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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della X Commissione permanente
(Attività produttive, commercio e turismo)
X Commissione

SOMMARIO

Giovedì 28 gennaio 2010


INTERROGAZIONI:

5-02312 Fava: Strategie del gruppo Iveco Motors e ruolo dello stabilimento di Suzzara in provincia di Mantova ... 50
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 55

5-01744 Lulli: Erogazione di contributi a favore delle imprese del cardato ... 51
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 57

5-02089 Bratti: Ruolo della Sogin Spa nell'ambito del decommissioning e del nuovo programma nucleare ... 51
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 58

5-02213 Pes: Costruzione di centrali nucleari in Sardegna ... 51
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 60

5-02334 Quartiani: Iniziative a favore della continuità produttiva dello stabilimento Maflow di Trezzano sul Naviglio (Milano) ... 51
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 62

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99 per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Atto n. 177 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio) ... 52
ALLEGATO 6 (Proposta di parere del relatore) ... 64

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/32/CE concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE. Atto n. 172 (Rinvio del seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento) ... 54

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

X Commissione - Resoconto di giovedì 28 gennaio 2010


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INTERROGAZIONI

Giovedì 28 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Andrea Gibelli. - Interviene il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 9.

5-02312 Fava: Strategie del gruppo Iveco Motors e ruolo dello stabilimento di Suzzara in provincia di Mantova.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).


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Giovanni FAVA (LNP), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta.

5-01744 Lulli: Erogazione di contributi a favore delle imprese del cardato.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Andrea LULLI (PD), replicando, sospende il giudizio sulla risposta, in quanto non risultano ancora disponibili le risorse già stanziate per il fondo per le azioni a sostegno del made in Italy. In attesa dell'adozione del decreto attuativo relativo alla disciplina delle crisi complesse, ricorda che il settore dei prodotti cardati, trattandosi di prodotti che derivano da materia riciclata, ha particolari esigenze di certificazione della qualità e della salubrità dei prodotti. Si tratta senza dubbio di un settore di nicchia, ma di eccellenza della produzione italiana che necessita in questo momento di un particolare sostegno per consentire al Paese di continuare a svolgere un ruolo di leader mondiale.

5-02089 Bratti: Ruolo della Sogin Spa nell'ambito del decommissioning e del nuovo programma nucleare.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA. risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Alessandro BRATTI (PD), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta. In particolare, precisa che l'interrogazione è stata presentata prima dell'adozione dello schema di decreto di attuazione della delega in materia nucleare (articolo 25 della legge n. 99 del 2009), attualmente all'esame parlamentare. Il provvedimento, pur fornendo alcune risposte rassicuranti sul versante delle operazioni di decommissioning, non offre tuttavia soluzione a numerose questioni sollevate nel suo atto ispettivo. Manifesta preoccupazione per il commissariamento di tutti i soggetti che si devono occupare di nucleare (Enea, Ispra, Sogin Spa). Segnala altresì che non è stato ancora adottato l'atto di indirizzo strategico del Ministro dello sviluppo economico, previsto dall'articolo 27, comma 8, della legge n. 99 del 2009 (c.d. legge Sviluppo), mediante il quale dovrebbero essere ridefiniti compiti e funzioni della citata Sogin Spa, prevedendo le modalità per disporre il conferimento di beni o rami di azienda della società Sogin Spa ad una o più società, partecipate dallo Stato in misura non inferiore al 20 per cento, operanti nel settore energetico.

5-02213 Pes: Costruzione di centrali nucleari in Sardegna.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Caterina PES (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta che giudica non pertinente rispetto al quesito posto sull'intenzione del Governo di costruire centrali nucleari in Sardegna. Recenti dichiarazioni del Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola sembrerebbero escludere tale evenienza. Ritiene, comunque, importante sottolineare come, essendo l'economia della Sardegna quasi esclusivamente dipendente dal settore del turismo, l'ipotesi della costruzione di impianti nucleari rappresenterebbe, a suo giudizio, un notevole ostacolo allo sviluppo economico soprattutto delle province più povere della Sardegna come quella di Oristano.

