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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissione VI
6.
Martedì 25 novembre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Conte Gianfranco, Presidente ... 3

Audizione del direttore dell'Agenzia del territorio sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Conte Gianfranco, Presidente ... 3 11 12 13 14 15 16
Alemanno Gabriella, Direttore dell'Agenzia del territorio ... 3 14 15 16
Causi Marco (PD) ... 12
D'Antoni Sergio Antonio (PD) ... 11 14
Leo Maurizio (PdL) ... 13
Messina Ignazio (IdV) ... 13 14

ALLEGATI:
Allegato 1:
Quadro di riferimento strategico e linee evolutive ... 19
Allegato 2: Approfondimenti tematici ... 59
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

[Avanti]
COMMISSIONE VI
FINANZE

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di martedì 25 novembre 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO CONTE

La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore dell'Agenzia del territorio sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del direttore dell'Agenzia del territorio, Gabriella Alemanno, sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.
Accompagnano la dottoressa Alemanno, che ringrazio per la disponibilità a partecipare a questa audizione, l'ingegner Franco Maggio, direttore centrale cartografia, catasto e pubblicità immobiliare, e il dottor Gianni Guerrieri, direttore centrale consulenze e stime.
Do la parola al direttore dell'Agenzia del territorio, dottoressa Gabriella Alemanno.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Ringrazio il presidente e tutti i deputati della Commissione per l'opportunità offertami di illustrare le funzioni e le attività dell'Agenzia del territorio.
Mi soffermerò, in questa mia relazione, sul funzionamento, sui servizi offerti e sulle linee evolutive, cercando di tracciare un quadro generale per permettere il più possibile a lungo agli onorevoli commissari di approfondire temi di specifico interesse. Rinvio, peraltro, ad appositi allegati della presente relazione il compito di fornire elementi descrittivi più approfonditi.
Le principali attività dell'Agenzia del territorio non sono connesse solo alla fiscalità. L'Agenzia pone in essere anche compiti a più largo spettro, attinenti al settore immobiliare nel suo complesso, quelli relativi al servizio di cartografia e di pubblicità immobiliare, servizi di informazione economica per concorrere alla trasparenza del mercato immobiliare e di supporto alle amministrazioni pubbliche nel campo delle attività estimative.
Fra i compiti primari dell'Agenzia, fissati dal decreto legislativo n. 300 del 1999 vi è quello di «costituire l'anagrafe dei beni immobiliari esistenti sul territorio nazionale sviluppando, anche ai fini della semplificazione dei rapporti con gli utenti, l'integrazione fra i sistemi informativi attinenti alla funzione fiscale ed alle trascrizioni ed iscrizioni in materia di diritti sugli immobili».
Considerando questi compiti istituzionali dell'Agenzia, le attività si sono sostanzialmente mosse sulle seguenti linee guida.
Uno dei principali obiettivi è stato quello di realizzare delle semplificazioni e la prima semplificazione - non da un punto di vista temporale, ma sotto il profilo della valenza - è stata sicuramente quella dell'adempimento unico che ha permesso di allineare istantaneamente la banca dati catastale e della pubblicità immobiliare con il contestuale pagamento dei tributi. In buona sostanza, l'Agenzia


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ha posto in essere - con l'Agenzia delle entrate - una semplificazione amministrativa che, in presenza di un negozio giuridico che modifica la titolarità di un immobile, permetta attraverso un unico invio telematico, la voltura, la registrazione, la trascrizione e il pagamento dei tributi, evitando ai professionisti e ai cittadini di rivolgersi ai diversi uffici competenti.
Questo processo di semplificazione si concluderà con il trasferimento per via telematica del titolo giuridico, che si perfezionerà nel corso del 2009, superando così l'attuale necessità del deposito fisico dello stesso presso i servizi di pubblicità immobiliare.
L'adempimento unico ha anche rappresentato il passaggio a una fase di intensa innovazione tecnologica e ha posto le basi essenziali per la costituzione dell'anagrafe dei beni immobiliari, che rappresenta il nucleo centrale attorno al quale connettere le informazioni esistenti sui beni.
L'integrazione dei flussi di aggiornamento delle banche dati evita la produzione di informazioni incongruenti tra catasto e pubblicità immobiliare. Si sta lavorando, altresì, per eliminare possibili disallineamenti derivanti da mutamenti dei diritti reali connessi alle successioni ereditarie, alle fusioni, alle incorporazioni e alle variazioni di ragione sociale e di denominazione delle società.
Assicurare la qualità del dato è un impegno costante dell'Agenzia. A tal fine, è stato innanzitutto necessario provvedere allo smaltimento dell'arretrato delle pratiche, accumulatosi nei decenni precedenti. Sono, pertanto, state trattate circa 15 milioni e mezzo di pratiche, di cui 14 milioni nel quadriennio 2001-2004, anche utilizzando forme di telelavoro.
L'impegno sulla qualità del dato è continuato anche negli ultimi anni, con una serie di iniziative volte a recuperare il disallineamento tra i diversi archivi, nonché a migliorare le informazioni contenute, ad esempio, con la misurazione delle superfici sulla base delle planimetrie.
L'impegno sull'anagrafe dei beni immobiliari è andato di pari passo con un percorso di straordinaria innovazione nei processi e nell'erogazione dei servizi.
Da un modello basato sul processo informatico distribuito, con archivi catastali e di pubblicità immobiliare esistenti in ciascun ufficio provinciale, si è infatti passati a un modello di archivi centralizzati, accessibili via web, che ha determinato una vera e propria rivoluzione informatica, consentendo di realizzare una piattaforma di interscambio con altri enti, in particolare con i comuni, e lo sviluppo dei processi telematici per la ricezione degli aggiornamenti degli atti catastali e di pubblicità immobiliare.
Risulta opportuno soffermarsi su alcuni servizi erogati via Internet, in modo da rendere più evidente il senso del processo di modernizzazione in corso nell'Agenzia del territorio.
L'accesso al sito dell'Agenzia è, in un certo senso, l'ingresso in una sorta di ufficio virtuale: l'utente, infatti, può ottenere visure catastali on line con diverse modalità, digitando l'identificativo catastale del bene oppure con l'accreditamento al fiscoonline dell'Agenzia delle entrate per avere la misura catastale completata oppure attraverso il servizio Certitel, realizzato con Poste italiane con consegna a domicilio. Inoltre, è possibile effettuare ispezioni ipotecarie con pagamento on line delle tasse ipotecarie, attraverso i servizi finanziari di Poste italiane.
Recentemente, in attuazione della legge 2 aprile 2007 n. 40, è stato attivato il servizio di invio telematico delle comunicazioni per la cancellazione di ipoteche da parte delle banche.
È interessante mettere in luce il seguente aspetto: le informazioni catastali sono considerate dati territoriali di valenza nazionale dal Codice dell'amministrazione digitale e l'Agenzia li ha resi fruibili, per fini istituzionali, a tutte le pubbliche amministrazioni che sono riconducibili al decreto legislativo n. 165 del 2001.
Per quanto riguarda, invece, le attività che interessano gli enti locali, in particolare


