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Resoconti Stenografici delle sedi Legislativa, Redigente e Referente

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Commissione VII

32.
Mercoledì 12 settembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

Proposte di legge (Seguito della discussione e rinvio):
Aprea ed altri: Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali ( C. 953 ); Angela Napoli: Disciplina del sistema nazionale di istruzione ( C. 806 ); Angela Napoli: Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche ( C. 808 ); Angela Napoli: Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche ( C. 813 ); Frassinetti: Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche ( C. 1199 ); De Torre ed altri: Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia ( C. 1262 ); De Pasquale ed altri: Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento ( C. 1468 ); Cota ed altri: Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente ( C. 1710 ); Carlucci ed altri: Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative ( C. 4202 ); Capitanio Santolini: Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti ( C. 4896 ); Di Pietro ed altri: Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola ( C. 5075 ):

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 7 8 9 10 11 12
Bachelet Giovanni Battista (PD) ... 7
Barbieri Emerenzio (PdL), Relatore ... 7 10
Carlucci Gabriella (UdCpTP) ... 8
De Torre Maria Letizia (PD) ... 8 10
De Pasquale Rosa (PD) ... 9 11
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 10
Goisis Paola (LNP) ... 5 9 11
Pes Caterina (PD) ... 6
Rossi Doria Marco, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca ... 7
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 4 7 8 9 11
Zeller Karl (Misto-Min. ling) ... 10 11

ALLEGATO: Emendamenti ... 13

[Avanti]
COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

SEDE LEGISLATIVA


Seduta di mercoledì 12 settembre 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 15,10.

(La Commissione approva il verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2 del Regolamento, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Seguito della discussione delle proposte di legge Aprea ed altri: Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (C. 953); Angela Napoli: Disciplina del sistema nazionale di istruzione (C. 806); Angela Napoli: Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche (C. 808); Angela Napoli: Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche (C. 813); Frassinetti: Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche (C. 1199); De Torre ed altri: Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia (C. 1262); De Pasquale ed altri: Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento (C. 1468); Cota ed altri: Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente (C. 1710); Carlucci ed altri: Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative (C. 4202); Capitanio Santolini: Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti (C. 4896); Di Pietro ed altri: Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola (C. 5075).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati Aprea ed altri: «Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali»; Angela Napoli: «Disciplina del sistema nazionale di istruzione»; Angela Napoli: «Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche»; Angela Napoli: «Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche»; Frassinetti: «Norme concernenti gli organi collegiali di autogoverno delle istituzioni scolastiche», De Torre ed altri: «Disciplina del governo partecipato della scuola dell'autonomia»; De Pasquale ed altri: «Disposizioni concernenti il governo partecipato della scuola dell'autonomia, la formazione degli insegnanti e il loro reclutamento»; Cota ed altri: «Nuove norme


