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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione X
14.
Martedì 28 febbraio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3

Audizione del Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, professor Piero Gnudi, in merito alla esposizione delle linee programmatiche limitatamente alle materie di competenza della X Commissione (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3 5 7 9 10 11
Cimadoro Gabriele (IdV) ... 9
Formisano Anna Teresa (UdCpTP) ... 10
Garagnani Fabio (PdL) ... 10
Gnudi Piero, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport ... 3 5 7 11
Lazzari Luigi (PdL) ... 9
Marchioni Elisa (PD) ... 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE X
ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 28 febbraio 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA DAL LAGO

La seduta comincia alle 14,05.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, professor Piero Gnudi, in merito alla esposizione delle linee programmatiche limitatamente alle materie di competenza della X Commissione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, professor Piero Gnudi, in merito alla esposizione delle linee programmatiche limitatamente alle materie di competenza della X Commissione.
Le ricordo, signor Ministro, che l'audizione odierna riguarderà anche la proposta di nomina a presidente dell'ENIT del dottor Pier Luigi Celli, sulla quale la X Commissione è chiamata ad esprimere un parere, in quanto fino ad oggi non abbiamo avuto indicazione esplicita dei criteri con cui è stato scelto tale nominativo.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Se credete, possiamo affrontare subito questo argomento. In realtà, mi risulta che quando abbiamo trasmesso la proposta di alla Presidenza del Consiglio è stata esplicitamente indicata anche la motivazione.

PRESIDENTE. Ritengo sia più opportuno che la questione sia trattata assieme alle altre e nell'ambito del suo intervento introduttivo. Avrà quindi modo di fornirci tutte le motivazioni del caso.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Innanzitutto, grazie di avermi invitato. Mi fa piacere illustrare il programma di questo Ministero per il turismo nel tempo che durerà questo Governo.
Le dimensioni del turismo. Il turismo è una delle poche branche dell'economia che con la mondializzazione non ha avuto danni. Infatti, è sempre aumentato e anche in questi periodi di crisi sta crescendo, e a tassi assolutamente significativi.
In base ai dati dell'Organizzazione mondiale del turismo, nel mondo negli ultimi dieci anni il volume d'affari del turismo è quasi raddoppiato e nei prossimi dieci anni raddoppierà ulteriormente. L'Italia è al quinto posto tra i Paesi con presenze turistiche e negli ultimi dieci anni questo segmento è cresciuto del 20 per cento.
Il contributo del turismo al PIL nel 2010 è stato pari al 13 per cento, con 3,3 milioni di posti di lavoro e il 13 per cento dell'occupazione totale.
Il risultato complessivo è stato dato soprattutto, come dicevo prima, dall'incremento del turismo straniero. Se in questi anni non avessimo avuto questo incremento, il nostro turismo sarebbe calato. Infatti, nel 2010 abbiamo avuto un incremento del turismo estero del 3,6 per cento,