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è stato attivato il Portale per i comuni, al quale sono attualmente collegati quasi 7 mila comuni, di cui circa 2.500 utilizzano regolarmente il servizio.
Attraverso il predetto portale il comune ha la possibilità di acquisire con la periodicità desiderata tutte le informazioni catastali di proprio interesse per la gestione del territorio e per l'amministrazione delle imposte comunali. Inoltre, i comuni possono fruire dei dati catastali ai fini ICI e, di conseguenza, è stata abolita la presentazione della dichiarazione ICI da parte dei cittadini a seguito degli atti di trasferimento della proprietà.
Con l'entrata in vigore dell'articolo 34-quinquies della legge n. 80 del 2006 i comuni, inoltre, devono trasmettere all'Agenzia per via telematica le segnalazioni di coerenza o incoerenza relative a tutte le dichiarazioni di nuova costruzione o di variazione di cui hanno totale visibilità tramite il portale.
Particolari categorie di professionisti - attualmente notai e geometri - accedono alla banca dati catastale sulla base di un'apposita convenzione tramite i sistemi Notartel e Geoweb, avendo così la possibilità di non recarsi presso l'ufficio a prestare le documentazioni necessarie.
Un'altra modalità offerta ai cittadini, ai professionisti e agli enti è il Contact Center, per procedere via Internet alla modifica dei dati catastali qualora non corrispondano a quelli reali.
Un altro esempio rilevante della capacità di erogare servizi innovativi è dato dall'Osservatorio del mercato immobiliare. L'Agenzia ha posto in essere uno strumento che permette di conoscere le quotazioni immobiliari medie dei valori e dei canoni di locazione di mercato di ciascuna zona in cui è articolato ogni comune. Questo servizio si è ottenuto valorizzando competenze storiche degli ex uffici tecnici erariali per la stima degli immobili.
L'Osservatorio produce, oltre alle semestrali quotazioni immobiliari, una serie di rapporti annuali e di note congiunturali semestrali: il Rapporto immobiliare; il Rapporto sui mutui ipotecari e quello sulle nuove costruzioni. Le note semestrali congiunturali sono dedicate all'andamento delle compravendite e delle quotazioni, mentre sono prodotte anche specifiche note territoriali, anch'esse semestrali, per ora attive in otto province.
Le informazioni più rilevanti sono riportate sul trimestrale telematico dell'Agenzia AT NEWS - Economia immobiliare che è possibile ricevere gratuitamente tramite e-mail, iscrivendosi all'apposita mailing list. Le informazioni sui valori immobiliari per tutti i comuni sono disponibili sul sito Internet dell'Agenzia. Per oltre 5 mila di questi enti locali è possibile ottenere le informazioni digitando l'indirizzo o navigando sulla cartografia con grafi stradali.
La banca dati delle quotazioni e l'insieme delle pubblicazioni periodiche, oltre a fornire indicazioni sull'andamento del mercato immobiliare e a concorrere alla trasparenza dello stesso, costituiscono un supporto costante all'attività estimativa dell'Agenzia, oltre a rappresentare un sistema informativo utile per una qualsivoglia futura riforma delle rendite catastali.
Per quanto concerne i servizi estimativi, essi sono rivolti essenzialmente alle pubbliche amministrazioni e sono offerti, gratuitamente o a corrispettivo, sulla base di un'apposita convenzione. Attualmente sono attive circa un migliaio di convenzioni con istituzioni pubbliche ed enti territoriali.
Tra queste merita una particolare citazione quella stipulata con l'Autorità di controllo sul mercato delle assicurazioni (ISVAP), attraverso la quale sono stimati i valori dei beni immobili acquistati o venduti dalle società assicurative, oggetto di controllo e vigilanza.
Ai fini del contrasto all'evasione ed elusione fiscale, è importante ricordare la convenzione con l'Agenzia delle entrate, che regola le stime fiscali relative alla valutazione degli immobili ai fini delle imposte indirette quali quelle di successione e registro, ipotecarie e catastali.
L'Agenzia si è mossa progressivamente anche nella realtà europea, quindi ha sviluppato in maniera consistente le relazioni internazionali, al fine di assicurare