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per il reclutamento regionale del personale docente»; Carlucci ed altri: «Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative»; Capitanio Santolini: «Disposizioni concernenti l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti»; Di Pietro ed altri: «Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola».
Comunico che il 6 settembre 2012 è stata assegnata in sede legislativa la proposta di legge C. 5061 Centemero, recante «Norme concernenti l'organizzazione e l'autogoverno delle istituzioni scolastiche». Vertendo su analoga materia, ne propongo l'abbinamento alle proposte di legge in esame, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento.
Pongo in votazione la proposta di abbinamento testé formulata.
(È approvata).
Avverto che sono stati presentati emendamenti al testo unificato in esame.
Passiamo all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti (vedi allegato).
Prima dell'espressione dei pareri da parte del relatore e del Governo, do la parola ai colleghi che intendano intervenire sul complesso degli emendamenti.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor presidente, è nota a tutti la posizione di Italia dei Valori non solo in merito al provvedimento in esame, ma più in generale su quanto sta accadendo nel mondo della scuola e sulle decisioni che vengono assunte in merito, assolutamente in continuità con quanto è accaduto in passato, ad opera del Governo precedente, ossia del Ministro Gelmini.
Il provvedimento oggi al nostro esame è figlio di quel Governo, di quelle politiche, di un'idea di gestione della scuola che smonta la scuola statale e quella prevista dalla Carta costituzionale. Peraltro, nel testo sono contenuti alcuni errori: del resto, ve ne siete accorti, perché avete presentato alcune proposte emendative, come emerge dal complesso degli emendamenti che ho esaminato molto superficialmente questo pomeriggio. Ad esempio, all'articolo 1 non si può fare riferimento all'articolo 117 della Costituzione con riferimento all'autonomia scolastica, perché di questo non si occupa l'articolo 117.
Si consideri che con il provvedimento voi di fatto consentite alle scuole di garantirsi un'autonomia statutaria senza alcun controllo e senza alcuna certificazione; se non sbaglio, a seguito di una lettura degli emendamenti, non emerge con chiarezza chi controlla che cosa. In altre parole, una scuola può definire il proprio statuto a sua immagine e somiglianza, come meglio crede, ma non si sa chi è l'ente che controlla e che certifica lo statuto. Penso, ad esempio, agli statuti universitari e alle relative certificazioni del Ministero dell'università. Ciò non avviene in questo caso.
So di avere tempi limitati - credo quattordici minuti residui - per parlare del provvedimento, che evidentemente avrebbe avuto bisogno di ben altri spazi di discussione. Ne avremmo dovuto parlare in Parlamento, nelle piazze, nelle strade, in assemblee aperte: si tratta, infatti, di modificare il governo di gestione della scuola. Soprattutto, avremmo dovuto chiedere agli italiani se vogliamo rinunciare al modello di scuola statale così come è stato messo nero su bianco dai padri costituenti attraverso la Carta costituzionale.
Ribadiamo in modo netto che nel provvedimento, e in particolare all'articolo 1, di fatto mettete in discussione gli articoli 33 e 34 della Costituzione, poiché in questa maniera non si garantisce l'uniformità di formazione sul territorio nazionale, dal momento che ogni scuola può decidere in maniera autonoma, diversa al sud e al nord. Di fatto, come abbiamo affermato anche presentando la questione


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pregiudiziale di costituzionalità, vi muovete al di fuori della Costituzione.
Soprattutto, il provvedimento determina il venir meno del principio di cui all'articolo 3 della Costituzione, dal momento che proprio la scuola rappresenta il fattore che può determinare il livello di uguaglianza in un Paese; più alto è il livello di conoscenza, più è possibile ridurre le differenze sociali in un Paese. È chiaro che se lasciamo al proprio destino chi è più in difficoltà e permettiamo che vi siano differenze tra le scuole del sud e le altre, quelle frequentate dalle persone meno abbienti e quelle per i più ricchi, evidentemente stiamo ponendo le basi non solo per smantellare il modello di scuola statale descritto nella Carta costituzionale, ma per costruire un modello di scuola classista.
In base a questo modello, le scuole saranno finanziate dalle fondazioni (non è vero che il provvedimento non lo preveda) e, magari, dovremo vedere i presidi bussare alla porta della fondazione bancaria di turno e queste scuole saranno frequentate dai figli dell'élite ormai sempre più ristretta che governa il Paese, mentre gli altri, i figli dei lavoratori, continueranno ad essere abbandonati. Così, del resto, emerge chiaramente che questo Governo sta sempre più aumentando le distanze tra una parte del Paese e quella restante, che costituisce la stragrande maggioranza.
Il modello di scuola che si propone oggi contribuisce il diffondersi di logiche atte a creare diseguaglianze, anche nel modello formativo, in violazione dell'articolo 3 della Costituzione.

