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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissioni Riunite (VIII e X)
1.
Giovedì 28 giugno 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Alessandri Angelo, Presidente ... 3

Audizione del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Guido Improta, in relazione alle gravi ripercussioni sul tessuto produttivo occorse nei territori dell'Emilia-Romagna colpiti dal recente sisma (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):

Alessandri Angelo, Presidente ... 3 7 12 13 14
Garagnani Fabio (PdL) ... 7 8
Improta Guido, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti ... 3 8 12 13
Marchioni Elisa (PD) ... 10
Mariani Raffaella (PD) ... 11
Piffari Sergio Michele (IdV) ... 7
Raisi Enzo (FLpTP) ... 9
Torazzi Alberto (LNP) ... 8
Vico Ludovico (PD) ... 9

ALLEGATO: Documentazione depositata dal sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Guido Improta ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

[Avanti]
COMMISSIONI RIUNITE (VIII E X)
VIII (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) E X (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 28 giugno 2012


Pag. 3


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA VIII COMMISSIONE
ANGELO ALESSANDRI

La seduta comincia alle 9,10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Guido Improta, in relazione alle gravi ripercussioni sul tessuto produttivo occorse nei territori dell'Emilia-Romagna colpiti dal recente sisma.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Guido Improta, in relazione alle gravi ripercussioni sul tessuto produttivo occorse nei territori dell'Emilia-Romagna colpiti dal recente sisma.
Do quindi la parola al sottosegretario Improta per lo svolgimento della sua relazione.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti. Grazie, presidente. Ringrazio le Commissioni riunite di questa opportunità che consente ai Dicasteri che rappresento di fare un primo punto della situazione. In funzione di questa audizione, ho cercato di rendere disponibili i dati più aggiornati, assicurando il coordinamento con le strutture preposte a seguire lo sviluppo della vicenda sul territorio, a livello sia centrale che locale.
Ho anche predisposto una memoria, che lascio agli atti, nella quale, considerando che sono riunite due Commissioni che seguono aspetti complementari, si è cercato di seguire un filo logico, partendo innanzitutto dalle caratteristiche del sisma che, al di là degli aspetti tecnico-scientifici, che avete potuto seguire anche dal dibattito sulla stampa, oltre che dalle audizioni che avete svolto, si distingue per due aspetti.
Il primo è che questo sisma ha interessato una porzione del Paese in cui le stazioni sismiche erano solo 10, a riprova dello scarso pericolo che si attribuiva a queste zone, che hanno registrato, invece, conseguenze e danni molto significativi, soprattutto per quanto riguarda l'edilizia industriale e commerciale, anche perché queste aree sono state assoggettate al rispetto delle prescrizioni costruttive legate al rischio sismico soltanto a partire dal 2003. La gran parte di queste costruzioni industriali risale, però, a cavallo degli anni Ottanta e ciò spiega la grande vulnerabilità che ha patito, in questa circostanza, il tessuto produttivo.
Per quanto riguarda le attività in corso, occorre distinguere la messa in sicurezza della popolazione e le attività svolte per la verifica di agibilità degli edifici. È stato applicato il protocollo in uso, promosso dal Dipartimento della protezione civile, che prevede la compilazione di una scheda Aedes (Agibilità e danno nell'emergenza sismica), che trovate in allegato alla documentazione che ho depositato affinché possiate rendervi conto degli strumenti utilizzati sul territorio.


