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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione XIII
24.
Mercoledì 9 maggio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

Audizione del Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), professor Dario Fruscio, sull'assetto e sulla gestione delle società controllate dall'AGEA (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Russo Paolo, Presidente ... 3 5 6 9 10 13 14
Delfino Teresio (UdCpTP) ... 10
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 10
Fruscio Dario, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) ... 3 5 6 10 13
Pepe Mario (PD) ... 5
Ruvolo Giuseppe (PT) ... 5 9 10
Zucchi Angelo (PD) ... 9

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), professor Dario Fruscio ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

[Avanti]
COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di mercoledì 9 maggio 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 14,40.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), professor Dario Fruscio, sull'assetto e sulla gestione delle società controllate dall'AGEA.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), professor Dario Fruscio, sull'assetto e sulla gestione delle società controllate dall'AGEA.
Do subito la parola al professor Fruscio, ringraziandolo per aver accolto ancora una volta il nostro invito e per la sua partecipazione insieme con il dottor Guido Tampieri, consigliere di amministrazione.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Innanzitutto vorrei rivolgervi un cordiale ringraziamento per ritrovarvi dopo qualche tempo e per avermi reso questa ulteriore possibilità di relazionarvi su un tema che - do atto al presidente e all'Ufficio di presidenza - è veramente importante, soprattutto in questa fase di ripensamento e di valutazione dell'intero sistema organizzato che ruota attorno all'agricoltura. È questa una riflessione che l'AGEA segue con interesse, perché in essa coglie aspetti di notevole approfondimento da parte vostra.
Vi ho inviato del materiale pensando potesse essere tempestivamente distribuito agli onorevoli parlamentari. Proprio per riguardo a questa interessata e interessante Commissione, è stato svolto un lavoro abbastanza approfondito, con l'intendimento che ciò che è stato prodotto in questa sede possa essere utilizzato anche oltre l'odierna audizione per ciò che potrà interessare la vostra attività di legislatori.
Svolgerò un'esposizione che in parte seguirà il testo della relazione e in parte procederà per vie più veloci e semplificate, anche tenuto conto del tempo limitato che abbiamo a disposizione. La parte in cui farò riferimento pedissequo alla relazione predisposta riguarderà l'esposizione in ordine al fenomeno del commissariamento: non riusciremmo a intenderci sull'assetto e sulle condizioni attuali, soprattutto per quel che concerne le due partecipate fondamentali e strategiche dell'AGEA, se prima non capissimo cos'è avvenuto nell'Agenzia durante la fase commissariale.
Inizio osservando che nell'audizione tenutasi davanti alla Commissione Agricoltura del Senato in data 15 giugno 2011 veniva esposto e disaminato il tema dell'AGEA nei suoi molteplici aspetti. Oggi, devo dire, giunge opportuna questa audizione, da considerarsi in consecuzione, ma anche in continuità con quella dello scorso anno.


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È noto che l'AGEA, in aggiunta alle funzioni di organismo di coordinamento e nelle more della costituzione degli organismi pagatori regionali, svolge altre importanti funzioni, tutte indicate nella relazione e di cui ometto la esplicazione verbale. Tengo invece a sottolineare che le attività dell'AGEA sono tutte esplicate mediante strutture proprie, ma anche mediante gli enti strumentali di cui essa detiene il controllo: essenzialmente, come dicevo prima, la SIN Srl e l'Agecontrol Spa.
Da ciò la considerazione che trattare della SIN e dell'Agecontrol in questa odierna audizione equivale a integrare il quadro organizzativo, operativo e gestionale attraverso cui è dato all'AGEA di rispondere e corrispondere alla mission di cui è mandataria e unica responsabile nazionale nei confronti dell'Unione europea, a monte, e del settore produttivo primario del nostro Paese, a valle.
In tale configurazione risiede il carattere di massima esplicazione della nozione unitaria dell'AGEA, della SIN e dell'Agecontrol.
Circa tale coordinata visione, piace dare merito all'onorevole presidente di questa Commissione e all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, di averla colta già in sede di formulazione del tema dell'odierna audizione.
Sempre per motivi di brevità, non mi sono orientato a parlarvi in questa sede anche delle società assolutamente minori - come ad esempio la COANAN e la Telaer - che nel quadro complessivo rivestono funzione e ruolo nell'attività gestionale dell'AGEA. Ribadisco che, se me ne darete opportunità e occasione, potremmo farne attività di illustrazione in successive audizioni.
Su entrambe le società testé precisate, vale a dire l'Agecontrol e la SIN, sarà fatta adeguata rappresentazione in questa sede; intuisco, però, che gli onorevoli parlamentari vogliono conoscere qualcosa di vero e di utile in ordine al commissariamento fatto patire all'AGEA. Tengo peraltro ad aggiungere che, senza tale passaggio, la condizione attuale delle società controllate dall'AGEA e il sistema delle relazioni industriali nell'ambito del sistema integrato AGEA sarebbero di non agevole esplicazione.
Il commissariamento dell'AGEA ha rappresentato, infatti, una linea di discrimine nella realtà allargata e integrata di tale sistema. Prima di esso si verteva in una condizione protesa a conseguire affinamenti interpretativi e migliori risultati operativi di sistema; all'uscita del commissariamento l'AGEA, nella sua qualità di soggetto controllante le altre realtà operative ad essa integrate, si è trovata nella necessità di porre riparo ad una multiforme attività posta in essere dall'attività monocratica commissariale, dagli effetti impeditivi per un corretto e regolare funzionamento del sistema integrato dell'AGEA. Un'attività, quella commissariale, modificativa e attenuativa del ruolo dell'AGEA nel sistema delle relazioni in quel particolare modello, per quanto riguarda la SIN, di partenariato pubblico-privato, che l'ordinamento comunitario definisce come forma di cooperazione fra l'autorità pubblica e il mondo delle imprese, finalizzata a garantire il finanziamento, la costruzione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un'infrastruttura o la fornitura di un servizio.
A questo punto mi si consenta una deviazione da ciò che nominalmente appare essere l'unico tema della presente audizione, per ritornare al punto della deviazione dopo aver fatto un po' di luce sull'atto commissariale. Introdotta così, l'informativa sul punto del commissariamento dell'AGEA può indurre nel sospetto - che io comprendo - che si possa ritenere che tale provvedimento sia disceso da un senso di leggerezza o di semplicismo comportamentale. Non di leggerezza e superficialità si è trattato, ma di una deteriore determinazione di quanti tale provvedimento hanno immaginato, costruito e voluto; una deteriore determinazione del tutto affrancata da senso di responsabilità e riguardo verso un ente pubblico non economico meritevole di positivi riconoscimenti per


