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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della VII Commissione permanente
(Cultura, scienza e istruzione)
VII Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 10 novembre 2010


DELIBERAZIONE DI RILIEVI:

Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020. Doc. CCXXXVI, n. 1 (Rilievi alla V Commissione) (Esame e conclusione) ... 143
ALLEGATO 1 (Rilievi approvati) ... 153

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali. Atto n. 194 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazione) ... 149
ALLEGATO 2 (Proposta di parere alternativo dei deputati Coscia, Ghizzoni, Siragusa, Bachelet, De Pasquale, De Torre, Pes, Rossa, De Biasi, Levi, Lolli, Mazzarella, Melandri, Nicolais, Antonino Russo e Zazzera) ... 154
ALLEGATO 3 (Parere approvato dalla Commissione) ... 158

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

AVVERTENZA

VII Commissione - Resoconto di mercoledì 10 novembre 2010


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DELIBERAZIONE DI RILIEVI

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 14.05.

Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020.
Doc. CCXXXVI, n. 1.

(Rilievi alla V Commissione).
(Esame e conclusione).

La Commissione inizia l'esame del Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020.

Valentina APREA, presidente, avverte che il Presidente della Camera, con lettera in data odierna, ha autorizzato le Commissioni ad esprimere rilievi alla V Commissione bilancio sul Documento CCXXXVI n. 1, recante il Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ai sensi dell'articolo 124 del regolamento. Ricorda che la Commissione dovrà esprimersi nella seduta odierna, tenuto conto che la Commissione di merito dovrà concludere l'esame del provvedimento nella giornata di domani.


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Bruno MURGIA (PdL), relatore, ricorda che il Programma nazionale di riforma (PNR), approvato in bozza il 5 novembre scorso dal Consiglio de Ministri, indica gli obiettivi e le misure per l'attuazione in Italia della nuova Strategia per la crescita e l'occupazione dell'UE - Europa 2020. La bozza di programma è stata trasmessa alle Camere ai sensi dell'articolo 4-ter della legge n. 11 del 2005, prima della sua presentazione alla Commissione europea, ai fini dell'espressione di eventuali osservazioni o atti di indirizzo da parte dei competenti organi parlamentari. La bozza di PNR dovrebbe essere sottoposta entro il 12 novembre 2010 alla Commissione europea ai fini di una prima valutazione; il programma di riforma andrà poi presentato in forma definitiva alle Istituzioni europee, unitamente al programma di stabilità, entro il 15 aprile 2011, nel quadro del nuovo sistema di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri.
Ricorda inoltre che, per le parti di competenza della Commissione cultura, tra gli obiettivi principali fissati dalla Strategia UE 2020 definita dal Consiglio europeo del 17-18 giugno 2010, vi sono quelli di migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3 per cento del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati combinati in tale settore e di migliorare i livelli d'istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10 per cento e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40 per cento. Il Consiglio europeo ha ribadito la competenza degli Stati membri a definire e attuare obiettivi quantitativi nel settore dell'istruzione.
Per contribuire al conseguimento di questi cinque grandi obiettivi ciascuno Stato membro, nell'ambito del proprio PNR, stabilisce corrispondenti obiettivi e misure nazionali. Rinvia alla documentazione fornita dagli uffici, ricordando soltanto per esigenze di sintesi che l'elaborazione e la valutazione dei PNR e delle loro misure di attuazione si inserisce nel quadro della riforma dei meccanismi di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, incentrata sui tre pilastri: un meccanismo per il coordinamento delle politiche economiche nazionali nell'ambito del cosiddetto «semestre europeo»; una più forte sorveglianza macroeconomica, che includa meccanismi di allerta e di sanzione, per affrontare gli squilibri di competitività e crescita; l'applicazione più rigorosa il Patto di stabilità e crescita. La Commissione cultura è stata per questo autorizzata ad esprimere rilievi alla Commissione bilancio competente per materia.
Segnala che tra i principali ostacoli individuati dal documento alla crescita economica si considera, tra gli altri, anche il sistema di istruzione e formazione, in ordine al quale si fa riferimento alla riforma in atto del sistema di istruzione ed universitario che dovrebbero portare, da un lato, ad una maggiore corrispondenza alle esigenze del mercato del lavoro e, dall'altro, ad un contenimento della spesa. Nel settore conoscenza, ricerca e innovazione il Programma Nazionale di Riforma ricorda, infatti, che il Governo è impegnato nella riforma del sistema universitario e nel riordino degli enti ricerca, in un quadro di generale contenimento della spesa pubblica, per migliorarne l'efficienza e la produzione accademica e scientifica. Segnala inoltre che anche il paragrafo 2.1 del Programma Nazionale di Riforma, limitatamente alle parti di competenza della Commissione cultura, evidenzia come anche nell'ambito dell'area chiave Innovazione - Ricerca e Sviluppo appaia necessario il miglioramento del capitale umano, attraverso il collegamento tra scuola e mercato del lavoro, nonché un aumento della spesa privata in Ricerca e Sviluppo. In particolare, il PNR indica quali misure di frontloading la riforma della scuola superiore, la riforma dell'università e il Programma Nazionale di Ricerca. Con specifico riguardo al Capitale umano, osserva che il PNR evidenzia che le riforme del settore dell'istruzione, scolastica e universitaria, si collocano nel quadro degli