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mentre abbiamo avuto un calo del turismo italiano. Lo stesso è avvenuto nel 2011: abbiamo avuto un calo delle presenze italiane del 4,12 per cento e una crescita delle presenze estere del 4,5 per cento.
La torta del turismo in questi anni è cresciuta moltissimo. Naturalmente quando la torta cresce la percentuale cala, quindi tutti i Paesi europei hanno avuto un calo perché si sono affacciati al mondo del turismo altre nazioni che prima non c'erano. Purtroppo, noi siamo calati più di altri Paesi che sono i nostri diretti concorrenti, cioè la Spagna e la Francia. Noi siamo calati dal 6,1 al 4,5 per cento, mentre la Spagna è calata dal 6,8 al 6 per cento; la Francia è calata dal 6,8 al 5,5 per cento.
Per darvi un'idea, nel 1950 nel mondo 25 milioni di persone hanno fatto un viaggio per turismo. Nel 2011 un miliardo di persone viaggeranno per turismo. Quindi, negli ultimi sessanta anni c'è stato un incremento del turismo di circa quaranta volte.
Cambierà anche il profilo dei turisti. Nel 2000 la Germania e gli Stati Uniti rappresentavano il 36 per cento del totale del turismo, nel 2020 rappresenteranno solamente l'8,7 per cento. La Cina, che nel 2000 aveva una percentuale insignificante, avrà il 16 per cento.
Pochi giorni fa sono usciti i dati dell'Accademia cinese del turismo: nel 2010 sono usciti dalla Cina 54 milioni di persone, nel 2015 ne usciranno 130 milioni. In tutta l'Europa non abbiamo 130 milioni di persone che vanno all'estero per turismo.
Il nostro problema è dunque riuscire a intercettare la nostra quota di mercato di questo nuovo turismo che sta crescendo. Se riusciamo a farlo, nei prossimi dieci anni il turismo potrà crescere e rappresentare sino al 18 per cento del PIL e si potranno ottenere 1 milione 600 mila di nuovi posti di lavoro.
Quali sono gli ostacoli? Noi abbiamo un grave deficit di infrastrutture, perché in Italia, in questi ultimi vent'anni, praticamente non ne abbiamo fatte. Infatti, abbiamo un indice di infrastrutture fra i più bassi d'Europa.
Le dimensioni della grande maggioranza delle imprese turistiche sono molto piccole. I nostri alberghi sono piccoli, quindi non consentono economie di scala e nemmeno l'introduzione di innovazioni che permettono di avere un rapporto migliore fra qualità e prezzo.
C'è anche il problema della formazione degli addetti. Purtroppo, le persone che si occupano di turismo hanno una preparazione universitaria solo nel 17 per cento dei casi, contro il 35 per cento dei nostri competitor.
Poi c'è il problema della stagionalità. Purtroppo, il nostro turismo è in gran parte stagionale, e questo fenomeno in questi ultimi anni è cresciuto, invece che diminuire. Soprattutto in certe zone, il turismo si concentra addirittura solo nei week-end.
In Italia non abbiamo grandi operatori turistici, non abbiamo un tour operator di grandi dimensioni. I nostri tour operator sono quasi tutti di medie e piccole dimensioni, e quasi tutti si occupano di portare i turisti all'estero, non in Italia.
Non abbiamo catene alberghiere italiane; non c'è una grande catena italiana che sia soprattutto internazionale.
Purtroppo abbiamo anche il problema che la compagnia di bandiera collega poche capitali. Questo è un problema enorme, soprattutto con la Cina, perché adesso i cinesi arrivano a Francoforte o a Parigi, e pochissimi vengono in Italia.
Per affrontare questi problemi serviranno anni, quindi credo che, nell'ambito dell'orizzonte di pochi mesi in cui si muove questo Governo, cercheremo di affrontarli, ma immagino che non sarà possibile avere dei risultati concreti nel breve periodo.
Alcune cose, tuttavia, si possono fare subito. C'è un problema di governance. La Costituzione, forse anche giustamente, ha affidato la competenza del turismo alle regioni. Mentre, però, la promozione della regione A o della regione B, una volta, quando i nostri turisti venivano dalla


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Francia e dalla Germania aveva senso. Adesso, però, promuovere regioni - o addirittura parti di regioni - in Cina o a Dubai non ha nessun senso, perché nessuno sa dove si trovano.
Bisogna promuovere l'Italia, dopodiché probabilmente i turisti andranno nella regione A o nella regione B. Se si promuove, come ho visto fare da una bellissima regione italiana, il Metaponto in Cina, non so se i cinesi sappiano dov'è Metaponto. È anche provincia, peraltro.
Come noi, quando andiamo negli Stati Uniti, andiamo appunto negli Stati Uniti e non nel Massachusetts o nell'Ohio, così quando i cinesi vengono da noi, in realtà vengono in Europa, quindi sarebbe importante che ci fosse una forma di promozione dell'Unione europea.
Ho fatto una proposta in tal senso a Tajani perché il Piano 2011-2014 dell'Unione europea prevede anche una somma per il settore del turismo. Si tratta di 130 milioni, che divisi per 27 Paesi sono spiccioli. Sarebbe molto meglio usare questi soldi per promuovere l'Europa in questi nuovi mercati, cioè Sudamerica e Asia.
Un importante strumento per la promozione del turismo italiano è l'ENIT. Bisogna far sì che l'ENIT diventi il braccio operativo di tutte le regioni, nel quale le regioni si riconoscono, investono naturalmente anche delle risorse, in modo da riuscire ad avere anche una strategia di comunicazione che vada bene per l'intero Paese.
Noi stiamo portando avanti un progetto di legge - credo che sia già stato presentato in Parlamento - per unificare, in alcuni Paesi, quello che una volta si chiamava ICE con l'ENIT, che non ha risorse per permetterci di essere presenti dappertutto. Pertanto, se unifichiamo queste due strutture, dislocando in molte ambasciate anche un dipendente ENIT, che agisce sotto il cappello della nuova ICE, avremo certamente dei risparmi e, credo, una maggiore diffusione e presenza dell'ENIT all'estero.

