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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 77 di lunedì 3 novembre 2008

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 16,30.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 14 ottobre 2008.

I deputati in missione sono cinquantotto.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il disegno di legge n. 1857, di conversione del decreto-legge n. 151 del 2008, recante misure urgenti in materia di prevenzione e accertamento di reati, di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina.
Il disegno di legge è stato assegnato alle Commissioni riunite I e II in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Chiede, a nome del suo gruppo, che il Governo riferisca alla Camera sulle iniziative che intende assumere, anche nell'ambito dell'Unione europea, per porre fine alla situazione di grave instabilità e ai conseguenti atti di violenza che vengono quotidianamente commessi nel Congo.

PRESIDENTE. Nell'associarsi alle preoccupazioni espresse dal deputato Buttiglione, assicura che riferirà al Presidente della Camera, perché interessi il Governo, la richiesta formulata.

Discussione del disegno di legge S. 1018, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 143 del 2008: Funzionalità del sistema giudiziario (approvato dal Senato) (A.C. 1772).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

SALVATORE TORRISI (PdL), Relatore. Nel rinviare alla relazione scritta per un ulteriore approfondimento degli interventi delineati nel decreto-legge in discussione, rileva che il provvedimento è stato emanato per rispondere alla straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni per assicurare la funzionalità del sistema giudiziario, con particolare riguardo alla esigenza di copertura delle sedi disagiate rimaste vacanti per difetto di aspiranti, la quale potrà essere assicurata soltanto da magistrati che abbiano conseguito la prima valutazione di professionalità. Osservato quindi che la II Commissione non ha apportato modifiche al testo pervenuto dal Senato, richiama il contenuto del decreto-legge in discussione, soffermandosi sulle misure relative al reintegro dei soggetti che hanno visto ingiustamente sospesa o interrotta la carriera a causa di un provvedimento giudiziario dimostratosi poi infondato, nonché sulla più puntuale disciplina del Fondo unico giustizia, sul quale ritiene che il Governo possa accogliere eventuali ordini del giorno. Ribadita infine la sussistenza dei requisiti costituzionalmente previsti, auspica una sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza.

Pag. IV

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Rilevato preliminarmente che il provvedimento d'urgenza in discussione, sul quale il Consiglio superiore della magistratura ha espresso un orientamento favorevole, consente di risolvere problemi connessi alle sedi giudiziarie disagiate, riterrebbe incongruo, al riguardo, introdurre un criterio legato all'elevata presenza della criminalità organizzata, atteso che nelle sedi in cui ricorre tale requisito non vi è necessità di integrare la copertura. Osservato, altresì, che una diversa ripartizione delle risorse del Fondo unico giustizia è consentita solo in casi eccezionali, non condivide le critiche formulate sugli incentivi economici previsti in favore dei magistrati trasferiti d'ufficio in sedi disagiate, che giudica invece adeguati. Non concorda, infine, sull'ipotesi di inserire una norma residuale diretta a derogare al principio che preclude la possibilità di assegnare alle suddette sedi magistrati di nuova nomina.

AURELIO SALVATORE MISITI (IdV). Richiamato preliminarmente il contesto in cui si colloca la riforma delineata dal Governo, sottolinea l'inidoneità del decreto-legge in discussione a conseguire l'obiettivo di rendere più efficiente il sistema giudiziario. Ricordati altresì i preoccupanti dati relativi alla vacanza delle sedi disagiate, esprime perplessità sulla loro definizione e sulla possibilità che il problema della copertura degli organici possa essere risolto ricorrendo ad incentivi economici, ritenendo peraltro che le misure inerenti la reintegrazione in servizio di soggetti che hanno visto ingiustamente interrotta la carriera non siano ispirate ad esigenze di funzionalità, ma unicamente alla volontà del Governo di varare norme di stampo personalistico. Giudicate infine non risolutive le norme concernenti il funzionamento del Fondo unico giustizia, preannunzia la presentazione di proposte emendative, dal cui eventuale accoglimento dipenderà l'atteggiamento del suo gruppo nella votazione finale del provvedimento.

ALFONSO PAPA (PdL). Osservato che il provvedimento in discussione, che sarà sostenuto dal suo gruppo, è volto a correggere talune evidenti discrasie del sistema giudiziario, manifesta apprezzamento, in particolare, per la ridefinizione da esso operata della nozione di sede disagiata - non più ancorata al criterio geografico - per la cui concreta individuazione viene valorizzato il principio di leale collaborazione tra Consiglio superiore della magistratura e Ministro della giustizia. Richiama, altresì, le condivisibili disposizioni da esso recate in tema di incentivi economici, rivelatisi in passato più virtuali che effettivi, nonché di rideterminazione del ruolo organico della magistratura ordinaria e di gestione del Fondo unico giustizia, le quali testimoniano la volontà dell'Esecutivo di dare risposte soddisfacenti alla domanda di giustizia dei cittadini nei settori penale e civile.

