I Commissione - Mercoledì 25 novembre 2009


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ALLEGATO 1

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

EMENDAMENTI

ART. 2.

Al comma 11 sostituire le parole: in 135 milioni di euro per l'anno 2010, 201 milioni di euro per l'anno 2011 e 307 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012, con specifica destinazione, rispettivamente, di 79, 135 e 214 milioni di euro con le seguenti: in 235 milioni di euro per l'anno 2010, 301 milioni di euro per l'anno 2011 e 407 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012, con specifica destinazione, rispettivamente, di 179, 235 e 314 milioni di euro.

Conseguentemente all'articolo 3, comma 2, aggiungere le parole:
, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010.
2936/I/2. 1.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

All'articolo 2, dopo il comma 22, aggiungere il seguente:
22-bis. Alle Vittime del Dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nonché alle Vittime della Criminalità Organizzata ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, sono erogati a partire dal 3 agosto 2004 i benefici di cui agli articoli 2, 3, 4 e 5 comma 2, articoli 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 e 15 della legge 3 agosto 2004, n. 206 e successive modificazioni. Alle Vittime del Dovere ed ai loro familiari superstiti di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 sono erogati, a decorrere dal 1 gennaio 1998, i benefici previsti dalla legge 23 novembre 1998, n. 407 e successive modificazioni, già concessi alle Vittime del Terrorismo e della Criminalità Organizzata. Alle Vittime del Dovere e ai loro familiari superstiti il Presidente della Repubblica concede la medaglia d'oro di «Vittima del Dovere» per spirito di abnegazione, altruismo e fedeltà allo Stato, con cui le vittime si sono distinte, quali rappresentanti delle Istituzioni. L'onorificenza è conferita alle Vittime del Dovere, in caso di decesso ai parenti ed affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'Interno e consegnata dal Capo dello Stato durante una cerimonia ufficiale presso il Palazzo del Quirinale.
2936/I/2. 2.Amici, Lo Moro.

Dopo il comma 37, aggiungere il seguente:
37-bis.1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la tariffa igiene ambientale di cui all'articolo 49 del decreto legislativo


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5 febbraio 1997, n. 22 e la tariffa per la gestione dei rifiuti di cui all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono da intendersi escluse dall'imposta sul valore aggiunto di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
2. Alla tariffa igiene ambientale di cui all'articolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e alla tariffa per la gestione dei rifiuti di cui all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si applica (addizionale erariale del dieci per cento di cui al regio decreto-legge 30 novembre 1937, n. 2145, convertito dalla legge 25 aprile 1938, n. 614, come integrata dalla legge 10 dicembre 1961, n. 1346 e dall'articolo 3, comma 39, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, a prescindere dalle effettive modalità di riscossione praticate dall'ente gestore. La predetta addizionale erariale è attribuita all'ente gestore che la computa ai fini della copertura dei costi del servizio. La citata addizionale erariale resta applicabile alla tassa per lo smaltimenti dei rifiuti solidi urbani di cui al decreto legislativo 15 novembre 1993 n. 507 a prescindere dalle effettive modalità di riscossione della tassa praticate dal comune.
3. Le somme addebitate a decorrere dall'1 gennaio 2005 dall'ente gestore della tariffa a titolo di rivalsa per imposta sul valore aggiunto ai soggetti diversi dagli esercenti arti e professioni o dagli imprenditori con regime di detraibilità totale o parziale, sono gradualmente restituite d'ufficio, anche mediante compensazione, entro il 31 dicembre 2012. Gli oneri derivanti dalle somme da restituire sono coperti mediante opportuni incrementi di tariffa, da applicare a tutte le categorie di utenza in pari percentuale, distribuiti per quote costanti nell'anno di riferimento e nei successivi tre.
4. Per le operazioni concernenti la tariffa di igiene ambientale di cui all'articolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e la tariffa per la gestione dei rifiuti di cui all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, fino alla data di entrata in vigore della presente legge resta fermo il trattamento fiscale già applicato agli esercenti arti e professioni o agli imprenditori con regime di detraibilità totale o parziale. Relativamente ai medesimi non si procede quindi né a restituzione di imposte, né a restituzione di somme addebitate ai sensi dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, né a rettifiche dell'imposta portata in detrazione ai sensi degli articoli 19 e 19-bis del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, né è consentita la variazione di cui all'articolo 26 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, e successive modificazioni, concernente variazioni dell'imponibile o dell'imposta.
5. Gli enti gestori della tariffa igiene ambientale di cui al predetto articolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 o della tariffa per la gestione dei rifiuti di cui all'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, se obbligati a quanto previsto dai numeri 1 e 2 della lettera b) del comma 5 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, devono provvedere entro il 31 dicembre 2010. In difetto decadranno da tale data dal potere di applicare e riscuotere la tariffa.
2936/I/2. 3.Naccarato, Amici.

Al comma 38, sostituire le parole: 100 milioni con le seguenti: 200 milioni.

Conseguentemente all'articolo 3, comma 2, aggiungere le parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010.
2936/I/2. 4.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.


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Sopprimere il comma 47.
*2936/I/2. 5.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini, Laganà Fortugno, Servodio, Realacci, Cenni.

Sopprimere il comma 47.
*2936/I/2. 6.Garavini, Granata, Angela Napoli, Veltroni, Pescante, Marco Carra, Di Biagio, Lamorte, Misiti, Angeli, Belcastro.

Al comma 51, sostituire il primo periodo con il seguente: Nei confronti degli orfani delle vittime di terrorismo e delle stragi di tale matrice che siano stati già collocati in pensione nonché per quelli da collocare in pensione è riconosciuto un contributo a decorrere dall'anno 2010 pari a 10 milioni di euro.

Conseguentemente all'articolo 3, comma 2, aggiungere le parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010.
2936/I/2. 7.Rossa.

Dopo il comma 52, aggiungere i seguenti:
52-bis. Dopo il comma 2 dell'articolo 12 della legge 10 agosto 2000, n. 246, sono inseriti i seguenti:
2-bis. In deroga a quanto stabilito al comma 2, a decorrere dal 1o gennaio 2010 è autorizzata la stabilizzazione dei vigili del fuoco discontinui i quali, alla data della procedura selettiva, risultino da almeno tre anni iscritti negli appositi elenchi di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, abbiano espletato almeno centoventi giorni di servizio anche non continuativi e non abbiano superato il quarantacinquesimo anno di età.
2-ter. Il periodo prestato in servizio concorre al raggiungimento del diritto alla pensione, computando gli anni effettivamente prestati come vigile del fuoco discontinuo».

52-ter. Al comma 526 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il secondo periodo è soppresso.
52-quater. Ai maggiori oneri di cui al comma 1, pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, si provvede ai sensi dell'articolo 3, comma 2.

Conseguentemente all'articolo 3, comma 2, aggiungere le parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 20 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010, con esclusione delle voci relative alla missione Soccorso civile.
2936/I/2. 8.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Dopo il comma 52, aggiungere i seguenti:
52-bis. Per le esigenze infrastrutturali e di investimento delle Forze dell'ordine, è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per l'anno 2010, iscritta in un Fondo dello stato di previsione del Ministero dell'interno, da ripartire nel corso della gestione tra le unità previsionali di base con decreti del Ministro dell'interno, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministro dell'economia e delle finanze, tramite l'Ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei Conti.


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52-ter. Nello stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un Fondo da ripartire per le esigenze di funzionamento dell'Arma dei carabinieri, con una dotazione, per l'anno 2010, di 40 milioni di euro. Con decreti del Ministro della difesa, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'Ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei Conti, si provvede alla ripartizione del Fondo tra le unità previsionali di base del centro di responsabilità «Arma dei carabinieri» del medesimo stato di previsione.

Conseguentemente all'articolo 3, comma 2, aggiungere le parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 80 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010, con esclusione delle voci relative alla missione Soccorso civile.
2936/I/2. 9.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

ART. 3.