5-02334 Quartiani: Iniziative a favore della continuità produttiva dello stabilimento Maflow di Trezzano sul Naviglio (Milano).

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).


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Erminio Angelo QUARTIANI (PD), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta. Ritiene infatti che il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe svolgere un ruolo di moral suasion e attivare un tavolo per favorire la conclusione di una difficile trattativa con gli eventuali acquirenti dei complessi aziendali, dal cui esito dipendono, non solo il futuro di molti lavoratori, ma le stesse prospettive di sviluppo di un tessuto produttivo importante. Ricorda le notevoli difficoltà finanziarie del gruppo Maflow che risulta aver accumulato più di 250 milioni di euro di debiti. Nel sottolineare, infine, come il Comitato di sorveglianza sia stato nominato con ritardo, auspica che nei prossimi giorni vi sia un fattivo contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico nella gestione delle trattative in corso con i soggetti interessati ad una positiva soluzione di tale vicenda.

Andrea GIBELLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 9.40

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 28 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 13.35.

Schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99 per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Atto n. 177.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 27 gennaio 2010.

Andrea GIBELLI, presidente, ricordato che il provvedimento in titolo è stato assegnato alla Commissione con riserva, risultando mancante del parere della Conferenza Stato-regioni, comunica che tale parere non è pervenuto e che quindi l'esame dovrà continuare nel corso della prossima settimana.Da quindi la parola al relatore, on. Vignali.

Raffaello VIGNALI (PdL), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in titolo (v. allegato 6).

Margherita Angela MASTROMAURO (PD), con riferimento alla lettera a) della proposta di parere, sottolinea l'importanza della norma recata dal comma 3 dell'articolo 1 dello schema di decreto in esame (che modifica l'articolo 3 della legge n. 580 del 1993), in tema di rappresentanza femminile.
Ritiene che l'osservazione al punto a) dovrebbe essere riformulata dal relatore quale condizione nella proposta di parere richiamando anche, tra i criteri previsti per le modalità di elezione del consiglio camerale, nel decreto del ministro dello sviluppo economico, di cui al comma 13 dell'articolo 1, il principio delle pari opportunità. Le camere di commercio, infatti, non sono titolari di alcun potere nell'ambito della nomina dei consiglieri, che vengono invece designati dalle associazioni rappresentative delle imprese e, in assenza di indicazioni da parte del Ministero dello sviluppo economico, non avrebbero strumenti per garantire il rispetto delle pari opportunità.
Propone inoltre l'inserimento di altre due osservazioni: la prima relativa alla costituzione del consiglio, di cui all'articolo 12 dello schema di decreto in esame. In particolare, considera opportuno specificare che il Consiglio possa deliberare, con almeno i due terzi dei consiglieri in carica, solo nei casi di urgenza o per


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questioni non differibili nel tempo. Ciò al fine di evitare che delibere su argomenti di rilievo possano essere legittimamente adottate in assenza di un terzo dei consiglieri.
Passando alla seconda proposta di integrazione, con riferimento alla possibilità prevista all'autonomia statutaria delle singole camere di stabilire il meccanismo elettorale per la formazione degli organi collegiali, chiede che nel parere si proponga l'abrogazione dei commi 8 e 9 dell'articolo 12 della citata legge n. 580. Ciò al fine di garantire essenzialmente la necessaria rapidità e snellezza del procedimento di formazione degli organi, nonché la loro efficacia decisionale.

Giovanni FAVA (LNP) dichiara di condividere le riflessioni del relatore Vignali per quanto concerne l'osservazione relativa alla lettera b) della proposta di parere, mentre esprime una forte perplessità sul punto a) della proposta di parere in materia di rappresentanza femminile.