MARIO CAVALLARO (PD). Rilevata l'inadeguatezza degli strumenti delineati dal provvedimento d'urgenza in discussione a risolvere il problema delle sedi disagiate, la cui individuazione dovrebbe essere a suo avviso demandata agli organi di autogoverno della magistratura, manifesta perplessità sull'efficacia degli incentivi economici previsti. Nell'esprimere, quindi, un giudizio negativo sulle disposizioni riguardanti le risorse del Fondo unico giustizia, che dovrebbero essere integralmente destinate alle esigenze del settore, non condivide la deroga riguardante la possibilità per i magistrati ingiustamente sottoposti a processo di rivestire funzioni direttive anche oltre i settantacinque anni.

NICOLA MOLTENI (LNP). Manifestato apprezzamento, a nome del suo gruppo, per il provvedimento d'urgenza in discussione, recante interventi finalizzati a migliorare la qualità del sistema giudiziario, ricorda che il testo all'esame della Camera è stato modificato dal Senato, presso il quale non soltanto la maggioranza ma anche l'opposizione ha espresso voto favorevole sul relativo disegno di legge di conversione. Richiamate, quindi, le condivisibiliPag. Vdisposizioni recate dal provvedimento in tema di sedi disagiate, con le quali si pone rimedio a talune inopportune scelte effettuate nel corso della precedente legislatura, nonché quelle volte a disciplinare in maniera più puntuale il Fondo unico giustizia, istituito dall'articolo 61 del decreto-legge n. 112 del 2008, ampliando la tipologia delle risorse che vi afferiscono, ritiene che esse denotino la fattiva e concreta volontà dell'Esecutivo di affrontare con determinazione le principali criticità della giustizia italiana e che preludano ad una necessaria e più organica riforma dell'apparato giudiziario.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Nel giudicare quello in discussione un provvedimento di emergenza per risolvere il problema della carenza di organico nelle sedi disagiate, mentre vi sarebbe bisogno di misure strutturali per evitare la progressiva paralisi dell'attività di indagine, ricorda le perplessità espresse dall'Associazione nazionale magistrati durante l'iter in Commissione, rilevando la necessità di prevedere una clausola di salvaguardia che consenta, in caso di necessità, di ricorrere anche ai magistrati di prima nomina per la copertura delle sedi disagiate. Ritiene, quindi, che andrebbe soppressa la disposizione recante una deroga al limite di età di settantacinque anni per l'attribuzione di funzioni direttive ai magistrati reintegrati in servizio, che appare estranea alle finalità del decreto-legge, manifestando contrarietà alla modifica apportata dal Senato con riguardo alle risorse del Fondo unico giustizia. Evidenzia, infine, che la posizione del suo gruppo nella votazione finale dipenderà dalla disponibilità che sarà manifestata dalla maggioranza durante l'esame degli emendamenti.

CINZIA CAPANO (PD). Rilevata preliminarmente la contraddizione tra la tesi sostenuta dal relatore e quanto affermato dal rappresentante del Governo circa le esigenze di copertura di organico delle sedi giudiziarie disagiate, la cui individuazione risulterebbe tra l'altro slegata dal numero di reati di criminalità organizzata ivi registratisi, evidenzia che tale ipotesi si verifica solo per le procure inquirenti e non per i collegi giudicanti, la cui situazione di organico risulterà invece aggravata dalle recenti disposizioni in materia di incompatibilità ed intercettazioni. Richiamata altresì l'inadeguatezza delle norme in materia di trasferimenti tra sedi disagiate, come evidenziato anche dall'Associazione nazionale magistrati, paventa il possibile incremento della mobilità dei magistrati all'interno della stessa regione, con gravi conseguenze per il prosieguo dei processi in corso.
Esprime infine un giudizio fortemente critico sulla norma, introdotta dal Senato, relativa alla deroga al limite di età di settantacinque anni per l'accesso alle alte cariche della magistratura, a suo avviso dettata da motivazioni personalistiche, che ritiene si inserisca in un contesto di sostanziale rinuncia dello Stato ad un'efficace lotta alla criminalità organizzata.

