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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissioni Riunite (I e II)
1.
Martedì 13 settembre 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DEI PROGETTI DI LEGGE C. 4434 GOVERNO, APPROVATO DAL SENATO, C. 3380 DI PIETRO, C. 4382 GIOVANELLI, C. 3850 FERRANTI, C. 4516 GARAVINI E C. 4501 TORRISI RECANTI DISPOSIZIONI PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DELLA CORRUZIONE E DELL'ILLEGALITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Audizione di rappresentanti di Cittadinanzattiva, di Transparency International Italia e dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE):

Bruno Donato, Presidente ... 3 7 11 13
Zaccaria Roberto, Presidente ... 14 15
Bonifati Vincenzo, Rappresentante dell'ANCE ... 8 14 15
Ferla Vittorino, Rappresentante di Cittadinanzattiva ... 3 15
Giovanelli Oriano (PD) ... 12
Mantini Pierluigi (UdCpTP) ... 12
Tassone Mario (UdCpTP) ... 11
Valenti Quintiliano, Rappresentante di Transparency International Italia ... 6 13
Volpi Raffaele (LNP) ... 11 13
Zaniboni Eugenio, Rappresentante di Transparency International Italia ... 7 13

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture:

Zaccaria Roberto, Presidente ... 15 18
Bruno Donato, Presidente ... 19 21
Giovanelli Oriano (PD) ... 19
Lanzillotta Linda (Misto-ApI) ... 18 19
Mantini Pierluigi (UdCpTP) ... 19
Paolini Luca Rodolfo (LNP) ... 19
Santoro Sergio, Presidente facente funzioni dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ... 16 19

Audizione del professore Francesco Palazzo, ordinario di diritto penale presso l'Università degli studi di Firenze:

Bruno Donato, Presidente ... 21 24
Palazzo Francesco, Professore ordinario di diritto penale presso l'Università degli studi di Firenze ... 21
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A.

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COMMISSIONI RIUNITE (I E II)
I (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) E II (GIUSTIZIA)

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 13 settembre 2011


Pag. 15


...
Audizione di rappresentanti dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva attinente all'esame dei progetti di legge


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C. 4434 Governo, approvato dal Senato, C. 3380 Di Pietro, C. 4382 Giovanelli, C. 3850 Ferranti, C. 4516 Garavini e C. 4501 Torrisi, recanti disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, l'audizione di rappresentanti dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
È presente il presidente facente funzioni Sergio Santoro, a cui do la parola.

