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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 10 giugno 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 giugno 2010.

Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fava, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fava, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 9 giugno 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MASTROMAURO ed altri: «Disposizioni in materia di compensazione dei crediti da parte dei soggetti privati nei riguardi delle pubbliche amministrazioni e di interessi di mora nelle transazioni commerciali con le medesime» (3531);
MARAN: «Agevolazioni fiscali a sostegno della partecipazione delle donne al lavoro» (3532);
JANNONE: «Disposizioni per la semplificazione degli adempimenti in materia di alienazione e di costituzione di diritti di garanzia sugli autoveicoli» (3533);
DONADI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, istituzione dell'indennità di genitore e altre disposizioni a sostegno della maternità, nonché modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, concernenti l'elevazione dell'età pensionabile delle donne» (3534);
MAURIZIO TURCO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla vendita del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera» (3535).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge REALACCI ed altri: «Disposizioni per la promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale delle imprese» (59) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Buttiglione.

La proposta di legge POLLEDRI: «Disposizioni per l'incentivazione della pratica sportiva dei cittadini disabili e per la promozione degli sport paralimpici» (1492) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Stucchi.

La proposta di legge BITONCI ed altri: «Disposizioni per l'individuazione e la tutela delle città murate e dei centri fortificati» (1576) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Stucchi.

La proposta di legge FEDRIGA ed altri: «Modifiche all'articolo 11 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, concernente le deduzioni agli effetti dell'imposta regionale sulle attività produttive, all'articolo 5 della legge 8 marzo 2000, n. 53, concernente i congedi per la formazione, in favore dei lavoratori studenti, nonché all'articolo 20 della legge 2 dicembre 1991, n. 390, in materia di diritto degli studenti stranieri agli studi universitari» (1949) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Stucchi.

La proposta di legge BITONCI ed altri: «Modifiche alla legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di limiti alla cumulabilità dei trattamenti pensionistici ai superstiti con i redditi del beneficiario» (2988) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Stucchi.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

II Commissione (Giustizia):
LO PRESTI ed altri: «Misure di sostegno e di incentivo per lo sviluppo delle libere professioni, nonché delega al Governo in materia di estensione della disciplina del concordato preventivo e per l'istituzione di una procedura di esdebitazione in favore dei professionisti» (3480) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CAPANO e FERRANTI: «Introduzione del capo I-bis del titolo II del libro quarto del codice di procedura civile, in materia di procedimenti di affidamento dei figli di genitori non coniugati» (3516) Parere delle Commissioni I e XII.
III Commissione (Affari esteri):
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione e la mutua assistenza amministrativa in materia doganale, con allegato, fatto a Minsk il 18 aprile 2003» (3498) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, IX e XIV.
XII Commissione (Affari sociali):
LUCÀ ed altri: «Norme riguardanti interventi in favore delle gestanti e delle madri volti a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati» (3303) Parere delle Commissioni I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 7 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia di una ordinanza, emessa dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 11 maggio 2010, relativa agli scioperi proclamati per il giorno 14 maggio 2010 riguardanti:
i lavoratori dipendenti delle aziende aderenti ad Assohandlers;
il personale navigante del Gruppo Alitaia-CAI ed Air One;
gli assistenti di volo della Società Alitalia-CAI.

Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

sentenza n. 152 del 26-29 aprile 2010 (doc. VII, n. 413) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117 (Disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 2 ottobre 2007, n. 160, sollevata - in riferimento agli articoli 3 e 41 della Costituzione - dal tribunale ordinario di Ravenna:
alla X Commissione permanente (Attività produttive);

sentenza n. 157 del 28 aprile - 6 maggio 2010 (doc. VII, n. 415) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 56, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 (Disposizioni sulla competenza penale del giudice di pace, a norma dell'articolo 14 della legge 24 novembre 1999, n. 468), sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dalla Corte di cassazione:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 171 del 10-13 maggio 2010 (doc. VII, n. 420) con la quale:
dichiara che non spettava alla regione Puglia indire una conferenza di servizi per la valutazione di impatto ambientale di progetti di impianti eolici off-shore presentati il 16 gennaio 2008; conseguentemente, annulla la nota n. 13.442 del 25 settembre 2008 della regione Puglia - Assessorato all'ecologia, nella parte in cui si riferisce al progetto di impianto di energia eolica potenza nominale pari a 150 MW, da costruirsi off-shore, davanti la costa dei comuni di Brindisi, Torchiarolo (Brindisi), San Pietro Vernotico (Brindisi) e Lecce da parte della Trevi Energy s.p.a.:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

sentenza n. 172 del 10-13 maggio 2010 (doc. VII, n. 421) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 17, commi 30 e 30-bis, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali), convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, con il quale è stato modificato l'articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20 (Disposizioni in materia di giurisdizione di controllo della Corte dei conti), sollevata, in riferimento agli articoli 3, 97, 100, 114, 117, 118 e 119 della Costituzione, all'articolo 9 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), nonché al principio di leale collaborazione, dalla regione Veneto:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

sentenza n. 173 del 10-13 maggio 2010 (doc. VII, n. 422) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 35, comma 2, della legge 24 novembre 2000, n. 340 (Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999), come sostituito dall'articolo 22, comma 1, della legge 29 luglio 2003, n. 229 (Interventi in materia di qualità della regolazione, riassetto normativo e codificazione - Legge di semplificazione 2001), sollevata, in riferimento agli articoli 116 della Costituzione e 8, numero 8), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige), dalla sezione specializzata agraria della Corte di appello di Trento - sezione distaccata di Bolzano:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 177 del 10-14 maggio 2010 (doc. VII, n. 424) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 34, comma 2, del codice di procedura penale, sollevata, in riferimento agli articoli 3, 24, 25 e 111 della Costituzione dal tribunale di La Spezia:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 178 del 10-14 maggio 2010 (doc. VII, n. 425) con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 2, 2 e 3 della legge della regione Veneto 31 luglio 2009, n. 15 (Norme in materia di gestione stragiudiziale del contenzioso sanitario), promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, per violazione degli articoli 11 e 117, primo comma, secondo comma, lettera l), e terzo comma, della Costituzione:
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

sentenza n. 181 del 12-20 maggio 2010 (doc. VII, n. 428) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 74, comma 3, della legge della regione Lombardia 14 luglio 2009, n. 11 (Testo unico delle leggi regionali in materia di trasporti), promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere e) ed l), della Costituzione:
alla IX Commissione permanente (Trasporti);

sentenza n. 182 del 12-20 maggio 2010 (doc. VII, n. 429) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13-bis, comma 8, del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, promossa, in riferimento all'articolo 75, comma 1, lettera g), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) e agli articoli 9 e 10, commi 6 e 7, del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale), dalla Provincia autonoma di Trento:
alla V Commissione permanente (Bilancio);

sentenza n. 188 del 26-28 maggio 2010 (doc. VII, n. 432) con la quale:
che spettava al Senato della Repubblica negare, con deliberazione del 21 dicembre 2007, l'autorizzazione, richiesta dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, ad utilizzare nei confronti del senatore Giuseppe Valentino i tabulati di conversazioni telefoniche relativi ad una utenza mobile in uso a Michele Sinibaldi, acquisiti nell'ambito del procedimento penale n. 32200/06 della Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma;
che spettava al Senato della Repubblica negare, con la medesima deliberazione del 21 dicembre 2007, l'autorizzazione, richiesta dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma nell'ambito del medesimo procedimento penale n. 32200/06, ad acquisire i tabulati di tutte le utenze telefoniche fisse e mobili in uso al senatore Giuseppe Valentino per il periodo tra il 10 e il 20 luglio 2005:
alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia);

sentenza n. 189 del 26-28 maggio 2010 (doc. VII, n. 433) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 58-quater della legge 26 luglio 1975 n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), sollevate in riferimento agli articoli 2, 3, 27, terzo comma, 29, 30 e 31 dal tribunale di sorveglianza di Palermo:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 190 del 26-28 maggio 2010 (doc. VII, n. 434) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 41-bis, commi 2-quater, lettera f), 2-quinquies e 2-sexies della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), sollevate - con riferimento agli articoli 3, 13, secondo comma, 24, primo comma, 27, terzo comma, 113, primo e secondo comma della Costituzione - dal tribunale di sorveglianza di Roma:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 197 del 26 maggio - 4 giugno 2010 (doc. VII, n. 439) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 99, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 (Approvazione del testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato), sollevate dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Toscana e sezione giurisdizionale per la regione Piemonte, in riferimento agli articoli 2, 36 e 38 della Costituzione;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale del medesimo articolo 99, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, sollevata dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Toscana e sezione giurisdizionale per la regione Piemonte, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione:
alla XI Commissione permanente (Lavoro).

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

con lettera in data 29 aprile 2010, sentenza n. 149 del 26-29 aprile 2010 (doc. VII, n. 410), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, della legge della regione Calabria 31 dicembre 2008, n. 46 (Disposizioni in materia sanitaria);
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 7, 8 e 9 della legge della regione Calabria 15 gennaio 2009, n. 1 (Ulteriori disposizioni in materia sanitaria):
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 29 aprile 2010, sentenza n. 150 del 26-29 aprile 2010 (doc. VII, n. 411), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 1, comma 1, 3, 4 e 18 della legge della regione Puglia 23 dicembre del 2008, n. 45 (Norme in materia sanitaria);
dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13 della stessa legge regionale n. 45 del 2008, sollevata dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 65 e 117, comma secondo, lettere m) e p), della Costituzione:
alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali);

con lettera in data 29 aprile 2010, sentenza n. 151 del 26-29 aprile 2010 (doc. VII, n. 412), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, commi 1, 2 e 3, e 3 della legge della regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 2 febbraio 2009, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di pubblico impiego regionale):
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 6 maggio 2010 sentenza n. 156 del 28 aprile - 6 maggio 2010 (doc. VII, n. 414), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 9, comma 1-bis, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 9, comma 1-bis, del suddetto decreto-legge n. 78 del 2009, promosse dalla regione Campania, in riferimento agli articoli 24, primo comma, e 97, primo comma, della Costituzione:
alla V Commissione permanente (Bilancio);

con lettera in data 6 maggio 2010, sentenza n. 167 del 28 aprile - 6 maggio 2010 (doc. VII, n. 416), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 8, comma 6; 15, comma 1; 18, comma 4, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 29 aprile 2009, n. 9 (Disposizioni in materia di politiche di sicurezza e ordinamento della polizia locale);
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 1, lettera h), e dell'articolo 5, comma 1, della legge regionale n. 9 del 2009, promosse, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera h), della Costituzione;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 10 della legge regionale n. 9 del 2009, promossa, in riferimento all'articolo 114 della Costituzione;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 18, comma 1, della legge regionale n. 9 del 2009, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera d), della Costituzione:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

con lettera in data 6 maggio 2010, sentenza n. 168 del 28 aprile - 6 maggio 2010 (doc. VII, n. 417), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge della regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 17 giugno 2009, n. 18 (Disposizioni urgenti in materia di aree boscate e di ampliamento di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di strutture alberghiere e di realizzazione di centri benessere in alcune tipologie di strutture ricettive. Modificazioni alla legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 - Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, comma 3, della legge della regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste n. 18 del 2009;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge della regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste n. 18 del 2009 proposte, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione e all'articolo 2 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per Valle d'Aosta), dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

con lettera in data 13 maggio 2010, sentenza n. 169 del 10-13 maggio 2010 (doc. VII, n. 418), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge della regione Liguria 18 febbraio 2009, n. 3 recante «Modifiche alla legge regionale 24 dicembre 2008, n. 44 (Disposizioni collegate alla Legge finanziaria 2009)»:
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 13 maggio 2010, sentenza n. 170 del 10-13 maggio 2010 (doc. VII, n. 419), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge della regione Piemonte 7 aprile 2009, n. 11 (Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte), limitatamente alle parole «la lingua piemontese,»; dell'articolo 2, comma 2, lettera c), della legge regionale medesima, nella parte in cui si riferisce alla «lingua piemontese»; dell'articolo 2, comma 2, lettera g), della legge regionale medesima limitatamente alle parole «in piemontese e»;
dichiara, in via consequenziale, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 2, lettera d), della stessa legge della regione Piemonte n. 11 del 2009, limitatamente alle parole «della lingua piemontese,»; dell'articolo 2, comma 2, lettera i), della legge regionale medesima, limitatamente alle parole «alla lingua piemontese e»;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 3; dell'articolo 3, comma 5; dell'articolo 4 della medesima legge della regione Piemonte n. 11 del 2009, promosse, in riferimento all'articolo 6 della Costituzione:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

