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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VI
23.
Mercoledì 21 aprile 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3

Audizione del direttore dell'Agenzia del territorio, sulle tematiche relative allo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Conte Gianfranco, Presidente ... 3 7 8 11 13 14
Alemanno Gabriella, Direttore dell'Agenzia del territorio ... 3 7 11 14
Barbato Francesco (IdV) ... 8
Causi Marco (PD) ... 9 13 14
Comaroli Silvana Andreina (LNP) ... 10
Fogliardi Giampaolo (PD) ... 13

ALLEGATO: Documento consegnato dal direttore dell'Agenzia del territorio ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia: Misto-NS/LS Ausonia.

[Avanti]
COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 21 aprile 2010


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 14,40.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore dell'Agenzia del territorio, sulle tematiche relative allo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del direttore dell'Agenzia del territorio sulle tematiche relative allo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni.
Sono presenti, inoltre, il dottor Silvio Caldarone, direttore della Direzione centrale sistemi informativi, l'ingegner Franco Maggio, direttore della Direzione centrale catasto e cartografia, il dottor Aldo De Luca, direttore della Direzione centrale per la pubblicità immobiliare e gli affari legali, e il dottor Mario Occhi, responsabile dell'Area comunicazione e relazioni internazionali.
Do ora la parola alla dottoressa Alemanno.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Ringrazio per questa opportunità, signor presidente, lei e gli onorevoli deputati della Commissione finanze.
Con riferimento al tema principale dell'odierna audizione, rappresentato dalle tematiche relative allo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni, ritengo utile evidenziare che il predetto trasferimento rappresenta un processo parallelo, ma distinto e indipendente dall'attuazione del federalismo fiscale delineato dalla legge n. 42 del 2009, recante, appunto, delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
In tale ambito, dopo una preliminare relazione sul patrimonio informativo gestito dall'Agenzia, il mio intervento sarà mirato a illustrare gli attuali rapporti tra l'Agenzia stessa e gli enti locali, con particolare riferimento all'interscambio informativo, anche nell'ottica del federalismo fiscale.
Cercherò, inoltre, di evidenziare la flessibilità dell'attuale sistema infrastrutturale, che garantisce la fruibilità delle informazioni gestite dall'Agenzia e la disponibilità delle stesse a diversi livelli di governo, in un quadro che assicuri, al contempo, la governance del sistema unitario nazionale catastale.
Illustrerò, quindi, lo stato di attuazione del decentramento delle funzioni catastali ai comuni.
Vorrei iniziare con una sintetica descrizione del patrimonio informativo dell'Agenzia, che, nell'ambito del sistema informativo della fiscalità e con il supporto del partner tecnologico Sogei gestisce una serie di informazioni relative al patrimonio immobiliare nazionale, registrando i dati censuari e tecnici degli immobili (ai fini fiscali), i diritti reali sugli immobili (ai


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fini della pubblicità immobiliare), nonché i dati relativi al mercato immobiliare.
Si evidenzia che le province autonome di Trento e Bolzano, ove vige il sistema tavolare, esercitano direttamente le funzioni catastali per delega dello Stato.
Il sistema informativo catastale è costituito da quattro settori completamente informatizzati e strettamente correlati tra loro.
Il settore censuario del catasto terreni è costituito da circa 83 milioni di particelle catastali, di cui 60 milioni soggette a tassazione (le residue particelle concernono aree occupate da fabbricati ed altre aree esenti da estimo catastale).
Il settore censuario del catasto edilizio urbano è costituito da circa 66 milioni di unità immobiliari urbane, di cui circa 58 milioni con rendita catastale (le residue unità immobiliari concernono beni comuni non censibili o unità non produttive di reddito).
Il settore planimetrico completa il catasto edilizio urbano con informazioni di tipo grafico relative a ciascuna unità immobiliare (peculiarità, quest'ultima, che caratterizza pochissimi sistemi catastali in ambito internazionale).
Il settore cartografico è costituito da circa 340.000 file cartografici. La cartografia catastale conferisce al sistema informativo la caratteristica di essere geograficamente referenziato.
Il sistema informativo della pubblicità immobiliare è costituito dalla raccolta degli atti e delle relative note (trascrizioni, iscrizioni e domande di annotazione), riguardanti prevalentemente il trasferimento delle proprietà e i diritti reali sugli immobili, ovvero l'iscrizione o la cancellazione delle ipoteche.
Con riguardo al contenuto, si segnalano circa 45 milioni di note meccanizzate, acquisite a partire dal processo di automazione iniziato negli anni Ottanta, e circa 40 milioni di note relative al ventennio pre-automazione, acquisite in formato digitale.
Con riferimento ai servizi di consultazione ipotecaria, nel corrente mese di aprile 2010 è in corso di avvio l'acquisizione in formato digitale di ulteriori 13 milioni di note di trascrizione, per l'arco temporale intercorrente tra gli anni Settanta e la pre-automazione, e 60 milioni di pagine dai repertori delle trascrizioni, dal 1957 al momento dell'automazione, che attualmente sono disponibili solo in materiale cartaceo. Nel biennio 2010-2011, tale attività riguarderà 6 milioni e mezzo di note e 33 milioni di pagine di volumi di repertori.
In coerenza con quanto disposto dall'articolo 64 del decreto legislativo n. 300 del 1999, che attribuisce all'Agenzia del territorio il compito di integrare i sistemi informativi della funzione fiscale con quelli delle trascrizioni e iscrizioni in materia di diritti sugli immobili, nel 2008 è stata realizzata la struttura informatica necessaria per la costituzione della banca dati integrata e centralizzata, della quale, per logica espositiva, si daranno più ampi cenni nel prosieguo dell'audizione.
L'Agenzia, inoltre, gestisce l'Osservatorio del mercato immobiliare, che ha il duplice obiettivo di concorrere alla trasparenza del mercato immobiliare e di fornire elementi informativi utili alle attività nel campo dei processi estimativi. In particolare, tali attività sono rese possibili attraverso la gestione di una banca dati delle quotazioni immobiliari, che fornisce una rilevazione indipendente delle quotazioni dei valori mobiliari e delle locazioni sull'intero territorio nazionale, valorizzando, al tempo stesso, a fini statistici e di conoscenza del mercato immobiliare, le banche dati disponibili e, più in generale, assicurando la realizzazione di analisi e di studi.
L'efficacia con la quale l'Agenzia assolve i propri compiti istituzionali è strettamente correlata alla qualità delle basi informative da essa gestite. I servizi resi alle istituzioni, ai professionisti - in particolare, a notai e geometri - e ai cittadini hanno un valore connesso al grado di completezza e di coerenza dei dati gestiti in relazione alla realtà territoriale.
Si ricorda, altresì, che sono stati recentemente siglati accordi quadro con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti


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e degli esperti contabili e con l'Associazione bancaria italiana, finalizzati ad instaurare una concertazione e una collaborazione atte ad individuare e ad espletare attività di reciproco interesse istituzionale.
Nell'ambito descritto, l'Agenzia ha introdotto un modello di valutazione della qualità delle banche dati idoneo a pianificare gli interventi di miglioramento delle stesse, anche al fine di monitorarne i risultati.
Per quanto riguarda la nostra infrastruttura tecnologica, l'Agenzia ne ritiene fondamentale il continuo adeguamento, per garantire un'erogazione di servizi sempre più qualificati e specializzati attraverso canali e modalità differenziati, ivi compreso il perfezionamento di accordi e collaborazioni con i propri stakeholder.
Per il perseguimento di tali obiettivi, l'Agenzia ha elaborato, di concerto con il partner tecnologico Sogei, piani di investimento pluriennali per lo sviluppo informatico, impegnando significative risorse umane e finanziarie; ciò al fine di consentire una sempre maggiore accessibilità e fruibilità dei dati e il miglioramento della qualità degli stessi.
In tale ambito, ha assunto particolare rilievo lo sviluppo dei processi telematici, che hanno permesso di offrire, attraverso il portale dell'Agenzia, servizi per la consultazione delle banche dati e la realizzazione di procedure informatiche per la trasmissione degli atti di aggiornamento catastale e di pubblicità immobiliare. Tali attività rientrano nel più ampio progetto di dematerializzazione che sta interessando tutta la Pubblica Amministrazione e che, con particolare riferimento alle attività dell'Agenzia, consentirà, una volta a regime, di eliminare completamente il flusso di documenti cartacei per l'aggiornamento delle banche dati. In tal senso, è significativo il processo di telematizzazione per la presentazione delle formalità ai servizi di pubblicità immobiliare (attraverso il cosiddetto modello unico informatico, il cui utilizzo è obbligatorio per i notai), che consente la registrazione, la trasmissione e la voltura degli atti di trasferimento dei diritti reali.
Si segnala, inoltre, che è in fase di sperimentazione la trasmissione telematica del trasferimento dei diritti reali e che, entro il corrente anno, la procedura entrerà a regime.
Con riferimento alle procedure di aggiornamento telematico delle banche dati catastali, sono attualmente circa 58.000 i tecnici professionisti (quali geometri, ingegneri, architetti e via elencando) abilitati all'utilizzo delle procedure Docfa, per la presentazione delle dichiarazioni di nuove costruzioni o di variazione del catasto edilizio urbano, e Pregeo, utilizzata per l'aggiornamento della banca dati cartografica del catasto terreni.
Sono circa 5.000 i notai che utilizzano il modello unico informatico per l'aggiornamento delle banche dati di pubblicità immobiliare e circa 700 gli istituti di credito che utilizzano la procedura semplificata di cancellazione delle ipoteche, ai sensi del decreto legge n. 7 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 40 del 2007.
Alla data del 31 dicembre 2009, l'utilizzo dei servizi di consultazione per via telematica ha interessato per il 76 per cento le banche dati catastali e per l'83 per cento le banche dati di pubblicità immobiliare.
Relativamente ai servizi di aggiornamento, la trasmissione telematica è utilizzata, alla data odierna, per la registrazione del 44 per cento degli atti del catasto edilizio urbano, per la registrazione del 49 per cento degli atti del catasto terreni e per l'82 per cento delle formalità ipotecarie, comprese le comunicazioni delle cancellazioni di ipoteca eseguite con modalità semplificata da parte delle banche.
È utile segnalare che i volumi di consultazioni telematiche richieste da notai e tecnici professionisti dimostrano ormai che lo studio del professionista e il sistema unitario catastale interagiscono prevalentemente via rete. Nel 2009, i professionisti