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l'opera che esso esplica, nell'interezza e con pienezza di risultati, a beneficio del settore economico primario del nostro Paese. Una determinazione ancor più deteriore se il commissariamento è visto, interpretato e valutato nei suoi molteplici risvolti e alla luce degli interrelati effetti negativi da esso poi prodotti, effetti non altrimenti definibili, in ultima analisi, se non come danno all'erario pubblico: danno diretto, via AGEA, e danno indiretto, mediante le società controllate direttamente e indirettamente dall'Agenzia pubblica, prevalentemente ed essenzialmente sulle società SIN e Agecontrol.
Il decreto di commissariamento dell'AGEA, in data 23 giugno 2011 a firma del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, veniva ritenuto privo di motivazioni reali, valide, attendibili e veritiere dal presidente dell'ente dell'epoca, il quale, sul presupposto di ciò, adiva il TAR per chiederne l'annullamento.
La sentenza susseguita, in data 12 gennaio 2012, giungeva a disporre, a seguito di più udienze istruttorie, quanto segue: «Il tribunale amministrativo regionale del Lazio accoglie, nei limiti di cui in motivazione, il ricorso in epigrafe e per l'effetto annulla l'impugnato decreto del Presidente del Consiglio [...] del 23 giugno 2011». Dalla sentenza - definita da specialisti «esemplare», di alto pregio giuridico e accuratamente strutturata - emerge una condanna senza possibilità di appello. Riprova di ciò...

GIUSEPPE RUVOLO. Signor presidente, mi consenta. È una relazione completamente fuori tema. Se noi dobbiamo audire un presidente che si dichiara tale, egli deve dare corpo a comunicazione effettive, senza dietrologie o ipotesi avveniristiche. Il presidente Fruscio sta parlando in maniera poco corretta di quanto è avvenuto anche in questa Commissione e da parte del Governo precedente.

PRESIDENTE. Noi abbiamo tutti gli strumenti non solo per poter indicare criticità ma anche per offrire soluzioni. L'unico strumento che non abbiamo è quello della scortesia nei confronti di chiunque viene qui, chiamato da noi. Abbiamo il diritto e dunque il dovere di ascoltarlo in un clima di assoluta serenità e rispetto.
Il presidente Fruscio mi perdonerà per questa interruzione.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Grazie. Mi scuso del fastidio che involontariamente arreco, ma nell'immaginare questa relazione dinanzi a questa onorevole Commissione, mi sono sforzato di attenermi ai fatti e, pertanto, agli atti ufficiali. Non sto parlando per interpretazioni; sto parlando di ciò che è avvenuto con una procedura che ha seguito le sue formalità normative e ha avuto un suo inizio e una sua fine, e ora mi sono accinto a leggere la parte motiva della decisione. Lungi da me arrecare offesa ad alcuno, perché offenderei me stesso se pensassi di venire davanti a voi per offendervi, mentre mi sento parte solidale con voi e non ho altro interesse.
Credo che, comunque, occorra la disponibilità che io ho sempre dimostrato - quando di aule simili a questa, per un breve periodo, ho fatto parte anch'io - ad ascoltare anche cose che non incontravano il mio gradimento personale. Può capitare. Tuttavia, io non vengo davanti a voi per svolgere un'attività di piaggeria che soddisfi tutti, ma per riferirvi i fatti con l'obiettività e la sincerità con cui sono in grado di esporveli. Mi dispiace se, poi...

MARIO PEPE (PD). Non dobbiamo sentire lezioni di giurisprudenza consolidata!