PRESIDENTE. Mi scusi, signor Ministro, poiché la competenza è di questa Commissione, vorrei capire meglio. Sta dicendo che il Governo ha predisposto un disegno di legge per accorpare ICE ed ENIT?

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. No. Lei sa che c'è una proposta di legge per ricostituire l'ICE, collegandolo alle ambasciate. La mia proposta è che in alcune sedi di ambasciate dove c'è l'ICE venga dislocato anche un dipendente ENIT che faccia promozione turistica. Non avremmo più bisogno, in tal caso, di avere delle sedi dislocate.
Bisognerebbe anche cercare di unificare le sedi dei diversi organismi. All'estero siamo presenti con varie sedi di ICE, ENIT, a livello di varie regioni. L'ideale sarebbe che all'estero, come fanno gli altri Paesi, ci presentassimo con la casa Italia, come fanno la casa Australia, la casa Nuova Zelanda e via dicendo. Insomma, parlo di unificare le presenze di tutti i settori all'estero.
Stiamo preparando un Piano nazionale per il turismo. Personalmente vorrei predisporre un piano nazionale finanziato naturalmente dal mio ministero; poi, in accordo con le singole regioni, lo declinerei regione per regione, perché ogni regione ha delle specificità che vanno valorizzate.
È necessario cercare di capire quali sono le nuove esigenze dei turisti, che noi, purtroppo, molte volte non conosciamo. Se vogliamo intercettare questi nuovi flussi turistici dobbiamo anche capire quali sono le loro esigenze, che sono diverse da quelle che usualmente eravamo abituati a trattare.
Ci sono anche nuove forme di promozione turistica. Oggi una delle più importanti forme di promozione turistica è il passaparola. Un tempo se si andava al ristorante e si mangiava male, lo si diceva a quattro, cinque persone, e la cosa finiva lì. Adesso, con i social network, lo si dice a tutti. Questo comporta un salto culturale non solo per tutti quelli che lavorano nel turismo, ma anche per i singoli cittadini, perché non c'è un giovane che inizi un