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hanno richiesto circa 65 milioni di visure catastali e 41 milioni di ispezioni ipotecarie.
L'Agenzia ha operato per garantire ai cittadini la massima accessibilità alle informazioni catastali, rendendo disponibili, oltre ai servizi di sportello presso gli uffici provinciali aventi sede nel capoluogo di provincia - con esclusione delle province autonome di Trento e Bolzano -, anche sportelli catastali decentrati. Questi ultimi punti di accesso alle informazioni catastali sono stati aperti presso circa 1.200 comuni a seguito di un provvedimento dell'Agenzia, la quale ha definito, nel 2003, uno schema di protocollo d'intesa che i comuni interessati a tale servizio avrebbero dovuto approvare con delibera di giunta.
Inoltre, nell'ambito del progetto governativo «Reti amiche» è stato siglato, di recente, un accordo con Poste Italiane Spa grazie al quale i cittadini, a pagamento, possono richiedere le visure catastali anche presso 5.740 sportelli postali che aderiscono all'iniziativa. Questo servizio, ancorché in fase di prima attuazione, consolida la collaborazione avviata nel 2002 con Poste Italiane Spa per i servizi catastali, telefonici e via web.
Attraverso le mappe contenute nella relazione è possibile constatare come su tutto il territorio nazionale vi sia la possibilità di fornire una serie di servizi erogati dall'Agenzia.
Segnalo, inoltre, che i cittadini dispongono oggi di servizi Internet gratuiti per la consultazione delle principali informazioni catastali, tra i quali merita di essere evidenziato il servizio di consultazione delle rendite catastali dei fabbricati e dei terreni, finalizzato a facilitare gli adempimenti fiscali. Il contribuente ha, inoltre, la possibilità di consultare le informazioni, pubblicate sul sito Internet dell'Agenzia, relative a operazioni, da essa eseguite, di variazione colturale dei terreni o di individuazione di fabbricati non dichiarati. Tramite il Contact center, infine, il cittadino può richiedere via Internet l'integrazione o la correzione delle informazioni catastali. Nel 2009, i cittadini hanno consultato i dati catastali effettuando oltre 9 milioni di accessi via Internet.
L'accesso all'informazione catastale è dunque garantito, oltre che attraverso consultazioni telematiche, tramite Internet, anche da una capillare diffusione di punti di consultazione sul territorio, complessivamente pari a circa 7.000 unità, tra sportelli dell'Agenzia, sportelli gestiti direttamente dai comuni e sportelli postali. Tali punti di consultazione sono necessari per tener conto delle esigenze di tutte le fasce di cittadini e per superare il cosiddetto digital divide, che riguarda alcune categorie di utenti, svantaggiati nell'utilizzo dei servizi della pubblica amministrazione o per ubicazione geografica o per indisponibilità di un canale informatico.
Riguardo alle collaborazioni e agli accordi di servizio con gli enti locali, si rende utile approfondire una serie di attività condotte dall'Agenzia del territorio per garantire alle altre pubbliche amministrazioni, in particolare agli enti locali, un'agevole accessibilità alle informazioni catastali e un efficace interscambio informativo.
Il codice dell'amministrazione digitale - è opportuno ricordarlo - ha stabilito che le basi dei dati catastali gestiti dall'Agenzia rientrano nell'ambito dei dati territoriali di interesse nazionale e, inoltre, che la stessa Agenzia, in coerenza con le disposizioni che disciplinano il sistema pubblico di connettività, deve stabilire le regole tecnico-economiche per l'utilizzo dei dati catastali per via telematica da parte di sistemi informatici di altre amministrazioni.
Inoltre, successivi provvedimenti normativi, emanati nel 2006, hanno disposto che l'Agenzia assicurasse la circolazione e la fruizione della base dei dati catastali, realizzata nel 2007, per permetterne l'utilizzo da parte di sistemi informatici di altre amministrazioni.
La disponibilità certificata di questi dati ha consentito l'eliminazione dell'obbligo, per i cittadini, di presentare la dichiarazione ICI ai comuni, in presenza


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di acquisizione, modificazione o trasferimento dei diritti reali sugli immobili.

PRESIDENTE. La sua relazione, dottoressa Alemanno, è molto interessante e articolata. Tuttavia, poiché i nostri tempi sono ristretti, ritengo opportuno passare direttamente alle domande, le quali potranno fornire l'occasione per sviluppare ulteriormente il tema oggetto dell'audizione.
Preliminarmente, vorrei che fornisse alla Commissione qualche informazione relativa al tavolo tecnico istituito presso la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in modo da procedere con le domande dopo aver preso cognizione dello stato dell'arte.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Riassumo brevemente la vicenda che ha condotto all'istituzione del tavolo tecnico.
Sul tema del decentramento di funzioni catastali ai comuni si è pronunciato il TAR per il Lazio, decidendo un ricorso proposto da Confedilizia avverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 giugno 2007, recante il decentramento di funzioni catastali ai comuni ai sensi dell'articolo 1, comma 197, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Il TAR aveva accolto il ricorso, ma il Consiglio di Stato, adito dall'ANCI, la quale lamentava la propria pretermissione nel giudizio di primo grado, ha annullato la sentenza e ha rinviato al TAR, affinché decidesse il ricorso in diversa composizione, previa integrazione del contraddittorio. Su proposta del sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Casero, si è quindi proposto all'ANCI di istituire un tavolo tecnico, per cercare di definire, nelle more della pronuncia del TAR, un modello di decentramento condiviso. È stato attivato, dunque, il tavolo tecnico presso la Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Il TAR per il Lazio ha deciso nuovamente il ricorso il 19 marzo 2010. Nella sentenza, il TAR afferma che, in realtà, la devoluzione di competenze in materia catastale ai comuni è già avvenuta ai sensi dell'articolo 66 del decreto legislativo n. 112 del 1998. Afferma, inoltre, che non occorre verificare l'ampiezza dei poteri comunali di aggiornamento degli atti catastali (atteso che gli enti locali operano in base alle linee-guida giuridiche e tecniche che la legge riserva allo Stato), essendo importante, piuttosto, che siano previsti controlli e sanzioni (premiali ed afflittive) volti a garantire che l'attività dei comuni si conformi alle linee-guida fissate dall'Agenzia del territorio a presidio dell'unitarietà del sistema catastale nazionale. Il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 14 giugno 2007 è stato quindi annullato dal TAR «per quanto di ragione e nei soli sensi di cui in motivazione». Il TAR ha addirittura prospettato la possibilità di una riedizione o, comunque, di un'integrazione del citato decreto con gli elementi segnalati nella sentenza. La pronuncia del TAR è sopraggiunta, dunque, tra l'istituzione del tavolo tecnico e la sua attivazione.
L'Agenzia del territorio, ancora una volta sulla base di un input del sottosegretario Casero, ha presentato al tavolo tecnico una proposta che prevede due possibili opzioni: una più elementare e una più evoluta. Abbiamo ritenuto opportuno fare ciò in considerazione del fatto che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 giugno 2007 era, nei fatti, assolutamente superato dal processo di informatizzazione. Dal nostro punto di vista, lavorare sul predetto decreto non sarebbe stato utile, in quanto sono intervenuti, nel frattempo, l'informatizzazione per la voltura automatica e per l'aggiornamento delle banche dati catastali, nonché il modello unico informatico per l'aggiornamento delle banche dati di pubblicità immobiliare. Questi i fatti sopravvenuti con i quali ci dovevamo confrontare. Per questo motivo, abbiamo proposto le due soluzioni cui ho accennato, schematicamente illustrate a pagina 21 della relazione.
L'opzione base permetterebbe a tutti i comuni - tranne le province autonome di Trento e Bolzano - la consultazione del