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un attivo coinvolgimento nella predisposizione delle politiche comunitarie relative al settore di competenza. In questo ambito viene garantita una presenza continuativa nel Comitato permanente del catasto nell'Unione europea, di cui, proprio in questo semestre, si ha la presidenza, che si concluderà con la periodica riunione dei Paesi membri programmata a Roma nel prossimo dicembre.
L'Agenzia ha altresì sviluppato la partecipazione a gare internazionali per l'erogazione a titolo oneroso di servizi di consulenza specialistica, in seguito a finanziamenti della Banca mondiale e dell'Unione europea, nonché progetti di cooperazione bilaterale fra amministrazioni.
L'impegno futuro è rappresentato dalla volontà di intraprendere contatti con altri Paesi in via di sviluppo, per far conoscere i servizi realizzati mettendo a disposizione delle autorità interessate il know how esistente.
Di particolare rilevanza sono le attività tese alla definizione di un accordo di cooperazione con la Cina, in tema di catasto e di pubblicità immobiliare, da realizzarsi nel prossimo triennio.
Per garantire l'efficacia dei servizi descritti e per valorizzare gli investimenti connessi, è necessario far comprendere agli utenti e a tutta l'opinione pubblica le iniziative sviluppate per il miglioramento delle banche dati e delle attività offerte. Questa conoscenza potrà consentire anche una più diffusa fruizione di quelle che verranno istituite successivamente. Pertanto, la comunicazione rappresenta una necessaria fase del processo di produzione di servizi.
Le linee guida e le strategie di comunicazione, nell'ambito del piano di sviluppo degli stessi, saranno quindi orientate alla valorizzazione del ruolo dell'Agenzia come «sistema di competenze», a garanzia dell'equità fiscale, della trasparenza del mercato e della qualità dei dati che, al tempo stesso, interagisce con le realtà professionali presenti sul territorio.
Tale processo potrà incidere positivamente anche sulla motivazione dei dipendenti, che vedranno valorizzati il loro impegno e la loro professionalità.
Nel corso dell'anno 2009, pertanto, si prevede di mettere a sistema, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, una serie di iniziative di comunicazione, finalizzate a veicolare i servizi offerti, nell'ottica di affermare l'efficienza e l'efficacia delle azioni svolte. Infatti, solo la conoscenza diffusa e capillare delle attività di competenza dell'Agenzia può incidere positivamente sullo sviluppo di una collettività più aggiornata e consapevole, in grado di estrarre valore da ciò che conosce.
Vorrei delineare ora - ovviamente sempre in modo sintetico - le linee strategiche e evolutive dell'Agenzia, soffermandomi in modo particolare sulla riforma del catasto, che analizzerò da diversi punti di vista, nonché sul miglioramento e sull'ampliamento dell'offerta di servizi.
Per quanto riguarda il problema della riforma del catasto, il tema rilevante è sicuramente quello del decentramento delle funzioni catastali ai comuni.
Questo processo ha fatto registrare una forte accelerazione nell'ultimo biennio, a seguito delle integrazioni e delle modifiche apportate dalla legge n. 296 della 2006 (la legge finanziaria per l'anno 2007) al decreto legislativo n. 112 del 1998.
L'originario assetto normativo, infatti, implicava un modello di decentramento rigido, inadatto a tener conto dei diversi gradi di specializzazione che ciascun comune voleva o poteva conseguire. Le nuove disposizioni, inoltre, hanno rafforzato il principio dell'unitarietà del sistema catastale nazionale, assegnando all'Agenzia il ruolo di garante dei processi di aggiornamento.
In attuazione di tale contesto legislativo, sono stati emanati due decreti del Presidente del Consigli dei ministri - il primo in data 14 giugno 2007 e il secondo in data 27 marzo 2008 - con cui sono state individuate le risorse umane e finanziarie, i criteri di ripartizione, nonché i principi di flessibilità, tali da consentire ai comuni di assumere le funzioni catastali secondo modelli organizzativi di complessità crescente.
Le tre note opzioni che sono state delineate nel decreto del 14 giugno 2007


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sono: l'opzione (A), la più semplice, che riguarda la consultazione e la certificazione degli atti catastali, nonché l'aggiornamento degli elementi anagrafici delle banche dati e la riscossione dei relativi tributi; l'opzione (B), di livello medio, che, oltre alle funzioni precedenti, prevede la verifica formale e l'accettazione di tutte le pratiche di aggiornamento catastale; l'opzione (C), la più complessa, che prevede, in particolare, l'aggiornamento della banca dati catastale, con l'attribuzione della relativa rendita.
Il recente accoglimento, da parte del TAR del Lazio, del ricorso presentato da Confedilizia e da altre associazioni di categoria, che contestava la possibilità di determinazione diretta della rendita da parte dei comuni - procedura prevista nella cosiddetta opzione (C), la più avanzata - ha bloccato il processo avviato, determinando la necessità di ridefinire l'intero percorso attuativo, in quanto il TAR, con la predetta decisione, ha annullato il DPCM del 14 giugno 2007 e gli atti correlati. Nell'agosto scorso, inoltre, il Consiglio di Stato, a seguito dell'impugnativa presentata dall'ANCI, ha rigettato la richiesta di sospensiva. Allo stato attuale si è in attesa della relativa sentenza di merito.
L'Agenzia è dunque in attesa della definizione delle nuove linee strategiche impartite dall'autorità politica per l'attuazione del processo di decentramento delle funzioni catastali ai comuni. In effetti, si presenta oggi l'opportunità di aprire una nuova fase di concertazione tra i soggetti interessati, per addivenire ad un modello integrato di gestione delle funzioni catastali tra enti locali e Agenzia.
L'Agenzia stessa può contribuire, sulla base dell'esperienza maturata, a formulare riflessioni volte a realizzare soluzioni efficienti ed efficaci.
Un primo aspetto da mettere in evidenza è rappresentato dalle conseguenze connesse ai processi di informatizzazione. L'impianto del decentramento, anche con le novità introdotte dalla finanziaria per l'anno 2007, risponde ad un'ottica, forse, non più aderente all'evoluzione tecnologica realizzata.
Il sistema informativo e le piattaforme di interscambio consentono un'integrazione di funzioni amministrative e di controllo tra i diversi enti (Agenzia e comuni) permettendo all'Agenzia di svolgere il ruolo di regolazione dei flussi e garantire l'unitarietà del sistema catastale a livello nazionale.
Si mette in evidenza che, in tale contesto, già oggi oltre mille comuni hanno istituito sportelli catastali autogestiti per l'erogazione dei servizi ai cittadini e che, mediante processi telematici, è possibile intervenire, da parte dei comuni, nella fase istruttoria e nel processo di aggiornamento del catasto fabbricati.
Mi sembra opportuno, infine, evidenziare un'altra particolarità. Un catasto nazionale, integrato mediante processi di interscambio tra Agenzia e comuni, può essere funzionale a qualsiasi articolazione del regime tributario degli immobili. Pertanto, le modalità di gestione del catasto sono indipendenti dal grado di federalismo fiscale a cui si intende pervenire.
Un ulteriore tema significativo da evidenziare attiene alle problematiche del sistema estimativo catastale. Infatti, la determinazione delle rendite catastali si può considerare obsoleta, in quanto espressione delle regole definite nel 1939, con l'impianto del catasto urbano, ed è riferita alle tariffe d'estimo aggiornate al biennio economico 1988-89.
L'Agenzia ha sviluppato, in questi anni, un'ampia progettualità di riforma della struttura degli estimi catastali, fondata su tecniche matematico-statistiche di valutazione di massa. Tale progettualità, ispirata ai princìpi di semplicità, trasparenza, equità e dinamicità, potrà essere ulteriormente sviluppata qualora l'autorità politica intenda intervenire sulla materia.
Sempre in tema di riforma del catasto, è importante far riferimento allo sviluppo della funzione inventariale dello stesso. L'Agenzia, per questo, sta progettando la riqualificazione e l'ammodernamento del sistema informativo catastale, al fine di