PRESIDENTE. Il giudizio lo esprimiamo ex post, dopo aver ascoltato la relazione, e abbiamo gli strumenti per farlo; non abbiamo alcun titolo, invece, per interrompere qualsivoglia relazione.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Come dicevo, il commissariamento è stato voluto per effetto di una serie di valuta zioni


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ritenute tutte non apprezzabili sotto il profilo della resistenza di quel decreto di commissariamento davanti all'organo giudicante chiamato a delibare l'opposizione del presidente «commissariato».
Nella mia relazione - anche per evitare la fastidiosa impressione di voler fare il docente del nulla, perché io riferisco atti e fatti, non teorie né letteratura - troverete indicati, uno per uno, i motivi per cui l'organo giudicante ha cassato, talvolta con apprezzamenti finanche sprezzanti, il decreto di commissariamento. Ve li eviterò, ma chi, come voi, è munito di curiosità, certamente li recupererà per valutarli.
Vi risparmio tutto il resto, ma consentitemi di segnalare un fatto abnorme. Come se quanto riferito in relazione non bastasse a rendere documentalmente evidente l'arbitrarietà del commissariamento dell'AGEA, si è verificato anche questo episodio: nel corso del giudizio davanti al TAR, l'avvocato dello Stato, difensore della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell'agricoltura, ha chiesto al dirigente responsabile del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali attuatore della vigilanza sull'AGEA di fornire gli atti, i documenti e quanto necessario ad alimentare l'attività difensiva dell'avvocatura dello Stato, come ho già detto, in nome e per conto della Presidenza e del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Il funzionario adito ha così risposto: «La mia funzione nulla possiede che possa suffragare il commissariamento dell'AGEA. Ciò che serve all'avvocatura dello Stato per adempiere all'obbligo di rispondere all'ordinanza del tribunale amministrativo regionale si cerchi altrove». In effetti, chi si è cimentato in tale attività non è stato il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, attraverso la sua struttura o il dirigente preposto alla vigilanza, bensì l'AGEA. È un caso eclatante: l'ente commissariato si rende disponibile a fornire i materiali legittimanti il commissariamento. Piaccia o non piaccia, è un'abnormità.
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali riceve l'ordine del tribunale amministrativo regionale di fornire prova concreta e documentale in ordine agli atti e agli adempimenti propedeutici al disposto commissariamento dell'ente, e il Ministero, nella persona del suo dirigente preposto all'esercizio di vigilanza, risponde di non disporre di alcunché di ciò che il tribunale amministrativo regionale chiede che venga provato e invita a rivolgersi ad altre sedi.

PRESIDENTE. Presidente Fruscio, se lei ci aiuta anche nel merito della vicenda posta non è un fastidio per noi.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Volevo sforzarmi di arrivare a dirvi della SIN e dell'Agecontrol facendovi toccare con mano quanto letale e devastante sia stato l'avere preventivamente agito per il commissariamento dell'AGEA, posto che, nei sette, otto mesi di commissariamento, è stato mutato il volto della SIN e dell'Agecontrol. A mio modo di valutare ed interpretare tutto ciò, non posso saltare questa parte; tuttavia, se il vostro interesse è quello di sentire direttamente della SIN e dell'Agecontrol - con il presupposto e la riserva che c'è il documento scritto e che chiunque abbia voglia e interesse, può andare a ripercorrerlo - io non ho alcun problema. Pensavo di pormi di fronte a voi nel miglior modo possibile.
Veniamo dunque alla SIN, da cui avevamo deviato originariamente. La SIN può essere finanche definita «società di scopo» rispetto all'AGEA, perché ad essa fornisce gli elementi, i contenuti e le informazioni che le consentono di esplicare la propria attività. Senza la SIN, l'AGEA sarebbe pressoché nulla e, anzi, probabilmente non esisterebbe affatto. La SIN ha un'origine non recente - la sua costituzione risale alla legge n. 231 del 2005 - ed è una società individuata da una lunga riflessione, soprattutto da parte del Consiglio di Stato nazionale. È una società a maggio ranza pubblica, istituita con l'unico scopo e interesse di gestire lo sviluppo del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) che già esisteva.


