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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 11 giugno 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 giugno 2008.

Albonetti, Angelino Alfano, Amici, Aprea, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fallica, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 10 giugno 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei deputati:
MUSSOLINI: «Disposizioni per agevolare la mobilità volontaria dei lavoratori dipendenti pubblici e privati» (1270);
ZINZI: «Istituzione dell'università degli studi di Caserta mediante la trasformazione della seconda università degli studi di Napoli» (1271);
GRIMOLDI ed altri: «Nuove disposizioni concernenti l'acquisto, la detenzione e l'uso personale di nebulizzatori contenenti sostanze irritanti o urticanti» (1272);
GRIMOLDI ed altri: «Disposizione per favorire la ricerca dei minori scomparsi» (1273);
GRIMOLDI ed altri: «Istituzione della corte d'appello di Monza» (1274);
GRIMOLDI ed altri: «Abolizione del valore legale dei titoli di studio» (1275);
GRIMOLDI ed altri: «Nuove norme in materia di pagamento delle tasse di iscrizione e dei contributi universitari» (1276);
GRIMOLDI ed altri: «Nuova disciplina delle targhe degli autoveicoli» (1277);
GRIMOLDI ed altri: «Istituzione del Museo storico dei motori e della locomozione» (1278);
GRIMOLDI ed altri: «Benefìci previdenziali in favore dei genitori di figli affetti da grave disabilità» (1279);
FARINA COSCIONI ed altri: «Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari» (1280);
MARIO PEPE (PdL) ed altri: «Introduzione dell'articolo 1-bis della legge 3 agosto 1998, n. 313, per la tutela della qualità dell'olio vergine ed extravergine di oliva» (1281);
DI VIRGILIO: «Disposizioni in favore dei soggetti incontinenti e stomizzati» (1282).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ZACCARIA ed altri: «Modifica all'articolo 12 della Costituzione in materia di riconoscimento dell'italiano quale lingua ufficiale della Repubblica» (443);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ZACCARIA ed altri: «Modifica all'articolo 66 della Costituzione. Introduzione della facoltà di ricorso alla Corte costituzionale contro le deliberazioni delle Camere in materia di verifica dei poteri» (444);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE HOLZMANN: «Abrogazione dell'articolo 59 della Costituzione concernente i senatori a vita» (1041).

II Commissione (Giustizia):
BRUGGER ed altri: «Nuove disposizioni in materia di affidamento condiviso dei figli» (53) Parere delle Commissioni I, V e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento);
BERTOLINI ed altri: «Introduzione degli articoli 612-bis del codice penale e 282-ter del codice di procedura penale e altre disposizioni per la repressione delle molestie persistenti» (1261) Parere delle Commissioni I e XII.

III Commissione (Affari esteri):
SARUBBI ed altri: «Ratifica ed esecuzione del protocollo relativo ai residuati bellici esplosivi (Protocollo V), annesso alla Convenzione di Ginevra del 10 ottobre 1980 sulla proibizione o la limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003, con allegato» (1076) Parere delle Commissioni I, IV, V e XII.

VI Commissione (Finanze):
JANNONE: «Disciplina dei fondi di investimento alternativi» (306) Parere delle Commissioni I, V e XIV.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 9 giugno 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 11 del 2008, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 18 aprile 2008, e la relativa relazione concernente le risultanze dell'attività di controllo sul programma del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di promozione dello sviluppo sostenibile (programma Agenda 21).

Questa documentazione sarà trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 9 giugno 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura (UNIONCAMERE), per gli esercizi 2005 e 2006. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 11).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche comunitarie, con lettera in data 10 giugno 2008, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 giugno 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, la comunicazione relativa alla nomina del prefetto dottor Giosuè Marino a commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.

Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) ed alla II Commissione (Giustizia).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Incidenti verificatisi nelle vicinanze dell'Università «La Sapienza» di Roma il 27 maggio 2008 e iniziative per garantire il libero confronto all'interno degli atenei - 2-00030

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
in data 27 maggio 2008, nelle vicinanze dell'Università «La Sapienza» di Roma si sono verificati violenti scontri tra giovani di opposte tendenze politiche;
le aggressioni e gli atti di violenza vanno sempre condannati con fermezza;
i collettivi di sinistra già quattro mesi fa occuparono il rettorato per impedire la presenza del Papa Benedetto XVI all'inaugurazione dell'anno accademico nello stesso ateneo;
due studenti aderenti al gruppo Forza nuova, iscritti all'Università «La Sapienza» avevano chiesto spazi per lo svolgimento di un convegno sulle foibe con il parlamentare europeo Roberto Fiore;
il preside della facoltà di lettere e filosofia Guido Pescosolido aveva concesso gli spazi ed autorizzato il convegno, in accordo con il rettorato;
in data 26 maggio 2008, il rettore dell'università, Renato Guarini, ha revocato il permesso;
troppo spesso le autorità accademiche ed il corpo docente non sono intervenuti in maniera tempestiva per evitare il verificarsi di questi gravi episodi di intolleranza;
risulta da notizie di stampa che il Ministro interpellato abbia chiesto al rettore una relazione sugli scontri del 27 maggio 2008 -:
se risponda al vero che era stata a suo tempo concessa l'autorizzazione al convegno sulle foibe da parte del preside di facoltà Pescosolido;
se risulti:
a) per quale motivo e sulla base di quali motivazioni il rettore dell'Università «La Sapienza» di Roma abbia revocato l'autorizzazione, dopo averla concessa, contribuendo in questo modo ad esasperare le tensioni e a creare le condizioni per una serie di disordini fuori e dentro l'università;
b) quali iniziative siano state attuate dalle autorità accademiche competenti per evitare il ripetersi di simili episodi e se siano stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti, che con manifestazioni di intolleranza impediscono il libero svolgimento delle attività accademiche;
quali iniziative il Ministro interpellato intenda assumere al fine di evitare il ripetersi di episodi di intolleranza all'interno di scuole ed università, affinché non venga mai negata l'agibilità politica a nessunoper far sì che l'università resti un luogo di confronto libero e civile, dove a tutti è concesso il diritto di pensiero e di parola.
(2-00030)
«Frassinetti, Aprea, Lorenzin, Granata, Angeli, De Corato, Porcu, Cosenza, Ciccioli, Murgia, De Angelis, Mondello, Di Biagio, Giammanco, Holzmann, Tommaso Foti, Barbaro, Ascierto, Lo Presti, Lamorte, Saltamartini, Marsilio, Biava, Lisi, Raisi, Piso, Bernini Bovicelli, Castiello, Zacchera, Migliori, Polidori, Perina, Sbai, Patarino, Beccalossi, Goisis, Polledri».
(29 maggio 2008)

Iniziative per la ridefinizione dell'accordo procedurale sottoscritto dall'Inps e dal fondo svizzero di garanzia sulla previdenza professionale in materia di liquidazione dei contributi versati dai lavoratori italiani in Svizzera - 2-00031

