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La decisione di bilancio per il 2012

La Camera dei deputati, nella seduta del 12 novembre, ha approvato in via definitiva la legge di bilancio (legge n.184/2011) e la legge di stabilità 2012 (legge 183/2011), ultimi provvedimenti della manovra del governo Berlusconi per il triennio 2012-2014, già in parte anticipata con i decreti legge n. 98 e n. 138 adottati nel corso dell'estate 2011. 

 

Il contenuto della legge di stabilità

La legge di stabilità 2012 (Legge 12 novembre 2011, n.183), oltre al suo contenuto tipico – concernente, tra l’altro, il livello dei saldi e del ricorso al mercato finanziario e la disciplina del patto di stabilità interno – reca anche alcune disposizioni di carattere ordinamentale e volte a sostenere la crescita, in attuazione delle misure prospettate dal Governo con le istituzioni europee per assicurare una finanza pubblica sostenibile e per creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita.

In questa direzione vengono innanzitutto consolidate, mediante le necessarie disposizioni normative, le riduzioni di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato già previste dai decreti legge n. 98 e 138 del 2011, cui erano stati ascritti risparmi di spesa pari a circa18 miliardi di euro nel triennio 2012-2014.

Sono poi previsti alcuni interventi volti al contenimento delle spese od all’acquisizione di future entrate, costituiti principalmente: dalla previsione – che mette a regime quanto già previsto nella legislazione vigente -, che i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia devono essere tali da garantire una età minima per la pensione di vecchiaia pari almeno a 67 anni a decorrere dal 2026; dalle disposizioni in materia di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, prevedendo il conferimento di beni immobili di proprietà dello Stato a fondi comuni di investimento immobiliare od a società di gestione, e stabilendosi che i proventi derivanti dalla cessione delle quote dei fondi o delle azioni delle società suddette siano destinati alla riduzione del debito pubblico; nella medesima finalità, vale a dire con destinazione alla riduzione del debito, si prevede altresì l’alienazione di terreni agricoli di proprietà dello Stato, nonché degli enti territoriali.

Vengono poi introdotte misure intese ad aumentare la competitività, individuabili: a) nelle norme sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che intervengono in particolare sulla procedura di affidamento dei servizi, ad esempio consentendo all’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi ed estendendo le nuove procedure anche ai servizi di trasporto pubblico regionale e locale; b) nell’estensione a tutto il territorio nazionale, in via sperimentale, delle disposizioni relative alle cosiddette zone a “burocrazia zero”, nonché in alcune misure di semplificazione amministrativa, quali la riduzione degli adempimenti per la costituzione ed il trasferimento di quote di società a responsabilità limitata; c) nella riduzione degli oneri amministrativi per cittadini ed imprese, estendendo il regime di autocertificazione e con il divieto di introdurre ulteriori adempimenti amministrativi in sede di recepimento delle direttive europee; significativa, altresì, è la previsione di una migliore agibilità delle procedure per la certificazione dei crediti vantati nei confronti degli enti territoriali, al fine di consentirne la cessione ad istituti di credito; d) nelle norme sugli ordini professionali, mediante le quali si dispone la delegificazione degli ordini stessi, da realizzarsi secondo principi di liberalizzazione, e la previsione dell’esercizio delle professioni in forma societaria.

Di rilievo sono inoltre alcuni interventi di sostegno economico: si dispone l’azzeramento, per i primi tre anni, della quota di contribuzione per i contratti di apprendistato relativi agli anni 2012-2016 per i datori di lavoro che occupino fino a 9 addetti ( prevedendosi contestualmente, a copertura dell’onere l’aumento di 1 punto dell’aliquota contributiva per alcune categorie di lavoratori) e si introducono nuove disposizioni per il sostegno all’occupazione femminile e per il ricorso al lavoro a tempo parziale; viene ridotto l’impatto della manovra finanziaria a carico degli enti territoriali, diminuendone gli oneri in base alle previste entrate derivanti dalla cosiddetta Robin tax; viene incrementato (di circa 1,1, miliardi di euro) la dotazione di uno specifico Fondo destinato all’effettuazione di interventi urgenti ed indifferibili; si dispongono anche alcuni finanziamenti per il settore dell’istruzione (università, scuole paritarie e borse di studio), la proroga fino al 30 giugno 2012 delle missioni internazionali di pace ed, infine, la proroga a tutto il 2012, anche incrementando a tal fine per 1 miliardo il Fondo per l’occupazione, della concessione degli ammortizzatori sociali in deroga e di specifici interventi di tutela del reddito previsti dalla vigente normativa.

Va infine precisato che la legge di stabilità in esame non produce effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, tenuto conto che la manovra di aggiustamento dei conti pubblici per il triennio 2012-2014 è già stata effettuata con i decreti-legge n. 98 e 138 del 2011, diretti al conseguimento del pareggio di bilancio nel 2013.

La legge di bilancio

La legge n. 184/2011 reca il bilancio di previsione dello Stato per il 2012 ed il bilancio pluriennale per gli anni 2012-2014, nel quale, sulla base della disciplina dettata dalla legge di contabilità (legge n. 196/2009) sono contenute le previsioni di entrata e di spesa per i medesimi anni. Come già operato per il bilancio dell’anno precedente, il bilancio per il 2012 viene esposto secondo due livelli di aggregazioni: le missioni, in numero di 34, che rappresentano le funzioni principali della spesa pubblica (ad esempio difesa del territorio, giustizia, politiche previdenziali), ed i programmi, in numero di 172, che hanno costituito le unità di voto parlamentare. Il quadro generale riassuntivo espone, per l’anno in questione, entrate finali pari a circa 528 miliardi e spese finali ammontanti a circa 540 miliardi, con un saldo netto da finanziare che si attesta ad un valore di poco superiore agli 11 miliardi di euro.

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