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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
1.
Giovedì 12 marzo 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE OPERE IRRIGUE

Audizione del commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ingegnere Roberto Iodice:

Russo Paolo, Presidente ... 2 6 8 10
Casciolo Antonino, Responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud ... 3 4 5
De Camillis Sabrina (PdL) ... 10
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 8
Dima Giovanni (PdL) ... 7
Iodice Roberto, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 2 3 4 5 6 8
Negro Giovanna (LNP) ... 8
Ruvolo Giuseppe (UdC) ... 6
Servodio Giuseppina (PD) ... 7
Taddei Vincenzo (PdL) ... 8

ALLEGATI:
Allegato 1)
: Relazione del commissario ad acta per le attività ex Agensud ... 12
Allegato 2): Documentazione prodotta dal commissario ad acta per le attività ex Agensud ... 55
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

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COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 12 marzo 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ingegnere Roberto Iodice.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle opere irrigue, l'audizione del commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ingegnere Roberto Iodice.
Il commissario Iodice è accompagnato dall'ingegnere Antonino Casciolo, responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud.
Do la parola agli auditi.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor presidente, ringrazio la Commissione per questa opportunità, che ci è stata data in un momento particolare di difficoltà sia globale, sia del mondo della bonifica, sia nostre.
Intendo innanzitutto fare una rapidissima cronistoria. La figura del commissario ad acta è stata introdotta nel 1995, dopo che nel 1993 le materie del soppresso intervento straordinario erano state attribuite, nel settore dell'irrigazione, al Ministero dell'agricoltura e foreste.
Dopo un iniziale periodo in cui questa materia è stata gestita direttamente dal Ministero, il decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32, convertito nella legge 7 aprile 1995, n. 104, ha introdotto la figura del commissario ad acta.
A tale figura straordinaria, che inizialmente doveva gestire gli interventi dell'ex Agensud (pari a circa mille, come dirà meglio l'ingegner Casciolo), nel tempo, successive leggi hanno attribuito ulteriori competenze. Mi riferisco alla legge 8 agosto 1995, n. 341, che ha attribuito la competenza delle nuove opere di completamento nel settore irriguo; a una successiva legge che ha attribuito competenze anche nel settore della valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli tipici e della forestazione in regione Campania; alla legge 11 novembre 2005, n. 231 sulle convenzioni con organismi di valorizzazione e tutela delle produzioni agricole di qualità nonché, da ultimo, all'intervento legislativo della Camera (su proposta dell'onorevole Ruvolo e di tutta la Commissione che l'ha fatto proprio) che ha individuato nuovamente nel commissario ad acta la figura che dovrà gestire il fondo per le progettazioni nelle aree sottoutilizzate.
Questo, in estrema sintesi, è l'iter cronologico e legislativo della figura del commissario


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ad acta e lascerei adesso la parola all'ingegner Casciolo per illustrare e riassumere brevemente questa attività.
Signor presidente, consegniamo alla Commissione due relazioni, che ho già consegnato al Ministro, sull'attività della gestione commissariale nel 2007 (quella relativa al 2008 è in corso di redazione) e soprattutto alcuni grafici - che potremmo distribuire agli onorevoli, se lei lo consente - che riassumono in modo evidente e chiaro l'attività della gestione commissariale, le criticità sotto alcuni aspetti cui accenneremo nonché le prospettive di sviluppo di tale attività.
Ritengo sia opportuno illustrare brevemente questi grafici, che, sintetizzati, soprattutto fanno comprendere come una figura nata inizialmente per chiudere e definire vecchi progetti Agensud, sia andata nel tempo ad occuparsi di altre attività, secondo una cronologia dettata dalle leggi. Questo è propriamente l'aspetto che vorremmo sottoporre in particolare all'attenzione della Commissione, poiché il peso di queste ulteriori attività è certamente superiore, anche in termini di valore economico, a quello delle attività pregresse.

