Doc. II, n. 17




RELAZIONE

Onorevoli Colleghi! - La proposta di modifica dell'articolo 15 del Regolamento della Camera dei deputati, ovvero di aggiungere allo stesso il comma 4, deriva da un'attenta riflessione sui costi di gestione dei Gruppi parlamentari e sui numerosi «cambi di casacca» dei deputati.
L'analisi effettuata ha evidenziato dati che, paragonati a quanto accade negli altri Stati, posizionano il nostro ramo del Parlamento tra le Assemblee legislative con il maggior numero di cambi di Gruppo e schieramento politico.
Basti pensare che ad inizio legislatura i Gruppi parlamentari erano cinque (PdL, Pd, Lega Nord, Idv, Udc), oltre al Gruppo misto; ora siamo arrivati a sette (Pdl, Pd, Lega Nord, Idv, Udc per il terzo Polo, Fli per il Terzo Polo, Popolo e Territorio), oltre al Gruppo misto con le sue otto componenti politiche; con un evidente aggravio di costi per le finanze della Camera dei deputati.
Per quanto riguarda, invece, i «movimenti» di deputati, oltre centocinquanta di essi hanno scelto di abbandonare i rispettivi Gruppi di appartenenza.
Pur consapevole che alcuna legge potrà mai impedire ad un deputato di decidere autonomamente e in qualsiasi momento di mutare Gruppo e fede politica, credo sia necessaria una norma che quantomeno ponga un freno a questi comportamenti ondivaghi che, sempre più spesso, disorientano e allontanano il popolo dalla politica.
Non è certamente comprensibile e giustificabile per gli elettori che un deputato votato in uno schieramento lo si trovi iscritto, poi, ad un Gruppo parlamentare opposto a quello di elezione, portatore di programmi e idee assolutamente diversi da quelli per i quali ha chiesto il consenso.
Per cui, spinta da una mia convinzione personale e sostenuta da tanti elettori ed elettrici, ho deciso di chiedere la modifica del Regolamento, prevedendo l'aggiunta del comma 4 all'articolo 15 che, se fosse approvato, non consentirebbe a un deputato che cambia Gruppo di appartenenza di portare con sé benefits previsti dal precedente comma 3.
In poche parole, chi non rispetta il mandato elettorale e decide di aderire ad altra forza politica, deve utilizzare esclusivamente le proprie risorse e non quelle che, sulla base dell'attuale disciplina, il Presidente della Camera mette a disposizione per il funzionamento dei Gruppi parlamentari.


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