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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 486 di mercoledì 15 giugno 2011

Pag. V

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 9 giugno 2011.

I deputati in missione sono sessantasette.

Annunzio di petizioni.

LORENA MILANATO (PdL), Segretario. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 1).

Annunzio delle dimissioni di un sottosegretario di Stato.

PRESIDENTE. Dà lettura della lettera inviata dal Presidente del Consiglio dei ministri nella quale si comunica che il Presidente della Repubblica ha accettato le dimissioni rassegnate dal sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, onorevole Daniela Melchiorre.

Sull'ordine dei lavori.

CARMINE SANTO PATARINO (FLpTP). Rilevato il ritrovamento di reperti archeologici nella provincia di Taranto, lamenta l'interruzione dei lavori di scavo per mancanza di risorse economiche; chiede pertanto alla Presidenza di sollecitare il Governo ad attivarsi al fine di valorizzare adeguatamente tali ritrovamenti, che potrebbero costituire una preziosa opportunità per la comunità locale.

RENATO FARINA (PdL). Auspica una generale mobilitazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni a fronte dei gravi episodi di persecuzione verificatisi in vari parti del mondo nei confronti dei cristiani, ricordando che tale tematica è stata oggetto di un documento di indirizzo unitario approvato dalla Camera.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,45.

Discussione di una domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Passa ad esaminare il doc. IV, n. 11-A, relativo ad una domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche nei confronti del deputato Landolfi.
Avverte che la Giunta propone di negare l'autorizzazione.
Dichiara aperta la discussione.

MAURIZIO PANIZ (PdL), Relatore per la maggioranza. Ricorda che la Camera è chiamata a pronunciarsi in riferimento ad una richiesta di autorizzazione all'utilizzazione Pag. VIdi intercettazioni di conversazioni telefoniche nei confronti del deputato Landolfi, precisando, tra l'altro, che le medesime intercettazioni sono state acquisite in violazione del divieto prescritto per i parlamentari; la Giunta propone, pertanto, a maggioranza, di negare l'autorizzazione.

ANNA ROSSOMANDO (PD), Relatore di minoranza f.f. Giudicate non condivisibili le argomentazioni sostenute dal relatore per la maggioranza, ritiene necessario concedere l'autorizzazione all'utilizzazione delle intercettazioni di conversazioni telefoniche in discussione; preannunzia pertanto il voto contrario del suo gruppo sulla proposta della Giunta.

FEDERICO PALOMBA (IdV), Relatore di minoranza. Nel rinviare alla relazione di minoranza scritta, chiede che il relativo testo sia allegato agli atti che saranno trasmessi alle competenti autorità. Auspica, inoltre, che il deputato Landolfi si sottoponga spontaneamente al giudizio della magistratura.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto)

FEDERICO PALOMBA (IdV). Dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni, richiamando altresì l'esigenza manifestata dai cittadini di rifiutare qualsiasi forma di impunità per gli esponenti del mondo politico.

GIUSEPPE CONSOLO (FLpTP). Ricordato che l'impianto accusatorio relativo ai fatti riguardanti il deputato Landolfi resta ancora tutto da dimostrare, così come il diretto coinvolgimento di quest'ultimo, dichiara che il suo gruppo si asterrà sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni, anche alla luce dell'eccessiva durata delle indagini.

PIERLUIGI MANTINI (UdCpTP). Nel dichiarare l'astensione del suo gruppo sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni, sottolinea la necessità di contemperare il principio della leale collaborazione con la magistratura con un uso sobrio delle guarentigie parlamentari, manifestando peraltro perplessità sul merito e sui tempi processuali inerenti la vicenda in discussione.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LNP). Nel condividere i dubbi circa la fondatezza delle ipotesi accusatorie e l'eccessiva durata delle indagini che vedono coinvolto il deputato Landolfi, lasciando intravedere l'esistenza di un possibile fumus persecutionis, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni.

ANNA ROSSOMANDO (PD). Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni, rileva come nel caso di specie non sussista un fumus persecutionis nei confronti del deputato Landolfi, sottolineando la necessità di difendere il processo come luogo pubblico in cui si esercitano con trasparenza tutte le garanzie. Giudicato quindi inopportuno utilizzare in modo improprio lo strumento dell'immunità parlamentare, reputa del tutto prioritario restituire al Parlamento la sua dignità di fronte al Paese.