Pag. 4


Le rilevazioni sono state fatte mettendo a sistema tutte le forze esistenti che svolgono attività sul territorio. Al 22 giugno, grazie a 151 squadre di rilevatori, in Emilia-Romagna sono state realizzate 47.263 verifiche speditive, ovvero rilevazioni con determinate caratteristiche, che hanno poi comportato 18.012 verifiche di agibilità su edifici pubblici e privati, ripartiti, a livello provinciale, in 1.724 nella provincia di Bologna, 3.814 in quella di Ferrara, 11.025 in quella di Modena e 1.449 in quella di Reggio Emilia.
Gli esiti di queste verifiche sono i seguenti: nel 34,2 per cento dei casi - fortunatamente - è stata riscontrata l'agibilità degli edifici visitati; nel 17,1 per cento è stata rilevata la parziale inagibilità; nel 4,8 per cento dei casi si sono limitate le porzioni degli edifici da inibire all'uso; nello 0,9 per cento è risultato necessario un approfondimento per verificare l'agibilità; nel 36,6 per cento dei casi ci siamo trovati, invece, di fronte a edifici inagibili per motivi strutturali e geotecnici; infine, nel 6,3 per cento dei casi vi sono danni più consistenti che necessitano di un rinforzo della capacità portante dell'edificio. Questi indicatori iniziano a essere qualificanti per stimare l'impegno non solo economico per ripristinare la normalità nei territori colpiti.
Uno dei temi che probabilmente sta più a cuore riguarda la situazione degli edifici scolastici, in modo da poter assicurare la regolare ripresa delle attività scolastiche, come da calendario, nel prossimo mese di settembre. Al riguardo, sempre con riferimento all'Emilia-Romagna - i dati sono aggiornati al 17 giugno - riferisco che abbiamo svolto 429 verifiche, che hanno comportato la dichiarazione di inagibilità (le lettere F ed E che trovate nella tabella a pagina 3 della documentazione) soltanto per 77 casi, nei quali troverà sicuramente applicazione la previsione del decreto-legge n. 74 del 2012 per quanto riguarda i moduli abitativi provvisori da adibire all'erogazione dei servizi pubblici, in questo caso alla formazione scolastica.
Nel caso di Mantova, che è il comune della Lombardia compreso nell'emergenza sismica, sono state effettuate 518 verifiche. Qui, tuttavia, il dato relativo all'inagibilità è leggermente più alto perché superiamo i 200 edifici inagibili.
Alla data del 25 giugno, il complesso delle attività svolte sul territorio di assistenza alla popolazione e di verifica degli edifici vede coinvolti 4.099 uomini e 857 mezzi. La popolazione assistita ammonta a 12.424 unità, di cui 11.961 in Emilia-Romagna, 480 in Lombardia e 17 nel Veneto.
Quest'ultimo dato, relativo al Veneto, è stato aggiornato ieri sera, ma non lo trovate tra i dati riportati a pagina 5 della documentazione, che sono validati dalla Protezione civile. Infatti, ieri sera, in vista dell'audizione, mi son preoccupato di fare un ultimo controllo con i vari dipartimenti e i comandi preposti all'emergenza territoriale e ho rilevato che la situazione del Veneto è leggermente difforme; si parla, infatti, di 87 sfollati, invece che di 17. Comunque, la dimensione è, fortunatamente, molto contenuta.
L'altro aspetto, più di competenza del Ministero che rappresento, riguarda la valutazione del ripristino degli edifici demaniali, attività che è stata svolta dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Emilia-Romagna e Marche, che ha effettuato 130 verifiche di agibilità. Da questa iniziale e, per il momento, conclusa attività di verifica sul patrimonio demaniale è emersa l'esigenza di dover assicurare lavori per poco più di 5 milioni di euro, con una previsione a consuntivo di 7,5 milioni. Anche in questo caso, trovate un dettaglio, ripartito per province, degli edifici pubblici che necessitano di un intervento.
In particolare, nel caso della provincia di Ferrara si stimano lavori per 1 milione e 635 mila euro (si tratta, in gran parte, di stazioni e caserme dei Carabinieri); nel caso della provincia di Modena stimiamo lavori per circa 2 milioni di euro; nel caso della provincia di Bologna abbiamo lavori per 1 milione e 320 mila euro; infine, nel caso della provincia di Reggio Emilia, lavori per 120 mila euro.


Pag. 5


Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si sta facendo carico di un primo e parziale finanziamento, con un impegno straordinario di 3 milioni e 460 mila euro a favore del provveditorato competente territorialmente. Ciò vuol dire che stiamo assicurando oltre il 70 per cento del fabbisogno al momento stimato attingendo ai fondi ordinari del Ministero.
Il terzo punto che vorrei trattare, spostandoci dalla parte relativa al patrimonio fisico alla questione di come assicurare la ripresa del tessuto economico e produttivo di questa importante realtà del nostro Paese, riguarda il fondo per la ricostruzione delle aree terremotate, previsto dall'articolo 2 del decreto-legge n. 74 del 2012, che assegna 500 milioni per l'anno 2012 e un miliardo per gli anni 2013 e 2014, con i risparmi derivanti dall'attività di razionalizzazione della spesa pubblica. Il fondo viene, inoltre, alimentato con le risorse rivenienti dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea e con le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici.
L'operatività del fondo, che è stato gestito dai presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, in qualità di commissari delegati, nonché titolari di apposite contabilità speciali aperte presso la tesoreria statale, è garantita dal DPCM previsto dall'articolo 2, comma 2, del citato decreto-legge. Al riguardo, si segnala che, durante la conferenza Stato-Regioni di giovedì 21 giugno, le regioni interessate hanno rinunciato a formalizzare un parere sul decreto, riservandosi di avanzare una proposta di ripartizione delle somme stanziate tra le tre regioni.
Il 23 giugno, anche in ragione della tempestività necessaria per poter affrontare efficacemente le urgenti necessità derivanti dalla situazione in atto, i presidenti Errani Formigoni e Zaia hanno congiuntamente richiesto al Presidente del Consiglio che sia autorizzato un riparto preliminare con l'assegnazione di una quota in acconto sulla base delle prime stime dei danni registrati prodotte dal Dipartimento della protezione civile, salvo effettuare un conguaglio all'esito della definitiva e asseverata valutazione dei danni. In ragione di ciò, il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri sta predisponendo gli atti conseguenti. Ritengo, quindi, che entro la settimana prossima si possa provvedere all'emanazione del decreto previsto dal decreto-legge.
Per quanto riguarda gli interventi per favorire il ripristino del tessuto produttivo, nel decreto-legge n. 74 del 2012, che è attualmente sottoposto alla vostra analisi ed eventuale approvazione, vi sono sostanzialmente due strumenti che fanno capo al Ministero dello sviluppo economico.
All'articolo 10, abbiamo il rafforzamento dell'intervento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, in favore delle imprese che hanno subito danni a seguito degli eventi sismici.
Invece, l'articolo 11 riguarda il trasferimento alle regioni interessate di 100 milioni di euro da destinare alla concessione di contributi in conto interessi.
Per quanto riguarda il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, gli elementi di novità sono che la soglia di importo massimo finanziabile è stata elevata da 1,5 a 2,5 milioni di euro e che la percentuale massima di copertura per gli interventi di garanzia diretta è passata dal 50 per cento all'80; inoltre, per gli interventi di controgaranzia il fondo può intervenire sino a un massimo del 90 per cento.
In termini di disponibilità - questo mi sembra un elemento utile da sottolineare - stiamo parlando di un fondo che ha una disponibilità di 1.160 milioni di euro, quindi non ci sono problemi circa la capacità di accogliere, in via prioritaria, le eventuali domande di finanziamento che dovessero pervenire dalle imprese danneggiate dal sisma. Si tratta di una massa sufficiente che, per gli effetti moltiplicatori che sono solitamente stati registrati in passato, possono assicurare volumi di investimento di poco inferiori a 40 miliardi di euro.


