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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 10 maggio 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 maggio 2012

  Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Maran, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Osvaldo Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Paniz, Pisicchio, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vitali.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 9 maggio 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   AGOSTINI: «Disposizioni per la programmazione e l'esecuzione di interventi organici volti al recupero e allo sviluppo economico, sociale e culturale dei centri urbani» (5181);
   MARINELLO ed altri: «Disposizioni concernenti l'organizzazione e le funzioni dell'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico nonché in materia di scommesse ippiche» (5182);
   PATARINO e BARANI: «Inserimento della sindrome post-polio, derivante da pregressa poliomielite, nell'elenco delle malattie croniche o invalidanti e disposizioni per promuovere la ricerca, la diagnosi e la riabilitazione» (5183);
   DUILIO ed altri: «Disposizioni per la promozione del commercio equo e solidale e la disciplina del suo esercizio» (5184);
   MELONI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché disposizioni concernenti l'espressione dei voti di preferenza e lo svolgimento di elezioni primarie» (5185).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CODURELLI ed altri: «Norme per il riconoscimento della sindrome post polio come malattia cronica e invalidante» (3367) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Argentin.
  La proposta di legge CICCHITTO ed altri: «Istituzione di un Fondo di solidarietà per l'erogazione di contributi ai piccoli imprenditori in caso di rigetto di richieste di credito o di revoca di affidamenti da parte di banche o intermediari creditizi» (5132) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Di Cagno Abbrescia e Nastri.
  La proposta di legge BRANDOLINI ed altri: «Istituzione della Lega ippica italiana e disposizioni per la promozione del settore ippico nonché in materia di scommesse ippiche» (5133) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Realacci.

Adesione di deputati a una proposta di inchiesta parlamentare.

  La proposta di inchiesta parlamentare BRESSA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum» (doc. XXII, n. 6) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Concia, Cuperlo, Ferrari, Picierno, Realacci e Sarubbi.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PALOMBA: «Modifica dell'articolo 16 dello statuto speciale per la Sardegna, concernente la riduzione del numero dei componenti del consiglio regionale» (4664) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  GARAGNANI ed altri: «Istituzione della Festa della democrazia italiana nella data del 18 aprile» (5139) Parere delle Commissioni V e VII.

   XI Commissione (Lavoro):
  DAMIANO ed altri: «Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico» (5103) Parere delle Commissioni I e V.

   XIII Commissione (Agricoltura):
  DI GIUSEPPE ed altri: «Modifiche alla legge 16 dicembre 1985, n. 752, e alla disciplina tributaria in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo» (5095) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio della convocazione di una Commissione permanente per l'elezione del presidente.

  La Commissione Cultura, scienza ed istruzione è convocata dal Presidente della Camera martedì 15 maggio, alle ore 14, per l'elezione del suo presidente.

Trasmissione dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

  Il presidente dalla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, con lettera in data 10 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della legge 5 maggio 2009, n. 42, la relazione semestrale sull'attuazione della medesima legge sul federalismo fiscale, approvata dalla Commissione il 9 maggio 2012. (doc. XVI-bis, n. 6).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), per gli esercizi 2008, 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 419).

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

  Il ministro degli affari esteri, con lettera del 7 maggio 2012, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno DI STANISLAO n. 9/4374/3, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2011, concernente la tutela dei diritti umani delle popolazioni del Sudan e del Sud Sudan.

  La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento

  Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, la relazione – predisposta dal Ministero della giustizia – sulla consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e sullo stato dei procedimenti di sequestro e confisca, aggiornata al mese di febbraio 2012 (doc. CLIV, n. 8).

  Questo documento è stato trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal viceministro dell'economia e delle finanze.

  Il viceministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 26, comma 5, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, la relazione concernente i risultati ottenuti in materia di razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni, riferita all'anno 2011 (doc. CLXV, n. 4).

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro della difesa.

  Il ministro della difesa, con lettera del 9 maggio 2012, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno CHIAPPORI ed altri n. 9/4865-B/43, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 23 febbraio 2012, concernente il rinnovo degli organismi della rappresentanza militare.