Raffaello VIGNALI (PdL), relatore, sottolinea l'opportunità di prevedere l'osservazione di cui al punto a) della proposta di parere, atteso che nel mondo delle piccole imprese la rappresentanza femminile è decisamente rilevante. Esprime, invece, alcune perplessità circa le richieste di integrazione proposte dalla collega Mastromauro, sia quella di circoscrivere le fattispecie in cui il Consiglio possa efficacemente deliberare, in quanto costituito da almeno i due terzi dei consiglieri in carica, sia l'ipotesi di non riconoscere alle Camere di commercio, nell'ambito dell'autonomia statutaria loro attribuita, il potere di prevedere un sistema elettorale di elezione diretta dei componenti del Consiglio, come previsto al comma 8 dell'articolo 12 citato.

Gabriele CIMADORO (IdV) sottolinea che in base all'articolo 14, comma 2, dello schema di decreto in esame, la giunta delle camere di commercio dura in carica per cinque anni, in coincidenza con la durata del consiglio e che il mandato dei suoi membri è rinnovabile per due sole volte. Chiede che la disposizione possa avere effetto retroattivo al fine di evitare che presidenti di camere di commercio che hanno già svolto più di due mandati possano essere ulteriormente confermati nel loro incarico.

Alberto TORAZZI (LNP) dichiara di condividere le osservazioni del relatore Vignali sull'opportunità di non imporre per legge i meccanismi di elezione degli organi camerali, che devono essere lasciati alla loro autonomia statutaria.

Ludovico VICO (PD), nel comprendere la posizione del relatore Vignali, sottolinea che il riconoscimento dell'autonomia dovrebbe comunque trovare un limite nel rispetto della rappresentanza, cosa che un metodo elettivo di tipo presidenziale a suo parere non garantirebbe.

Raffaello VIGNALI (PdL), relatore, osserva che il meccanismo di rappresentanza definito in particolare all'articolo 10, comma 3, della legge n. 580, come modificata dallo schema di decreto, è basato su dati oggettivi e certificati. La ripartizione dei seggi viene effettuata sulla base dei dati del registro delle imprese. Ritiene che si potrebbe prevedere che i componenti delle imprese possano eleggere i propri rappresentanti nel consiglio delle camere di commercio.

Ludovico VICO (PD) osserva che, se una componente non designa i propri rappresentanti, si potrebbe correre il rischio di bloccare l'elezione sia del presidente che del consiglio delle camere di commercio.

Andrea LULLI (PD), considerato che è esclusa la possibilità di elezione diretta del presidente, ritiene opportuno rinviare l'esame del provvedimento per consentire a tutti l'approfondimento dei punti controversi.

Andrea GIBELLI, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.


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Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/32/CE concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE.
Atto n. 172.
(Rinvio del seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 26 gennaio 2010.

Andrea GIBELLI, presidente, comunica che la relatrice Golfo ha avvertito la presidenza di essere impossibilitata a partecipare alla seduta odierna a causa di pregressi impegni istituzionali. Comunica altresì che non è ancora pervenuto, sul provvedimento in titolo, il previsto parere della Conferenza Unificata. In base a quanto convenuto con il rappresentante del Governo durante la seduta del 26 gennaio scorso, rinvia quindi l'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.15.

X Commissione - Giovedì 28 gennaio 2010


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ALLEGATO 1

5-02312 Fava: Strategie del gruppo Iveco Motors e ruolo dello stabilimento di Suzzara in provincia di Mantova.