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il 1o giugno 2007 sono entrate a regime le disposizioni dell'accordo bilaterale stipulato nel 2002 tra la Confederazione elvetica e l'Unione europea in materia di libera circolazione delle persone e sicurezza sociale, che disciplinano, tra l'altro, gli aspetti previdenziali fra gli Stati firmatari dell'accordo;
il sistema di sicurezza sociale svizzero, sotto il profilo dell'obbligatorietà, è basato sui cosiddetti due pilastri, ovvero una forma di previdenza generalizzata - il primo pilastro - finanziata secondo il principio della ripartizione degli oneri (i contributi versati dalle persone in età di svolgere un'attività lucrativa finanziano le rendite correnti della generazione più anziana) e una forma di previdenza professionale - il secondo pilastro o cassa pensione - regolato dalla legge previdenza professionale basato sul sistema contributivo ovvero sulla capitalizzazione dei contributi versati;
con riferimento all'applicazione dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento CEE n. 1408 del 1971, il cittadino che lascia definitivamente la Svizzera prima dell'età pensionabile e stabilisce la sua residenza in uno Stato comunitario mantiene i suoi diritti alle prestazioni spettanti all'età di pensionamento, ma se intende ritirare in conto capitale i suoi averi del secondo pilastro deve dimostrare di non essere iscritto alle assicurazioni obbligatorie per la vecchiaia, invalidità e superstiti nello Stato di nuova residenza;
per l'esercizio della facoltà sopra illustrata, l'Inps e il fondo di garanzia della legge previdenza professionale svizzero hanno sottoscritto il 24 gennaio 2007 un accordo tecnico-procedurale che fissa le regole per la verifica del diritto e la conseguente liquidazione degli averi di vecchiaia della legge previdenza professionale versati dai lavoratori italiani in Svizzera a seguito dell'attività lavorativa svolta;
in base al suddetto accordo, l'Inps deve restituire entro 90 giorni dalla data di richiesta al fondo di garanzia della legge previdenza professionale di Berna i moduli relativi ai lavoratori che intendono riscuotere in conto capitale l'ammontare del secondo pilastro, moduli che certificano il requisito fondamentale, ovvero che l'interessato non ha coperture assicurative in Italia;
la prassi sperimentata in questo primo anno di applicazione dell'accordo procedurale si è rivelata inefficace, poiché la sede centrale dell'Inps - deputata alla trasmissione della certificazione sopra menzionata - non è in grado di rispettare il termine di 90 giorni fissato nell'accordo. La sede centrale dell'Inps, infatti, richiede i dati alle sedi periferiche, che di regola trasmettono a cadenza semestrale gli aggiornamenti delle posizioni assicurativedei lavoratori dipendenti. Inoltre, i tempi di trasmissione dei dati aggiornati da parte di altri enti previdenziali ha cadenze ancora più lunghe;
i ritardi di certificazione da parte dell'Inps hanno provocato ritardi pesanti e un accumulo di posizioni in sospeso, con grave danno per molti cittadini italiani, in particolare lavoratori frontalieri che hanno cessato definitivamente l'attività lavorativa -:
che cosa intenda fare il Governo per semplificare la procedura di certificazione della non iscrizione ad alcuna forma di assicurazione previdenziale obbligatoria richiesta dal fondo di garanzia della legge previdenza professionale di Berna, al fine di procedere all'erogazione dell'avere di vecchiaia spettante ai nostri concittadini;
se il Governo intenda attivarsi perché sia ridefinito l'accordo procedurale, stabilendo che la richiesta di certificazione sia inviata dall'ente svizzero direttamente alla sede provinciale Inps competente per il luogo di residenza del richiedente, oppure che l'Inps centrale invii direttamente la richiesta sopra menzionata alla sede provinciale Inps competente;
se l'Inps intenda adibire alcuni funzionari esclusivamente al disbrigo delle migliaia di posizioni accumulatesi nel frattempo, fatto che arreca grave danno ai nostri ex emigrati rientrati in Italia.
(2-00031)
«Narducci, Braga, Bucchino, Codurelli, Garavini, Farinone, Capodicasa, Lolli, Rugghia, Beltrandi, Federico Testa, Fadda, Oliverio, Laratta, Fiano, Grassi, Naccarato, Minniti, Rosato, Berretta, Baretta, Sanga, Cesario, Boffa, Fedi, Garofani, Bernardini, Marantelli, Maran, Tullo, Levi, Sposetti, Andrea Orlando, Barbi, Zunino, Lulli, Esposito, Margiotta, Bratti, Nicco, Graziano, Cuomo, Iannuzzi, Piccolo, Trappolino, Mecacci, Porta».
(29 maggio 2008)

Iniziative per prevenire e contrastare fenomeni di violenza e intolleranza di matrice xenofoba e omofoba - 2-00019