SERGIO SANTORO, Presidente facente funzioni dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Grazie, presidente. Mi riporto alla relazione che ho consegnato alla presidenza. Ovviamente, in ordine al disegno di legge di grande rilevanza che le Commissioni riunite stanno esaminando, dichiaro preliminarmente che l'Autorità si ritiene molto vicina alle problematiche che il disegno di legge tratta, dal momento che il problema della corruzione investe anche e soprattutto, come le cronache giudiziarie ci raccontano tutti i giorni, il settore di cui l'Autorità si occupa.
Nella nostra relazione abbiamo descritto anche il quadro economico del problema, l'interferenza tra le problematiche della concorrenza, che interessano anche quest'Autorità, e le problematiche della corruzione.
I due fenomeni sono collegati. Noi riteniamo, seguendo un luogo comune molto noto, che, dove viene meno la concorrenza, può inserirsi la corruzione e, dove la corruzione si espande, la concorrenza cede. È, lo ripeto, un luogo comune che alcuni economisti non approvano, ma noi non amiamo i paradossi, bensì seguiamo ciò che l'Autorità ritiene sia opportuno.
Nella relazione racconto le ragioni che hanno portato alla nascita del sistema dell'Autorità indipendente nella materia degli appalti. È una lunga stagione, che affonda le proprie origini addirittura negli anni Settanta. Già allora si riteneva opportuna un'Autorità regolatrice che potesse, tra le altre questioni, prevenire la corruzione.
Noi riteniamo che sia fondamentale per la prevenzione della corruzione nel settore di cui si occupa l'Autorità l'utilizzo delle banche dati. Tra le proprie prerogative, tra i fiori all'occhiello di cui si vanta, l'Autorità detiene un'importantissima Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Tale banca dati è fondamentale, secondo la nostra opinione, anche per reprimere il fenomeno della corruzione, in quanto essa consente di monitorare interamente tutto il settore dei contratti. La banca dati è stata recentemente estesa anche al settore dei servizi e delle forniture, ragion per cui il monitoraggio adesso può avvenire su tutti i contratti pubblici.
Il sistema seguito mediante l'utilizzo di questa banca dati consente di monitorare le diverse fasi del contratto: la fase di affidamento, una fase indubbiamente molto traumatica, come tutti sappiamo, e, last but not least, la fase di esecuzione dei contratti.
Ciò consente - questa è la vera novità, quella più recente, introdotta anche dall'ultimo decreto-legge convertito dal Parlamento - il monitoraggio dei requisiti non solo del soggetto al quale vengono affidati i lavori, ma anche delle stazioni appaltanti. Noi riteniamo che il punto di svolta di questa attività di monitoraggio, di controllo e di vigilanza svolta dall'Autorità sia quello che si riferisce al controllo, al punteggio, possiamo dire al rating dell'operatore economico, nonché della stazione appaltante.
Disponiamo di uno strumento importantissimo, il Codice identificativo di gara, che serve sicuramente per finanziare l'Autorità. A noi serve ovviamente per consentire il reperimento delle nostre risorse, che, come tutti sanno, avviene per quest'Autorità, che è indipendente anche finanziariamente, attraverso il contributo collegato al Codice identificativo di gara. Il Codice identificativo di gara consente, però, anche il monitoraggio completo delle gare e la rilevanza e il monitoraggio di appalti che altrimenti non sarebbero stati censiti.
Siamo stati investiti recentemente, con il decreto-legge n. 70 del 2011, anche