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interventi strutturali pluriennali e mirano a contemperare l'esigenza di contenimento della spesa pubblica con quella di ridefinire le filiere formative. Secondo quanto evidenziato nel PNR, la riforma intende valorizzare i processi di apprendimento, facilitando il passaggio da una scuola basata prevalentemente sulla trasmissione delle conoscenze ad una fondata sull'acquisizione di competenze, all'interno di un percorso di apprendimento continuo. Tra gli elementi caratterizzanti del processo di riforma vengono ricordati: la valorizzazione dell'offerta formativa nell'area dell'istruzione tecnica e professionale; il riequilibrio delle disparità territoriali; il piano per la Scuola Digitale; l'istituzione di un segmento di formazione post-secondaria non accademica strettamente raccordata all'evoluzione strutturale del mercato del lavoro - Istruzione tecnica superiore; la valorizzazione del rapporto di partenariato con il territorio, attraverso specifici Protocolli d'intesa con le regioni e gli enti locali.
Rileva che, in tema di abbandoni scolastici, il PNR evidenzia un divario territoriale tra il numero di giovani che abbandonano prematuramente gli studi nel Mezzogiorno (23 per cento) e quello del Centro-Nord (16,5 per cento). Gli obiettivi nazionali sono indicati al 17,9 per cento per il 2013, al 17,3 per cento per il 2015, e al 15-16 per cento per il 2020. Secondo quanto specificato nel PNR, i valori obiettivo per il 2013 e per il 2015 sono basati sulle politiche correnti - quali la citata riforma della scuola secondaria -, che mirano ad assicurare un'istruzione adeguata a tutti i giovani compresi tra i 14 e i 18 anni; essi, inoltre, tengono conto degli sforzi aggiuntivi supportati, per il periodo 2007-2013, sia dai fondi strutturali europei, sia dalla politica di sviluppo regionale, e dei correlati Obiettivi di servizio per le regioni del Mezzogiorno. Per l'Università, per la quale il progetto di riforma è in corso in Commissione cultura, l'obiettivo primario indicato dal PNR è quello di eliminare la frammentazione degli indirizzi, sostenere il miglioramento della qualità dell'offerta formativa, collegando il finanziamento ai risultati raggiunti, innalzare il numero dei laureati. Nell'ambito dell'istruzione terziaria o equivalente, gli obiettivi nazionali sono indicati al 22,3 per cento nel 2013, al 23,6 per cento nel 2015, e al 26-27 per cento nel 2020. Anche in questo caso, i valori per il 2013 e il 2015 si basano sulle politiche correnti che mirano a rinforzare e integrare i sistemi di istruzione e apprendimento sia a livello centrale che locale, per fornire ai lavoratori le competenze necessarie sul mercato del lavoro. Rinvia anche in questo caso alla documentazione fornita dagli uffici per i documenti Documenti all'esame delle istituzioni dell'UE in materia.
Aggiunge che il PNR sottolinea che gli investimenti totali dedicati all'istruzione, quantificati in 4,3 miliardi di euro, sono indirizzati a rafforzare le competenze, competenze chiave e livelli di apprendimento, e migliorare la qualità del sistema, al fine di aumentare la partecipazione - in particolare femminile - al mercato del lavoro e la competitività dei sistemi produttivi. Si tratta dei Fondi strutturali 2007-2013 destinati alla priorità UE 2020 Istruzione. Gli interventi promossi dai programmi nazionali, per un investimento pari a 1,6 miliardi di euro, sono diretti a migliorare le dotazioni tecnologiche e i laboratori nelle scuole di ogni ordine e grado e nei Centri territoriali permanenti e a migliorare l'apprendimento delle scienze e delle tecnologie. In tale ambito, viene segnalato il Programma nazionale Qualità e merito, per il miglioramento dell'insegnamento e dell'apprendimento nell'area matematica. I programmi regionali comportano un investimento di 2,7 miliardi di euro. In particolare, l'intervento regionale si concentra sull'offerta di servizi per migliorare l'accesso alle scuole e la loro apertura pomeridiana, ad esempio, trasporti, servizi di mensa, messa in sicurezza degli edifici. Il PNR evidenzia che al momento sono stati investiti 1,3 miliardi di euro per qualificare l'offerta formativa scolastica e per realizzare interventi di alta formazione per i laureati in cerca di occupazione, quali voucher per i costi di iscrizione e frequenza a corsi di


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dottorato di ricerca e a master universitari. Infine, il PNR rileva che alle dotazioni finanziarie indicate si sono aggiunti 374 milioni di euro provenienti da programmi comunitari - 238 provenienti dal programma nazionale «Ambienti per l'apprendimento» e 136 dal programma regionale «Sardegna» -, finalizzati alla diffusione delle nuove tecnologie nel settore scolastico e, perciò, computati negli investimenti relativi a «Ricerca e innovazione».
Per le parti di competenza della Commissione, ricorda che il Programma prevede la reintegrazione del Fondo per il finanziamento ordinario degli enti di ricerca, per accompagnare adeguatamente il processo di riordino avviato con il decreto legislativo n. 213 del 2009 e anche in considerazione del fatto che, a decorrere dal 1o gennaio 2011, una quota crescente del Fondo, inizialmente pari al 7 per cento, è destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti. Nell'ambito del Fondo si prevede, inoltre, di riservare una quota alla costituzione di un parco-progetti della ricerca. Sottolinea che si prevede inoltre il rifinanziamento annuale di 500 milioni di euro del Fondo per l'Innovazione e la ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), destinati ad alimentare gli strumenti di incentivazione della ricerca di base ed industriale (bandi FIRB, PRIN, decreto legislativo n. 297 del 1994) per fronteggiare la forte domanda di investimenti nel settore specie nelle aree più industrializzate del Paese, e per la riconversione e riqualificazione industriale, nonché il finanziamento di programmi di ricerca eccellenti promossi da giovani ricercatori e l'adozione di bandi annuali per la diffusione della cultura scientifica e per contribuire al funzionamento di enti privati di ricerca.
Segnala inoltre che il Programma nazionale di riforma si propone, infine, di aumentare la presenza delle donne nelle posizioni di responsabilità nel settore della ricerca, raggiungendo il 25 per cento indicato dall'UE. In tale contesto, richiama il protocollo di intesa firmato nel settembre 2010 dal Ministro per le pari opportunità e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, volto a promuovere l'attuazione di politiche di pari opportunità anche in questo settore. Il programma del Governo è finalizzato anche al raggiungimento dell'obiettivo indicato dall'Agenda Digitale europea di garantire entro il 2020 almeno al 50 per cento della popolazione l'accesso a internet superveloce, con velocità superiore ai 100 Megabit al secondo. Rileva che si prevede in tale direzione di promuovere uno sforzo comune di tutte le componenti interessate - istituzioni, operatori, regolatori, investitori - volto alla realizzazione di una infrastruttura comune, alla quale gli operatori delle telecomunicazioni potranno avere accesso per fornire in propri servizi, in regime di libera concorrenza. Secondo i dati forniti dal Governo, i fondi destinati alla ricerca e all'innovazione nell'ambito della politica di coesione 2007-2013 ammontano complessivamente a 20,8 miliardi di euro di cui 12,8 miliardi per attività di ricerca e sviluppo nei centri di ricerca, per la realizzazione di infrastrutture per la ricerca, per interventi di trasferimento tecnologico e il sostegno alla ricerca industriale.