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Mediante il SIAN, l'AGEA trova attraverso SIN il supporto per l'esercizio delle sue funzioni. La complessa struttura SIN-SIAN-AGEA è scaturita anche da un esame della Commissione europea, quando questa si pose il problema di individuare una struttura che producesse un sistema informativo per l'AGEA che la disancorasse dalle metodologie poi rivelatesi non proprio congrue in occasione della crisi dell'Azienda per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA).
La SIN nasce dunque come società di partenariato pubblico. Il Consiglio di Stato suggerì e pretese che avesse la forma giuridica di società a responsabilità limitata; società di capitale sì, perché doveva attrarre una componente privata, ancorché minoritaria - poi definita nella misura del 49 per cento - ma sotto forma di società a responsabilità limitata.
Perché questa preferenza e questa indicazione? Perché, attraverso lo strumento della società a responsabilità limitata, il Consiglio di Stato riteneva - e alla luce dei fatti, direi anche opportunamente - che, così costituita, la società potesse garantire al socio pubblico, ovvero all'AGEA, il massimo del controllo sulla gestione della società, individuando così il socio privato, scelto peraltro tramite gara, e il socio pubblico come finanziatore e controllore della gestione di questo partenariato pubblico-privato. In altre parole, all'origine si è ritenuto che la forma giuridica di società a responsabilità limitata costituisse la migliore garanzia possibile per l'investitore pubblico.
Si è voluto compiere questo sforzo, nel 2005, non solo per offrire uno strumento informatico più evoluto e più capace di rispondere alle necessità operative di un'agenzia come l'AGEA, ma che servisse altresì come agenzia a disposizione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, delle regioni, degli enti locali nonché delle altre amministrazioni pubbliche, imponendo a tutto il settore pubblico - amministrazione pubblica centrale, regionale, provinciale o comunale che fosse - di avvalersi del sistema SIAN. Lo si è inteso quindi, originariamente, come sforzo affinché entrasse nella disponibilità di una platea vasta di utilizzatori pubblici.
L'importanza del SIAN per le istituzioni pubbliche, soprattutto nel settore agricolo, agroalimentare, forestale e della pesca non ha tuttavia conosciuto quello sviluppo e quella tecnicalità capaci di garantire l'efficienza esaustiva alla domanda per cui era stato pensato. Da ciò è nata, da lungo tempo, una contrapposizione fra l'AGEA, rappresentante il socio pubblico, e il raggruppamento di privati, il raggruppamento temporaneo di impresa (RTI), preposto alla fornitura del prodotto informatico.
Voi avrete anche recentemente appreso, attraverso i media, dello stato di tensione abbastanza profondo cui le due componenti sono pervenute in ordine alla questione SIN-SIAN. Penso che occorra prendere atto che l'attenzione posta dall'AGEA affinché il SIAN potesse veramente costituire la piattaforma satisfattiva di tutte le esigenze della pubblica amministrazione è stata sempre perseguita, rivendicata e pretesa dall'Agenzia.
Nell'elaborato intitolato «SIN», che vi è stato reso, è inclusa una massa documentale (in un dischetto anch'esso fornito) dove potrete trovare questo andirivieni di contestazioni, pressioni e rivendicazioni dell'AGEA nei confronti dell'RTI perché si pervenisse finalmente all'attuazione del cosiddetto «sistema integrato», ossia un sistema informatico che consentisse quella verifica incrociata con tutti gli altri sistemi informatici dell'amministrazione pubblica e non, per giungere in tempo reale a quel controllo che diversamente tarda ad esservi e che è fonte di continua discrasia fra le procedure dell'AGEA e le attese rispetto a quelle procedure del mondo dell'agricoltura.
Per tornare a porre in evidenza come l'AGEA, nella realizzazione della SIN, è stata oggetto soltanto passivo, senza rivestire alcuna parte attiva, devo rendere noto che l'RTI è stato individuato attraverso una gara pubblica a livello europeo posta in essere il 6 marzo 2006. L'AGEA - come a volte, finanche maliziosamente,


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si tende a far sospettare - si è scelta il partner, e dunque ne è responsabile e deve risponderne? Non è così, signori. C'è stata una gara europea per l'individuazione del partner, avviata da una messa a gara del 49 per cento del capitale sociale della SIN, al 100 per cento in mano all'AGEA. Nel momento in cui pone in gara la vendita del 49 per cento, l'AGEA si premunisce con una valutazione di un advisor di valore europeo, peraltro scelto non dall'Agenzia, ma indicato dal Consiglio di Stato del nostro Paese. Tale advisor valuta in 32 milioni di euro il 49 per cento dell'AGEA posto in vendita, ma l'aggiudicazione che, attraverso più esperimenti di gara, avviene in data 7 maggio 2007, all'RTI Almaviva, ha portato ad un realizzo di 88 milioni di euro.
In altre parole, quello che l'advisor individuava economicamente in 32 milioni, Almaviva ha ritenuto di valorizzare in 88 milioni, versando la somma all'AGEA.
Consentitemi un inciso fuori da questa scaletta per dire che a quelle risorse che hanno operato in nome e per conto dell'AGEA negli anni 2006-2007 perché AGEA potesse in sede di gara internazionale, espletata a livello europeo, realizzare 88 milioni anziché 32, e che hanno immaginato il tutto fino al momento della gara, credo vada dato atto e merito di avere ben tesaurizzato la vendita del 49 per cento della SIN.
Quelle risorse sono, in parte, le stesse che nel periodo del commissariamento sono state poste in discussione al punto da essere fatte segno di non meritevole permanenza nella SIN e venire licenziate. Io ho la consapevolezza, ma prima ancora la tranquillità di coscienza di uomo, di cittadino, e per ultimo di presidente dell'AGEA, che quella persona, quello staff sono il patrimonio migliore dell'AGEA. Perché dell'AGEA e non della SIN, semmai? Signori miei, qui dobbiamo capirci. Dico il patrimonio migliore dell'AGEA e non della SIN perché il rapporto SIN-AGEA è regolato da particolari contratti, che sono tre. Uno di questi è il cosiddetto «contratto di struttura», nel quale è convenuto che sono a carico dell'AGEA tutti i costi di gestione, ivi compresi quelli del personale, della sua formazione e sviluppo. Pertanto, il personale legalmente in carico alla SIN si configura tale dal punto di vista della natura giuridica del rapporto, non del suo contenuto: il contenuto lo ha costituito AGEA pagando fin dal 2005 i costi della formazione e dello sviluppo del personale.
Mi rendo conto che potrete trovare qualche difficoltà di collegamento tra SIN, AGEA eccetera; ecco perché volevo portarvi gradualmente a spiegarvi cosa è stato il commissariamento agli effetti di ciò che è avvenuto in quel periodo sulle due società cardine del funzionamento dell'AGEA. Lo troverete per conto vostro, sicuramente sarete colti da curiosità.
A me preme, in questo interregno fra il prima e il dopo commissariamento, segnalare agli onorevoli parlamentari che noi non abbiamo mai smesso di rivendicare nei confronti del raggruppamento degli industriali privati - che nelle relazioni a voi consegnate troverete indicati sia per nome sia per quota posseduta nell'ambito del 49 per cento - che si arrivasse a un sistema veramente integrato, ovvero a una situazione per cui ogni operatore agricolo fosse intellegibile in qualsiasi momento, sia attraverso il sistema SIAN sia attraverso la sua integrazione in tutti gli altri sistemi informatici pubblici e privati. Signori, questa è la realtà. Quando si dice che l'AGEA non ha realizzato il sistema integrato, in realtà può soltanto rivendicarlo, perché per contratto chi doveva e deve realizzarlo è il raggruppamento di imprese private. L'AGEA può soltanto comminare le sanzioni e le penalità per i ritardi e gli inadempimenti.
Ad oggi, in effetti, e prima che si entrasse nella fase di commissariamento, c'è una liquidazione per circa 24 milioni di euro che l'AGEA attende le sia rimborsata in termini di danni patiti. Prima del commissariamento eravamo giunti al punto di uno scambio di lettere dai toni dell'invettiva, purtroppo, fra il presidente del raggruppamento, l'ingegner Tripi, e