TESTO DELLA RISPOSTA

Iveco è una società italiana con sede a Torino specializzata nella produzione di veicoli industriali, autobus, e motori diesel, controllata al 100 per cento dal Gruppo Fiat.
Attualmente la società è tra le prime al mondo: nella produzione dei veicoli commerciali a medio carico, nel mercato dei motori ed è ai primi posti per vendite di veicoli leggeri e da trasporto da 3,5 tonnellate.
Ha impianti produttivi in Europa, Cina, India, Russia, Turchia, Australia, Argentina, Brasile e Sudafrica, ed è attiva in oltre 100 Paesi del mondo.
Com'è noto, gli indicatori economici e sociali denunciano lo stato di crisi di tutto il settore auto motive.
L'intero comparto sta attraversando una profonda recessione sia a livello mondiale sia in Europa. In particolare in Italia questa si manifesta come crisi, non di prodotto o finanziaria, ma come crisi della domanda.
Di fronte alla gravità della situazione, che stava mettendo seriamente a rischio il futuro del settore automobilistico, i Governi di molti paesi europei sono intervenuti. Lo hanno fatto in due modi diversi, con azioni di stimolo alla domanda attraverso varie forme di incentivi ai consumatori, con sostegno finanziario diretto ai costruttori nazionali.
Il mercato dei veicoli industriali, nello specifico è, anch'esso, in profonda sofferenza. In Europa Occidentale la domanda complessiva nel primo trimestre 2009 è scesa di quasi il 40 per cento.
Per i veicoli commerciali il 2009 si chiude in forte difficoltà. Complessivamente si registra in Italia un calo del 21 per cento delle consegne rispetto al 2008.
Questo contesto estremamente negativo non risparmia le vendite della società Iveco. I veicoli leggeri e pesanti della stessa, infatti, hanno fortemente risentito del calo del mercato con conseguenti ricadute sui livelli di produzione degli impianti.
Nell'ultimo incontro tenutesi a Palazzo Chigi, l'Amministratore Delegato di Fiat ha spiegato a Governo e sindacati la sua posizione sul futuro dell'auto in Italia ed in Europa.
Lo stesso nel rassicurare che la Fiat resterà un Gruppo radicato in Italia ha confermato, tra l'altro, che Iveco manterrà i livelli produttivi dello stabilimento di Suzzara.
Sulla specifica problematica espressa dagli Onorevoli Interroganti, la società Fiat ha comunicato quanto segue.
I motori prodotti localmente nei siti di Nanchino (Cina) e di Sete Lagoas (Brasile) sono rispettivamente destinati ad equipaggiare le versioni del Daily per i mercati cinese e latino-americano.
In conseguenza della situazione di mercato, la riduzione dell'occupazione nello stabilimento di Suzzara è stata realizzata esclusivamente attraverso il mancato rinnovo dei contratti di lavoro interinale e dei contratti a termine. Si è fatto un significativo ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni e non sono stati finora ridotti i contratti a tempo indeterminato.
Non esistono piani per un ridimensionamento strutturale dello stabilimento di Suzzara e tanto meno per una delocalizzazione delle sue produzioni.


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Il clima di incertezza è quindi relativo, a parere della stessa, alla situazione di mercato e non è riconducibile alle strategie aziendali.
Relativamente alla strategia adottata dall'Iveco Motors di Foggia, di cui alle premesse degli interroganti, si ritiene opportuno, fornire una breve informativa sulle agevolazioni concesse al citato Gruppo in relazione allo stabilimento di Foggia, nonché su quelle in corso di istruttoria. In particolare, sono stati concessi a valere sulla legge 488/92 contributi per circa 8,41 milioni di euro, dei quali risultano erogati circa 8 milioni di euro, a fronte di un investimento di circa 37 milioni di euro.
Ulteriori agevolazioni sono state concesse nell'ambito di un contratto di programma (ex articolo 2, comma 203, lett. e), legge 662/1996), per un articolato piano di investimenti industriali nel settore motori diesel leggeri di nuova generazione (F1). In particolare, nell'ambito di tale contratto di programma, come approvato dal CIPE, sono state concesse in via provvisoria agevolazioni per 121,658 milioni di euro, di cui concesse in via definitiva ed erogate 113,419 milioni di euro.
Il Ministero dello Sviluppo Economico si è, inoltre, fatto nuovamente, parte attiva nei confronti di IVECO attraverso la stipula di un ulteriore contratto di programma.
Questo prevede un ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento di Foggia. Sono previsti, infatti, investimenti pari a 74,95 milioni di Euro di cui 18,74 a carico dello Stato e 104 nuovi occupati.
L'iter di attuazione del contratto di programma prevede l'approvazione del CIPE a cui segue la stipula contratto.
Il Governo è pronto a fare la sua parte a condizione che aumenti la produzione in Italia e si continui, con il contributo di tutti, a mantenere competitivo il settore dell'auto motive, consentendo un uso efficiente degli stabilimenti Fiat e IVECO in Italia.