Elena CENTEMERO (PdL) rileva che il provvedimento in esame reca il progetto di Programma nazionale di riforma varato dal Governo sulla base delle proposte dell'Unione europea. Rileva innanzitutto che il termine fissato per l'espressione della Commissione bilancio al 12 novembre 2010, non essendo previsto in via normativa non appare perentorio e potrebbe essere eventualmente posticipato in modo da consentire un esame adeguato della proposta di programma da parte del Parlamento. Aggiunge di aver partecipato nei giorni scorsi ad un confronto a Bruxelles presso il Parlamento europeo con rappresentanti di altri Parlamenti nazionali degli Stati membri, proprio con riferimento alle tematiche considerate nel Programma nazionale di riforma in esame. Sottolinea a tal proposito che gli interventi svolti, tra i quali quello del Presidente della Commissione europea


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Barroso, hanno evidenziato l'esigenza di favorire lo sviluppo di un sistema di istruzione e formazione, tenendo conto dell'importante valore del rispetto delle persone, anche in collegamento con la crescita demografica futura nei prossimi 50 anni legata all'ingresso sempre maggiore di immigrati in Unione europea. Sono stati quindi individuati settori in cui investire quali il sociale, la sanità, la formazione, l'istruzione e la cosiddetta green economy, mettendo in luce l'esigenza di equilibrare e stabilizzare il bilancio, pur incentivando la crescita. Rileva quindi che appare necessaria una riqualificazione della spesa pubblica con particolare riferimento al settore dell'istruzione per la realizzazione degli obiettivi fissati dalla Strategia 2020, che allo stato non risulta finanziata. Per questo motivo, sottolinea che la Commissione XIV non ha proceduto all'analisi del provvedimento in esame, richiedendo invece un tempo maggiore per il suo svolgimento, visto anche che non è stato possibile procedere all'acquisizione dei chiarimenti necessari da parte del Ministro Ronchi.

Bruno MURGIA (PdL), relatore, ritiene alla luce delle parti di competenza la Commissione potrebbe deliberare di riferire favorevolmente alla Commissione bilancio. Si dichiara comunque disponibile a valutare eventuali osservazioni che dovessero essere espresse dai colleghi.

Elena CENTEMERO (PdL) ribadisce l'esigenza di avere un termine maggiore per riferire alla Commissione bilancio, preannunciando in caso contrario il proprio voto di astensione.

Valentina APREA, presidente, ribadisce che sulla base dell'autorizzazione del Presidente della Camera la Commissione è tenuta ad esprimere i propri rilievi nella seduta odierna, dovendo la Commissione di merito, allo stato, pronunciarsi entro il termine fissato.

Ricardo Franco LEVI (PD) ricorda che l'importante documento in esame rientra nella Strategia 2020 dell'Unione europea, proprio per favorire uno sviluppo effettivo dell'Unione, superando le scelte rimaste inattuate, già previste dalla strategia di Lisbona, anche forse per la mancanza di meccanismi cogenti per la sua applicazione. Ritiene, in questo senso, che si sia evidenziato un complesso problema di gestione degli equilibri economici, derivante non solo dalla tenuta dei conti pubblici, ma anche dagli squilibri causati dal mercato finanziario. Sottolinea quindi che non vi è il tempo necessario per dare una valutazione adeguata nel merito del provvedimento e della politica definita dal Governo, visto il termine breve fissato per il suo esame. Ritiene che forse la ristrettezza temporale per l'esame del PNR sia legata alla necessità di non far apparire le contraddizioni in politica estera e in particolare in quella europea dell'attuale maggioranza. A tal proposito, segnala che quanto stabilito dalle istituzioni europee non è stato messo al centro dell'azione politica dell'Esecutivo, che persegue una politica sostanzialmente nazionalista e non condivisa delle scelte assunte nell'ambito europeo. Segnala, inoltre, come nella politica estera vi sia stato uno «schiacciamento» su posizioni anomale per la tradizionale politica estera italiana, come il rapporto con la Russia e altri Paesi del bacino del Mediterraneo. Ritiene che anche questo abbia contribuito all'emarginazione dell'Italia a livello europeo, determinandone l'esclusione da tutte le decisioni più importanti, come per esempio quella relativa all'istituzione del nuovo servizio diplomatico dell'Unione europea. Sottolinea, infine, la posizione eccentrica e deviante dell'Italia rispetto all'Europa, proprio nei campi della ricerca e dell'istruzione, in cui si è divergenti, rispetto agli altri Paesi europei, con investimenti che potranno arrivare all'1,5 per cento nel 2020, rispetto al 3 per cento, proposto dall'Europa; parametro peraltro già raggiunto e superato da altri Paesi europei. Nel merito, si associa quindi a quanto sottolineato dalla collega Centemero sul rinvio dell'esame del provvedimento, al fine di poterlo svolgere successivamente in


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maniera più approfondita. In caso contrario, preannuncia, anche a nome del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta del relatore.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) condivide quanto espresso dal collega Levi, ribadendo che vi sono tempi ristretti per l'esame di un provvedimento importante che fissa le strategie del Paese per centrare i futuri obiettivi proposti dall'Unione europea. Al riguardo, ritiene che i progetti fissati siano condivisibili, soprattutto quando si vuole valorizzare e incentivare l'occupazione accrescendo gli investimenti sull'istruzione e sulla formazione. Ritiene però che l'Italia, con le scelte adottate dall'attuale Governo, sia andata nella direzione opposta, non proponendo maggiori investimenti nei settori considerati strategici dall'Unione europea, ma piuttosto tagli e riduzioni. Sottolinea infatti che il Governo di fronte alle necessità economiche, dettate da esigenze di bilancio, non abbia fatto altro che porvi rimedio attuando tagli lineari nei settori fondamentali per i giovani, per la ripresa e per lo sviluppo economico e civile del Paese. Si associa quindi alla richiesta di rinviare l'esame del provvedimento, al fine di svolgere i necessari approfondimenti. Preannuncia anch'egli, altrimenti, il voto contrario sulla proposta del relatore.