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dell'obbligo di predisporre i bandi tipo. Si tratta di un'attività che l'Autorità sta svolgendo attualmente.
Abbiamo aperto una consultazione tra tutti gli operatori e le parti interessate sulla redazione dei bandi tipo. A seguito di tale consultazione, che terminerà a fine mese, redigeremo i bandi tipo, un altro strumento di grande importanza per mitigare il fenomeno della corruzione, perché, attraverso i bandi tipo, sarà eliminata la discrezionalità delle stazioni appaltanti, per esempio, di redigere i cosiddetti «bandi fotografia», i quali ovviamente interessano la corruzione, perché possono pilotare e indirizzare l'affidamento verso un operatore economico piuttosto che un altro.
Si tratta di un fenomeno notissimo che al Consiglio di Stato, da dove io vengo, è stato represso in forma parcellizzata, vale a dire causa per causa, ogni volta in cui c'è un ricorso, ma sappiamo bene che non sempre il ricorso riesce a correggere il fenomeno. Il ricorso è uno strumento di utilizzo individuale e, quindi, l'Autorità si sovrappone alla giustizia amministrativa, perché si occupa di tutto in forma indistinta, a 360 gradi, e rappresenta indubbiamente un completamento della tutela del cittadino, senza naturalmente assurgere a un organo di giurisdizione.
Ci sono una serie di proposte che abbiamo elencato nella relazione. Tra di esse vi sono proposte anche minute, forse poco comprensibili. Per esempio, ci interessa che i dati affluiscano direttamente a noi e non passino attraverso gli osservatori regionali, che spesso non ce li trasmettono. Vogliamo rafforzare i poteri sanzionatori dell'Autorità contro le stazioni appaltanti che non comunicano i dati. È un caso molto frequente e anche patologico.
Ancora - in tal caso naturalmente ci soccorre l'analisi delle recenti cronache giudiziarie - ci interessa conoscere gli appalti senza gara, anche quelli legittimamente affidati, nei casi in cui la legge lo consente, senza gara. Sono una casistica di cui non sto a parlarvi, perché è una questione estremamente tecnica, ma in cui, per esempio, spiccano i casi degli appalti assegnati dalla Protezione civile e magari finalizzati a eventi che erano ampiamente prevedibili, come il G8. Nella relazione che ho depositato porto esempi anche di diritto comparato.
È particolarmente gradito l'elenco di casi in cui si presume che ci possa essere corruzione. Penso all'articolo 4 del disegno di legge. Ovviamente è anche opportuno che sia un numero aperto, suscettibile di integrazione con atto amministrativo anno per anno, perché la casistica evidentemente ha grandi possibilità di evolversi.
Un'altra delle grandi problematiche che vanno trattate per prevenire la corruzione è quella della moltiplicazione della polverizzazione delle stazioni appaltanti. Ho comunicato le cifre nella relazione: sono cifre enormi, impressionanti, relative al numero di stazioni appaltanti, le quali, come è intuibile, sono aggredibili nella fase della tentata corruzione. Quanto è più minuta la realtà - pensiamo ai piccoli comuni, che non hanno uffici legali e si servono di avvocati locali, i quali magari hanno interessi che confliggono - tanto più è possibile che si verifichi corruzione.
Noi naturalmente abbiamo suggerito da tempo, e il suggerimento è stato accolto dal legislatore, l'istituto della stazione unica appaltante, di cui vorremmo anche un'attuazione concreta e diffusa nel Paese.
Un'altra delle questioni che ci interessano è la possibilità che le Amministrazioni, le stazioni appaltanti, una volta che sono state oggetto di segnalazione positiva da parte dell'Autorità di vigilanza, provvedano in sede di autotutela a prevenire il contenzioso. Prevenire il contenzioso significa anche accelerare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, i tempi di conclusione e di esecuzione dei contratti pubblici in generale.
Noi, per esempio, vorremmo che il legislatore predisponesse strumenti idonei all'obbligo di autotutela a seguito di segnalazione in Autorità. È un argomento estremamente tecnico, che potrà essere esaminato in seguito, anche in totale accordo con le istituzioni della giustizia


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amministrativa, dalle quali io provengo e nelle quali mi trovavo prima di venire in Autorità.
Un altro degli argomenti interessanti è l'articolo 4 del disegno di legge relativo alla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. Noi proponiamo, in questa breve relazione, anche la possibilità di remunerare chi segnala illeciti. Che cosa si intende? Porto un esempio nella relazione, derivato direttamente dal mondo anglosassone, sul whistleblower, cioè il soggetto che, interessato o dall'interno o dall'esterno alla vicenda corruttiva, ossia all'illecito, lo denuncia. Nel mondo anglosassone e anche nell'esperienza di alcune Autorità antitrust europee tale soggetto viene remunerato, ma naturalmente questo è un problema de iure condendo.
Un altro dei punti fondamentali che interessano la tutela anticorruttiva è la semplificazione della normazione. Tale semplificazione viene in parte effettuata dall'Autorità attraverso i suoi poteri di regolazione. L'Autorità è anche - non soprattutto, ma anche - regolatrice, oltre che di vigilanza. In questa sede cerchiamo di portare una sorta di deregulation e soprattutto di semplificazione in questa normativa.
Vi è una problematica generale sulla normativa, data dal rapporto tra legislazione statale e legislazione regionale. Io me ne occupo alla fine di questa breve relazione, in cui faccio riferimento alle innovazioni che molte regioni, soprattutto quelle a Statuto speciale, apportano alla normativa nazionale. Queste innovazioni, a volte significative, per esempio in tema di qualificazione, sono, non pericolose, ma certamente contrarie allo spirito del Codice dei contratti, che vuole, viceversa, una grande uniformità.
In questo quadro avrei pensato anche a un esercizio più puntuale da parte del Governo dell'impugnazione delle leggi regionali che contrastano il sistema della legislazione nazionale in materia di appalti.
Da ultimo, vorrei fare riferimento a una problematica recentissima, ossia l'innalzamento della soglia per le procedure negoziate. Si tratta di un tema sul quale l'Autorità non è d'accordo e che tratto nella mia relazione, quando parlo di interazione tra corruzione e procedure di aggiudicazione.
Purtroppo questa riforma, che è evidentemente ispirata a finalità di snellimento delle procedure, con l'innalzamento della soglia per la procedura negoziata, ha effetto sulla maggior parte degli appalti. Sull'80 per cento degli appalti che vengono aggiudicati vi è tale innalzamento della soglia, quindi una privazione sostanziale del sistema delle gare, che, viceversa, è il sistema più importante che è stato introdotto per prevenire le forme di corruzione.
Lascio alla relazione depositata l'analisi del problema, che è ovviamente critico. L'Autorità è molto critica su questa riforma che, però, è stata già varata, è in essere, è in vigore, è in Gazzetta ufficiale e credo che sia già in applicazione.

PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

LINDA LANZILLOTTA. Signor presidente, la ringrazio. In primo luogo, mi sembra di capire che la metodologia prevalentemente seguita dall'Autorità sia quella di una standardizzazione delle procedure, quindi una metodologia ex ante. Volevo sapere se l'Autorità non ritiene che occorrerebbe avere una procedura di valutazione ex post, vale a dire una comparazione dei costi di aggiudicazione sia degli appalti di opere, sia dei servizi pubblici.
Per esempio, nel settore dei servizi pubblici e delle concessioni ciò è molto rilevante, sia per quanto riguarda gli affidamenti con gara, sia e soprattutto per gli affidamenti diretti in-house a soggetti pubblici. Un punto che mi sembra non emerga mai abbastanza è che la corruzione non avviene solo tra pubblico e privato, ma anche tra pubblico e pubblico.
Il secondo punto tende a conoscere quanto l'Autorità si occupa in quest'ottica dell'area della sanità, dei servizi sanitari,


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dove ritengo che ci sia un'area di corruzione molto vasta in questo momento.
Inoltre, come valuta l'articolo 4 del decreto-legge della manovra che stiamo esaminando e che sottrae alle gare tutte le concessioni fino a 900 mila euro?

SERGIO SANTORO, Presidente facente funzioni dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. È l'ultima questione che ho citato.

LINDA LANZILLOTTA. Mi scusi, deve essermi sfuggita.
Infine, le chiedo se, proprio con riferimento alla questione che lei poneva di un maggior rigore nell'impugnare le leggi regionali che restringono la concorrenza derivata in modo un po' ellittico dall'articolo 117 della Costituzione, non sia utile, nel momento in cui stiamo affrontando la modifica dell'articolo 41 della Costituzione, rafforzare il principio della concorrenza e, quindi, renderlo più pervasivo in tutto il nostro ordinamento.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor presidente, vorrei un chiarimento. Lei prima ha fatto riferimento alla questione dei servizi legali conferiti localmente a soggetti che potrebbero avere anche interessi che confliggono.
Per esempio, io ho esaminato un caso di un servizio legale da 600 mila euro conferito con determina dirigenziale, spacchettandolo in più annualità. Vorrei conoscere il suo parere su questa problematica e se la normativa in esame viene incontro a risolvere anche la questione dei servizi appaltati con determina dirigenziale che superano lo schema dell'appalto.

ORIANO GIOVANELLI. Signor presidente, vorrei sapere che cosa impedisce, dal suo punto di vista, che il ruolo della CONSIP, che è fondamentale, ai fini non solo del risparmio, ma anche della produzione di prodotti a prezzi concorrenziali, venga esteso ad altri prodotti. Segnalo, per esempio, che tutto il tema dell'assicurazione del rischio civile, che le amministrazioni pagano in modo salatissimo e per il quale sono in balia delle compagnie di assicurazione, non prevede una gara CONSIP.