con lettera in data 14 maggio 2010, sentenza n. 176 del 10-14 maggio 2010 (doc. VII, n. 423), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nella parte in cui modifica l'articolo 49 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30), limitatamente alle parole «non opera quanto previsto dal comma 5. In questa ipotesi», «integralmente» e «definiscono la nozione di formazione aziendale e»; dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 1, del citato decreto-legge n. 112 del 2008, sollevata, in riferimento all'articolo 117 della Costituzione, dalla regione Toscana;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 2008, sollevata, in riferimento agli articoli 117, 118 e 120 della Costituzione, dalle regioni Piemonte, Marche e Basilicata;
dichiara estinto il processo relativo al ricorso proposto dalla regione Veneto quanto alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008:
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 20 maggio 2010, sentenza n. 179 del 12-20 maggio 2010 (doc. VII, n. 426), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 54, comma 2, della legge della regione Calabria 12 giugno 2009, n. 19 [Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2009) - Articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8];
dichiara cessata la materia del contendere in relazione alle questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 12, commi 1 e 2, della legge della regione Calabria n. 19 del 2009, promosse, in riferimento agli articoli 81, quarto comma, e 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondata, nei termini indicati in motivazione, la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 54, comma 1, della legge della regione Calabria n. 19 del 2009, promossa, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 20 maggio 2010, sentenza n. 180 del 12-20 maggio 2010 (doc. VII, n. 427), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della regione Emilia-Romagna 23 luglio 2009, n. 8 (Modifica della legge regionale 31 maggio 2002 n. 9 - Disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo e di zone di mare territoriali - In attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296), nella parte in cui ha inserito nella legge regionale n. 9 del 2002 l'articolo 8-bis, comma 2:
alla VI Commissione permanente (Finanze);

con lettera in data 28 maggio 2010, sentenza n. 186 del 26-28 maggio 2010 (doc. VII, n. 430), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della regione Liguria 6 agosto 2009, n. 30 (Promozione della realizzazione delle autostrade di interesse regionale, delle infrastrutture ferroviarie regionali e della fattibilità di tratte viarie strategiche sul territorio regionale), nella parte in cui consente di assoggettare a via regionale i progetti di opere infrastrutturali relativi anche alle autostrade, come definite all'articolo 2, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada);
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 5, commi 2 e 3, 6, 8 e 9, commi 1, 2 e 3, della legge della regione Liguria n. 30 del 2009;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della regione Liguria n. 30 del 2009, promossa, in relazione all'articolo 117, primo comma, della Costituzione, con riferimento alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992 (Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche), dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

con lettera in data 28 maggio 2010, sentenza n. 187 del 26-28 maggio 2010 (doc. VII, n. 431), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2001), nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione agli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato dell'assegno mensile di invalidità di cui all'articolo 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili):
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 4 giugno 2010, sentenza n. 193 del 26 maggio - 4 giugno 2010 (doc. VII, n. 435), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 5, comma 1, lettera c); 7, comma 2, lettera a), n. 4; 8, comma 4; 26, comma 1, e 27, comma 3, della legge della regione Piemonte 29 giugno, 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 2, lettera a), n. 3, della legge della regione Piemonte n. 19 del 2009, limitatamente alle parole «tutelare e», e dell'articolo 7, comma 2, lettera d), n. 1, della stessa legge, limitatamente alla parola «tutelare»;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'Allegato B della stessa legge della regione Piemonte n. 19 del 2009, sollevata, in relazione all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

con lettera in data 4 giugno 2010, sentenza n. 194 del 26 maggio - 4 giugno 2010 (doc. VII, n. 436), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, della legge della regione Molise 7 agosto 2009, n. 22 (Nuova disciplina degli insediamenti degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel territorio della regione Molise):
alla X Commissione permanente (Attività produttive);

con lettera in data 4 giugno 2010, sentenza n. 195 del 26 maggio 2010 - 4 giugno 2010 (doc. VII, n. 437), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della regione Lazio 16 aprile 2009, n. 14 (Disposizioni in materia di personale):
alle Commissioni permanenti I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro);

con lettera in data 4 giugno 2010, sentenza n. 196 del 26 maggio - 4 giugno 2010 (doc. VII, n. 438), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale, limitatamente alle parole «ai sensi dell'articolo 240, secondo comma, del codice penale», dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), come modificato dall'articolo 4, comma 1, lettera b), del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 24 luglio 2008, n. 125;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 200 e 236 del codice penale e dell'articolo 187, comma 1, ultimo periodo, del medesimo decreto legislativo n. 285 del 1992, nel testo novellato dall'articolo 4, comma 2, lettera b), del decreto-legge n. 92 del 2008, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 125 del 2008, sollevate - in riferimento agli articoli 3 e 117 della Costituzione - dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale ordinario di Lecce:
alla IX Commissione permanente (Trasporti).

Trasmissione dal ministro dell'interno.

II ministro dell'interno, con lettere del 25 maggio 2010, ha trasmesso due note relative all'attuazione data all'ordine del giorno PALADINI n. 9/2936-A/85, concernente la destinazione di risorse economiche al rinnovo contrattuale per il riordino delle carriere e per la previdenza delle forze di pubblica sicurezza, accolto dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, nonché, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno HOLZMANN ed altri n. 9/2936-A/208, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante l'ulteriore stanziamento di risorse per il riconoscimento della specificità del personale appartenente al comparto sicurezza-difesa.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera del 25 maggio 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno PISTELLI ed altri n. 91/1713/239, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 novembre 2008, concernente il ripristino delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo ed in particolare ad interventi nel Corno d'Africa.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissioni dal ministro per i rapporti con le regioni.

Il ministro per i rapporti con le regioni, con lettere del 25 e 26 maggio 2010, ha trasmesso due note relative all'attuazione data all'ordine del giorno CIMADORO ed altri n. 9/3146-A/34, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta dell'11 marzo 2010, concernente la definizione di un provvedimento organico e coerente in materia di enti locali, nonché, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno BRUGGER ed altri n. 9/3146-A/5, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 10 marzo 2010, riguardante ulteriori iniziative volte ad attribuire mera valenza statistica alla certificazione sul maggior gettito ICI accertato, per l'anno 2009, dai comuni delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera del 28 maggio 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno MECACCI ed altri n. 9/3210/4, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 24 febbraio 2010, concernente l'adozione di iniziative normative volte a modificare il procedimento di valutazione del personale militare non dirigente e non direttivo da parte delle Commissioni permanenti di avanzamento.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

II ministro per le politiche europee, con lettera in data 8 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sul documento n. 10380/10 - Relazione del Comitato dei rappresentanti permanenti sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione - Parte II degli orientamenti integrati di Europa 2020, che è assegnato in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro).
Con la medesima comunicazione, il Governo ha richiamato l'attenzione sulla relazione della Commissione - Quadro di valutazione degli aiuti di Stato - Relazione sui recenti sviluppi relativi agli aiuti concessi al settore finanziario in relazione alla crisi - Aggiornamento primavera 2010 (COM(2010)255 definitivo), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze) l'8 giugno 2010.

La Commissione europea, in data 9 giugno 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Relazione sull'applicazione da parte degli Stati membri della raccomandazione 2009/385/CE della Commissione (raccomandazione del 2009 sulla remunerazione degli amministratori) che integra le raccomandazioni 2004/913/CE e 2005/162/CE per quanto riguarda il regime concernente la remunerazione degli amministratori delle società quotate (COM(2010)285 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Relazione sull'applicazione da parte degli Stati membri dell'Unione europea della raccomandazione 2009/384/CE della Commissione sulle politiche retributive nel settore dei servizi finanziari (raccomandazione 2009 sulle politiche retributive nel settore dei servizi finanziari) (COM(2010)286 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di assistenza macrofinanziaria a favore della Repubblica moldova (COM(2010)302 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 10 giugno 2010.

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 3 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, comma 3, e 10 della legge 7 luglio 2009, n. 88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa (224).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 20 luglio 2010. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 30 giugno 2010.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 10 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, comma 3, e 33 della legge 7 luglio 2009, n. 88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, coordinamento del titolo VI del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, con altre disposizioni legislative in tema di trasparenza nonché revisione della disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi (225).
Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 20 luglio 2010. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 30 giugno 2010.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: FARINA COSCIONI ED ALTRI; ANGELA NAPOLI; LIVIA TURCO ED ALTRI; DI VIRGILIO E PALUMBO; MURA ED ALTRI; MINARDO ED ALTRI; DI PIETRO ED ALTRI; SCANDROGLIO ED ALTRI; ZAZZERA; DE POLI ED ALTRI: PRINCÌPI FONDAMENTALI IN MATERIA DI GOVERNO DELLE ATTIVITÀ CLINICHE PER UNA MAGGIORE EFFICIENZA E FUNZIONALITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE (A.C. 278-799-977-TER-1552-1942-2146-2355-2529-2693-2909-A)

A.C. 278-A - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti Livia Turco 1.33, Livia Turco 1.35, Occhiuto 2.6, Palagiano 2.11, Calgaro 2.31, Palagiano 2.13, Livia Turco 2.34, Calgaro 2.35, Palagiano 2.36, Palagiano 2.14, Livia Turco 2.38, Occhiuto 3.50, Binetti 3.33, Palagiano 3.13, Livia Turco 3.32, Palagiano 3.14, Nunzio Francesco Testa 3.5, Livia Turco 3.35, Palagiano 3.7, Lo Monte 3.30, Livia Turco 3.34, Binetti 3.41, Mura 3.10, Palagiano 3.9, Calgaro 3.36 e 3.37, Farina Coscioni 3.38, Palagiano 3.11, Livia Turco 3.40, Binetti 3.48, Calgaro 4.45, Livia Turco 4.32, Pedoto 4.33, Livia Turco 4.34, Livia Turco 4.35, Palagiano 4.16, Binetti 4.36, Calgaro 4.37, gli identici emendamenti Palagiano 4.17 e Lo Monte 4.30, Mura 4.22, Palagiano 4.38, Palagiano 4.18, Livia Turco 4.9 e 4.10, Palagiano 4.19 e 4.39, Mura 4.23, Palagiano 4.25, Binetti 4.40, Mura 4.27, Livia Turco 4.41, Palagiano 4.20, Calgaro 4.42, Mura 4.26, Palagiano 4.21, Pedoto 4.43, Palagiano 4.44, Livia Turco 4.02, Mura 4.03, Palagiano 6.3, Calgaro 9.44 e Farina Coscioni 11.031,

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

ULTERIORE PARERE DELLA I COMMISSIONE

PARERE CONTRARIO

sull'emendamento 4.45 Calgaro, contenuto nel fascicolo n. 2.

A.C. 278-A - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:

Sopprimere l'articolo 8.

Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti 1.31, 1.34, 2.6, 2.11, 3.10, 3.37, 3.44, 4.29, 5.35, 6.35, 7.30, 8.4, 8.33, 8.36, 8.37, 8.38, 9.31, 9.44, 9.46, 10.40, 11.31, 12.30, 12.31 e 12.32 e sugli articoli aggiuntivi 2.01, 2.030, 4.01, 4.03, 11.02 e 11.030, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti».

ULTERIORE PARERE DELLA V COMMISSIONE

NULLA OSTA

sull'emendamento 3.100;

PARERE CONTRARIO

sull'emendamento 5.100, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.

A.C. 278-A - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.
(Princìpi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche).