MARIO LANDOLFI (PdL). Nel ricordare di aver sempre ispirato il proprio impegno politico al rispetto della legalità, evidenzia come l'attenta lettura del contenuto delle intercettazioni che lo riguardano, e che egli stesso ha contribuito a divulgare, sia la migliore dimostrazione dell'infondatezza delle infamanti accuse di cui è chiamato a rispondere e che tanto gli sono costate sotto il profilo umano; rilevato inoltre di aver sempre auspicato una celere decisione della Giunta, ringrazia tutti coloro che in questi anni gli hanno manifestato stima e apprezzamento.

MAURIZIO TURCO (PD). Sottolineata la necessità di non entrare nel merito della Pag. VIIvicenda processuale oggetto del caso di specie, rileva tuttavia l'esiguità, se non addirittura l'insussistenza, di elementi concreti derivanti dalle intercettazioni che riguardano il deputato Landolfi; dichiara comunque voto contrario sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva la proposta della Giunta per le autorizzazioni.

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province (A.C. 1990-A/R ed abbinate).

Nella seduta del 18 gennaio 2011 è stato deliberato il rinvio in Commissione del provvedimento.

PRESIDENTE. Dà conto delle proposte emendative dichiarate inammissibili dalla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 12).

DONATO BRUNO (PdL), Relatore. Ricordato che nel corso dell'iter in sede referente del provvedimento in esame, successivo al suo rinvio in Commissione, è emerso che la maggior parte dei gruppi parlamentari è contraria alla semplice abolizione delle province, mentre è disponibile a valutare una riforma costituzionale che vada nel senso della loro riorganizzazione, e che il gruppo Italia dei Valori ha insistito affinché il testo fosse comunque esaminato dall'Assemblea, comunica che la Commissione ha confermato il mandato al relatore a riferire in senso contrario sulla proposta di legge costituzionale in discussione.

(Esame dell'articolo 1)

Interviene sul complesso degli emendamenti presentati il deputato GIORGIO CONTE (FLpTP).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Intervengono quindi sul complesso degli emendamenti presentati i deputati LORENZO RIA (UdCpTP), RAFFAELE VOLPI (LNP), ANTONIO BORGHESI (IdV), MARCO ZACCHERA (PdL), MARIO TASSONE (UdCpTP) e GIANCLAUDIO BRESSA (PD).

DONATO BRUNO (PdL), Relatore. Esprime parere favorevole sugli emendamenti presentati.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Concorda, manifestando disponibilità a prendere in considerazione una complessiva rivisitazione dell'assetto delle province.

MASSIMO DONADI (IdV). Rileva come le istanze conservatrici, ancora una volta contrarie all'abolizione delle province, ignorino completamente la grave situazione economica del Paese, che impone una seria politica di contenimento degli sprechi di risorse pubbliche e dei costi della politica.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Luciano Dussin n. 1.1, interamente soppressivo dell'articolo 1, sottolineando l'esigenza di una ridefinizione costituzionale delle funzioni delle province e di una riduzione del loro numero.

LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Nel ritenere che il Parlamento, qualora si esprimesse contro l'abolizione delle province, dimostrerebbe ancora una volta l'immobilismo della politica, sorda alle richieste di rigore ed efficienza che provengono dai cittadini, dichiara il voto contrario della sua componente politica sull'emendamento Luciano Dussin 1.1.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-MAIE). Dichiara il voto contrario della sua componente politica sull'emendamento Pag. VIIILuciano Dussin 1.1, giudicando pretestuoso l'atteggiamento assunto dal gruppo Partito Democratico.

GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP). Ricordato che l'abolizione delle province era parte del programma elettorale del Popolo della Libertà, le cui promesse non mantenute screditano l'intero Parlamento, evidenzia come nei tre anni di legislatura il Governo non abbia fatto nulla per tagliare i costi degli enti inutili, quali ad esempio le stesse province.

ENZO RAISI (FLpTP). Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Luciano Dussin 1.1, auspica una presa di posizione seria delle istituzioni circa la necessità di pervenire alla soppressione delle province, recependo un'istanza largamente avvertita dai cittadini.