ANTONINO CASCIOLO, Responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud. Tenterò, molto sinteticamente, di ripercorrere l'attività della gestione commissariale nata nel 1994, che, a tutt'oggi, segue la materia irrigua nelle aree depresse per conto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Le tavole che vi presentiamo costituiscono il riepilogo della nostra attività. Nella tavola 1 rappresentiamo lo sforzo dell'intervento straordinario in materia irrigua, cioè, l'avvio dei 1.080 progetti, per un importo di 2.913 milioni di euro, che al momento della chiusura dell'intervento straordinario - stiamo parlando del dicembre 1993 - transitano al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Il compito della gestione commissariale è quello di definire questi progetti, diremo poi per quale motivo. La distribuzione regionale, in termini di importo, è rappresentata ancora nella tavola 1.
La definizione di questi progetti ha uno scopo preciso: poter finalmente trovare, se ce ne sono, economie da riutilizzare in fase di programmazione di nuove opere. Chiudendo i 1.080 progetti, cioè, vedremo se lo sforzo economico che lo Stato si era prefisso in merito a questi progetti può generare anche qualche economia.
Nella tavola 2 è illustrata l'attività della gestione commissariale, in termini di definizione dei rapporti con i vari enti concessionari, consorzi di bonifica, esecutori delle opere. Nell'ultimo periodo - magari svilupperemo questo tema più avanti - si rileva un'impennata di quest'attività, che ha consentito, come si vede nella tavola 3, di chiudere circa 700 progetti su 1.080, con un risultato davvero positivo.
Rispetto ai 115 milioni di euro impegnati dall'intervento straordinario, almeno per ciò che riguarda questi 702 progetti, abbiamo potuto registrare un'economia di 30 milioni di euro. Sono soldi utili per una nuova programmazione. Applicando la medesima proporzione ai 378 interventi che dobbiamo ancora chiudere, si può presupporre che avremo un ulteriore risparmio di circa 50 milioni di euro.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Preciso che queste cifre sono destinate ad aumentare poiché, come diremo in seguito, le economie reali - alludo naturalmente alle regioni meridionali - saranno certamente maggiori, dovendo essere aggiunte le somme che abbiamo pagato per la risoluzione del contenzioso e di cui chiederemo la restituzione.

ANTONINO CASCIOLO, Responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud. A proposito del contenzioso, la tavola 4 fornisce un'idea del risultati della nostra attività, in termini di rapporto fra gli importi riconosciuti alle imprese e le richieste avanzate dalle imprese stesse. Si può notare facilmente che


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i risultati sono estremamente favorevoli per la pubblica amministrazione, essendo l'ordine di grandezza degli importi riconosciuti pari a circa il 12 per cento delle richieste, fino ad arrivare addirittura all'8 per cento, a fronte di previsioni normative - ad esempio quella della legge n. 166 del 2002 - che prevedevano tetti dell'ordine del 25 per cento.
Nella seconda tabella della tavola 4, vediamo anche i tempi entro cui abbiamo assicurato il pagamento della cifra stabilita in termini di risoluzione del contenzioso; stiamo parlando di un termine massimo di 123 giorni, quando invece il tempo medio è risultato pari all'incirca a 30 giorni.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Al riguardo - permettetemi di sottolinearlo - potete leggere meglio questi risultati, per chi ne ha voglia, attraverso le tabelle allegate alla tavola 4. Si tratta di risultati che abbiamo conseguito attraverso la legge, alla quale mi sono «aggrappato» anima e corpo e per la quale ho chiesto per ben tre anni la proroga.
Abbiamo capito subito che si trattava di uno strumento straordinario: la materia del contenzioso è molto delicata, non soltanto per ciò che riguarda l'aspetto morale e della corretta gestione di fondi pubblici. Come vedrete, su 25 contenziosi solamente in tre casi siamo ricorsi alla competenza arbitrale. Sugli arbitrati, lo sapete bene, si sono dette molte cose.
Siamo molto attenti - lo ripeto - perché sottrarre risorse alle imprese e agli avvocati delle imprese, con un'accorta gestione del contenzioso, ci consente di distribuire (d'intesa con le rispettive regioni) soldi alle imprese, attraverso la programmazione nuove opere.
Noterete pure - e chiudo questo argomento - i tempi. Capite bene che, quando un imprenditore accetta mediamente l'11 per cento di quello che ha chiesto (con un risultato che è andato al di là delle nostre aspettative), poi pretende in primo luogo la certezza e in secondo luogo la rapidità del pagamento.
In alcuni casi di grossi contenziosi (stiamo parlando sia delle imprese locali sia delle principali imprese di costruzione italiane), grazie alla figura straordinaria del commissario ad acta e grazie alla struttura tecnica e amministrativa che ho il privilegio di dirigere, siamo riusciti a fare pagamenti in circa 20 giorni. Ciò non rappresenta la consuetudine, con gli attuali modelli di amministrazione.