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realizzare funzioni di accesso, ricerca ed elaborazione dei dati mediante tecnologie di georeferenziazione.
Si tratta, in buona sostanza, di dotarsi, nei prossimi anni, di strumenti per individuare un immobile e per localizzarlo sul territorio mediante due chiavi di ricerca: l'identificativo catastale e l'indirizzo completo, al fine di rendere consultabili le informazioni anche attraverso l'interrogazione e la navigazione sulla cartografia catastale, in modo da offrire nuovi servizi di consultazione a maggiore valore aggiunto. Si sottolinea, altresì, che la chiave «indirizzo», utilizzata in alternativa all'identificativo catastale, è anche lo strumento per permettere di correlare le informazioni con tutte le principali banche dati immobiliari ed anagrafiche presenti sul territorio, essendo al tempo stesso quella più utilizzabile dall'utenza non professionale.
In tale contesto, sono in corso di ultimazione le procedure informatiche per la realizzazione operativa dell'archivio dei fabbricati, ovvero un «contenitore georeferibile» dell'insieme delle unità immobiliari componenti l'edificio e di tutte le informazioni ad esso correlabili.
Questi sviluppi renderanno la funzione catastale rilevante non solo ai fini fiscali, ma anche per la conoscenza e la valorizzazione del governo del territorio.
Vediamo ora il problema dello sviluppo della cartografia catastale in quanto, per la realizzazione degli obiettivi anzidetti, è indispensabile curare anche lo sviluppo di questa. Infatti, l'Agenzia, fra i suoi compiti istituzionali - in quanto organo cartografico dello Stato sulla base della legge n. 68 del 1960 - ha quello di produrre e tenere costantemente aggiornato il patrimonio cartografico e catastale nazionale, costituito da oltre 300 mila fogli di mappa.
Al fine di rendere disponibili i dati cartografici aggiornati, si sta operando secondo le seguenti direttive strategiche: da un lato, si stanno sviluppando procedure informatiche per l'aggiornamento automatico degli archivi cartografici e censuali del catasto, con registrazione in tempo reale degli atti presenti in via telematica; dall'altro, si lavora sulla trasformazione della cartografia catastale, per renderla idonea a garantire l'interoperabilità con le banche dati territoriali delle altre pubbliche amministrazioni.
Lo sviluppo delle direttive strategiche dell'Agenzia si può realizzare anche attraverso il miglioramento e l'ampliamento dell'offerta dei servizi.
Le linee guida dell'evoluzione di questi servizi telematici sono essenzialmente rappresentate dalla semplificazione nella presentazione degli atti catastali e di pubblicità immobiliare, garantendo anche la necessaria assistenza agli utenti che trovano ostacoli all'utilizzo del canale Internet, da sviluppare mediante call center o un numero verde.
In particolare, l'Agenzia intende proseguire azioni di sviluppo dei servizi telematici, prevedendo a breve termine: l'erogazione di servizi di visura catastale e di consultazione dell'osservatorio del mercato immobiliare presso le ambasciate e i consolati italiani all'estero (abbiamo già aperto un tavolo di lavoro con il Ministero degli affari esteri, su questo tema); l'estensione della obbligatorietà della presentazione del modello unico telematico ad altre tipologie di utenti, in modo da consentire di effettuare, contestualmente, gli adempimenti previsti anche nei confronti dell'Agenzia delle entrate (si tratta, quindi, di aprire ed estendere il modello unico telematico ad ufficiali giudiziari, segretari comunali e altri pubblici ufficiali); l'istituzione, di concerto con l'Agenzia delle entrate, del modello unico telematico per le dichiarazioni di successione, al fine di garantire la trascrizione e l'aggiornamento automatico delle intestazioni catastali degli immobili facenti parte dell'asse ereditario (anche questo tavolo di lavoro è stato attivato); l'obbligatorietà, in caso di modifiche o cessazione dell'attività di impresa, della richiesta di voltura catastale per via telematica al registro delle imprese; l'obbligatorietà dell'invio telematico degli atti di aggiornamento catastale da parte delle categorie professionali, rendendo disponibile, al tempo stesso, le planimetrie delle


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unità immobiliari; l'ulteriore sviluppo del servizio a pagamento attraverso il portale dell'Agenzia denominato SISTER.
L'Agenzia sta, inoltre, avviando la definizione di un nuovo modello di assistenza all'utenza, con l'obiettivo di semplificare l'accesso ai servizi, nonché di sviluppare i canali di ascolto e di proposizione verso l'esterno.
Per il prossimo triennio, l'Agenzia intende realizzare un piano dei servizi, gratuiti o a pagamento, secondo le direttrici della tecnologia e della valorizzazione del patrimonio informativo.
In particolare, sono state avviate azioni per ampliare la gamma dei nuovi servizi destinati alle pubbliche amministrazioni, agli operatori del mercato immobiliare e ai cittadini, nonché per aumentare la fruibilità degli stessi, agendo sulla semplificazione delle modalità di accesso e del linguaggio dei dati estratti.
I suddetti obiettivi saranno naturalmente perseguiti tenendo conto dei vincoli di carattere giuridico, legati alla tematica della riutilizzazione dei dati, soprattutto nel campo della pubblicità immobiliare.
Vediamo ora quali sono, invece, le attività di prevenzione e contrasto all'evasione fiscale.
L'Agenzia è sempre stata più impegnata, negli ultimi anni, al recupero della base imponibile, non solo mediante le stime fiscali per la determinazione degli imponibili oggetto di accertamento da parte dell'Agenzia delle entrate, ma anche attraverso azioni volte al contrasto di fenomeni di evasione e di elusione connessi a situazioni catastali non aggiornate. A tal fine sono in atto sperimentazioni organizzative per rafforzare la collaborazione tra le agenzie fiscali.
Proseguono, inoltre, le iniziative relative agli interventi di aggiornamento automatico del catasto terreni, sulla base dei dati contenuti nelle dichiarazioni relative alle colture dei terreni presentati dai coltivatori all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per la richiesta di contributi comunitari. Tale adempimento costituisce, al tempo stesso, una semplificazione amministrativa, in quanto ottempera contestualmente agli obblighi di aggiornamento catastale.
È altresì in corso il recupero dei dati relativi ai fabbricati censiti nel catasto terreni che hanno perso il requisito della ruralità o dei quali è stata omessa la dichiarazione. Per questi ultimi sono state utilizzate tecnologie avanzate quali, ad esempio, il telerilevamento, la fotoidentificazione e l'incrocio informativo di ortofoto digitali e mappe catastali.
Continuano gli interventi di revisione parziale dei classamenti del catasto fabbricati, su iniziativa dei comuni, provvedendo all'adeguamento delle rendite nei casi di più evidente sperequazione o di mancato aggiornamento per omissione dei contribuenti.
La prevenzione e il contrasto all'evasione saranno infine rafforzati mediante interventi di formazione del personale addetto ai controlli e, con l'utilizzo della tecnologia, sarà realizzata una maggiore automazione dei processi di programmazione delle verifiche, nonché una migliore selezione dei soggetti da sottoporre a controllo.
Alle luce degli elementi rappresentati, si può quindi valutare positivamente anche il modello agenziale, proprio in considerazione del fatto che, per quanto riguarda l'Agenzia del territorio, tale struttura ha sicuramente contribuito a migliorare la qualità e l'efficienza dei servizi resi.
Il meccanismo che sta alla base di questo modello comporta, come credo tutti sappiano, che l'Agenzia debba concordare il piano annuale di attività con il Ministero dell'economia e delle finanze, in particolare con il Dipartimento delle finanze. Successivamente, a consuntivo, viene verificato il raggiungimento dei risultati sia quantitativi che qualitativi. Il raggiungimento degli obiettivi prioritari e più significativi comporta l'integrazione delle risorse finanziarie a disposizione dell'Agenzia.
Per assicurare la realizzazione degli obiettivi concordati con il ministero, l'Agenzia si è dotata di modalità gestionali tali da consentire il monitoraggio dell'andamento