SILVANO MOFFA (IR). Ritiene che la politica potrà riappropriarsi del ruolo che le compete se si dimostrerà capace di pensare ad una riforma dell'organizzazione degli enti territoriali, senza tuttavia ricorrere, ad esempio, al drastico taglio delle province, che vanno piuttosto razionalizzate e riorganizzate al fine di contenerne i costi.

MAURIZIO BIANCONI (PdL). Nel giudicare deleteria la soppressione delle province, ritiene, invece, che il Parlamento debba compiere uno sforzo intenso per ridefinire l'architettura costituzionale dello Stato, in modo da garantire l'efficienza degli enti territoriali, nonché lo sviluppo ecocompatibile di ogni area.

LUCIANO DUSSIN (LNP). Sottolineata la necessità di varare riforme concrete e strutturali, anche al fine di contenere la spesa pubblica, illustra il contenuto del suo emendamento 1.1., interamente soppressivo dell'articolo 1 del provvedimento in esame, ritenendo inopportuno abolire le province.

DARIO FRANCESCHINI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica opportuno, considerate le posizioni espresse dai gruppi nel dibattito svoltosi, rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento in discussione, per evitare che la sua eventuale reiezione precluda la possibilità di procedere ad un complessivo riordino degli enti territoriali.

PRESIDENTE. Pur rilevando che è iniziata la fase delle dichiarazioni di voto, chiede di acquisire l'orientamento dei gruppi e del Governo sulla proposta di rinvio formulata dal deputato Franceschini.

Dopo interventi dei deputati PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP), MASSIMO DONADI (IdV), BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP), SIMONE BALDELLI (PdL), MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP) e LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI) e del Ministro per la semplificazione normativa ROBERTO CALDEROLI, la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la proposta di rinviare il seguito del dibattito ad altra seduta.

Seguito della discussione della proposta di legge: Modifica all'articolo 8 del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, concernente la misura del contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale iscritti in albi ed elenchi (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 1524-B).

Nella seduta del 14 giugno 2011 si è svolta la discussione sulle linee generali.

PRESIDENTE. Avverte che, constando la proposta di legge di un articolo unico al quale non sono riferiti emendamenti, si procederà direttamente alla votazione finale, previa trattazione degli ordini del giorno.

Pag. IX

(Trattazione degli ordini del giorno)

LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Accetta gli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale)

DONATO RENATO MOSELLA (Misto-ApI). Chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo della sua dichiarazione di voto finale in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

ANTONINO LO PRESTI (FLpTP), NEDO LORENZO POLI (UdCpTP), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP) e MARIALUISA GNECCHI (PD). Dichiarano il voto favorevole dei rispettivi gruppi sul provvedimento in esame.

GIANNI MANCUSO (PdL). Esprime un giudizio positivo sul provvedimento in esame, molto atteso dalle categorie interessate.

MASSIMO DONADI (IdV). Lamenta la sostanziale inoperatività dell'Assemblea.

SIMONE BALDELLI (PdL). Giudica irrispettose dei parlamentari che svolgono il proprio lavoro le considerazioni espresse dal deputato Donadi.

GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP). Nel condividere le considerazioni del deputato Donadi, lamenta la mancanza di rispetto nei confronti dell'Assemblea.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Stigmatizzato l'intollerabile clima in cui si sono svolte le dichiarazioni di voto finali sul provvedimento in esame, invita le forze politiche a rispettare l'Assemblea e ad utilizzare i tempi a disposizione per discutere dei problemi del Paese.

GIULIANO CAZZOLA (PdL), Relatore. Rivolge un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter del provvedimento in esame.

La Camera, con votazione finale elettronica, approva la proposta di legge n. 1524-B.

In morte dell'onorevole Paolo Barbi.

PRESIDENTE. Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore dei familiari dell'onorevole Paolo Barbi, recentemente scomparso.

Interviene per ricordare la figura dell'onorevole Paolo Barbi il deputato PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD).

Sull'ordine dei lavori.

Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati CARMEN MOTTA (PD), ISIDORO GOTTARDO (PdL) e MARIO TASSONE (UdCpTP).

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantaquattro.

Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 70 del 2011: Semestre europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia (A.C. 4357-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

Pag. X

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO (PdL), Relatore per la V Commissione. Illustra il contenuto del disegno di legge n. 4357-A, limitatamente ai profili di competenza della Commissione bilancio, sottolineando le principali novità introdotte in tema di sviluppo, semplificazione amministrativa, rilancio del turismo, stabilizzazione del precariato del comparto scuola, gestione delle risorse idriche, crediti di imposta, segnatamente per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno, codice dei contratti pubblici, rinegoziazione e portabilità dei mutui, manifestando al riguardo la disponibilità all'accoglimento di modifiche migliorative, tutela dei dati personali e riscossione dei tributi locali. Nel dare, quindi, contezza delle numerose proposte emendative esaminate e approvate dalle Commissioni riunite durante la fase referente dell'iter legislativo, si sofferma in particolare sulla cancellazione del diritto di superficie sulle spiagge e in tema di Sistri, manifestando apprezzamento per il carattere condiviso delle modifiche apportate al testo.

MAURIZIO FUGATTI (LNP), Relatore per la VI Commissione. Nell'illustrare i contenuti salienti del provvedimento d'urgenza in discussione, per i profili di competenza della VI Commissione, richiama il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente, che ha consentito un sensibile miglioramento del testo normativo attraverso il recepimento di numerose istanze, provenienti anche dalle opposizioni. Evidenziate segnatamente le disposizioni concernenti la semplificazione degli adempimenti tributari, sottolinea l'opportunità di una più compiuta risistemazione della disciplina inerente la giustizia tributaria attraverso l'approvazione di un apposito provvedimento, rammentando altresì le numerose disposizioni volte a ridurre gli oneri ed a favorire la crescita delle piccole e medie imprese. Ricorda infine le misure concernenti il personale precario della scuola.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel sottolineare preliminarmente la rilevanza marginale sia delle proposte emendative approvate sia del dibattito parlamentare svoltosi durante l'iter in sede referente, che ha sostanzialmente recepito le determinazioni assunte dalla maggioranza per risolvere dissidi esistenti al proprio interno, dà atto del carattere migliorativo delle modifiche apportate al testo originario. Espresse, quindi, talune riserve sulle norme in tema di codice dei contratti pubblici, segnatamente in materia di requisiti di partecipazione alle gare pubbliche, nonché sulle misure a favore delle piccole e medie imprese, giudica deleteria la soppressione di talune previsioni originariamente recate dall'articolo 8. Manifestata inoltre contrarietà all'istituzione della Fondazione per il merito, che giudica in contrasto con i principi del federalismo, si sofferma in particolare sulle disposizioni in materia di riscossione dei tributi statali, sottolineando al riguardo le carenze del provvedimento, che non affronta la questione cruciale delle responsabilità di Equitalia nel mancato incasso di imposte accertate e non versate all'erario. Preannunzia, infine, l'orientamento complessivamente contrario del suo gruppo all'approvazione del disegno di legge di conversione in discussione.

