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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VII
2.
Giovedì 10 giugno 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA PER L'ESAME DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 2800, APPROVATA IN UN TESTO UNIFICATO DALLA 7a COMMISSIONE DEL SENATO, ED ABBINATE, RECANTE DISPOSIZIONI PER FAVORIRE LA COSTRUZIONE E LA RISTRUTTURAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI E STADI ANCHE A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA DELL'ITALIA A MANIFESTAZIONI SPORTIVE DI RILIEVO EUROPEO O INTERNAZIONALE

Audizione di rappresentanti del Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche (FIABA):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 5 6
Barbaro Claudio (PdL) ... 5
Trieste Giuseppe, Presidente del FIABA ... 3 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano: Misto-Noi Sud LA-PLI.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 10 giugno 2010


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 14,45.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche (FIABA).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva per l'esame delle proposte di legge C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, ed abbinate, recanti disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale, l'audizione di rappresentanti del Fondo italiano abbattimento barriere architettoniche (FIABA).
Ho l'onore di dare la parola al commendatore Giuseppe Trieste, presidente, accompagnato dal dottor Angelo Maria Palmieri.

GIUSEPPE TRIESTE, Presidente del FIABA. Ringrazio il presidente e la Commissione per averci concesso l'opportunità di partecipare alla discussione della proposta di legge. Ho già distribuito un appunto scritto.
In questi otto anni di attività, in collaborazione con Camera dei deputati, Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Repubblica, e con altre istituzioni come Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, UPI, ANCI eccetera, abbiamo lavorato e lavoriamo per creare uno stile di vita. La qualità è qualcosa a cui tutti noi ambiamo. Se facciamo un salto di 50 anni, ci rendiamo conto di quante cose sono cambiate per noi cittadini italiani e non solo.
Di conseguenza, oggi per parlare di impianti sportivi e stadi dobbiamo avere una cultura che si muova verso un'accessibilità globale, nel senso che si deve poter fare riferimento a qualunque cittadino in qualunque forma fisica, età eccetera: dal bambino che il nonno porta allo stadio e che a sua volta diventa adulto e porta i suoi figli, poi diventa nonno e così via; insomma è un ciclo di vita che gira.
Quaranta anni fa si iniziava a parlare di persone con disabilità. Grazie a Dio, in questi 40 anni questo gap, a mio avviso, si è ridotto. Posso dirlo perché ho avuto un incidente nel 1960, dunque è un percorso di vita che ho fatto per intero. Non ho avuto una vita molto tranquilla, nel senso che ho partecipato, in Italia e all'estero, a tante iniziative. Innanzitutto sono stato tra i fondatori dello sport per i disabili. L'Italia ha avuto nel 1960 la prima Paraolimpiade: era l'alba in cui le persone con disabilità scoprivano un mondo precluso loro da secoli.
In questi oltre 40 anni le cose sono del tutto cambiate. A volte dico che noi disabili