PAOLA GOISIS. Penso che le nostre posizioni siano già abbastanza conosciute. In particolare, vorrei sottolineare un aspetto.
Il testo unificato delle proposte di legge, pur contenendo molte delle norme previste nelle proposte inizialmente presentate, non contiene, invece, molte norme, contenute in altre proposte - in particolare la nostra -, che quindi non sono state prese in considerazione. Noi avevamo individuato alcuni aspetti che ci interessavano in modo particolare. Capisco che è stata compiuta una scelta, quella di limitarsi alla governance delle scuole, ma evidentemente le norme che a noi interessavano fortemente non sono state inserite nel testo unificato.
Questo rappresenta per noi uno dei motivi della perplessità che nutriamo in merito al provvedimento.
Un altro aspetto che per noi è fondamentale - come ho sempre sostenuto - è la posizione dei docenti. Mi pare che il provvedimento in esame preveda una forte perdita di dignità da parte dei docenti, che diventano meri esecutori di decisioni assunte da altri, anche se per «altri» si intende il dirigente scolastico o il famoso consiglio dell'autonomia e anche se spesso abbiamo sentito parlare di autoreferenzialità. Mi chiedo perché il docente debba sottostare a persone che condizionano il suo operato, quando invece il cittadino, nel momento in cui interpella un professionista, ad esempio un commercialista o un architetto, non interferisce sulla sua professionalità. Il docente, invece, sembra occupare l'ultimo posto della graduatoria: addirittura sembra che venga dopo il personale ATA.
Penso che questo sia un aspetto fortemente penalizzante, che ci ha portato a presentare emendamenti, alcuni dei quali saranno sicuramente dirimenti: qualora, infatti, non venissero approvati, non potremo votare a favore del provvedimento.
Ci sono anche altri aspetti da considerare. Ad esempio, anche io avevo sollevato la questione relativa allo statuto e al soggetto che dovrebbe controllarlo. Peraltro, mi pare di leggere una contraddizione all'interno della proposta di legge: da un lato, si parla di autonomia e addirittura di libertà nelle varie scelte che riguardano la scuola da parte del dirigente; dall'altro, si fanno entrare all'interno della scuola altri soggetti che ne condizionano l'autonomia, che a quel punto tale più non è.
Per quanto riguarda lo statuto, noi stessi abbiamo una posizione che potrebbe


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apparire contraddittoria, ma non lo è. Noi proponiamo che alla fine sia esercitato un controllo da parte del Ministero, il quale, a nostro avviso, non deve venire meno a questa sua prerogativa.
Importante è anche la questione relativa alla valutazione. Si parla di autovalutazione, ma bisogna chiedersi chi la svolge; se ho capito bene, si prevede una sorta di comitato costituito da docenti. Ritengo che non si possa lasciare ai docenti o al dirigente la valutazione del proprio operato, perché ci troveremmo nella condizione di avere un controllore che è anche controllato. Noi pensavamo, ad esempio, ad una posizione forte dell'INVALSI o di personale proposto dall'INVALSI, in modo da avere una valutazione esterna da parte di personale competente, così come avviene per le università.
Questi, secondo noi, sono gli aspetti fondamentali e dirimenti sui quali vorremmo incidere. Mi auguro che anche il sottosegretario, in questo senso, possa venirci incontro.

