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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 138 di lunedì 23 febbraio 2009

Pag. V

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,35.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 20 febbraio 2009.

I deputati in missione sono quarantotto.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il disegno di legge n. 2227, di conversione del decreto-legge n. 3 del 2009, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento nell'anno 2009 delle consultazioni elettorali e referendarie.
Il disegno di legge è stato assegnato alla I Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Discussione del disegno di legge: Intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (A.C. 1415-A ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Di Pietro n. 1 e Ferranti n. 2 e la questione pregiudiziale per motivi di merito Di Pietro n. 1, che saranno esaminate in altra seduta.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIULIA BONGIORNO (PdL), Relatore per la maggioranza. Richiamato l'approfondito lavoro svolto durante l'iter in Commissione, nel corso del quale l'opposizione ha assunto un atteggiamento costruttivo, precisa che la definizione di alcuni aspetti tecnici è stata rinviata alla fase dell'iter in Assemblea, riservandosi a tal fine di convocare il Comitato dei nove. Rilevato che le intercettazioni sono uno strumento di indagine in molti casi insostituibile, sottolinea che è ampiamente avvertita la necessità di intervenire sulla relativa disciplina al fine di escludere l'uso distorto ed eccessivo di tale strumento. Illustra, quindi, il contenuto del disegno di legge in discussione, nel testo comprendente le modificazioni apportate in Commissione, ricordando, tra l'altro, che si prevede di applicare anche all'acquisizione dei tabulati telefonici la disciplina delle intercettazioni e che si individua quale presupposto per il ricorso a queste ultime la sussistenza di concreti indizi di colpevolezza. Sottolinea, inoltre, la rilevanza della modificazione della competenza in ordine all'autorizzazione delle intercettazioni, che viene affidata al giudice in composizione collegiale, nonché della disciplina introdotta in materia di segreto, adombrando il dubbio che la sua applicazione possa comportare una eccessiva compressione del diritto di cronaca. Auspica, infine, la sollecita approvazione di una riforma che, sebbene perfettibile, costituisce un importante passo in avanti in relazione alla necessità di conciliare le Pag. VIesigenze investigative con quelle relative alla riservatezza dei cittadini.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Relatore di minoranza. Nell'osservare preliminarmente che il disegno di legge in discussione presenta, a suo avviso, evidenti profili di incostituzionalità, ricorda che il suo gruppo ha avvertito l'esigenza di presentare un testo alternativo, che si limita ad apportare esclusivamente alcuni necessari correttivi alla disciplina vigente in tema di intercettazioni, nella convinzione che debba comunque essere evitato ogni possibile abuso nel ricorso a tale strumento. Evidenziato quindi come la proposta del Governo, solo parzialmente corretta nel corso dell'iter in Commissione, equivalga sostanzialmente ad una resa dello Stato nei confronti della criminalità, atteso che ne deriverà l'impossibilità di ricorrere ad importanti tecniche di indagine, anche nel caso di reati particolarmente gravi come alcune tipologie di omicidio, sottolinea che la tutela del diritto alla divulgazione di talune informazioni su indagini in corso, pur salvaguardando il fondamentale principio di segretezza, rappresenta una garanzia per gli stessi indagati. Richiama infine la contraddittorietà del previsto requisito dei gravi indizi di colpevolezza, necessario al fine di consentire il ricorso alle intercettazioni, che impedirà di fatto di poter svolgere le indagini per alcune tipologie di reato.

DONATELLA FERRANTI. Relatore di minoranza. Nel rilevare preliminarmente che la decisione del suo gruppo di presentare un testo alternativo, del quale richiama gli aspetti salienti, è emblematica dell'atteggiamento costruttivo assunto nell'iter del provvedimento in discussione, sottolinea che il testo del Governo non individua un giusto contemperamento tra le esigente investigative e quelle di tutela della riservatezza dei cittadini e che la disciplina relativa al segreto determina un'eccessiva compressione del diritto di cronaca. Giudicata quindi non condivisibile l'individuazione, quale presupposto per il ricorso alle intercettazioni, della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, che comprometterebbe l'efficacia di tale strumento di indagine, esprime forte contrarietà all'eccessivo irrigidimento della normativa concernente le intercettazioni ambientali.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