1. Il governo delle attività cliniche è disciplinato dalle regioni nel rispetto dei princìpi fondamentali di cui alla presente legge, nonché dei princìpi di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502.
2. Il governo delle attività cliniche delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di diritto pubblico, delle strutture sanitarie di cui all'articolo 4, comma 12, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, nonché delle aziende di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, è attuato con la partecipazione del Collegio di direzione di cui all'articolo 17 del citato decreto legislativo n. 502 del 1992, come da ultimo modificato dall'articolo 2 della presente legge. Nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, le regioni definiscono le soluzioni organizzative più adeguate per la presa in carico integrale dei bisogni socio-sanitari e per la continuità del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale.
3. Il governo delle attività cliniche garantisce, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il modello organizzativo idoneo a rispondere efficacemente alle esigenze degli utenti e dei professionisti del Servizio sanitario nazionale, attraverso l'integrazione degli aspetti clinico-assistenziali e di quelli gestionali relativi all'assistenza al cittadino, assicurando il miglioramento continuo della qualità e nel rispetto dei princìpi di equità e di universalità nell'accesso ai servizi.
4. Le strutture sanitarie individuate ai sensi del comma 2 erogano prestazioni nel rispetto di standard di qualità, in particolare per quanto attiene alla sicurezza, alla prevenzione e gestione dei rischi, alla tutela della riservatezza, alla corretta ed esaustiva informazione del paziente, come previsto dalla Carta europea dei diritti del malato, presentata a Bruxelles il 15 novembre 2002.
5. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alla attuazione delle finalità della presente legge ai sensi dei rispettivi statuti speciali e delle relative norme di attuazione.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DEL TESTO UNIFICATO

ART. 1.
(Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche).

Al comma 2, primo periodo, sopprimere le parole:, delle strutture sanitarie di cui all'articolo 4, comma 12, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni.
1. 30. Fucci.
(Approvato)

Al comma 2, secondo periodo, sopprimere le parole da: Nei limiti fino a: finanza pubblica,.
1. 31. Livia Turco, Lenzi, Miotto, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini.

Al comma 3, dopo le parole: principi di equità aggiungere le seguenti:, di appropriatezza.
1. 32. Farina Coscioni, Livia Turco, Lenzi, Miotto, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Grassi, Murer, Sarubbi, Sbrollini.
(Approvato)

Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: A tal fine le regioni prevedono il coinvolgimento dei comuni, attraverso la conferenza dei sindaci, nelle funzioni programmatorie.
1. 33. Livia Turco, Miotto, Lenzi, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini.
(Approvato)

Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le regioni promuovono altresì forme e strumenti di partecipazione democratica nella fase di programmazione delle politiche socio-sanitarie mediante il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei diritti.
1. 34. Livia Turco, Miotto, Lenzi, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini.
(Approvato)

Aggiungere, in fine, il seguente comma:
6. Fino alla data di entrata in vigore di ciascuna delle leggi regionali di recepimento della presente legge, ad esclusione dell'articolo 8 di competenza statale, continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nel decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e nella legge 3 agosto 2007, n. 120.
1. 35. Livia Turco, Lenzi, Miotto, Argentin, Bossa, Burtone, Bucchino, Farina Coscioni, Grassi, D'Incecco, Murer, Sarubbi, Sbrollini, Pedoto.

MOZIONI REGUZZONI, BERNARDO ED ALTRI N. 1-00375, LULLI ED ALTRI N. 1-00377, BORGHESI ED ALTRI N. 1-00378, MISITI ED ALTRI N. 1-00380 E VIETTI ED ALTRI N. 1-00382 CONCERNENTI IL RAFFORZAMENTO DEL CONTRASTO ALL'EVASIONE CONTRIBUTIVA E FISCALE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL SETTORE DEL COMMERCIO AMBULANTE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
l'attuale Governo ha posto tra gli obiettivi fondamentali della propria azione la lotta ad ogni forma di evasione ed elusione fiscale e, in questi due anni trascorsi dalle elezioni del 13 e del 14 aprile 2008, i risultati raggiunti testimoniano l'impegno profuso a tutti i livelli: i risultati del 2009 superano di gran lunga quelli raggiunti del 2008. Grazie, infatti, all'attività di contrasto all'evasione sono stati incassati 9,1 miliardi di euro, il 32 per cento in più rispetto all'anno precedente;
l'Inps, da parte sua, nel 2009 ha recuperato crediti per oltre 4 miliardi e mezzo di euro, con un incremento del 65,9 per cento rispetto al 2008; gran parte del recupero è avvenuto per via diretta amministrativa (2,8 miliardi di euro), mentre la restante quota di 1,8 miliardi di euro è stata frutto dell'attività dei concessionari;
alla luce dei brillanti risultati ottenuti nel 2009, per la prima volta Agenzia delle entrate, Equitalia e Inps hanno definito, nella primavera scorsa, obiettivi comuni per la lotta all'evasione; obiettivi che saranno raggiunti attraverso l'azione coordinata tra i tre enti a livello centrale, ma soprattutto attraverso un più efficace coordinamento a livello territoriale, senza la rivalità che spesso in passato ne aveva caratterizzato l'azione; l'obiettivo per il 2010 di 16,6 miliardi di euro significa un incremento di circa il 20 per cento rispetto ai risultati eccezionali conseguiti separatamente da Agenzia delle entrate (9,1 miliardi di euro) e Inps (4,6 miliardi di euro);
anche i dati del primo quadrimestre 2010 evidenziano come la lotta all'evasione contributiva da parte dell'Inps prosegua a ritmo serrato: l'importo dei crediti recuperati si attesta a 1,8 miliardi di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2009 del 20 per cento e rispetto al preventivo fissato per il 2010 del 9 per cento; sul fronte del contrasto al lavoro nero, condotto attraverso le attività di vigilanza degli ispettori Inps sul territorio, da gennaio ad aprile del 2010 sono state scovate quasi 23 mila posizioni irregolari (il 9 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2009), con oltre 360 milioni di contributi evasi accertati;
sicuramente è difficile stimare con sufficiente attendibilità il fenomeno dell'evasione in Italia, anche se l'Istat arriva a quantificare il valore aggiunto prodotto dall'area del sommerso economico nel 2006 al 16,9 per cento del prodotto interno lordo, equivalente a circa 250 miliardi di euro, e stima che la percentuale di lavoratori irregolari nel medesimo anno fosse del 12 per cento;
molti sono i settori nel mirino dell'attività di prevenzione e di contrasto all'evasione e spesso, a torto o a ragione, il comparto del commercio, fisso o ambulante, è oggetto di controlli e perquisizioni da parte della Guardia di finanza, dell'Inps e dell'Agenzia delle entrate;
questo Parlamento, tra i tanti provvedimenti adottati in tema di contrasto all'evasione, ha introdotto un ulteriore strumento per combattere il fenomeno: il documento unico di regolarità contributiva (durc), già obbligatorio per tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici, per i lavori privati soggetti al rilascio di concessione edilizia o alla dichiarazione di inizio attività per le attestazioni Soa (società organismo di attestazione), che ora può essere richiesto dalle regioni, nell'esercizio della potestà legislativa in tema di commercio, ai soggetti che richiedono l'autorizzazione all'esercizio del commercio su aree pubbliche;
il documento unico di regolarità contributiva, vista l'efficacia che ha avuto nel settore dell'edilizia e degli appalti pubblici, è sicuramente un valido strumento per combattere la crescente evasione contributiva nel settore del commercio ambulante; il fenomeno, già presente tra la componente italiana, si è diffuso a seguito della massiccia immigrazione marocchina, pakistana, senegalese e cinese e ha ingrossato le fila dei commercianti ambulanti;

impegna il Governo:

a promuovere la cultura del rispetto delle regole tra gli operatori economici, attraverso campagne di sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni di evasione ed elusione;
a favorire un rapporto fisco/contribuente più collaborativo, basato su un rapporto di reciproca fiducia, nel quale l'amministrazione finanziaria è al servizio del contribuente;
a proseguire l'azione di prevenzione, di controllo e di repressione del fenomeno dell'evasione fiscale e contributiva, rafforzando l'impegno profuso nella seconda parte del 2008 e per tutto il 2009;
a coordinare sul territorio tutti gli attori che concorrono al raggiungimento dell'obiettivo: Agenzia delle entrate, Inps, società concessionarie e Guardia di finanza, in modo da ottimizzare le risorse ed eliminare le sovrapposizioni tra enti;
a concentrare i propri sforzi nel prevenire e contrastare i fenomeni di evasione contributiva nel settore del commercio, in particolare tra gli ambulanti, favorendo l'introduzione della richiesta del documento unico di regolarità contributiva da parte degli organismi competenti (Inps, regioni e comuni) quale documento obbligatorio ai fini del permanere della licenza di commercio.
(1-00375)
«Reguzzoni, Bernardo, Pini, Montagnoli, Fugatti, Fogliato, Lussana, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Cota, Crosio, Dal Lago, D'Amico, Desiderati, Dozzo, Guido Dussin, Fava, Fedriga, Follegot, Forcolin, Gidoni, Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lanzarin, Maggioni, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rixi, Rondini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi, Ventucci, Pagano, Del Tenno, Germanà».
(3 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
l'evasione fiscale e contributiva in Italia è un fenomeno storicamente assai rilevante. Secondo stime dell'Istat, il valore aggiunto sommerso ammonta al 16 per cento del prodotto interno lordo;
l'Iva è uno dei tributi maggiormente interessati dal fenomeno. Nel 2009 (primi tre trimestri) i consumi interni si sono ridotti in valore del 2,3 per cento al confronto con il periodo corrispondente del 2008, ma il gettito Iva di competenza si è ridotto dell'8,4, molto più del valore dei consumi. Anche concentrandosi sull'Iva relativa agli scambi interni la riduzione è del 4,8 per cento. La conclusione è che il gettito Iva mancante è in parte attribuibile all'aumento del «sommerso», un fenomeno manifestatosi già nel corso del 2008, quando nel terzo trimestre dell'anno il gettito dell'Iva sugli scambi interni si è ridotto improvvisamente di circa 4 miliardi, non più recuperati nei mesi successivi;
anche il tema dell'evasione contributiva rappresenta tuttora un fattore di squilibrio e di alterazione della concorrenza, cui si è tentato di porre un argine mediante l'introduzione nel nostro ordinamento del documento di regolarità contributiva, operata dal decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, per il solo settore dell'edilizia, in attuazione della direttiva 92/57/CEE. In ragione del favorevole impatto che ha determinato per il sostegno alla sana competitività delle imprese regolari e per il contrasto all'economia sommersa, nonché al dumping dalla stessa provocata, nel 2003 è stato esteso a tutti i settori economici, al solo fine di accedere alle sovvenzioni e ai benefici comunitari, mentre, a far data dal 1o luglio 2007, grazie all'articolo 1, comma 1175, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007), tale strumento diviene indispensabile per tutte le attività e tutti i settori, al fine di godere dei «benefici normativi e contributivi previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale»;
il tentativo di estendere la portata del documento di regolarità contributiva e, in parte mutarne la natura, operata dall'articolo 11-bis del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, ha costituito, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, sin dal primo momento motivo di incertezza applicativa, oltre che indebita attribuzione normativa di competenze legislative regionali;
tale disposizione, successivamente smentita dal comma 12 dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191, tendeva, infatti, a subordinare il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di commercio ambulante alla preliminare presentazione da parte del richiedente del documento di regolarità contributiva. Pertanto, per questo specifico settore commerciale, il documento di regolarità contributiva non avrebbe dovuto rappresentare solamente la certificazione della regolarità contributiva ai fini dell'accesso a determinate provvidenze, ma, addirittura, il requisito per l'autorizzazione all'esercizio stesso dell'attività;
per di più, la norma non sembrava tener conto che nella gran parte dei casi, le vigenti disposizioni in materia di commercio su aree pubbliche prevedono che il titolare debba iniziare l'attività entro sei mesi dalla data di rilascio dell'autorizzazione e che un soggetto possa iscriversi alla camera di commercio, al registro delle imprese e, quindi, di conseguenza all'Inps e all'Inail, solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione amministrativa;
la giusta preoccupazione di ridurre il fenomeno dell'evasione fiscale e contributiva anche nel settore del commercio ambulante dovrà trovare nuove forme e sedi di coordinamento tra lo Stato e le regioni, anche attraverso il recupero del concetto di regolarità contributiva;
il comparto del commercio su aree pubbliche rappresenta storicamente una forma di vendita che, soprattutto nei periodi di forte crisi economica, costituisce una difesa per il reddito delle fasce più deboli della popolazione ed è comunque una valida alternativa alle più moderne forme di consumo;
le imprese del commercio su aree pubbliche iscritte al registro delle imprese nel 2009 erano 167 mila, il 21,6 per cento del totale degli esercizi al dettaglio, percentuale che sale al 40 per cento nel comparto abbigliamento, tessuti e calzature;
la quota di mercato del commercio ambulante sui consumi commercializzati è dell'11-12 per cento, con un giro d'affari complessivo che supera i 25 miliardi di euro;
negli ultimi anni il commercio su aree pubbliche ha subito una modificazione morfologica che ha mutato profondamente il tessuto dei mercati, in quanto ai commercianti tradizionali si sono aggiunti nuovi commercianti regolari, provenienti da altri Paesi;
un'ulteriore modificazione è dovuta, inoltre, al fatto che in prossimità e all'interno dei mercati stazionano numerosi venditori abusivi che propongono per lo più imitazioni di prodotti di moda, con marchi contraffatti: tale forma di abusivismo commerciale genera un volume di affari di oltre 8 miliardi di euro all'anno;
questi fenomeni, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno portato alla dequalificazione dei mercati, alla perdita di attrattività, ad un'offerta commerciale ripetitiva e, in definitiva, ad una perdita di valore e di avviamento commerciale;
per sfuggire a tale situazione si sono intensificate le libere iniziative che hanno portato e stanno portando ad una sovrapposizione fra mercati «regolari» e «mercati di qualità» promossi indistintamente da associazioni di categoria, consorzi, privati, amministrazioni comunali ed altri;
il problema della qualificazione e della qualità dei mercati esiste, ma deve essere affrontato rivedendo le attuali normative, che, da un lato, limitano gli interventi innovativi, dall'altro lasciano spazio ad un accavallarsi di iniziative estemporanee che non sempre vanno nel senso della qualità,

