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Temi dell'attività Parlamentare

Il Patto per la crescita e l'occupazione

Il Patto per la crescita e l’occupazione, approvato dal Consiglio europeo di giugno 2012, costituisce il quadro generale (ma non vincolante giuridicamente) per l’adozione di misure di stimolo della crescita, di natura legislativa e non legislativa, a livello nazionale, di area euro e UE a 27.

In particolare, a livello UE il Patto prevede la “mobilitazione a livello UE di 120 miliardi di euro” (equivalenti a circa l'1% dell'RNL dell'UE) per misure ad effetto rapido a favore della crescita, combinando diversi interventi:

  • l’aumento di 10 miliardi di euro del capitale versato della BEI allo scopo di accrescerne la capacità totale di prestito di 60 miliardi di euro, liberando in tal modo fino a 180 miliardi di euro di investimenti supplementari. Tale aumento di capitale è stato deliberato all’unanimità dal consiglio dei governatori, composto dai ministri delle finanze degli Stati membri, in data 8 gennaio 2013;
  • l’avvio immediato della fase pilota relativa ai prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell'energia e dell'infrastruttura a banda larga (cd. project bonds), capaci di mobilitare, secondo le stime della Commissione, fino a 4,5 miliardi di euro di investimenti;
  • la riprogrammazione dei Fondi strutturali non spesi (per una cifra complessiva pari a circa (55 miliardi di euro);
  • l’ampliamento dell'intervento del Fondo europeo per gli investimenti (strumento della BEI che investe in fondi di venture capital e strumenti con ripartizione del rischio per finanziare le PMI), in particolare con riguardo al venture capital, in collegamento con le strutture nazionali esistenti.

In secondo luogo, il Patto prospetta l’adozione o la presentazione da parte delle Istituzioni UE di specifiche misure legislative e non legislative volte a:

  • completare il mercato unico, con l’approvazione delle proposte ancora pendenti (relative ad appalti pubblici, firma elettronica e riconoscimento delle qualifiche professionali), e la piena attuazione della legislazione vigente, in particolare della direttiva sui servizi (che consentirebbe di realizzare un ulteriore utile economico fino a 330 miliardi di euro);
  • conseguire un mercato unico digitale funzionante entro il 2015, dando priorità alle misure per sviluppare ulteriormente il commercio elettronico transfrontaliero e stimolando la domanda per lo sviluppo di Internet ad alta velocità;
  • completare il mercato interno dell'energia entro il 2014, garantendo che nessuno Stato membro rimanga isolato dalle reti europee di distribuzione del gas e dell'energia elettrica dopo il 2015;
  • rafforzare lo Spazio europeo della ricerca, migliorando in particolare il sostegno a ricerca e sviluppo e le opportunità d'investimento per le start-up e PMI innovative;
  • migliorare la mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE, trasformando il portale EURES in un autentico strumento europeo di collocamento e assunzione
  • far contribuire la politica fiscale al risanamento di bilancio e alla crescita. A questo scopo il Patto:

-     reca l’impegno proseguire i lavori sulle proposte della Commissione riguardanti la tassazione dell'energia, la base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società e la revisione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio;

-     prende atto dell’intenzione di alcuni Stati membri (tra cui l’Italia), a fronte dell’impossibilità di raggiungere l’unanimità a 27, di instaurare una cooperazione rafforzata relativa all’adozione di una direttiva che istituisca una imposta sulle transazioni finanziarie.

Al riguardo, si segnala che il 14 febbraio 2013 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva (COM(2013)71) relativa all’introduzione di un’imposta sulle transazioni finanziarie negli 11 Paesi (Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia) che hanno richiesto – e ottenuto, a seguito dell’approvazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE – di procedere ad una cooperazione rafforzata in questo ambito (scelta che si è resa necessaria per l’impossibilità di raggiungere l’unanimità dei 27 Governi degli Stati membri richiesta dai Trattati nel settore della fiscalità).

 -     impegna la Commissione a presentare un piano d'azione recante soluzioni concrete per potenziare la lotta contro la frode e l'evasione fiscali (il piano d’azione (COM(2012)722) è stato presentato il 6 dicembre 2012);

-     prevede che siano rapidamente convenute le direttive di negoziato per gli accordi sulla tassazione dei redditi da risparmio con i Paesi terzi;

  • sviluppare ulteriormente il commercio internazionale, in uno spirito di reciprocità e di mutuo vantaggio, specialmente nei confronti, delle più importanti economie mondiali, esaminando rapidamente la proposta della Commissione relativa all'accesso ai mercati degli appalti pubblici nei Paesi terzi e procedendo nella conclusione degli accordi di libero scambio con i principali partner commerciali dell’UE (in particolare, USA, India e Giappone).

Gli Stati membri, da parte loro, nell’attuare le raccomandazioni ricevute nell’ambito del semestre europeo, dovrebbero:

  • perseguire politiche di consolidamento fiscale differenziato e favorevole alla crescita, prestando un'attenzione particolare agli investimenti nei settori orientati al futuro aventi un nesso diretto con il potenziale di crescita e alla garanzia della sostenibilità dei regimi pensionistici. La Commissione, anche al fine di valutare l'incidenza delle forti restrizioni di bilancio sulla spesa a favore della crescita e sugli investimenti pubblici, pubblicherà una relazione sulla qualità della spesa pubblica e su possibili azioni da assumere entro i limiti dei quadri di bilancio nazionali e dell'UE;
  • ristrutturare il sistema bancario e ripristinare il flusso ordinario del credito all’economia reale;
  • promuovere la competitività, portando avanti le riforme strutturali, l'apertura alla concorrenza delle industrie di rete, la promozione dell'economia digitale, lo sfruttamento del potenziale di un'economia verde, l'abolizione delle restrizioni ingiustificate imposte ai fornitori di servizi e l'agevolazione dell'avvio di un'attività commerciale;
  • combattere la disoccupazione, in particolare quella giovanile, avvalendosi delle possibilità di finanziare temporaneamente, a partire dal Fondo sociale europeo, gli incentivi a favore delle assunzioni, ed attuare contestualmente politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale;
  • modernizzare la pubblica amministrazione, in particolare rimediando ai ritardi della giustizia, riducendo gli oneri amministrativi e sviluppando i servizi amministrativi online.