Alla tabella C, Ministero dell'economia e delle finanze, missione Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del consiglio dei ministri, programma Presidenza del Consiglio dei ministri, voce legge n. 230 del 1998: Nuove norme in materia di obiezione di coscienza - articolo 19: Fondo nazionale per il servizio civile (21.3.3 - Oneri comuni di parte corrente - cap. 2185), apportare le seguenti variazioni:
2010: + 45.000;
2011: + 45.000;
2012: + 45.000.

Conseguentemente, alla medesima tabella C, alla rubrica: Ministero dell'economia e delle finanze, ridurre in maniera lineare le autorizzazioni di spesa di parte corrente, per il triennio 2010-2012 i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili con esclusione delle missioni Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri e Soccorso civile, per l'importo complessivo di 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012.
2936/I/Tab. C. 1.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella C, Ministero dell'economia e delle finanze, missione Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del consiglio dei ministri, programma Presidenza del Consiglio dei ministri, voce Decreto legislativo n. 303 del 1999: Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, a norma dell'articolo 11 della legge n. 59 del 1997 (21.3.3 Presidenza del Consiglio dei ministri - cap. 2115), apportare le seguenti variazioni:
2010: - 25.000;
2011: - 25.000;
2012: - 25.000.

Conseguentemente, alla medesima, tabella C, Ministero dell'economia e delle finanze, missione Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma Promozione dei diritti e delle pari opportunità, voce decreto-legge n. 223 del 2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale - articolo 19, comma 3: Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (17.4.3 - Oneri comuni di parte corrente - cap. 2108), apportare le seguenti variazioni:
2010: + 25.000;
2011: + 25.000;
2012: + 25.000.
2936/I/Tab. C. 2.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini, Codurelli.


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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

EMENDAMENTI

Alla tabella 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi generali, formativi, assistenza legale ed approvvigionamenti per le Amministrazioni pubbliche», u.p.b. 24.1.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, stato di previsione del Ministero dell'interno, missione «Ordine pubblico e sicurezza», programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica», u.p b. 3.1.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000.
2937/I/Tab. 2. 1.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi generali, formativi, assistenza legale ed approvvigionamenti per le Amministrazioni pubbliche», u.p.b. 24.1.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: - 10.000.000;
CS: - 10.000.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, stato di previsione del Ministero dell'interno, missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti», programma «Garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale» u.p.b. 5.1.2 - Interventi, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 10.000.000;
CS: + 10.000.000.
2937/I/Tab. 2. 2.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», u.p.b. 24.3.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: 3.000.000;
CS: 3.000.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, stato di previsione del Ministero dell'interno, missione «Ordine pubblico e sicurezza»,


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programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica», u.p.b. 3.1.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 3.000.000;
CS: + 3.000.000.
2937/I/Tab. 2. 3.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», u.p.b. 24.3.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: - 6.000.000;
CS: - 6.000.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, stato di previsione del Ministero dell'interno, missione «Ordine pubblico e sicurezza», programma «Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia», u.p.b. 3.3.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 6.000.000;
CS: + 6.000.000.
2937/I/Tab. 2. 4.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella 2, dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», u.p.b. 24.3.1. - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: - 500.000;
CS: - 500.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, dello stato di previsione del Ministero dell'interno, missione «Soccorso civile», Programma, «Organizzazione e gestione del sistema nazionale di difesa civile» u.p.b. 4.1.6 - Investimenti, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 500.000;
CS: + 500.000.
2937/I/Tab. 2. 5.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.

Alla tabella 2, dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», programma, «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», u.p.b. 24.3.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: - 3.000.000;
CS: - 3.000.000.

Conseguentemente, alla tabella 8, dello stato di previsione del Ministero dell'intero, missione «Soccorso civile», programma, «prevenzione dal rischio e soccorso pubblico» u.p.b. 4.2.1 - Funzionamento, apportare le seguenti variazioni:
CP: + 3.000.000;
CS. + 3.000.000.
2937/I/Tab. 2. 6.Amici, Zaccaria, Fontanelli, Bressa, Naccarato, Vassallo, D'Antona, Giovanelli, Ferrari, Giachetti, Lo Moro, Minniti, Bordo, Pollastrini.


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ALLEGATO 3

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza)

RELAZIONE APPROVATA

La I Commissione,
esaminata, limitatamente alle parti di competenza, la tabella n. 2 del disegno di legge di bilancio, recante lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze per il 2010, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria 2010;
considerato che le risorse afferenti al Dipartimento per le pari opportunità sono state oggetto di un drastico taglio, che di fatto impedisce il perseguimento delle politiche di settore;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con la seguente osservazione:
verifichi la Commissione Bilancio la possibilità di assicurare al Dipartimento per le pari opportunità risorse sufficienti a garantire il perseguimento delle politiche di settore.


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ALLEGATO 4

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza)

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

La I Commissione permanente, esaminato per le parti di propria competenza (Presidenza del Consiglio dei ministri) il disegno di legge n. 2937 recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Tabella 2)» e le parti corrispondenti del disegno di legge n. 2936 recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)»,
premesso che,
in sede di esame del DPEF 2010-2012 il Ministro Tremonti ha affermato che il Governo, per contrastare la crisi con la manovra 2009 e con la manovra 2010 ha organizzato la politica economica su tre linee fondamentali: la finanza pubblica, la tenuta della struttura sociale, il credito alle imprese e la conservazione della struttura produttiva.
ad una attenta considerazione emerge che la gestione di bilancio e i provvedimenti anticrisi hanno avuto effetti perversi sullo stato dei conti pubblici e della nostra economia;
nel corso della legislatura sono apparsi evidenti le difficoltà previsionali e la sottovalutazione della gravità della crisi economica e finanziaria da parte del Governo: all'inizio della legislatura (giugno 2008) nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 indicava per il 2009 un PIL in crescita dello 0,9 per cento; nonostante la lunga sequenza di rettifiche in negativo di tali previsioni - a febbraio 2009, con l'aggiornamento del Programma di stabilità sono stati rivisti al ribasso tutti gli indicatori economici, riportando per la prima volta un dato negativo sulla crescita per il 2008 (-0,6 per cento) e per il 2009 (-2 per cento), ben al di sotto della media dell'Area euro - il Governo nella Nota di aggiornamento al DPEF 2010-2013 e nella Relazione previsionale e programmatica 2010 presentati dopo la pausa estiva, ha aggiornato in positivo le stime di crescita del PIL di quattro decimi di punto per il 2009 (da -5,2 per cento a -4,8 per cento) valori comunque migliori di quelli indicati a settembre 2009 dall'OCSE (Interim Assessment) e dalla Commissione UE (Interim Forecast); secondo la Commissione, in particolare, la contrazione del PIL 2009 in Italia, pari a -5,0 per cento, si mantiene di