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delle attività. In particolare, l'evoluzione del sistema di pianificazione e controllo, con l'integrazione della pianificazione strategica, del budget e della valutazione delle prestazioni dei dirigenti, ha consentito di rafforzare i processi di controllo delle strutture centrali e periferiche. Contestualmente, l'introduzione di un sistema contabile, basato sul modello civilistico, ha permesso di effettuare un adeguato controllo della spesa e delle risorse economiche.
Ciò ha confermato il buon funzionamento dell'Agenzia, non solo nei suoi sistemi gestionali, ma anche nel comportamento corrente della dirigenza e dei funzionari. Ciò ha favorito infatti una politica del personale mirata alla diffusione di una cultura orientata al merito e ai risultati, intesi come qualità ed equità del servizio reso ai cittadini rispetto al puro adempimento amministrativo.
Con riferimento alla dirigenza, l'Agenzia ha introdotto un sistema di valutazione delle prestazioni che permette di apprezzare annualmente il conseguimento degli obiettivi operati, assegnati ai singoli dirigenti, oltre ai comportamenti organizzativi posti in essere. Ciò consente la successiva erogazione della retribuzione di risultato, in coerenza con l'impegno e l'apporto assicurati da ogni figura dirigenziale.
Con riferimento, altresì, alla restante parte del personale, l'Agenzia ha adottato politiche retributive volte a premiare l'effettivo risultato raggiunto dai singoli uffici, ottenuto anche in funzione dell'impegno, della assiduità e della professionalità espressi da ciascun dipendente. Il premio individuale erogato tiene anche conto delle decurtazioni applicate per le giornate di assenza per malattia.
In attuazione del contratto collettivo nazionale integrativo, in un recente accordo sindacale, verranno introdotte nuove modalità valutative individuali anche per coloro che avranno solo responsabilità operative, con caratteristiche analoghe a quelle previste per i dirigenti.
L'Agenzia ha introdotto, già nel 2004, procedure che permettono di premiare la produttività e di controllare i fenomeni di assenteismo. Infatti, la percentuale dell'incidenza delle ore di malattia sul totale delle ore lavorabili è passata dal 5,3 per cento del 2004 al 4,8 per cento del 2007, in linea con il settore privato. Nel 2008, tali dati stanno notevolmente migliorando, grazie anche al maggiore senso di responsabilità acquisito dal personale.
L'Agenzia ha attuato negli anni una riduzione costante dell'organico, sia agevolando i flussi in uscita per il collocamento in pensione, sia adottando una linea di contenimento della mobilità in ingresso da altri enti. Ciò ha consentito di ridurre di circa il 19 per cento i dipendenti in servizio dal 2001 ad oggi, in misura ben superiore a quanto previsto dalle norme finanziarie di contenimento della spesa pubblica, pur con la stabilizzazione di circa 1.500 lavoratori a tempo determinato.
Tale processo ha ridotto il costo del lavoro di circa cento milioni di euro lordi annui, al valore attuale del costo medio del personale.
Oltre a incentivare la mobilità, l'Agenzia è ricorsa anche a modalità innovative di organizzazione del lavoro, quali forme di telelavoro, per attuare una distribuzione più efficace dei dipendenti su tutto il territorio nazionale.
Una criticità è rappresentata dal forte sbilanciamento nella composizione del personale tra professionalità amministrative e professionalità tecniche - tra queste, oltre a ingegneri e tecnici, vanno ricomprese anche le professionalità giuridiche -, con carenza di queste ultime, peraltro indispensabili in una struttura orientata a compiti che richiedono specifiche competenze sugli aspetti tecnici. Per superare questa situazione, si dovranno prevedere nuove assunzioni del personale compatibilmente con la legislazione vigente.
Tra l'altro, sono in fase di completamento i piani di riorganizzazione correlati alle disposizioni recate nel decreto-legge n. 112 del 2008. Tali piani sono stati oggetto di informative alle organizzazioni sindacali che hanno manifestato perplessità e non condivisione per i tagli indiscriminati


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che colpiscono il modello agenziale che, al contrario, dovrebbe essere rafforzato.
Mi preme comunque sottolineare che tutte le innovazioni organizzative e gestionali sono state realizzate con il fattivo contributo dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali dell'Agenzia che hanno sempre manifestato disponibilità al confronto.
In conclusione, credo che quanto fin qui esposto possa ragionevolmente dimostrare che l'Agenzia del territorio, grazie alla presenza di qualificate competenze professionali, rappresenti una significativa risorsa per il Paese, in grado di esprimere innovazione, semplificazione, flessibilità e tecnologia per il funzionamento del sistema immobiliare nazionale.