CATERINA PES. Noi stiamo seguendo con molta attenzione l'iter del provvedimento, perché riteniamo che sia un dovere fondamentale per il Partito Democratico riflettere e agire attivamente su una questione nodale, che ha a che fare con la riforma del governo delle istituzioni scolastiche. Il Paese ha bisogno di modernità e la scuola, prima fra tutti, ne ha bisogno.
Il testo unificato delle proposte di legge in esame, che è il risultato di un confronto portato avanti per molti mesi con le diverse parti politiche, è anche il frutto di una riflessione ulteriore. Per questo motivo oggi ci troviamo, di fatto, a presentare una serie di emendamenti.
In primo luogo, prevedere la possibilità delle scuole di darsi i propri statuti non significa necessariamente derogare al principio fondamentale dell'uguaglianza di tutte le scuole e della difesa della scuola pubblica, che non è solo la scuola statale. Credo che questo sia un aspetto su cui dobbiamo insistere: la scuola pubblica è quella che, con la sua organizzazione, garantisce a tutti pari opportunità.
Vorrei rispondere, da questo punto di vista, anche all'onorevole Zazzera, come abbiamo già fatto in occasione del confronto sviluppatosi in sede di discussione della questione pregiudiziale di costituzionalità. Onorevole Zazzera, non è vero che l'autonomia scolastica non è sancita dalla Costituzione: vi si fa riferimento nell'articolo 117, laddove si legge «(...) salva l'autonomia scolastica».
Vorrei aggiungere che l'autonomia scolastica non è qualcosa che noi possiamo interpretare volutamente, dal punto di vista politico, in senso negativo. Chi insegna nella scuola e chiunque di noi sa bene che autonomia scolastica è anche e soprattutto esercizio della responsabilità. A lungo abbiamo parlato di «progettazione» dell'offerta formativa, nella quale interviene in maniera molto importante il gruppo degli insegnanti, il dipartimento degli insegnanti. La scuola diventa, in questo modo, una istituzione che si confronta in un territorio con tutti i soggetti chiamati nel territorio ad occuparsi di cultura, di offerta didattica, di offerta formativa, di crescita culturale dei nostri giovani. Non c'è niente di sbagliato in tutto questo, se all'offerta formativa si contribuisce anche attraverso un confronto con gli istituti culturali del territorio.
Vorrei aggiungere, altresì, in merito alla libertà di insegnamento di cui parla l'onorevole Zazzera, che non mi sembra che nel provvedimento si violi tale libertà. Tutt'altro: direi che essa viene richiamata in continuazione in diversi articoli (mi limito a ricordare il comma 5 dell'articolo 1).
Non solo, dunque, non vengono messi in discussione l'articolo 33 e l'articolo 34 della Costituzione, onorevole Zazzera, ma, anzi, essi vengono ribaditi. Inoltre, non si mette in discussione neanche l'articolo 3 della Costituzione, che sancisce l'uguaglianza di tutti. Penso che l'uguaglianza si manifesti e si realizzi anche attraverso la garanzia della libertà.
Penso che sia un'interpretazione un po' giacobina quella che considera libertà e


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uguaglianza due concetti distinti e contrapposti. Non credo che ci sia l'una senza l'altra e viceversa.
Il nostro invito, in questo momento, è semmai alla riflessione comune, perché abbiamo l'opportunità importante di costruire insieme, in questo scorcio di legislatura, un'idea della scuola che forse immaginare comunemente condivisa è chiedere troppo a tutti noi; tuttavia, penso che l'orizzonte che ci ha portato ad essere in questa Commissione sia il medesimo: quello di rendere la scuola italiana più moderna, di mettere i nostri giovani nelle condizioni di acquisire un sapere, una serie di competenze, di conoscenze e di abilità al passo con l'Europa. Credo che l'orizzonte dell'Europa 2020 ci veda tutti condividere un obiettivo comune.
Il mio invito è quello di utilizzare l'occasione che abbiamo in questo momento, perché credo che si possa passare attraverso la riforma della governance per arrivare anche, in un secondo momento, alla riforma dei contenuti e a un'acquisizione di conoscenze, per i nostri giovani, più ampie e più moderne.
Ci riserveremo di intervenire sui singoli emendamenti.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Vorrei svolgere solo una precisazione per l'onorevole Goisis: la parità di rappresentanza tra i rappresentanti delle famiglie e quelli dei docenti non è un'innovazione, ma una conferma di quanto contenuto dai decreti delegati e dalle successive norme. Pertanto, nel provvedimento al nostro esame, da questo punto di vista, non viene in alcun modo alterato l'equilibrio rispetto al passato.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. Formulo un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Zazzera 1.1 e 1.2 e raccomando l'approvazione del mio emendamento 1.15. Formulo, quindi, un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Zazzera 1.19, 1.3, 1.4 e 1.5, Zeller 1.13 e Zazzera 1.6, mentre raccomando l'approvazione dei miei emendamenti 1.16 e 1.17. Formulo un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Zazzera 1.20, Goisis 1.14, Zazzera 1.7, 1.10 e 1.8. Raccomando l'approvazione del mio emendamento 1.18, mentre formulo un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Zazzera 1.9, 1.11, 1.12.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PIERFELICE ZAZZERA. Intervengo sul mio emendamento 1.1, con il quale si chiede la soppressione dell'articolo 1. Ribadisco la posizione di Italia dei Valori di assoluta contrarietà rispetto al provvedimento in esame, il cui cuore è contenuto nell'articolo 1. Si può anche giocare con le parole, e in questo senso invito l'onorevole Carlucci a leggere l'emendamento 1.15 del relatore, nel quale non si fa più riferimento all'articolo 117 della Costituzione, ma si propone di scrivere «costituzionalmente sancita».
Nel comma 1 dell'articolo 1 leggiamo che l'autonomia delle istituzioni scolastiche è sancita dall'articolo 117, ma non mi sembra che tale articolo sancisca l'autonomia. Tanto ciò è vero, che avete dovuto proporre una modifica del testo con un emendamento conseguente. Questo dimostra anche la superficialità con cui si è lavorato su un tema delicatissimo che riguarda l'assetto costituzionale della nostra scuola.
Credo che voi non possiate restare sordi rispetto a quello che sta accadendo nel Paese e nel mondo della scuola. Mi rivolgo in particolare al Governo, che continua a essere sordo e a non capire quanto sta accadendo fuori di qui. Mentre