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ALLEGATO 2

5-01744 Lulli: Erogazione di contributi a favore delle imprese del cardato.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Interrogante chiede notizie sul fondo per il sostegno del made in Italy, istituito dalla legge finanziaria 2004.
Al riguardo si segnala che i 3 milioni di euro, cui si fa riferimento nella presente interrogazione, per i quali l'indirizzo del legislatore del 2006 era finalizzato in maniera specifica ai prodotti tessili cardati, hanno seguito i limiti di disponibilità della complessiva dotazione del «fondo per le azioni a sostegno del made in Italy» e, allo stato, non sono contabilmente impiegabili per il predetto indirizzo.
Come noto, infatti, tali fondi erano inseriti in una generale previsione di fondi straordinari, destinati alla promozione del Made in Italy ed ammontavano, come già detto, alla cifra complessiva di 3 milioni di euro, destinati alla erogazione di contributi per la realizzazione di studi e ricerche per la certificazione di qualità dei prodotti tessili cardati.
In questo contesto normativo, si fa presente che la legge finanziaria 2007 (n. 296 del 27 dicembre 2006) ha incrementato tale fondo di ulteriori 20 milioni di euro per l'anno 2007 e di 26 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
Tuttavia, in virtù dell'applicazione di norme successive alla finanziaria 2007, per sopravvenute esigenze di bilancio, i primi 20 milioni stanziati hanno subito tagli, fino a quasi il 70 per cento. Per cui, allo stato attuale, risultano residuati sul fondo istituito per il Made in Italy, 5,5 milioni di euro che continuano ad avere una finalizzazione di sostegno ai settori trainanti del Made in Italy, pur in un contesto di generale ridimensionamento finanziario.
In conseguenza di ciò si segnala che, attualmente, il Ministero dello Sviluppo Economico, per aderire alla volontà del legislatore e per andare incontro ad un'esigenza di un settore particolarmente in crisi, sta valutando la possibilità di recuperare tali fondi made in Italy non ancora utilizzati, destinandoli ai prodotti tessili-cardati.
Ciò proprio al fine di effettuare studi, diretti a certificare la qualità e salubrità dei prodotti, con particolare riguardo alla valorizzazione della tipicità delle lavorazioni ed alle loro caratteristiche ecologiche.
Si fa, inoltre, presente che per le aree industriali che hanno accusato con maggiore intensità gli effetti della crisi, il Ministero dello Sviluppo Economico, sempre attento alle esigenze dei settori trainanti del Made in Italy, sta valutando l'opportunità di approntare interventi mirati alla specificità dei problemi, da formalizzare in appositi «accordi di programma» di cui all'articolo 2, comma 2, della legge Sviluppo (legge. n. 99/2009).
Quindi, in particolare per i distretti tessili di Prato e Biella, sono allo studio i relativi dossier, vista l'imminente adozione del decreto attuativo, relativo alla «disciplina delle crisi complesse».


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ALLEGATO 3

5-02089 Bratti: Ruolo della Sogin Spa nell'ambito del decommissioning e del nuovo programma nucleare.