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chi vi parla; tale pesante interlocuzione era nata da alcune mie originarie indicazioni durante un convegno a Cagliari, presso la regione Sardegna. In quell'occasione, dissi sostanzialmente che l'AGEA non poteva più patire il danno che le veniva arrecato, per cui o smettevano di considerarla soltanto come una vacca da mungere - l'AGEA e quindi l'erario - continuando a non consegnarci il prodotto contrattualmente convenuto, oppure avremmo proceduto verso la risoluzione contrattuale per loro colpa e causa.
Ritorniamo però a marzo dell'anno scorso, quando abbiamo quantificato, abbiamo posto in mora ed è arrivato il commissariamento. Capirete bene leggendo - benché volessi alleviarvi dalla fatica della lettura - che dal commissariamento nulla più è stato chiesto, nulla più è stato fatto, tranne sentire le voci degli ex commissari, «generalissimi» di corpo d'armata, che dicono e scrivono che l'AGEA è un colabrodo, che non svolge i controlli incrociati, è una ruberia, si paga indebitamente e via discorrendo.
L'AGEA non ci sta, perché ritiene di avere sempre operato secondo quanto legalmente poteva; viceversa, lamentiamo che si sono sprecati otto mesi e soprattutto che quelle risorse - che io definivo dell'AGEA e poste al servizio della SIN - siano messe ai margini. Arriva la gestione commissariale e revoca loro la funzione di direttore generale, concentrandola nella figura dell'amministratore delegato che arriva da Palermo a dirigere tutto. Nulla in contrario al fatto che arrivi da Palermo, però è strano che una direzione generale così attenta sia messa da parte e si avvii finanche una procedura di licenziamento nei suoi confronti.
L'occasione è comunque opportuna per dire che ciò è assolutamente infondato e credo che l'AGEA, in uno con l'autorità di vigilanza ministeriale, e finalmente con un ministro così premuroso di attenzioni a ogni questione dell'AGEA e del suo operare, si porrà anche il problema di dare una calmata a queste delazioni e a queste infamie che si vanno spargendo, secondo le quali l'AGEA chiederebbe al primo che passa di aprire il borsello per potervi gettar dentro un po' di soldi. Non è così: l'AGEA ha un sistema di controlli collaudato, testato ed attestato continuamente dalle verifiche comunitarie che sovente giungono nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Io non voglio sottrarle la parola, ma i nostri tempi sono limitati e se vogliamo ascoltare anche qualche collega dovremmo fermarci qui.

ANGELO ZUCCHI. Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori. Siccome il presidente Fruscio sta illustrando con dovizia di particolari la situazione dell'AGEA, della SIN e dell'Agecontrol, temo che non riusciremo a terminare questa audizione entro le 16, consentendo al nostro ospite di dirci tutto quello che ritiene opportuno, ai commissari di intervenire e al presidente Fruscio eventualmente di replicare.
Chiedo se non sia possibile prevedere già da ora una seconda audizione, magari la prossima settimana, per esaurire e terminare i lavori.

GIUSEPPE RUVOLO. Sono d'accordo con la proposta del collega Zucchi. Ho apprezzato il fatto che ci siano 50 pagine di relazione e in merito a ciò che ha detto il presidente Fruscio non porrò domande oggi, ma nella seduta che stabiliremo. Apprezzo che il presidente di questa Commissione abbia con molta cortesia e garbo, come è sua consuetudine, dato la possibilità al presidente dell'AGEA di parlare per settanta minuti, cosa assai inusuale (per quanto ricordo io, mai), ma ammettiamo che, per la delicatezza dell'argomento, il nostro presidente abbia ritenuto di permettere questa cavalcata solitaria - dal mio punto di vista - sul nulla.
Tenuto conto che c'è molto materiale da leggere e anche su cui riflettere, la mia richiesta è che si prosegua nella prossima seduta, comprese le domande. Il collega Zucchi aveva proposto di fare adesso le domande.