Pag. 6


Diciamo, quindi, che siamo abbastanza confidenti in ordine al fatto che questo strumento ordinario, con le deroghe previste dal decreto-legge n. 74 del 2012, possa essere efficace. Inoltre, abbiamo preferito muoverci nel solco dell'ordinarietà e utilizzare uno strumento conosciuto dal sistema bancario, dagli intermediari finanziari e anche dalle imprese. Non abbiamo ritenuto, dunque, di dover complicare il dialogo con strumenti nuovi che potessero costituire anche una barriera all'erogazione delle risorse.
Siamo immediatamente intervenuti presso il soggetto gestore del fondo, il MedioCredito Centrale, affinché non vi fossero ritardi nell'applicazione delle norme previste dal decreto-legge n. 74 del 2012. In tal senso, nel ricordare che il decreto-legge è stato pubblicato il 6 giugno 2012, riferisco che il Comitato di gestione del fondo già l'8 giugno, con la circolare n. 622, che trovate in allegato al documento sub 2, ha emanato le disposizioni affinché fosse ben chiaro il regime prioritario a cui accedevano le imprese danneggiate dal sisma.
Al 21 giugno - gli aggiornamenti sono settimanali, quindi potremmo avere nuovi dati a partire da oggi - abbiamo una sola operazione pervenuta al gestore del fondo con richiesta agevolata sisma e riguarda un'impresa ubicata in San Felice sul Panaro, che ha chiesto un milione di euro. Il Comitato di gestione, che si è riunirà oggi, 28 giugno, delibererà l'importo massimo garantito nella misura dell'80 per cento, quindi metterà a disposizione 800.000 euro.
Consultando la procedura via web, abbiamo riscontrato che sono in lavorazione da vari richiedenti e intermediari finanziari altre nove richieste di finanziamento che, però, non contengono ancora a tutti i dati identificativi, quindi riteniamo che queste pratiche, nel giro dei prossimi giorni, potranno essere completate e dar luogo ad altrettante richieste di finanziamento.
Inoltre, leggendo i resoconti parlamentari, abbiamo visto che uno dei temi che è stato sottolineato è di ampliare il beneficio economico delle misure del decreto-legge anche alle imprese del cratere, quindi a quelle che non sono direttamente ubicate nei comuni colpiti dal sisma. Mi sembrava, quindi, utile mettere a vostra disposizione un dato relativo al possibile ampliamento di questi benefici.
Al momento, al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese risultano un totale di 19 operazioni, che riguardano imprese nel territorio, ma non colpite dal sisma, che, quindi, non possono switchare rispetto al regime agevolato. In termini quantitativi, queste sono le informazioni che possiamo mettere a vostra disposizione attraverso il Fondo delle piccole e medie imprese.
Per quanto riguarda, invece, il secondo strumento, ovvero il trasferimento di risorse per concessione di contributi in conto interessi, che ammonta a 100 milioni di euro, per la definizione dei criteri anche relativi alla ripartizione delle risorse fra le tre regioni e le modalità per la concessione dei contributi in favore delle imprese, la norma rinvia a un decreto di natura non regolamentare del Ministro all'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, su proposta delle regioni interessate, che, al momento, non risulta essere ancora stata formulata dalle regioni. Ritengo, però, che, probabilmente, esse avessero un maggiore interesse nello sbloccare il DPCM relativo all'utilizzazione dei 2,5 miliardi per la ricostruzione, quindi penso che la proposta di questo secondo decreto possa pervenire da qui a qualche settimana.
Concludo facendo riferimento alle altre misure previste nel decreto-legge di competenza di altre amministrazioni dello Stato.
Innanzitutto, abbiamo un Fondo per le agevolazioni alla ricerca industriale, di competenza del MIUR (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca), che trasferisce 50 milioni alla regione Emilia-Romagna. Inoltre, l'ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), per quanto riguarda la gestione dei Fondi per l'agroalimentare, mette a disposizione