  La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Comunicazioni di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
   alla II Commissione (Giustizia) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero della giustizia:
    al dottor Marco Mancinetti, l'incarico di vice capo del dipartimento per gli affari di giustizia;
   alla III Commissione (Affari esteri) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero degli affari esteri:
    al dottor Stefano Bergesio, l'incarico di consigliere ministeriale presso la direzione generale per la cooperazione allo sviluppo;
   alla XIII Commissione (Agricoltura) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali:
    al dottor Giuseppe Ambrosio, l'incarico di direttore della direzione generale delle politiche comunitarie e internazionali di mercato, nell'ambito del dipartimento delle politiche europee e internazionali.

  Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettere in data 8 maggio 2012, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14:
   della conferma dell'ingegner Domenico Totaro a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Appennino Lucano-Val D'Agri-Lagonegrese;
   della nomina del dottor Antonio Granara a commissario straordinario del Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna.

  Tali comunicazioni sono trasmesse alla VIII Commissione (Ambiente).

Richiesta di un parere parlamentare su una proposta di nomina.

  Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 2 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del capitano di vascello Vittorio Alessandro a presidente dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre (144).

  Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

  Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 9 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 15 e 24, comma 1, della legge 15 dicembre 2011, n. 217, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2010/78/UE recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità bancaria europea, dell'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali e dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (478).
  Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 19 giugno 2012. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 30 maggio 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Intendimenti del Governo circa l'ipotesi di riattivazione dell'uso carcerario dell'isola di Pianosa, anche con riferimento alla salvaguardia del patrimonio archeologico ed ambientale – 2-01462

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere – premesso che:
   l'isola di Pianosa nell'arcipelago toscano è stata per decenni sede di un penitenziario, successivamente dismesso e che oggi rientra nel patrimonio affidato alla gestione dell'Agenzia del demanio;
   da notizia di stampa si apprende che il Ministero della giustizia starebbe valutando l'ipotesi del ripristino della funzione carceraria;
   l'isola di Pianosa è ubicata nell'area dell'ente Parco nazionale dell'arcipelago toscano, il quale svolge su di essa una funzione di controllo e sovrintendenza;
   gli edifici, le infrastrutture e anche alcuni manufatti di sicuro interesse archeologico versano in uno stato di degrado e di incuria, accentuatosi negli ultimi tempi anche per eventi a carattere alluvionale: tutto ciò costituisce un danno grave a strutture di grande interesse storico e culturale –:
   se si intenda riattivare effettivamente l'uso carcerario dell'isola di Pianosa;
   come si intenda intervenire a salvaguardia del patrimonio archeologico ed ambientale di Pianosa;
   come si intenda disciplinare la gestione di Pianosa dal punto di vista della fruizione delle infrastrutture, considerato che, soprattutto nella stagione estiva, parrebbe che l'ente Parco nazionale dell'arcipelago toscano ospiti numerose persone in base a criteri per gli interpellanti poco chiari.
(2-01462) «Bosi, Bonciani, Poli, Adornato, Binetti, Calgaro, Capitanio Santolini, Carlucci, Enzo Carra, Cera, Ciccanti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, D'Ippolito Vitale, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Mereu, Ricardo Antonio Merlo, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Rao, Ria, Ruggeri, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».


Elementi in merito alle modalità di svolgimento delle celebrazioni del 25 aprile, con particolare riferimento a quanto avvenuto a Prato – 2-01465