ANNA PAOLA CONCIA (PD). Nel richiamare i contenuti del provvedimento d'urgenza in discussione, che giudica non risolutivo dei problemi che affliggono il settore della giustizia, sottolinea la gravità della situazione degli organici in molti uffici giudiziari, segnatamente nel Meridione, ritenendo, a nome del suo gruppo, non giusti né utili i previsti vincoli al trasferimento in sedi disagiate dei magistrati più giovani; preannunzia, al riguardo, la presentazione di emendamenti migliorativi del testo, anche alla luce degli orientamenti manifestati dal Consiglio superiore della magistratura. Nell'auspicare inoltre la soppressione della disposizione volta a prorogare il limite massimo di età per l'esercizio di funzioni giudiziarie apicali, reputandola una norma ad personam, che lancia un segnale deleterio al Paese, manifesta parimenti la contrarietà della sua parte politica alle disposizioni relative al Fondo unico giustizia, anche a fronte degli ulteriori e gravosi tagli di risorse al settore giudiziario già disposti con la manovra di finanza pubblica.

MARILENA SAMPERI (PD). Espresse perplessità circa l'efficacia del meccanismoPag. VIdegli incentivi economici per il trasferimento di magistrati non di prima nomina negli uffici giudiziari in carenza di organico, non ritiene validi i criteri fissati per l'individuazione delle cosiddette sedi disagiate, che non sono legati a parametri oggettivi connessi alle reali esigenze e non tengono conto, tra l'altro, dell'elevato numero di reati di criminalità organizzata. Ricordata la possibilità di introdurre deroghe finalizzate a prevedere il possibile trasferimento d'ufficio da parte del Consiglio superiore della magistratura per coprire le lacune d'organico, al fine di risolvere un problema sorto nella scorsa legislatura, lamenta la chiusura della maggioranza ad ogni proposta migliorativa del testo in esame. Richiamato inoltre il carattere risarcitorio nei confronti del giudice Carnevale della norma, che valuta negativamente, volta a derogare ai limiti di età per accedere, tra l'altro, alla carica di primo presidente della Corte di cassazione, esprime un giudizio fortemente critico sull'azione dell'Esecutivo nel settore della giustizia e ricorda le proposte alternative presentate dal suo gruppo, finalizzate a risolvere il problema della lentezza dei processi e a garantire la certezza della pena, nella convinzione che il buon andamento della giustizia rappresenti un elemento strategico per la vita del Paese.

GUIDO MELIS (PD). Sottolineata l'inadeguatezza delle misure introdotte dal decreto-legge in discussione al fine di ovviare alle gravi carenze che affliggono svariate sedi giudiziarie nel Meridione, lamenta il mancato recepimento delle proposte in tal senso formulate da alcune associazioni rappresentative dei magistrati ed esprime - più in generale - un giudizio nettamente critico sul provvedimento d'urgenza in discussione, che ritiene disomogeneo, inefficace ed emblematico della sostanziale assenza di una strategia di fondo sui problemi della giustizia da parte del Governo e della maggioranza. Stigmatizzato altresì il frequente ricorso alla decretazione d'urgenza e la surrettizia introduzione di una inopportuna ed ultronea norma ad personam nel corso dell'iter presso l'altro ramo del Parlamento, esprime contrarietà alle disposizioni concernenti il Fondo unico giustizia, che reputa dettate per lo più da un orientamento pregiudizialmente volto a penalizzare l'operato della magistratura.

DONATELLA FERRANTI (PD). Nell'esprimere preliminarmente un giudizio critico sui criteri previsti per l'individuazione delle sedi disagiate, che non ritiene debbano essere collegati ad un parametro meramente quantitativo, reputa il provvedimento d'urgenza in discussione insufficiente a risolvere i problemi di organico degli uffici giudiziari. Nel rilevare che i magistrati di prima nomina sono pienamente in grado di rivestire incarichi di responsabilità, come quello di sostituto procuratore, attesa la differenza tra la magistratura inquirente e quella giudicante, valuta opportuno rivedere le disposizioni che impediscono l'assegnazione dei suddetti magistrati per coprire le carenze di organico delle sedi disagiate. Ritiene infine non veritiere le motivazioni addotte dalla maggioranza per giustificare la norma introdotta dal Senato a tutela del giudice Carnevale, che ritiene non tollerabile e incoerente con le affermazioni di alcuni Ministri e che auspica il Governo rivaluti nel prosieguo dell'iter del decreto-legge in esame.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 4 novembre 2008, alle 11,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 40).

La seduta termina alle 19,50.