Elena CENTEMERO (PdL) tiene a sottolineare, anche in qualità di relatore sul provvedimento presso la XIV Commissione, che l'Unione europea richiede sia la stabilità e l'equilibrio di bilancio, che adeguate riforme del sistema educativo. Precisa a tal proposito che la riforma varata dal Ministro Gelmini non si è limitata a definire interventi di carattere economico, peraltro necessari vista la congiuntura internazionale, in grado complessivamente di impedire esperienze quali quelle vissute da Paesi come Spagna e Grecia. La medesima riforma infatti ha avviato un processo di ammodernamento del sistema, completando la riforma varata a suo tempo dal Ministro Moratti e sulla quale si è successivamente inserita quella del Ministro Fioroni. Ritiene peraltro necessario che la versione definitiva del Programma nazionale di riforma indichi in modo più puntuale e articolato gli obiettivi, le misure e le risorse per l'attuazione in Italia degli obiettivi della Strategia 2020, con una revisione periodica degli obiettivi nazionali, tale da assicurare - quando la situazione macro-economica e di bilancio lo consentirà - una loro rimodulazione verso l'alto. Considera d'altra parte necessario che il prossimo quadro finanziario dell'Unione europea per il periodo successivo al 2013 attribuisca risorse specifiche ed adeguate a tutti gli obiettivi della Strategia 2020, in modo da assicurare un effetto leva per gli interventi finanziari nazionali, pubblici e privati. Aggiunge, inoltre, che, pur essendo apprezzabile la scelta di utilizzare gli stanziamenti della politica regionale per concorrere al perseguimento degli obiettivi della Strategia 2020, risulta necessario assicurare che i fondi strutturali siano destinati ad interventi a favore dello sviluppo regionale. Ribadisce in ogni caso la necessità che il Governo trasmetta tempestivamente alle Camere, ai sensi dell'articolo 4-ter della legge n. 11 del 2005, la versione definitiva del Programma di riforma, ai fini dell'approvazione di ogni opportuno atto di indirizzo. Rileva d'altro canto che nel corso dell'esame del provvedimento presso la Commissione XIV sia i rappresentanti del gruppo del PdL che quelli della Lega hanno assunto la posizione di non procedere all'analisi e all'approvazione del provvedimento, stante la non perentorietà del termine fissato per il suo esame. Ribadisce quindi il proprio voto di astensione, pur auspicando che il relatore voglia accogliere almeno alcune delle osservazioni da lei formulate.

Paola GOISIS (LNP) considera favorevolmente il provvedimento in esame che prevede una valorizzazione dell'offerta formativa e il riequilibrio delle disparità territoriali in tutti i settori della Commissione. Si tratta di obiettivi posti dalla


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Commissione cultura nel corso dell'esame dei provvedimenti relativi alla riforma Gelmini, tenuto conto che le valutazioni concernenti i profili finanziari attengono a profili di carattere internazionale.

Valentina APREA, presidente, precisa che i profili di competenza della Commissione cultura sono diversi rispetto a quelli della Commissione politiche dell'Unione europea, la quale, nel rispetto delle proprie competenze, ha valutato un percorso procedurale diverso da quello che autonomamente il relatore ha proposto oggi alla VII Commissione.

Bruno MURGIA (PdL), relatore, tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso dell'esame, propone di riferire favorevolmente alla Commissione bilancio con il rilievo che appare necessario indicare in modo più puntuale e articolato che l'Unione europea predisponga misure finanziarie destinate a concorrere al raggiungimento degli obiettivi fissati, da parte degli Stati membri.

Maria COSCIA (PD) riterrebbe opportuno rinviare l'esame del provvedimento, allo scopo di procedere agli approfondimenti richiesti.

Valentina APREA, presidente, ribadisce che nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione bilancio sarà possibile procedere ad eventuali e ulteriori approfondimenti, per gli aspetti non di competenza della Commissione cultura.

Antonio PALMIERI (PdL) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta formulata dal relatore, pur esprimendo rammarico per la solita retorica espressa dall'opposizione sui tagli perpetrati dal Governo. Comprende le considerazioni relative all'auspicio di procedere ad un esame ulteriore del provvedimento, concordando peraltro pienamente con la Presidente Aprea in merito alle modalità definite per l'esame del provvedimento.

La Commissione delibera quindi di riferire favorevolmente alla Commissione bilancio, con un rilievo (vedi allegato 1).

La seduta termina alle 14.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 14.50.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.
Atto n. 194.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 ottobre 2010.

Maria COSCIA (PD) illustra una proposta di parere alternativo di cui è prima firmataria (vedi allegato 2), richiamandone integralmente il contenuto. Ricorda, inoltre, di aver preso in considerazione il parere proposto dalla relatrice, che peraltro non sottolinea la mancanza di visione strategica dello schema di regolamento proposto dal Governo, risultando schiacciato sui tagli lineari dettati dall'articolo 64, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 2008. Sottolinea, inoltre, che con il provvedimento in oggetto si proseguono riduzioni di risorse umane e finanziarie nel settore della pubblica istruzione che dovrebbe invece ricevere, secondo quanto


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previsto dall'Unione europea, un rafforzamento di investimenti. A tal proposito, ricorda che tutta la strategia dell'Unione europea per il 2020 si basa sulla «crescita intelligente», realizzata con l'apprendimento permanente e un sistema integrato tra istruzione e formazione, al quale possano concorrere tutte le istituzioni competenti. Ritiene invece che con il provvedimento in esame si sia di fronte solo ad un ridimensionamento dell'offerta formativa, con un segnale contrario sia rispetto alle indicazioni previste dalla passata Strategia di Lisbona che agli obiettivi indicati dall'Unione per il prossimo decennio. Aggiunge che il taglio apportato con il provvedimento in oggetto incide per il 20 per cento sugli organici dei centri territoriali permanenti e dei corsi serali, riducendo ulteriormente un'offerta che dovrebbe essere, invece, potenziata. Sottolinea infine che lo schema di regolamento non rappresenta un fattore di progresso ma di regresso, visto che non tiene conto dei reali bisogni formativi della popolazione adulta, rappresentati da un analfabetismo di ritorno, da uno digitale e dal mancato apprendimento della necessaria seconda lingua. Ritiene, in conclusione, che vi sia bisogno di impostare un nuovo progetto didattico basato su nuove competenze, sviluppando azioni positive, senza proporre riduzioni insostenibili dell'offerta formativa.