impegna il Governo:

a definire, in sede di conferenza Stato-regioni, l'applicazione di una disciplina omogenea su tutto il territorio nazionale in materia di contrasto all'evasione fiscale e contributiva nel settore del commercio ambulante, volta a valorizzare il documento di regolarità contributiva quale strumento di accertamento e prevenzione di pratiche distorsive nell'esercizio di tali attività;
a devolvere una quota delle risorse provenienti dalla lotta all'evasione fiscale nel settore al sostegno di iniziative degli enti locali, in accordo con le associazioni di categoria, finalizzate al rilancio del comparto, tramite l'ammodernamento e la riqualificazione degli attuali mercati, con l'istituzione di veri mercati di qualità caratterizzati da strutture di eccellenza e regole precise per gli operatori, prevedendo anche incentivi per gli operatori che acquistano moderne strutture e attrezzature di vendita.
(1-00377)
«Lulli, Scarpetti, Benamati, Colaninno, Fadda, Froner, Marchioni, Mastromauro, Peluffo, Portas, Quartiani, Sanga, Federico Testa, Vico, Zunino, Strizzolo».
(7 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
il commercio ambulante in Italia rappresenta una delle prerogative più tipiche della realtà commerciale italiana, una sorta di tratto distintivo che si incontra dal piccolo paese alla grande città. Per tradizione, la piazza è sempre stata luogo di notizie, incontro e socializzazione, prima ancora che luogo di approvvigionamento. Un tempo il giorno di mercato era innanzitutto un evento e questo gli ha permesso di diffondersi in maniera capillare lungo tutta la nazione, diventando un marchio di fabbrica;
spesso il commercio ambulante viene scambiato con altre forme che, in realtà, non hanno nulla a che fare con esso. Se quello «legale» è svolto da operatori autorizzati, regolari e affidabili, il secondo viene generalmente condotto da soggetti sprovvisti di autorizzazione, sovente extracomunitari, che portano sui mercati firme contraffatte, specie nel settore delle borse, dell'abbigliamento e degli accessori;
ogni regione ha una propria legge che regolamenta il commercio ambulante e sono i singoli comuni a stabilire spazi, orari, giornate di lavoro, eventuali recuperi in caso di soppressioni straordinarie, fiere o manifestazioni in aggiunta alla normale programmazione;
l'articolo 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, ha esteso la disciplina del documento unico di regolarità contributiva agli imprenditori commerciali che vendono in mercati, fiere e piazze o come ambulanti;
il predetto articolo 11-bis, nel modificare l'articolo 28 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, disponeva che l'autorizzazione all'esercizio dell'attività di commercio sulle aree pubbliche era soggetta alla presentazione da parte del richiedente del documento unico di regolarità contributiva e che, entro il 31 gennaio di ciascun anno successivo a quello del rilascio dell'autorizzazione, il comune, avvalendosi anche della collaborazione gratuita delle associazioni di categoria riconosciute dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, verificasse la sussistenza del documento e prevedesse la revoca dell'autorizzazione per l'esercizio sulle aree pubbliche nel caso di mancata presentazione iniziale e annuale del documento unico di regolarità contributiva;
la potestà legislativa in materia (autorizzazioni all'esercizio di attività commerciali su aree pubbliche) spetta alle regioni; pertanto, quanto stabilito dal decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, è da considerarsi norma di indirizzo nei confronti degli enti territoriali, non un adempimento immediatamente operativo. Il nuovo vincolo può essere imposto solo da una legge regionale;
l'allora ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, infatti, con nota del 12 ottobre 2009, aveva precisato che, poiché la normativa in tema di autorizzazioni commerciali è di competenza delle regioni, il nuovo obbligo del documento unico di regolarità contributiva necessita di essere disciplinato da una legge regionale;
la nuova disciplina prevista, invece, dall'articolo 2, comma 12, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), ha innovato radicalmente le recenti norme in materia di documento unico di regolarità contributiva in caso di esercizio dell'attività commerciale sulle aree pubbliche introdotte dall'articolo 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, e prevede che le regioni, nell'esercizio della potestà normativa in materia di disciplina delle attività economiche, possono stabilire che l'autorizzazione all'esercizio su aree pubbliche sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente del documento unico di regolarità contributiva e che in tal caso possono essere stabilite le modalità attraverso le quali i comuni sono chiamati al compimento di attività di verifica della sussistenza regolarità della predetta documentazione;
il citato articolo 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009 rendeva la presentazione del documento unico di regolarità contributiva obbligatoria in ogni caso, mentre la nuova disciplina conferisce alle regioni la facoltà di assoggettare o meno il rilascio delle autorizzazioni per l'esercizio sulle aree pubbliche alla presentazione del documento unico di regolarità contributiva;
ma il problema dell'evasione trascende sia l'aspetto contributivo che lo specifico settore del commercio ambulante;
l'attuale Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha di fatto reso più facile il compito agli evasori, riducendo l'azione di contrasto che era stata avviata dal Governo precedente;
questo Governo, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha rimosso in nome della semplificazione gli strumenti che potevano permettere di ottenere, per via telematica, informazioni utili ai fini del controllo,

impegna il Governo:

ad adottare ogni iniziativa di competenza, affinché sia dato seguito a quanto previsto dall'articolo 2, comma 12, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), in maniera tale che il documento unico di regolarità contributiva sia uno strumento obbligatorio per la concessione di tale attività;
a sollecitare le amministrazioni competenti ad intensificare i controlli sulla regolarità fiscale e contributiva del commercio ambulante;
a sostenere sia il diritto dei consumatori alla salute, sia quello dei produttori europei alla tutela dalle frodi commerciali, specialmente per i prodotti contraffatti o contenenti sostanze nocive per la salute, anche attraverso il rafforzamento dei controlli alle frontiere;
a prevedere che gli organi di controllo governativi (ispettorato, Guardia di finanza) verifichino il regolare adempimento degli obblighi contributivi e fiscali.
(1-00378)
«Borghesi, Evangelisti, Messina, Cimadoro, Barbato».
(7 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
nel solo 2009 l'Inps ha recuperato crediti per oltre 4 miliardi di euro, con un incremento pari al 65,9 per cento rispetto al 2008; gran parte del recupero è avvenuto per via diretta amministrativa (2,8 miliardi di euro), mentre la restante quota di 1,8 miliardi di euro è frutto dell'attività dei concessionari;
sulla base dei risultati ottenuti nel 2009, per la prima volta Agenzia delle entrate, Equitalia e Inps hanno definito, nella primavera 2010, obiettivi comuni per la lotta all'evasione, soprattutto attraverso un più efficace coordinamento a livello territoriale, senza la rivalità che spesso in passato ha reso la loro azione meno incisiva del dovuto;
i dati del primo quadrimestre 2010 segnalano come la lotta all'evasione contributiva da parte dell'Inps prosegua con significativi risultati: i crediti recuperati vedono un incremento rispetto allo stesso periodo del 2009 del 20 per cento;
sul fronte del contrasto al lavoro nero, condotto attraverso l'efficace attività di vigilanza degli ispettori Inps sul territorio, in soli 4 mesi sono state individuate circa 23 mila posizioni irregolari, con l'accertamento di oltre 360 milioni di contributi evasi;
il fenomeno dell'evasione in Italia è quantificato dall'Istat in un valore aggiunto prodotto dall'area del sommerso economico nel 2006 pari al 16,9 per cento del prodotto interno lordo, che equivale a circa 250 miliardi di euro, mentre la percentuale di lavoratori irregolari è stimata al 12 per cento;
nell'ambito del contrasto all'evasione contributiva e fiscale il comparto del commercio, fisso o ambulante, è, in particolare, oggetto di controlli e perquisizioni da parte della Guardia di finanza, dell'Inps e dell'Agenzia delle entrate;
il Parlamento ha introdotto un ulteriore strumento per combattere il fenomeno: il documento unico di regolarità contributiva, già obbligatorio per tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici, per i lavori privati soggetti al rilascio di concessione edilizia o alla dichiarazione di inizio attività per le attestazioni Soa (società organismo di attestazione), che ora può essere richiesto dalle regioni, nell'esercizio della potestà legislativa in tema di commercio, ai soggetti che richiedono l'autorizzazione all'esercizio del commercio su aree pubbliche; tale documento ha dimostrato la sua efficacia nel settore dell'edilizia e degli appalti pubblici e può diventare un valido strumento per combattere la crescente evasione contributiva nel settore del commercio ambulante,

impegna il Governo:

ad avviare efficaci campagne di sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni di evasione ed elusione, favorendo contestualmente il miglioramento dei rapporti tra il fisco e i contribuenti, in modo che l'amministrazione finanziaria si renda sempre più efficiente ed efficace al servizio del contribuente, proseguendo ed intensificando l'azione di prevenzione, controllo e repressione del fenomeno dell'evasione fiscale e contributiva;
a dare ulteriore sviluppo ai controlli delle aziende che producono merci per il commercio ambulante, alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di evasione contributiva nel commercio e, in tale ambito, tra gli ambulanti, attraverso l'introduzione della richiesta del documento unico di regolarità contributiva da parte degli organismi competenti (Inps, regioni e comuni), quale documento obbligatorio ai fini del permanere o per l'ottenimento della licenza di commercio;
ad aprire un confronto in sede di Conferenza unificata, con regioni, comuni e province, per l'introduzione del documento unico di regolarità contributiva e per favorire, creando le condizioni per l'abbandono o la riduzione da parte degli ambulanti abusivi di modalità di esercizio legate all'evasione contributiva e fiscale, il ritorno alla legalità attraverso l'adesione al documento unico di regolarità contributiva.
(1-00380)
«Misiti, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».
(7 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
nel corso del biennio trascorso si è registrato un calo del gettito Iva, in parte imputabile ad una diminuzione dei consumi indotto dalla crisi economica, in parte attribuibile ad un'impennata dell'evasione fiscale;
il valore raggiunto dall'evasione fiscale e contributiva, secondo alcune stime, avrebbe toccato il 16 per cento del prodotto interno lordo, una cifra non più tollerabile che rappresenta un freno allo sviluppo del Paese;
uno degli strumenti impiegati per contrastare il fenomeno del sommerso, sia fiscale che contributivo, è senza dubbio il documento unico di regolarità contributiva, il cui compito è quello di attestare la regolarità negli adempimenti dei contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, rispetto a Inps, Inail e Cassa edile, per tutti gli appalti pubblici e gli appalti privati soggetti a titolo edilizio espresso;
oltre a combattere l'evasione fiscale e contributiva, la tenuta del documento unico di regolarità contributiva contribuisce al rispetto delle norme sulla sicurezza nei cantieri, a garantire una concorrenza leale e, non ultimo aspetto, alla semplificazione amministrativa;
con una norma del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, successivamente soppressa dalla legge finanziaria per il 2010, si era tentato di imporre anche a chi volesse vendere in mercati, fiere e piazze o come ambulante, l'obbligo del possesso del documento unico di regolarità contributiva per ottenere il necessario via libera all'attività dal comune;
sono oltre 162.000 le imprese attive nel commercio ambulante e su aree pubbliche, di cui il 16 per cento a conduzione femminile e il 33 per cento a titolarità extracomunitaria, per un totale di 350.000 addetti, fra titolari, collaboratori familiari e personale dipendente, con un ulteriore indotto di altre 100.000 unità;
secondo la stima più recente, sarebbe di 25-26 miliardi di euro la cifra d'affari di mercati fissi e itineranti, chioschi e fiere e 24 milioni i consumatori che vi si recano una volta a settimana e vi effettuano almeno un acquisto;
la regione Lombardia, con legge, ha introdotto alcuni nuovi obblighi per i comuni e per gli operatori commerciali su area pubblica, rendendo necessaria l'adozione di un apposito documento denominato «carta di esercizio» e corredato da «attestazione di verifica annuale», il tutto per contrastare il dilagante fenomeno dell'abusivismo e dell'irregolare esercizio dell'attività commerciale su area pubblica, tenuto conto dell'attuale impianto normativo generale e delle varie competenze amministrative;
la carta di esercizio è un documento identificativo dell'operatore, all'interno della quale sono segnalate tutte le autorizzazioni e le concessioni in possesso dello stesso, nonché, riportati tutti i dati riferiti all'impresa: partita Iva, sede, iscrizione al registro esercenti per il commercio (rec) ed altri;
allegata a tale documento è prevista l'attestazione annuale che certifica la regolarità dell'operatore con tutti gli adempimenti previsti dalle attuali normative amministrative, fiscali, previdenziali ed assistenziali. Tale documento deve essere annualmente rinnovato;
entrambi i documenti nascono dalla necessità di dare forza alla lotta all'abusivismo, senza facili slogan, mettendo nelle condizioni più favorevoli gli organi preposti alla vigilanza delle aree pubbliche, per identificare rapidamente gli operatori in regola rispetto a quelli che, per un motivo o per l'altro, non lo sono,

impegna il Governo:

a promuovere, in sede di Conferenza Stato-regioni, l'adozione di strumenti uguali o analoghi a quelli introdotti dalla regione Lombardia, finalizzati al contrasto del fenomeno dell'evasione fiscale e contributiva e dell'abusivismo nel settore del commercio ambulante;
a rafforzare i controlli, diretti ed incrociati, da parte degli organi preposti alla riscossione dei tributi, soprattutto mediante la verifica degli avvenuti pagamenti e l'applicazione delle sanzioni amministrative ed accessorie previste dalla normativa vigente.
(1-00382)
«Vietti, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ruggeri, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Libè, Galletti, Occhiuto, Mereu, Ciocchetti, Rao».
(7 giugno 2010)

MOZIONI BONIVER, REGUZZONI ED ALTRI N. 1-00338, MECACCI ED ALTRI N. 1-00344, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-00376, MISITI ED ALTRI N. 1-00379, TEMPESTINI ED ALTRI N. 1-00381 E VIETTI ED ALTRI N. 1-00383 CONCERNENTI INIZIATIVE PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI A CUBA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI DISSIDENTI POLITICI E AI DETENUTI PER REATI DI OPINIONE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il 23 febbraio 2010 il detenuto Orlando Zapata Tamayo è morto all'ospedale dell'Avana, dove era stato ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame. Zapata, un operaio dissidente di 44 anni, aveva iniziato lo sciopero della fame il 3 dicembre 2009 per protestare contro gli abusi che ha subito nel carcere di Camaguey; faceva parte di un gruppo di 75 dissidenti detenuti a Cuba dal 2003 ed era stato condannato a 36 anni per diversi reati, fra cui «vilipendio della figura del Comandante» Fidel Castro;
la famiglia di Zapata e le associazioni per i diritti umani hanno accusato il Governo cubano della morte del dissidente, che è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva quando la sua situazione clinica era ormai irrimediabilmente compromessa. Il Presidente cubano Raul Castro si è detto dispiaciuto della morte di Zapata, negando che a Cuba ci siano torture e maltrattamenti di detenuti;
appare, invece, certo che a Cuba ci sarebbero circa 200 prigionieri politici, che le autorità cubane ritengono essere «mercenari» al soldo dagli Stati Uniti e che sono oggetto di un trattamento carcerario particolarmente duro;
dopo la morte di Zapata, la situazione dei dissidenti politici a Cuba è diventata oltremodo difficile, se non tragica. Quattro detenuti del carcere di alta sicurezza di Kilo Cinco y Medio nella provincia di Pinar del Rio (Diosdado Gonzalez Marrero, Eduardo Diaz Freitas, Fidel Suarez Cruz e Nelson Molinet) hanno cominciato lo sciopero della fame per protestare contro le autorità ritenute responsabili della morte dell'operaio Zapata. Un altro dissidente, Elizardo Sanchez, capo di un'associazione indipendente per i diritti umani, ha dichiarato in questi giorni che rifiuterà il cibo solido ed anche il giornalista-attivista Guillermo Farinas ha annunciato di aver cominciato uno sciopero della fame e della sete nella sua abitazione di Santa Clara;
sul caso, il primo nel suo genere specifico negli ultimi 38 anni a Cuba, Washington e Bruxelles hanno lanciato un appello per la liberazione di tutti i detenuti politici cubani, senza ottenere risultati pratici;
evidentemente il passaggio dei poteri tra Fidel Castro e suo fratello non ha attenuato per nulla la durezza del dispotico regime comunista, come invece era stato annunciato alla comunità internazionale da Raul Castro, accendendo delle speranze che purtroppo si stanno rivelando, alla prova dei fatti, del tutto vane,

impegna il Governo:

ad adoperarsi, sia nell'ambito dei rapporti bilaterali, sia nelle sedi internazionali, con particolare riferimento all'Onu ed all'Unione europea, affinché siano esercitate le più opportune ed efficaci pressioni possibili per ottenere la fine delle persecuzioni e dei maltrattamenti da parte del regime comunista cubano nei confronti dei dissidenti politici e dei detenuti per reati di opinione e che il loro trattamento sia reso meno disumano e rispettoso del principio fondamentale di civiltà dell'habeas corpus.
(1-00338)
«Boniver, Reguzzoni, Pianetta, Santelli, Garagnani, Calderisi, Bertolini, Biancofiore, Picchi, Polidori, Benamati, Cazzola».
(4 marzo 2010)

La Camera,
premesso che:
Cuba è una Repubblica socialista retta da un sistema di governo autoritario, che impedisce la competizione politica democratica tra partiti e candidati plurali;
Cuba ha da febbraio 2009 come Capo di stato e di governo il generale Raul Modesto Castro Ruz, fratello del lider maximo Fidel Castro;
il sistema politico e di Governo attuale a Cuba è la conseguenza della rivoluzione castrista che ha portato alla destituzione di Fulgenzio Batista nel 1959;
ad oggi il Paese mantiene la pena di morte, pur non effettuando esecuzioni dall'aprile 2003;
la libertà di espressione è limitata, con tutti i principali mezzi di comunicazione di massa sotto fermo controllo da parte dello Stato;
il sistema giudiziario e i suoi membri sono eletti dall'Assemblea nazionale, ossia tribunali e procuratori sono sotto il controllo governativo e, come ha riportato Amnesty international, il sistema giudiziario ha continuato ad essere usato come arma per intimidire i dissidenti politici;
come ha dichiarato Amnesty international, nel rapporto annuale 2009 su Cuba, le restrizioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione sono molto severe e sistematiche. Giornalisti e dissidenti politici sono di continuo oggetto di vessazioni e maltrattamenti da parte di agenti di sicurezza;
in questo contesto di repressione è emerso il caso del dissidente cubano Orlando Zapata Tamayo. Infatti, il 23 febbraio 2010, come hanno riportato le principali testate giornalistiche italiane, tra cui Il Corriere della Sera, è morto il dissidente cubano Orlando Zapata Tamayo;
Zapata è il primo detenuto politico che muore per sciopero della fame a Cuba dal 1972;
il dissidente cubano, 42 anni, è morto all'ospedale dell'Avana, dove era ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame, iniziativa non violenta con la quale intendeva denunciare le pessime condizioni detentive in cui si trovava da molti anni;
Zapata, infatti, era stato arrestato nel corso della massiccia repressione del 18 marzo 2003 - nota come «Primavera nera» - insieme a un gruppo di 75 attivisti democratici, intellettuali e sindacalisti (ad oggi 20 di loro sono stati rilasciati per ragioni di salute) ed era stato condannato a 36 anni di detenzione per diversi reati, fra cui «vilipendio di Fidel Castro»;
il Presidente Raùl Castro si è detto dispiaciuto di fronte a tale evento, dichiarando che il decesso è «il risultato dei rapporti con gli Stati Uniti e del loro comportamento» e che «a Cuba non ci sono torturati, non ci sono stati torturati, non c'e stata alcuna esecuzione e queste cose succedono alla base di Guantanamo»;
di opposto tenore sono invece le dichiarazioni sia del Direttorio democratico cubano di Miami, secondo cui Zapata «è stato assassinato dal regime castrista che gli ha negato i diritti più elementari», sia di Oswaldo Paya, leader del Movimento cristiano di liberazione, che ha aggiunto che Zapata è morto per difendere «la libertà, i diritti e la dignità di tutti i cubani»;
come ha, inoltre, affermato il portavoce della Commissione cubana per i diritti e la riconciliazione nazionale, sono almeno 126 le persone che sono state fermate a Cuba dopo la morte di Zapata, tra le quali la blogger Yoani Sanchez, famosa per le critiche mosse al Governo cubano, mentre 30 sono le persone arrestate alla vigilia del funerale del dissidente cubano;
4 marzo 2010 a Yoani Sanchez è stato negato il permesso di uscire dal Paese per andare a un congresso internazionale in Cile. Tale negazione è un'altra arma usata dal Governo nei confronti delle persone che protestano contro il regime;
dalle pagine de la Repubblica si è avuta anche notizia, il 4 marzo 2010, che Guillermo Farinas, 48 anni, giornalista e dissidente cubano ha da circa una settimana, a seguito della morte di Zapata, ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere la liberazione di 26 detenuti politici in gravi condizioni di salute;
Guillermo Farinas è stato ricoverato il 3 marzo 2010 in gravi condizioni all'ospedale di Santa Clara, dopo aver sofferto uno shock ipoglicemico ed essere rimasto incosciente;
in un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais Farinas ha dichiarato: «sono determinato a proseguire nella protesta e pronto ad andare fino al martirio»;
secondo quanto ha riportato Amnesty international, la situazione del rispetto dei diritti umani a Cuba è tale che:
a) a oggi ci sono 58 prigionieri di coscienza, di cui 55 facenti parte del gruppo dei 75 che insieme a Zapata sono stati arrestati nel 2003, e la maggior parte di loro è stata giudicata colpevole di reati come «aver agito contro l'indipendenza dello Stato», di aver ricevuto fondi e/o materiale dal Governo degli Usa, con l'obiettivo di svolgere attività valutate sovversive e dannose; di aver pubblicato articoli o interviste su mezzi d'informazione finanziati dagli Usa, oppure aver avuto contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani, con gruppi e singole persone ritenute ostili al Governo dell'Avana;
b) le accuse mosse agli arrestati, come nel caso di Zapata, concernono reati per i quali il codice penale cubano prevede pene più severe, come la violazione dell'articolo 91 del codice penale (esso prevede condanne da dieci a venti anni o la pena di morte per chiunque «nell'interesse di uno Stato straniero, abbia compiuto atti finalizzati alla messa in pericolo dell'indipendenza dello Stato cubano o della sua integrità territoriale»), la legge 88 (essa prevede lunghi periodi di detenzione per chi sia trovato colpevole di sostenere la politica degli Stati Uniti, volta a «scardinare l'ordine interno, destabilizzare il Paese e distruggere lo Stato socialista e l'indipendenza di Cuba») o entrambi;
c) lo stesso diritto dei dissidenti ad avere una difesa indipendente è negato dal fatto che gli avvocati sono nominati dal Governo cubano e potrebbero, quindi, esitare a sfidare i procuratori o rigettare le prove prodotte dai servizi d'intelligence dello Stato;
d) le condizioni di prigionia sono disumane: le celle sono molto piccole (un metro per due), senza bagno né mobilio; sono prive di acqua potabile, spesso infestate da ratti, topi e blatte; i prigionieri non sono autorizzati a uscire, a ricevere visite, a fare esercizio fisico e in alcuni casi non possono coprirsi con indumenti, né avere coperte e lenzuola. Sono riportate, inoltre, notizie di consueti maltrattamenti per opera di guardie carcerarie;
vi sono, inoltre, casi di detenuti che stanno subendo condizioni detentive analoghe a quelle di Zapata, quali, ad esempio:
a) Marcelo Cano Rodriguez, oppositore politico e difensore dei diritti umani. È stato arrestato a Las Tunas il 25 marzo 2003, mentre stava indagando sull'arresto di un altro dissidente, Jorge Luis Garda Paneque. È stato condannato a 18 anni per aver visitato prigionieri e incontrato le loro famiglie per conto della Commissione cubana dei diritti umani e la riconciliazione nazionale e aver tenuto rapporti con l'organizzazione internazionale Medici senza frontiere. È ora detenuto nel carcere Ariza di Cienfuegos, a 250 chilometri di distanza dal suo domicilio nella capitale L'Avana, cosa che rende difficili le visite dei familiari;
b) Victor Rolando Arroyo Carmona, un bibliotecario indipendente e vicepresidente dell'organizzazione Forum per la riforma. È stato arrestato il 18 marzo 2003 e condannato, neanche tre settimane dopo, a 26 anni di carcere. Secondo il capo d'accusa, aveva costituito una biblioteca contenente oltre 6000 volumi di carattere «reazionario», aveva collaborato con agenzie di stampa non accreditate presso il Governo cubano e aveva vinto il premio «Hellman/Hammet» di Human rights watch. Si trova nella prigione «Cuba» Sì nella provincia di Holguìn;
c) Darsi Ferrer, direttore del Centro per la salute e i diritti umani Juan Bruno Zayas, arrestato nel luglio 2009 con la falsa accusa di aver ricevuto beni ottenuti illegalmente: imputazione che normalmente è conciliata con il pagamento di una cauzione, mentre Ferrer è stato sottoposto a processo e si trova in una prigione di massima sicurezza, riservata ai condannati per reati violenti;
Cuba ha solo firmato, ma non ancora ratificato, l'accordo internazionale sui diritti civili e politici, che garantisce la libertà di espressione, riunione e associazione; non applica i principi delle Nazioni Unite per la tutela di tutte le persone soggette a qualsiasi forma di detenzione o carcerazione e gli standard internazionali per il trattamento dei prigionieri, la cui applicazione garantirebbe a tutti i detenuti un giusto processo e il diritto ad avere un avvocato difensore;
a seguito delle conclusioni del Consiglio del giugno 2008, Cuba e l'Unione europea hanno ufficialmente ripreso il dialogo con l'obiettivo di discutere tutta una serie di potenziali settori di cooperazione, tra i quali anche i diritti umani;
dal 2003 fino a tale decisione del 2008 l'Unione europea aveva imposto sanzioni in seguito all'arresto il 18 marzo 2003 di 75 prigionieri di coscienza, tra i quali anche Zapata;
le conclusioni del Consiglio del giugno 2009 hanno ribadito la scelta del dialogo con Cuba, decidendo di includere anche la questione dei prigionieri politici e di prevedere «se del caso, le visite ad alto livello comprenderanno incontri con l'opposizione democratica pacifica» e sarà nel giugno 2010 che il Consiglio valuterà il futuro di tale dialogo;
la politica di embargo commerciale nei confronti di Cuba da parte degli Stati Uniti è oggetto di una riflessione e di una revisione da parte dell'amministrazione Obama: tale politica si è rivelata inadeguata rispetto ai suoi obiettivi;
nelle settimane scorse, a seguito dell'iniziativa non violenta in corso di Farinas, vi è stato il primo incontro tra il cardinale Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana, e Raul Castro, nel corso del quale sono state anche discusse le richieste di Farinas di liberazione dei detenuti politici che sono in cattive condizioni di salute;
dopo tale incontro, alcuni detenuti sono stati trasferiti in carceri più vicine alle famiglie e il commento di Farinas e di altri dissidenti cubani è stato di un fatto positivo, ma non ancora sufficiente,