ANTONINO CASCIOLO, Responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud. Con i grafici che abbiamo illustrato, abbiamo in qualche modo dato un'idea di quella che era la primissima attività della gestione commissariale: chiudere le opere dell'intervento straordinario.
Successivamente, come già detto dal commissario, abbiamo avuto il compito di presentare nuovi programmi al CIPE. L'insieme del valore di tutti i programmi ammonta a circa 1.055 milioni di euro, la cui ripartizione per regioni troviamo nella tavola 5. Sono tutti progetti il cui elenco è stato approvato dal CIPE. Nelle tavole da 6 a 12 vediamo anche una distribuzione regionale degli interventi.
Nelle varie tavole troverete: l'importo complessivamente attribuito alla regione; il limite territoriale dei consorzi di bonifica (che sono comunque nostri enti concessionari); gli esecutori delle opere; la distribuzione per consorzio e per legge di finanziamento di tutti gli interventi assentiti.
Con questi finanziamenti abbiamo avviato 104 opere. La situazione è descritta nelle tabelle che troverete allegate.
La tavola 14 è quella di cui più si «innamorano» gli ingegneri e fornisce un' idea di alcuni parametri significativi: le superfici riconvertite, quelle con e senza telecontrollo (uno dei problemi che continuamente cerchiamo di affrontare, sia perché siamo stati sollecitati dal CIPE con la delibera n. 41 del 2002 e sia perché il controllo stretto della gestione degli impianti, sul quale abbiamo molto puntato, è una delle modalità che abbiamo per poter verificare