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viaggio senza consultare cosa dice TripAdvisor o qualche altro social network.
Insomma, dobbiamo stare attenti perché se trattiamo male un turista, non perdiamo solo un cliente, ma centinaia. Al riguardo, sono stati realizzati degli studi: per bilanciare un giudizio negativo servono sette giudizi positivi. Bisognerebbe, quindi, realizzare una forma di educazione in Italia. Vorrei avviare, infatti, una campagna di promozione per spiegare che l'Italia siamo noi e che, quindi, dobbiamo trattare il turista non, come a volte purtroppo facciamo, come qualcuno che magari ci occupa il posto o ci infastidisce, ma come qualcuno che ci sta portando del denaro.
Stiamo anche lavorando al portale Italia. Non vogliamo fare cose straordinarie, ma vorremmo che il nostro portale fosse simile ai migliori, ad esempio a quelli della Francia, dell'Inghilterra, della Germania. Ci stiamo lavorando, perché con il portale si riesce anche a spiegare meglio ai turisti di tutto il mondo quali sono i diversi tipi di turismo presenti in Italia: il turismo culturale, il turismo religioso, il turismo enogastronomico.
La Napa Valley è il secondo posto visitato negli Stati Uniti dopo Disneyland. Noi abbiamo situazioni analoghe che potremmo sfruttare.
Penso anche al il turismo sportivo. Sono tutte forme di turismo che servono a risolvere il problema della stagionalità che, come dicevo prima, aumenta tutti gli anni. Soprattutto per il turismo italiano, come dicevo prima, la gente tende a ridurre il periodo delle vacanze al week-end.
C'è anche il problema della qualità. Dobbiamo garantire una qualità dei nostri servizi turistici uniforme in tutta Italia. Le stelle devono essere uguali dal Trentino alla Sicilia. Stiamo quindi lavorando per cercare di uniformare gli standard turistici, anche per quanto riguarda i siti turistici, in modo che il turista sa cosa va a visitare e quali servizi riesce a ottenere.
Segnalo, inoltre, il problema della formazione. Questo è uno degli aspetti che dobbiamo curare di più perché, come ho detto prima, abbiamo un gap formativo rispetto agli altri Paesi. Come in tutti i mestieri, anche in questo campo oggi il primo aspetto è il capitale umano. Dobbiamo far crescere il capitale umano degli addetti al turismo, perché nel turismo, purtroppo, scontiamo un vecchio male che risale al dopoguerra. Il turismo e il commercio sono stati interpretati come una sorta di rifugio per quelli che uscivano dalla campagna. Quando, negli anni Cinquanta, c'è stato l'esodo dalla campagna, la gente è andata lavorare nel commercio e nel turismo. Il risultato è che nel commercio abbiamo una miriade di negozi che creano i problemi che voi meglio di me conoscete, e qualche problema è rimasto anche nel turismo, dove si registra una bassa cultura.
Tutti pensano che aprire un albergo, una pensione, un bed and breakfast non necessiti di una formazione. Invece, oggi tutti i mestieri necessitano di una formazione.
Riferisco una banalità: come Ministero del turismo abbiamo avviato dei corsi per i vigili urbani e per questo ci hanno anche preso in giro sui giornali. Credo, però, che sia importante che quando un turista chiede un'informazione al vigile urbano, questi gli sappia rispondere, perché il vigile è uno dei punti di riferimento.
Soprattutto nel Mezzogiorno, vorremmo realizzare una high school per il turismo. Mettendoci d'accordo con alcune università del Mezzogiorno, vorremmo organizzare master in turismo ad alta qualificazione. Sarebbe inoltre importante riuscire a costituire in Italia una scuola - purtroppo si trovano solamente in Svizzera - per l'alta hôtellerie, per i grandi chef, i grandi direttori di sale e via dicendo, che in Italia, pur essendo il nostro uno dei Paesi più turistici del mondo, non abbiamo.
Con il decreto «salva-Italia» è sorto il problema del limite dei 1.000 euro. Un problema enorme, perché molti turisti che vengono in Italia non hanno carte di credito oppure molti le hanno, ma i nostri esercenti non le accettano. Io, ad esempio, ho la carta American Express e so che molte volte non viene accettata. Siamo


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riusciti a prevedere che il turista con passaporto e visto turistico può fare pagamenti anche di importi superiori, naturalmente con l'obbligo dell'esercente di segnalarlo all'Ufficio delle imposte.
Nel 2015 avremo l'Expo di Milano. È una grande occasione, ma non solo per Milano. Dobbiamo riuscire a organizzarci bene, a proporre dei pacchetti turistici validi. Sono convinto che nel 2015 a Milano verranno soprattutto molti turisti dalla Cina. Ricordo che a Shanghai l'esposizione ha avuto un successo strepitoso. Il Ministro Urso, che è stato con me a Shanghai una volta, sa benissimo che successo è stato l'Expo di Shanghai. Sono convinto che molti cinesi nel 2015 vorranno vedere cosa siamo stati capaci di fare noi.
Se riusciamo ad organizzare pacchetti che prevedano anche voli low cost, possiamo portare il turismo non solo a Milano, ma in tutta Italia, anche in Sicilia. Bisogna però che ci prepariamo, creiamo dei pacchetti ad hoc, ci organizziamo con i tour operator cinesi in modo da portare parte di questo flusso turistico - si calcola che saranno circa 20 milioni di persone - in tutte le parti d'Italia.
Per concludere, il turismo è una delle leve - credo una delle principali - su cui il nostro Paese può spingere per far crescere l'economia. Purtroppo, non abbiamo mai avuto una politica del turismo che fosse pari all'importanza che il turismo ha per il nostro PIL. Se riusciamo, nei prossimi anni, a fare una politica in questo senso, a costruire una strategia Paese, credo che potremo creare un milione 600 mila posti di lavoro e far crescere il PIL dal 13 al 18 per cento.

PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro. Colleghi, poiché i lavori d'Aula iniziano alle 15, devo chiedervi di essere brevi e ho già diversi iscritti a parlare.
Credo, signor Ministro, che per lei sarà difficile rispondere a tutte le domande che le verranno poste. Pertanto, le chiedo preventivamente se potrà inviarci eventualmente delle risposte scritte.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Se volete, sono disponibile anche a tornare.

PRESIDENTE. Se torna per noi va benissimo. Dovremmo quindi pensare ad una nuova data al termine dell'esame dei provvedimenti urgenti che abbiamo in calendario nelle prossime settimane. La ringrazio quindi della sua disponibilità.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ELISA MARCHIONI. Signor Ministro, la ringraziamo per questo quadro complessivo che ci ha fornito. Faccio alcune osservazioni, che immagino, trattandosi di idee condivise, saranno riprese anche dai colleghi.
Lei ha detto giustamente che il turismo è in grande crescita. È un settore che nel mondo si sta espandendo in modo esponenziale, ma purtroppo, mentre il turismo cresce dappertutto, in Italia continuiamo a perdere quote di mercato del turismo.
Questo è un tema che è molto importante affrontare e che non risolveremo in un anno. Tuttavia, nei mesi che abbiamo di fronte lei ha anche una condizione politica particolare, di una maggioranza così ampia che forse potremmo valutare, anche in Commissione, di assumere tre o quattro iniziative importanti sulle quali lavorare insieme per cercare, in questo anno, di realizzarle e di dare una mano al turismo.
Non ho mai sentito nessun Governo dire che il turismo non è importante, ma azioni conseguenti a queste affermazioni sono state difficili da reperire negli anni scorsi. Allora, le chiedo innanzitutto di contare su questa Commissione per poter lavorare e scegliere segnali concreti per il turismo. Sembra che il turismo ce la faccia sempre da solo, ma evidentemente non è così, perché noi continuiamo ad arretrare a fronte di Paesi che stanno crescendo moltissimo nel settore.
Il primo tema che lei ha affrontato è quello della governance. In Italia ci sono più di 8.000 soggetti titolati a promuovere


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il turismo e a investire nel turismo. Questo, ovviamente, significa disperdere tante risorse.
È molto importante creare un sistema Italia, valutare le infrastrutture e di decidere sul piano strategico che cosa si possa fare per il turismo.
Veniamo da tre anni e mezzo di opposizione. Ci sono stati anche tentativi non riusciti di dialogo con il Governo e, in più occasioni, il Parlamento e la Commissione sono stati del tutto tagliati fuori dal dibattito sul turismo. In tema di governance nazionale, il Parlamento molte volte non è rappresentato sui tavoli nazionali dedicati al turismo.
Quando si parla di turismo a livello nazionale e si pone il tema - ho visto che lei lo ha citato ed è riportato anche oggi dai giornali - di chi possa fare turismo e di come fare turismo insieme alle regioni, è importante che il quadro nazionale, che spetta comunque al Parlamento, venga definito insieme. Le chiedo, quindi, di considerare, negli organi di governance, anche la presenza del Parlamento.
Lei parlava di qualità e io credo che alcuni progetti di legge che abbiamo depositato possano essere di attualità per affrontare questi argomenti. Ad esempio, abbiamo presentato un progetto di legge che riguarda la ristrutturazione delle strutture ricettive. È un aspetto molto importante, perché sappiamo bene che il turismo che oggi arriva in Italia chiede qualità, chiede alberghi a quattro e cinque stelle, che non sempre noi siamo in grado di fornire. Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo, considerando che le strutture spesso sono diventate vecchie, siamo perdenti rispetto agli altri Paesi.
L'idea di prevedere sgravi del 36 per cento, come avviene per le abitazioni, in caso di ristrutturazione e riqualificazione, sarebbe uno strumento valido, in quanto gli imprenditori che decidono di fare i lavori di ristrutturazione beneficerebbero di uno sgravio fiscale, ossia di un riconoscimento dell'investimento fatto e, contemporaneamente, si aiuterebbe l'emersione del sommerso.
In definitiva, il tema degli incentivi per riqualificare tutto il nostro patrimonio di strutture ricettive è molto importante.
A mio avviso, si potrebbe anche rendere possibile il passaggio tra l'affitto e l'acquisto delle medesime strutture in affitto. Abbiamo un patrimonio di alberghi che sta invecchiando, ma non viene ristrutturato e non riceve la manutenzione necessaria perché chi ha in affitto una struttura spende già molto per l'affitto e chi ne è il proprietario non sempre ha interesse a investire nella riqualificazione continua. A mio avviso, si deve trovare il modo per premiare chi investe e chi acquista un immobile in affitto.
Con il progetto di legge relativo ai buoni vacanza, il cui iter è già cominciato, si passa dall'idea di un sussidio a un benefit legato al contratto di lavoro. Il testo è stato sottoscritto da tutti i gruppi, quindi su di esso credo che ci sia grande condivisione.
Signor Ministro, lei parlava della formazione, altro tema importante. Cito solo per titoli, per non occupare troppo tempo. Vi è poi il tema delle concessioni balneari, che aspetta una risposta dopo tanti rinvii. Ancora, abbiamo il tema della tassa di soggiorno che applicata così com'è, a macchia di leopardo, sta creando tensioni invece che essere una soluzione. Al riguardo, individuare una scelta univoca, ponendo un tetto, forse può essere più efficace, magari finalizzando gli introiti anche al turismo.
Venendo al tema dell'IVA, è noto che gli altri Paesi applicano un'aliquota più bassa, potendo così offrire prezzi più concorrenziali.
Altre questioni rilevanti sono il numero delle stelle delle strutture ricettive e la tassa di stazionamento delle barche.
Infine, credo che le caratteristiche del nostro turismo permettano di vedere non come problema, ma come risorsa, anche le strutture piccole. Non mi sembra che la qualità diffusa in strutture a volte piccole sia un ostacolo. Non sono solo le grandi catene la risposta all'accoglienza turistica del nostro territorio. Grazie.