PIETRO TIDEI (PD). Nell'osservare preliminarmente che la logica ispiratrice del disegno di legge in discussione appare incomprensibile ed esclusivamente tesa alla tutela di alcuni poteri forti, ricorda che la campagna elettorale del centrodestra, con i reiterati proclami propagandistici e demagogici sul tema della sicurezza dei cittadini, appare ora smentita in maniera paradossale dalla stessa maggioranza, atteso che la riforma delle intercettazioni proposta, impedendo sostanzialmente il ricorso a tale strumento investigativo, ostacolerà gravemente l'esecuzione delle indagini per alcune tipologie di reato, come gli stupri, i furti e le rapine. Nel giudicare quindi assolutamente non condivisibile il requisito dei gravi indizi di colpevolezza, richiesto per autorizzare l'utilizzo delle intercettazioni, ricorda che il temine di sessanta giorni per l'operatività delle stesse è giuridicamente sbagliato e, se già in vigore, avrebbe impedito, per esempio, la cattura del boss mafioso Provenzano. Richiamato quindi il parere negativo espresso dal Consiglio superiore della magistratura su un testo solo parzialmente corretto nel corso dell'iter in Commissione, ricorda che il suo gruppo, pur condividendo l'esigenza di tutelare la privacy dei cittadini e di evitare abusi da parte della stampa, ha presentato alcune proposte alternative in materia di riforma della giustizia.

ANTONINO LO PRESTI (PdL). Rilevato che, nonostante l'approfondito lavoro svolto in Commissione, non si è pervenuti alla definizione di un testo unanimemente condiviso, anche in considerazione della Pag. VIIrilevanza dei principi richiamati nel provvedimento in discussione, osserva che la vigente disciplina delle intercettazioni ha determinato un'eccessiva compressione del diritto dei cittadini alla riservatezza, che viene invece adeguatamente tutelato dal disegno di legge in esame, conciliandolo con la necessità di consentire un efficace svolgimento delle indagini. Nel ritenere, inoltre, ingiustificate le obiezioni sollevate dall'opposizione sul requisito dei gravi indizi di colpevolezza, con cui si tende ad evitare abusi nel ricorso alle intercettazioni, esprime apprezzamento per il rafforzamento delle sanzioni previste per la rivelazione illecita di segreti inerenti il procedimento penale.

ROBERTO RAO (UdC). Nell'evidenziare preliminarmente che il suo gruppo condivide la necessità di approvare una riforma della disciplina delle intercettazioni, da lungo tempo attesa, ricorda che il disegno di legge in discussione prende spunto da un'analisi condivisa ed auspica che la disponibilità manifestata da maggioranza ed Esecutivo nel corso dell'iter in Commissione sia confermata anche in Assemblea, al fine di migliorare gli aspetti più controversi del provvedimento. Nel ricordare quindi che le intercettazioni, anche se si registrano eccessi nel loro utilizzo, sono uno strumento indispensabile per perseguire i responsabili di gravi fatti criminosi, ritiene che le disposizioni in discussione, comunque perfettibili, non debbano essere intese secondo una logica punitiva nei confronti della magistratura, che a suo avviso sarà in grado di ben operare anche nel nuovo quadro normativo in via di definizione. Evidenzia inoltre gli aspetti del testo sui quali si dovrebbe intervenire per evitare conseguenze negative, segnatamente il requisito dei gravi indizi di colpevolezza necessario per ricorrere alle intercettazioni, nonché la previsione del carcere per chi pubblica intercettazioni rilevanti, che ritiene eccessivamente lesiva della libertà di informazione, nonostante il suo gruppo avverta l'esigenza di evitare un uso distorto di talune informazioni sensibili da parte della stampa. Auspica infine che il prosieguo dell'iter in Assemblea sia scevro da logiche di schieramento, al fine di pervenire alla definizione di un testo il più possibile condiviso.