TESTO DELLA RISPOSTA

In primo luogo, occorre puntualizzare che, anche nelle more dell'emanazione dell'Atto di indirizzo strategico della Sogin, le attività di decommissioning degli impianti nucleari non hanno subito rallentamenti, né tanto meno si sono fermate, ma hanno proseguito il loro normale sviluppo.
Sebbene la mobilitazione, messa in atto nei mesi scorsi dai lavoratori della centrale di Caorso, abbia creato delle difficoltà circa il rispetto dei tempi previsti per il trasferimento in Francia degli elementi di combustibile esaurito, va tuttavia evidenziato che il programma dei trasporti attuato da Sogin, aveva in precedenza registrato uno stato di avanzamento più favorevole rispetto a quello preordinato per cui in realtà non vi sono stati ritardi apprezzabili. In particolare, i trasferimenti di combustibile, che si erano interrotti dopo il trasporto del 2 agosto scorso, sono ripresi in data 6 dicembre 2009 con una media temporale, calcolata dall'inizio delle operazioni, di un trasporto ogni 50 giorni.
Al riguardo, merita, comunque, rilevare che la tempistica iniziale prevedeva la conclusione delle suddette operazioni entro la fine del 2010.
Si evidenzia, inoltre, che tutti gli atti amministrativi e tecnici previsti dai procedimenti autorizzativi che riguardano le varie attività di smantellamento degli impianti e di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi sono stati predisposti, con continuità e tempestività, dagli uffici competenti del MiSE e dall'organo di controllo e vigilanza.
Allo stato attuale, resta confermato quanto riportato nell'ultimo programma a vita intera di Sogin, che, sulla base dello stato di avanzamento delle attività nei vari siti nucleari, prevede la conclusione delle operazioni di decommissioning entro il 2019.
In merito al ruolo che avrà Sogin nel nuovo programma nucleare italiano, si precisa che lo schema di decreto legislativo di attuazione delle deleghe di cui all'articolo 25, comma 1 della legge 99/09, attualmente all'esame della Conferenza Unificata e delle Commissioni parlamentari per i pareri di competenza, attribuisce a Sogin un ruolo di primo piano sia per quanto concerne lo sviluppo delle attività di decommissioning sia per quanto riguarda la sistemazione dei rifiuti radioattivi pregressi e quelli relativi all'esercizio delle future centrali nucleari.
Il predetto schema di decreto prevede, infatti, che Sogin, al termine della vita operativa dell'impianto nucleare, prenda in carico la gestione in sicurezza del medesimo e svolga tutte le attività relative alla disattivazione, fino al rilascio del sito per altri usi.
Nello stesso schema di decreto si individua in Sogin il soggetto responsabile unico, sotto il controllo e la vigilanza dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, della realizzazione del Parco Tecnologico e dell'annesso Deposito nazionale, destinato ad ospitare ed a smaltire, a titolo definitivo, i rifiuti radioattivi a bassa e media attività ed ad immagazzinare, a titolo provvisorio e per lungo periodo, sia i rifiuti ad alta attività che il combustibile irraggiato, provenienti dall'esercizio degli impianti nucleari.
In merito, infine, alla necessità per il nostro Paese di dotarsi di un Deposito


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nazionale per i rifiuti radioattivi, il Governo assicura il proprio impegno per la sua realizzazione in tempi ragionevoli, atteso il previsto rientro dall'estero dei rifiuti derivanti dal trattamento del combustibile esaurito e, tenuto conto del vantaggio derivante dalla sistemazione definitiva dei rifiuti attualmente immagazzinati nei depositi di stoccaggio temporaneo presenti nei siti nucleari.
In tale ottica, il citato schema di decreto legislativo definisce la disciplina della localizzazione, costruzione ed esercizio del Parco Tecnologico e dell'annesso Deposito nazionale, nonché la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle persone residenti, delle imprese operanti nel territorio circostante il sito e degli enti locali.


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ALLEGATO 4

5-02213 Pes: Costruzione di centrali nucleari in Sardegna.