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   durante lo svolgimento della cerimonia del 25 aprile a Prato, la banda eseguiva l'inno di Mameli, l'inno del Piave ed altre musiche militari, ma non eseguiva - sebbene esplicitamente sollecitata dai rappresentanti dell'Anpi locale - la canzone simbolo della resistenza «Bella ciao»;
   soltanto dopo che i gonfaloni e le autorità avevano lasciato il luogo della cerimonia, un gruppo di giovani e di partecipanti, colpiti dalla mancata esecuzione del canto simbolo della Resistenza intonava spontaneamente, accompagnati dalla banda musicale, la suddetta canzone;
   la prefettura, che ha svolto il ruolo di organizzatore della cerimonia ha più volte opposto, ad ogni proposta e richiesta concernente le modalità di svolgimento della cerimonia, l'inderogabile necessità di conformarsi alle direttive, emesse per tale occasione, facendo, altresì, riferimento ad una circolare ministeriale;
   le modalità scelte dalla prefettura di Prato o imposte da normative ministeriali hanno dato la sensazione più di un'impropria ripetizione della festa delle Forze armate e degli apparati dello Stato che non di una festa di tutto il popolo, laddove le Forze armate sono certamente comprese ma non sono le uniche protagoniste dell'evento –:
   se esista una circolare, o altro atto del Ministero, che regoli lo svolgimento della cerimonia del 25 aprile e quale ne sia il contenuto;
   se tale atto, in particolare, preveda o meno o vieti l'esecuzione della canzone simbolo della Resistenza;
   in base a quali normative o disposizioni la prefettura, quale organo periferico dello Stato, abbia assunto in una circostanza come il 25 aprile un ruolo centrale e determinante tale da trasformare una festa popolare con protagonisti tutti i cittadini, tutte le comunità locali, le associazioni partigiane e le forze democratiche di ogni cultura e schieramento in una cerimonia di Stato rigidamente controllata ed indirizzata dagli «apparati burocratici»;
   se le circostanze ricordate abbiano caratterizzato lo svolgimento della cerimonia del 25 aprile in tutte le città d'Italia o se siano ascrivibili solo ad un'autonoma iniziativa della prefettura di Prato.
(2-01465) «Giacomelli, Lulli, Ventura».


Orientamenti del Governo in merito alla gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento all'attuazione della norma sul rimpatrio volontario assistito – 2-01434