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che l'utilizzo della risorsa idrica sia ottimale); il numero degli idranti; i materiali delle tubazioni utilizzate e le superfici che sono state attrezzate. Questi sono solo alcuni dei parametri tecnici che possono essere desunti dai nuovi progetti avviati.
Sempre molto velocemente, nella tavola 15, che analizza la situazione dell'avanzamento dei lavori, cominciamo a distinguere le fasi temporali di questi interventi e i problemi che, man mano, si sono manifestati. Il gruppo di opere con finanziamento, disposto dalle leggi n. 341 del 1995, n. 135 del 1997, n. 208 del 1998 e di un APQ con la regione Calabria, equivale a circa 490 milioni di euro. Si tratta delle leggi avviate dal 1998 in poi.
I dati relativi alle fasi realizzative sono piuttosto positivi: potete vedere che il 92 per cento delle opere sono completate, collaudate, con rapporti di concessione chiusi.
Un altro dato fondamentale, che non emerge da questo grafico ma che è importante esplicitare, è che rispetto ai 490 milioni di euro abbiamo conseguito circa 100 milioni di euro di economie, cioè di importi recuperati da ribassi d'asta, che abbiamo riutilizzato nell'ambito delle successive opere oggetto della delibera CIPE n. 133 del 2002. Già in relazione a queste ultime cominciano ad emergere alcune opere che hanno qualche problema di avvio, o almeno di prosecuzione ordinata dei lavori. Infatti, i gruppi di opere contrassegnati con i colori sul rosso sono proprio quelli che presentano problemi: sono bloccati o non finanziati e per essi abbiamo un avvio decisamente più complicato.
Infatti, mentre per il primo gruppo di opere, tra la fase dell'approvazione da parte del CIPE e l'avvio dei cantieri, i tempi andavano dagli otto ai sedici mesi, in questa fase si è allungato parecchio questo intervallo di tempo e siamo tra i sedici e i trentasei mesi.
Il fenomeno si evidenzia maggiormente con la legge n. 350 del 2003. Vediamo che le opere che hanno problemi nell'avvio sono piuttosto numerose.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. In sintesi, dall'analisi dei dati sulla distribuzione a torta di questi finanziamenti, che all'inizio c'è stato un avvio positivo, cioè per i consorzi di bonifica, vuoi perché avevano dei progetti esecutivi già in fase avviata, vuoi perché c'erano condizioni di contorno (ad esempio, normative) non particolarmente stringenti come quelle attuali sui lavori pubblici, il risultato è soddisfacente. Successivamente c'è stato un peggioramento di questa capacità e di questi risultati, al punto tale che rileviamo adesso gravi difficoltà nell'attuazione del programma in corso e, come vedremo anche dall'ultima tabella, abbiamo una ripercussione negativa all'atto dell'assegnazione dei finanziamenti.

ANTONINO CASCIOLO, Responsabile del settore irrigazione della gestione commissariale ex Agensud. Questa è proprio l'ultima tabella e rende sufficientemente l'idea: con la delibera CIPE 74 del 2005, che ha approvato il programma di interventi finanziato dalla legge n. 350 del 2003, a seguito anche di un accordo Stato-regioni, ha assegnato alle regioni meridionali il 30 per cento del finanziamento complessivo pari a circa 1,1 miliardi di euro; il successivo gruppo di opere, approvate con delibera CIPE n. 75 del 2006, proprio scontando questa difficoltà di avvio nella presentazione dei progetti, ha fatto sì che l'assegnazione fosse praticamente del 100 per cento al nord, mentre al sud non è andata alcuna somma.
Non è un aspetto rappresentato nei grafici, giacché gli importi sono decisamente inferiori, però la gestione commissariale si è anche occupata, per il tramite dell'Istituto nazionale di economia agraria, l'INEA (ente vigilato dal Ministero), anche di approfondire alcuni specifici problemi che emergevano durante l'attività, grazie anche a una ricognizione delle opere irrigue che era stata effettuata con fondi del Quadro comunitario di sostegno 1994-1999. Erano emerse, per esempio, realtà