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catasto terreni, del catasto edilizio urbano, della cartografia a mezzo Sister e, in modo più preciso, la consultazione, estesa a tutto il territorio nazionale, delle banche dati censuaria, catasto terreni, catasto edilizio urbano, cartografica e superfici delle unità immobiliari urbane (di fatto, queste sono le notizie indispensabili per la determinazione dei tributi locali, anche nell'ottica di un eventuale tributo immobiliare di futura istituzione).
La proposta cosiddetta evoluta - che abbiamo definito «Modello Milano/Torino», in quanto Milano e Torino sono gli unici comuni che l'hanno introdotta a livello sperimentale, peraltro con buoni risultati -, oltre a presentare tutte le possibilità offerte dall'ipotesi base, permetterebbe di presentare l'aggiornamento delle rendite catastali, indifferentemente e alternativamente, tanto presso gli sportelli comunali, quanto presso gli uffici dell'Agenzia. In tal modo, si creerebbe una continua attività istruttoria di aggiornamento delle rendite catastali, la cui validazione, tuttavia, spetterebbe sempre all'Agenzia (sarebbe salvaguardato, quindi, il principio dell'unitarietà del sistema nazionale catastale, affermato anche dal TAR). Questo è quanto abbiamo proposto.
Inoltre, per i comuni più evoluti, abbiamo previsto, come opzione facoltativa, l'accettazione di atti di aggiornamento del catasto terreni e della cartografia (cosiddetto Pregeo: si tratta di una procedura molto particolare, che riguarda esclusivamente le procedure di aggiornamento del catasto terreni).
Nel corso dell'ultima riunione del 14 aprile, i comuni - che inizialmente si erano detti d'accordo sulla nostra proposta - hanno invece rilanciato, chiedendo che le funzioni catastali rientrino tra le loro funzioni esclusive e come tali siano inserite, quindi, nella Carta delle autonomie locali di cui all'articolo 13 del disegno di legge n. 3118, attualmente all'esame della Camera.
Vorrei brevemente accennare - e mi avvio a concludere - al recupero di rendite catastali, realizzato attraverso le attività di alta valenza fiscale descritte dal grafico a torta che si trova a pagina 22 della relazione. In particolare, credo che una delle attività più ragguardevoli, sotto il profilo evidenziato, sia stata quella di accertamento degli immobili mai dichiarati, effettuata attraverso il confronto tra le nostre mappe cartografiche e le foto aeree. Ciò ha portato ad un recupero assolutamente significativo di rendite catastali, che, al 31 marzo 2010, ammonta a 250 milioni di euro. Si tratta, ripeto, di incremento delle rendite catastali (che, ovviamente, è cosa diversa dall'incremento del gettito relativo all'imposizione immobiliare ad esse comunque, collegata).
In ogni caso, tutte le diverse attività di recupero illustrate nel prospetto e i progetti diversificati ad alta valenza fiscale hanno portato, dal 1o gennaio 2008 al 31 marzo 2010, ad un recupero di rendite catastali e di redditi dominicali pari a 933 milioni di euro, grazie all'opera di tutti i nostri uffici dislocati sul territorio.

PRESIDENTE. Molto bene, complimenti.
Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

FRANCESCO BARBATO. Prima di sottoporre alla dottoressa Alemanno una domanda, desidero innanzitutto ringraziare, a nome dell'Italia dei Valori, tutta la delegazione dell'Agenzia del territorio che partecipa all'audizione odierna.
Circa venti minuti fa, è stata svolta una mia interrogazione a risposta immediata, con la quale ho posto al Ministero dell'economia e le finanze la questione dei mutui che sono stati erogati, in Campania, per l'acquisto di immobili risultati abusivi. Si è arrivati all'inverosimile: sono stati concessi mutui senza che ricorressero i presupposti minimi per poterlo fare!
Al di là del merito della vicenda, la premessa mi serve per sviluppare un preciso ragionamento. Purtroppo, nel Mezzogiorno d'Italia è estremamente diffuso l'inquinamento dei livelli istituzionali locali. Per questa ragione, mi preoccupa l'idea di decentrare le funzioni del catasto a livello locale.