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5 milioni di euro destinati all'abbattimento delle commissioni per l'accesso alle garanzie dirette. Abbiamo, poi, l'applicazione del Fondo rotativo ex legge n. 183 del 1987 per le quote di cofinanziamento del programma di sviluppo rurale della regione Emilia-Romagna, oltre al sostegno al reddito dei lavoratori che viene assicurato con gli strumenti ordinari del Ministero del lavoro.
Segnalo, da ultimo, che con decreto-legge del n. 83 del 2012, all'articolo 10, sono state stabilite ulteriori misure per la ricostruzione e la ripresa economica dei territori colpiti dal sisma, per il cui dettaglio si rimanda all'allegato n. 3 della documentazione depositata. In breve, è stabilità la possibilità, per i commissari delegati, di attivare procedure di somma urgenza per la realizzazione di moduli temporanei abitativi e di moduli destinati ad attività scolastiche e uffici pubblici; sono previste procedure speditive per la localizzazione di questi moduli abitativi; si prevedono delle gare a procedura ristretta e accelerata per l'esecuzione degli interventi sul territorio; c'è, ovviamente, la possibilità da parte dei commissari delegati di potersi avvalere di tutti gli uffici pubblici e di tutte le competenze specialistiche che operano sul territorio; ci sono, infine, delle procedure per la ripianificazione del territorio, per assicurare la ripresa economica e sociale e la riqualificazione dell'abitato, tenendo conto dei moduli temporanei che vengono inseriti sul territorio.
È chiaro che questo sisma presenta una complessità non tanto per le caratteristiche e per l'energia che ha sprigionato, ma per il territorio che ha colpito che non era preparato a fronteggiare un'emergenza del genere. Il problema è, quindi, legato più alla ripresa di un'economia incentrata su un modello a rete, ovvero su processi distribuiti tra più soggetti economici che assicurano la prestazione finale, con un valore per il mercato, piuttosto che al danno censibile per ciascun soggetto economico.
Su questo c'è, ovviamente, la piena disponibilità da parte del Governo ad accogliere le riflessioni che perverranno dal Parlamento per mettere in condizione i commissari delegati di poter dare le risposte più efficaci ed efficienti alle emergenze alle quali sono chiamati a rispondere. Grazie.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il sottosegretario Improta della relazione, autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione che ha consegnato (vedi allegato).
Do, quindi, la parola ai colleghi che intendono porre quesiti e formulare osservazioni.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Vorrei porre una domanda al sottosegretario Improta. Anche se coloro che chiedono l'accesso il fondo di garanzia sono pochi numericamente, mi domando se c'è un monitoraggio sui tassi applicati. Difatti, a parte la gratuità dell'accesso al fondo di garanzia, le banche, con la scusa del rating delle imprese e altre storie, chiedono ovviamente la restituzione dei soldi, oltre che il pagamento dei tassi di interesse. Vorrei, quindi, sapere se il criterio di selezione all'accesso è demandato al solo sistema bancario oppure c'è un controllo anche da parte pubblica.

FABIO GARAGNANI. Vorrei porre due brevissime domande al sottosegretario Improta, del quale apprezzo l'esposizione molto chiara e sintetica.
Nei vari incontri avvenuti nella provincia di Bologna - io, fra l'altro, provengo da un comune che confina con le zone terremotate e che è stato parzialmente colpito, San Giovanni in Persiceto, vicino a Crevalcore, tra la provincia di Modena e Ferrara - alcuni imprenditori hanno chiesto garanzie precise affinché le aziende di loro proprietà possano essere ristrutturate facilmente con interventi di piccola manutenzione. Lei ha parlato, appunto, di interventi di questo tipo. Essi, però, essendo disponibili ad anticipare le somme occorrenti per la ristrutturazione delle aziende, vogliono tuttavia avere garanzie


Pag. 8

di un rimborso immediato delle somme anticipate da parte dello Stato, che non sia rinviato alle calende greche. Lei si è espresso in termini generici, ma vorrei una garanzia su questo punto che mi pare significativo perché molti si sono dichiarati disponibili a rimettere in opera l'attività economica, a patto che vi sia la garanzia che lo Stato intervenga a rimborsare le somme anticipate, altrimenti la questione diventa problematica.
Passando alla seconda considerazione, lei ha parlato di edifici scolastici danneggiati. A me risulta che siano in numero maggiore rispetto a quelli indicati da lei e inoltre, per esempio, in tutta l'area della bassa bolognese, da Galliera a Crevalcore - in questo comune vi sono 3.000 sfollati - molti comuni hanno il problema del riavvio del prossimo anno scolastico e chiedono di confluire nel mio comune, San Giovanni in Persiceto, perché a Crevalcore, a Sant'Agata Bolognese e a Pieve di Cento non c'è possibilità materiale di ripartire, visto che tutti gli edifici scolastici sono dichiarati inagibili. Il centro storico è letteralmente...

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti. Difatti, 77 edifici inagibili sono tanti.

FABIO GARAGNANI. Sì, ma sono distribuiti fra tutti i comuni. Ci sono anche i 7-8 comuni della provincia di Modena, oltre quelli di Ferrara e a Bologna.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti. Sono 29 nella provincia di Modena e 37 nella provincia di Ferrara.

FABIO GARAGNANI. Non vorrei fare una questione di provincialismo, ma, sentendo i sindaci, mi risulta quanto ho detto. Ora, in questo contesto, vorrei introdurre un discorso che è di sua competenza parziale, ma che, comunque, riguarda il Governo.
Nella verifica sull'agibilità degli edifici scolastici, occorre tenere presente anche la situazione delle scuole paritarie, che fanno parte del sistema pubblico integrato. Mi riferisco soprattutto alle scuole materne e primarie di primo grado presenti in zona, che rischiano di essere trascurate sulla base di un falso concetto, secondo il quale non sarebbero un servizio pubblico, mentre, in realtà, svolgono un servizio, soprattutto nell'ambito della scuola dell'infanzia, di primaria importanza, stante anche il numero di accessi e di iscrizioni.
L'ultima considerazione, che ho fatto anche in altra sede, riguarda le procedure di controllo. Non metto in dubbio l'operosità e la volontà del presidente della regione e dei sindaci che si stanno attivando in modo encomiabile - peraltro, per essere chiari, parlo di sindaci che non sono della mia parte politica -, ma credo che il Governo debba porsi il problema di provvedere a una forma di coinvolgimento e di controllo periodico sull'insieme degli interventi, che coinvolga, a livello istituzionale, anche le minoranze presenti nelle varie istituzioni rappresentative territoriali.
Questo è un problema che esula parzialmente da questo dibattito tecnico, ma mi pare che sia particolarmente importante perché tutti siamo impegnati in uno sforzo comune per cui, di fronte al rappresentante del Governo, chiedo dei momenti di confronto con le autorità preposte, con una certa cadenza temporale (mensile, bimestrale o quello che sia), che prevedano anche il coinvolgimento ufficiale di tutte le forze politiche presenti negli organismi territoriali, come il consiglio regionale, provinciale o comunale. Non basta coinvolgere solo i sindaci. Ecco, credo che il Governo non possa non tener conto di questo aspetto, stante l'impegno di tutti in questi organismi.