LORENZO RIA (UdCpTP). Nel ritenere che il provvedimento d'urgenza in discussione fornisca un segnale insufficiente nella prospettiva di un rilancio del sistema economico e dell'occupazione, segnatamente nel Mezzogiorno, palesando le difficoltà interne alla maggioranza di Governo, giudica comunque positivamente talune misure, sebbene di carattere non strutturale, tra le quali l'introduzione di crediti di imposta per le imprese, gli investimenti per la ricerca, le agevolazioni per il settore dell'edilizia e la semplificazione degli adempimenti burocratici. Manifestate, quindi, forti perplessità sulla idoneità della copertura finanziaria prevista e sul ricorso alla decretazione d'urgenza per disciplinare la materia in esame, auspica il recepimento delle istanze prospettate Pag. XIdalle opposizioni durante l'iter nelle Commissioni.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI (PD). Nel ritenere le norme contenute nel decreto-legge in discussione inidonee a rilanciare lo sviluppo del Paese, giudica il provvedimento d'urgenza l'ennesima occasione mancata per affrontare adeguatamente le problematiche che affliggono i cittadini, stigmatizzando altresì l'atteggiamento del Governo che non mantiene le promesse fatte in campo economico e non affronta la grave crisi che colpisce in particolare i ceti più deboli della popolazione. Nel richiamare quindi i dati che confermano l'insufficiente crescita, il calo di redditi e di consumi interni, nonché l'alto tasso di disoccupazione, segnatamente nelle aree meridionali, reputa di stampo meramente propagandistico le disposizioni inerenti il credito d'imposta per la ricerca scientifica, per l'occupazione stabile nel Mezzogiorno e per gli investimenti.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LNP). Richiamati preliminarmente gli importanti interventi posti in essere dal Governo per far fronte alla grave crisi economica in atto, segnatamente in materia di federalismo fiscale e di sostegno alle piccole e medie imprese, evidenzia come il provvedimento d'urgenza in discussione abbia quale obiettivo prioritario quello di ridurre il debito pubblico e di aumentare il PIL. Manifestata, quindi, piena condivisione per le disposizioni in materia di introduzione del credito di imposta, di semplificazione fiscale e della disciplina relativa alle opere pubbliche e all'edilizia privata e di liberalizzazioni, ritiene che il decreto-legge in esame denoti un approccio di ampio respiro liberale fondato su principi di privatizzazione, liberalizzazione e deregolamentazione.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Nel lamentare preliminarmente l'insussistenza delle risorse finanziarie necessarie al perseguimento degli ambiziosi obiettivi del decreto-legge in discussione, di rilancio e sviluppo dell'economia italiana, evidenzia l'inefficacia e la sostanziale inutilità delle disposizioni relative al settore del turismo, con particolare riferimento ai previsti distretti turistici. Sottolinea altresì lo scarso impegno del Governo nella lotta all'illegalità e alla corruzione, manifestando rammarico per il mancato accoglimento delle proposte emendative presentate dal suo gruppo volte a rendere più trasparenti le procedure relative agli appalti e ai subappalti. Giudica inoltre deplorevole che l'Esecutivo, per mere esigenze di cassa, alimenti l'industria dei giochi e delle scommesse, anziché investire nei settori industriali sani, in particolare quello manifatturiero. Nel rilevare, infine, che il provvedimento d'urgenza in esame non consente affatto la ripresa economica del Paese, sottolinea la netta contrarietà del suo gruppo alla politica posta in essere dall'attuale Governo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

ANGELO CERA (UdCpTP). Nel sottolineare che il testo in discussione appare redatto in maniera poco accurata, come denunciato anche nel parere espresso dal Comitato per la legislazione, lamenta l'esiguità delle risorse stanziate in favore delle aree meno sviluppate, in particolare del Mezzogiorno d'Italia, attraverso il meccanismo del credito di imposta, da sempre sostenuto dalla sua parte politica. Nel denunciare altresì lo scarso impegno dell'Esecutivo a favore delle imprese, non adeguatamente tutelate dalle conseguenze della grave crisi internazionale, evidenzia che sarebbe stato necessario varare un adeguato piano di liberalizzazioni e idonee misure di semplificazione burocratica, nonché di sostegno alle piccole attività economiche del settore turistico. Esprime infine il giudizio negativo del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in esame.

MAINO MARCHI (PD). Sottolinea che il decreto-legge in discussione certifica la situazione di crisi e di inadeguatezza nonché Pag. XIIil fallimento dell'attuale maggioranza, recando misure estemporanee e parziali, prive di efficacia ai fini della crescita e dello sviluppo economico del Paese. Denunziato, inoltre, il preannunziato intendimento dell'Esecutivo di ricorrere alla questione di fiducia, stigmatizza le modalità di svolgimento dei lavori in sede referente, che non hanno consentito un compiuto esame del testo. Nel rammentare altresì la scarsa attenzione mostrata dal Governo al settore edilizio, nonché alla tutela del potere d'acquisto delle famiglie, in assenza del quale appare impossibile il rilancio dei consumi e dell'economia, evidenzia come siano ormai non più procrastinabili interventi di liberalizzazione di numerosi settori, nonché misure volte a garantire tempi certi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Evidenziato infine come sarebbe stato preferibile affrontare in provvedimenti specifici gli interventi relativi al codice degli appalti pubblici e all'Agenzia nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche, giudica non utile per il Paese il provvedimento d'urgenza in esame.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Nel giudicare il decreto-legge in discussione un inefficace provvedimento manifesto in quanto, tra l'altro, non supportato da sufficienti disponibilità finanziarie in grado di garantirne l'attuazione, lamenta la sostanziale ed inaccettabile elusione delle indicazioni provenienti dalle istituzioni comunitarie al fine di sostenere la tenuta del sistema economico-finanziario. Nel ritenere altresì gravemente iniqua la politica tributaria dell'Esecutivo, ribadisce il convincimento della propria parte politica circa l'opportunità di adeguare la tassazione delle rendite finanziarie, manifestando preoccupazione per l'effettivo stato dei conti pubblici, per l'avvenuta riduzione del risparmio privato e per l'efficacia delle misure di sviluppo preannunziate dal Governo, che giudica inadeguate e deficitarie. Rammentate le proposte di legge presentate in materia dal suo gruppo, volte tra l'altro a riformare l'articolo 81 della Costituzione, ascrive alla responsabilità dell'Esecutivo la crescita abnorme del debito pubblico, gli effetti recessivi dei tagli indiscriminati alle opere pubbliche e la perdita di competitività del sistema produttivo. Evidenzia infine come diverse disposizioni del decreto-legge in discussione non presentino i prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza.