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siamo arrivati a un livello di parità di rispetto e non ce ne siamo accorti; abbiamo continuato a correre e oggi qualche volta mi vergogno, perché si rileva una disparità all'incontrario. Oggi c'è molta più attenzione alla nostra condizione; lo vedo ad esempio quando prendo un treno, laddove due persone mi accompagnano, mi portano la valigia, mi aiutano a salire e a scendere dal treno, e così negli aeroporti.
Tutti gli altri cittadini, invece, poiché sono considerati «normodotati», spesso non ricevono, in caso di necessità, l'attenzione necessaria. Penso alle persone anziane, alle donne in stato di gravidanza, alle giovani mamme con bambini, alle persone obese che si muovono con difficoltà e via dicendo. Potremmo fare un lungo elenco di défaillance dell'essere umano che non si vedono, ma che tra l'altro si scontrano con l'aspettativa della società moderna nei confronti del normodotato, che dovrebbe dare certe prestazioni. In realtà, nessuno ha piacere a manifestare un disagio; quando si hanno delle défaillance che non si vedono si tende a nasconderle. Anche per queste persone esiste un danno psicologico, perché pensano che gli altri si accorgano delle sue difficoltà.
Per questo motivo, quello che ci preme sottolineare è che gli aspetti di vivibilità e accessibilità dovranno essere parte integrante degli impianti del futuro. Si va verso un nuovo modello di gestione dell'impiantistica sportiva e non possiamo, quindi, prescindere da un elemento fondamentale come la total quality o - per dirlo nella nostra lingua madre - qualità totale.
Questo significa che tutti gli impianti di nuova generazione non devono pensare solo al tifoso o al visitatore, magari correggendo gli errori del passato, ma devono essere in grado di accogliere tutti, gli atleti e i tifosi con tutte le loro caratteristiche. Ecco perché questi impianti devono diventare il luogo principe della qualità totale e del comfort basato su una fruibilità globale e in grado di rispettare le diversità, i princìpi di accoglienza e le pari opportunità.
Purtroppo, non esiste una vera e propria mappa sulla situazione dell'accessibilità degli stadi. Leggiamo spesso nelle cronache delle peripezie di chi ha difficoltà a vedere la propria squadra del cuore allo stadio. Mi limito all'esempio dello stadio Olimpico, dove solo la tribuna Tevere è in grado di accogliere tutti; se io volessi andare in curva, però, l'accesso è impossibile.
Il primo stadio ad accessibilità globale, sul modello inglese, lo sta realizzando la Juventus a Torino. I progettisti hanno chiesto il nostro punto di vista e lo stadio che sarà realizzato, come anche quello presentato a Roma, avrà certe caratteristiche. Quello di Torino dovrebbe essere funzionante forse addirittura l'anno prossimo. Anche quello di Roma, se sarà realizzato, lo sarà sullo stesso modello, perché i progettisti sono gli stessi e finalmente hanno capito che oggi uno stadio è un luogo dove qualunque persona deve poter andare sempre e comunque e utilizzarlo.
Nell'esaminare con estremo interesse la proposta di legge, voglio subito insistere sul fatto che i nuovi impianti siano costruiti senza barriere, sia per quanto riguarda l'accoglienza dei tifosi e degli ospiti, sia per quanto riguarda l'attività agonistica e sportiva. Questo è uno stimolo affinché anche i vecchi stadi si adeguino ai criteri della total quality.
È rilevante che nella proposta di legge già all'articolo 1 si parli di criteri di accessibilità, ma quello che vi chiedo è che tale criterio sia maggiormente sviluppato nell'iniziativa legislativa e, soprattutto, ribadito anche negli articoli successivi. Per essere più precisi, sarebbe opportuno aggiungere all'articolo 5, dove si parla di nuovi stadi, anche i termini «accessibilità» e «fruibilità globale», per racchiudere tutto quello che si intende per qualità totale. Quindi, tra i criteri del comma 2 si potrebbe aggiungere una lettera «e): assenza di ogni barriera architettonica, fisica e culturale in tutto l'impianto».
Lo stesso discorso vale per l'articolo 6, che invece si riferisce alla ristrutturazione degli stadi esistenti. In questo caso, credo