ALBERTO TORAZZI. Rispetto ai primi 50 milioni stanziati, che davano un'idea della distanza del Governo dai problemi del Paese, noto che la cifra è molto aumentata. Tuttavia, vorrei far riflettere il sottosegretario sul fatto che per il terremoto dell'Abruzzo furono stanziati 8 miliardi di euro e che la zona del cratere del terremoto produce un PIL di circa 16


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miliardi di euro, che, con legislazione italiana, tra tasse, contributi, tributi e quant'altro, significa 10 miliardi di euro che il fisco incassa tutti gli anni che Dio manda in terra.
A fronte di questa situazione drammatica, occorre considerare che le tasse di queste stesse persone sono state usate in passato da questo stesso Governo, in maniera forse meno intelligente. Pensiamo, per esempio, al terremoto dell'Irpinia, per il quale sono stati spesi 80.000 miliardi di lire nel 1980, che sono l'equivalente di 250-300 miliardi di euro di oggi. Vi sono stati, poi, altri interventi molto estesi per i quali questa gente ha contribuito. Ebbene, ora che essa è stata colpita, credo che l'ordine di grandezza debba essere, come riferimento, almeno quello del 50 per cento delle tasse, contributi, tributi e quant'altro prodotti da questo territorio nel 2010. Tra l'altro, mi tengo basso perché se prendessi il 2007, prima della crisi, sarebbero di più. Ecco, penso che questo riferimento numerico debba essere tenuto presente dal Governo.
Inoltre, visto che lei è sottosegretario presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, vorrei chiederle la definizione - oppure i riferimenti normativi o tecnici - della nozione di «agibilità sismica». Vi è, infatti, un'ordinanza che ha paralizzato una regione con questa richiesta. Se riuscisse, quindi, a darci questa descrizione o questi riferimenti, sarebbe utile.

LUDOVICO VICO. Vorrei porre una domanda al sottosegretario Improta riguardo ai fondi resi già disponibili o annunciati, così come riportati nel decreto-legge n. 74 del 2012. Accanto ai 500 milioni provenienti dall'aumento delle accise sui carburanti, si annunciano 2 miliardi provenienti dalla spending review nel biennio 2013-2014. Mi sembra che questo volume di risorse sia significativo come inizio, ma non come intervento a medio termine. Peraltro, anche il riscontro che la spending review sia nella condizione di incassare 2 miliardi dei 2,5 complessivi forse esige la definizione di una pianificazione più a medio termine.
Inoltre, mi sembra molto interessante il Fondo di garanzia per le microimprese, soprattutto con la modifica intervenuta che consente di raggiungimento un massimale di 2,5 milioni di euro. Tuttavia, ho l'impressione che non si sia ricorso, per le grandi imprese, anche a un altro alimentatore, ovvero il Fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti. Visto che stiamo parlando del peso del PIL in quell'area, soprattutto in relazione a determinate attività, forse incrociare microimprese e grandi imprese non farebbe male.
Infine, è stato già stabilito o il Governo pensa di stabilire quante saranno le risorse in conto capitale per la ricostruzione? Pongo questa domanda per provare a capire, in relazione al decreto-legge sviluppo, se rispetto all'evento sismico vi saranno misure straordinarie oppure se il fondo perduto è, appunto, perduto.

ENZO RAISI. Vorrei essere molto concreto e sottolineare alcuni punti, che ritornano sempre, anche in relazione a questo ultimo terremoto.
La prima considerazione, parzialmente illustrata dal sottosegretario Improta, riguarda il tema dei crediti per le imprese e della possibilità di accedervi immediatamente per poter ricostruire e rimettersi in piedi. Non so, sul piano economico, quale sia il punto di equilibrio tra la domanda e l'offerta, ma qualcosa si è mosso e funziona, cosa senz'altro positiva.
Andando sul territorio e parlando con le imprese, ci sono altri tre problemi importanti. Il primo riguarda lo smaltimento dei rifiuti e delle macerie. Parlo di rifiuti perché in alcune zone c'è ancora l'eternit nei capannoni, quindi non è una cosa da poco.
Il secondo punto è legato al tema della ricostruzione. È chiaro che molti di questi edifici sono irrecuperabili, per cui, tolte le macerie, si deve ricostruire. Ed è chiaro che in questo caso c'è, però, un problema di legge urbanistica su cui bisogna intervenire. Non essendo esperto della materia,