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un punto percentuale al di sopra della media europea;
in particolare la strategia anticrisi dei provvedimenti adottati tra la fine del 2008 ed i primi mesi del 2009 appare, con chiara evidenza, «troppo poco, troppo tardi»;
la capacità previsionale del Governo appare inadeguata anche rispetto ai due principali obiettivi di finanza pubblica considerati dalla UE indicatori di tendenziale equilibrio nella gestione delle risorse pubbliche: l'indebitamento netto e il debito pubblico misurati in rapporto al PIL; l'ISTAT stima per il 2009 un indebitamento al 4,6 per cento del PIL; per gli anni successivi l'istituto di statistica ritiene che non possa scendere al di sotto del 4 per cento (4,6 per cento nel 2010 e 4,3 per cento nel 2011); molto negativo il trend del rapporto debito pubblico/PIL: tra il 2008 (105,8 per cento) e il 2009 (115,3 per cento) è aumentato di 9,5 punti percentuali; si prevede un ulteriore deterioramento di tale rapporto, che dovrebbe toccare il 118,2 per cento nel 2010; solo a partire dal 2011 si inizierà ad invertire la tendenza, con un progressivo, ma limitato miglioramento nel 2012 e 2013;
l'avanzo primario in rapporto al PIL - essenziale per sostenere la spesa per il servizio del debito - è cresciuto costantemente dal 2,1 per cento del 1994 al 6,7 per cento del 1997; in seguito ha iniziato a contrarsi ogni anno, fino a raggiungere lo 0,4 per cento nel 2006; il Governo Prodi, con una terapia «d'urto» lo aveva riportato al 2,6 per cento nel 2007; la previsione, forse ottimistica, del Governo Berlusconi è che l'avanzo 2009 precipiti a -0,4 per cento del Pil; questo significa che l'avanzo primario, di 50 miliardi nel 2007, sarà pari a 5,6 miliardi di euro alla fine del 2009;
per le entrate le prospettive non sono incoraggianti: queste si ridurranno dell'1,4 per cento in termini nominali, per la prima volta negli ultimi cinquant'anni; secondo l'ISAE, intervenuto in audizione sulla Finanziaria in Senato, le entrate crescono (dal 46,6 per cento al 47 per cento del Pil) ma solo per la componente una tantum; la caduta del gettito è dovuta non solo alla forte contrazione del gettito dell'IVA (-9,5 per cento) nel primi nove mesi dell'anno ma, come ha puntualizzato Bankitalia nel corso dell'audizione sulla Finanziaria, in Senato, «non si può escludere un intensificarsi del fenomeno dell'evasione»; e a proposito dello scudo: «può avere effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pagare le imposte in futuro»; la politica del Governo ha dunque molto attenuato la «tax compliance» dei contribuenti, determinando anche una netta riduzione del reddito dichiarato ed emerso;
le spese «primarie» crescono dal 44,1 al 47,5 per cento del Pil: l'incremento della spesa corrente primaria, determinato, secondo il Governo, «dalle misure a sostegno dell'economia» contrasta con quanto affermato dal Governo, che più volte si è fregiato del merito di aver varato provvedimenti anticrisi «non espansivi, senza effetti finanziari »netti« che in alcuni casi hanno determinato miglioramento dei saldi di finanza pubblica»;
la Finanziaria 2010 anticipa alcune norme della riforma della contabilità: in particolare, non sono più incluse, rispetto alla disciplina ora vigente, le norme che implicano aumenti di spesa o riduzioni di entrata finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia; si mette così a regime la disciplina transitoria introdotta per l'esercizio finanziario 2009 dall'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, la cui applicazione è stata estesa alla legge finanziaria per il 2010 dall'articolo 23, comma 21-ter, del decreto-legge n. 78 del 2009 collegato alla manovra;
tale misura non è «eccezionale» e «transitoria» e giustificata dalla strategia di prudenza fiscale del Governo per la politica di bilancio per il triennio «in attesa di un più netto consolidarsi della


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ripresa economica e, comunque, in attesa di una exit strategy (dalla crisi) che sarà definita in sede europea» ma, poiché è stata integralmente recepita dalla proposta di legge in materia di legge di contabilità e finanza pubblica approvata in seconda lettura, con modificazioni, dalla Camera l'11 novembre scorso, è una norma tale da pregiudicare tutte le politiche di sviluppo da adottare nei prossimi anni che il Governo intende introdurre «a regime» nella manovra di finanza pubblica; da tale quadro normativo deriva infatti che la legge finanziaria per il 2010 - così come quelle degli anni successivi - non possano più contenere disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia;
considerato che:
la crisi occupazionale in Italia è molto grave: le stime Ocse prevedono una crescita del tasso di disoccupazione dal 6,7 per cento del 2008 al 10,5 per cento nel 2010, con la perdita di 1,1 milioni di posti di lavoro;
sono circa un milione i lavoratori in Cassa integrazione; le imprese che nel 2009 faranno ricorso agli ammortizzatori in deroga sono circa 36.000; da gennaio ad agosto del 2009 i decreti di Cassa integrazione straordinaria interessano 1.779 aziende e 2.552 siti produttivi (oltre il 60 per cento per crisi aziendali), senza considerare i lavoratori delle piccolissime imprese e i parasubordinati che non hanno nessun ammortizzatore sociale: nel secondo trimestre del 2009 - avverte il Bollettino di Bankitalia di ottobre - si stima una flessione di 300mila lavoratori «precari», soprattutto giovani;
sul fronte delle politiche del lavoro, la Finanziaria 2010 ben rappresenta la «doppia morale» del Governo Berlusconi: poiché per il rinnovo dei contratti pubblici, non sono previsti stanziamenti adeguati, questo risulta, di fatto, condizionato alle entrate da scudo fiscale;
il Bollettino di Bankitalia di Ottobre segnala che alla caduta della produttività si accompagna un costo del lavoro in crescita del 5,4 per cento, anche dopo l'esame del Senato in Finanziaria non sono previsti interventi per contenere la pressione fiscale, in particolare sul lavoro dipendente;
quanto al Mezzogiorno, come ha sottolineato la Svimez, in Italia il finanziamento degli interventi anticrisi è stato assicurato principalmente mediante tagli, riprogrammazioni e riallocazioni delle risorse nazionali finalizzate allo sviluppo del Mezzogiorno, presenti nel Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS); il volume delle risorse FAS mobilitato prima per il finanziamento di interventi di carattere emergenziale e, successivamente, per misure anticrisi è ingente: tali fondi pur formalmente vincolati per legge, di fatto sono stati successivamente utilizzati per finalità specifiche non condizionate a particolari destinazioni territoriali; emerge, dunque, con evidenza, una configurazione di «non neutralità» delle crisi che rischia di dare luogo ad una tendenza alla redistribuzione delle risorse a favore delle aree più forti; la forte penalizzazione subita dal Mezzogiorno è riconducibile al sostanziale azzeramento degli interventi destinati alla riduzione degli squilibri territoriali;
l'Italia, sicuramente colpita sul versante dell'export dalla crisi del commercio mondiale, è tuttora la seconda manifattura d'Europa dopo la Germania, il che dimostra che l'Italia ha - nonostante tutto - un sistema produttivo solido, che sta affrontando la crisi senza il sostegno delle necessarie politiche anticicliche; in audizione al Senato sulla manovra di bilancio le Associazioni imprenditoriali hanno sottolineato che la manovra 2010 non contiene nuove misure di politica economica e industriale, se non per piccoli aggiustamenti finanziari;
l'avvio e il consolidamento delle misure anticicliche non può essere rinviato e, soprattutto, non può dipendere da incerte risorse derivanti da misure di fiscalità straordinaria come lo scudo fiscale; l'intero sistema economico e sociale e la


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struttura produttiva, pressati dalla crisi, chiedono certezze;
la strategia del Governo di rientro dal deficit e dal debito e di contrasto alla crisi («tentative recovery») appare ancora del tutto inadeguata alla gravità della crisi e a contrastare i suoi effetti sul sistema produttivo, sui lavoratori, sulle famiglie, sugli enti territoriali gravati da crescenti e pressanti responsabilità amministrative senza risorse adeguate;
per quanto riguarda le parti di competenza della 1a Commissione:
premesso che:
relativamente alla delicata questione dei servizi di sicurezza non risulta convincente la riduzione di circa 70 milioni di euro rispetto all'assestamento del 2009 considerato che ci si trova in una fase di implementazione di una riforma;
del tutto irrisorio è l'aumento delle risorse destinate al Programma Organizzazione e gestione del sistema nazionale di difesa civile che interessa il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per il quale i tagli al funzionamento vengono compensati dagli aumenti alle voci interventi ed investimenti. L'insufficienza di risorse aggiuntive suscita in particolare perplessità in ragione dell'assoluta importanza assunta dall'azione di tali organi per la tutela della sicurezza e dell'incolumità dei cittadini;
in relazione al servizio civile la grave compressione delle risorse da 171 milioni di euro del 2010 a meno di 126 per il 2011 e il 2012 finisce col ridurre prestazioni di elevato valore sociale e civile;
relativamente alle pari opportunità si può notare una gravissima decurtazione netta da 29,91 milioni di euro a 4,31 dal bilancio del Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio, tale da mettere obiettivamente in discussione la stessa funzione del Dipartimento e del Ministro competente;
considerato che:
col drastico ridimensionamento del servizio civile si abbandonano famiglie e persone con gravi disagi e privando parte della popolazione giovanile di una esperienza di maturazione personale e di senso civico che da alcuni decenni si è progressivamente sedimentata nel Paese;
le politiche a favore dei diritti e della pari opportunità vengono sostanzialmente azzerate,
esprime

PARERE CONTRARIO

Amici.