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sia ancora più importante essere espliciti e dire chiaramente che, nel momento in cui si procede a un adeguamento, ristrutturazione o altro, bisogna abbattere tutte le barriere. Esiste una proposta che lo prevede, l'atto C. 2394 dell'onorevole Luciano Ciocchetti, che all'articolo 2 parla proprio di eliminazione delle barriere architettoniche.
Infine, visto che nell'articolo 7 si prevedono misure per favorire la costruzione di nuovi stadi, ovvero la ristrutturazione di stadi esistenti, credo che si dovrebbe sempre esplicitamente significare che le agevolazioni erogate possono essere distribuite solo a fronte di un progetto ad accessibilità e fruibilità globale.
L'importanza di questa proposta di legge e la necessità che sia approvato, magari con i nostri suggerimenti - ce lo auguriamo - e in tempi brevi, è fondamentale perché si tratta di un atto che riguarda i grandi stadi, le grandi società ma, soprattutto, i club dilettantistici anche in vista della candidatura dell'Italia agli Europei di calcio del 2016, che sarà l'occasione per dare al nostro Paese stadi moderni e di qualità totale nonché fruibili e accessibili. Oltretutto, un evento internazionale del genere non è solo un momento di sport, ma anche una grande vetrina per l'immagine dell'Italia e per lo sviluppo del turismo e dell'economia. Un cittadino straniero che decide di seguire la propria nazione deve poter scegliere il posto che vuole.
Non dimentichiamo che abbiamo anche un altro grande impegno internazionale con la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020: avere già, grazie a questa legge, impianti efficienti, accessibili, fruibili e collaudati e, soprattutto, di qualità totale sarebbe veramente un grande vantaggio.
Prima di concludere, vorrei lanciare una proposta su cui FIABA si batte da anni e che considero il suo sogno: l'unificazione delle Olimpiadi con le Paraolimpiadi, cui accennavo prima. In questo modo si può realizzare davvero l'uguaglianza tra gli atleti di tutto il mondo. Tra l'altro, è stata proprio Roma, con le Olimpiadi del 1960, a dare origine alle Paraolimpiadi. Dopo 60 anni, sempre a Roma, una coincidenza unica, potrebbe partire la prima Olimpiade unificata, che prevede contemporaneamente i giochi delle Olimpiadi tradizionali e di quelle paraolimpiche.
In conclusione, un impianto sportivo con tutti i criteri della total quality è anche più sicuro e più fruttuoso a livello economico, perché ha maggiore possibilità di essere utilizzato e, soprattutto, accoglie più paganti. Inoltre, come ha detto anche l'onorevole Manuela Di Centa in un suo intervento, un impianto di questo tipo contribuisce ad avvicinare maggiormente le persone allo stadio e a cambiare la cultura degli spettatori sportivi.

PRESIDENTE. Vorrei ricordare agli auditi i nomi dei colleghi presenti: onorevoli Granata (capogruppo), Rampelli e Barbieri del PdL, onorevoli Rivolta e Goisis (capogruppo) della Lega Nord, onorevoli De Pasquale, Ghizzoni (capogruppo), Levi, Mazzarella, De Biasi, De Torre e Pes del PD.
Inviterei il relatore, se i colleghi sono d'accordo, a svolgere un breve intervento.

CLAUDIO BARBARO. Innanzitutto ringrazio il dottor Trieste, presidente di un organismo - tengo a ricordarlo - che rappresenta tante persone in Italia. La sua autorevolezza non è data, tuttavia, soltanto dal numero degli iscritti, ma anche dal fatto che gode di un riconoscimento pubblico perché FIABA è un'associazione di promozione sociale. Tra l'altro, credo che questo la dica lunga anche sulla qualità dell'ente presieduto dal dottor Trieste.
Oltre che ringraziare il dottor Trieste e, ovviamente, convergere su tutte le affermazioni di principio - che credo trovino ampia condivisione da parte tutti i colleghi - vorrei brevemente sottolineare che il legislatore, nel momento in cui ha deciso di regolamentare la disciplina della costruzione degli impianti in Italia, ha fatto riferimento alla normativa esistente anche in tema di barriere architettoniche. Ora, da questo punto di vista, sarebbe opportuno da parte vostra - ma cercheremo


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di verificarlo anche noi - accertare se, rispetto alle indicazioni fornite nel documento consegnato, avete riscontrato qualche incongruenza nel testo. Se, infatti, così dovesse risultare, cercheremo di capire come sia tecnicamente possibile coniugare le vostre indicazioni con quelle dell'articolato.
Per adesso non ho altro da aggiungere, se non ringraziarvi ulteriormente. Mi auguro di poter in qualche modo dare un contributo alla vostra battaglia oramai più che decennale.

PRESIDENTE. Do la parola al dottor Trieste per una breve replica

GIUSEPPE TRIESTE, Presidente del FIABA. Grazie presidente, solo per ribadire l'importanza di uno svolgimento contestuale delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi e di far sì che l'Italia abbia questo primato. Avendo avuto, inoltre, l'occasione unica e irripetibile di aver realizzato le prime Paraolimpiadi dopo 1960 anni, sarebbe un bel primato per l'Italia unificarle a 60 anni di distanza, vista la chance delle Olimpiadi 2020. Se oggi vogliamo che i media osservino gli atleti senza fare differenze, è necessario che Paraolimpiadi e Olimpiadi si svolgano contestualmente. Non ha più senso organizzare le Paraolimpiadi dopo le Olimpiadi.

PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,05.

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