PIERLUIGI MANTINI. Sarò brevissimo, anche perché si tratta della stessa monotematica che da anni porto avanti e che ripresento adesso al presidente Santoro: il problema dei problemi è che l'Authority non ha veramente poteri. È inutile girarci intorno: non ha poteri. Avere un potere sanzionatorio per difetto di informazioni è francamente inutile. Esiste un sistema di osservatori regionali e nazionali, soprattutto in materia di lavori pubblici, che consente forse, di vedere un po' di più.
Parlo delle macroscopiche violazioni delle regole sulla concorrenza, cioè del non bandire le gare quando bisogna bandirle, oppure di gravi alterazioni. A volte l'Authority vede attraverso gli osservatori anche esposti, ma non ha alcuna possibilità di intervenire, neanche nel senso di imporre alla stazione appaltante o a chi dovrebbe bandire la gara che per venti giorni il provvedimento assunto è sospeso (per venti giorni, non di più) per un riesame.
Non avete neanche un potere di riesame. Io vorrei un parere su questo punto, altrimenti giriamo intorno a una scatola vuota. Mi permetto di affermarlo absit iniuria verbis, ovviamente.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA I COMMISSIONE DONATO BRUNO

PRESIDENTE. Do la parola al presidente Santoro per la replica.

SERGIO SANTORO, Presidente facente funzioni dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Grazie, presidente.
Onorevole Mantini, mi permetterei di cominciare dalla sua questione, perché mi sembra quella veramente in corpore vivo, almeno nella mia ottica, più interessante.
Premetto che ho un osservatorio privilegiato per giudicare il problema, perché,


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prima di arrivare in Autorità, ero presidente della III Sezione del Consiglio di Stato, che si occupa di infrastrutture, e ho fatto naturalmente, come chiunque di noi fa passando da una carriera a un'altra, il confronto tra i miei poteri precedenti e quelli attuali.
Sinceramente sono stato spettatore di un paradosso che contraddice l'osservazione che ha reso lei. Il paradosso è che il Consiglio di Stato, da dove venivo, ha poteri anche costitutivi: è possibile annullare il provvedimento e riformarlo, però esiste una clausola nella giustizia amministrativa, che corrisponde alla vecchia separazione dei poteri di derivazione francese, secondo la quale l'Amministrazione ha sempre salvi i poteri di provvedere.
Chi vince una causa al Consiglio di Stato o al TAR deve rendersi conto - se ne rende conto poi, quando l'avvocato glielo fa capire poco più innanzi - che non ha il bene della vita che si riprometteva, ma ovviamente ha vinto una causa, ha pagato una parcella, però l'Amministrazione è libera di ripercorrere la tesi iniziale, magari motivando e aggiungendo elementi. È una vecchia questione che, purtroppo, affligge la nostra giustizia amministrativa, contrariamente all'opinione comune, perché, quando si presenta dall'avvocato, il cliente crede sempre di poter avere ragione, se ha ragione.
Viceversa, il paradosso si perpetua nell'Autorità. Io credevo di entrare in un'Autorità senza poteri, ma in realtà mi sono reso conto che l'Autorità detiene tali poteri, a parte quello di stimolare l'autotutela, al quale ho fatto riferimento nella relazione e di cui credo sia possibile l'implementazione.
L'autotutela sembra una cosa senza rilevanza, ma in realtà è molto importante e gliene spiego la ragione. Mentre il giudice amministrativo a volte compie danni incommensurabili, perché interviene sui cantieri, interviene quando l'operatore economico ha il cantiere aperto, quando ha le maestranze in sede, quando c'è una sospensiva di cui i miei colleghi del Consiglio di Stato sono tanto contenti - aver sospeso il cantiere, aver bloccato i lavori, aver impedito di proseguire sono situazioni che generano danni pazzeschi in termini di costo - l'Autorità non lo fa. L'Autorità non blocca cantieri, ma stimola.
Naturalmente sta poi alle Amministrazioni regolarsi e modulare l'aspetto formale della legittimità in relazione all'interesse economico, all'opportunità. Secondo me, l'Autorità ha un elemento in più. Certo, non è il meglio, però non si può attribuire a un organo esterno, terzo, la possibilità di sostituirsi integralmente all'Amministrazione.
Io trovo, quindi, che l'Autorità, se migliora e se implementa i poteri che essa attualmente possiede di moral suasion e soprattutto di stimolare l'autotutela, ove possibile, possa validamente collaborare in termini non conflittuali ma soprattutto che non generano danni.
Il problema della giustizia amministrativa è quanto ci costa la sospensiva di un cantiere. Quanto ci costa impedire i lavori? Per fortuna il Parlamento si è reso conto molto presto della questione, anzi molto tardi, per la verità, perché l'ha fatto recentemente con il Codice del processo amministrativo. Recependo una normativa che era già presente nella legge obiettivo, ha consentito la convalida in corso di causa, in corso di processo amministrativo, del provvedimento.
L'affidamento viene annullato per un motivo formale? Il contratto prosegue con chi ha avuto illegittimamente l'affidamento e l'altro ottiene un risarcimento per equivalente. Secondo me, bisogna essere sensibili ai problemi dell'economia, quando si giudica in materia di appalti. Il nostro sistema - non vorrei essere troppo ottimista - è uno dei migliori e sicuramente, se usato bene, può condurre a risultati positivi.
Vorrei rispondere all'onorevole Lanzillotta. Noi abbiamo ben presente il problema dei costi negli appalti ed è giustissima l'osservazione per cui la corruzione esiste anche tra pubblico e pubblico, perché poi naturalmente questi soggetti pubblici che entrano in rapporto tra di loro in