impegna il Governo:

affinché nelle sedi internazionali, a partire dall'Unione europea, in particolare in vista delle decisioni del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2010, assuma una posizione che chieda, in parallelo al dialogo per il rafforzamento delle relazioni economiche e politiche con Cuba, un maggiore rispetto delle norme di diritto internazionale in materia di diritti umani, a partire dalla liberazione dei prigionieri di coscienza attualmente detenuti a Cuba, e che preveda contatti diretti delle autorità politiche dei Paesi europei con l'opposizione democratica pacifica;
in vista del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2010 e in assenza di ulteriori atti concreti di miglioramento della condizione dei detenuti politici cubani, a partire dalla liberazione dei detenuti affetti da malattie, a chiedere che l'Unione europea assuma sanzioni economiche individuali e restrizioni nella concessione dei visti agli esponenti del Governo cubano responsabili di violazioni;
a chiedere che l'Unione europea si consulti con l'amministrazione americana per arrivare alla rimozione dell'embargo commerciale nei confronti di Cuba da parte degli Stati Uniti, sulla base del dibattito che finalmente si è aperto negli Usa su questa misura;
a chiedere al Governo cubano di revocare la legge 88 e normative simili che favoriscono l'arresto di prigionieri di coscienza e restringono illegalmente l'esercizio delle libertà fondamentali;
a chiedere in ogni contatto bilaterale dei Paesi membri dell'Unione europea con il Governo cubano la liberazione dei detenuti politici, a partire da quelli in gravi condizioni di salute e che rischiano la vita;
a chiedere che il Governo cubano autorizzi la Croce rossa internazionale a visitare i detenuti a Cuba;
a prevedere che in occasione della Festa della Repubblica italiana, ogni 2 giugno, l'ambasciata italiana a Cuba inviti alle celebrazioni ufficiali, oltre alle autorità cubane, anche gli esponenti della società civile, dei sindacati autonomi e del mondo intellettuale indipendente cubano.
(1-00344)
(Nuova formulazione) «Mecacci, Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Ferrari, Colombo, Sarubbi, Laratta, Baretta, Fiano, Barbi».
(11 marzo 2010)

La Camera,
premesso che:
il Governo degli Stati Uniti continua ad applicare con rigore il blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba quasi 50 anni fa, malgrado nel 2009 sia stata adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite un'ennesima risoluzione dal titolo eloquente: «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba», che ha raccolto 187 voti a favore - due in più della precedente - e 3 contrari (Stati Uniti, Israele e Palau), nel senso della rimozione di questo pesante embargo;
l'embargo appare ormai come l'espressione di una politica che sta provocando gravi conseguenze sulle condizioni di vita nell'isola cubana e che, tuttavia, non ha determinato un cambiamento decisivo delle politiche del regime cubano, né una sua vera crisi; inoltre, è una decisione contro la quale ormai si esprimono tutti i sondaggi di opinione nordamericani;
da molti anni il Governo di Cuba esprime la sua disponibilità alla normalizzazione dei rapporti con il Governo degli Stati Uniti, cercando di coinvolgerlo in un eventuale processo di dialogo diretto a migliorare i rapporti, previa rimozione del blocco economico, commerciale e finanziario e la cancellazione di Cuba dalla lista dei Paesi terroristi;
stando a quanto affermato da Ricardo Alarcon, Presidente del Parlamento cubano, nel mese di aprile 2010, è stato chiesto al Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, di revocare «per un anno» l'embargo commerciale, «per vedere se a chi veramente giova una misura punitiva del genere, per capire se l'embargo giochi a nostro o non piuttosto a loro favore»;
altro fronte aperto è quello relativo alla liberazione dei detenuti politici presenti nelle carceri dell'isola caraibica e al rispetto delle norme di diritto internazionale in materia di diritti umani e su questo punto il dissidente cubano Guillermo Farinas ha dichiarato che interromperà lo sciopero della fame, che ha cominciato il 24 febbraio 2010, se il Governo libererà subito i dodici detenuti politici in gravi condizioni con l'accordo di liberare anche tutti gli altri che hanno problemi di salute;
in questa direzione sembrano esserci «speranze e prospettive», secondo il cardinale cubano Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana, dopo il recente incontro tra il Presidente Raul Castro e i vertici della chiesa cattolica nazionale che ha comportato, a quanto si apprende da recenti notizie di agenzie stampa, il via al trasferimento dei prigionieri politici in luoghi di reclusione più prossimi alle loro famiglie, ritenuta dai commentatori internazionali una «svolta» importante unitamente alla concessione alle damas de blanco (madri e parenti degli oppositori) del permesso di manifestare;
il Governo cubano non nasconde di cercare contatti con la diplomazia vaticana, assai attiva e ascoltata in tema di diritti umani, riconoscendo alla stessa il ruolo di interlocutore privilegiato della società civile, e, infatti, a metà giugno 2010 giungerà a Cuba il «ministro degli esteri» del Vaticano, monsignor Dominique Mamberti, che affronterà proprio temi di natura sociale;
in questo contesto non si può dimenticare che rimane ancora in fieri la liberazione dei cinque detenuti cubani che da undici anni si trovano in regime carcerario negli Usa come conseguenza di un processo a molti apparso senza adeguate garanzie di difesa; tra l'altro, da una notizia del 13 ottobre 2009 pubblicata sul New York Times, si è appreso che il giudice competente ha ridotto la pena prevista dalla sentenza a uno dei cinque cubani, mentre un tribunale d'appello nel 2009 aveva annullato le sentenze a tre di questi ultimi, affermando che il castigo imposto era stato troppo severo,

impegna il Governo:

a sostenere, nelle opportune sedi e con il coordinamento dell'Unione europea, la ricerca di nuove strade per il superamento del confronto ideologico con Cuba che ancora non consente di accogliere la richiesta pressante che la comunità internazionale ha espresso in seno all'Onu in tutti questi anni affinché sia decretata la fine dell'embargo, ormai anacronistico, che è sempre più considerato un ostacolo ai cambiamenti che gli stessi cubani auspicano, ma non dettati da agende internazionali;
a sostenere con forza e convinzione gli sforzi derivanti dalla mediazione della Chiesa cattolica, in favore di un dialogo con il Governo cubano a testimonianza dell'apertura di un credito politico reciproco che nel frattempo ha portato anche verso la significativa «svolta» sopra citata, «foriera di futuri sviluppi e passi avanti», secondo il cardinale Garcia.
(1-00376)
«Evangelisti, Leoluca Orlando, Di Stanislao».
(3 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
il 23 febbraio 2010 il detenuto Orlando Zapata Tamayo, un operaio dissidente di 44 anni, è morto all'ospedale dell'Avana, dove era stato ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame: Orlando Zapata aveva iniziato lo sciopero della fame il 3 dicembre 2009 per protestare contro gli abusi che aveva subito nel carcere di Camaguey ed era stato condannato a 36 anni per diversi reati, fra cui «vilipendio della figura del Comandante» Fidel Castro;
la famiglia di Zapata e le associazioni per i diritti umani hanno accusato il Governo cubano della morte del dissidente, che è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva quando la sua situazione clinica era ormai irrimediabilmente compromessa;
dopo la morte di Zapata, la situazione dei dissidenti politici a Cuba è diventata oltremodo difficile, se non tragica. Quattro detenuti del carcere di alta sicurezza di Kilo Cinco y Medio nella provincia di Pinar del Rio (Diosdado Gonzalez Marrero, Eduardo Diaz Freitas, Fidel Suarez Cruz e Nelson Molinet) hanno cominciato lo sciopero della fame per protestare contro le autorità ritenute responsabili della morte dell'operaio Zapata;
Amnesty international, nel rapporto annuale 2009 su Cuba, ha denunciato che le restrizioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione sono molto severe e sistematiche e che i dissidenti politici sono di continuo oggetto di vessazioni e maltrattamenti da parte di agenti di sicurezza;
sempre secondo Amnesty international, a Cuba ci sono 58 prigionieri di coscienza, di cui 55 facenti parte del gruppo dei 75 che insieme a Zapata sono stati arrestati nel 2003: la maggior parte di loro è stata giudicata colpevole di reati come «aver agito contro l'indipendenza dello Stato», di aver ricevuto fondi e/o materiale dal Governo degli Usa, con l'obiettivo di svolgere attività valutate sovversive e dannose, di aver pubblicato articoli o interviste su mezzi d'informazione finanziati dagli Usa, oppure di aver avuto contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani, con gruppi e singole persone ritenute ostili al Governo dell'Avana;
sul caso di Orlando Zapata, il primo nel suo genere negli ultimi 38 anni a Cuba, gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno lanciato un appello per la liberazione di tutti i detenuti politici cubani, senza ottenere alcun risultato;
le condizioni di prigionia sono disumane: le celle sono molto piccole (un metro per due), senza bagno né mobilio; sono prive di acqua potabile, spesso infestate da ratti, topi e blatte; i prigionieri non sono autorizzati a uscire, a ricevere visite, a fare esercizio fisico e in alcuni casi non possono coprirsi con indumenti, né avere coperte e lenzuola. Sono riportate, inoltre, notizie di consueti maltrattamenti per opera di guardie carcerarie;
Cuba ha, fino ad oggi, firmato, ma non ratificato, l'accordo internazionale sui diritti civili e politici, che garantisce la libertà di espressione, riunione e associazione, e non applica i principi delle Nazioni Unite per la tutela di tutte le persone soggette a qualsiasi forma di detenzione o carcerazione e gli standard internazionali;
a seguito delle conclusioni del Consiglio del giugno 2008, Cuba e l'Unione europea hanno ufficialmente ripreso il dialogo con l'obiettivo di discutere tutta una serie di potenziali settori di cooperazione, tra i quali anche i diritti umani;
le conclusioni del Consiglio del giugno 2009 hanno ribadito la scelta del dialogo con Cuba, decidendo di includere anche la questione dei prigionieri politici, e sarà nel giugno 2010 che il Consiglio valuterà il futuro di tale dialogo;
da 50 anni il Governo degli Stati Uniti ha imposto a Cuba e continua ad applicare con rigore il blocco economico, commerciale e finanziario, malgrado nel 2009 sia stata adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite una risoluzione che affermava la necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba, una risoluzione che ha raccolto 187 voti a favore e 3 contrari (Stati Uniti, Israele e Palau), nel senso della rimozione di questo pesante embargo;
l'embargo appare ormai una politica inefficace che sta provocando gravi conseguenze sulle condizioni di vita del popolo cubano e che non ha determinato né un cambiamento delle politiche del regime cubano, né una sua crisi;
una strada nuova potrebbe essere rappresentata da quanto riferito da Ricardo Alarcon, Presidente del Parlamento cubano, nel mese di aprile 2010, il quale ha reso noto di aver proposto al Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, di revocare per un anno l'embargo commerciale;
non è da sottovalutare il ruolo della Chiesa cattolica: infatti, il cardinale cubano Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana, ha reso noto che, dopo il recente incontro tra il Presidente Raul Castro e i vertici della chiesa cattolica nazionale, si è dato il via al trasferimento dei prigionieri politici in luoghi di reclusione più prossimi alle loro famiglie, una svolta importante unitamente alla concessione alle madri e ai parenti degli oppositori del permesso di manifestare,

impegna il Governo:

ad adoperarsi, sia nell'ambito dei rapporti bilaterali, sia nelle sedi internazionali, con particolare riferimento all'Onu ed all'Unione europea, anche tenuto conto delle decisioni del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2010, affinché siano esercitate le più opportune ed efficaci pressioni possibili per ottenere la fine delle persecuzioni e dei maltrattamenti da parte del regime castrista cubano nei confronti dei dissidenti politici e dei detenuti, nonché la loro liberazione, per reati di opinione nel rispetto delle norme in materia di diritti umani;
a sostenere, in tutte le sedi internazionali, la fine dell'embargo e, comunque, supportando le iniziative della Chiesa, la moratoria temporanea dell'embargo, di almeno un anno con possibilità di rinnovo, nei confronti di Cuba, che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato, salvo il peggioramento delle condizioni di vita del popolo cubano, associandola alla richiesta del rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani e alla liberazione dei prigionieri.
(1-00379)
«Misiti, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».
(7 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
Cuba è una Repubblica socialista retta da un Governo che impedisce la competizione politica democratica tra partiti e candidati plurali, che limita la libertà di espressione e che non garantisce un effettivo rispetto dei diritti umani;
nel rapporto annuale 2009 su Cuba, Amnesty international ha affermato che le restrizioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione sono molto severe e sistematiche. Sia i giornalisti, sia i dissidenti politici sono di continuo oggetto di vessazioni e maltrattamenti da parte di agenti di sicurezza;
in questo contesto di repressione, nei mesi scorsi sono emersi, tra gli altri, i casi dei dissidenti cubani Orlando Zapata Tamayo e Guillermo Farinas, riportati dai principali organi di stampa italiani;
Zapata, arrestato il 18 marzo 2003 insieme ad un gruppo di 75 attivisti democratici, intellettuali e sindacalisti e condannato a 36 anni di detenzione per diversi reati, fra cui «vilipendio di Fidel Castro», è morto all'età di 42 anni all'ospedale dell'Avana il 23 febbraio 2010, dove era stato ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame. Zapata aveva deciso di intraprendere questa iniziativa non violenta allo scopo di denunciare le pessime condizioni detentive in cui si trovava da molti anni;
Zapata è il primo detenuto politico che muore per sciopero della fame a Cuba dal 1972;
il Presidente Raul Castro si è detto dispiaciuto della morte di Zapata, negando che a Cuba ci siano torture e maltrattamenti ai detenuti;
di opposto tenore sono state le dichiarazioni sia del Direttorio democratico cubano di Miami, sia del Movimento cristiano di liberazione, sia di Amnesty international, che hanno sottolineato la gravità di quanto accaduto a Zapata, hanno segnalato la presenza di altri casi di detenuti che starebbero subendo condizioni detentive analoghe a quelle di Zapata ed hanno ribadito l'esistenza di numerose violazioni dei diritti umani a Cuba;
dalle pagine de la Repubblica del 4 marzo 2010, si è appreso che Guillermo Farinas, 48 anni, giornalista e dissidente cubano, aveva iniziato uno sciopero della fame da circa una settimana al fine di chiedere la liberazione di 26 detenuti politici versanti in gravi condizioni di salute. Farinas è attualmente al quarto mese di sciopero della fame e le sue condizioni di salute sono critiche;
l'accordo internazionale sui diritti civili e politici, che garantisce le libertà di espressione, riunione e associazione, è stato solo firmato da Cuba, ma non ratificato; Cuba non applica i principi delle Nazioni Unite in materia di tutela di tutte le persone soggette a qualsiasi forma di detenzione o carcerazione e gli standard internazionali per il trattamento dei prigionieri, la cui applicazione avrebbe l'effetto di garantire a tutti i detenuti un giusto processo e il diritto ad avere un avvocato difensore;
Cuba e l'Unione europea, a seguito delle conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2008, hanno ufficialmente ripreso il dialogo con l'obiettivo di discutere tutta una serie di potenziali settori di cooperazione, tra i quali anche i diritti umani;
le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del giugno 2009 hanno confermato la scelta del dialogo con Cuba, decidendo di includere anche la questione dei prigionieri politici. Il Consiglio che si riunirà nel giugno 2010 valuterà il futuro di tale dialogo;
il nostro Paese ha sempre apertamente condannato la situazione di oppressione e di repressione in cui versano i dissidenti politici a Cuba. L'Italia si è sempre prodigata negli sforzi per favorire una maggiore e più convinta apertura del regime castrista sul versante dei diritti umani,

impegna il Governo:

affinché nelle sedi internazionali, a partire dall'Unione europea, in particolare in vista dell'ormai prossimo Consiglio dell'Unione europea del giugno 2010, assuma una posizione che chieda, insieme al dialogo per il rafforzamento delle relazioni economiche e politiche con Cuba, un maggiore rispetto delle norme di diritto internazionale in materia di diritti umani, a partire dalla liberazione dei dissenzienti attualmente detenuti a Cuba;
a porre in essere tutte le iniziative possibili di pressione e di persuasione delle autorità cubane, perché si adottino finalmente provvedimenti di libertà per i prigionieri politici e i dissidenti cubani oggi detenuti, perché vengano revocate la legge 88 e le normative simili che permettono l'arresto dei dissenzienti e restringono l'esercizio delle libertà fondamentali, e perché la Croce rossa internazionale venga autorizzata a fare visita ai detenuti a Cuba;
ad esercitare pressioni sul Governo cubano affinché esso decida l'immediata scarcerazione dei dissenzienti attualmente detenuti, l'immediata ratifica dell'accordo internazionale sui diritti civili e politici e l'immediata eliminazione della legislazione restrittiva delle libertà fondamentali, come quelle di espressione, associazione e riunione, anche considerato che il compimento di questi atti, dal contenuto pratico e simbolico molto rilevante, renderebbe non più giustificabile agli occhi della comunità internazionale il mantenimento dell'embargo commerciale, economico e finanziario attualmente in essere da parte degli Usa nei confronti di Cuba, dando così modo al Governo italiano ed all'Unione europea di attivarsi positivamente nelle sedi internazionali ai fini dell'eliminazione del suddetto embargo.
(1-00381)
«Tempestini, Ventura, Maran, Amici, Narducci, Touadi, Ferrari, Colombo, Sarubbi, Laratta, Baretta, Barbi, Fiano».
(7 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
la morte del dissidente Orlando Zapata Tamayo, dopo 85 giorni di sciopero della fame, nel febbraio 2010, ha riacceso la polemica sulle responsabilità del Governo cubano nel caso in specie e sulla situazione dei dissidenti e dei prigionieri politici in generale;
per protestare contro il Governo di Cuba altri detenuti hanno iniziato lo sciopero della fame e a loro stanno unendosi altri attivisti e giornalisti locali;
le speranze di un cambiamento, suscitate dalla salita al potere di Raul Castro nel febbraio 2008, sono state deluse;
secondo il rapporto 2009 di Amnesty international, a Cuba permane ancora un regime repressivo in tema di libertà di espressione, di associazione e di riunione;
ai detenuti, inoltre, sarebbero riservate condizioni di prigionia disumane e degradanti: celle anguste, senza bagno né mobilio, prive di acqua potabile, spesso infestate da topi e scarafaggi. Oltre a subire i maltrattamenti delle guardie carcerarie, i prigionieri non sarebbero autorizzati a uscire, a ricevere visite, a fare esercizio fisico e in alcuni casi non potrebbero coprirsi con indumenti, né avere coperte e lenzuola,

impegna il Governo:

ad adottare ogni utile iniziativa, sia in sede europea che presso gli organismi internazionali, per ottenere il rispetto dei diritti civili ed umani a Cuba, la fine delle persecuzioni nei confronti dei dissidenti e la liberazione dei prigionieri attualmente detenuti per reati di opinione, a partire da quelli in gravi condizioni di salute e che rischiano la vita.
(1-00383)
«Vietti, Adornato, Volontè, Rao, Compagnon, Ciccanti, Naro, Galletti, Occhiuto, Lusetti, Enzo Carra, Libè».
(7 giugno 2010)

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative in merito all'offerta del Governo della Repubblica argentina nei confronti dei detentori di titoli argentini finiti in default nel 2001 - 2-00744