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ALLEGATO 5

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2010

RELAZIONE APPROVATA

La I Commissione,
esaminata la tabella n. 8, recante lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno per il 2010, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria per il 2010;
premesso che:
è necessario assicurare adeguate risorse per il finanziamento delle politiche del Ministero dell'interno, le quali si inseriscono tra le priorità del Paese, anche in considerazione dei positivi risultati conseguiti dal Ministero stesso nei propri settori di intervento, a cominciare dalla lotta alle organizzazioni criminali e all'immigrazione clandestina;
è necessario prevedere, per la Polizia di Stato, una deroga al vincolo stabilito dall'articolo 66, comma 7, del decreto-legge n. 112 del 2008, il quale prevede che per ciascuno degli anni 2010 e 2011 le amministrazioni ivi richiamate possano procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente e che, in ogni caso, il numero delle unità di personale da assumere non possa eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente;
sarebbe opportuno non incidere sugli stanziamenti destinati al Fondo per la sicurezza urbana previsto dall'articolo 61, comma 18, del decreto-legge n. 112 del 2008, finalizzato al finanziamento, sulla base di apposite convenzioni tra il Ministero dell'interno ed i comuni interessati, di iniziative urgenti per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico;
gli stanziamenti previsti dai provvedimenti del cosiddetto «pacchetto sicurezza» per le attività di contrasto dell'immigrazione clandestina ed al potenziamento e adeguamento dei centri di identificazione ed espulsione appaiono insufficienti;
la programmata assunzione nel 2010 di 297 nuovi vigili del fuoco, seppure costituisce un primo apprezzabile sforzo, non è comunque sufficiente a porre rimedio alla grave carenza di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
le somme destinate ai comuni per il 2010 a compensazione del mancato gettito derivante dall'abolizione dell'imposta


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comunale sugli immobili adibiti ad abitazione principale sono insufficienti, come già erano nel 2009, a ristorare i comuni stessi delle entrate venute meno;
non si può non tenere conto, realisticamente, della necessità di assicurare l'equilibrio di bilancio con le risorse effettivamente disponibili in questo momento, ferma restando la possibilità di modificare il bilancio di previsione in corso di esercizio;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti condizioni:
1) sia assicurato il reperimento di adeguati stanziamenti per il perseguimento delle finalità di sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla lotta alla criminalità organizzata, per le attività di contrasto dell'immigrazione clandestina e per il potenziamento e adeguamento dei centri di identificazione ed espulsione;
2) sia prevista una deroga, per la Polizia di Stato, al vincolo per le assunzioni nel 2010 previsto dall'articolo 66, comma 7, del decreto-legge n. 112 del 2008;

e con le seguenti osservazioni:
a) si verifichi la possibilità di elevare - anche mediante il ricorso ad una parte delle entrate straordinarie derivanti dall'applicazione del cosiddetto «scudo fiscale» ovvero, qualora questo non sia possibile, mediante risorse da reperire comunque nel corso del prossimo esercizio finanziario, in sede di assestamento - gli stanziamenti destinati ai comuni a compensazione del mancato gettito derivante dall'abolizione dell'imposta comunale sugli immobili adibiti ad abitazione principale, nonché quelli destinati al Fondo per la sicurezza urbana previsto dal decreto legge n. 112 del 2008;
b) si verifichi altresì, con le stesse condizioni, la possibilità di prevedere stanziamenti sufficienti a consentire l'assunzione di un congruo numero di vigili del fuoco, tenuto conto della situazione di grave carenza di organico in cui versa il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.


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ALLEGATO 6

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2010

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

La I Commissione permanente, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'interno (disegno di legge n. 2937 - Tabella 8) e le parti corrispondenti del disegno di legge n. 2936 recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)»,
premesso che:
lo Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2010 prevede significative riduzioni degli stanziamenti in favore delle missioni e dei programmi riconducibili alla competenza di tale dicastero; rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2009, pari a 29.034,97 milioni di euro, gli stanziamenti complessivi per il Ministero dell'interno scendono a 27.330 milioni di euro;
si registrano in particolare, rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2009, riduzioni dell'entità del 8,1 per cento relativamente alla missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», programma «trasferimenti a carattere generale ad enti locali»; tagli relativi alla missione «Ordine pubblico e sicurezza» di oltre il 5 per cento, che implicano una riduzione degli stanziamenti sia per il programma «Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica», che per il programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica» (con una riduzione pari a 191,89 milioni di euro); il programma più colpito da tale diminuzione di risorse è senz'altro quello concernente la «Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia» che perde 204,22 milioni di euro (il 15,57 per cento in meno rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2009); nell'ambito della missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti» viene fortemente penalizzato è quello della gestione dei flussi migratori con una riduzione del 21,55 per cento degli stanziamenti;
nell'ambito della missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», tra le voci maggiormente penalizzate ve ne sono alcune - quali quelle relative al trasferimento a carattere generale ad enti locali - particolarmente importanti ai fini dello sviluppo degli enti ad autonomia territoriale. I tagli più consistenti riguardano l'U.P.B. 2.3.2 - Interventi (-1.046,06 milioni di euro), all'interno della quale i capitoli maggiormente


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colpiti risultano il 1316 «Fondo ordinario per il finanziamento dei bilanci degli enti locali» (-901,72 milioni di euro) ed il cap. 1320 «Compartecipazione dei comuni e delle province delle regioni a statuto ordinario al gettito dell'imposta sulle persone fisiche» (-341,91 milioni di euro) già ridotto in modo consistente con la legge di bilancio per il 2009. Un taglio significativo riguarda anche l'U.P.B. 2.3.6 - Investimenti (- 547,83 milioni di euro) per la quale si assiste ad un'ulteriore riduzione degli stanziamenti dopo quelli già operati dalla scorsa finanziaria; nel complesso viene così negata qualsiasi reale attenzione alle istanze di autonomia e federalismo;