Pag. 10

non so come né con quali deroghe, ma è evidente che occorre trovare una soluzione che consenta di ricostruire rapidamente. Infatti, se usiamo l'iter normale non arriviamo a domani, visto che molte di queste aziende, che operano nell'agricoltura, in questo momento dovrebbero raccogliere o consegnare i prodotti, per cui possiamo immaginare quello che sta accadendo. Tra l'altro, la zona di Ferrara è tutta interessata dall'agricoltura. Altri, poi, hanno delle commesse, che si possono bloccare per qualche mese, ma, essendo spesso multinazionali, i committenti non aspettano troppo a lungo, per cui, se non si consegna, vanno da un'altra parte.
Last but not least, abbiamo il tema citato dal collega della Lega, ovvero la questione della certificazione sulla agibilità sismica degli immobili adibiti ad attività produttive. Mi spiego. Nel nostro territorio, abbiamo vissuto un momento in cui le norme sismiche sono state rese obbligatorie solo per i nuovi edifici, per cui vi sono tanti vecchi edifici rimasti indietro, anche perché l'Emilia non risultava una zona sismica. (Qualcuno si è sbagliato e neppure questa è una cosa da poco). Dopodiché, arrivato il terremoto, ci siamo accorti che siamo zona sismica.
È evidente, però, che, se dovessimo seguire nel dettaglio le regole sismiche, non si ripartirebbe con la produzione. Da persone intelligenti, ci poniamo, ovviamente, il problema del rischio per i lavoratori e per gli imprenditori. Penso, infatti, che nessun imprenditore sia così sciocco da ripartire non essendo garantito sulla sicurezza sua, dei suoi lavoratori e delle macchine che possiede, dato che l'impresa è fatta da uomini, da materiale e da altro, per cui, onestamente, non credo vi sia questa follia collettiva.
Ciò detto, visto che quel territorio è diventato sismico, è giusto che sia messo in sicurezza. Da questo non si può più derogare. Tuttavia, si possono accompagnare queste procedure. In sostanza, la domanda è se basta avviare il cantiere per la messa in sicurezza per poter lavorare oppure bisogna aspettare la conclusione dei lavori. Questo tema, per me, è molto importante.
Mi permetto di rivolgerle queste domande per avere una risposta conclusiva, anche se so che lei può rispondere solo parzialmente. In ogni caso, la ringrazio della sua disponibilità. Onestamente, credo che abbiamo fatto un passettino avanti con il decreto-legge n. 74 del 2012. Cerchiamo, però, di non fare come sempre, dando risposte con il cuore per poi fermarci.
Chiudo, segnalandole un fatto molto strano di cui non so se è al corrente. È stato chiesto alla Croce Rossa militare, non a quella civile, di smobilitare i campi organizzati in alcune aree del modenese. Ecco, non ho capito il motivo, anche se posso immaginarlo. Diciamo che faccio finta di non averlo capito. Tuttavia, vorrei dire che non si può, per schermaglie interne alla Croce Rossa e alla Protezione civile, rinunciare a delle forze di volontariato presenti sul territorio e, fra l'altro, ringraziate da tutto il mondo. Lo dico quindi a lei affinché lo riferisca ai responsabili della Protezione civile e della Croce Rossa. Non si possono scaricare sui cittadini terremotati le beghe interne di associazioni come queste! La Croce Rossa militare ha compiuto un'opera encomiabile; averla smantellata è stata una follia. Voglio che questo resti a verbale. Peraltro, ho anche fatto un'interrogazione su questo, per cui spero che qualcuno lo capisca.

ELISA MARCHIONI. Senza ripetere le considerazioni già svolte dai colleghi, vorrei dire che il primo tema è proprio quello della continuità. Infatti, la nostra regione è stata colpita e continua a essere colpita; ci sono state scosse anche la scorsa notte, per cui abbiamo bisogno di una capacità di poter seguire queste vicende. Questo, del resto, non è nemmeno il primo episodio perché, prima del terremoto, l'inverno scorso, la regione era stata colpita da precipitazioni nevose fuori dall'ordinario. Per esempio, il mio territorio - la Romagna - insieme alle Marche è stato particolarmente colpito anche da quell'evento, riportando danni alle imprese e alla produttività, dovuti a più di 3,5 metri di neve che hanno sconvolto il tessuto produttivo territoriale.


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Pertanto, è necessario che alla risposta immediata, che è stata straordinaria e generosa, forte di tutti gli aiuti anche del volontariato, si associ una strategia di medio-lungo periodo, capace di riportare la situazione all'ordinario; questo anche seguendo il termine delle risorse.
Per quanto riguarda, in particolare, le imprese, oggetto di cui si occupa la nostra Commissione, mi ha colpito che, nelle audizioni che abbiamo ascoltato nelle scorse settimane, esse chiedevano soprattutto di poter lavorare, quindi di avere uno Stato che le affianchi, lasciandole, appunto, lavorare. Dunque, si pongono le questioni del credito e delle garanzie, che sono mutate, delle risorse e delle verifiche per avere, appunto, la possibilità di lavorare.
Le faccio i complimenti per il lavoro che ci ha presentato e che si sta facendo. Tuttavia, per molti il tema delle verifiche è legato proprio alla possibilità di ricominciare a lavorare, ovvero di vedersi rilasciate le certificazioni che consentono il rientro nelle strutture e l'utilizzo dei materiali e dei macchinari, cosa che non è ancora avvenuta in tutti i casi.
Il fondo delle imprese è finanziato, per quest'anno, con altri 100 milioni di euro, quindi continuiamo a dare questo aiuto. Questo è molto importante, ma sappiamo che non basterà questa cifra che, tuttavia, affiancata ai consorzi fidi, comincia a essere un inizio.
L'ultimo tema che vorrei affrontare riguarda le verifiche. Credo che su questo i commissari e le regioni, in particolare, abbiano un grande ruolo, ma anche il nostro è importante nell'affiancarli per controllare come le verifiche proseguiranno nei prossimi mesi. Infatti, dovremmo monitorare le misure, ma anche la loro efficacia per poter eventualmente modificare in corso di svolgimento ciò che si renderà maggiormente necessario nell'opera di ricostruzione. Penso, per esempio, alle localizzazioni anche temporanee che molte imprese stanno chiedendo, questione che non si risolverà nel giro di pochi mesi.
Per il resto, la ringrazio davvero della relazione. Ribadisco che siamo disponibili a collaborare e che, ovviamente, seguiremo tutti i passi necessari, non solo nell'immediato, ma anche nel prossimo futuro.