Valentina APREA, presidente e relatore, esprime profonda delusione per la scelta del Partito Democratico di presentare una proposta di parere alternativo, essendosi fatta carico nella proposta di parere da lei presentata di formulare una serie di condizioni pesanti al Governo, in particolare l'ultima che prevede la ridefinizione dei tempi previsti dall'articolo 11, comma 1, stabilendo che il termine del 31 agosto 2011 fissato per la cessazione del previgente ordinamento sia sostituito da quello del 31 agosto 2013. Rileva che si sarebbe attesa quanto meno un voto di astensione da parte dell'opposizione visto che si è tenuto conto di tutti i contributi emersi nel corso delle audizioni. Ribadisce quindi che la proposta di parere da lei presentata non è formale ma mira a modificare radicalmente il testo inizialmente sottoposto dal Governo all'esame della Commissione.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) sottoscrive il parere alternativo presentato dal gruppo del Partito democratico, ritenendo che la presenza dei deputati in Commissione non sia solo formale ma legata all'assunzione di precise responsabilità politiche. Si riferisce al fatto che nella proposta di parere della relatrice sono contenute modifiche importanti e decisive, tanto da mettere in discussione il mantenimento della stessa proposta del Governo. Si sarebbe aspettato quindi un parere contrario che sfiduciasse in qualche modo il Governo, e non favorevole con condizioni. Ritiene quindi non si possa chiedere all'opposizione di astenersi, visto che nello schema di regolamento in esame l'unico «spirito riformatore» del ministro Gelmini è rappresentato dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 che si sostanzia nella riduzione di personale, di fondi e di servizi. Ricorda inoltre come sull'atto in discussione siano state espresse forti perplessità sia dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione che dal Consiglio di Stato. Ribadisce quindi che sarebbe stato più corretto portare alle estreme conseguenze la riflessione contenuta nelle condizioni proposte dalla relatrice, chiedendo al Governo di ritirare il provvedimento, per riproporlo completamente modificato, senza limitarsi a richiedere di correggerlo.

Paola GOISIS (LNP) non ritiene che la soluzione di proporre una sfiducia al Governo possa essere condivisibile, in quanto deve prevalere la scelta di contribuire al miglioramento delle proposte fatte dal Governo al Parlamento e non alla loro soppressione. Condivide in particolare le condizioni n. 1 e 2 della proposta di parere, rilevando che la politica fatta negli anni passati dalla sinistra è stata quella di


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moltiplicare le figure di insegnamenti, anche in situazioni discutibili, come è stata verificato dalla Commissione nel corso della missione svolta a Casale di Principe. In quella occasione, si è verificato infatti che la presenza di insegnanti per il tempo prolungato era inutile visto che i bambini non usufruivano del prolungamento dell'orario. Preannuncia quindi anche a nome del proprio gruppo il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Rosa DE PASQUALE (PD), nel rispondere a quanto testé espresso dalla collega Goisis, ricorda che tutte le proposte del gruppo del Partito democratico sono state sia contro ogni forma di immobilismo che contro i meri tagli lineari, inadatti ad individuare le situazioni di inefficienze, come, ad esempio, quelle a Casal di Principe, da lei ricordate. Sottolinea che le condizioni poste nel parere dalla relatrice portano ad una sola conclusione: l'atto stesso andava ritirato e non solo modificato, visto che tutte le condizioni poste in passato dalla Commissione in altri pareri ad atti del Governo, sono state completamente disattese, a partire da quelle che prevedevano nuovi stanziamenti di risorse e di investimenti. Rileva inoltre che con il regolamento in oggetto viene dismesso tutto l'impianto concernente la formazione degli adulti. A tal proposito, ricorda che la recente normativa sulla sicurezza prevede la conoscenza della lingua italiana come requisito per l'acquisizione della cittadinanza da parte degli stranieri sul territorio. A questa previsione si accompagna invece una decisione politica di senso opposto che di fatto smantella gli unici centri ove è possibile acquisire tale formazione. Stigmatizza inoltre il fatto che l'organico potrà essere assegnato ai centri territoriali permanenti solo con la finalità di produrre titoli certificati. Ricorda, infine, che prima ancora dell'approvazione definitiva della normativa in questione, sono stati imposti tagli ai centri territoriali permanenti per supplire alle mancanze degli organici delle scuole elementari. Al riguardo, ritiene che di fronte a tale situazione sia del tutto inutile una proposta di slittamento al 2013 fatta dalla relatrice. Sottolinea infine che nel provvedimento in esame manca il coordinamento necessario tra i corsi serali e quelli dei centri territoriali permanenti, il che creerà ulteriore confusione e disagio.

Emerenzio BARBIERI (PdL) sottolinea che la proposta di parere presentata dal relatore appare assolutamente condivisibile, evidenziando la contraddizione in cui cadono i gruppi di minoranza che affermano che la maggioranza sarebbe prona al Governo quando invece formula condizioni puntuali per una modifica radicale del testo. L'opposizione considera poi le condizioni non sufficienti richiamandosi velleitariamente alla richiesta di dimissioni da parte dell'Esecutivo. Sottolinea invece che la proposta di parere è molto pesante, ribadendo che è impossibile far tornare i conti senza procedere a qualche correttivo, come pretenderebbe invece il collega Zazzera. Preannuncia quindi, anche a nome dei deputati del suo gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Il sottosegretario Guido VICECONTE accoglie con favore i giusti suggerimenti proposti dal relatore, preannunciando l'impegno del Governo ad una loro puntuale attuazione nei termini più fedeli possibili.

Valentina APREA, presidente, ricorda che è stata presentata, da parte dei deputati Coscia ed altri, una proposta alternativa di parere che è in distribuzione.
Pone quindi in votazione la proposta di parere del relatore, avvertendo che, se questa risulterà approvata, sarà preclusa la proposta alternativa, mentre, se risulterà respinta, sarà messa in votazione la proposta alternativa di parere.