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Ad esempio, se si ha riguardo al settore della giustizia, le Direzioni distrettuali antimafia sono contrarie all'istituzione di uffici di livello provinciale, in quanto ritengono che più sono lontane dai territori, minore è il rischio di condizionamento negativo per la loro attività. Nell'esempio che ho appena proposto, si paventa che possano essere condizionate le indagini di magistrati e poliziotti: immaginate, quindi, a quali manipolazioni potrebbero essere soggetti, presso gli uffici tecnici di Napoli o di Reggio Calabria, i dati catastali, periodicamente soggetti a modifiche o aggiornamenti, qualora la loro gestione passasse dal livello centrale al livello locale.
A volte, i decentramenti non soltanto non sono utili, ma possono essere addirittura pericolosi, in quanto possono compromettere la sana amministrazione della cosa pubblica.
Le chiedo, dottoressa Alemanno, quale sia la sua opinione in merito.

MARCO CAUSI. Mi dispiace, ma debbo dissentire dall'onorevole Barbato.
Non sottovaluto affatto le difficoltà che le autorità di governo locali e le istituzioni centrali incontrano nello svolgimento del proprio lavoro negli uffici decentrati e in alcune zone del Mezzogiorno, ma il tema delle garanzie e della correttezza dell'operato di chi esercita funzioni pubbliche, a livello sia locale sia centrale, è molto rilevante in tante zone del Paese, non soltanto nel Sud. Nel caso delle funzioni catastali, poi, a me sembra che tutto lo sviluppo degli ultimi vent'anni sia stato, e immagino sia destinato a essere, anche in futuro, sempre più legato a domande e fabbisogni locali, soddisfatti da un interlocutore prossimo, anche se sulla base di criteri stabiliti a livello nazionale.
Premesso che nessun organismo potrà mai fornire un servizio avanzato, se non facendo affidamento su forti elementi di territorialità, ciò vale, in particolare, per l'Agenzia del territorio e per i servizi catastali, storicamente connessi alla conoscenza del territorio. L'Agenzia del territorio non avrebbe mai potuto conseguire i risultati esposti a pagina 22 della relazione senza allacciare una collaborazione forte e attiva con tantissimi comuni. La mappa a pagina 7 della relazione mostra che, grazie alle collaborazioni che l'Agenzia ha avviato con i comuni, gli sportelli catastali decentrati a livello comunale sono ben 1.223. Si tratta di uffici in cui il cittadino o il professionista può colloquiare, contemporaneamente, con l'Agenzia e con il comune, senza doversi recare prima presso l'uno e poi presso l'altra. Quello cui stiamo facendo riferimento è uno dei progetti più importanti che l'Agenzia ha portato avanti, in questi ultimi anni, in collaborazione con gli enti locali. Non bisogna dimenticare, d'altra parte, l'accordo siglato dall'Agenzia con Poste Italiane Spa (suppongo che questo secondo progetto sia stato pensato avendo riguardo alle pratiche più semplici, mentre gli oltre 1.200 sportelli catastali decentrati siano dedicati alle lavorazioni più complesse).
Pensi, onorevole Barbato, quanto costerebbe allo Stato se l'Agenzia dovesse aprire 1.200 sportelli.
Ciò detto, aggiungo che sono perfettamente d'accordo sulla necessità che il funzionamento di tali sportelli, in particolari aree del Paese, sia sottoposto a valutazioni, monitoraggi e ispezioni molto rigorosi. Se, da tale punto di vista, vi sono temi che l'Agenzia ci vuole sottoporre, pregherei la direttrice di farlo. Sia chiaro che, se c'è qualche fabbisogno, siamo qui per aiutarvi. Ad esempio, questa Commissione potrebbe contribuire, eventualmente con atti di indirizzo, o anche con iniziative legislative, a individuare le intelaiature necessarie per monitorare gli sportelli decentrati e per rafforzare la capacità di controllo dell'Agenzia del territorio.
Non è questa, al momento, la sede per discutere della Carta delle autonomie. L'ANCI ha posto il tema, ma la Commissione affari costituzionali ha da poco iniziato l'esame del disegno di legge n. 3118, il cui articolo 13 delega il Governo ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, un decreto legislativo recante la «Carta delle autonomie locali», avente il fine di riunire e coordinare sistematicamente in un codice