la missione «Ordine pubblico e sicurezza» - che pur secondo le dichiarazioni del Ministro dell'Interno rappresenta un obiettivo prioritario nell'azione del Governo - subisce una ulteriore sensibile riduzione (- 398,15 milioni di euro), confermando in modo più consistente la tendenza già presente nella legge di bilancio 2009 che già operava un taglio di 66,286 milioni di euro. La forte diminuzione degli stanziamenti colpisce come nello scorso bilancio di previsione tutti i programmi, ma soprattutto quello relativo alla Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia.
Tali drastiche riduzioni, rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2009, sono suscettibili di pregiudicare fortemente le attività di contrasto alla criminalità (in particolare organizzata) e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblici. Particolarmente rilevanti appaiono in tal senso le riduzioni disposte nell'ambito del programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica» ai consumi intermedi (-4,2 milioni di euro, cap. 2624); al noleggio, installazione, gestione, manutenzione degli impianti e attrezzature e apparati materiali speciali per i centri operativi e per gli uffici e i servizi che dipendono dal Ministero (-5,1 milioni di euro cap. 2816). Appare, inoltre, sconcertante la soppressione secca delle «Spese per la manutenzione ordinaria di immobili privati o demaniali adibiti a sedi e uffici per la sicurezza pubblica» (cap. 2732) che non solo renderà più difficile il lavoro quotidiano del personale, ma peggiorerà il complessivo stato delle strutture comportando in futuro sempre maggiori oneri e un impatto diretto sulla stessa sicurezza del personale.
Relativamente agli interventi, viene azzerato del tutto lo stanziamento previsto a titolo di contributo per la partecipazione all'ufficio europeo di polizia - Europol; particolarmente importante ai fini del miglioramento dell'efficacia delle attività di cooperazione di polizia (e giudiziaria) in materia penale. La stessa logica di tagli al funzionamento ordinario riguarda il programma «Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica», all'interno del quale si assiste ad una riduzione delle spese per i consumi intermedi.
I tagli più significativi riguardano, infine, il programma «Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia» che perde 204,22 milioni di euro. Tra questi vanno evidenziati per il loro impatto negativo sulla lotta alla criminalità organizzata: la drastica riduzione (di quasi un terzo) delle risorse destinate alle misure per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia, per coloro che prestano testimonianza e per i loro congiunti (-23,4 milioni di euro, cap. 2840); la riduzione degli stanziamenti per le spese di organizzazione e di funzionamento della Direzione investigativa antimafia (-3,2 milioni di euro, cap. 2671). Vi sono poi i tagli ai consumi intermedi (-2,9 milioni di euro, cap. 2536), e la soppressione di tutte le risorse destinate al Fondo per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico (cap. 2873). Infine vengono più che dimezzati gli Investimenti che passano dai 270,86 milioni di euro dell'assestamento 2009 ai 125,31 attuali;
nella missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti», pur nel complessivo incremento di risorse subisce una riduzione particolarmente importante un programma di assoluto rilievo quale quello inerente la gestione dei flussi migratori,


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con un taglio di risorse di oltre il 21 per cento. Le riduzioni complessivamente apportate a tale programma suscitano rilevanti perplessità in quanto proprio tale la una efficiente gestione dei flussi migratori appare indispensabile sia per la tutela dei diritti delle persone straniere e la loro piena integrazione, sia per la prevenzione e il contrasto dell'immigrazione illegale e delle condotte illecite legate allo sfruttamento e al favoreggiamento delle migrazioni;
considerato che:
le forti riduzioni di spesa previste sia per il Ministero dell'interno in generale sia per il comparto sicurezza in maniera particolare, ostacoleranno in misura significativa la piena attuazione delle politiche per la sicurezza e il contrasto alla criminalità, impedendo il celere ed effettivo accertamento dei reati e l'identificazione dei colpevoli, nonché la prevenzione dei delitti, in palese contraddizione con quanto promesso dalla maggioranza in campagna elettorale, nonché con quanto asserito dagli esponenti del Governo e della stessa maggioranza non solo in sede parlamentare o in contesti istituzionali, ma anche nell'ambito di dichiarazioni rese alla stampa;
i consistenti tagli operati dai provvedimenti in analisi alle risorse destinate al dicastero dell'interno dimostrano il carattere meramente simbolico - come tale inefficace - della politica del Governo, che a fronte della continua introduzione di nuove norme incriminatrici, non prevede le risorse necessarie alla loro applicazione, sia in sede amministrativa che giudiziaria che penitenziaria, con il rischio di aggravare ulteriormente la percezione di insicurezza da parte dei cittadini e la conflittualità sociale, minando altresì la stessa legittimazione e credibilità della funzione dell'amministrazione statale;
la garanzia del diritto dei cittadini alla sicurezza presuppone necessariamente l'efficienza dell'azione delle forze dell'ordine e degli organi deputati a vario titolo alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblici, cui andrebbero assicurate risorse adeguate alle funzioni, di assoluto rilievo, da loro svolte, tra cui nello specifico i servizi di sicurezza in una fase di implementazione di una riforma; i vistosi tagli agli obiettivi di coordinamento tra le Forze di Polizia che lo stesso Presidente della Repubblica ha ieri definito «sempre decisivo in quanto ad esse e solo ad esse spetta la salvaguardia attiva della sicurezza dei cittadini» dimostrano la scarsa considerazione del Governo per questi obiettivi,
considerato che:
le risorse per i rinnovi contrattuali delle forze del Comparto Sicurezza sono assolutamente inadeguate e permettono l'erogazione della sola indennità di vacanza contrattuale mentre occorrerebbe mettere a disposizione dei rinnovi contrattuali del comparto risorse finanziarie adeguate a sviluppare pienamente le dinamiche contrattuali sia dal punto di vista normativo che economico per garantire agli operatori del comparto, chiamati a svolgere funzioni essenziali per la sicurezza e la difesa, l'adeguato riconoscimento delle loro legittime aspettative.
considerato, in fine, che:
l'articolo 2, comma 47, introdotto dal Senato, della legge finanziaria 2010 novellando l'articolo 2-undecies della legge n. 575 del 1965 in materia di destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose, prevede che possano essere venduti gli immobili di cui non sia effettuata la destinazione entro i novanta giorni imposti dalla legge. Ma complessità delle procedure e carenza di risorse finanziarie per la ristrutturazione rendono molto difficile rispettare questi termini. Dunque, la norma abolisce di fatto l'uso sociale dei beni confiscati e ne impedisce la restituzione alle collettività. Anzi, rischia di restituirli alle organizzazioni criminali, già pronte a riacquistarli dallo Stato;
esprime

PARERE CONTRARIO

Amici.


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ALLEGATO 7

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazione C. 2937-bis)

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2010

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DELL'ITALIA DEI VALORI

La I Commissione permanente, esaminato per le parti di propria competenza lo stato di previsione del ministero dell'interno (C. 2937 - Tabella n. 8) e le parti corrispondenti del disegno di legge C. 2936, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)»,
considerato che:
lo scorso anno, il Ministro dell'Economia e delle Finanze ha cercato di anticipare la manovra economica - normalmente affidata alla legge finanziaria- elaborando una serie di norme (contenute nel Decreto Legge n. 112 del 2008) che, per almeno tre anni, avrebbero dovuto metterlo al riparo dai soliti assalti alla diligenza del percorso parlamentare delle leggi finanziarie;
la legge finanziaria 2010 risulta quindi costituita da pochissimi articoli e interventi essenzialmente volti alla proroga di norme esistenti;
pur tuttavia, la previsione governativa che non ci sarebbero più state leggi finanziarie omnibus come in passato è stata smentita dai duri attacchi dei senatori della stessa maggioranza alla legge finanziaria 2010: un gruppo di senatori del Popolo della libertà si è infatti spinto ad ideare e redigere una vera e propria proposta di contro finanziaria;
in attesa di conoscere l'entità del gettito del c.d. "scudo fiscale", le molte questioni di rilievo che rimangono ad oggi sospese sono le seguenti:
la banca per il mezzogiorno;
il taglio dell'Irap;
lo sblocco dei fondi per i ricercatori universitari;
il recupero dei finanziamenti (800 milioni) per la banda larga;
la cedolare secca sugli affitti;
il risanamento del territorio dal punto di vista idro-geologico, problema diventato ancora più acuto dopo le frane di Messina ed Ischia;
la detrazione fiscale per il risparmio energetico degli edifici (il 55 per cento);
il 5 per mille;
le misure anche fiscali a favore del lavoro;