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La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, formulata dal relatore (vedi allegato 3).

La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 10 novembre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.30.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale.
C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1255 Giancarlo Giorgetti, C. 1881 Lolli, C. 2251 Frassinetti e C. 2394 Ciocchetti.

VII Commissione - Mercoledì 10 novembre 2010


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ALLEGATO 1

Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020. Doc. CCXXXVI, n. 1.

RILIEVI APPROVATI

La VII Commissione (Cultura,scienza e istruzione) della Camera dei deputati,
esaminato per le parti di competenza il progetto di Programma nazionale di riforma Doc. CCXXXVI/1;
tenuto conto che gli impegni assunti dal Governo appaiono condivisibili e in linea con la legislazione nazionale adottata o in corso di adozione,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con il seguente rilievo:
appare necessario indicare in modo più puntuale e articolato che l'Unione europea predisponga misure finanziarie destinate a concorrere al raggiungimento degli obiettivi da parte degli Stati membri.


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ALLEGATO 2

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali (atto n. 194).

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO DEI DEPUTATI COSCIA, GHIZZONI, SIRAGUSA, BACHELET, DE PASQUALE, DE TORRE, PES, ROSSA, DE BIASI, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, MELANDRI, NICOLAIS, ANTONINO RUSSO e ZAZZERA

La Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante «Norme generali per la ridefinizione dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, adottato ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133»;
tenuto conto dei contributi emersi nel corso delle audizioni informali dei rappresentanti delle associazioni, delle organizzazioni sindacali, dei dirigenti e dei rappresentanti di diverse istituzioni scolastiche interessate e di esperti del settore, svolte dalla VII Commissione nel corso di varie sedute;
ritenuto che la ridefinizione dell'offerta formativa dell'istruzione per gli adulti debba collocarsi nel quadro degli indirizzi emanati dall'Unione Europea, in particolare, dalla Conferenza Internazionale di Amburgo del luglio 1997, con il Trattato di Lisbona del 2000 e la Strategia Europea 2020, che attribuiscono al «lifelong learning», cioè all'apprendimento lungo tutto il corso della vita, un ruolo centrale nell'ambito delle strategie per la crescita e l'occupazione, per la trasformazione del Welfare e per la cittadinanza attiva;
considerato che l'UE, con la raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, ha individuato otto competenze chiave per l'apprendimento permanente: comunicazione nella madre lingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; competenza digitale; imparare ad imparare; competenze sociali e civiche; spirito di iniziativa e imprenditorialità; consapevolezza e espressione culturale;
considerato inoltre che l'Ue, con la raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, ha definito il quadro europeo delle qualifiche dell'apprendimento permanente;
considerato altresì che l'Unione Europea, con la nuova strategia «Europa 2020», finalizzata a superare la crisi e a preparare l'economia ad affrontare le sfide del prossimo decennio, ha individuato tre motori per la crescita: la crescita intelligente (promuovere la conoscenza, l'innovazione, l'istruzione e la società digitale); la crescita sostenibile; la crescita inclusiva;
ritenuto che, per essere in linea con le indicazione dell'Unione Europea, come previsto dall'Accordo tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità Montane, approvato dalla Conferenza Unificata il 2 marzo 2000, sarebbe necessario costruire nel nostro Paese un «sistema integrato di istruzione, formazione e lavoro, con gli obiettivi prioritari di recuperare i


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bassi livelli di istruzione e formazione, quale premessa per lo sviluppo formativo e l'inserimento lavorativo; di offrire opportunità educative ai cittadini adulti per l'acquisizione di conoscenze e di competenze funzionali di base nei diversi campi per il pieno esercizio del diritto di cittadinanza»;
rilevato che il predetto accordo non solo non è richiamato nelle premesse dello schema di regolamento in esame, ma è palesemente contraddetto nei contenuti;
ritenuto che l'offerta formativa dell'istruzione pubblica per gli adulti vada non solo riorganizzata, ma, come sottolinea il CNPI nel suo parere, debba essere soprattutto potenziata per colmare i ritardi accumulati dal nostro Paese nella costruzione del sistema integrato finalizzato a promuovere l'apprendimento durante tutto l'arco della vita e per affrontare in modo efficace alcune criticità come l'elevato rischio alfabetico, come testimoniano alcuni dati: analfabetismo funzionale e di ritorno per 2 milioni di cittadini fra i 46 e i 65; il 19,3 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni privo di diploma o di qualifica e fuori da ogni circuito formativo. A questi dati vanno aggiunte le difficoltà di inserimento di un numero sempre più crescente di immigrati regolari nel nostro Paese, circa 5 milioni, per i quali l'apprendimento della lingua italiana costituisce un presupposto fondamentale per favorirne la piena integrazione;
considerato, pertanto, che l'impianto dello schema di regolamento in esame è privo del necessario respiro strategico richiesto dall'Europa ed è fortemente limitato dai vincoli imposti dai drastici tagli lineari stabiliti con l'articolo 64 della legge 133/2008, che comportano, per il settore dell'istruzione per gli adulti, un taglio agli organici del personale di ben 2.097 unità, con una ricaduta drammaticamente negativa sulla quantità e qualità dell'offerta formativa assicurata fin qui dai Centri Territoriali Permanenti e dai Corsi Serali;
rilevato che tale impostazione vanifichi anche gli aspetti positivi previsti, a partire dal riconoscimento dell'autonomia del settore della formazione degli adulti nell'ambito del sistema dell'istruzione pubblica, con la grave conseguenza che possa essere messa in discussione la corretta attuazione dell'articolo 1, comma 632, della legge n. 296 del 2006 che prevede, sicuramente con altre intenzioni rispetto allo sviluppo delle attività, un riordino del settore su base provinciale con l'istituzione dei Centri provinciali di istruzione per gli adulti articolati in reti di servizio da attivare nei vari territori. Infatti, non solo lo schema del regolamento limita a 150 i Centri provinciali da attivare in tutto il territori nazionale ma subordina la loro istituzione al venir meno di altrettante istituzioni scolastiche autonome nei piani regionali di dimensionamento in aggiunta alle già 700 tagliate questo anno scolastico;
rilevato che, in conseguenza dei tagli, l'offerta formativa viene limitata unicamente al conseguimento dei titoli di studio e delle certificazioni riferiti al primo ciclo, all'assolvimento dell'obbligo scolastico e, per il secondo ciclo di istruzione, solo ai percorsi degli istituti tecnici, degli istituti professionali e ai soli licei artistici, escludendo così, incomprensibilmente, tutti gli altri percorsi liceali peraltro già attivati in diverse realtà del Paese;
considerato altresì che con questa scelta viene meno una parte rilevante dell'offerta formativa già sperimentata con successo nei CTP con offerte formative modulari flessibili, come i percorsi finalizzati all'alfabetizzazione culturale e funzionale, i percorsi integrati di istruzione e formazione, i percorsi rivolti ai bisogni di alfabetizzazione delle fasce più deboli;
considerato che, in questo modo, si esclude l'apprendimento dell'italiano come seconda lingua per gli stranieri, possibile, secondo il regolamento, solo come parte di un percorso finalizzato al conseguimento del titolo di studio: invece di realizzare, come sarebbe necessario, un piano nazionale per l'apprendimento della lingua italiana da parte dei cittadini immigrati, si azzerano le tante esperienze positive realizzate