GIOVANNI SANGA (PD). Rilevato preliminarmente il carattere demagogicamente proclamatorio del provvedimento d'urgenza in discussione, adottato nell'imminenza delle ultime elezioni amministrative, ne evidenzia l'assenza di strategia e di reale efficacia ai fini del rilancio dell'economia e dello sviluppo del Paese. Osservato, quindi, che le disposizioni in materia di credito di imposta per investimenti in ricerca e per nuove assunzioni nel Mezzogiorno, nonché in tema di stabilizzazioni del precariato nel settore della scuola e di rinegoziazione dei mutui riproducono misure già varate dai passati Governi di centrosinistra, ritiene che il decreto-legge in esame sia emblematico della condizione confusionale e di grande affanno in cui versa l'attuale maggioranza di Governo, segnatamente dopo l'esito delle recenti consultazioni popolari, che a suo avviso denotano il fallimento della politica energetica e giudiziaria dell'Esecutivo, nonché di quella relativa alla gestione dei servizi strategici.

RAFFAELLA MARIANI (PD). Nel giudicare gravemente inopportune, nonché deleterie per il settore edile, le disposizioni recate dal decreto-legge in discussione in materia di appalti, paventa il rischio che dalla loro applicazione derivino gravose ripercussioni in termini di tutela della concorrenza, trasparenza e gettito erariale, esprimendo un giudizio fortemente critico sulla politica attuata dall'Esecutivo in tale materia. Richiamate quindi le linee guida alternative suggerite dalla sua parte politica, segnatamente volte a garantire la qualificazione delle imprese operanti nel settore e l'affidabilità delle stazioni appaltanti, lamenta altresì la violazione del Pag. XIIIsistema delle fonti del diritto ad opera di talune disposizioni del decreto-legge in discussione, ritenendo più opportuno trattare organicamente le materie degli appalti pubblici e dell'urbanistica in specifici e separati provvedimenti. Evidenziate le rilevanti criticità palesatesi nelle more dell'entrata a regime del cosiddetto Sistri, preannunzia la presentazione di proposte emendative da parte del suo gruppo, ribadendo la necessità di porre mano ad un'organica ridefinizione della disciplina dei servizi pubblici locali, segnatamente in riferimento alle risorse idriche, anche alla luce del risultato delle recenti consultazioni referendarie.

ALDO DI BIAGIO (FLpTP). Nello stigmatizzare anzitutto l'ennesimo ricorso del Governo all'adozione di un decreto omnibus di carattere demagogico ed elettoralistico, privo di effettive ricadute sull'economia del Paese, e alla probabile ed irresponsabile posizione della questione di fiducia per superare difficoltà interne alla maggioranza, anche in vista della verifica parlamentare dell'Esecutivo calendarizzata per la prossima settimana, lamenta la mancanza di confronto e approfondimento parlamentare sul provvedimento d'urgenza in discussione, nonché l'assoluta indisponibilità ad accogliere in sede di Commissioni riunite importanti proposte emendative presentate dall'opposizione.