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le risorse per la sicurezza e la giustizia;

al netto di alcuni provvedimenti dovuti e di altri fin troppo preannunciati, resterà ben poco da spendere del gettito dello scudo fiscale e nel frattempo è ben evidente che il peggio della crisi, almeno dal punto di vista occupazionale, deve ancora arrivare;
il governo non è in grado di proporre una politica economica anticiclica convincente tale da aggredire la crisi;
stiamo discutendo di una legge finanziaria inesistente, di un provvedimento del tutto inadeguato e insufficiente, che fa semplicemente da ponte tra ciò che non si è voluto fare prima e ciò che non si sa o non si vuole fare dopo;
il quadro dei conti pubblici è decisamente oscuro: la spesa corrente al netto degli interessi raggiunge il 43,1 per cento del PIL, con un aumento di ben 2,7 punti rispetto al 2008 e - ciò che è più grave - è programmata ben al di sopra del livello raggiunto nel 2008 fino a tutto il 2013;
la pressione fiscale cresce, nel 2009, fino al 43 per cento del PIL, e si mantiene vicina a questa percentuale per tutto il periodo 2010-2013 preso in considerazione dal DPEF, cioè per l'intera legislatura;
il livello di indebitamento raggiunge il 5,3 per cento del PIL nel 2009 e si mantiene ben al di sopra del 3 per cento fino a tutto il 2011, mentre lo stock del debito è programmato, nel 2009, pari al 115,1 per cento del PIL, in aumento di ben 9,4 punti rispetto al 2008, per salire al 117,3 per cento nel 2010 e restare attorno al 115 per cento in tutto il periodo considerato dal DPEF;
la manovra triennale avviata dal Governo nell'estate 2008, all'insegna della stabilizzazione dei conti pubblici, ci ha portato comunque in una nuova procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo;
bisogna avere l'onestà di riconoscere che la crisi ne è una causa, ma fino ad un certo punto, e che il Paese, nonostante l'assenza colposa di necessari interventi anticiclici, si sta avviando verso un nuovo ciclo di aumento incontrollato della spesa primaria, simile a quanto già visto dagli italiani nel precedente Governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006;
i numeri di oggi ci dicono che la scelta messa in campo con il decreto-legge n. 112 del 2008 e basata su una logica prevalentemente di tagli lineari, non solo non ha prodotto i risultati attesi, ma contrariamente rispetto alle previsioni, ha prodotto una crescita dell'indebitamento e del fabbisogno, mentre la stima delle spese al netto degli interessi sale a circa 25 miliardi e solo una minima parte di essi sono stati spesi per interventi anticrisi;
se l'Italia dovesse uscire dalla recessione, a bocce ferme (come sta facendo il Governo) e crescendo con lo stesso ritmo con cui è cresciuta nei dieci anni che hanno preceduto la crisi, ci vorrebbero ben 15 anni per recuperare il terreno perduto, e ciò significa persone senza lavoro, famiglie in povertà alimentare, disuguaglianze sociali;
gli interventi attuati finora per attenuare i costi sociali della recessione hanno soprattutto utilizzato risorse già stanziate per altri impieghi. Sotto il profilo quantitativo, secondo l'OCSE il Governo Italiano ha stanziato in funzione anti- crisi risorse nette pari praticamente a zero nel triennio 2008- 2010, contro una media ponderata dei paesi OCSE pari al 3,9 per cento del Pil (4,2 per cento per i soli paesi che hanno adottato una politica fiscale espansiva);
se la crisi «è alle spalle» - come dice il nostro Governo - essa è, forse, alle spalle di qualche istituto finanziario, ma Confindustria e Confcommercio sono preoccupate e le organizzazioni sindacali mobilitano i loro iscritti; la disoccupazione aumenta, i livelli di povertà anche, le sperequazioni dei redditi pure e le prospettive


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sono per ulteriori chiusure di fabbriche e di perdita di posti di lavoro;
la crisi che sta allentando la presa del Pil, pesa ora soprattutto sul mondo del lavoro: nel nostro Paese il tasso di disoccupazione da gennaio a settembre 2009 è salito dal 6,8 per cento al 7,4 per cento, ed esso continuerà a salire nei prossimi mesi perché la reazione del mercato del lavoro si muove con ritardo rispetto al ciclo economico;
poco o niente è previsto dalla legge finanziaria 2010 per lo sviluppo economico, se non qualche timido accenno ad una riduzione dell'Irap, pur necessaria, insistendo su una politica solo dal lato dell'offerta, riducendo i costi di produzione, quando siamo di fronte ovunque ad un crollo dei consumi del settore privato;
la competizione sui costi per tentare di attrarre o di mantenere una parte della domanda su scala internazionale attualmente depressa è una politica illusoria poiché le produzioni labour intensive sono ormai trasferite in altre parti del mondo;
la ripresa internazionale quando verrà non rimetterà in moto il meccanismo espansivo precedente basato sul traino dei consumi delle famiglie statunitensi. Il dopo crisi non lascerà le cose come erano. Nessuno sa in questo momento chi nel mondo sostituirà le famiglie americane come consumatori globali. Non potremo contare, dunque, per il rilancio della nostra economia, soltanto sulle esportazioni;
dovremmo comunque implementare politiche industriali e commerciali per aumentare la capacità di aggredire anche mercati in via di espansione come quelli asiatici;
il nostro Paese soffre, peraltro, di una doppia concorrenza esposto come è a quella dei paesi emergenti a basso costo del lavoro ed a quella dei paesi più innovatori per quanto concerne la qualità dei prodotti;
per il nuovo modello di sviluppo che dovremo costruire dopo la crisi ci vorrà più domanda interna, più domanda non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello europeo;
il Governo italiano deve insistere in tutte le sedi affinché la politica economica europea manifesti un impulso estensivo ed espansivo tramite gli eurobond, tramite un maggior coordinamento della vigilanza bancaria e finanziaria per avere istituti di credito più capaci di dare credito;
il nostro Paese ha bisogno di interventi che correggano la politica economica e la politica fiscale dell'attuale governo: stimolando di più la domanda interna, prevedendo nell'immediato una vera manovra di almeno un punto di PIL che vada a sostegno dei redditi, della domanda, e delle piccole imprese;
premesso che, per quanto concerne, in particolare, gli aspetti all'attenzione della Commissione:
nell'ambito della politica dei tagli, la variazione più rilevante in termini assoluti interessa la missione n. 3 «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», che subisce una riduzione pari all'8, 12 per cento rispetto alle previsioni assestate per il 2009; il decremento - come somma algebrica di variazioni di segno diverso - investe in particolare il Fondo ordinario degli enti locali, la riduzione relativa alla compartecipazione di comuni, province e regioni al gettito dell'IRPEF; per quanto riguarda le spese in conto capitale c'è una riduzione di oltre il 25 per cento - le riduzioni si abbattono in particolare sul Fondo per lo sviluppo degli investimenti dei comuni e delle province, sul Fondo nazionale ordinario per gli investimenti - con un risultato che andrà ad intaccare anche il rilancio economico del Paese, a causa della contrazione, se non del blocco, degli investimenti delle autonomie; altri tagli investono il Fondo per il Federalismo amministrativo per circa 59 milioni di euro, mentre di oltre 103 milioni di euro è la riduzione delle somme destinate ai libri di testo gratuiti,