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il Governo della Repubblica argentina ha reso pubblica la nuova offerta nei confronti di detentori di titoli argentini finiti in default nel 2001;
l'offerta di concambio del Governo argentino sta fallendo: ne è una prova la scadenza, inizialmente fissata al 7 giugno 2010, prorogata al 22 giugno 2010;
la nuova offerta prevede due nuovi titoli: Discount, con scadenza 2033, che prevede un taglio pari al 66,3 per cento del valore nominale, e Par, per un valore pari al 100 per cento del valore nominale di quello posseduto, ma solo per crediti fino a 50 mila dollari e per un ammontare totale non superiore a 2 miliardi di dollari;
è posta a carico dei risparmiatori la commissione dello 0,4 per cento sul valore di scambio dei bond e non vengono riconosciuti gli interessi tra il 2001 e il 2003;
secondo la task force argentina, associazione promossa dalle banche italiane per tutelare gli investitori italiani, sono circa 180 mila i possessori italiani di bond argentini per un valore di 4,3 miliardi di dollari;
questi risparmiatori hanno affidato un mandato alla task force argentina e non hanno accettato le condizioni proposte dal Governo argentino nel 2005;
ci sono anche altri obbligazionisti che hanno bond per circa 1 miliardo di dollari che non hanno seguito la task force argentina e che non hanno aderito allo swap del 2005 -:
se e come il Governo italiano intenda operare in relazione all'offerta del Governo argentino, al fine di aprire un nuovo negoziato e tutelare il diritto di credito di migliaia di cittadini italiani.
(2-00744) «Lusetti, Vietti».
(8 giugno 2010)

Iniziative di competenza del Ministro della giustizia in merito ad un presunto parere fornito dal procuratore della Repubblica di Torino all'ex presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso in relazione a ricorsi giurisdizionali aventi ad oggetto le recenti elezioni regionali - 2-00745

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in riferimento alla cronaca delle vicende elettorali della regione Piemonte, è noto che il candidato perdente Mercedes Bresso ha proposto ricorsi giurisdizionali contro la vittoria di Roberto Cota nella ultime elezioni del 28-29 marzo 2010;
in particolare, la rivista Pero del 7 maggio 2010 ha riferito quanto segue (il virgolettato appare sul giornale): «Prima di partire con i ricorsi - spiegano dallo staff della zarina - Mercedes ha addirittura chiesto un parere informale a Giancarlo Caselli, il quale pur non volendosi ovviamente sbilanciare, ha spiegato che a suo avviso un fumus di ragione potevamo averla»;
in altro punto dello stesso articolo si legge: «ma la zarina va pure sul penale. Ha pure presentato alla procura della Repubblica un esposto "affinché siano attentamente valutate alcune ipotesi di falso relativamente alla autenticazione delle firme di candidati della lista 'Pensionati per Cota', presentata dal consigliere regionale Michele Giovine"»;
agli interpellanti appare evidente che quanto esposto, ad oggi non smentito dal magistrato interessato, è un fatto di estrema gravità. Infatti:
a) non è compito del procuratore della Repubblica di Torino dare pareri informali su vicende così delicate;
b) non è opportuno che il procuratore della Repubblica si schieri contro il presidente della regione in carica ed a favore dell'ex presidente in pendenza di giudizio;
c) dalla consecutio temporum apparirebbe che la Bresso abbia presentato un esposto dopo il colloquio con il procuratore della Repubblica e, quindi, con il suo precedente avallo;
d) ancora, l'esposto pare riguardare l'ipotesi di reati procedibili d'ufficio, per cui il procuratore della Repubblica avrebbe dovuto procedere immediatamente ed autonomamente e non a seguito di esposto -:
di quali elementi disponga in relazione a quanto rappresentato in premessa;
posto che i comportamenti del procuratore della Repubblica appaiono agli interpellanti non compatibili con la funzione che svolge, se il Ministro interpellato intenda valutare l'opportunità di promuovere le iniziative di competenza.
(2-00745)
«Lehner, Renato Farina, Chiappori, Di Vizia, Laboccetta, Pittelli, Vanalli, Comaroli, Lussana».
(8 giugno 2010)

Elementi in merito ai lavori di restauro del teatro grande dell'area archeologica di Pompei e costi sostenuti per il progetto complessivo di restauro di tale area archeologica - 2-00740

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
betoniere, bob kart, ruspe, cavi, levigatrici, martelli pneumatici hanno lavorato a pieno ritmo, per giorni, in un cantiere allestito nel teatro grande di Pompei, all'interno di una delle aree archeologiche più importanti al mondo;
il cantiere è stato allestito per realizzare una complessa opera di restauro, che si concluderà il 10 giugno 2010 con un'inaugurazione e un concerto del maestro Riccardo Muti;
il restauro del teatro grande rientra in una più ampia operazione più interventi su Pompei, per circa 110 milioni di euro e decine di cantieri aperti tra gli scavi;
secondo un'inchiesta de Il Corriere della Sera, sull'area del cantiere del restauro del teatro grande non sarebbero state rispettate le minime regole di sicurezza per la stabilità dei luoghi, per la tutela dei resti, con un cantiere protetto da una piccola recinzione, senza custode, con mezzi pesanti e continue sollecitazioni al sottosuolo;
secondo l'osservatorio del patrimonio culturale, gli interventi al teatro grande hanno stravolto l'assetto naturale dell'area: in particolare, secondo la denuncia del responsabile dell'osservatorio, «la cavea, che, rispetto ad una qualsiasi foto o disegno di diversi momenti della vita degli scavi, risulta completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura»;
secondo alcuni esperti il restauro del teatro è stato decisamente invasivo, più una ricostruzione che un recupero, in spregio ai vari documenti internazionali (come la Carta di Siracusa sul restauro degli antichi edifici di spettacolo) che stigmatizzano le ricostruzioni aggressive dei siti archeologici, che invece una visione manageriale vuole somiglianti a location commerciali e a bisogni economici;
il progetto di rifacimento del teatro sembra che non sia stato oggetto di esame da parte di organismi superiori ministeriali e si sarebbero addirittura fatti lavori non presenti nel progetto, come l'ampliamento del palcoscenico;
anche le tecniche usate sarebbero state poco rispettose del contesto: come, ad esempio, lo scavo a ruspa, invece che stratigrafico archeologico a mano, delle trincee per la posa dei cavi;
secondo una denuncia della Uil, le gare d'appalto sarebbero state aggiudicate con ribassi anche del 40 per cento; inoltre, sempre dai sindacati è arrivata una denuncia pubblica rispetto al comportamento del commissario straordinario per l'area archeologica che non avrebbe voluto fornire l'elenco dei lavori effettuati, delle forniture, delle consulenze, dei servizi;
secondo una comunicazione che lo stesso direttore degli scavi di Pompei ha inviato al commissario straordinario, nell'area archeologica vi è «un notevole numero di edifici di Pompei antica che versa in condizioni di degrado statico e che per l'incolumità del pubblico si deve provvedere alle identificazioni di murature ad immediato pericolo di dissesto statico»;
a fronte dell'allarme del direttore, i problemi statici sono ancora lì. In compenso, però, si sono spesi fondi pubblici per sistemare lungo le strade a ridosso di Porta Stabia, lungo la via delle tombe, allegri cartelli colorati con su scritto «Friendly Pompei»; ci sono percorsi di visita agli scavi realizzati con colate di cemento lungo la strada archeologica e in alcuni punti non si vedono più le lastre antiche -:
se sia a conoscenza del modo con cui sono stati condotti i lavori presso il teatro grande dell'area archeologica di Pompei, se sia stato informato sull'invasività di detti interventi, che avrebbero deturpato la conformazione originaria del sito archeologico; se e quali provvedimenti intenda prendere in merito; quali siano gli interventi, i lavori effettuati, le forniture, le consulenze, i servizi, il quadro dei costi sostenuti per il progetto complessivo di restauro dell'area archeologica di Pompei e se intenda, per i prossimi interventi, garantire maggiore tutela e cura per un sito culturale conosciuto in tutto il mondo.
(2-00740)
«Bossa, Rampi, Vassallo, Picierno, Capano, Bachelet, Melandri, Ciriello, Fioroni, Murer, Marchi, Marchignoli, Mazzarella, Nicolais, Sarubbi, Zampa, Concia, Aniello Formisano, Castagnetti, Gozi, Rosato, Benamati, Strizzolo, Bressa, Beltrandi, Burtone, Samperi, Sposetti, Cuomo, Narducci, Ventura».
(3 giugno 2010)

Revoca dell'incarico di dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Taranto - 2-00723

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 2009, n. 17, con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 3 novembre 2009, è stato rideterminato il numero complessivo dei posti di livello dirigenziale da coprire ai sensi dell'articolo 19, commi 5, 5-bis e 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, fissando per l'ufficio scolastico regionale della Puglia n. 2 posti in applicazione del comma 5-bis e n. 1 posto per il comma 6, modificando così il precedente riparto di cui al decreto ministeriale del 31 luglio 2008, che assegnava all'ufficio scolastico regionale della Puglia n. 3 posti per il comma 5-bis e n. 1 posto per il comma 6;
conseguentemente alla rideterminazione di cui sopra il direttore generale dell'ufficio regionale della Puglia ha deciso, con decorrenza 3 maggio 2010, di revocare l'incarico dirigenziale di dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Taranto, subordinando la provincia di Taranto, di fatto, all'ufficio scolastico provinciale di Brindisi;
tale decisione, a parere degli interpellanti, appare inopportuna e ingiustificata perché avrebbe dovuto tenere conto, quantomeno, di precisi riferimenti territoriali, di popolazione e di numero dei plessi scolastici provinciali, oltre che dei titoli e dei curricula degli stessi dirigenti;
si ritiene, inoltre, che anche e soprattutto un dirigente ministeriale, nel predisporre ed emettere atti, debba opportunamente motivarli per giustificare le scelte compiute che devono essere imparziali;
appare importante evidenziare che durante l'espletamento del suo incarico il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Taranto, dottor Pietro Di Noi, in poco tempo, dal 1o ottobre 2008 al 3 maggio 2010, si è particolarmente distinto per l'efficacia del suo lavoro e, in particolare, si segnala che:
a) Taranto è stata l'unica provincia a completare le nomine dei docenti e del personale ata entro il 31 agosto 2009, ricevendo anche gli attestati di stima di tutte le sigle sindacali, attestati inviati per conoscenza al Ministro interpellato e al direttore generale dell'ufficio scolastico regionale della Puglia;
b) per ciò che riguarda le pensioni, ha riorganizzato e abbattuto un arretrato decennale nel settore ricostruzione-riscatti-pensioni del personale docente, il cui accumulo, piuttosto, dovrebbe essere giustificato dall'ufficio regionale;
c) è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra gli uffici scolastici provinciali di Matera, Taranto, Cosenza e Crotone, finalizzato a favorire la creazione di attività in ambito ecologico e naturalistico attraverso lo sport e la diffusione di campi scuola rivolti ad attività marinaresche e della montagna;
il dottor Di Noi, inoltre, è stato l'unico dirigente della regione Puglia ad aver partecipato al corso sperimentale di formazione dirigenziale sulle tematiche relative al piano industriale per la riforma della pubblica amministrazione, promosso dal dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri;
alla luce di quanto sopra, le scelte di riorganizzazione del direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Puglia appaiono, a parere degli interpellanti, incomprensibili ed effettuate sulla scorta di motivazioni tutte personali -:
se sia a conoscenza delle motivazioni che hanno spinto il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Puglia a revocare l'incarico proprio al dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Taranto;
se non ritenga necessario avviare un'ispezione presso l'ufficio scolastico regionale per la Puglia, utile a verificare la correttezza delle decisioni assunte da tale ufficio, decisioni che invece, a parere degli interpellanti, appaiono inopportune, immotivate e inique, oltre che fortemente penalizzanti per la provincia di Taranto, già gravata da una pesante situazione di crisi economico-sociale.
(2-00723)
«Franzoso, Vico, De Angelis, Abrignani, Lazzari, Girlanda, Fucci, Ceroni, Gioacchino Alfano, Moroni, Toccafondi, Marinello, Scelli, Del Tenno, Cicu, Golfo, Ginefra, Mistrello Destro, Fallica, Di Caterina, Castellani, Traversa, Torrisi, Papa, Terranova, Beccalossi, Dell'Elce, Milanato, Sisto, Sbrollini, Mastromauro, Renato Farina, Mannucci, Carlucci, Gava, Armosino, Aracu, Paglia, Paniz, Valducci, Nicolucci, Catone, Lainati, Stradella, Rosso, Testoni, Gottardo».
(19 maggio 2010)