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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 novembre 2012
732.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla missione svolta il 3 ottobre 2012 a Bruxelles, presso il Parlamento europeo, dall'onorevole Lo Moro, per partecipare alla riunione interparlamentare sul tema «Uguaglianza di genere: quali sono le iniziative dei Parlamenti dell'Unione europea».

  L'incontro, organizzato dal Gruppo di alto livello su uguaglianza di genere e diversità e dalla Commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere del Parlamento europeo, aveva ad oggetto il tema: «Gender equality – Cosa fanno i Parlamenti dell'UE».
  Esso era articolato in quattro sessioni, relative alla promozione dell'uguaglianza di genere rispettivamente: nelle amministrazioni parlamentari; attraverso la comunicazione; nei Parlamenti e nei Governi; nella legislazione.
  Nell'ambito della prima sessione, è intervenuta la Presidente del Gruppo di alto livello e Vicepresidente del Parlamento europeo, on. Roberta Angelilli (PPE), che ha fornito alcuni dati relativi alla presenza delle donne nelle varie posizioni dell'amministrazione del Parlamento europeo e si è soffermata sull'evoluzione positiva di tali dati a seguito di recenti iniziative dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo (in particolare, la Dichiarazione di principi sulla promozione dell'uguaglianza di genere e della diversità del 2006 e il Piano di azione 2009-2013 per la promozione dell'uguaglianza di genere e della diversità nel Segretariato generale del PE, adottato nel 2009).
  Attualmente, il 58,6 per cento del totale dello staff del Parlamento europeo è costituito da donne (il 51,3 per cento nella categoria più elevata di personale AD; il 64,4 per cento nella categoria di personale AST). Per quanto riguarda gli incarichi, allo stato, le donne rappresentano il 25,5 per cento dei Capi unità, il 32,6 per cento dei direttori, il 36,4 per cento dei direttori generali. Per la prima volta, inoltre, il Segretario generale aggiunto del Parlamento europeo è una donna.
  La ridotta presenza delle donne ai più alti livelli dell'amministrazione sarebbe da ricondurre principalmente al fatto che le stesse donne rinunciano a concorrere per le posizioni più elevate in relazione alle difficoltà di conciliazione vita professionale-vita privata; ciò nonostante, nell'ambito del Parlamento europeo, esistano infrastrutture (come ad esempio l'asilo nido) ed istituti di garanzia volti a rendere possibile la conciliazione.
  La relatrice ha quindi richiamato le misure adottate da alcuni Parlamenti nazionali (in particolare olandese, ungherese, finlandese e tedesco) per promuovere i percorsi professionali delle donne.
  L'onorevole Angelilli è poi passata ad analizzare dati più generali relativi alla presenza delle donne nelle Istituzioni europee: finora nessuna donna ha ricoperto l'incarico di Presidente della Commissione europea; nessuna donna siede nel board della Banca centrale europea; il Parlamento europeo ha avuto solo due Presidenti donne.
  La percentuale di donne elette al Parlamento europeo è passata dal 17 per cento del 1979 al 34 per cento del 2009 (a fronte di una media nei Parlamenti nazionali del 25 per cento). Tuttavia, la recente ridefinizione degli incarichi all'interno del Parlamento europeo ha visto una riduzione delle donne Vicepresidenti o Presidenti di Commissione (3 Vicepresidenti donne rispetto ai 6 del 2009 su un totale di 14 Vicepresidenti; 8 donne Presidenti Pag. 37di Commissione rispetto alle 10 del 2009, su un totale di 22 Presidenti di Commissione).
  La relatrice, dopo avere richiamato anche il tema della presenza delle donne nei board delle società quotate in borsa e il dato in base al quale le donne rappresentano il 60 per cento dei laureati in Europa, ha in termini generali sostenuto la necessità di introdurre il sistema delle quote al fine di rimuovere le barriere oggettive che ostacolano l'accesso delle donne ai livelli professionali più elevati.
  Successivamente è intervenuta Ms. Jutta Schulze-Hollmen, Presidente del Comitato per le pari opportunità e diversità del Parlamento europeo (COPEC), organo consultivo congiunto, composto, oltre che dal Presidente, da quattro membri nominati dall'Amministrazione e da quattro designati dal Comitato del personale.
  Il COPEC, nell'ambito del Piano di azione 2009-2013 dell'Ufficio di Presidenza, si propone di promuovere un ambiente di lavoro tollerante ed inclusivo, formulando pareri sulle misure applicative dello Statuto del Personale, svolgendo il ruolo di osservatore in altri Comitati che si occupano di risorse umane e organizzando eventi di sensibilizzazione.