NICOLA MOLTENI (LNP). Ricordato il proficuo lavoro svolto durante l'iter in Commissione del provvedimento in discussione, nel corso del quale è stato sensibilmente migliorato il testo governativo, ne giudica condivisibile la ratio, sottolineando la necessità di razionalizzare e riequilibrare l'utilizzo dello strumento delle intercettazioni, che si devono configurare quale mezzo investigativo eccezionale, come previsto dalla Carta costituzionale. Nel sottolineare, quindi, il confronto aperto svoltosi all'interno della maggioranza, che ha contribuito all'individuazione di soluzioni condivise, richiama gli aspetti maggiormente innovativi del provvedimento, quali la modifica della competenza in ordine all'autorizzazione alle intercettazioni, che viene ora affidata al tribunale in composizione collegiale, nonché la limitazione dei soggetti che hanno accesso alle informazioni riservate. Evidenziata, altresì, l'importanza dell'approvazione in Commissione dell'emendamento sulle intercettazioni ambientali con riferimento ai reati di mafia e terrorismo, auspica un'attenta razionalizzazione dei costi relativi a tale strumento di indagine.

ANNA ROSSOMANDO (PD). Nell'esprimere un giudizio fortemente critico sul disegno di legge in discussione, ritiene che l'introduzione di più restrittivi presupposti per disporre le intercettazioni sia inopportuna e gravemente inappropriata rispetto all'esigenza di garantire la sicurezza dei cittadini, nonché di tutelare la riservatezza e al contempo il diritto all'informazione. Fa riferimento, tra gli altri, ai gravi indizi di colpevolezza e alla necessaria autorizzazione della persona offesa in caso di estorsioni e sequestri, nonché alla più stringente disciplina introdotta in materia di intercettazioni ambientali, di utilizzo delle riprese televisive e di durata massima delle operazioni di intercettazione. Nel manifestare altresì perplessità Pag. VIIIsull'atteggiamento assunto dalla maggioranza nel corso dell'iter del provvedimento, che reputa eccessivamente asservito alla volontà del Governo, dissente nettamente dalla scelta di quest'ultimo di delegare funzioni di controllo del territorio ad associazioni di cittadini anziché stanziare ulteriori risorse a favore delle Forze dell'ordine per il contrasto della criminalità organizzata.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Sottolineata preliminarmente la necessità di utilizzare ogni strumento utile per combattere la criminalità, ritiene si dovrebbe intervenire sul sistema di pubblicazione delle intercettazioni, tenendo in considerazione il diritto alla privacy dei cittadini. Manifesta, quindi, totale contrarietà all'impostazione del disegno di legge in discussione, che comprime eccessivamente un essenziale strumento di ricerca della prova, preannunziando l'intendimento della sua parte politica di promuovere l'indizione di un referendum abrogativo in caso di approvazione del provvedimento. Giudica inoltre non condivisibili, in particolare, le disposizioni riguardanti la sostituzione del pubblico ministero indagato per violazione del segreto istruttorio, la competenza del tribunale in composizione collegiale, nonché il divieto di pubblicazione del contenuto delle indagini finché non siano terminate le indagini preliminari. Esprime, altresì, dissenso sulle previsioni in merito alla durata delle intercettazioni, all'irrigidimento della disciplina relativa alle intercettazioni ambientali, nonché all'impossibilità di utilizzare tale strumento di indagine in altri procedimenti o in caso di modifica del titolo del reato, che metteranno a rischio l'incolumità dei cittadini.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Manifesta l'orientamento fortemente contrario del suo gruppo sui contenuti del disegno di legge in discussione ritenendo che, in nome di una più efficace tutela della riservatezza e di una presunta indignazione della pubblica opinione in merito a singoli episodi di abusi perpetrati nel ricorso allo strumento delle intercettazioni, vengano fortemente pregiudicati interessi prioritari quali la tutela della sicurezza dei cittadini e l'efficace amministrazione della giustizia. Esprime inoltre contrarietà per le misure volte a comprimere significativamente il diritto di cronaca e di informazione, manifestando preoccupazione per le deleterie conseguenze cui saranno esposti tutti i cittadini.

