI. Se noi prevediamo che fino al 1o gennaio 2009 rimangono i vecchi canoni, come ci comportiamo nei confronti di coloro i quali si erano già messi in regola (non so se


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qualcuno lo abbia già fatto)? Facciamo come abbiamo sempre fatto, cioè facciamo finta di niente, visto che ormai hanno pagato?

PRESIDENTE. Tanti operatori hanno fatto un versamento in acconto, ossia, se pagavano mille euro e ora gliene sono stati chiesti 10 mila, hanno deciso di versare mille euro e di fare ricorso per gli altri 9 mila: questo, generalmente, è l'atteggiamento. Chiaramente è possibile che qualcuno abbia pagato e, in questo caso, si fanno le compensazioni; tutti i versamenti che vengono fatti in capo al demanio sono fatti a valere, perché sono sempre in conto rispetto a una definizione che viene fatta in una seconda fase. Poi ci saranno le compensazioni: chi ha dato di più avrà un rimborso e chi, invece, ha dato di meno farà un'integrazione. Se cambiamo il sistema amovibile-inamovibile, i soggetti che avevano strutture amovibili dovranno pagare di più, mentre quelli che avevano strutture inamovibili dovranno, se non hanno pagato, integrare i loro versamenti.

IGNAZIO MESSINA. Se mi è consentito andare fuori tema, vorrei fare una sollecitazione. Parliamo sempre di beni demaniali con finalità turistica. Rispetto a una situazione che riguarda la città di Trapani, che possiede un immobile di straordinaria valenza turistica, la Colombaia, che ha duemila anni di età, qualche tempo fa, da buon siciliano, avevo rivolto un'interrogazione al Ministro delle infrastrutture poiché il comune di Trapani ne aveva chiesto la sdemanializzazione, dal momento che, di fatto, l'edificio sta crollando. L'interrogazione risale al 23 giugno 2008, ma non ho ancora ottenuto risposta, nonostante i solleciti. In attesa della risposta, credo che, alla fine, ammesso che si riuscisse a sdemanializzare quell'edificio, si troveranno solo ruderi e macerie, e nient'altro.
A questo proposito, anche perché non credo che la questione riguardi soltanto il comune di Trapani, ma ci sono sicuramente situazioni simili in giro per l'Italia, vorrei chiedere al sottosegretario se fosse possibile pensare ad un intervento tempestivo rispetto alle richieste dei comuni, che non gravano sullo Stato, anzi spesso si impegnano essi stessi, con atto formale, a ristrutturare. Chiedo, allora, che almeno il Governo provveda con speditezza a consegnare le strutture, nell'interesse della collettività e del turismo.

PRESIDENTE. Naturalmente, onorevole Messina, domani, durante l'audizione del dottor Prato, direttore dell'Agenzia del demanio, su questo argomento, potrà sollecitare nuovamente la risposta.

IGNAZIO MESSINA. Certamente. Intanto ho approfittato di questa occasione e vi ringrazio per avermene dato la possibilità.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Brambilla per il lavoro che ha svolto finora. Speriamo che il rapporto fra il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e il Ministero dell'economia trovi la giusta quadra.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,30.

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