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da conoscere meglio, relative all'irrigazione extra consortile.
Anche i problemi riguardanti le apparecchiature sono stati approfonditi. Sappiamo che sul mercato stanno arrivando apparecchiature di diverso genere, anche da Stati o nazioni non facilmente controllabili, per cui stiamo cercando di approfondire anche questi strumenti. Altre linee d'azione riguardano, per esempio, il già citato telecontrollo nonché alcune apparecchiature che possano servire a un'ottimizzazione dell'uso della risorsa irrigua.
Quindi, oltre alla fase più strettamente tecnica di esecuzione delle opere, stiamo cercando di mettere a disposizione dei consorzi e delle regioni anche linee guida che possono rivelarsi utili per una ottimale progettazione.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Più in generale, concludendo, è stata svolta un'attività di assistenza tecnica per la quale il CIPE ci ha assegnato risorse. Tale assistenza è stata da noi svolta nel campo del supporto ai consorzi per quanto riguarda il contenzioso, la redazione dei bandi di gara e gli espropri, cioè su materie comuni, trasversali, che riguardano evidentemente anche il centro nord, ma che rappresentavano un ulteriore ostacolo per l'attuazione degli interventi.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor presidente, ringrazio gli auditi per la dettagliata relazione e anche per i documenti che hanno consegnato alla Commissione. Ci sarebbe molto da dire, ma mi fermo ad alcune considerazioni e a qualche domanda.
Signor commissario, relativamente al fondo di rotazione che è stato istituito per la progettazione delle opere irrigue nel Mezzogiorno, desidero sapere se esso sia già attivo oppure se manchi qualche provvedimento, quali siano le motivazioni della mancata attivazione e come si possa procedere in maniera celere, dato che ormai è noto a tutti che molte delle risorse finanziarie non possono essere utilizzate proprio per mancanza di progettazione. Ritengo che questo strumento vada immediatamente attivato.
Un'ulteriore questione scaturisce dalla documentazione che ci ha consegnato, ma anche dalla conoscenza dei fatti. Capita - l'ho affermato in altre occasioni, sia in questa Commissione che in Aula - che lavori da voi finanziati e in parte realizzati vengano bloccati, perché da parte di antichi creditori del consorzio di bonifica, di enti irrigui e quant'altro, vengono «aggredite» le risorse. Inizia così un contenzioso molto preoccupante. Esistono opere, mi riferisco a fatti di cui ho una conoscenza diretta, che sono già arrivate al 90 per cento di realizzazione e che rischiano il classico «incompiuto» di sempre.
Ho presentato emendamenti, nelle occasioni in cui sono state trattate tali specifiche materie, ma non hanno avuto alcun risultato. Le chiedo se non abbia qualche suggerimento da darci a tale proposito, o se conosca meccanismi già esistenti o, comunque, se si possa immaginare di intervenire per evitare che, davvero, passiamo alle «cattedrali nel deserto», compiute e incompiute.
Vengo a un'altra questione che vorrei mettere in evidenza, relativa alla promozione dei prodotti agricoli: vorrei conoscere più nel dettaglio le procedure e le attività che avete in programma o, comunque, le vostre esperienze pregresse.
Se non ho capito male, inoltre, ci sono risorse, molto cospicue, che rischiano di non essere più utilizzate. Gradirei sapere di quali risorse si tratta, se possibile, pur se non nel dettaglio e capire quale strumento possa essere attivato. Peraltro, mi pare che lei abbia detto che sussiste una possibilità di ridistribuzione alle regioni di queste risorse, anche in tempi celeri, o addirittura immediati.
Infine, ho letto, molto velocemente, che tante opere finanziate con delibera del CIPE del 2002, previste dalla finanziaria 2003, portano la dizione: «lavori non in


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corso». Vorrei conoscere - sto parlando del periodo 2002-2003 - qual è la motivazione principale perché queste risorse, per quello che è stato scritto nella relazione da voi consegnata, non vengono utilizzate o, comunque, perché i lavori non sono iniziati. Le chiedo se sia stata fatta una programmazione sbagliata in partenza o, comunque, se ci siano enti inadempienti.
Non ho altro da aggiungere se non - mi sia consentito, signor presidente, data l'occasione - dare pubblicamente atto all'Agensud delle grandi opere che si stanno realizzando in una certa parte del Meridione che conosco direttamente nonché per l'impegno, la professionalità e la competenza dimostrati.