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PRESIDENTE. Faccio presente che sono iscritti a parlare undici parlamentari e sono le ore 14,40. Il Ministro, peraltro, mi ha comunicato che è stato convocato dal Presidente Monti alle ore 15.

LUIGI LAZZARI. Intervengo rapidamente per avanzare al Ministro una proposta.
Signor Ministro, credo che sia stato già detto che lei ha un'opportunità straordinaria. Considerando che per un anno lei potrà disporre di una maggioranza enorme, le chiedo di avere il coraggio di avanzare proposte forti.
Il Parlamento non è in grado, in questo momento, di modificare la governance del settore del turismo. Questo non significa non tentare di intraprendere un percorso virtuoso su questo tema. Intendo dire che lei potrebbe convocare le regioni e riuscire a strappare un «sì» a tutte, godendo anche di una maggioranza ampia, ma non su un piano di durata annuale - che non serve o, perlomeno, è molto poco - bensì su un accordo di sistema, che riguardi dunque le risorse per promuovere l'Italia e con essa le singole regioni. È utopia immaginare di spogliare le regioni di un potere che già hanno acquisito; tuttavia, è nell'interesse delle regioni che si attivi un'ottima promozione di livello nazionale. I soldi, però, sono più nelle regioni che a livello centrale.
È possibile, dunque, convocare le regioni e strappare loro - uso il verbo «strappare» perché so quanto è complicato - con il sostegno della maggioranza, un accordo di sistema che individui le diverse quote a livello centrale e regionale per fare il piano annuale per il turismo? Parlo di un piano fatto in armonia con le regioni, ma cofinanziato da tutto il sistema.
Questa è forse l'unica speranza per uscire fuori da una crisi progressiva, poiché noi comunichiamo le nostre specificità regionali, ma non siamo in grado di comunicare l'attrazione dell'intero Paese. Questo è un anno importante. Altre cose, forse, si riusciranno a fare anche con altri Governi, ma questo probabilmente può farlo solo lei.
Infine, può darci notizie più dettagliate sul portale del turismo? A che punto siamo?