TESTO DELLA RISPOSTA

Lo schema di decreto legislativo, predisposto dal Governo in attuazione della delega contenuta nell'articolo 25 della Legge Sviluppo (legge 23 luglio 2009, n. 99), approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 22 dicembre ed ora all'esame delle Camere, definisce le diverse fasi del programma nucleare nazionale.
In particolare, tale schema di decreto disciplina la modalità di definizione dei criteri per la localizzazione nel territorio nazionale degli impianti di produzione di energia elettronucleare, degli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi. Definisce, anche, le procedure autorizzative, i requisiti degli operatori e le misure compensative per la popolazione, le imprese operanti nel territorio circostante il sito e gli enti locali interessati.
Si aggiunge che il Governo, con questo provvedimento, che come già detto ha indicato la modalità di definizione dei criteri per la localizzazione dei siti che ospiteranno gli impianti nucleari, ha assolto l'obiettivo prioritario della costituzione delle basi legislative per il settore nucleare allo scopo di garantire la sicurezza degli stessi, la tutela della salute della popolazione e degli operatori e la protezione dell'ambiente, non certo quello di stilare degli elenchi.
Pertanto, il riferimento fatto dagli interroganti sul «dossier che l'Enel avrebbe inviato al Governo nel quale sono indicati i siti dove si dovrebbero realizzare le centrali nucleari in Italia» non appare appropriato. Infatti, il citato schema di decreto legislativo prevede che l'Agenzia per la sicurezza nucleare (ASN), istituita dall'articolo 29 della «Legge Sviluppo» (legge 23 luglio 2009, n. 99), definisca soltanto i parametri relativi alle caratteristiche ambientali e tecniche cui devono rispondere le aree del territorio nazionale affinché siano idonee ad ospitare un sito nucleare, sulla base dei contributi e dei dati tecnico-scientifici forniti da Enti pubblici di ricerca, ivi incluse le Università.
Tali parametri saranno, successivamente, approvati dal Governo, unitamente al documento programmatico della strategia nucleare, sulla base di una procedura di consultazione pubblica ed istituzionale che coinvolgerà tutti gli Enti ed i soggetti interessati, nonché della Valutazione Ambientale Strategica, agli esiti delle quali i parametri suddetti dovranno essere adeguati.
Solo dopo il completamento di tale procedura potrà avvenire, secondo lo schema di decreto, l'individuazione dei siti, peraltro ad iniziativa e sulla base di specifica richiesta da parte degli operatori interessati.
Spetterà, conseguentemente, all'Agenzia l'esame della rispondenza dei siti proposti ai criteri ed ai parametri individuati e la conseguente certificazione degli stessi, che sarà successivamente sottoposta dal Governo all'intesa con la Regione interessata e con la Conferenza Unificata, ai fini dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio delle centrali,


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nel rispetto del principio di leale collaborazione tra i vari livelli territoriali di governo.
In sostanza, quindi, le ipotesi finora formulate sulla localizzazione dei siti nucleari (per le centrali ed i depositi) sul territorio nazionale appaiono non conformi alle previsioni della legge delega e del decreto legislativo predisposto dal Governo in attuazione della stessa.


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ALLEGATO 5

5-02334 Quartiani: Iniziative a favore della continuità produttiva dello stabilimento Maflow di Trezzano sul Naviglio (Milano).