GIOVANNI DIMA. Signor presidente, avrei preferito anche la presenza di qualche rappresentante del Governo, data la questione che vorrei porre. Non mi pare infatti di avere visto il Ministro, ma ritengo che avremo comunque modo di informarlo, sicuramente anche attraverso gli uffici e il presidente Russo.
Non posso che apprezzare il lavoro svolto finora dall'Agensud e dal commissario Iodice. Lo dico con estrema chiarezza, poiché ho potuto verificare, negli anni passati, anche nella mia funzione di ex assessore regionale all'agricoltura della regione Calabria, quanta disponibilità e quanta buona collaborazione c'è stata da parte del commissario nei riguardi delle regioni. Questo forte momento di collaborazione fra istituzioni è un dato che, a mio parere, va sottolineato.
Credo che la partita legata al sistema irriguo sia ancora aperta. Si tratta di una partita importante, soprattutto per le regioni del Mezzogiorno. Ce ne sono alcune che segnano storicamente una forte esigenza di riordino irriguo, per cui credo che il momento straordinario che sta vivendo l'agenzia debba, a mio parere, continuare senza alcun tipo di incertezza o di equivoco, per evitare appunto che questo processo si possa fermare.
Signor commissario, ho notato, tra i dati che ci avete fornito stamattina, che rispetto all'attuazione del programma sussistono alcune anomalie, sulle quali mi permetto ora di sottolineare una combinazione, almeno per quanto riguarda la regione Calabria. Le risorse che sono state destinate direttamente ai consorzi di bonifica, come soggetti attuatori, hanno visto una concretizzazione del progetto, cioè una realizzazione reale di quest'ultimo.
Ci sono stati momenti di definizione del progetto, mentre alcuni progetti in capo al dipartimento agricoltura della regione segnano il passo e sono riportati addirittura nella casella indicata come «momento di verifica di attuazione del programma». Ci troviamo di fronte all'incertezza assoluta, tali progetti cioè sono inseriti nella voce della non attuazione della spesa.
Voglio sottolineare ciò proprio per evitare, così come spesso è accaduto in passato, il non utilizzo di queste risorse importanti e il rischio di perderle, di non utilizzarle, non fosse altro per il fatto che conosciamo fino in fondo, in definitiva, le esigenze territoriali.
Chiudo sottolineando, come riepilogo generale del mio intervento, la necessità forte che l'Agenzia possa continuare nella propria azione meritoria, esercitata in questi anni sul territorio. Accanto a questo ragionamento di carattere generale, mi permetto di raccomandare al commissario Iodice di provvedere con maggiore determinazione a sollecitare l'attuazione piena dei programmi, soprattutto nei casi dove, per colpa della regione o comunque dell'ente che gestisce il territorio, le risorse restano bloccate e non utilizzate.

GIUSEPPINA SERVODIO. Anch'io ringrazio per i documenti che ci sono stati consegnati. La mia attenzione si è fermata sulla scheda e sul grafico relativi alla Puglia: ho notato che ci sono molte concessioni chiuse, molte opere definanziate e quindi vorrei capire meglio il funzionamento del meccanismo. Vorrei anche porre una domanda: in Puglia abbiamo l'Ente irrigazione della regione e vorrei sapere come vi state regolando per quanto riguarda le collaborazioni e le concertazioni tra enti, giacché su alcune delle zone in cui sono previste delle opere c'è stato


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anche l'intervento dell'Ente irrigazione Puglia-Basilicata. Le chiedo, signor commissario, se esiste una qualche sinergia, atteso che il territorio è lo stesso.

VINCENZO TADDEI. Con viva soddisfazione ho letto la relazione dell'ingegnere Iodice. Vengo dalla Cassa del Mezzogiorno e quindi ritengo che, forse, è stato un errore sciogliere l'unico strumento operativo concreto e immediato, efficace ed efficiente nel territorio del Mezzogiorno (Commenti). All'interno della Cassa per il Mezzogiorno vi erano professionalità, tant'è che...

PRESIDENTE. Onorevole Taddei, non metta troppo carne al fuoco; passiamo alle domande.