GABRIELE CIMADORO. Ci saremmo aspettati dal nuovo Ministro insediato dal Governo tecnico una relazione più coraggiosa, senza timori, per affrontare veramente interventi più rivoluzionari. In questo settore, come diceva prima la collega Marchioni, la Commissione è stata dimenticata dal Ministro del turismo precedente, anche nei suoi compiti più primari.
Ci saremmo aspettati una riforma di sistema rispetto all'esigenza del turismo, se è vero che il turismo nel nostro Paese è un segmento strategico importantissimo (non dico il primo perché non so valutarlo, ma potrebbe esserlo). Lei, invece, ci dice cose che sappiamo tutti, che ormai ci sentiamo dire da trent'anni, dai numerosissimi ministri che si sono succeduti in quel Ministero, senza nessun risultato.
Il risultato è che stiamo perdendo quote di mercato. A fronte di una linea di cambiamento adottata - ma poi ha purtroppo cambiato rotta - dal precedente Ministro Brambilla, oggi non abbiamo nessuna indicazione rispetto alla riforma complessiva del settore. Dobbiamo razionalizzare diversi aspetti, come diceva lei e come ha sottolineato, la collega Marchioni, nelle numerose osservazioni intelligenti espresse nel merito: l'IVA, le spiagge e tanti temi importantissimi ai quali lei non ha fatto nessun cenno, né abbiamo sentito al riguardo una parola nell'illustrazione del programma del suo Dicastero.
La razionalizzazione è parte irrinunciabile della necessaria revisione del settore. Non possiamo più ammettere che ci siano province - Trento e Bolzano - o regioni autonome con differenze notevoli rispetto alle regioni gestite senza autonomia, perché tali enti fanno in questo settore una concorrenza sleale nei confronti di tutte le altre regioni che non possono disporre delle medesime risorse finanziare e non hanno la possibilità di


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finanziare a fondo perduto impianti sciistici, spiagge, alberghi e in generale tutte le infrastrutture necessarie nel settore del turismo. Su questo argomento è necessario spendere qualche parola. Se non lo fate voi che siete il Governo tecnico che non ha paura del riscontro elettorale, non lo fa nessuno.
Cosa significa dislocare un dipendente dell'ENIT in un'ambasciata? Farà il passacarte? Rappresenterà l'ENIT? Un dipendente dell'ENIT potrà sviluppare programmi in Cina? Penso di no.
È necessario razionalizzare il sistema. Questa è una delle risposte che ci saremmo aspettati oggi in questa sede. Grazie.

FABIO GARAGNANI. Signor Ministro, anche io pongo il problema - come hanno fatto alcuni colleghi che mi hanno preceduto - del rapporto fra il suo programma, per come è stato illustrato, e le regioni. È un tema che mi pare essenziale per evitare piccole politiche regionali.
In questo contesto, le chiedo un parere sull'opportunità - a mio avviso essenziale - di un accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali, anche per valorizzare, in collaborazione con le regioni, il patrimonio enorme che abbiamo e che non è sufficientemente conosciuto. Credo che occorra, al riguardo, uno sforzo particolare, anche alla luce della riflessione, che lei ha posto alla nostra attenzione, relativa ad un possibile incremento dell'occupazione.
Abbiamo corsi di laurea in beni culturali e ambientali, in molte università (Bologna e altre), che credo potrebbero formare giovani operatori culturali, purché in una prospettiva ampia che veda una partnership fra il Ministero, le regioni, le città direttamente interessate.
Credo che, a maggior ragione, occorra un coordinamento finalizzato, anno per anno, ad alcuni obiettivi di fondo. Faccio un esempio e chiudo, scusandomi per l'accenno alla mia città: Bologna ha portici e chiese fantastiche, ma è ignorata completamente o quasi dal turismo ferroviario. Credo che un piano culturale che preveda, una volta per Bologna, una volta per Verona e via dicendo, la visita dei principali patrimoni artistici contenuti ad esempio nelle chiese, con la presenza di operatori culturali, si potrebbe definire d'intesa con gli enti locali e con le regioni. In questo contesto, sottolineo l'opportunità di favorire, anche per incrementare l'occupazione giovanile, sempre più questo settore dal punto di vista culturale.
Infine, chiedo quale sia la ragione - ma credo che di questo si parlerà in un'altra seduta - della proposta di nomina del dottor Celli a presidente dell'ENIT da parte del Governo. Quali novità porta questa nomina rispetto alle problematiche che lei ha sottoposto e, mi consenta, quali competenze rispetto all'ampio panorama che dobbiamo affrontare e che lei ha individuato anche con notevole esperienza? Grazie.