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   la situazione di tutti i centri di identificazione ed espulsione, di tutti i centri di accoglienza per richiedenti asilo e di tutti i centri di accoglienza emergenziali presenti sul territorio nazionale, come dagli interpellanti più volte denunciato negli ultimi anni, appare decisamente emergenziale: una svolta in negativo si è avuta, in particolare, dopo l'entrata in vigore delle norme, decise dal precedente Governo, che hanno prolungato da 6 a 18 mesi il tempo di permanenza nei centri d'identificazione e di espulsione, (intervento giustificato da presunti obblighi comunitari, mentre in realtà la direttiva n. 115 del 2008 - cosiddetta direttiva rimpatri - impone di considerare le misure di privazione della libertà come estrema ratio, e, dunque, solo dopo aver esperito tutte le altre modalità di rimpatrio degli stranieri irregolari, con preferenza per il rimpatrio volontario);
   il rapporto stilato dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica (approvato e pubblicato il 6 marzo 2012) rivela che, al 20 dicembre 2011, nei 9 centri di accoglienza richiedenti asilo (cara), nei 6 centri di accoglienza (cda), nei 3 centri di primo soccorso e accoglienza (cpsa) presenti sul territorio nazionale, erano presenti complessivamente 4.627 richiedenti asilo e rifugiati;
   sempre il rapporto del Senato della Repubblica rivela come nei 13 centri di identificazione ed espulsione (cie) il 20 dicembre 2011 si contavano 1.050 persone (i dati sono stati rielaborati sulla base delle informazioni fornite dal Ministero dell'interno);
   inoltre, la trasformazione in centri di identificazione ed espulsione di alcuni centri, che erano stati creati ad hoc per gestire l’«emergenza profughi» successiva agli sconvolgimenti del bacino del Mediterraneo, diventata operativa con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 aprile 2011, n. 3935, non ha fatto altro che peggiorare le cose – chiudendo centri assolutamente inadeguati al trattenimento, in quanto privi dei necessari servizi e creando confusione sullo status giuridico degli stranieri coinvolti;
   le ricadute sul sistema giudiziario e sul comparto sicurezza di quella che rappresenta ormai una costante «emergenza», aggravata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 ottobre 2011, che, di fatto, proroga lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa per consentire un efficace contrasto dell'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale, sono state e sono ancora pesantissime e si vanno a sommare alle già enormi difficoltà dovute ai tagli delle risorse destinate al comparto sicurezza;
   per quanto riguarda, ad esempio, le procedure concernenti le richieste di asilo politico, la cui competenza è inizialmente in capo al giudice di pace, accade che il giudice stesso si rechi personalmente all'interno dei centri per trattare le richieste, quantomeno nella stragrande maggioranza dei casi, mentre il giudice ordinario, cui spetta la trattazione del ricorso, presentato quasi automaticamente, non si reca personalmente all'interno dei medesimi centri, poiché attende che i ricorsi medesimi vengano presentati presso il tribunale;
   questo comporta che i richiedenti asilo che intendono presentare ricorso debbano essere personalmente accompagnati da almeno due poliziotti ciascuno direttamente in tribunale, con un evidente enorme dispendio di risorse, di personale e di mezzi;
   inoltre, questo aggravio dei tempi comporta un rallentamento delle operazioni di riconoscimento degli immigrati presenti all'interno dei centri, nonché, in conseguenza della dispersione di risorse che l'espletamento delle procedure di accompagnamento determina, anche un sensibile allungamento della presenza degli immigrati all'interno dei centri;
   tutto ciò va ad aggravare una situazione ormai strutturale di carenza di personale e di mezzi: a Lampedusa, ad esempio, a fronte di ben 52 mila sbarchi in nove mesi (dati del Ministero dell'interno), la quantità di personale impegnato non è stata mai sufficiente a garantire i gravosi servizi previsti e i poliziotti sono stati sottoposti a turni lavorativi quotidiani stressanti e faticosissimi (denuncia dei sindacati delle forze dell'ordine);
   di fatto, la scelta del Governo è stata quella di aumentare i centri di detenzione, all'interno dei quali vi sono persone che vengono private della libertà, senza avere, però, adeguate garanzie e diritti, e nei confronti delle quali viene richiesto un enorme sforzo organizzativo, in termini di risorse umane ed economiche, senza contare che la Corte di giustizia europea, con una sentenza del 28 aprile 2011 (caso El Dridi), ha ribadito che la «direttiva rimpatri» impone la gradazione delle misure da prendere per dare esecuzione alla decisione di rimpatrio, nonché l'obbligo di osservare il principio di proporzionalità in tutte le fasi della procedura;
   occorre tener conto dei dati numerici in materia di immigrazione che il Commissario agli interni dell'Unione europea, Cecilia Malmstrom, ha presentato nel corso della presentazione del piano per una politica comune europea in materia di immigrazione (a fronte delle 650 mila persone fuggite dalla Libia – sempre secondo i dati dal Ministero dell'interno – sono soltanto 25 mila coloro che sono giunte in Italia): «La temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni», ha spiegato la Commissaria in riferimento alla tanto discussa «area Schengen», è possibile «in circostanze particolarmente eccezionali e un'eventuale decisione – che di fatto rappresenterebbe una sospensione temporanea degli accordi di Schengen – per Bruxelles dovrebbe essere valutata come “ultima risorsa” e decisa “a livello europeo”»;
   i migranti trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione, pur essendo di fatto sottoposti a misure restrittive della libertà di circolazione, non possono, d'altro canto, avere accessi a nessuna delle attività che vengono previste, ad esempio, dall'ordinamento penitenziario: non è possibile nessuna attività lavorativa, né formativa, né, per il momento, ricreativa, con il risultato di dare vita a delle «polveriere», la cui difficilissima, se non impossibile gestione, anche alla luce delle decisioni sopra esposte, è praticamente del tutto delegata alle forze dell'ordine e alle pochissime organizzazioni ammesse all'accesso;