  La relatrice ha richiamato l'attività dell'Unità uguaglianza e diversità all'interno del Parlamento europeo (che in particolare fornisce dati statistici essenziali per potere discutere della materia) e si è quindi soffermata sull'importanza della flessibilità per promuovere l'uguaglianza di genere, oltre che di misure di formazione ed informazione.
  Nel corso del dibattito sono intervenuti in particolare rappresentanti del Parlamento europeo, del Bundestag, del Parlamento portoghese, finlandese, turco, oltre che la senatrice Incostante (PD), presente in rappresentanza del Senato italiano. Quest'ultima ha evidenziato la necessità di modificare i regolamenti parlamentari al fine di favorire la presenza delle donne nei differenti incarichi e ha richiamato la recente legge italiana sulla parità di accesso agli organi delle società quotate e le proposte di legge, attualmente all'esame del Senato, in materia di pari opportunità nella rappresentanza politica degli enti locali e delle regioni.
  Nell'ambito del dibattito sono stati affrontati diversi temi, tra i quali la necessità di creare una rete Parlamento europeo-Parlamenti nazionali al fine di intraprendere azioni comuni in materia, le misure di flessibilità e i congedi parentali, le misure finlandesi volte a favorire uguali percorsi di carriera tra uomini e donne.
  La sessione è stata chiusa dal Presidente della Commissione FEMM Mikael Gustafsson (Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica), il quale ha anche anticipato un'iniziativa che si terrà l'8 marzo del 2013 sul tema generale della risposta delle donne europee alla crisi.
  Nell'ambito della seconda sessione, dedicata alla promozione dell'uguaglianza di genere attraverso la comunicazione, la Vicepresidente Anni Podimata (S&D) si è soffermata sull'importanza di campagne di comunicazione ai cittadini che diffondano i valori dell'uguaglianza di genere, anche in quanto parte integrante dei diritti fondamentali. L'on. Podimata ha quindi richiamato l'attività svolta dai Servizi di comunicazione del Parlamento europeo per diffondere la conoscenza delle iniziative del Parlamento europeo su tale tema.
  Il Vicepresidente Karas (PPE) ha preannunciato campagne di comunicazione del Parlamento europeo in quattro ambiti, tra i quali quello dell'uguaglianza di genere. Si è quindi soffermato sull'opportunità di una maggiore cooperazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali e sul contributo che questi ultimi possono dare affinché le campagne di comunicazione si diffondano capillarmente tra i cittadini.
  Nel corso del dibattito sono in particolare intervenute la rappresentante del Parlamento polacco (che ha evidenziato la scarsa presenza delle donne nei media polacchi e l'opportunità di riflettere sul tema delle quote anche in questo ambito) e la rappresentante del Parlamento spagnolo (che ha evidenziato i progressi della Spagna in termini di maggiore presenza Pag. 38delle donne nella vita politica e, sul tema dei media, ha evidenziato la necessità che gli stessi Parlamenti nazionali organizzino conferenze stampa di sensibilizzazione per dare visibilità alle donne).
  La terza sessione, relativa alla promozione dell'uguaglianza di genere nei Parlamenti e nei Governi, è stata aperta dall'on. Pietikäinen (PPE), relatrice del Rapporto d'iniziativa sulla partecipazione delle donne al processo decisionale politico – qualità e parità, adottato dal Parlamento europeo in seduta plenaria il 13 marzo scorso. La relatrice ha evidenziato la necessità di misure che intervengano, da un lato, sul gap retributivo, dall'altro sui servizi di welfare, al fine di promuovere una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica. Ha quindi evidenziato il ruolo centrale che può essere svolto dai partiti politici come fattore decisivo nella promozione della parità di genere; l'europarlamentare ha invitato gli Stati membri a fissare per i partiti politici obiettivi basati sulla parità tra i sessi come prerequisito per il finanziamento e si è soffermata sulle iniziative che potrebbero essere adottate in vista delle elezioni europee del 2014. Rispetto alle cariche alle quali si accede per nomina, la relatrice ha quindi richiamato la parte della relazione in cui si invitano gli Stati membri a sostenere la parità proponendo una donna e un uomo come propri candidati alla carica di Commissario europeo e, più in generale, a promuovere misure positive allo scopo di garantire la parità in tutti gli organi direttivi e in tutte le nomine pubbliche. L'on. Pietikäinen ha chiuso il suo intervento, invitando i Parlamenti nazionali ad adottare iniziative analoghe al loro interno.
