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Temi dell'attività Parlamentare

Il digitale terrestre

La fase di transizione dal sistema di trasmissione analogico al digitale terrestre si è conclusa nel luglio 2012. Il passaggio al sistema digitale ha comportato la disponibilità di un maggior numero di frequenze, denominato "dividendo digitale", che dovrà essere assegnato agli operatori del settore.

Il passaggio al digitale terrestre

Il definitivo passaggio dal sistema televisivo analogico al digitale terrestre (switch off), iniziato in Sardegna nel luglio del 2008, si è concluso il 4 luglio 2012 con lo spegnimento delle trasmissioni analogiche in Sicilia, ultima regione prevista dal calendario della transizione.

Il passaggio dall’utilizzo delle frequenze in tecnica analogica alle frequenze in tecnica digitale ha determinato un c.d. “dividendo digitale esterno” ed un c.d. “dividendo digitale interno”.

Il dividendo digitale esterno

Con la prima espressione (“dividendo digitale esterno”) si fa riferimento alle frequenze in tecnica analogica liberate dal passaggio delle trasmissioni televisive alla tecnica digitale: a tale proposito è intervenuto l’art. 1, co. 8-13, della legge n. 220/2010 (legge di stabilità 2011) che ha disposto che le frequenze nella banda da 790 MHz a 862 MHz (corrispondenti ai nove canali nazionali in tecnica analogica) siano destinate al servizio mobile terrestre (vale a dire alla telefonia mobile). La gara, conclusasi il 29 settembre 2011, ha fatto registrare un introito complessivo per l'erario di 3.945.295.100 euro.

In materia di “dividendo digitale esterno”, si deve registrare da ultimo che l’articolo 14 del decreto-legge n. 179/2012 ha rinviato ad appositi decreti ministeriali le modalità di intervento da porre a carico degli operatori delle telecomunicazioni assegnatari delle frequenze del dividendo al fine di minimizzare le interferenze, che appaiono suscettibili di verificarsi, tra i servizi a banda ultralarga mobile nella banda degli 800 MHz e gli impianti per la ricezione televisiva domestica

Il dividendo digitale interno

Con l’espressione “dividendo digitale interno” si fa invece riferimento a frequenze in tecnica digitale terrestre disponibili in quanto non già assegnate agli operatori nazionali esistenti.

I criteri per l’assegnazione delle nuove frequenze televisive sono stati in un primo momento dettati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la delibera n. 181/09 del 7 aprile 2009. L’allegato A della citata delibera, recante “Criteri per la completa digitalizzazione delle reti televisive terrestri”, prevede la disponibilità di un dividendo digitale “interno”, non inferiore a cinque reti nazionali, la cui assegnazione sarebbe dovuta avvenire attraverso procedure selettive basate sui criteri obiettivi, proporzionati, trasparenti e non discriminatori. La delibera prevedeva in particolare l’utilizzo del meccanismo del c.d. “beauty contest”. Tale sistema – assimilabile a quello della licitazione privata – consiste in una selezione fra i soggetti interessati, al fine di individuare quello più idoneo all’aggiudicazione del bene, a titolo gratuito, sulla base di una serie di requisiti (affidabilità, esperienza maturata, risorse finanziarie, caratteristiche del progetto, etc.).

La previsione della gara pubblica

Successivamente, l’art. 3-quinquies del decreto-legge n. 16/2012 ha eliminato la possibilità di ricorrere alla procedura del beauty contest, annullando il bando già pubblicato e il relativo disciplinare di gara e concedendo un indennizzo ai partecipati alla procedura annullata. L’articolo prevede che le frequenze siano assegnate mediante gara pubblica onerosa, le cui procedure dovranno essere definite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:  

a)  le frequenze dovranno essere suddivise in differenti lotti e dovrà essere assicurata la separazione verticale fra fornitori di programmi e operatori di rete, con obbligo per gli operatori di rete di consentire l'accesso ai fornitori di programmi, a condizioni eque e non discriminatorie;

b)  i lotti dovranno essere composti in base al grado di copertura e tenendo conto della possibilità di conseguire obiettivi di efficienza e innovazione tecnologica;

c)  la durata dei diritti d'uso di ciascun lotto dovrà essere fissata in modo da garantire la tempestiva destinazione delle frequenze agli usi stabiliti dalla Commissione europea.

Le iniziative dell'AGCOM

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il 20 settembre 2012, ha approvato una prima bozza dello schema di provvedimento concernente le procedure di gara. Lo schema è stato trasmesso alla Commissione europea, la quale, con lettera in data 31 ottobre 2012, ha formulato alcune osservazioni, sulla base delle quali l'Autorità ha predisposto un nuovo schema di provvedimento in data 14 novembre 2012, da sottoporre a cosultazione pubblica.