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le disposizioni statali relative agli enti locali. Invito, dunque, il presidente Conte a farsi latore, presso la I Commissione, della necessità di un raccordo con la Commissione finanze.
Attenendomi alla Costituzione vigente, poiché la Carta delle autonomie non è stata ancora approvata, mi limiterei a chiedere alla direttrice quali siano le modalità di realizzazione della «opzione evoluta» esposta nel diagramma a pagina 21 della relazione. Quello che nel documento è denominato «Modello Milano/Torino», infatti, è diffuso anche in altri comuni, non necessariamente grandi, ma anche di medie dimensioni. A tale riguardo, mi chiedo come sia possibile fare in modo che l'iniziativa degli enti locali - in questo caso dei comuni - possa avere un accesso veloce, semplice e condiviso alla validazione e approvazione, da parte dei tecnici dell'Agenzia, delle modifiche del classamento delle unità immobiliari.
Anche i risultati illustrati a pagina 22 dimostrano che il recupero, in termini di base imponibile, è tanto maggiore quanto più gli enti territoriali si attivano insieme all'Agenzia.
Ricordo che, quando il Parlamento esaminò i commi 4 e 5 dell'articolo 32 del disegno di legge n. 5310-bis, poi divenuti commi 335 e 336 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria per il 2005), si sviluppò un dibattito volto a stabilire se fosse meglio attivare l'una o l'altra procedura di revisione del classamento degli immobili. Quella di cui al comma 335 appariva più semplice, in quanto di tipo massivo; quella di cui al comma 336 sembrava, invece, più faticosa e onerosa. Personalmente, ho sempre preferito la seconda, in quanto più puntuale. Leggo, quindi, con soddisfazione che la base imponibile emersa dal riclassamento di singole unità immobiliari, in relazione alle quali è stato constatato il mancato accatastamento ovvero la sussistenza di situazioni di fatto incoerenti con il classamento catastale (comma 336) è superiore a quella emersa procedendo al riclassamento di intere microzone comunali (comma 335). Ciò dimostra che il lavoro puntuale può, anche dal punto di vista del risultato, essere migliore rispetto a quello di tipo massivo (che, peraltro, può dare luogo a soluzioni più rabberciate e, di conseguenza, può generare anche maggiore contenzioso). Naturalmente, perché il lavoro sia svolto bene, occorre il massimo della collaborazione tra gli enti locali, che devono accertare gli elementi rilevanti e notificare le richieste di aggiornamento agli interessati, e l'Agenzia del territorio, che deve procedere ai conseguenti adempimenti.
Al momento, mi pare che la questione sia ancora aperta: noi che apparteniamo ai gruppi di opposizione registriamo, infatti, una certa insoddisfazione degli enti locali per il modo in cui stanno procedendo i lavori del tavolo tecnico, istituito per dare attuazione alla normativa sul decentramento di funzioni catastali ai comuni. Per questa ragione, invitiamo chi di dovere ad assicurare il proficuo svolgimento dei predetti lavori, segnatamente venendo incontro ai comuni, nei quali sembrano ancora sussistere elementi di insoddisfazione.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Ringrazio molto la dottoressa Alemanno.
Ho notato con piacere che si sta espandendo il servizio di consultazione dei dati catastali per via telematica. Ciò avviene, in particolare, per i notai, i quali hanno spesso la necessità di accedere ai servizi catastali.
Vorrei chiedere, tuttavia, fino a che punto tali dati siano attendibili. In altre parole, si tratta di dati assistiti da una forma di certificazione? Se, infatti, il catasto non è aggiornato, anche l'atto del notaio formato sulla base di dati superati risulta errato. Le cito, dottoressa, un episodio realmente accaduto: in una pratica di successione, il notaio si è basato su dati errati, risultanti dalla visura catastale effettuata, così che il cittadino ha dovuto pagare l'imposta di successione su alcuni terreni che non erano più di proprietà del de cuius.
La domanda che le pongo, quindi, è fino a che punto sia attendibile il catasto. Nell'eventualità che esso non sia attendibile


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al 100 per cento, si potrebbe pensare di ricorrere a un'apposita annotazione, per avvertire che il dato non ha un valore certificato e che, quindi, devono essere effettuate ulteriori ricerche?

PRESIDENTE. Francamente - mi rivolgo al collega Causi - penso sia necessario sapere come funzionano le realtà più piccole. La mia opinione è ampiamente nota: mi terrorizza l'idea che i comuni possono attribuire le rendite catastali; in molte realtà del Paese, infatti, persino l'appartenenza politica del cittadino può costituire un elemento di valutazione ai fini della definizione di una rendita catastale. Poiché sto parlando di cose serie (fenomeni analoghi si riproducono nella gestione quotidiana di altri procedimenti di competenza comunale), propongo ai colleghi di svolgere qualche indagine sullo stato di funzionamento degli uffici comunali, organizzando una sorta di verifica in alcune zone del Paese. Forse, in questo modo, alcune convinzioni muterebbero.
Indipendentemente da quanto ha affermato il collega Barbato, avendo personalmente, come molti di voi, esperienza di vicende locali, so che le situazioni variano molto da luogo a luogo. Le norme devono avere carattere generale, ma non si può certo pensare che quanto è valido e realizzabile oltre il Rubicone lo sia anche al di sotto di tale linea.
Poiché lei, dottoressa, ci ha fornito una rappresentazione dello stato della trattativa, sarebbe bene sapere anche quali siano le proposte, se ve ne siano di ulteriori e se anche queste ultime saranno oggetto di valutazione da parte del tavolo tecnico.
A mio avviso, la collaborazione fra comuni e Agenzia del territorio può essere molto utile ai fini della definizione del reddito dei cittadini. Credo, tuttavia, che - come diceva anche il collega Causi poc'anzi - sia necessario un focus sulle metodologie da applicare, in modo da capire se sia possibile ottenere una fotografia delle singole realtà locali e se si possano integrare tutti i dati ai fini di un incremento del gettito.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Lascio alla politica il tema del decentramento e delle funzioni esclusive dei comuni. Non compete a noi, infatti, decidere in merito: l'Agenzia del territorio, in quanto organo tecnico al servizio della politica, può dare soltanto indicazioni, che possono fare da supporto alle decisioni politiche relative ad alcune situazioni.
Ciò premesso, passo a rispondere alle domande che mi sono state rivolte.
L'onorevole Barbato ha ricordato di avere sollevato, con un'interrogazione a risposta immediata, la questione dei mutui edilizi erogati per l'acquisto di immobili abusivi. Poiché il problema riguarda non l'Agenzia del territorio, ma gli enti locali, non posso esserle di aiuto, onorevole, per quel che concerne lo specifico tema oggetto del predetto atto di sindacato ispettivo.
Per quanto riguarda la domanda posta dall'onorevole Causi, in qualche modo collegata a quella posta dall'onorevole Barbato alla fine del suo intervento, ritengo che una soluzione importante sia quella del decentramento partecipato. È chiaro che l'Amministrazione centrale non può svolgere un lavoro proficuo senza la collaborazione dei comuni. Questo tipo di rapporto collaborativo è davvero indispensabile, tanto che abbiamo predisposto, come si può leggere nella relazione, il Sistema di interscambio e il Portale per i comuni, due canali informativi che gli enti locali possono utilizzare per prelevare i dati catastali e per aggiornarli.
Trovo francamente un po' deludente che i comuni, com'è riportato nella relazione, non diano risposta alle sollecitazioni inviate per via telematica. I comuni dovrebbero controllare i dati immessi nel sistema e fornire segnalazioni di incoerenza, in base alle quali l'Agenzia potrebbe procedere, sulla base di fatti oggettivi, all'aggiornamento dei dati catastali. Alle pagine 13 e 14 della relazione sono esposti i risultati dell'anzidetto meccanismo di interscambio. Ebbene, soltanto lo 0,27 per mille delle unità immobiliari oggetto di pubblicazione sul Portale dei comuni è