IGNAZIO MESSINA (IdV). Sottolineato il carattere meramente propagandistico e confuso del provvedimento d'urgenza in discussione, che non contiene misure efficaci ai fini della crescita e dello sviluppo economico del Paese, manifesta forte contrarietà alle disposizioni dell'articolo 7, che non affronta adeguatamente la questione relativa alle responsabilità di Equitalia e reca norme incostituzionali in materia di magistratura tributaria, dell'articolo 9, che penalizza i docenti precari del Sud, e dell'articolo 8, che non favorisce in alcun modo la stabilità e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Lamentata, altresì, l'assenza di interventi in favore del settore agricolo, stigmatizza le modalità di svolgimento dei lavori in sede referente, che non hanno consentito un compiuto esame del testo, considerato anche il preannunziato intendimento del Governo di porre la questione di fiducia.

ANTONIO MEREU (UdCpTP). Stigmatizzate preliminarmente le attuali e talora vessatorie modalità di recupero forzoso dei crediti tributari e fiscali dello Stato attraverso la società Equitalia, ne denunzia il carattere miope e controproducente, che si risolve in un grave danno all'economia nazionale, segnatamente nel settore del commercio e dell'artigianato, nonché nella necessità di ricorrere a conseguenti e onerosi ammortizzatori sociali. Nel reputare quindi urgente l'adozione di interventi concreti e risolutivi a sostegno del sistema delle piccole e medie imprese, giudica insufficiente la sola rateizzazione dei debiti fiscali di queste ultime, prospettando l'opportunità di varare specifiche moratorie dei pagamenti di tributi dichiarati, adeguate riduzioni degli interessi e delle sanzioni relativi ai predetti debiti e meccanismi di compensazione con i crediti per i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

MASSIMO VANNUCCI (PD). Evidenziata la palese discrasia esistente tra il titolo e gli effetti del decreto-legge in discussione, che giudica insufficiente, parziale e assolutamente inidoneo a garantire la crescita economica del Paese, manifesta preoccupazione soprattutto per le disposizioni di cui all'articolo 3, che regolano una materia di particolare complessità, quella del demanio marittimo, in relazione alla quale occorre procedere, tra l'altro, al varo di una legge quadro, nonché per le norme recate dall'articolo 7, concernenti la società Equitalia, che sviliscono il ruolo delle commissioni tributarie. Denunzia, inoltre, il sostanziale fallimento della politica economica del Governo fondata esclusivamente sul rigore finanziario, che non ha garantito un adeguato sostegno alle fasce più deboli della popolazione.

La seduta, sospesa alle 20,20, è ripresa alle 20,55.

Pag. XIV

I deputati in missione alla ripresa notturna della seduta sono sessantaquattro.

ANTONIO CUOMO (PD). Nel ritenere sostanzialmente inutile il decreto-legge in discussione malgrado la difficile congiuntura economico-finanziaria, anche alla luce della crisi di consenso che affligge la maggioranza, manifesta preoccupazione per l'abnorme crescita del debito pubblico paventando il rischio di una irreparabile deriva dei conti pubblici come avvenuto in altri Paesi dell'Unione europea. Nel sostenere altresì che la competitività del sistema Paese passa attraverso la valorizzazione del lavoro giovanile e femminile nonché della potenzialità del Mezzogiorno, giudica gravemente deficitaria la politica dell'Esecutivo relativa alla questione meridionale, segnatamente sul piano infrastrutturale. Sottolineata quindi la necessità di porre mano a riforme condivise nell'interesse del Paese, invita il Governo e la maggioranza a compiere un passo indietro, ritenendone sostanzialmente conclusa l'esperienza politica.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Osservato che la politica economica del Governo, basata esclusivamente su tagli di risorse, non consente di affrontare le conseguenza della crisi in atto e ha determinato gravi ripercussioni, in particolare, per il settore dell'istruzione, lamenta la scarsa trasparenza dei contratti di programma per la ricerca strategica di cui all'articolo 9 del provvedimento d'urgenza in discussione, in relazione ai quali non si prevedono peraltro adeguati finanziamenti; evidenziata inoltre l'indeterminatezza del piano di assunzione del personale precario della scuola, al quale non viene pertanto garantita alcuna prospettiva di occupazione stabile, sottolinea il carattere meramente propagandistico del decreto-legge in esame.