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che colpisce duramente il contributo che i Comuni riconoscono alle famiglie a sostegno delle spese scolastiche;
la missione «Ordine Pubblico e Sicurezza» - che dovrebbe rappresentare un tema assai caro alla compagine governativa - è quella che registra l'unico segno negativo, che neanche la somma algebrica delle variazioni di segno diverso dei diversi Programmi ha potuto compensare (l'entità della riduzione ammonta a circa 270 milioni di euro, pari al 3,46 per cento delle risorse) ed il taglio colpisce soprattutto lo stanziamento relativo alla Missione 3.3 - Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia che subisce tagli del 15,57 per cento rispetto al dato assestato al 2009 (- 204.223.398);
al riguardo si conferma la tendenza alla riduzione e ai tagli, in questa specifica Missione, «lineari», nel senso che colpiscono tutti i programmi;
particolarmente gravi appaiono, a tal proposito, le riduzioni in riferimento al Programma 3.1 «Contrasto al crimine, tutela ordine e sicurezza», di quasi 200 milioni di euro, soprattutto con riguardo al capitolo relativo a Stipendi e retribuzioni personale polizia di Stato;
le riduzioni generali certamente non possono ritenersi compensate dall'incremento, disposto al Senato, di 100 milioni di euro a decorrere dal 2010 per i miglioramenti economici dei Corpi di Polizia e della Difesa (Carabinieri);
tagli e riduzioni anche al Programma 3.3 - Pianificazione e coordinamento Forze di Polizia, al capitolo 2671 relativo a Spese organizzazione e funzionamento Direzione Investigativa Antimafia, al capitolo 2672 riferito a Spese riservate alla Direzione Investigativa Antimafia, ed infine, al capitolo 2840 relativo al Programma protezione collaboratori di giustizia;
in termini percentuali, nell'ambito del corposo incremento degli stanziamenti relativi alla Missione n. 5 - Immigrazione, accoglienza e diritti si registra, al suo interno, una flessione degli stanziamenti per il Programma 5.2 Gestione dei flussi migratori, mentre gli incrementi di spesa riguardano esclusivamente i Centri di identificazione e accoglienza (oltre 100 miliardi di euro per la costruzione, manutenzione e spese di gestione degli immobili) che non possono certo essere ascritti a favore di politiche volte all'integrazione e alla coesione sociale;
destano allarme i tagli ai capitoli relativi alla Direzione Investigativa Antimafia e al capitolo relativo al Programma protezione collaboratori di giustizia, soprattutto a fronte della scelta, inserita nel disegno di legge finanziaria, di vendere all'asta i beni confiscati alla criminalità: tale combinato disposto appare come l'avvio di un nuovo e pericoloso corso volto all'indebolimento del Paese nella lotta all'illegalità ed al crimine organizzato;
tale disposto annuncia incassi maggiori per la finanza pubblica, ma ad un prezzo altissimo: esso annulla il lungo e faticoso percorso intrapreso dalle istituzioni per trasformare beni ed attività illegali in opportunità per le collettività più danneggiate, esso colpisce le possibilità di comuni, regioni e province di trasformare beni illeciti in risorse ed interventi socialmente utili; esso cancella uno dei simboli più forti, e più sgraditi ai medesimi criminali, della lotta alla criminalità organizzata;
considerato dunque che:

i tagli e le riduzioni di spesa previste generalmente per il Ministero dell'interno, ma in particolare con riguardo al comparto sicurezza non possono ritenersi adeguati all'attuazione dei programmi volti al contrasto della criminalità ed alla tutela dei cittadini e del territorio, oltre che di efficace prevenzione in ordine ai reati;
ciò, oltre all'inadeguatezza, rivela la totale contraddizione in ordine alle politiche costantemente annunciate dai rappresentanti del Governo;
sembra prevalere una politica volta all'inasprimento delle problematiche e


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delle criticità pur indicate, che non può essere ritenuta efficace, bensì, nel medio termine, foriera di ulteriori e più profondi conflitti sociali, che a loro volta hanno il risultato di incrementare la percezione di insicurezza da parte dei cittadini e di togliere credibilità agli sforzi delle forze dell'ordine di essere in grado di provvedere alla loro tutela;
le risorse economico-strumentali a concreta disposizione delle forze di polizia non possono che ritenersi lontane ed inadeguate rispetto alle esigenze indicate e che ciò è strettamente connesso con il rispetto e la dignità delle medesime;
appare compromessa anche la strategia di lotta alla criminalità organizzata, che oltre a soffrire della medesima carenza di fondi - che inopportunamente sembra caratterizzare le Missioni più precipue del Ministero dell'Interno - subisce un durissimo colpo con la volontà perseguita dal Governo di cancellarne il simbolo più forte: la riconversione a nuova vita ed a fini sociali dei proventi delle attività criminose,
la Commissione si pronuncia in senso contrario.
Favia.


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ALLEGATO 8

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/43/CE della Commissione, del 4 aprile 2008, relativa all'istituzione, a norma della direttiva 93/15/CEE del Consiglio, di un sistema di identificazione e tracciabilità degli esplosivi per uso civile (Atto n. 149)

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/43/CE della Commissione, del 4 aprile 2008, relativa all'istituzione, a norma della direttiva 93/15/CEE del Consiglio, di un sistema di identificazione e tracciabilità degli esplosivi per uso civile (atto n. 149),
preso atto che la V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione ha valutato favorevolmente con rilievi lo schema di regolamento in esame l'11 novembre 2009,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
All'articolo 6, comma 1, sopprimere le parole: «, né minori entrate».


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ALLEGATO 9

Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore efficienza e funzionalità del Servizio sanitario nazionale (Testo unificato C. 799 Angela Napoli ed abb.)

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminato il testo unificato delle proposte di legge C. 799 Angela Napoli ed abb., recante «Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore efficienza e funzionalità del Servizio sanitario nazionale»,
considerato che le disposizioni da esso recate intervengono, in particolare, sulle previsioni del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante «Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421», come modificato dal decreto legislativo n. 229 del 1999, e sono quindi riconducibili, in gran parte, alla materia «tutela della salute», di competenza concorrente tra Stato e regioni ai sensi del terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione,
richiamata la giurisprudenza della Corte Costituzionale in cui si evidenzia come il nuovo quadro di riferimento sia «caratterizzato dall'inserimento nell'ambito della legislazione concorrente (...) anzitutto della materia della tutela della salute, assai più ampia rispetto alla precedente materia assistenza sanitaria ospedaliera» (sentenze n. 270 del 2005 e n. 181 del 2006) e che con la riforma del Titolo V della Costituzione il quadro delle competenze è stato profondamente rinnovato e in tale quadro le regioni possono esercitare le attribuzioni, di cui ritengano di essere titolate, approvando una propria disciplina legislativa anche sostitutiva a quella statale,
tenuto altresì conto delle sentenze n. 50/2005, n. 336/2005 e n. 237/2009, in cui la Corte Costituzionale ha rilevato che «la nozione di «principio fondamentale», che costituisce il discrimine nelle materie di competenza legislativa concorrente tra attribuzioni statali e attribuzioni regionali, non ha e non può avere caratteri di rigidità e di universalità, perché le «materie» hanno diversi livelli di definizione che possono mutare nel tempo ed è il legislatore che opera le scelte che ritiene opportune, regolando ciascuna materia sulla base di criteri normativi essenziali che l'interprete deve valutare nella loro obiettività»,
ricordato che, secondo la giurisprudenza costituzionale (sentenze e della Corte Costituzionale n. 422/2006, n. 371/2008 e n. 50/2007), è in particolare ascrivibile alla materia «tutela della salute» la disciplina della nomina degli organi apicali di enti operanti in campo sanitario e quella dell'attività libero-professionale intramuraria del personale sanitario,
evidenziato che talune delle disposizioni recate dal testo - pur autoqualificandosi come «principi fondamentali» - intervengono su una disciplina rientrante nell'ambito della competenza concorrente tra lo Stato e le regioni con norme che appaiono specifiche e di dettaglio,
segnalata, in particolare, l'opportunità di rivedere - tenendo conto del