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Gruppo Maflow, costituito nel 1935, dalla fine degli anni '90, ha attuato una politica strategica di espansione a livello internazionale. Attualmente, dispone di stabilimenti localizzati in Europa (Italia, Polonia, Francia, Spagna, UK e Danimarca), in America Latina ed in Asia.
Il Gruppo è attivo nel settore automotive, progettazione produzione e vendita di componenti per autoveicoli ed è leader nel segmento dei tubi per gli impianti di condizionamento. Tra i suoi clienti vanta le principali case automobilistiche: Volskswagen, Renault-Nissan, Mercedes, BMW, Ford-Volvo, Fiat, Peugeot-Citroen.
In Italia, la Maflow SpA svolge l'attività in due stabilimenti: a Trezzano sul Naviglio e ad Ascoli Piceno, con un organico complessivo di 399 dipendenti (di cui 104 unità in CIGS).
La procedura di amministrazione straordinaria per la Maflow si è aperta in data 30 luglio 2009. Contestualmente, è stata ammessa alla procedura, ai sensi del Regolamento CE n. 1346/2000, la Maflow Polska SP. ZO.O., società polacca che opera in tre stabilimenti con un organico di complessivi 1.856 dipendenti.
A seguito di proroga, su richiesta dei commissari, il programma di cessione dei complessi aziendali facenti capo alle società del gruppo è stato presentato in data 20 novembre 2009 e poi integrato lo scorso 22 dicembre, unitamente al programma della Man Servizi s.r.l in liquidazione (interamente controllata dalla Maflow) che svolge attività di servizi di direzione con attività di consulenza in vari settori per le società del Gruppo, ammessa alla procedura in data 4 dicembre 2009.
Contestualmente, è stata depositata istanza di autorizzazione all'avvio della procedura di vendita dei complessi aziendali Maflow e Maflow Polska.
I commissari giudiziali hanno, quindi, provveduto a pubblicare, nel mese di giugno scorso, un invito a manifestare interesse per la cessione dei complessi aziendali. Attualmente, i soggetti interessati stanno svolgendo le attività di due diligence review mediante accesso alla data room.
È in corso, nel rispetto dei termini di legge, l'iter istruttorio in ordine a tali documenti, che devono essere sottoposti al preventivo parere del Comitato di sorveglianza, istituito con decreto ministeriale 18 gennaio 2010.
Di recente, i commissari, hanno rappresentato l'urgenza della vendita, pena la perdita dei principali clienti del Gruppo (Volkswagen, Audi e BMW), segnalando, peraltro, la grave tensione sociale dello stabilimento di Trezzano sul Naviglio dovuta alla progressiva riduzione degli ordini da parte dei clienti storici. Lo stabilimento di Trezzano, infatti, vede oggi al lavoro solo 30 dei 350 lavoratori che occupava a pieno regime.
Accogliendo l'invito delle Organizzazioni sindacali, il MiSE ha svolto un apposito incontro il 17 dicembre scorso durante il quale è emersa la necessità di cercare di ottenere nuove commesse da altri clienti storici del Gruppo Maflow (tra cui il Gruppo Fiat), oltre che favorire la continuazione delle commesse BMW. I Commissari in raccordo con il MiSE stanno operando in tal senso.
Rispetto all'evolversi della vicenda, il MiSE, con l'obiettivo di una positiva risoluzione


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della vertenza si è, altresì, impegnato ad aggiornare il tavolo a breve.
Si aggiunge, infine, che anche la Prefettura di Milano, sensibilizzata dai commissari e dalle rappresentanze sindacali, ha preso contatti con la BMW, la quale, a fronte della garanzia del proseguimento della produzione, si è impegnata a valutare un'eventuale ripresa, anche parziale, del flusso delle commesse.


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ALLEGATO 6

Schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99 per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. (Atto n. 177).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La X Commissione,
esaminato lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99, per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Atto n. 177);
esprimendo particolare apprezzamento per il riconoscimento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura quali autonomie funzionali sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, esplicitamente e correttamente menzionato dal medesimo schema di decreto,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
a) con riferimento al comma 11 dell'articolo 1 dello schema, che modifica l'articolo 10 della legge n. 580 del 1993, nel rispetto del principio di pari opportunità, valuti il Governo l'opportunità di introdurre, alla fine del comma 2, le seguenti parole: «nonché la rappresentanza femminile, tenuto conto delle caratteristiche e della composizione del tessuto produttivo e imprenditoriale di ogni singola circoscrizione territoriale»;
b) con riferimento al comma 19 dell'articolo 1 dello schema di decreto, che modifica l'articolo 18 della legge n. 580 del 1993, concernente il finanziamento delle camere di commercio, in relazione al comma 8, relativo al fondo di perequazione, valuti il Governo l'opportunità di prevedere nelle modalità di ripartizione che una quota dello stesso fondo non destinata all'omogeneizzazione dell'espletamento delle funzioni amministrative sia destinata prioritariamente alle Unioni Regionali cui affluiscono le CCIAA contribuenti per la realizzazione di iniziative per il miglioramento della produzione e dell'economia.

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