Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

31/01/2011

Montecitorio, Sala della Lupa – Presentazione della Campagna “Condividiamo il pane quotidiano” promossa dal Servizio Missionario Giovani – Arsenale della Pace

Autorità, Signore, Signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare l'iniziativa 'Condividiamo il Pane Quotidiano', organizzata dal Servizio Missionario Giovani, fondato da Ernesto Olivero, che saluto con stima e affetto.

Un caloroso benvenuto a Marco Maccarelli, che eseguirà un brano il cui testo è stato scritto dallo stesso Olivero, e al maestro Andrea Bocelli che ci canterà 'Panis Angelicus'; e a tutti i presenti.

Prima di entrare nel merito di questa lodevole campagna contro la fame nel mondo, desidero sottolineare l'esemplarità del cammino spirituale, umano e sociale di Ernesto Olivero.

Olivero era uno straordinario modello di impegno solidale già quando aveva solo 24 anni.

A quell'età infatti prese una decisione tanto semplice in apparenza quanto alta e difficile: contribuire a cambiare il mondo con l'esempio, combattere la fame, le guerre e la povertà.

Grazie alla fede e alla volontà, quella impresa cominciò a realizzarsi con l'aiuto di tanta gente umile e volenterosa.

Spinte dalla determinazione di Olivero, migliaia di volontari si sono messi a disposizione, credendo nel progetto di una nuova umanità capace di donare se stessa agli altri senza nulla ricevere in cambio se non la gioia di contribuire ad alleviare le sofferenze.

L'Arsenale della Pace è il primo mirabile esempio di questo cammino che si compie sì accanto alla Chiesa ma è vicino anche alle istituzioni laiche, nel segno del principio di sussidiarietà, che rappresenta un grande valore condiviso nella società e nella politica del nostro tempo.

Desidero sottolineare come, tra le personalità che hanno testimoniato vicinanza e amicizia al Sermig e a Olivero ci siano autorità religiose e laiche, politici italiani e internazionali, filosofi, sindaci, soprattutto tanti semplici cittadini.

Un pantheon ideale animato dal magistero di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Madre Teresa di Calcutta, e da personaggi che rappresentarono un punto di riferimento per la nostra storia repubblicana come Giorgio La Pira, Norberto Bobbio.

Una stima che ha spinto molte illustri personalità ad avanzare la sua candidatura per il Premio Nobel per la Pace, in considerazione del ruolo indiscusso che egli ha svolto e svolge nel mondo attraverso le sue missioni.

Ma c'è un altro aspetto che vorrei sottolineare. Il Sermig nasce a Torino: non una città qualsiasi, ma la prima Capitale dell'Italia unita e metropoli che ha sperimentato il fenomeno migratorio dal Mezzogiorno al Nord della Penisola. Il capoluogo piemontese ha rappresentato a lungo il polo attrattivo di centinaia di migliaia di nuove famiglie calabresi, siciliane, pugliesi. Ritengo si tratti di un aspetto estremamente importante da sottolineare in occasione delle celebrazioni del 150^ anniversario dell'Unità nazionale. Chi ricorda la storia di Torino negli anni Cinquanta non può non mettere a confronto quella realtà con quella attuale non dissimile soprattutto per ciò che riguarda i problemi di integrazione e reciproco rispetto.

Sono dell'avviso che a imprimere forza ed energia al Sermig sia una visione che supera il semplice e pur ammirevole afflato caritatevole in favore di un umanesimo alto e ispirato, di cui sono elementi fondamentali l'amore per l'essere umano, la salvaguardia della sua dignità e la valorizzazione delle sue capacità.

Il Sermig - uso parole tratte dal suo sito - «non dona il pesce, ma pensa a donare la canna perché ognuno impari a pescare e abbia la possibilità di sperare». Un'economia sociale che aiuti le popolazioni delle aree più povere della Terra a diventare protagoniste del proprio futuro.

La nuova campagna che oggi presentiamo è un'iniziativa volta a raccogliere fondi contro la fame nel mondo. Il Sermig, in oltre 40 anni, ha distribuito in 140 nazioni del mondo cibo e servizi per un valore di oltre 580 milioni di euro.

Presente in 138 Stati, il Sermig ha realizzato interventi e progetti di collaborazione e sviluppo in 89 nazioni dei 5 continenti. Una multinazionale del bene comune e dell'altruismo.

Ha scritto Olivero: «Lo stile di vita del Sermig è racchiuso in una convinzione: esso vivrà, crescerà sempre ma ad alcune condizioni. Pubblicare i bilanci, ovvero trasparenza assoluta; essere disponibili 24 ore su 24 365 giorni all'anno; accogliere con lo stesso rispetto il nero e il bianco, l'amico e il nemico, il sano e il malato, il credente e il non credente. (…) Non rassegnarsi al mondo così com'è ma operare per cambiarlo, insieme ai giovani».

Principi capaci davvero di promuovere la pari dignità tra gli esseri umani e il coinvolgimento delle nuove generazioni.

I giovani sono disposti a credere e a impegnarsi, a sacrificarsi e a mobilitarsi non solo quando si parla con spirito di verità ma anche quando oltre le parole si fanno seguire gli esempi.

Niente può offendere i giovani e minare il loro futuro, quanto la menzogna, o chi predica in un modo e si comporta in un altro.

Questo è il motivo per cui ci sono tanti ragazzi accanto a Olivero. Ragazzi che credono nell'autenticità della sua fede, la fede nel messaggio cristiano, che è un messaggio di pace e di accoglienza verso gli altri e in quanto tale capace di forgiare il mondo nel quale il Sermig si trova a operare promuovendo la cultura della solidarietà e la trasmissione di esperienze e competenze.

L'attività del Sermig è ispirata al metodo della restituzione ovvero condividere tempo professionalità, creatività, cultura, beni materiali e spirituali con i più poveri o semplicemente i più sfortunati, evocando quasi la massima evangelica: «La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare». Pari dignità dunque e pari opportunità costituiscono un tessuto sociale nel quale possono coesistere e convivere popoli e culture diverse ma uguali nel principio del rispetto della legge: unico strumento che possa garantire lo Stato di diritto e l'uguaglianza dei cittadini senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali così come stabilisce la nostra Costituzione.

A Olivero la nostra gratitudine per l'esempio di umiltà e altruismo che quotidianamente ci offre.