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PRESIDENTE. No, l'onorevole Zucchi aveva proposto la stessa cosa.
Io procederei in questo modo: poiché capisco che ci sono ancora altre cose da dire, lascerei al presidente Fruscio altri dieci-quindici minuti per approfondire tutti gli aspetti, in modo da non escluderne alcuno dalla sua così approfondita analisi. Personalmente apprezzo sempre quando questa è più approfondita del necessario, rispetto a quando lo è meno.

GIUSEPPE RUVOLO. Purché si affrontino i temi realisticamente, ma quando si dicono fantasie... E comunque, si venisse a giustificare! Io chiederei al presidente quando è stato insediato lui...

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo! Mi consenta... questo lo chiediamo...

GIUSEPPE RUVOLO. ... invece di dire che dopo mesi di commissariamento ci sarebbe lo sfacelo dell'AGEA e delle controllate! Ma quando mai! Lei, presidente, quando è stato nominato...

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo! Questo lo chiederemo...

GIUSEPPE RUVOLO. ... c'è gente che si suicida perché lei non ha dato la possibilità di dare quello che è giusto e dovuto agli agricoltori italiani...

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, non è uso di questa Commissione, non credo che sia giusto, né giovi ai nostri lavori procedere in questo modo.
Chiedo alla collega Di Giuseppe di rasserenare gli animi, non nel merito, ma sull'ordine dei lavori.

ANITA DI GIUSEPPE. Sono d'accordo con quanto affermato dall'onorevole Zucchi, anche perché mi pare che la relazione del presidente Fruscio sia stata alquanto atipica, visto che avrebbe dovuto parlarci dei punti di forza e di debolezza dell'AGEA e delle sue partecipate.
Non credo, personalmente - e come me, immagino anche altri membri di questa Commissione - che nell'AGEA sia tutto a posto e che tutto ciò che l'AGEA fa sia un sogno, perché in effetti ci sono dei problemi...

PRESIDENTE. Collega, se vogliamo ragionare del merito, ci fermiamo qui e poniamo le domande.

ANITA DI GIUSEPPE. Non c'è più tempo, presidente, per le domande.

PRESIDENTE. Allora non faccia commenti come non li hanno fatti altri suoi colleghi. Mi aiuti sull'ordine dei lavori.

ANITA DI GIUSEPPE. Io voglio aiutarla sull'ordine dei lavori, ma non mi può negare una considerazione (che ho già fatto). Comunque, sposo la posizione dell'onorevole Zucchi.

TERESIO DELFINO. Esprimo la mia adesione al metodo seguito, perché ritengo che siamo davanti a materia molto complessa; quindi, sono grato a lei, presidente, per aver lasciato tutto il tempo possibile al presidente Fruscio, così come convengo sulla proposta di metodo di lavoro del collega Zucchi.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Poiché mi sembra di capire che siate orientati per una successiva audizione, offro il mio piccolo contributo chiedendovi solo cinque minuti, per lasciare spazio alle domande.

PRESIDENTE. Completi la sua relazione, presidente. Ha un quarto d'ora di tempo. Porremo le nostre domande la prossima volta, dopo aver studiato il materiale che ci ha fornito.

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Ci siamo lasciati sul punto degli effetti del commissariamento sulle società fondamentali possedute dall'AGEA.


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Quando il presidente dell'AGEA, per effetto della sentenza di annullamento del commissariamento, è stato reintegrato nella sua funzione, ha chiesto ai consiglieri e al presidente del consiglio di amministrazione della SIN copia degli atti deliberativi assunti dalla SIN nel periodo commissariale. Questa domanda del sottoscritto, nella sua qualità, muoveva dalla considerazione che io, nell'interesse dell'AGEA - ma anche per riguardo al consiglio di amministrazione ritornato a riviviscenza per effetto dell'esito del mio ricorso - dovevo, credo, poter prendere atto e valutare l'attività del periodo commissariale.
Non ho avuto alcun verbale di consegna, né scritto, né orale, né alcuna indicazione di ciò che era avvenuto. A quel punto ho trovato normale chiedere, mediante lettera, al responsabile legale della SIN di produrmi, nel frattempo, per una prima valutazione, copia dei verbali dei consigli di amministrazione avutisi nel periodo commissariale. La risposta del presidente del consiglio di amministrazione della SIN fu che, ai sensi di legge, il consiglio d'amministrazione della SIN aveva unanimemente ritenuto la mia domanda non legittima, per cui nulla poteva essermi rimesso.
In effetti, esiste una norma codicistica per la quale non si configura diritto, da parte del socio maggioritario, di avere le deliberazioni del consiglio di amministrazione della società posseduta maggioritariamente. Tuttavia, non si è valutata l'altra circostanza, cioè che l'AGEA è mandante unica e diretta della SIN; la SIN non ha altri interlocutori, e in funzione di questa particolare qualificazione contrattualmente prevista (il contratto di struttura cui facevamo cenno poc'anzi), individua l'AGEA come responsabile del pagamento di tutti i costi e gli oneri di gestione.
Mi pare strano che chi, su domanda, ha avuto il rimborso dell'intero richiesto, rifiuti di dare la possibilità di valutare. In regime di società a responsabilità limitata questo non sarebbe stato possibile, ma lo è diventato, attraverso la trasformazione da società a responsabilità limitata (Srl) in società per azioni (Spa). È una delle cose che si è inteso fare, in sintesi, con la trasformazione da Srl a Spa. Onorevoli parlamentari, da qualsiasi parte politica voi militiate, mi rivolgo alle vostre intelligenze per chiedervi di leggere le motivazioni addotte dal commissario straordinario dell'AGEA nella delega impartita al promosso direttore generale dell'Agenzia, il dottor Nanni.
È previsto fin dall'origine che la SIN, costituita sotto forma di società a responsabilità limitata, possa essere anche trasformata in società per azioni; è previsto, ma con la motivazione aggiunta però che ciò deve comportare una maggiore condizione di tutela del pubblico interesse: non ci sono altre motivazioni. E allora, dov'è il pubblico interesse accresciuto e più saldamente tutelato, se attraverso la società per azioni si realizzano quelle azioni di osmosi e di passaggio di prerogative particolari, tutelanti l'investitore pubblico in regime di società a responsabilità limitata, e le si portano viceversa nel campo delle società per azioni, dove quelle tutele non ci sono più? Perché si è fatto tutto questo? Chiedetevelo, chiedetelo alle vostre coscienze, che siate di Palermo, di Asti, di Cosenza o di Roma.
Ad ogni modo, tornato il regime ordinario di gestione, all'uscita dal regime monocratico del commissario, non sapendo né io né il consiglio in quale lago specchiato o paludoso ci trovassimo, con il codice alla mano e l'ausilio di eminenti professionisti - uno societario e l'altro amministrativista - abbiamo deliberato unanimemente di rimuovere i tre consiglieri di amministrazione di espressione dell'AGEA che, guardate caso, votavano sempre unanimemente con gli altri due consiglieri di minoranza dell'RTI, anche contro la mia (credo) normale richiesta di visionare gli atti, visto che non mi avevano prodotto alcun verbale di consegna e visto che né io né il consiglio sapevamo se eravamo in uno specchio d'acqua cristallino o in un pantano. All'unanimità, i nostri consiglieri hanno deliberato che tali documenti non si producono. Questo è avvenuto perché i nostri