RAFFAELLA MARIANI. Anch'io ringrazio il sottosegretario Improta della ricognizione molto utile che ci ha presentato. Vorrei porre una domanda specifica, ricordando che il terremoto non si è esaurito il 20 maggio, ma che anche questa notte abbiamo avuto notizia di ulteriori fenomeni sismici, per cui credo che, essendovi altri danni da rilevare, la ricognizione non sia ancora finita.
Tuttavia, rispetto al tema dell'edilizia scolastica, su cui molte volte, anche in tempo «di pace», abbiamo chiesto lumi al Governo perché in questi anni da quel capitolo specifico di spesa del Ministero delle infrastrutture, attraverso rocambolesche misure legislative, non sono mai state attinte risorse. Invece, in questo momento, sarebbe utilissimo che, soprattutto presso il suo Ministero, dal settore che si occupa di edilizia scolastica e abitativa, provenisse una celere ricognizione e l'avvio alla distribuzione di fondi che, da molti anni, salvo forse il reperimento di alcune decine di milioni per l'Aquila, non sono mai stati resi disponibili. Su quel capitolo abbiamo molte risorse che venivano utilizzate dalle regioni e dagli enti locali attraverso la procedura della vecchia legge n. 23 del 1996 per l'edilizia scolastica, un meccanismo molto rodato che permetteva, con una scelta di priorità, di distribuire risorse sui territori. Ecco, riteniamo che, soprattutto in questo caso e a partire dalle scuole più danneggiate, si possa ridare velocemente avvio a una procedura - ripeto - già rodata come quella prevista dalla legge n. 23 del 1996.
Un ultimo punto: lei conferma che nel decreto-legge sviluppo vi saranno capitoli dedicati alle aree colpite dal terremoto. Noi affronteremo a breve la discussione sul decreto- legge n. 74 del 2012 sul terremoto in Emilia e stiamo già predisponendo gli emendamenti. A questo proposito, raccomandiamo al Governo di rendere


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più omogenei e coerenti possibili i provvedimenti d'urgenza, quindi di verificare se alcune parti introdotte nel decreto-legge sviluppo dopo l'emanazione del decreto-legge n. 74 del 2012, ma che hanno come riferimento il tema centrale del terremoto nell'Emilia, non possano essere discusse o anche trasferite in tale decreto-legge, che discuteremo in Aula tra due settimane, credo, al fine di rendere più efficaci e omogenei l'insieme dei meccanismi per far ripartire quel tessuto territoriale.
D'altra parte, abbiamo salutato molto favorevolmente il fatto che il decreto-legge n. 74 del 2012 sia stato concepito come una legge quadro per la ricostruzione. Abbiamo visto quanto è stato complesso gestire il terremoto dell'Aquila attraverso ordinanze di Protezione civile, quindi salutiamo con molta soddisfazione il fatto che il Governo abbia fatto una scelta diversa, di chiarezza e di trasparenza.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al sottosegretario Improta per la replica, vorrei informare i colleghi che la Conferenza dei capigruppo ha fissato l'avvio della discussione in Assemblea del decreto-legge n. 74 del 2012 a partire dalla seduta del 9 luglio prossimo. Devo dire anche che stiamo cercando di risolvere molti dei temi sollevati, con l'aiuto fondamentale del commissario Errani. C'è, insomma, la volontà di dare una risposta a tutto. Voglio chiarire questo aspetto perché la prossima settimana, in VIII Commissione, lavoreremo agli emendamenti e mi auguro che, anche grazie al Governo, venga fuori un prodotto che dia risposte a tutti, forse anche sulla scorta dei tanti errori commessi in occasione degli eventi sismici accaduti in passato.
Do ora la parola al sottosegretario Improta per una breve replica.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti. Grazie, presidente. Mi riallaccio alla sua ultima osservazione e all'intervento dell'onorevole Mariani perché abbiamo fatto tesoro del lavoro svolto in VIII Commissione, in sede di Comitato ristretto per l'esame delle proposte di legge per la ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, e dei problemi che in quella abbiamo riscontrato nella ricostruzione dell'Aquila che, di fatto, non è stata efficace a causa di una governance troppo ridondante, fatta di strumenti che si inseguivano tra di loro, con ordinanze che svuotavano quelle precedenti, creando una grande confusione.
Pertanto, proprio in relazione al lavoro promosso dal Comitato ristretto istituito presso la Commissione Ambiente della Camera, abbiamo predisposto un documento di sintesi per il Governo che, purtroppo, ci è risultato utile per affrontare l'emergenza Emilia-Romagna. Di conseguenza, in questo caso non abbiamo nessun Commissario slegato dal territorio e nessuna ordinanza di Protezione civile che non fosse connessa a esigenze verificate da chi è chiamato a dover dare delle risposte alla comunità che amministra.
Siccome in molti interventi è stato sollevato anche il tema della certezza delle coperture economiche e di una loro consistenza adeguata rispetto agli investimenti di cui necessita questo territorio, l'Emilia-Romagna, per la ricostruzione, dico che è evidente che la laboriosità e l'approccio problem solver dei suoi imprenditori e delle sue popolazioni non deve penalizzarlo. Siamo consapevoli che ci troviamo di fronte a una comunità molto responsabile, che si sta preoccupando, intanto, di fare tutto quello che può da sola. Questo è il motivo per cui io ho dato quei numeri che, apparentemente, sono bassi. Personalmente, ascrivo questo anche all'approccio culturale degli imprenditori che si stanno preoccupando, per esempio, di mettere a fattore comune i capannoni. Mi risulta anche che l'interporto di Bologna abbia messo a disposizione diverse migliaia di metri quadrati di capannoni per favorire il ripristino delle attività produttive.
Insomma, il fatto che non ci sia ancora una domanda di credito elevata e un'utilizzazione massiccia degli strumenti che sono già stati messi a disposizione, va