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25-30 persone stanno decidendo le sorti dell'assetto scolastico per i prossimi anni, la grande maggioranza di questo Paese non è coinvolta e non è stata coinvolta nella discussione e nel confronto sulle prerogative che non sono solo costituzionali: quando parliamo di scuola, infatti, parliamo di democrazia all'interno del Paese.

GABRIELLA CARLUCCI. Intervengo sempre su questa querelle: se la Costituzione non sancisce l'autonomia, tuttavia la riconosce, citandola nell'articolo 117. Non si può dire che questa sia superficialità; anzi, questo atteggiamento dimostra l'impegno e l'interesse con cui è stato scritto il testo del provvedimento.
Poiché nell'articolo 117 viene riconosciuta l'autonomia scolastica, il termine utilizzato è sbagliato e, infatti, ne viene proposta una modifica. Tuttavia, dalle parole dell'onorevole Zazzera sembrava che la Commissione fosse completamente all'oscuro del fatto che in quell'articolo venisse riconosciuta l'autonomia scolastica, tanto da averne dovuto cambiare completamente il senso. Non è così, invece.
In tal modo ho inteso solo chiarire meglio anche il lavoro svolto dalla Commissione.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Vorrei solo brevemente ricordare che da quattro anni lavoriamo sul provvedimento in esame e sono state svolte tantissime audizioni. Sono d'accordo con l'onorevole Zazzera in merito al fatto che quando si parla di scuola si parla di democrazia e che rinnovare la governance e la democrazia dentro ogni scuola vuol dire riportare una democrazia più densa e più vissuta dentro il Paese. Questo dovrebbe accadere, ma questo non significa che il Parlamento non abbia una sua responsabilità per prendere decisioni dopo aver ascoltato i cittadini. È una responsabilità che dobbiamo assumerci.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione l'emendamento Zazzera 1.1, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
(È respinto).

Passiamo all'esame dell'emendamento Zazzera 1.2.