VINCENZO TADDEI. Mi associo a quanto diceva poc'anzi il collega Dima. Vorrei che il Ministero - e quindi anche l'ex Agensud presso il MIPAF - fosse un po' più sollecito nei confronti delle regioni. Vedo in queste tabelle opere importantissime riguardanti la regione Basilicata, che, ahimè, nonostante siano state finanziate e istruite da tempo da parte del Ministero, ad oggi non sono state neppure appaltate dalle regioni e anche dai soggetti attuatori. Questo è un dato gravissimo, che credo debba essere preso in debita considerazione, poiché con la legge obiettivo il vecchio Governo Berlusconi aveva previsto una serie di opere importanti per il nostro territorio che, ad oggi, purtroppo sono ferme per responsabilità della regione - mi rivolgo alla collega Servodio - che aprì una polemica e non diede le opere all'Ente irrigazione, bensì le prese direttamente in carico. Opere importantissime, che riguardano lo schema idrico Basento-Bradano, sono ferme in regione e gli agricoltori ancora aspettano che i territori siano irrigati.

GIOVANNA NEGRO. Il mio commento di poco fa non era una rimostranza contro la Cassa del Mezzogiorno (come qualcuno ha male interpretato perché, naturalmente, deve provocarmi), ma ben altro. La mia regione qui non è citata, ma volevo ugualmente apportare uno stimolo alla discussione. Sicuramente il lavoro svolto è importante e anche positivo, però, mi chiedevo, perché non si sia pensato, per il futuro, a far riprendere in mano la situazione locale alle strutture locali, ripartendo da lì.
Non sono contro Agensud, anzi, se essa deve essere un organismo di stimolo e di controllo affinché l'opera venga realizzata, è bene che rimanga. Tuttavia, credo anche che a livello locale bisogna ristrutturare quello che è stato perso.

ANITA DI GIUSEPPE. Sarò telegrafica, anche perché credo che, oltre all'azione meritoria, ci sia stata anche un'azione di forte responsabilità, visto che avete cercato di fungere da stimolo e anche da controllo. Tuttavia, mi chiedo, in realtà, perché sussistano alcune opere incompiute. Mi chiedo se ciò avvenga per mancanza di fondi, oppure perché non tutto è stato gestito bene dalla regione - come affermava il collega del PdL - o ancora perché ci sono altri fondi su cui destinare le risorse. Vorrei conoscere, più o meno, qual è la motivazione.

PRESIDENTE. Do la parola al commissario Iodice, per una brevissima replica.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Se ci riesco, proverò a rispondere a tutti, anche perché alcune domande, in realtà, sono fra loro complementari. L'onorevole Ruvolo mi chiedeva del fondo relativo alla progettazione: si tratta di uno strumento straordinario. Ringrazio - se posso permettermelo - a nome di tutti i consorzi interessati, però deve essere uno strumento calibrato. Mi spiego: la legge è stata pubblicata il 30 dicembre e a gennaio abbiamo fornito alcuni spunti ai competenti uffici ministeriali. La legge dice che il decreto è del Ministro e ci siamo permessi di fornire uno schema, sulla base della nostra esperienza (alcune volte positiva, altre volte negativa), limitata agli ultimi 28 anni, cioè da quando ci occupiamo