PRESIDENTE. Ringraziamo la dottoressa Alemanno, anche per averci fornito due ulteriori documenti, con approfondimenti sulle questioni rappresentate quest'oggi, dei quali autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati).
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Ho apprezzato la relazione odierna del direttore, ma vorrei chiedere alcuni chiarimenti.
Il primo riguarda il rapporto con i comuni. Infatti, se ho capito bene, è stato sottolineato che da un lato è in corso un decentramento e, dall'altro, un collegamento.
Ebbene, secondo la mia esperienza, i comuni sono molto in ritardo nell'assetto catastale.
Ci sono esempi, almeno per quello che mi è dato conoscere, di catasti non aggiornati da anni e anni che riportano situazioni non corrispondenti a quanto è presente sul territorio. Ebbene, come intendete superare questo ostacolo?
Da un lato si decentra, da un altro ci si collega, da un altro ancora, come lei ha giustamente sottolineato, c'è la questione dell'informatica che rappresenta la carta vincente del futuro. Tuttavia, se rimane questo arretrato sulle mappe catastali - a mio parere è di tutta evidenza che esso sia consistente (non so quali siano le vostre conoscenze in materia, probabilmente superiori alle mie, e quindi anche su questo argomento vorrei un aggiornamento) - e se non avviene un recupero di ritardo da parte dei comuni, si corre il rischio di avere delle posizioni sfalsate.
Pertanto, a seconda dei territori e del tipo di immobile, può accadere che un immobile riceva una riconoscibilità catastale immediata, mentre altri riportino anni e anni di ritardo.
La seconda questione, che è legata alla prima e riguarda ancora i comuni, ma anche voi, si riferisce ai condoni di cui nella sua relazione non vi è traccia.
Un conto è il catasto senza condoni; altra cosa è il catasto con i condoni. Si tratta di un'altra immagine. In alcuni casi, è accaduto che siano stati condonati - lasciamo perdere adesso le piccole cose, come le finestre o le mansarde - veri e propri palazzi; in altre circostanze si è trattato anche di appartamenti o piani.
Ho esperienza di comuni siciliani, nei quali alcune città rischiano di essere condonate o meno.
Siccome da questo punto di vista i comuni sono in nettissimo ritardo - non tutti, per fortuna, ma molti sicuramente - vorrei sapere come questa situazione si concilia con una mappa catastale che sia aggiornata e che serva al mercato immobiliare e ai cittadini del futuro.
Questi due aspetti, ora citati, mi sembrano assolutamente essenziali.
La terza questione riguarda il personale. Nella conclusione del suo intervento, lei ha giustamente affermato che tutto il vostro lavoro si deve a un mix positivo e che, pur diminuendo il personale, se lo si utilizza al meglio, si ottengono risultati.
Tuttavia, il taglio che il Governo ha operato - ma non voglio fare polemica politica - circa il salario accessorio non mi pare che vi aiuti in questo lavoro. Quindi, spero che esso venga ripristinato.


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Non lo faccio dire a voi per non mettervi in imbarazzo, però non guasterebbe se venisse sottolineato.

MARCO CAUSI. Ringrazio il presidente e la direttrice dell'Agenzia, alla quale desidero rivolgere due domande specifiche.
La prima è relativa al processo di attuazione dei commi 335 e 336 della legge finanziaria del 2005, che nella sua relazione sono confinati in tre righe, nella parte dedicata ai comuni. Forse, può essere utile per la Commissione avere ulteriori informazioni in merito. Mi riferisco, precisamente ai commi 335 e 336, oltre che agli edifici rurali.
Dico questo, perché in tutti e tre i casi (revisioni puntuali, revisioni standardizzate e tutta la parte rurale) si tratta di linee di intervento che, pur non comprendendo l'intero catasto, ma pezzi di esso, hanno messo in campo una importante e fattiva collaborazione tra comuni e Agenzia.
Potrebbe essere utile, inoltre, sapere se da questa collaborazione di campo - dopo passerò alla seconda domanda sulla riforma del catasto - stanno emergendo modelli concreti di interoperabilità sul territorio che possano rivelarsi utili per orientare il decisore pubblico, con la finalità di dirimere la questione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri annullato dal TAR, alla quale prima è stato fatto riferimento.
In subordine a questa domanda, vorrei chiedere alla direttrice, se, alla luce delle rilevanti novità normative sull'ICI, dal vostro osservatorio avete una segnalazione di una maggiore o minore priorità che i comuni danno a queste linee di intervento. Dato che le risorse derivanti dai commi 335, 336 e dagli accatastamenti ex rurali possono essere ricomprese nei fondi che i comuni potranno chiedere, nel corso negli anni, al Governo centrale a ristoro dell'ICI sulla prima casa, che è stata abolita, da un lato dovrebbe essere comunque interessante per i comuni mantenere la presa su queste tre lavorazioni, dall'altro potrebbero esserci segnalazioni politiche di riduzione delle lavorazioni in questo settore. Inoltre - non me ne voglia se faccio una piccola provocazione - potrebbe addirittura esserci un conflitto di interessi fra l'azionista dell'Agenzia, che è il Ministero dell'economia e delle finanze, che dovrà ristorare i comuni, e i comuni stessi che verranno ristorati sulla base degli adeguamenti catastali fatti, ad esempio, per la ruralità.
Ritengo, dunque, che sia interessante per la Commissione avere, anche in futuro se adesso non è possibile, dati più specifici e più «micro» su queste linee.
La seconda domanda riguarda la questione della sentenza del TAR. Nella sua relazione, dottoressa, lei ha rimandato all'autorità politica la definizione di un indirizzo. Io, invece, credo che la Commissione abbia bisogno di sentire il parere tecnico della tecnostruttura. Personalmente non avevo interpretato l'opzione (C) - forse avevo letto male - come un'opzione tendente a dare ai comuni la libertà di fissare la rendita catastale.

PRESIDENTE. Era esattamente così.

MARCO CAUSI. Io non l'avevo letta così. Ci sono letture divergenti dell'opzione (C). Essendo stato il promotore di una delle prime delibere con cui il comune di Roma si è avvalso dell'opzione (C), nella delibera adottata dal consiglio comunale di Roma - l'abbiamo studiata ampiamente - era chiarissimo, almeno ai consiglieri comunali di Roma di allora, sia di maggioranza che di opposizione, ma credo anche agli attuali, che l'opzione (C) non implicasse che dovesse essere il comune a fissare la rendita. Anzi, nella delibera del consiglio comunale di Roma (ma credo anche in tante altre delibere, fatte soprattutto dai grandi comuni, sull'opzione (C) si pensava a un meccanismo di transizione fortemente morbido nei confronti della interoperatività con l'Agenzia. Si pensava, in sostanza, che una serie di funzioni di base non potesse che essere svolta comunque dall'Agenzia.
Considerato che esiste una differente interpretazione di un punto che, nel merito, credo sia condiviso (su questo sentiremo


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anche l'ANCI), chiedo se l'Agenzia ritenga che recuperando l'impostazione veritiera della famosa opzione (C) si possa riprendere quel processo di decentramento, attraverso un nuovo DPCM che fornisca un'interpretazione autentica, piuttosto che aspettare che la giustizia amministrativa faccia il suo corso.
Su questo tema, a mio avviso, il parere del tecnici è molto importante per orientare il decisore pubblico, sia parlamentare che governativo.