PIERFELICE ZAZZERA. Per raccogliere la sollecitazione della collega De Torre, affermo che, certo, la scuola è democrazia, ma io credo che in questa Commissione stiamo dando un esempio di poca democrazia. È vero che abbiamo audìto i soggetti interessati, è vero che da quattro anni il provvedimento è in Commissione, però bisogna dire la verità fino in fondo: il testo originario è la proposta di legge Aprea C. 953 e, peraltro, sebbene non la condividessi, ammetto che forse era molto più chiara. L'iter è stato sospeso e recentemente è ripartito sulla base di un nuovo testo. Una democrazia partecipata avrebbe chiesto ai cittadini di esprimere il proprio parere su questa vicenda. Oggi, invece, ciò non è avvenuto, perché chi si è espresso in Commissione lo ha fatto su un altro testo. Voi non percepite le lamentele che sono pervenute e che ancora oggi ascoltate.
Con l'emendamento in questione chiediamo di porre riparo all'errore commesso nel comma 1 dell'articolo 1, laddove è scritto che l'autonomia delle istituzioni scolastiche è sancita dall'articolo 117 della Costituzione. Così non è. Voi ponete un rimedio chiedendo, nell'emendamento successivo, di cancellare le parole: «dall'articolo 117 della Costituzione» con le parole: «costituzionalmente sancita». Con questa espressione si include non solo l'articolo 117, ma anche l'articolo 33, l'articolo 34 e l'articolo 3: pertanto, l'espressione «costituzionalmente sancita» non significa assolutamente nulla.
Noi chiediamo, invece, con questo emendamento, di cancellare le parole: «dall'articolo 117 della Costituzione», perché il riferimento all'autonomia scolastica è sbagliato.


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PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione l'emendamento Zazzera 1.2, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
(È respinto).

Passiamo all'esame dell'emendamento 1.15 del relatore.

ROSA DE PASQUALE. Voteremo a favore dell'emendamento del relatore perché esso dà un ampio respiro e dà alla scuola italiana il supporto della Costituzione. La scuola nasce dalla Costituzione: questo il significato dell'emendamento. Per di più, il testo nuovo su cui abbiamo lavorato e tutti gli emendamenti che seguiranno nascono proprio dal lavoro svolto nell'anno e mezzo di audizioni che in Commissione abbiamo svolto con tutte le componenti della scuola, associazioni e persone singole che hanno voluto in qualche modo interloquire con noi sul provvedimento.
Il nuovo testo, dunque, non nasce così per caso, ma nasce dall'ascolto delle persone convocate in un anno e mezzo di audizioni, di tutti coloro che, anche da cittadini comuni, si sono sentiti in dovere di intervenire sulla scuola, perché la scuola è un bene comune.
Per questo possiamo dire che la scuola ha le sue radici nella Costituzione, come si afferma nell'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Prima di porre in votazione l'emendamento 1.15 del relatore avverto che, qualora approvato, il successivo emendamento Zazzera 1.19 si intenderebbe precluso.
Pongo in votazione l'emendamento 1.15 del relatore, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
(È approvato in linea di principio).

Si intende quindi precluso l'emendamento Zazzera 1.19.
Passiamo all'emendamento Zazzera 1.3, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È respinto).

Passiamo all'emendamento Zazzera 1.4, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È respinto).

Passiamo all'esame dell'emendamento Zazzera 1.5.

PIERFELICE ZAZZERA. Con il mio emendamento 1.5 chiediamo di sostituire l'ultimo periodo del comma 2, laddove si stabilisce che all'autonomia scolastica contribuiscono - lo scrivete in modo generico, perché non è questa la funzione dell'istituzione scolastica - le realtà culturali, sociali, produttive, professionali, dei servizi, ciascuna secondo i propri compiti.
Vorrei chiedere cosa possa significare il fatto che contribuiscono alla istituzione scolastica autonoma le realtà produttive. Realtà produttiva può essere la FIAT di Marchionne o che la piccola impresa del territorio. A che cosa contribuirebbero queste realtà? Alla istituzione dell'autonomia scolastica? Chiediamo che non sia previsto per legge questo riconoscimento alle realtà culturali, sociali, produttive, ma che sia definito dal consiglio dell'autonomia: se l'autonomia ha un valore, decide il consiglio dell'autonomia, con il suo collegio di docenti, quali rapporti avere con il territorio, con le attività produttive, con le parti sociali, sempre se l'autonomia ha un senso.
Il ragionamento non vuole essere pregiudiziale ma, come vogliamo dimostrare, anche costruttivo.