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stato oggetto di variazione della rendita catastale in seguito a segnalazioni di incoerenza da parte dei comuni. Mi duole constatarlo, in quanto vorrei una partecipazione attiva da parte dei comuni; purtroppo, però, il dato oggettivo è quello che ho riferito.
Per quanto riguarda l'osservazione con la quale, richiamando i commi 335 e 336 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004, l'onorevole Causi ha posto in evidenza come un certo recupero di gettito avvenga grazie alle attività nei comuni, vorrei riferirmi al grafico a torta riportato a pagina 22 della relazione, che mostra i risultati di tutte le attività di alta valenza fiscale.
Due spicchi della torta riguardano gli incrementi dovuti a iniziative dei comuni. In particolare, la procedura di cui al comma 335, che riguarda il riclassamento di intere microzone, è stata attivata da 14 comuni, tra cui Milano, mentre quella di cui al comma 336, attivata da 709 comuni, ha portato un incremento delle rendite pari a 76 milioni di euro. Tutte le altre attività indicate nel grafico sono di iniziativa esclusiva dell'Agenzia del territorio e sono legate ad accatastamenti speciali, ad immobili non dichiarati, agli ex rurali e via discorrendo. Si tratta, quindi, di attività assolutamente diversificate.
Per quanto riguarda la problematica più rilevante, ossia quella connessa al decentramento, se posso permettermi di esprimere un giudizio, mi dichiaro d'accordo con l'onorevole Barbato, ma anche con il signor presidente. La situazione italiana è molto differenziata: la nostra è una lunga penisola, che va da Trento e Bolzano a Pantelleria e Lampedusa, allargandosi dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia. Quando abbiamo realizzato il «Modello Milano/Torino», abbiamo pensato ai comuni più evoluti. Ai comuni citati se ne aggiungono altri, comunque localizzati in Lombardia, mentre non sono previste esperienze analoghe nel Sud.
Di ciò si deve tenere conto. Una devoluzione tout court delle funzioni catastali ai comuni causerebbe, dal nostro punto di vista, diverse criticità, tra le quali: trattamenti differenziati nella determinazione degli estimi e nell'attribuzione delle rendite catastali, con evidenti effetti sperequativi tra i diversi comuni e, più in generale, tra i cittadini; l'impossibilità, da parte dei comuni di limitate dimensioni, di assicurare un servizio ad alta valenza tecnico-specialistica per la trattazione degli atti di aggiornamento catastale e la gestione del relativo contenzioso (infatti, spetterebbe ai singoli comuni il compito di assicurare un livello uniforme di qualità dei dati e dei servizi erogati); una maggiore onerosità della trattazione degli atti di aggiornamento, con costi aggiuntivi sia diretti sia indiretti per i tecnici professionisti; la necessità di rapportarsi con il singolo comune, anziché con una o più postazioni sul territorio. Invece, la creazione di sportelli catastali anche presso i comuni è sicuramente una necessità, in quanto, oltre a conferire un importante ruolo ai comuni, può determinare ulteriori sinergie.
L'onorevole Comaroli ha posto la questione della certezza delle risultanze della consultazione telematica. In proposito, faccio presente che alle registrazioni nelle banche dati catastali si procede a istanza di parte. Nel caso della pratica di successione, se non si è proceduto alla voltura in occasione di un precedente trasferimento, può succedere che, quando si va a fare la visura, un bene risulti appartenere (com'è capitato anche nel caso di mio padre) ad un altro soggetto.
Nel caso di un immobile di nuova costruzione, l'accatastamento ha luogo a istanza della parte interessata, per il tramite di un professionista, il quale utilizza una procedura specifica.
Spetta, quindi, all'Agenzia del territorio e ai comuni, laddove questi se ne occupino, aggiornare i dati catastali - il più possibile in tempo reale - e attestarne la certezza. Ovviamente, si tratta di un work in progress; è chiaro, infatti, che, se i dati catastali relativi a un immobile appartenente a Mario Rossi non vengono mai aggiornati, non sarà possibile effettuare


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alcuna variazione successiva (ad esempio, nel caso in cui si effettui una ristrutturazione).