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di opere pubbliche irrigue. Sui tempi di attuazione del decreto a firma del Ministro, relativo al fondo per la progettazione, quindi, non so rispondere. Dico che si tratta di una misura utile e che non dobbiamo nasconderci dietro al falso problema dei progetti esecutivi.
I progetti esecutivi li abbiamo riscontrati con la struttura tecnica, anche al sud. Si tratta di capire se tali progetti rispondano alle esigenze dei comprensori: il problema è tutto lì. Occorre capire se, con il ricatto della perdita dei finanziamenti, si sia costretti a finanziare ai soliti soggetti progetti affidati prima della Merloni, non con procedure a evidenza pubblica. Grazie a questi accordi con i consorzi che hanno nel cassetto i progetti esecutivi verrebbe meno la funzione tecnica di Agensud e si potrebbe chiamare chiunque. Occorre capire qual è il valore aggiunto di una struttura tecnica che si occupi di queste cose e che detenga la responsabilità di questi finanziamenti.
Il fondo per la progettazione, come lo immaginiamo noi, deve essere un fondo rotativo, ovvero uno strumento che non va a beneficio solamente dei primi venti richiedenti. Man mano che si finanziano le opere, invece, gli enti restituiscono le anticipazioni e così possiamo destinare tali fondi ad altre progettazioni. Questo è un punto molto importante.
Rispondo ora un po' a tutti toccando due temi delicati: il primo riguarda la difficoltà di molti consorzi di bonifica, che non conoscono la realtà, onorevole Negro, del centro nord, ma, le assicuro - e non è una croce che «tiro» addosso ai consorzi di bonifica - moltissime realtà meridionali si trovano «sotto pignoramento», come si dice. Non riusciamo ad attuare le opere con i nostri finanziamenti, perché rischiamo che tali finanziamenti vengano aggrediti da terzi creditori.
Un ultimo aspetto importantissimo, che ci preoccupa veramente, è la perenzione amministrativa dei fondi assegnati. Abbiamo più volte rappresentato al Ministero la nostra fortissima preoccupazione: oggi sono venute due imprese, la settimana scorsa altre tre, che stanno piangendo e minacciando di abbandonare i lavori, perché i fondi che sono destinati a queste opere sono andati in perenzione amministrativa. Ciò significa che i fondi impegnati, ma non erogati (la legge prima diceva entro sette anni, ma la finanziaria 2007 li ha portati a tre), vengono automaticamente riassegnati al bilancio dello Stato. La reiscrizione in bilancio di questi fondi è cosa problematica e per questo sono preoccupatissimo. Come funzionario ho limiti precisi e la problematica è dunque politica: alla Ragioneria generale presso il Ministero dell'economia e delle finanze ci hanno detto che non ci sono fondi sufficienti. Sono disponibili fondi per coprire il 20 per cento delle richieste complessive provenienti da tutte le amministrazioni e non si possono chiedere al Ministero i fondi che non ha.
Riteniamo però, secondo la logica del buon padre di famiglia, che, se esiste un capitolo di spesa che non «tira» perché ci sono opere in ritardo, come purtroppo abbiamo dimostrato, qualcuno deve consentirmi - non so se tramite un intervento governativo, oppure legislativo - di utilizzare quelle risorse. Come funzionario, non posso agire in contrasto con la legge di contabilità dello Stato, che risale al 1923, e attingere da un altro capitolo questi soldi.
Rischiamo di bloccare le opere e di far fallire le imprese; lo Stato sta pagando interessi di mora pari al 9 per cento, mentre i BOT rendono l'1 per cento. Sono veramente molto preoccupato.
Rispondo all'onorevole Servodio sulla Puglia. Lì abbiamo un'opera strategica, sulla quale personalmente mi sono molto speso negli ultimi quattro anni: la diga Piano dei Limiti, che è a cavallo tra due regioni. Ebbene, mettere d'accordo i due soggetti è stata un'impresa titanica. Adesso sussiste un problema di lievitazione dei costi e so che il signor Ministro ha assicurato i presidenti delle regioni che gli impegni assunti dal Ministero restano confermati. Questa è una buona notizia. Con l'Ente irrigazione i rapporti sono ottimi storicamente: negli ultimi 27 anni abbiamo avuto rapporti quasi quotidiani con tale ente.


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SABRINA DE CAMILLIS. Intervengo, presidente, per chiedere se sia possibile programmare un ulteriore incontro, in cui approfondire le questioni relative alla programmazione nel settore delle opere irrigue. Abbiamo infatti la necessità di capire anche quale contributo, con le competenze di questa Commissione, potremmo dare a eventuali modifiche.

PRESIDENTE. Ritengo che, se non vi sono obiezioni, potremmo rinviare il seguito dell'audizione ad un momento successivo, una volta che siano stati acquisiti ulteriori elementi. Ringrazio gli intervenuti e auguro a tutti buon lavoro.
Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14,45.


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