MAURIZIO LEO. A me sembra che l'illustrazione della direttrice dell'Agenzia del territorio sia puntuale. Stiamo facendo dei notevoli passi avanti: dal catasto tavolare di vecchia memoria siamo passati a un sistema del catasto e del territorio che ha assunto connotazioni sicuramente molto più avanzate e tecnologiche.
Come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto, particolare importanza dobbiamo annettere alle funzioni che le banche dati a disposizione dell'Agenzia del territorio possono offrire a tutto il sistema di contrasto all'evasione fiscale.
La mia domanda verte proprio su questo tema. Oggi abbiamo una banca dati dell'Agenzia del territorio sicuramente ricca di informazioni. Tuttavia, mi sembra che l'interazione con le banche dati degli enti locali, in particolare dei comuni, non sia così proficua come invece dovrebbe essere. Vorrei dunque capire quali azioni intendete intraprendere per fare in modo che queste banche dati dialoghino di più, anche in una logica di contrasto all'evasione fiscale.
Vorrei anche collegarmi al quesito posto dal collega Causi, sulla vicenda dei commi 335 e 336. Se non erro queste disposizioni assegnavano l'iniziativa al comune, il quale doveva attivarsi per individuare le cosiddette «microzone» e le aree in cui il classamento non fosse corrispondente ai valori effettivi delle unità immobiliari. Da questo punto di vista, a me sembra che, rispetto a quello che ha fatto l'Agenzia del territorio, siano i comuni ad essere stati inadempienti. Non voglio fare riferimenti specifici, ma certamente alcuni comuni si sono attivati mentre altri no. Vorrei, dunque, capire qual è lo stato dell'arte e se avete fatto una mappatura delle realtà locali che si sono attivate o meno.
Infine, anche qui mi riallaccio al ragionamento del collega Causi, volevo un chiarimento sulla questione dei fabbricati rurali. Se non erro, recentemente una sentenza della Corte di cassazione è andata in controtendenza rispetto a quello che voi avete affermato sull'individuazione dei fabbricati rurali. Con un maggior ancoraggio al dato normativo, voi escludevate il fabbricato rurale dall'applicazione dell'ICI, mentre la Corte di cassazione si è mossa in un'altra direzione, che non mi sembra corrispondente al dato emergente dal dettato normativo. Anche su questo vorrei che chiariste la vostra posizione.

IGNAZIO MESSINA. Nel ringraziare la direttrice, pongo due domande velocissime: una nella veste di utente; l'altra in quella di curioso.
Da utente perché tutti questi servizi a cui si è fatto riferimento hanno un senso nel momento in cui un'utenza possa utilizzarli al meglio. Mi riferisco al sistema SISTER, che si dice debba essere migliorato. Sicuramente esso presenta delle carenze non indifferenti, in termini di collegamento e di costi che non so come vengano determinati. Credo che questo sia un tema importante, perché da un lato si mette un servizio a disposizione dell'utenza, dall'altro se ne inibisce l'utilizzo.
Quanto alla domanda da curioso, essa è utile anche per capire l'incidenza dei provvedimenti del Governo sulla pubblica amministrazione. Riprendo ciò che a proposito del recupero della produttività negli uffici e dell'assenteismo viene espressamente citato nella sua relazione laddove si dice che la produttività è stata migliorata dal 2004 al 2007 e che addirittura «Nel 2008, tali dati stanno ulteriormente migliorando, anche grazie alla campagna del Ministro Brunetta».

PRESIDENTE. In realtà la direttrice non ha citato il Ministro Brunetta ...


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IGNAZIO MESSINA. Lo so che non l'ha citato, ma è scritto nella relazione. Tra l'altro il collega Barbato mi avrebbe richiamato se non l'avessi citato! Al di là della battuta, mi piacerebbe capire quali effetti sta producendo questa campagna del Governo e a quali livelli.
Inoltre, quando si parla di criticità a proposito dell'organico, si dice che una «è rappresentata dal forte sbilanciamento nella composizione del personale tra professionalità amministrative e tecniche (...)». Si dice anche che si dovrà procedere a nuove assunzioni. Su questo vorrei un chiarimento e vorrei sapere se esiste già un programma che può garantire migliori servizi.

PRESIDENTE. Avrei anch'io una serie di questioni da porre al direttore dell'Agenzia del territorio, ma non credo che ci sia il tempo per farlo. Avremmo dovuto affrontare una varietà di questioni: elenco soggetti, dotazioni informatiche, arretrato, lettera C, adeguamento funzionale e via dicendo. Vorrà dire che invierò una lettera alla dottoressa Alemanno per porre queste problematiche!
Do la parola al direttore dell'Agenzia del territorio, Gabriella Alemanno.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Mi sembra di aver identificato che i temi principali siano quelli del decentramento, dell'integrazione tra le banche dati e del personale.
Comincio a rispondere sul problema del personale, per poi metterlo da parte. L'Agenzia del territorio sicuramente ha subìto un forte sbilanciamento, nel tempo, tra le funzioni amministrative e quelle tecniche, anche perché ha dovuto fare fronte a una serie di problematiche concernenti, ad esempio, la stabilizzazione di 1.500 dipendenti a tempo indeterminato rispondendo anche ad esigenze di mobilità.
Questo aspetto, quindi, non ha permesso all'Agenzia, negli anni passati, di fare concorsi per professionalità specifiche. Gran parte delle attività dell'Agenzia del territorio sono espletate da ingegneri, geometri, architetti nonché da giuristi con una professionalità specifica proprio nel diritto civile, per tutto il problema della pubblicità immobiliare. Adesso stiamo operando la riorganizzazione, quindi l'abbattimento delle piante organiche, come è stato stabilito dal decreto-legge n. 112 del 2008. Abbiamo già fatto un'informativa alle organizzazioni sindacali, che non sono contente di questo, perché ritengono che il modello agenziale dovrebbe essere sviluppato e non limitato da tagli indiscriminati. Nel prossimo comitato di gestione porteremo avanti la riorganizzazione, così come è stata prevista dalle disposizioni normative perché, in realtà, noi siamo un'amministrazione che non può non operare sulla base del dettato del legislatore.
Lo stesso si deve dire per quanto riguarda il discorso delle banche dati e del decentramento. L'onorevole D'Antoni chiedeva come, in realtà, realizziamo il decentramento se i comuni non integrano le banche dati. Il tema sicuramente esiste. Le diverse opzioni, anche quella minima, l'opzione (A) che era stata prevista nel DPCM del 14 giugno 2007, in realtà si potevano realizzare solo con l'aggiornamento e la consultazione dei comuni.
Abbiamo messo tutte le nostre energie e tutti i nostri strumenti a disposizione dei comuni per realizzare questo obiettivo. Ci sono 7 mila convenzioni in atto, ma dai nostri rilevamenti risulta che soltanto 2.500 sono effettivamente attive. Questa non è un'imputazione che può essere fatta all'Agenzia...

