Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||
Titolo: | A.C. 2422 . Il divieto di indossare il burqa e il velo islamico nei luoghi pubblici: la normativa in Francia e Germania | ||||||
Riferimenti: |
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Serie: | Note informative sintetiche Numero: 15 | ||||||
Data: | 15/10/2009 | ||||||
Descrittori: |
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N. 15 - 7 ottobre 2009
A.C. 2422
Il divieto di indossare il burqa e il velo islamico nei luoghi pubblici:
la normativa in Francia e Germania
In Francia il divieto di indossare il velo islamico vige attualmente nei soli istituti scolastici. Nel marzo 2004, dopo un ampio e vivace dibattito ad ogni livello (politico, di stampa e di opinione pubblica), il progetto di legge governativo sull’applicazione del principio costituzionale di laicità nelle scuole pubbliche è stato approvato dal parlamento francese. La legge del 15 marzo 2004, n. 228 (http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000000417977&dateTexte=), vieta negli istituti scolastici (università escluse) i “segni o abbigliamenti attraverso i quali gli alunni manifestino ostensibilmente un’appartenenza religiosa”.
Il 9 giugno 2009 è stata presentata all’Assemblée Nationale una proposta di risoluzione avente ad oggetto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla pratica di indossare il burqa o il niqab sul territorio francese. Nell’introduzione alla proposta “bipartizan” (presentata da quasi 60 deputati sia della maggioranza che dell’opposizione) si parla chiaramente di “attentato alla dignità umana” e si afferma inoltre che la donna che indossa il burqa o il niqab “si trova in una situazione di insopportabile umiliazione”.
Circa due settimane più tardi, il 22 giugno, il Presidente Sarkozy, nel corso di un intervento davanti alle Camere riunite svoltosi a Versailles, ha definito il burqa come un “segno di asservimento della donna e di avvilimento”, aggiungendo che “non sarà il benvenuto nella Repubblica francese”.
Infine, il 29 settembre 2009 è stata presentata all’Assemblée Nationale una proposta di legge d’iniziativa parlamentare, che introduce il divieto di indossare in pubblico indumenti o accessori che non consentano il riconoscimento o l’identificazione della persona in questione; la pena prevista è la reclusione di due mesi oltre a un’ammenda di € 15.000, che diventano rispettivamente 1 anno di reclusione e € 30.000 di ammenda in caso di recidiva (il testo è consultabile alla pagina http://www.assemblee-nationale.fr/13/propositions/pion1942.asp).
In Germania il divieto di indossare il velo islamico nelle scuole è previsto solo per le insegnanti delle scuole pubbliche, diversamente dalla Francia dove invece la proibizione è estesa anche alle studentesse.
Accogliendo un ricorso presentato nel 2003 da un’insegnante musulmana, il Tribunale costituzionale federale, con la sentenza n. 2 BvR 1436/02 del 24 settembre 2003 (http://www.bundesverfassungsgericht.de/entscheidungen/rs20030924_2bvr143602.html), ha stabilito, sulla base della libertà religiosa riconosciuta dalla Costituzione, che non si può vietare di indossare il velo a scuola in assenza di norme che impongano espressamente tale proibizione. In seguito alla sentenza del Tribunale, otto Länder su sedici (Baden-Württemberg, Niedersachsen, Saarland, Hessen, Bayern, Berlin, Bremen, Nordrhein-Westfalen) hanno approvato specifici provvedimenti che vietano l’uso del velo alle insegnanti delle scuole pubbliche.
Va infine menzionato un ulteriore divieto riguardante le donne sorprese alla guida di un’auto con indosso il burqa. In questo caso, tuttavia, la proibizione non si fonda (almeno per ora) su una norma ad hoc, ma si richiama ad una più generale disposizione contenuta nell’art. 23, comma 1, del Codice della strada (Straßenverkehrs-Ordnung - StVO) (http://www.gesetze-im-internet.de/stvo/index.html), che impone al conducente l’obbligo di liberarsi degli oggetti che possano ridurre il suo udito e la sua vista. Il Ministro federale dei Trasporti, in suo intervento risalente al 2006, ha infatti affermato che, qualora la polizia fermi una donna che indossa il burqa durante la guida, ha l’autorità per intimarle di togliersi il velo, appunto in ragione del fatto che l’indumento in questione riduce la visibilità e l’udito e va dunque considerato causa di possibili incidenti stradali.
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