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Temi dell'attività Parlamentare

Le missioni dell'Unione europea nell'ambito della PESDC

Le missioni e le operazioni dell’UE sono l'espressione tangibile della politica di sicurezza e difesa comune in azione. Negli ultimi otto anni l'UE ha schierato 24 missioni e operazioni a titolo della PSDC, con il coinvolgimento di 80 000 persone.

In più occasioni il Consiglio ha sottolineato l'impatto concreto delle missioni e operazioni PSDC in loco. L'impegno operativo dell'Unione tramite la PSDC è un'espressione assai tangibile dell'impegno dell'UE nel contribuire a promuovere e a mantenere la pace e la stabilità, rafforzando la capacità globale dell'UE di far fronte alle sfide inerenti alla sicurezza mediante strumenti di gestione delle crisi civili e militari.

In una risoluzione concernente la Strategia di sicurezza interna dell’Unione europea approvata il 22 maggio 2012, il Parlamento europeo ha sottolineato inoltre l'apporto delle missioni della PSDC in termini di promozione del rispetto dello Stato di diritto e del mantenimento della pace e della sicurezza nel vicinato dell'UE e nel mondo, contribuendo ad eliminare le «zone franche» per le attività criminali e terroristiche transnazionali.

Nel settore della gestione delle crisi sono attualmente operative, nell’ambito della PSDC, le seguenti missioni militari dell’UE:

  • la missione in Bosnia-Erzegovina (EUFOR-Althea), istituita con l’azione comune 2004/570/PESC del 12 luglio 2004 e lanciata il 2 dicembre 2004 - rimpiazzando la missione SFOR della NATO - ha contribuito al mantenimento della sicurezza in Bosnia e Erzegovina. EUFOR ha dislocato una robusta forza militare analoga a quella della SFOR – pari a 7.000 truppe – per assicurare il persistente rispetto degli accordi di Dayton. Rilevando che la situazione in Bosnia-Erzegovina, sotto il profilo della sicurezza, si è positivamente evoluta, l’Unione europea ha provveduto a successive riconfigurazioni della missione, riducendo le dimensioni del contingente EUFOR alle attuali 600 unità circa. Obiettivi attuali della missione sono: sostegno agli sforzi di Bosnia ed Erzegovina a garantire un ambiente sicuro; formazione e capacity-building per ministero della difesa e forze armate;
    • la missione navale EUNAVFOR-Atalanta, istituita con l’azione comune 2008/851/PESC del 10 novembre 2008per contrastare le azioni di pirateria al largo della costa somala, a sostegno delle risoluzioni 1814 (2008), 1816 (2008) e 1838 (2008) del Consiglio di sicurezza. La missione è chiamata a proteggere le navi noleggiate dal Programma alimentare mondiale - anche con la presenza di elementi armati di Atalanta a bordo delle navi interessate - in particolare quando incrociano nelle acque territoriali della Somalia - nonché le navi mercantili sulla base di una valutazione di necessità effettuata caso per caso. Il Consiglio dell’8 dicembre 2009 ha esteso il mandato della missione per consentire alla forza navale dell’UE di contribuire al monitoraggio delle attività di pesca nell’area. Il mandato scade il 31 dicembre 2014;
    • Il 31 marzo 2010 – con procedura scritta – il Consiglio ha adottato la decisione 2010/197/PESC fissando per il 7 aprile 2010 il lancio della missione militare dell'Unione europea volta a contribuire alla formazione delle forze di sicurezza somale (EUTM Somalia). L’obiettivo generale di EUTM Somalia è quello di contribuire al rafforzamento del Governo federale di transizione e di favorire lo sviluppo sostenibile del settore di sicurezza somalo. La missione ha sede in Uganda- dove le forze somale vengono già addestrate - anche per facilitare il coordinamento delle azioni UE con la missione dell’Unione Africana in Somalia (AMISOM). La missione è condotta in stretto coordinamento con gli altri partner, inclusi il Governo di transizione somalo, l’Uganda, le Nazioni Unite e gli USA. Il 22 gennaio 2013 il Consiglio ha prorogato la missione fino a marzo 2015 e esteso il mandato anche alla fornitura di consulenza strategica e politica alle autorità somale nel settore della difesa;
    • su richiesta del Mali e in linea con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il 18 febbraio 2013 l’UE ha deciso di lanciare la missione militare di formazione (EUTM Mali). L’obiettivo è quello di fornire, nel sud del Mali, formazione e consulenza militare alle forze armate maliane (FAM) che operano sotto il controllo delle legittime autorità civili, per consentire loro di condurre operazioni militari volte a ripristinare l’integrità territoriale maliana e ridurre la minaccia rappresentata dai gruppi terroristici. La missione, costituta da circa 500 unità e con un mandato iniziale di 15 mesi, rientra nell’ambito dell’approccio globale dell’UE alle crisi nella regione del Sahel. Nel marzo 2011, l’UE ha inaugurato infatti una strategia per la sicurezza e lo sviluppo del Sahel, basata sull’assunto che sviluppo e sicurezza sono strettamente interconnessi e che la complessa crisi del Sahel richiede una risposta regionale.

Sono in corso inoltre le seguenti missioni civili: la missione EULEX Kosovo; la missione di controllo della frontiera EU BAM Moldavia e Ucraina (in particolare nella regione della Transnistria); la missione EUJUST Lex, per la formazione di magistrati e funzionari di polizia iracheni al di fuori dall’Iraq, la missione di polizia per i territori palestinesi (Eupol Copps); la missione di controllo di frontiera al valico di Rafah, tra Gaza e l’Egitto (EU BAM Rafah); la missionedi sostegno alla riforma del settore della sicurezza nella Repubblica democratica del Congo (EUSEC Congo); la missione di poliziaEUPOL Afghanistan; la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM Georgia); la missione EUCAP SAHEL Niger (il cui obiettivo è sostenere le autorità nigerine nello sviluppo di capacità proprie di lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo nel Sahel); la missione EUAVSEC Sud Sudan, che si inserisce nell’ambito dell'approccio globale dell'UE e si pone l’obiettivo di rendere il Sud Sudan - che è senza sbocco sul mare e fortemente dipendente dal traffico aereo - uno Stato stabile e prospero; la missione EUCAP Nestore, volta a rafforzare la capacità degli Stati della regione del Corno d’africa e dell’Oceano indiano occidentale a gestire efficacemente le loro acque territoriali.

La cooperazione rafforzata

Nel quadro delle decisioni relative alle missioni, il Consiglio può affidare la realizzazione di una missione a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie. Tali Stati membri, in associazione con l'alto rappresentante, si accordano sulla gestione della missione. Gli Stati membri che partecipano alla realizzazione della missione informano periodicamente il Consiglio dell'andamento della missione, di propria iniziativa o a richiesta di un altro Stato membro.

E’ inoltre prevista la possibilità di creare, con decisione del Consiglio che delibera a maggioranza qualificata, una cooperazione strutturata permanente in materia di difesa tra gli Stati membri che hanno le capacità militari necessarie e la volontà politica di aderirvi. La procedura prevede che gli Stati membri intenzionati a partecipare alla cooperazione strutturata notifichino la loro intenzione al Consiglio e all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Entro tre mesi dalla notificazione il Consiglio adotta una decisione che istituisce la cooperazione strutturata permanente e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata previa consultazione dell’Alto rappresentante.