   come fa rilevare il già citato rapporto della commissione del Senato della Repubblica, la gestione dei centri di trattenimento degli stranieri pare, quindi, essere ancora del tutto orientata verso un approccio emergenziale. Il rapporto di Medici senza frontiere sui centri per migranti centri di identificazione ed espulsione, centri di accoglienza richiedenti asilo e centri di accoglienza (2010) rivela come: «Nei cie convivono persone con status giuridici differenti e negli stessi ambienti si trovano vittime di tratta, di sfruttamento, di tortura, di persecuzioni, così come individui in fuga da conflitti e condizioni degradanti, altri affetti da tossicodipendenze, da patologie croniche, infettive o della sfera mentale, oppure stranieri che vantano anni di soggiorno in Italia, con un lavoro (non regolare), una casa e la famiglia o sono appena arrivati»;
   l'immigrazione si rivela anche un'opportunità per convogliare ricorse economiche nei territori che ospitano immigrati in seguito all'emergenza decretata dal Governo. In effetti, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, l'Italia dichiarava in data 12 febbraio 2011 «lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale». Tale prevista emergenza non è mai risultata tale, in quanto l'afflusso dei cittadini stranieri nel territorio italiano si è rivelato inferiore rispetto alle cifre paventate. Meno di 55.000 persone, in luogo del mezzo milione di migranti annunciati dalle autorità italiane. Tale avvenuto ridimensionamento dell'afflusso di migranti non ha impedito alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con l'ordinanza 21 settembre 2011, n. 3965, di stanziare sempre con la motivazione dell'emergenza la somma di 230 milioni di euro «in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa» per assicurare la copertura finanziaria degli oneri derivanti delle attività di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 12 luglio 2011, n. 3951. L'ordinanza precisa che agli oneri derivanti dalla predisposizione in oggetto, quantificati complessivamente in euro 230.000.000, «si fa fronte a carico del Fondo nazionale della protezione civile con le modalità di cui all'articolo 5, comma 5-quinquies, della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e successive modificazioni ed integrazioni». In poche parole, i fondi per un'emergenza mai verificatasi sono da spendere «in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico»;
   sempre per quanto riguarda i recenti arrivi dal Nord Africa, l'assenza di una concreta alternativa di rimpatrio volontario assistito, con la previsione di un congruo contributo di reintegrazione nel Paese di origine, per tutti coloro che non presentavano bisogni di protezione internazionale o umanitaria e non rientravano tra le categorie dei soggetti «inespellibili», ha contribuito a produrre un sovraccarico del sistema di asilo, con un notevole impatto sui tempi della procedura e con la conseguenza di un crescente numero di esiti negativi, spesso causa di ulteriori tensioni all'interno dei centri, anche a fronte di una recente riforma dei riti civili che ha reso più gravosa la presentazione di un ricorso giurisdizionale;
   giovedì 23 febbraio 2012 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, nella pronuncia relativa al caso Hirsi ed altri (n. 27765/09), ha condannato l'Italia per i respingimenti effettuati verso la Libia il 6 maggio del 2009, accogliendo 22 dei 24 ricorsi presentati, per violazione da parte dell'Italia innanzitutto dell'articolo 3 della Convenzione, secondo il quale nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene, né a trattamenti inumani o degradanti; la violazione dell'articolo 3 della Convenzione è stata, peraltro, riconosciuta sotto un duplice profilo, sia con riferimento al rischio che vi fu per i ricorrenti di essere sottoposti a trattamenti disumani in Libia, sia con riferimento al rischio di essere rimpatriati in Somalia ed Eritrea;
   la Corte ha, altresì, stabilito l'avvenuta violazione da parte dell'Italia dell'articolo 4 del Protocollo n. 4 allegato alla Convenzione, che stabilisce il divieto delle espulsioni collettive di stranieri, nonché dell'articolo 13 della medesima Convenzione, laddove prevede che «ogni persona i cui diritti e le cui libertà, riconosciuti nella presente Convenzione, sono violati ha diritto ad un ricorso effettivo davanti ad un'istanza nazionale»;
   sebbene chiaramente relativo alla sola politica dei respingimenti adottata dal precedente Governo, quanto affermato dai giudici di Strasburgo nella citata sentenza pone in rilievo l'opportunità di riflettere sul complesso delle politiche di immigrazione, accoglienza e asilo del nostro Paese –:
   se il Ministro interpellato non ritenga di dovere riesaminare le politiche adottate dal precedente Governo in materia di immigrazione, che, ad avviso degli interpellanti, oltre a ledere profondamente i diritti dei migranti e ad essersi rivelate inadeguate sotto il profilo dell'efficacia della gestione di un fenomeno così complesso e centrale come quello della gestione dei flussi migratori, stanno pesantemente provando un comparto, quello della sicurezza, che già è stato sottoposto a durissimi tagli di mezzi e risorse, che al momento rischiano di comprometterne ulteriormente la piena operatività;
   se il Ministro interpellato non ritenga di dover dare piena attuazione alla nuova norma sul rimpatrio volontario assistito di cui al decreto-legge n. 89 del 2011, in particolare adottando il necessario decreto attuativo e realizzando programmi adeguati in tal senso, che prevedano un congruo contributo di reintegrazione e siano accessibili ai migranti anche irregolarmente presenti sul territorio;
   se il Ministro interpellato intenda fornire i dati finora disponibili sul numero di rimpatri effettivamente realizzati successivamente al termine originariamente previsto di sei mesi massimi di trattenimento, quindi attuati grazie alla nuova possibilità di proroga del periodo di trattenimento introdotta dal recente decreto-legge n. 89 del 2011;
   a fronte di queste cifre, se intenda, altresì, fornire i dati relativi al numero degli stranieri trattenuti che si sono allontanati arbitrariamente dai centri di identificazione ed espulsione.
(2-01434) «Villecco Calipari, Livia Turco, Touadi, Zaccaria, Giulietti, Agostini, Bossa, Braga, Brandolini, Bucchino, Capodicasa, Cardinale, Marco Carra, Castagnetti, Coscia, D'Incecco, Damiano, De Biasi, Farinone, Ferranti, Fiano, Fontanelli, Froner, Ginefra, Gnecchi, Gozi, Graziano, Lenzi, Lucà, Madia, Marchi, Mattesini, Melis, Motta, Pes, Picierno, Realacci, Rossa, Samperi, Sarubbi, Sbrollini, Schirru, Servodio, Siragusa, Strizzolo, Tullo, Verini, Vico, Zampa, Amici, Monai».