  Nel dibattito, sono intervenuti la rappresentante estone, che ha evidenziato come, all'interno del Parlamento estone, le donne siano sovra rappresentate in alcune Commissioni parlamentari (come la Commissione affari sociali) e assenti in altre commissioni (ad esempio, gli organi che si occupano di sicurezza); la parlamentare greca ha sottolineato la sproporzione tra la presenza delle donne nel Parlamento e nel Governo greco (analoga questione ha posto la rappresentante del Parlamento della Slovenia, dove un terzo delle parlamentari sono donne, ma soltanto una donna è Ministro); la rappresentante polacca ha richiamato le misure adottate per favorire la presenza delle donne nelle liste elettorali; la parlamentare svedese si è soffermata sulle misure adottate dal Parlamento svedese per consentire alle deputate donne lo svolgimento dell'attività parlamentare (come i servizi di assistenza ai bambini e l'istituzione della figura del deputato «supplente»).
  La sottoscritta, presente alla riunione in rappresentanza della Camera dei deputati italiana, ha richiamato il dato relativo alla presenza delle donne nel Parlamento italiano, inferiore rispetto alla media europea, i recenti interventi normativi all'interno della Camera a tutela della maternità e in materia di congedo parentale, l'attività del Comitato pari opportunità. Si è quindi soffermata sulle proposte di legge, approvate dalla Camera dei deputati, sulle pari opportunità nella rappresentanza politica degli enti locali e delle regioni (attraverso in particolare, l'introduzione della doppia preferenza di genere) e sulla recente legge in materia di finanziamento dei partiti, che prevede la decurtazione dei contributi pubblici spettanti al partito qualora quest'ultimo abbia presentato nel complesso dei candidati ad esso riconducibili per l'elezione dell'assemblea di riferimento un numero di candidati del medesimo genere superiore ai due terzi del totale.
  La quarta sessione, infine, dedicata alla promozione dell'uguaglianza di genere nella legislazione, ha registrato la partecipazione del Commissario alla giustizia Viviane Reding. La Commissaria ha ricordato la pressione del Presidente Barroso sugli Stati al fine di avere candidati donne nel Collegio dei Commissari e ha illustrato alcuni dati relativi alla presenza delle donne nello staff della Commissione (il 27 per cento a livello di massime cariche dirigenziali) e nella sua Direzione generale giustizia (l'80 per cento a livello apicale, il 60 per cento a livello di incarichi di medio Pag. 39livello medio). Ha richiamato il principio di discriminazione, introdotto nel Trattato di Roma sulla base di considerazioni strettamente economiche e la successiva giurisprudenza della Corte di giustizia che ne ha riconosciuto la valenza sociale. Nell'introdurre lo strumento giuridico cui la Commissione sta lavorando al fine di incrementare la presenza di donne nei consiglio di amministrazione delle società, ha richiamato numerosi studi che dimostrano il legame tra la presenza delle donne negli alti livelli delle società e una migliore performance di queste ultime, nonché la lista compilata dalle scuole di business europee di oltre 8.000 donne in possesso dei requisiti di esperienza e di capacità per ricoprire incarichi di vertice nelle imprese. La Commissaria si è soffermata inoltre sull'aumento del numero delle donne nei consigli di amministrazione delle società dal marzo 2011, quando le imprese sono state invitate a firmare la piattaforma volontaria per una maggiore presenza delle donne nei board, notando tuttavia come l'incremento sia in gran parte imputabile all'introduzione in alcuni Paesi delle quote. Lo strumento giuridico che verrà presentato riguarderà solo le imprese quotate in borsa (con esclusione delle piccole e medie imprese) e, nel quadro del principio di sussidiarietà e proporzionalità, non recherà interventi sulla gestione delle singole imprese. Elementi chiave della proposta saranno: la valorizzazione delle donne non in quanto tali, ma in quanto qualificate e di talento; la presenza di clausole di flessibilità nel caso in cui l'impresa non sia in grado di trovare candidati del sesso sottorappresentato; la temporaneità dello strumento; l'attribuzione agli Stati della scelta del regime sanzionatorio nel caso di violazione delle disposizioni.
  La Commissaria ha altresì preannunciato la presentazione nel marzo del 2013 del rapporto sullo stato di avanzamento dell'attuazione degli interventi normativi in materia di divario salariale.
  Molti dei parlamentari intervenuti nel dibattito hanno espresso sostegno per le iniziative della Commissaria e hanno evidenziato la necessità di intervenire rapidamente in materia; la rappresentante del Bundestag ha inoltre informato del vivace dibattito in corso in Germania sull'introduzione delle quote nei Consigli di amministrazione.
  In conclusione, nel riferire sugli esiti della riunione, la sottoscritta intende ringraziare il Presidente e l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della I Commissione per averle consentito di partecipare all'incontro in questione, che ha riguardato temi di grande interesse, che meritano di essere seguiti nel prosieguo con tutta la dovuta attenzione.