GUIDO MELIS (PD). Sottolineata la necessità di porre limiti legali allo strumento delle intercettazioni telefoniche, al fine di tutelare soprattutto i cittadini estranei ai fatti oggetto di indagine, esprime un giudizio fortemente negativo su un provvedimento che non contempera in modo adeguato le esigenze di tutelare la sicurezza dei cittadini e il diritto di informazione. Nel rilevare, quindi, gli effetti deleteri del disegno di legge in discussione sull'informazione, segnatamente sulla cronaca giudiziaria, ricorda la sostanziale contrarietà espressa in merito dai rappresentanti del mondo dell'editoria e del giornalismo, sottolineando il carattere eccessivamente repressivo delle disposizioni concernenti le attività di informazione.

PASQUALE CIRIELLO (PD). Nell'esprimere un giudizio fortemente critico sui contenuti del disegno di legge in discussione, che giudica surrettiziamente volto a paralizzare l'ambito di applicabilità delle intercettazioni, stigmatizza l'atteggiamento assunto al riguardo dal Governo, ritenendo non veritiere e non strettamente pertinenti talune argomentazioni sostenute in merito nel corso del dibattito parlamentare. Reputa quindi nettamente incongrua rispetto all'esigenza di tutelare la sicurezza dei cittadini e l'amministrazione della giustizia la più restrittiva disciplina introdotta in materia di intercettazioni ambientali e di competenza all'autorizzazione del ricorso a tale strumento investigativo, paventando altresì il rischio di deleterie strumentalizzazioni del previsto meccanismo di sostituzione del pubblico ministero di cui al secondo comma dell'articolo 1. Esprime infine forte riprovazione per l'intento censorio Pag. IXa suo avviso sotteso alle misure finalizzate a ridurre drasticamente il diritto dei cittadini ad essere informati, auspicando un ripensamento dell'Esecutivo rispetto agli intendimenti fin qui manifestati.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15,05.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquanta.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Nell'evidenziare preliminarmente che la riforma in discussione rappresenta l'ennesimo esempio di imbarbarimento della cultura giuridica del Paese, lamenta l'incoerenza tra i proclami della maggioranza sui temi della sicurezza e le disposizioni varate, che limitano fortemente l'operatività delle Forze dell'ordine, sia in termini di risorse disponibili sia in termini di vincoli alla capacità di indagine, che la nuova disciplina in tema di intercettazioni riporta ad un livello di estrema arretratezza. Rilevato quindi che il disegno di legge in discussione lede numerosi principi costituzionali, come quelli della ragionevolezza, della libertà di informazione e della obbligatorietà dell'azione penale, rendendo tra l'altro meno trasparente l'attività degli amministratori pubblici, giudica incomprensibile il criterio dei gravi indizi di colpevolezza, la cui sussistenza costituirà requisito fondamentale per autorizzare l'uso delle intercettazioni. Osserva infine che il suo gruppo condivide pienamente i testi alternativi predisposti dai relatori di minoranza ed esprimerà voto contrario sul provvedimento in esame.

MARILENA SAMPERI (PD). Pur riconoscendo la necessità di una riforma della disciplina delle intercettazioni volta ad evitare gli abusi e gli eccessi registrati nell'utilizzo di tale strumento investigativo, sottolinea che il disegno di legge governativo, lungi dal garantire l'effettivo bilanciamento tra principi costituzionali ugualmente meritevoli di tutela, comprime l'attività investigativa, mette a rischio la sicurezza dei cittadini e lede il diritto all'informazione. Giudica, inoltre, non condivisibili, in particolare, le limitazioni previste per le intercettazioni ambientali, l'assimilazione a queste ultime dell'acquisizione dei tabulati telefonici, nonché la previsione del requisito dei gravi indizi di colpevolezza, che comprometterebbe l'efficacia di tale fondamentale strumento di indagine.