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termini quasi incestuosi, effettivamente affidano i lavori, in ultima analisi, a chi vogliono loro.
È questa la tragedia, però è una tragedia che noi cerchiamo di limitare e lo facciamo con le segnalazioni, con le determine, con i provvedimenti puntuali. Un sistema per evitare tutto ciò è ancora da venire.
Per quanto riguarda le leggi regionali, esse vengono impugnate di volta in volta dal Governo. L'importante è non dimenticarsi di alcune leggi regionali soltanto perché sono di alcune regioni piuttosto che di altre.
Passo ai servizi legali. Come Autorità non me ne sono mai occupato, ma come Consiglio di Stato mi sono occupato tanto di servizi legali, perché nei miei trentatré anni in tale sede ho curato tante cause in materia di affidamento di servizi legali. Le posso riferire che statisticamente alcuni servizi legali vengono affidati a gara. Per esempio, un caso che ho esaminato della Sardegna veniva opportunamente dato da gara e gli studi legali di Roma, in questo caso, se lo disputavano con il coltello tra i denti.
È opportuno che i servizi legali siano posti a gara, ma i comuni vecchi non lo fanno mai. È importante che siano osservati anche i minimi tariffari per gli ingegneri e gli architetti, così come per il servizio legale per gli avvocati.
Per quanto riguarda la CONSIP, effettivamente sulle assicurazioni non si tengono gare: non c'è un broker di Stato o un broker ben definito che possa svolgere questo servizio, però ciò avviene per tante altre questioni. Per esempio, avviene per i buoni pasto e per altri servizi. La CONSIP si occupa di mille altre cose.
È un problema del Ministero dell'economia e delle finanze, al quale noi potremo segnalare, ovviamente ove la questione giunga all'esame dell'Autorità, anche l'esigenza di affidare in forma concorrenziale i servizi assicurativi. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, presidente, anche per la sintesi. Dichiaro conclusa l'audizione.

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