PAOLA GOISIS. Siamo d'accordo su questa posizione. Esisterebbe diversamente il rischio che siano le realtà a determinare l'autonomia e questo colliderebbe con il significato stesso della parola. Per questa ragione, voteremo a favore dell'emendamento in questione.


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GIUSEPPE GIULIETTI. Esprimo il voto favorevole sull'emendamento Zazzera 1.5. Come ho detto in altre occasioni, ho una forte perplessità sull'idea di autonomia complessiva che emerge dal testo, sulla sua ispirazione originaria.
Se si parla di autonomia, l'emendamento ha un senso logico e lo avrà ancora di più se sarà chiaro il quadro di chi presiede alle autonomie in caso di infrazione, cioè qual è il rapporto tra autonomia e centralismo, centralità e decentramento. Questo è un punto che va oltre quanto previsto dal provvedimento e investe l'impianto costituzionale.
Condividendo, infine, le osservazioni che sono state svolte, invito a esprimere un voto favorevole, per non entrare in contraddizione persino con l'ispirazione del testo, che io peraltro non condivido.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, pongo in votazione l'emendamento Zazzera 1.5, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
(È respinto).

Passiamo all'esame dell'emendamento Zeller 1.13.

KARL ZELLER. Vorrei spiegare la ratio del mio emendamento 1.13. Anche in provincia di Bolzano abbiamo introdotto con legge provinciale le cinque giornate settimanali per l'insegnamento, con facoltà dei consigli scolastici, a maggioranza qualificata, di optare per i sei giorni. Siccome è nata una querelle se sia possibile stabilirlo con legge provinciale o regionale, mi sembrava utile apportare un chiarimento affinché le regioni - la nostra ma anche le altre - che si assumono tutte le spese per l'ordinamento scolastico possano effettuare una scelta di questo tipo. Peraltro, prevedendo le cinque giornate settimanali si riescono a ottenere risparmi notevoli.
Nel nostro caso c'era una forte spinta da parte dei genitori e mi sembrava utile portare il tema anche alla conoscenza della Commissione. Credo che sia opportuno dare la possibilità di scegliere tra cinque o sei giorni settimanali alle regioni, le quali, alla fine devono sostenere le spese per i locali e, da noi, anche per gli insegnanti. Lo affermo anche per fare chiarezza, altrimenti ci saranno regioni, come la nostra, che prenderanno una determinazione in tal senso e saranno sollevati contenziosi davanti alla Corte costituzionale. Ciò, secondo me, non giova a un ordinario svolgimento di queste importanti attività scolastiche.
Se possiamo ancora approfondire il tema, chiederei al relatore di consentire l'accantonamento di questo emendamento, per evitare che sia respinto, perché mi sembra un tema importante.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. Giudico sbagliata la richiesta di accantonamento. Peraltro, non ho avuto modo di interloquire con il collega Zeller, che è arrivato, poi si è allontanato ed è nuovamente ritornato. Parliamoci chiaro, accantonare - mi rimetto alla maggioranza, non numerica, ma politica - non significa che noi cambieremo idea, quindi mi permetto di insistere sulla votazione.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Penso che il tema posto dal collega Zeller sia di interesse. La provincia autonoma di Bolzano ha assunto questa decisione per risparmiare i soldi e investirli in altro modo, sempre in campo educativo e dell'istruzione. Questo è un atteggiamento virtuoso. Tuttavia, comprendo l'imbarazzo che si è creato, in primo luogo perché già oggi ogni singola scuola può decidere che cosa fare e, in secondo luogo, questo può non essere utile perché la provincia (o la regione, in un altro caso) spende lo stesso per riscaldamento, spostamenti e via dicendo, se non sono tutte le scuole a decidere concordemente.
Ciò considerato, ritengo che forse si debba prendere un po' di tempo affinché il dibattito su questo tema coinvolga a fondo Ministero, regioni e tutti i soggetti - ciò, però, non può avvenire in questa sede né nelle norme del provvedimento - e si possa dare titolarità ed autonomia alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano in questa sede.