MARIO TASSONE (UdC). Nell'evidenziare preliminarmente che una riforma della disciplina delle intercettazioni dovrebbe registrare la più ampia condivisione possibile, giudica indispensabile coniugare le esigenze della giustizia con la tutela del diritto alla libertà della persona, atteso l'eccessivo ricorso alle intercettazioni e l'uso distorto della diffusione di notizie relative ad indagini in corso, che non appare consono ad una moderna democrazia. Nell'auspicare quindi che il provvedimento in discussione contribuisca finalmente a razionalizzare il ricorso alle intercettazioni, ricorda che il suo gruppo, con spirito costruttivo, ha presentato talune proposte emendative volte, tra l'altro, a correggere alcune distorsioni quali ad esempio il criterio dei gravi indizi di colpevolezza come requisito necessario per ricorrere alle intercettazioni, nonché l'inasprimento della pena per chi pubblica le intercettazioni, che reputa eccessivamente lesivo della libertà di informazione.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

FEDERICO PALOMBA (IdV), Relatore di minoranza. Rilevato come a fronte del dichiarato ampliamento della platea dei reati previsto dal disegno di legge in discussione si frappongano eccessivi ostacoli all'effettività delle intercettazioni, ritiene che l'individuazione del requisito dei gravi indizi di colpevolezza contraddica l'esigenza di garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini.

DONATELLA FERRANTI (PD), Relatore di minoranza. Nel ritenere che le Pag. Xinappropriate dichiarazioni del deputato Lo Presti siano un attacco ingiustificato alla serietà e alla correttezza delle proposte avanzate dall'opposizione, sottolinea la fragilità e l'incoerenza del progetto governativo, basato, a suo avviso, su una sfiducia di base nei confronti della complessiva macchina giurisprudenziale. Esprime quindi un giudizio negativo su un provvedimento che, in realtà, mira a bloccare le indagini su talune fattispecie di reato, osservando altresì che le norme da esso recate rappresentano un grave attacco ai valori fondanti della Costituzione.

PRESIDENTE. Prende atto che il relatore per la maggioranza rinunzia alla replica.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sottolineata la necessità di intervenire sulla disciplina delle intercettazioni per conciliare le esigenze investigative con quelle relative alla riservatezza dei cittadini ed al diritto all'informazione, auspica che nel prosieguo dell'iter si svolga un confronto costruttivo e senza pregiudizi tra le forze politiche. Nel fornire, quindi, precisazioni in merito al divieto di pubblicazione del contenuto dell'indagine, anche parziale o per riassunto, nonché alla parificazione tra le riprese televisive o i tabulati telefonici e le intercettazioni, ricorda gli effetti perversi che la pubblicazione di intercettazioni ha avuto sulla vita politica del Paese.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge S. 1306, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 208 del 2008: Risorse idriche e protezione dell'ambiente (approvato dal Senato) (A.C. 2206).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ROBERTO TORTOLI (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, che reca misure in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente, rilevando come esso sia stato ampliato a seguito delle modifiche apportate nell'altro ramo del Parlamento. Precisa, quindi, che a causa dell'eccessiva ristrettezza dei tempi a disposizione, la VIII Commissione non ha inteso recepire i rilievi formulati dal Comitato per la legislazione, nonché le osservazioni di talune Commissioni di merito. Nell'auspicare, infine, un compiuto confronto parlamentare nel prosieguo del dibattito, sottolinea la necessità di garantire per il futuro tempi congrui per la discussione dei provvedimenti in entrambe le Camere.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, stigmatizza l'assenza del presidente della VIII Commissione, nonché del rappresentante del Governo competente per materia. Esprime rammarico, quindi, per il fatto che la discussione odierna si svolga in presenza di un solo deputato della maggioranza.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Nel sottolineare che anche con il provvedimento d'urgenza in discussione l'Esecutivo rinuncia ad impostare una chiara politica di governo dell'ambiente e di prevenzione delle sempre più ricorrenti emergenze ambientali, ricorda che il nostro Paese dal 2000 deve ancora recepire talune direttive europee in materia. Rilevato, quindi, che nella valutazione di danno ambientale l'obiettivo primario dovrebbe essere quello di tutelare la salute dei cittadini, manifesta contrarietà alle disposizioni del decreto-legge in merito a vari organismi ministeriali, che si traducono in un aumento delle spese per il personale, auspicando che nel prosieguo dell'iter del provvedimento possa svolgersi un confronto serio tra maggioranza ed opposizione che preveda un compiuto esame delle proposte emendative presentate.