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vigente quadro di riparto di competenze tra Stato e regioni e della giurisprudenza costituzionale in materia - le seguenti previsioni: l'articolo 2, commi da 1 a 3, che disciplina la composizione e le competenze del collegio di direzione; l'articolo 3, comma 1, lettera b), nella parte in cui interviene sui requisiti per l'accesso all'incarico di direttore generale e sulle modalità di valutazione di tali requisiti; l'articolo 4, che introduce una nuova disciplina per l'attribuzione dell'incarico di direzione di struttura complessa; l'articolo 6, che interviene sull'organizzazione dipartimentale, e l'articolo 10, che reca disposizioni per la libera professione intramuraria degli operatori sanitaria non medici,
rilevato al contempo, con riguardo all'articolo 4, comma 1, lettera b), nella parte in cui prevede che la Commissione incaricata di individuare una terna di persone per l'attribuzione dell'incarico di direttore di struttura complessa è composta di tre membri individuati con pubblico sorteggio da un elenco redatto e curato dalla Giunta regionale, che, secondo la consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale, alle leggi statali non è consentito individuare direttamente l'organo regionale competente ad adottare un determinato atto, alla luce di quanto stabilito dall'articolo 123 nonché dall'articolo 117, quarto comma, della Costituzione (sentenza della Corte Costituzionale n. 387/2007 e, nello stesso senso, ex multis, sentenze n. 74/2001, n. 355/1993 e n. 407/1989),
considerato che l'articolo 4 comma 1, lettera b), comma 2, ultimo periodo, disciplina la nomina del direttore delle aziende ospedaliero-universitarie, con una deminutio, rispetto alla normativa vigente, del ruolo del rettore, con possibili riflessi negativi sull'autonomia universitaria,
rilevato che l'articolo 1, comma 2, si riferisce al governo delle attività cliniche degli istituti «individuati ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131»,
ricordato, al riguardo, che l'articolo 1, comma 4, legge n. 131 del 2003 reca una delega al Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi meramente ricognitivi dei princìpi fondamentali che si traggono dalle leggi vigenti, nelle materie di competenza concorrente tra Stato e regioni previste dall'articolo 117, terzo comma, della Costituzione e che, allo stato, i termini per l'esercizio della delega risultano scaduti e non sono stati emanati decreti attuativi in materia sanitaria, fermo restando che i principi fondamentali in materia di professioni sono stati, a loro volta, definiti dal decreto legislativo n. 170 del 2006, in attuazione della citata delega,
segnalata quindi l'esigenza di chiarire il riferimento agli istituti «individuati ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131», contenuto nell'articolo 1, comma 2,
rilevato inoltre che l'articolo 3-ter, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, disciplina in maniera dettagliata le modalità di individuazione dei membri dei collegi sindacali delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, prevedendo designazioni da parte ministeriale, mentre la Corte costituzionale, nella sentenza n. 270 del 2005, ha rilevato che la intervenuta modificazione del Titolo V della Costituzione non legittima ulteriormente una presenza obbligatoria per legge di rappresentanti ministeriali in ordinari organi di gestione o di controllo di enti pubblici che non appartengono più all'area degli enti statali, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 3, del decreto legislativo n. 288/2003, nella parte in cui determinava le modalità di designazione dei cinque membri del collegio sindacale degli IRCCS;
esprime

PARERE FAVOREVOLE


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con la seguente condizione:
siano riviste le seguenti previsioni, limitando l'intervento legislativo alla sola determinazione dei principi fondamentali:
articolo 2, commi da 1 a 3, che interviene con norme di dettaglio sulla composizione e le competenze del collegio di direzione;
articolo 3, comma 1, lettera b), nella parte in cui disciplina i requisiti per l'accesso all'incarico di direttore generale e le modalità di valutazione di tali requisiti;
articolo 4, che introduce una nuova disciplina per l'attribuzione di incarichi di studio, di struttura semplice e complessa ai dirigenti medici, materia che attiene all'organizzazione interna delle aziende;
articolo 6, che interviene sull'organizzazione dipartimentale, materia che attiene alle competenze regionali;
articolo 10, che reca disposizioni per la libera professione intramuraria degli operatori sanitari non medici, senza prevedere una disciplina regionale, a differenza dell'articolo 9, sull'attività libero-professionale dei dirigenti medici e sanitari,
e con le seguenti osservazioni:
a) si segnala l'opportunità di chiarire il riferimento agli istituti «individuati ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131», contenuto nell'articolo 1, comma 2;
b) con riferimento all'articolo 4, comma 1, lettera b), comma 2, ultimo periodo, relativo alla nomina del direttore delle aziende ospedaliero-universitarie, si valuti l'opportunità di evitare un'alterazione degli attuali criteri di selezione;
c) si valuti l'opportunità di adeguare il disposto dell'articolo 3-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 502/1992, alla giurisprudenza costituzionale sulla composizione dei collegi sindacali degli enti pubblici non statali, rimettendo alla normativa regionale la disciplina delle modalità di individuazione dei relativi membri.


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ALLEGATO 10

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Sede tra il Governo della Repubblica italiana e il Network internazionale di Centri per l'Astrofisica Relativistica in Pescara - ICRANET, fatto a Roma il 14 gennaio 2008 (C. 2815 Governo)

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminato il testo del disegno di legge C. 2815 Governo, recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Sede tra il Governo della Repubblica italiana e il Network internazionale di Centri per l'Astrofisica Relativistica in Pescara - ICRANET, fatto a Roma il 14 gennaio 2008»,
considerato che l'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione, riserva la materia «politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea» alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
visto che non sussistono motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale,
esprime

PARERE FAVOREVOLE


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ALLEGATO 11

Disposizioni per la tutela e la commercializzazione di prodotti italiani (Nuovo testo C. 2624 Reguzzoni ed abb.)

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminato il nuovo testo della proposta di legge C. 2624 Reguzzoni ed abb., recante «Disposizioni per la tutela e la commercializzazione di prodotti italiani»
considerato che:
il contenuto del provvedimento è riconducibile principalmente alla materia «tutela della concorrenza», di competenza legislativa esclusiva dello Stato;
può al riguardo richiamarsi la giurisprudenza della Corte costituzionale che ha ricondotto alla predetta materia le disposizioni volte alla tutela del made in Italy (sentenza n. 175 del 2005, e, con riferimento al settore del turismo, sentenza n. 339 del 2007);
la Corte costituzionale ha altresì ricondotto alle materie «tutela della concorrenza» e «ordinamento civile» la disciplina dei marchi e dei segni distintivi (sentenza n. 368 del 2008);
con riferimento a specifici profili vengono altresì in rilievo le materie «tutela dell'ambiente», di competenza legislativa esclusiva dello Stato, e «tutela della salute», di competenza concorrente tra Stato e regioni;
le disposizioni dell'articolo 3, commi 3 e 4, sono infine riconducibili alla materia «ordinamento penale», di competenza esclusiva dello Stato.
in particolare, il comma 4 dell'articolo 3 prevede un'equiparazione sul piano sanzionatorio delle fattispecie di illecito, peraltro molto diverse tra loro, previste dai commi precedenti in caso di reiterazione o di commissione delle violazioni attraverso attività organizzate, prevedendo in ogni caso l'applicazione della pena prevista per il reato di associazione a delinquere (articolo 416 c.p.);
l'equiparazione prevista dal comma 4 deve essere valutata alla luce del principio di proporzionalità tra offesa e sanzione, che discende, secondo la giurisprudenza costituzionale, dagli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 27, terzo comma (principio della finalità rieducativa della pena), della Costituzione (sentenze n. 409/89 e n. 341/94);
il comma 4 non appare applicabile alla violazione di cui al comma 2, dal momento che il nostro ordinamento non contempla forme di responsabilità penale delle imprese;
il comma 4 dispone l'applicazione della pena prevista per il reato di associazione per delinquere, che presuppone la partecipazione di una pluralità di persone;
andrebbe pertanto valutato alla luce del principio di legalità in materia penale (articolo 25, secondo comma, Cost.) il riferimento all'articolo 416 c.p. nel caso di reato commesso da un singolo (nell'ipotesi di reiterazione delle violazioni): tale articolo prevede infatti sanzioni diverse sulla base del ruolo rivestito nell'associazione;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
sia riformulato il comma 4 dell'articolo 3 in modo da tenere conto di quanto esposto nelle premesse.