GIAMPAOLO FOGLIARDI (PD). Nel reputare inefficaci e demagogiche le disposizioni recate dall'articolo 7 del provvedimento d'urgenza in discussione, richiama le concrete e valide misure di semplificazione fiscale proposte dal suo gruppo, lamentandone il mancato accoglimento da parte della maggioranza nonostante la neutralità per gli equilibri di finanza pubblica. Nel ritenere quindi che il contraddittorio iter parlamentare del provvedimento d'urgenza denoti la crisi politica della maggioranza e renda inevitabile il ricorso alla posizione della questione di fiducia da parte dell'Esecutivo per superare difficoltà interne alla base parlamentare, osserva che la riproposizione di un progetto di complessiva riforma del sistema fiscale è strumentalmente finalizzato al recupero di immagine e di consenso. Preannunzia, quindi, l'orientamento convintamente contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.

ROLANDO NANNICINI (PD). Nell'esprimere un giudizio fortemente critico sul decreto-legge in discussione, che reputa non in linea con gli impegni assunti dall'Italia nei confronti dell'Unione europea, lamenta la grave carenza di una apprezzabile strategia da parte del Governo nel procedere alla riduzione ed alla razionalizzazione della spesa pubblica. Nel ritenere altresì inefficaci le misure anti-crisi a più riprese preannunziate dall'Esecutivo, manifesta perplessità e contrarietà segnatamente sulle disposizioni del provvedimento d'urgenza in discussione concernenti il credito d'imposta e il diritto d'autore.

LAURA FRONER (PD). Nel giudicare il provvedimento d'urgenza in discussione del tutto inadeguato a perseguire finalità di sviluppo, osserva che la bassa crescita del PIL italiano, non riconducibile a fattori esogeni di natura congiunturale, unitamente all'accentuata stagnazione dei consumi interni, avrebbe richiesto incisive misure a sostegno delle piccole imprese operanti nel terziario anziché un insieme disorganico e disomogeneo di interventi normativi, peraltro non sufficientemente approfonditi nel dibattito svoltosi presso le Commissioni riunite in sede referente. Stigmatizzata, quindi, la soppressione del Pag. XVcomma 10 dell'originario articolo 8, cui seguirà un inevitabile contenzioso giudiziario, manifesta apprezzamento per le proposte emendative presentate dal suo gruppo e approvate in sede referente, con particolare riferimento alla soppressione dei commi da 1 a 3 dell'articolo 3 sul diritto di superficie sulle aree inedificate formate da arenili. Nel ritenere, infine, preferibile ad un'Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua l'istituzione di una apposita Autorità indipendente che eserciti un ruolo autorevole e autonomo, manifesta l'orientamento complessivamente contrario del suo gruppo al disegno di legge di conversione in esame.

SIMONETTA RUBINATO (PD). Lamentate le modalità con le quali si è svolto nelle Commissioni l'iter del provvedimento d'urgenza in discussione, che hanno palesato le evidenti divergenze interne alla maggioranza, esprime un giudizio fortemente critico sulla politica economica del Governo, ispirata esclusivamente a tagli lineari che non favoriscono la crescita, condannando il Paese alla stagnazione. Sottolineata, quindi, la necessità di procedere ad una riqualificazione della spesa pubblica, anche al fine di perseguire una riduzione della pressione fiscale, evidenzia l'inadeguatezza delle misure di semplificazione previste nel decreto-legge in esame.

CESARE MARINI (PD). Richiamata la difficile congiuntura economico-finanziaria in cui versa il Paese, reputa difficilmente raggiungibile il ventilato obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014, segnatamente alla luce delle insufficienti misure varate dal Governo al fine di promuovere e sostenere la crescita. Sottolineati i rischi, anche sociali, connessi ad una eventuale perdurante stagnazione economica, lamenta l'inerzia dell'Esecutivo nell'assumere efficaci iniziative in grado di contemperare l'esigenza di rigore nei conti pubblici con la necessità di non comprimere la domanda interna. Giudicata altresì deprecabile l'assenza nel decreto-legge in discussione, che reputa inadeguato al perseguimento degli obiettivi prefissati, di misure concernenti l'accesso al credito, soprattutto per le piccole e medie imprese, sottolinea la necessità di adottare provvedimenti di maggiore impatto per promuovere lo sviluppo produttivo del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Giovedì 16 giugno 2011, alle 10,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 123).

La seduta termina alle 22,55.