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consiglieri, in sede di trasformazione da Srl a Spa, sono stati rimossi, sbattuti via, ma chi di voi conosce il diritto societario sa anche che la trasformazione sociale, quando avviene nell'ambito dello stesso genere - in questo caso capitalistico, da Srl a SpA - non è motivo di decadenza degli amministratori, i quali passano da consiglieri di amministrazione di Srl a consiglieri di amministrazione di Spa. Ciononostante, si è fatto finta di non saperlo.
Come poteva reggere un sistema integrato che partiva dal commissario, soggetto non agli interessi dell'AGEA - non ho timore di dirlo, i fatti lo dimostrano - ma ad altri interessi? Un sistema integrato perverso. Come era possibile realizzarlo, con tre consiglieri che fossero interessati al rispetto e alla tutela dell'AGEA? Per questo sono stati rimossi e sostituiti da consiglieri indicati sì dall'AGEA, benché io preferisca dire, più pertinentemente e più precisamente, dall'organo pro tempore monocratico dell'AGEA, cioè dal commissario.
L'AGEA ha capito, rientrando con il suo modesto presidente Fruscio, che questa situazione era una sorta di «opera di pupi» e il presidente si è così appellato a una norma introdotta nel codice dalla riforma societaria del 2007 sulla cessazione del rapporto di fiducia fra mandante e mandatario - fra mandante AGEA (che in quel caso tornavo ad essere io) ed il mandatario consigliere d'amministrazione - per chiedere la rimozione dei tre signori, preferendo non avvalercene ulteriormente.
A questo punto cosa c'è da fare? Occorre una enorme pazienza e una grande dedizione, ma soprattutto un grande spirito di servizio - e non è demagogia - e tanta generosità da parte di chi vi si applica, per fare un'inversione di rotta. Vorrei riferire ciò che mi ha detto un eminente professionista e accademico romano di diritto societario, la prima volta in cui gli ho prospettato questa situazione: «è evidente che la macchina lei l'aveva direzionata verso nord, ma chi le è succeduto ha preferito mandarla a sud» (o viceversa, senza allusioni).
Occorre a questo punto pazienza e un'applicazione fatta di lavoro. Una volta invertito il senso di marcia - lo abbiamo già fatto, puntando al sud piuttosto che al nord o viceversa, a seconda delle preferenze - ci siamo chiesti cosa fossero tutti quei soldi che avevano deliberato quei signori. In un periodo in cui tutti parlano di spending review e, purtroppo, c'è gente che si ammazza, mentre noi spendevamo 280 mila euro l'anno, arriva la nuova dirigenza e li porta in un sol colpo a 600? E poi si arrivava a 640-650, poiché c'era anche l'indennità straordinaria per il vicepresidente, di cui ci si era dimenticati. Badate, le vicepresidenze negli enti pubblici sono vietate per legge e comunque acconsentite, come recita il testo di legge, a titolo gratuito; non possono dunque essere remunerate, ma evidentemente ci sono altre leggi speciali non note al comune mortale.
Questa, onorevoli parlamentari, è solo la parte emergente dell'iceberg; in altra occasione, se me lo consentirete, oltre a rispondere alle vostre domande sarò disposto a fornirvi qualche ulteriore specificazione. Ho dato disposizione di predisporre nel modo più disaggregato possibile tutti gli oneri e i costi afferenti ai consiglieri e ai sindaci nel periodo commissariale per viaggi, alloggi, vitto, indennità, autista, automobili con due autisti, di giorno e di notte. A che servono due autisti? Vi dirò cosa vuol dire affidare una società che prima spende 280 mila euro l'anno e poi 600 e anche 630-640, con il vicepresidente.
La legge di giugno - non l'ho scritta io, ma voi - prevede l'uso di automobili per le categorie non elette dal punto di vista politico e amministrativo, che non superino la cilindrata di 1.600 centimetri cubici. Il mese prima del mio arrivo, per l'amministratore delegato della SIN, proveniente da Palermo, si è resa disponibile un'Audi superaccessoriata (3.000 cm3 cilindrata), completa di autista eccetera.