MARCO CAUSI. Essendo in sede di audizione, credo mi sia consentito lasciare agli atti un paio di considerazioni del tutto libere, non impegnative per la mia parte politica.
Ricordo alla dottoressa Alemanno che la lunghezza della Penisola pose agli arabi, tra il IX e il X secolo d. C., il problema se tentare di conquistarla tutta o meno, dopo aver preso la Sicilia e molte altre postazioni nel Meridione. Gli arabi conclusero che non era possibile «unificare» - per così dire - l'Italia, proprio in quanto era troppo lunga.
Personalmente, faccio parte di quegli italiani i quali sono molto felici che, nel 1860, qualcuno sia riuscito a riunificare il Paese, nonostante la sua lunghezza. Non vorrei, dunque, lasciare in eredità ai miei figli un'Italia non più unificata.
Che il Paese sia molto diversificato geograficamente, socialmente e territorialmente lo sappiamo. Tuttavia, non possiamo pensare che la soluzione ai problemi che tale diversificazione pone consista nel permettere a tutti comuni del Nord di autogovernarsi (magari tenendosi anche le proprie tasse). Vogliamo forse lasciare agli arabi il governo dei comuni del sud?
Peraltro, ricordo che esiste anche l'Italia centrale, ossia la Toscana, l'Umbria, le Marche e l'Emilia Romagna, regioni a urbanizzazione molto diffusa, nelle quali è presente una miriade di piccoli comuni.
Comprendo che, per tutte le grandi agenzie pubbliche nazionali, sia dirimente stabilire come avvicinarsi al territorio, in quanto tale operazione mette di fronte a problemi culturali e di scelta di modelli organizzativi. Il tema, però, deve essere affrontato: non si può rinunciare, pensando che sia possibile controllare tutto da Roma, disponendo di un buon sistema informatico, perché non è così.
Direttrice Alemanno, si prenda pure il tempo necessario per riflettere, ma dica di quali poteri hanno bisogno gli uffici centrali dell'Agenzia del territorio per esercitare efficaci controlli nei confronti di quelle situazioni locali che, in base alle segnalazioni, richiedono lo svolgimento un'attività ispettiva.
Infine, poiché ha citato Milano e Torino, le rivolgo una domanda che riguarda la città di Roma. A me risulta che, a marzo del 2008, il comune di Roma, ricorrendo alla procedura di cui al comma 336 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004, abbia riclassificato circa 24.000 unità immobiliari. Mi risulta, inoltre, che il comune di Roma stia per procedere al riclassamento (sempre in base al citato comma 336) di altre 20.000 unità immobiliari. Le domando, quindi, a che punto sia quest'ultima attività.

PRESIDENTE. Se apriamo la vicenda delle microzone, torniamo ai temi di cui parliamo da quindici anni a questa parte.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Mi consenta soltanto una battuta, signor presidente.
Inizialmente, non volevo intervenire, in quanto abbiamo già avuto modo di interloquire con la direttrice Alemanno presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Vorrei avallare, tuttavia, quanto la direttrice ha affermato rispondendo all'onorevole Comaroli, la quale ha segnalato un problema enorme, sul quale, forse, dovremmo intervenire. Mi riferisco, signor presidente, alla responsabilità dei professionisti nell'adempimento delle funzioni connesse alla gestione dei dati catastali.
Spesso, infatti, i professionisti presentano per i contribuenti le denunce di successione, ma non effettuano le volture catastali (quando non si prestano ad altre operazioni, uscendone sempre indenni). Sono consapevole di parlare contro una categoria; tuttavia, in un momento in cui si affronta il tema della revisione degli ordini professionali, non sarebbe male se, oltre che sul tema delle tariffe minime, ci si soffermasse anche su quello della responsabilità dei professionisti: gioverebbe molto allo svolgimento delle funzioni statali attinenti al settore della pubblicità immobiliare e, di conseguenza, ai cittadini.


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GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Per quanto riguarda la questione sollevata dall'onorevole Causi, concernente il potere degli uffici dell'Agenzia del territorio di svolgere attività ispettiva nei confronti dei comuni, ritengo si tratti di un argomento da discutere con l'ANCI in sede di lavori del tavolo tecnico.
Noi siamo assolutamente disponibili a trovare una strategia proficua e pienamente condivisa.
In realtà, l'Agenzia non vorrebbe arrivare ad esercitare un potere di controllo, in quanto l'istituzione del tavolo tecnico - anche per iniziativa del sottosegretario Casero - mira ad un catasto partecipato e ad una collaborazione assolutamente sinergica con i comuni.
Certo, anche la magistratura amministrativa ha posto l'accento sulla necessità di poteri di controllo e sanzionatori, a presidio dell'unitarietà del sistema catastale nazionale; a me, però, piacerebbe non doverli esercitare.
Quanto al comune di Roma, ho consultato anche i miei tecnici: il comune ha esercitato la procedura prevista dal comma 336 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004, inviando 28.000 avvisi bonari. La procedura è tuttora in corso e produrrà sicuramente risultati positivi. Questo, però, nulla toglie alle considerazioni che ho svolto in precedenza.

MARCO CAUSI. Si tratta, quindi, di risultati fermi a due anni fa; lo conferma, dottoressa Alemanno?

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. No, abbiamo stipulato un protocollo d'intesa.

MARCO CAUSI. È possibile avere i dati relativi agli avvisi bonari emessi dal comune di Roma, distinti per anni?

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Certamente.

PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Alemanno e i dirigenti dell'Agenzia del territorio che ci hanno onorato della loro visita.
Autorizzo la pubblicazione del documento consegnato dalla dottoressa Alemanno in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,40.

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