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in tante realtà del paese dai CTP e si rende impossibile l'accesso all'offerta formativa dell'istruzione pubblica da parte degli immigrati sia per l'apprendimento dell'italiano che di altre competenze non finalizzate all'acquisizione di un titolo di studio;
considerato che, allo stesso modo, si escludono dall'offerta formativa dedicata agli adulti i percorsi di cultura generale e di approfondimento, che, invece, avrebbero potuto arginare il drammatico problema dell'analfabetismo di ritorno, come fin qui è stato in moltissime esperienze positive diffuse nel nostro Paese, nonché tutti i percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, indispensabili per tante lavoratrici e tanti lavoratori, che hanno perduto l'occupazione a seguito dalle grave crisi economica che incombe nel nostro Paese e che hanno bisogno di acquisire nuove competenze che rendano loro possibile il rientro nel mondo del lavoro;
considerato che la chiave riduttivistica che sottende allo schema di regolamento e i tagli imposti anche alle Regioni e agli Enti locali impedirà l'attivazione dell'offerta formativa aggiuntiva in quanto non supportata con risorse da parte dello Stato;
ritenuto che il regolamento in esame doveva porsi nell'ottica più ampia dell'educazione permanente e, quindi, svolgere un ruolo attivo per l'avvio concreto del sistema integrato dell'educazione degli adulti, così come disegnato con l'accordo del 2 marzo 2000 approvato dalla Conferenza Unificata, anche attraverso la valorizzare delle esperienze positive realizzate in moltissime realtà del Paese con la partecipazione fondamentale degli uffici periferici, dei CTP e dei Corsi Serali, dei Comitati Locali, dei Coordinamenti tra le diverse istituzioni, le parti sociali e le realtà impegnate nell'educazione degli adulti. Si tratta di importati strumenti finalizzati a rilevare i bisogni formativi, spesso inespressi, a orientare e sostenere la domanda, a programmare e a realizzare l'offerta integrata di istruzione e formazione. Assumere queste buone pratiche, metterle a sistema doveva essere il punto di partenza per definire un progetto complessivo di sviluppo e potenziamento del segmento dell'istruzione pubblica per gli adulti, seppure con le gradualità rese necessarie dalle risorse disponibili. Il regolamento appare invece schiacciato dalla logica dei tagli e privo di respiro strategico. Infatti, a tratti introduce principi positivi come la personalizzazione dei corsi, il riconoscimento dei crediti, il patto formativo individuale che vengono poi contraddetti dai richiami continui ai percorsi ordinamentali scolastici ordinari, rigidi. Per realizzare, invece, un sistema efficace di istruzione per la popolazione adulta occorrerebbe, ad esempio, strutturare percorsi specifici per adulti e non semplicemente riproporre il percorso scolastico tradizionale limitandosi a ridurre il numero delle ore dedicate ai corsi; mettere al centro l'acquisizione di competenze, e non programmi esistenti rivisitati; individuare e valorizzare l'intreccio tra competenze acquisite in ambiti non formali, spendibili nella vita lavorativa e sociale e competenze più formali inerenti gli ambiti più generali del sapere; attuare modelli didattici che mettano al centro il coinvolgimento, la comprensione, la condivisione, l'assunzione di responsabilità da parte dell'adulto che rientra in formazione; sviluppare le attività di formazione in stretto rapporto con i territori. In questa ottica è particolarmente grave che il regolamento non preveda di attivare, come offerta formativa ordinaria, corsi modulari flessibili, non finalizzati cioè ad acquisire specifici titoli di studio, ma competenze fondamentali ai fini dei diritti di cittadinanza e del miglioramento dell'attività lavorativa, come l'acquisizione di competenze informatiche, di una seconda lingua come richiede l'Europa, oltre che, come già detto, l'apprendimento dell'italiano da parte degli immigrati;
ritenuta particolarmente grave la previsione che l'organico del personale sia


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attribuito solo sulla base del criterio della serie storica degli studenti e che non sia prevista, invece, che non sia prevista l'attribuzione di una dotazione organica funzionale di personale, almeno triennale, definita sulla base di elementi di programmazione dell'offerta e dei suoi risultati, collegati con l'analisi dei flussi e dei bisogni formativi, l'analisi di contesto e della situazione territoriale;
ritenuta altrettanto grave la mancata previsione di un piano nazionale di aggiornamento professionale;
visto il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 16 dicembre 2009;
visto il parere espresso dalla Conferenza Unificata in data 6 maggio 2010;
visto il parere del Consiglio di Stato espresso il 22 luglio 2010;
tutto ciò premesso