Pag. XI

RAFFAELLA MARIANI (PD). Nel sottolineare il carattere marcatamente eterogeneo del contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, rileva l'inserimento durante l'esame presso l'altro ramo del Parlamento di numerose disposizioni che avrebbero trovato più opportuna collocazione in altri provvedimenti - segnatamente il decreto-legge recante proroga di termini - rammaricandosi per il modo frammentario ed interlocutorio con cui procede la normazione in diversi ambiti della materia ambientale e paventando deleterie conseguente per i cittadini e gli operatori del settore per la mancanza di un quadro organico d'insieme.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

RAFFAELLA MARIANI (PD). Espressa quindi riprovazione per la sostanziale blindatura del provvedimento, che ha di fatto vanificato il lavoro istruttorio della VIII Commissione, richiama il contenuto del decreto-legge in discussione, esprimendo tra l'altro perplessità sulle misure adottate in materia di autorità di bacino e gestione integrata del ciclo dei rifiuti, lamentando il taglio delle risorse destinate alla protezione civile. Nell'auspicare infine da parte della Presidenza della Camera un vaglio rigoroso di ammissibilità delle proposte emendative presentate in Assemblea, ribadisce la disponibilità del suo gruppo a contribuire ad individuare semplificazioni alle procedure previste dal provvedimento d'urgenza in discussione.

RENATO WALTER TOGNI (LNP). Richiamati preliminarmente gli aspetti salienti del provvedimento d'urgenza in discussione, evidenzia la situazione di rischio di dissesto idrogeologico che caratterizza gran parte del territorio nazionale, rilevando che le misure previste in materia dal decreto-legge appaiono un atto dovuto per evitare che interventi di emergenza diventino la prassi. Esprime, quindi, soddisfazione per l'inserimento nel testo, nel corso dell'iter al Senato, di un emendamento presentato dal suo gruppo che stanzia per interventi di difesa del suolo fondi pari al 10 per cento delle risorse attualmente destinate ad attività di studio per la predisposizione di piani di bacino, nonché per le opportune misure previste con riguardo alle immissioni di rumore in proprietà private.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Organizzazione dei tempi di esame dei disegni di legge di ratifica.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per l'esame dei disegni di legge di ratifica iscritti all'ordine del giorno è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 19 febbraio 2009.

Discussione del disegno di legge di ratifica: Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Repubblica dell'Iraq (A.C. 2037-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

MARGHERITA BONIVER (PdL), Relatore. Sottolineato il rilevante contributo offerto dall'Italia nel sostenere il popolo iracheno nel suo processo di ricostruzione interna e di pieno reinserimento nel contesto internazionale, richiama gli aspetti salienti del disegno di legge di ratifica in discussione, con particolare riferimento alla prevista cooperazione bilaterale in ambito economico-finanziario, culturale, della sicurezza ed in campo sociale, segnatamente a tutela delle donne e delle categorie sociali più deboli. Dà quindi atto del progressivo consolidamento della sicurezza interna e della democrazia irachena negli ultimi mesi, ricordando il prossimo Pag. XIIcompleto ritiro delle forze armate statunitensi ed il ripristino, entro il 2011, della piena sovranità irachena.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Nel ricordare che il Trattato in discussione rappresenta il risultato di obblighi assunti in occasione della missione militare dell'Italia in Iraq, esprime profonda perplessità sulla contraddizione esistente tra l'impegno assunto dal Governo e i tagli operati ai fondi inerenti la cooperazione internazionale allo sviluppo. Nel richiamare, quindi, i rilievi critici formulati dalla V Commissione sugli oneri finanziari derivanti dall'applicazione dell'articolo 16 del testo in esame, evidenzia le mancate garanzie fornite dall'Iraq sui temi della democrazia e dei diritti umani, nonché i prevalenti profili economici sottesi al medesimo Trattato. Preannunzia, infine, il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di ratifica in discussione, solo in considerazione delle nobili finalità da esso perseguite.