PRESIDENTE. Questo era uno degli argomenti che oggi avremmo dovuto affrontare. Il Ministro mi ha consegnato prima una breve nota che illustra le motivazioni della scelta del dottor Celli, che provvederemo a distribuire.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor presidente, vorrei avanzare una proposta. Poiché sono tante le domande poste e tante ce ne sarebbero ancora da fare, dovremmo chiedere al Ministro se può concederci un secondo incontro.
È inutile, a quest'ora, sollevare ulteriori questioni. Sono le 14.50 e il Ministro deve andare dal Presidente del Consiglio: ubi maior, non si discute. Propongo allora di aggiornare la seduta, in modo che in un prossimo incontro sia possibile sviscerare bene la materia, magari prevedendo un tempo maggiore di un'ora. I nostri suggerimenti e le nostre proposte potrebbero magari essere utili al Ministro Gnudi.
Considerato che il Ministro si accinge a predisporre il piano complessivo dello sviluppo del turismo, non sarebbe inutile ascoltare prima la Commissione competente, come finora, purtroppo, non siamo riusciti ad ottenere.
Non entro nel merito, perché avrei bisogno di un'ora di tempo per porre le


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mie domande e per avanzare le mie proposte. Credo che questa sia la sede deputata a discutere di questi argomenti. Se il Ministro è disponibile a tornare, mi riservo di intervenire la prossima volta.

PRESIDENTE. Concordo con l'onorevole Formisano: non abbiamo tempo, né voi di porre le domande né il Ministro di rispondere in modo esauriente.
Peraltro, come Commissione abbiamo due problemi urgenti. In primo luogo, al di là della nota che il Ministro ci ha consegnato, abbiamo bisogno di avere un chiarimento sui criteri e sulle motivazioni della scelta del dottor Celli quale presidente di ENIT. Ricordo al Ministro che, scaduto il mandato del presidente di ENIT, ci era stato riproposto dal precedente Governo la nomina del presidente uscente Marzotto. Questa Commissione, però, ha ritenuto di non esprimere il parere, perché voleva anche in quel caso conoscere i risultati prima di esprimere un parere.
Siccome siamo già oltre la scadenza del termine previsto, sarebbe opportuno che il Ministro ci dicesse oggi qualcosa, in modo da poter esprimere il nostro parere la prossima settimana e svolgere la prevista votazione.
La seconda questione che le pongo - ma solo come accenno - è che questa Commissione sta esaminando tre proposte di legge di revisione delle strutture di promozione turistica e della connessa di soppressione dell'ICE. Poiché stiamo procedendo con l'esame di queste proposte, gradiremmo che lei, signor Ministro, ci facesse avere il parere del suo Ministero.
Infine, le chiedo di farci conoscere per il tramite dei suoi uffici le date in cui lei sarebbe disponibile a tornare in questa sede, come ha giustamente proposto l'onorevole Formisano. Come vede, le domande sono tante, anche perché questa è la Commissione competente sul turismo.
Do la parola al Ministro Gnudi per la replica.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. A me fa molto piacere. Questo scambio di idee ci è utile, perché come ho detto stiamo preparando un piano complessivo e più idee abbiamo meglio è.
Per quello che riguarda il dottor Celli, lo abbiamo scelto perché ha un profilo in vari settori; ha una forte capacità di gestione del personale, avendo gestito il personale in varie aziende; ha grandi capacità di interrelazione, essendo stato capo delle relazioni esterne dell'Unicredito; sa come si fa la promozione, essendo stato anche direttore generale della RAI. Insomma, ha un curriculum di tutto rispetto. Credo che una persona così ci possa dare una mano per rilanciare l'ENIT.
Considerate che il mestiere di presidente non è full time. In realtà, manderà avanti l'ENIT il direttore generale, sul quale il nuovo consiglio farà una scelta. Grazie.

PRESIDENTE. Come annunciato, il Ministro Gnudi deve allontanarsi per andare dal Presidente del Consiglio. Ringraziandolo per la sua presenza, rinvio pertanto il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14,55.

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