esprime

PARERE CONTRARIO


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ALLEGATO 3

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali (atto n. 194).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica «Norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, adottato ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133»;
considerato che la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti e dei corsi serali, era stata avviata con la legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria per il 2007 e con il successivo decreto del Ministro della pubblica istruzione del 25 ottobre 2007;
tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di categoria, rappresentanti sindacali, dirigenti scolastici ed esperti, svolte dalla Commissione Cultura, scienza e istruzione, nelle sedute del 28 aprile 2010, 4 e 11 maggio 2010 e 21 settembre 2010;
preso atto del parere espresso dalla Conferenza unificata in data 6 maggio 2010, pervenuto il 18 maggio 2010, e di quello del Consiglio di Stato espresso il 22 luglio 2010, trasmesso dal Governo il 27 luglio 2010;
rilevata la necessità di dare attuazione al citato articolo 64, comma 4, lettera f), della legge n. 133 del 2008 attraverso una ridefinizione dell'assetto organizzativo e didattico dei centri per l'istruzione degli adulti, compresi i corsi serali, idonea a superare le criticità emerse nel previgente sistema, in modo da garantire, tra l'altro, l'acquisizione e lo sviluppo delle competenze connesse all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, comprese le competenze chiave di cittadinanza, al fine di innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta, anche immigrata, in coerenza con le Raccomandazioni dell'Unione Europea in materia;
rilevato che appare condivisibile il complessivo assetto organizzativo e didattico articolato in percorsi di primo e secondo livello, finalizzati i primi al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo e della certificazione dei saperi e delle competenze connesse all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, i secondi al conseguimento del titolo di studio conclusivo del secondo ciclo;
ritenuto che risulta altresì condivisibile la previsione di strumenti specifici per la sostenibilità dei carichi orario delle lezioni, soprattutto ai fini del riconoscimento dei crediti comunque acquisiti dall'adulto in contesti formali, informali e non formali, da considerare nella definizione del patto formativo individuale per la personalizzazione del percorso e della sua fruizione anche a distanza nei limiti previsti;
considerato opportuno valorizzare, comunque, i positivi risultati conseguiti dai progetti di innovazione destinati alle fasce


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deboli della popolazione, ivi compresa quella immigrata, realizzati dai Centri territoriali e dagli Istituti scolastici impegnati nell'attuazione dei corsi serali;
precisato che, nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni in materia di programmazione dell'offerta formativa, i Centri erogano i percorsi di secondo livello soltanto attraverso accordi con le istituzioni scolastiche sedi dei percorsi di istruzione tecnica, professionale, artistica e, nell'ambito dell'ampliamento dell'offerta formativa, anche liceale, come richiesto nel parere espresso dalla Conferenza unificata sullo schema in esame. I Centri si configurano pertanto quale punto di riferimento per tutti gli adulti che intendono conseguire titoli di studio, ferma restando ogni altra opportunità di ampliamento dell'offerta formativa nel quadro di accordi con le Regioni e gli Enti locali;
ritenuto necessario ottimizzare le risorse umane e strumentali disponibili attraverso la previsione di modelli organizzativi «a rete» sul territorio, idonei a sviluppare rapporti stabili e organici tra i centri provinciali per l'istruzione degli adulti, dotati di una propria autonomia a norma dell'articolo 1, comma 632, della citata legge n. 296 del 2006, e le altre sedi nelle quali si attuano i percorsi del secondo ciclo, in modo da assicurare all'utenza la più ampia e diversificata offerta di istruzione e formazione nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza, economicità e contenimento della spesa pubblica;
tenuto conto che, allo stato degli atti, il provvedimento in esame potrà essere perfezionato e reso efficace soltanto a partire dall'anno scolastico 2011/ 2012;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) ferma restando l'impostazione organizzativa e didattica, che consente di riconoscere i crediti acquisiti dagli adulti e di personalizzare i percorsi sulla base del patto formativo individuale e che prevede un'articolazione organizzativa per gruppi di livello, si ritiene necessario coordinare lo schema di regolamento in esame con la disciplina introdotta dai decreti del Presidente della Repubblica n. 87, 88 e 89 del 2010, riguardanti rispettivamente gli istituti professionali, gli istituti tecnici e i licei, in modo da renderlo coerente, nell'impianto e nei termini utilizzati, con il nuovo assetto della scuola secondaria superiore quale risulta dagli indicati regolamenti;
2) al fine di innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta, anche immigrata, per rispondere ai nuovi fabbisogni di istruzione indotti dalle rapide trasformazioni in atto della struttura demografica della popolazione, appare necessario modificare il provvedimento in esame in modo da assicurare centralità, nell'offerta formativa dei centri, all'acquisizione delle competenze di base connesse all'adempimento dell'obbligo di istruzione e all'esercizio della cittadinanza attiva, anche per sostenere meglio gli adulti nei percorsi di secondo livello per il conseguimento di un titolo di studio di istruzione secondaria superiore;
3) in considerazione del fatto che ai Centri territoriali compete, nella loro autonomia organizzativa e didattica, la gestione degli strumenti di flessibilità di cui all'articolo 4, comma 7, anche ai fini dell'orientamento e dell'accoglienza necessari alla definizione del patto formativo individuale, funzionale alla personalizzazione dei percorsi, si ritiene necessario, inoltre, all'articolo 4, dopo il comma 5, inserire il seguente: «5-bis. I percorsi di cui al comma 1, lettera b), sono realizzati dai Centri attraverso gli accordi di rete di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, con particolare riferimento all'articolo 7, stipulati con le istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale ei artistica»;
4) appare necessario, inoltre, che le materie di cui all'articolo 4, comma 7


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siano disciplinate con uno strumento flessibile, come le linee guida, per sostenere gradualmente il passaggio al nuovo ordinamento dei percorsi per l'istruzione degli adulti, nel rispetto dell'autonomia dei centri;
5) si considera necessario altresì prevedere misure nazionali di accompagnamento per l'introduzione del nuovo assetto organizzativo e didattico dei Centri, che comprendano prioritariamente l'aggiornamento del personale scolastico;
6) è necessario ridefinire i tempi previsti all'articolo 11, comma 1, stabilendo che il termine del 31 agosto 2011 fissato per la cessazione del previgente ordinamento sia sostituito quello del 31 agosto 2013;

e con la seguente osservazione:
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca valuti l'opportunità di adottare tutte le iniziative necessarie, anche nell'ambito dei contratti collettivi di lavoro del personale della scuola, per assicurare ai Centri territoriali personale in possesso di specifici titoli culturali e di esperienze maturate nel settore dell'istruzione degli adulti.

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