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Forse sarebbe utile sentire se il Ministero è interessato a considerare questo tema.

PRESIDENTE. Se il collega Zeller, sull'indirizzo proposto dall'onorevole De Torre, intende sollecitare la Commissione - e soprattutto il Governo - a una riflessione su questi temi, gli consiglierei di ritirare l'emendamento e di trasformarlo in un ordine del giorno, che può rappresentare uno spunto di riflessione su un argomento oggettivamente di grande interesse ma forse non perfettamente pertinente con il testo del provvedimento sulla governance.

KARL ZELLER. Recepisco questa indicazione e ritiro l'emendamento, riservandomi di presentare un ordine del giorno che spero venga accolto dal Governo.

PRESIDENTE. L'emendamento Zeller 1.13 è quindi ritirato.
Passiamo all'emendamento Zazzera 1.6, sul quale il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È respinto).

Passiamo all'emendamento 1.16 del relatore, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione
(È approvato in linea di principio).

Passiamo all'esame dell'emendamento 1.17 del relatore.

PIERFELICE ZAZZERA. Credo che a questo punto sia importante una riflessione. Il comma 4 della proposta di legge Aprea C. 953 geneticamente modificata reca: «gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi».
Il relatore, quindi la maggioranza che sta approvando il provvedimento, propone di sostituire il comma 4 con il seguente: «Gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione e la composizione degli organi interni... Per quanto attiene il funzionamento degli organi interni le istituzioni scolastiche adottano i regolamenti».
Noi crediamo che si debba partire da tali dati: Costituzione, unità nazionale di formazione, per arrivare poi all'autonomia scolastica. Infatti, nel mio emendamento successivo, l'emendamento 1.20, noi affermiamo che gli statuti non possono in ogni caso avere ad oggetto materie che sono di altra attinenza e che non sono di competenza delle istituzioni scolastiche (la didattica, la libertà di insegnamento, la gestione del personale, le relazioni sindacali). Il rischio è che in questa maniera voi state travalicando i limiti delle competenze e che quindi, alla fine, questa balcanizzazione delle scuole porterà anche ad occuparsi di materie di cui esse non hanno competenza e che sono invece di competenza della Carta costituzionale.

PRESIDENTE. Avverto che, qualora l'emendamento 1.17 del relatore venisse approvato, i successivi emendamenti Zazzera 1.20 e Goisis 1.14 si intenderebbero preclusi.

ROSA DE PASQUALE. L'emendamento 1.17 del relatore non può comportare i rischi che richiama l'onorevole Zazzera, poiché è molto preciso laddove prevede che gli statuti regolano la composizione degli organi interni, «nonché forme e modalità di partecipazione della comunità scolastica».
I rischi richiamati, dunque, a parer mio sono inesistenti.

PAOLA GOISIS. Il mio emendamento 1.14, che naturalmente viene precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.17 del relatore, propone di esplicitare i criteri per l'elaborazione dello statuto, ponendo l'accento sul patto educativo scuola-genitori-studenti, che dovrebbe essere sancito dalla «carta dei servizi quale strumento che definisce i diritti dell'utente in relazione


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all'organizzazione e all'erogazione del servizio (...)». A noi interessava che venissero fissati i criteri per poi stabilire come vengono definiti i vari organi; altrimenti, tale formulazione rimane vuota. Si parla di composizione, ma sulla base di che cosa? Sulla base di certi criteri, che noi appunto intendevamo proporre.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento 1.17 del relatore, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
(È approvato in linea di principio).

Risultano, quindi, preclusi gli emendamenti Zazzera 1.20 e Goisis 1.14.
Avverto che sono imminenti le votazioni in Assemblea. Rinvio pertanto il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.


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