Iniziative diplomatiche per la liberazione di Rossella Urru e degli altri ostaggi sequestrati in Algeria – 2-01386

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:
   nella notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011, nei campi profughi saharawi di Rabuni, nei pressi di Tindouf in Algeria, tre cooperanti della solidarietà internazionale sono stati rapiti a opera del gruppo terroristico Aqmi, braccio armato di Al Qaeda nel Maghreb. Si tratta dell'italiana Rossella Urru dell'organizzazione non governativa Cisp e di due cittadini spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon, dell'associazione Amici del popolo saharawi di Extremadura, e Enric Gonyalons dell'associazione Mundubat;
   il rapimento della cooperante si colloca all'interno di un conflitto politico tra il Marocco, che ha annesso il Sahara occidentale, e l'Algeria che ha dato rifugio agli saharawi che continuano a rivendicare la loro indipendenza; in tutte le sue comunicazioni prima del rapimento Rossella Urru aveva manifestato il suo interesse per il popolo saharawi e quanto le stesse a cuore il destino di quella terra lacerata e abbandonata nell'indifferenza generale;
   il Presidente della Repubblica araba saharawi democratica, Mohamed Abdelaziz, con una lettera indirizzata al Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, ha chiesto una condanna della comunità internazionale dell'accaduto e un sostegno al Fronte polisario nel contrasto al terrorismo;
   il 3 novembre 2011 il Segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, ha chiesto da New York l’«immediata liberazione» della cooperante italiana Rossella Urru e dei suoi due colleghi spagnoli rapiti nel sud dell'Algeria il 23 ottobre 2011. Lo stesso Segretario ha, inoltre, chiesto a tutte le parti coinvolte di astenersi da qualsiasi azione che possa mettere in pericolo la vita dei tre europei;
   associazioni di volontariato e della solidarietà internazionale sono intervenute pubblicamente per esprimere il proprio sostegno alle attività di indagine e la propria vicinanza alle famiglie delle persone rapite e alle organizzazioni impegnate sul campo nella difesa e nella promozione dei diritti umani del popolo saharawi;
   all'inizio di dicembre 2011 la famiglia Urru ha avuto rassicurazioni dal Ministero degli affari esteri sullo stato di salute di Rossella, ma senza mai avere notizie certe. Questa incertezza ha suscitato sconcerto e apprensione in Italia e in tutte le comunità sarde, soprattutto a Samugheo, paese natale della ragazza sequestrata, dove si sono già svolte molte manifestazioni per la sua liberazione;
   in data 20 febbraio 2012, in occasione della sua visita in Sardegna, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato a Samugheo la famiglia di Rossella Urru, manifestando la sua solidarietà ai familiari della cooperante –:
   quali azioni diplomatiche il Ministero degli affari esteri stia ponendo in essere anche per il tramite dell'ambasciata italiana ad Algeri, affinché si giunga al più presto alla liberazione di Rossella Urru e degli altri ostaggi.
(2-01386) «Evangelisti, Palomba, Leoluca Orlando».