FRANCESCO TEMPESTINI (PD). Sottolineato come il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia ed Iraq sia frutto delle iniziative intraprese dal Governo Prodi e dal Ministro degli affari esteri pro tempore D'Alema, evidenzia il rinnovato quadro politico-istituzionale dell'Iraq, che induce gli Stati Uniti ad anticipare il ritiro definitivo delle proprie forze armate. Richiamati altresì i contenuti dal predetto Trattato, segnatamente in termini di reciproco e paritario sostegno, anche economico, tra le parti, manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo al relativo disegno di legge di ratifica in discussione.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore rinunzia alla replica.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Osserva che il Trattato di cui si propone la ratifica costituirà un importante strumento di rafforzamento dell'impegno italiano a sostegno della ricostruzione e della stabilizzazione democratica dell'Iraq.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge di ratifica: Accordo di cooperazione relativo ad un sistema globale di navigazione satellitare civile (GNSS) tra la Comunità europea e i suoi Stati membri e l'Ucraina (A.C. 2013).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

FRANCESCO TEMPESTINI (PD), Relatore. Illustra il contenuto dell'Accordo in discussione, volto a consolidare il sistema delle infrastrutture relative ad un sistema globale di navigazione satellitare civile, nel quadro dell'internazionalizzazione del programma Galileo. Nel ritenere che l'audizione dei rappresentanti dell'Agenzia spaziale italiana abbia messo in luce possibili ritardi nel lancio in orbita di satelliti, nonché la necessità di stanziare ulteriori risorse finanziarie, esprime perplessità sulla reale capacità della Commissione europea di governare compiutamente tali complesse problematiche. Invita, quindi, il Governo ad una più approfondita riflessione sul possibile incremento degli oneri finanziari relativi al programma Galileo, monitorando altresì lo stato di avanzamento di tale progetto.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nel ricordare che la Commissione europea ha recentemente sollecitato la ratifica da parte dell'Italia dell'Accordo di cooperazione in discussione, ritiene che le considerazioni emerse durante l'iter in sede referente del relativo disegno di legge di ratifica debbano essere poste all'attenzione del Ministero dell'università e della ricerca e di quello dello sviluppo economico.

Pag. XIII

FABIO EVANGELISTI (IdV). Osserva che il Trattato in discussione, che fa seguito ad analoghi accordi sottoscritti con altri Paesi, assume una rilevanza strategica nell'ambito dei rapporti di cooperazione tra Unione europea ed Ucraina in vista della realizzazione di un sistema globale di navigazione satellitare civile; preannunzia quindi il voto favorevole del suo gruppo sul relativo disegno di legge di ratifica.

MATTEO MECACCI (PD). Sottolineata la rilevanza strategica dell'Accordo di cooperazione in discussione, anche in vista della progressiva integrazione dell'Ucraina nel contesto geopolitico europeo, manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo al relativo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge di ratifica: a) Strumento così come contemplato dall'articolo 3(2) dell'Accordo di estradizione tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione europea; b) Strumento così come contemplato dall'articolo 3(2) dell'Accordo sulla mutua assistenza giudiziaria tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione europea (A.C. 2014).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

ALESSANDRO RUBEN (PdL), Relatore. Chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo della sua relazione in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di ratifica in discussione.

MATTEO MECACCI (PD). Rileva che il disegno di legge di ratifica in discussione, pur rappresentando un passo in avanti rispetto all'attuale situazione, non offre una garanzia assoluta circa l'applicazione, da parte degli Stati Uniti, della pena di morte nei confronti di persone estradate dall'Italia; chiede quindi al Governo di assumere un preciso impegno politico a non concedere l'estradizione nei casi in cui possa prospettarsi la predetta eventualità, riservandosi di presentare al riguardo un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore rinunzia alla replica.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Si riserva di valutare l'ordine del giorno preannunziato dall'onorevole Mecacci, sottolineando peraltro come il Governo non potrà che assumere, al riguardo, una posizione conforme al dettato costituzionale.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 24 febbraio 2009, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 79).

La seduta termina alle 18,25.