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posta in relazione non con l'inefficacia degli strumenti che abbiamo previsto, ma con il fatto che gli imprenditori, in questo momento, stanno cercando di risolvere autonomamente i problemi per assicurare la tempistica a cui l'onorevole Torazzi faceva riferimento.
Per quanto riguarda la problematica sollevata dall'onorevole Garagnani vorrei dire che se gli imprenditori sostengono delle spese certificate ex-ante da un tecnico abilitato, ciò diviene il requisito che consente loro, formalmente e ufficialmente, come dice la legge, di accedere al rimborso integrale. D'altronde, i tempi dei rimborsi saranno sicuramente celeri perché la contabilità speciale presso la tesoreria statale non è soggetta al passaggio attraverso il Ministro dell'economia e la Ragioneria generale dello Stato che - come si ricordava poc'anzi in merito al tema dell'edilizia scolastica - è, di fatto, il filtro all'erogazione delle risorse. La contabilità speciale funziona con un mandato scritto, siglato dal commissario delegato all'emergenza, che, in questo caso, è il presidente Errani.
Prendo, comunque, atto della sua richiesta di redigere delle relazioni periodiche e delle occasioni di confronto. Devo, però, dire che il presidente della regione Emilia-Romagna, anche per il semplice fatto che si è affidato, per il criterio di ripartizione delle risorse, a un soggetto terzo, cioè la Protezione civile, che non è chiamata a gestire, ha semplificato il panorama e offerto garanzia alle minoranze. A ogni modo, mi pare che, in questo caso, l'approccio sia molto operativo e pragmatico, non di natura politica, nel senso negativo del termine.
Per quanto riguarda l'agibilità sismica, penso che abbiate sentito, almeno in Commissione ambiente, il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Franco Carrer. Voglio comunque segnalare che il Consiglio superiore ha tenuto un'adunata il 22 giugno e ha elaborato delle linee guida che vanno esattamente nel senso indicato - se non ho capito male - dall'onorevole Torazzi, cioè di superare la soglia del 60 per cento, che crea il problema...

PRESIDENTE. Credo che l'onorevole Torazzi si riferisse all'ordinanza n. 2 che vieta a tutti di poter riaprire senza un'agibilità sismica che non esiste per legge. Tuttavia, c'è una soluzione che stiamo studiando in Commissione Ambiente. In pratica, per poter riaprire, basta che si mettano in sicurezza tre o quattro cosette veloci con un tecnico abilitato. Questa è la soluzione per evitare il blocco totale dell'economia. Quanto lei dice vale per il dopo. Successivamente, ci vuole, infatti, il 60 per cento.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti. Per avere il certificato di agibilità sismica, ancorché provvisorio, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha elaborato un documento che ha messo a disposizione del commissario delegato affinché lo possa utilizzare per sveltire le procedure.
Sulla questione del monitoraggio dei tassi applicati dalle banche sollevata dall'onorevole Piffari, comunicherò al MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) di attivare una procedura di monitoraggio ad hoc. In merito, invece, alla questione del Fondo rotativo della Casse depositi e prestiti per le grandi imprese posta dall'onorevole Vico, è evidente che cerchiamo di favorire tutti i soggetti, quindi anche su questo assicuro un approfondimento.
Per lo smaltimento delle macerie, vi è già un provvedimento del commissario delegato che equipara le macerie ai rifiuti urbani. Pertanto, non c'è un problema né di recupero, né di smaltimento, ma si segue la catena ordinaria di trattamento dei rifiuti urbani. In relazione all'eternit, invece, è chiaro che si tratta di una problematica che va affrontata secondo le normative speciali.
Inoltre, il fatto che il commissario sia anche il presidente della regione dovrebbe costituire una corsia preferenziale per quanto riguarda eventuali deroghe agli strumenti urbanistici che si dovessero rendere


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necessari, tenendo conto che nei decreti-legge che ho citato nella relazione esistono delle procedure semplificate proprio per prendere in considerazione le esigenze della ricostruzione e della compatibilità rispetto ai moduli temporanei.
Sulla Croce Rossa militare, non so rispondere. Sicuramente, dai sindaci mi è stato segnalato il problema di ritornare alla normalità, «svuotando» i campi, anche e soprattutto delle persone che, per motivi psicologici, non voglio rientrare nelle loro abitazioni, pur essendo queste in grado di poterle accogliere. Le due cose non vanno sicuramente in relazione. Tuttavia, questo è un ulteriore elemento che pongo alla vostra attenzione.
Penso di aver risposto, seppur sommariamente, alle domande che mi sono state rivolte.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Improta e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 10,10.


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