Orientamenti del Governo italiano in relazione al prossimo vertice G20 dei Ministri del lavoro in Messico, con particolare riferimento al problema dell'occupazione giovanile – 2-01481

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:
   il prossimo vertice G20 dei Ministri del lavoro avrà luogo il 17 e 18 maggio 2012 a Guadalajara (Messico) in un momento in cui la disoccupazione ha raggiunto in molti dei Paesi membri, tra cui l'Italia, livelli preoccupanti per effetto della crisi economica internazionale (complessivamente secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro dal 2008 ad oggi il numero dei disoccupati è cresciuto di 27 milioni) e le previsioni economiche, almeno per quanto riguarda l'Europa, non lasciano sperare in un'inversione di tendenza in tempi ravvicinati;
   in particolare, un'intera generazione di giovani è costretta a confrontarsi in molti Paesi con un'inaccettabile e pericolosa combinazione di fenomeni che comprendono un'elevata disoccupazione, una diffusa occupazione precaria e una crescente condizione di inattività. Questo drammatico scenario è chiaramente confermato dai dati che riguardano l'Italia, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 30 per cento ed esiste una vasta area di precariato e di giovani in età 15-24 anni che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in altre modalità di formazione (i cosiddetti «neet»);
   il vertice G20 dei Capi di Stato e di Governo a Cannes nel novembre 2011 ha fatto della creazione di maggiore e migliore occupazione un obiettivo prioritario, costituendo un'apposita taskforce incaricata di identificare le soluzioni e le politiche più efficaci per combattere la disoccupazione, in particolare giovanile, e promuovere il «lavoro dignitoso» (decent work) –:
   quale sia stato il contributo del Governo italiano ai lavori di questa task force;
   con quali orientamenti e proposte il Governo italiano intenda contribuire al prossimo vertice G20 dei Ministri del lavoro in Messico, nel quale la questione della disoccupazione giovanile dovrebbe essere centrale;
   se e come il Governo abbia coinvolto o intenda coinvolgere le organizzazioni sindacali e imprenditoriali nella definizione di questi orientamenti e di queste proposte.
(2-01481) «Mogherini Rebesani, Sereni, Castagnetti, Brandolini, Bratti, Coscia, Fontanelli, Garofani, Lucà, Marchi, Melandri, Motta, Picierno, Rosato, Schirru, Servodio, Zampa, Marchignoli, Marchioni, De Biasi, Giovanelli, Pistelli, Damiano, Pierdomenico Martino, Villecco Calipari, Vaccaro, Mariani, Codurelli, Braga, Bossa, Porta, Rampi».