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Però è un dato...

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. A mio avviso, è necessario creare una maggiore sensibilità e collaborazione nei comuni, anche perché ognuno di essi ha una sua autonomia ...

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Alcuni comuni risultano fermi agli anni Settanta.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. ... e ognuno agisce


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in maniera particolare. Ci sono comuni che sono sicuramente all'avanguardia e altri che, purtroppo, risentono di questo tipo di problema.

PRESIDENTE. Potremmo introdurre una normativa che ne prevede lo scioglimento in caso di inadeguatezza.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Il problema delle banche dati è un po' complesso. Da una parte, abbiamo alcune banche dati le quali fanno parte del patrimonio informativo dell'Agenzia, che viene definito d'interesse nazionale: il catasto fabbricati, il catasto terreni, la cartografia e i registri di pubblicità immobiliare. Questa anagrafe immobiliare è un'anagrafe integrata ma, nello stesso tempo, all'interno dell'anagrafe tributaria esiste la parte dei dati cosiddetti «fiscali», che vengono gestiti prima dall'Agenzia delle entrate, poi, una volta che il dato è stato qualitativamente perfezionato, dal Dipartimento delle finanze, e addirittura un'ulteriore banca dati che riguarda tutti gli atti di trasferimento dei beni.
Al riguardo, si pone un problema che noi abbiamo sottolineato anche all'autorità di Governo. In realtà queste banche dati - parlo ovviamente della parte immobiliare - non colloquiano tra di loro. Una cosa è tutto il sistema integrato dell'anagrafe immobiliare; altra cosa sono le dichiarazione dei redditi, che fino al 2006 contenevano informazioni soltanto sulla modalità di utilizzo dell'immobile (soltanto nelle dichiarazioni che si stanno elaborando adesso dovrebbe essere riportata l'imposta dovuta ai fini dell'ICI); un'altra realtà ancora, poi, è rappresentata dalla parte legata agli atti di registro, che comunque incidono sulla titolarità del bene.
Sarebbe importante mettere a sistema tutte queste banche dati, proprio perché, facendolo e, poi, interagendo anche con Equitalia, si potrebbe compiere un'operazione importante di recupero della fiscalità, tanto ai fini delle imposte dirette, quanto ai fini dei tributi locali. Del resto, questo è il tema rilevante.
Sempre sul tema del decentramento, mi si chiedeva che cosa l'organo tecnico pensi in merito. Onestamente, noi siamo parte di questo progetto di decentramento e, quindi, benché io non voglia evitare di rispondere alla domanda, è l'autorità politica che deve darci degli input su questo tema. Noi siamo assolutamente serventi, siamo pronti e abbiamo tutto il materiale a disposizione che può servire per essere strumentali e disponibili all'autorità politica (banche dati ed altro).
A me risulta che il Governo, a breve, dovrebbe riaprire il tema del decentramento tramite un tavolo di trattative con l'ANCI e con tutti i soggetti interessati. A mio giudizio, è importante lavorare con una visione più aggiornata: credo, infatti, che il progresso raggiunto nel meccanismo di informatizzazione - si ripensi a quanto è stato detto sulla struttura attuale delle banche dati - rappresenti un elemento importante, che incide anche sulla valutazione di come operare il decentramento.
Insomma, credo che debba essere tenuto in considerazione il fatto che il percorso di telematizzazione di queste banche dati è stato realizzato, ed è forse un po' più avanti rispetto al processo politico di decentramento.
Con riferimento al problema del contrasto all'evasione o all'elusione fiscale, sono state formulate varie domande, riguardanti i commi 335 e 336, l'edilizia rurale e i condoni.
Partendo da quest'ultimo aspetto, tornando così anche al discorso sui condoni sviluppato dall'onorevole D'Antoni, noi abbiamo assolutamente registrato tutto ciò che ci è stato trasmesso dai comuni. Se poi i comuni non elaborano le pratiche di condono, si torna sempre allo stesso tema, in un certo senso.
Per quanto riguarda i commi 335 e 336, si tratta di due diverse modalità di accertamento sugli immobili. Precisamente, il comma 335 prevede la revisione parziale del classamento degli immobili urbani siti in porzione di terreno, che i comuni hanno facoltà di richiedere all'Agenzia del territorio. Il comma 335 riguarda, quindi, le cosiddette «microzone» che si sono venute


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a realizzare in particolari comuni di grande entità. In particolare, adesso esiste una difficoltà con il comune di Milano, dove, sulla base di una richiesta proveniente dall'allora sindaco Albertini, abbiamo realizzato il riclassamento degli immobili urbani e siamo in procinto di mandare gli avvisi relativi a queste microzone.
Il comma 336 prevede, invece, la facoltà, per i comuni, di richiedere il riclassamento relativo all'intervenuta variazione dello stato dell'unità immobiliare e, laddove i comuni ce l'hanno chiesto e hanno lavorato secondo questo modalità, noi l'abbiamo posta in essere.

PRESIDENTE. Mi scusi, dottoressa Alemanno, purtroppo tra poco riprendono i lavori in Aula. Le vorrei rivolgere un quesito, che poi magari lascio alla sua attenzione. Ci potrebbe dare un'idea di quante cancellazioni di ipoteca per termine finanziamento sono state fatte?

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Sono 40 mila al mese.

PRESIDENTE. Intendo dire sul pregresso, ossia su quelle già scadute; infatti, prima, i cittadini che finivano di pagare un mutuo, si dimenticavano di procedere alla cancellazione o, a volte, lo facevano intenzionalmente perché costava.

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Dunque, si registrano circa 42.500 comunicazioni mensili. Nel corso del 2008, sono state trasmesse circa 382 mila comunicazioni di richiesta di cancellazione di ipoteca, di cui 371 mila sono state evase.

PRESIDENTE. Sì, ma provenivano dai cittadini o dalle banche?

GABRIELLA ALEMANNO, Direttore dell'Agenzia del territorio. Nella maggior parte dei casi arrivavano dalle banche; poi ovviamente, in qualche caso, arrivavano anche dai cittadini.

PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Alemanno per l'esauriente relazione svolta. Naturalmente, avremo occasione, in questa legislatura, di sentirci su argomenti più diretti sui quali dovremo intervenire.
Ritengo che ci sia l'esigenza - che i colleghi condivideranno - di dare maggiori risorse all'Agenzia del territorio, per rinnovare l'immagine del catasto, che è un po' l'ultima catena del carro istituzionale, e che avrà bisogno di molti finanziamenti, per i quali ci dovremo impegnare.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,05.

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