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Di solito, nelle cose pubbliche non esiste il benefit, non è in contratto. Tutto ciò che ho detto - l'auto supera i 1.600 centimetri cubici, costa 70 mila euro invece che 20 mila - vi sarà quantificato, perché possiate prendere atto di cosa siano stati sei, sette mesi di spensierato e disinvolto spending.
A questo punto chiedo soltanto due minuti, perché ho qui un documento che vorrei leggere. Non intendo sostituirmi a voi nelle attività legislative, e mi rifaccio a un vecchio motto inglese che recita «ci sono re e ci sono profeti»: i re sono quelli che detengono il potere, coloro che fanno le cose e le fanno succedere, e voi parlamentari siete dalla parte di chi fa le cose e le fa succedere, cioè l'attività legislativa. I profeti (Commenti)...

PRESIDENTE. Basta il presidente, se vi ci mettete anche voi! Presidente, continui!

DARIO FRUSCIO, Presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Indipendentemente dalle varie ipotesi di ristrutturazione dell'AGEA e di tutti gli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali a cui possiate pensare, ritengo di poter porre alcune riflessioni sull'attuale situazione organizzativa e strumentale recata dalla recentissima applicazione attuata in regime commissariale dello statuto dell'AGEA del 2009. Voi sapete che proprio questo, ossia la mancata attuazione di quello statuto, è stato il motivo del commissariamento.
L'architettura organizzativa recata dallo statuto dell'AGEA nel 2009 si basa su due presupposti, già in nuce apparsi non particolarmente solidi e che ora, a statuto attuato, stanno mostrando la loro fragilità. I due presupposti sono: la separazione non funzionale, ma anche di conduzione organizzativa e gestionale, fra organismo pagatore e organismo di coordinamento; la funzione di coordinamento della figura apicale aziendale traslata dall'organismo pagatore all'organismo di coordinamento nel vigente statuto.
Il presupposto della separatezza delle funzioni fra l'organismo pagatore e l'organismo di coordinamento imposto dalla normativa comunitaria comporta l'impossibilità, la non praticabilità del divieto di un'attività di coordinamento da parte della direzione generale dell'organismo pagatore che, nel caso dell'AGEA, rappresenta l'attività quasi totale della stessa, di modo che tale attività di coordinamento può essere esercitata solo e soltanto sulle due direzioni: coordinamento e amministrazione, gerarchicamente sottoposti alla direzione generale.
Sentite ora la considerazione che ne discende: «Sennonché, l'attuazione dello statuto del 2009 dell'AGEA ha posto in evidenza che le funzioni del direttore generale sono in realtà volte essenzialmente all'esercizio specifico dell'attività di organismo di coordinamento, anche per effetto della contrazione notevole avutasi nell'area amministrativa conseguente al dovuto passaggio all'organismo pagatore delle voluminose, importanti e delicate competenze connesse al contenzioso comunitario, in aderenza a quanto evidenziato in merito ai servizi comunitari dal certificatore ufficiale dei conti e delle spese afferenti il bilancio economico europeo, la Price-Water-house».
Non siamo noi che diciamo queste cose, ma l'organo certificatore europeo. Tutto ciò, a poca distanza di tempo dalla sua realizzazione, si avvia a essere un nodo gordiano - e vorrei segnalarlo alla loro attenzione di legislatori - per il funzionamento dell'AGEA. Voi legislatori dovreste porvi questo problema, non perché ne facciate tesoro, ma perché è un nodo.
Al riguardo, basti considerare - e chiudo - che l'uscita dall'area amministrativa delle competenze in materia di contenzioso comunitario potrebbe determinare una derubricazione dell'area amministrativa in uno o due uffici dirigenziali da inserire nell'area coordinamento, con la ulteriore conseguenza, di grande giovamento per la finanza statale e per una più corretta e funzionale conduzione dell'azione amministrativa, della eliminazione di ben due dirigenti di prima fascia e il mantenimento, rispetto all'attuale struttura, di un solo dirigente generale a fronte


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dei tre ora previsti dallo statuto e riferiti alla struttura coordinata della direzione generale.
Tutto ciò - miglior funzionamento dell'Agenzia e risultati altamente positivi in ambito di spending review - credo basti e avanzi perché lor signori pongano qualche attenzione al problema.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Fruscio e gli assicuro che una certa attenzione l'avevamo già riposta, altrimenti non saremmo qui. Troverò il modo per concordare con lui la continuazione di questa audizione. Nel frattempo, esamineremo tutta la documentazione che ci è stata lasciata e della quale autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), per suggerire sollecitazioni, porre domande e attendere poi le risposte, come sempre puntuali, del presidente Fruscio.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16,10.

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