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e per le pari opportunità, per sapere - premesso che:
il 24 maggio 2008, nella città di Roma e, in particolare, nel quartiere Pigneto, si sono consumati gravi episodi di violenza e intolleranza xenofoba e omofoba, che destano viva preoccupazione sul clima di convivenza civile e di rispetto per le minoranze;
dapprima, il raid di un gruppo di una decina di teppisti, camuffati con caschi, cappucci e bandane e armati di spranghe e traverse di legno, nei confronti di tre esercizi commerciali - due negozi di alimentari e un call center - gestiti da cittadini extracomunitari, nel corso del quale è stato ferito un cliente del call center e sono stati devastati i tre negozi, frantumando porte, vetrine ed oggetti;
dalle prime risultanze delle indagini, immediatamente avviate, i contorni e le motivazioni dell'episodio appaiono incerte, in quanto, sebbene secondo la questura di Roma sembrerebbe potersi ricondurre ad un atto di ritorsione per un piccolo furto, le modalità dell'azione, nonché diverse testimonianze di cittadini del quartiere, fanno direttamente riferimento ad una vera e propria spedizione di tipo squadristico, con finalità xenofobe;
successivamente, sempre nella sera di sabato 24 maggio 2008, si è verificato l'ennesimo atto di violenza ai danni di una persona omosessuale. Christian Floris, di 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito mentre rincasava da due persone che gli hanno sbattuto la testa contro il muro, minacciandolo perché si occupa di tematiche legate al mondo dell'omosessualità, intimandogli di smettere tale attività ed impegno;

in quest'ultimo episodio, date le dinamiche dei fatti, risulta di tutta evidenza la matrice omofobica e razzista, nonché discriminatoria ad esso sottesa;
tali fatti - registratisi, peraltro, in un quartiere che sinora si era caratterizzato per un positivo e dinamico clima di convivenza ed integrazione - si configurano come ulteriori sintomi di quella sottocultura della violenza e dell'intolleranza, che, negli ultimi tempi, sta segnando le cronache di molte realtà italiane e che, come magistralmente descritto da Claudio Magris su Il Corriere della Sera in questi giorni, appaiono figli, da una parte, di un'irenica azione di rimozione del disagio sociale e di un altrettanto inconcludente e superficiale giustificazionismo sociologico e, dall'altra, dell'irresponsabile criminalizzazione di interi gruppi etnici e minoranze, volta ad individuare facili capri espiatori di una condizione di incertezza e paura che hanno ben altre origini e cause;
con riferimento, in particolare, alle aggressioni a sfondo omofobico, drammaticamente sempre più frequenti, si segnala come il nostro Paese - così come avviene in molti altri Stati europei e del mondo - non si sia ancora dotato, a tal fine integrando la cosiddetta «legge Mancino», di specifiche ed efficaci norme antiomofobia e antitransfobia, per far fronte a tale situazione e al clima di insicurezza, alimentato da alcuni settori della società verso le persone omosessuali -:
se non ritengano di dover convocare con urgenza, attraverso la prefettura, il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al fine di valutare l'incidenza degli episodi sopra menzionati sull'ordine pubblico, nonché assumere le opportune iniziative per prevenire e contrastare crimini di natura xenofoba, omofoba e discriminatoria compiuti sul territorio;
quale sia, nel rispetto dei vincoli di autonomia e riservatezza delle indagini in corso, a conoscenza del Governo, la matrice degli episodi sopra riportati; in particolare, se si possa escludere con certezza la presenza di una motivazione politica e l'azione di gruppi organizzati, anche non politicizzati, dietro le aggressioni compiute, nonché se si possa escludere un collegamento tra i due episodi;
quali politiche nazionali si intendano adottare per sostenere una cultura della convivenza e dell'integrazione tra cittadini italiani e popolazioni migranti, in quanto parte attiva della nostra vita sociale ed economica, nonché per sostenere un processo informativo e formativo per il rispetto dei diversi orientamenti sessuali ed identità di genere;
quale sistema di provvedimenti il Governo intenda assumere per contrastare l'ondata di odio omofobico in atto nel Paese e se non ritenga di dover estendere l'efficacia delle disposizioni del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, la cosiddetta «legge Mancino», integrando le fattispecie discriminatorie ivi sanzionate, includendovi quelle relative all'odio motivato dal differente orientamento sessuale della vittima ovvero dall'identità di genere.
(2-00019)
«Concia, Madia, Meta, Morassut, Verini, Bachelet, Argentin, Coscia, Sereni, Beltrandi, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Pompili, Tocci, Causi, Giachetti».
(27 maggio 2008)

Decisioni del questore di Roma e del prefetto di Biella in merito alle manifestazioni del gay pride - 2-00034

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il 7 giugno 2008, a Roma, e il 14 giugno 2008, a Biella, si terranno due manifestazioni organizzate dalle comunità omosessuali delle due città; le due manifestazioni, chiamate abitualmente gay pride,rappresentano - da sempre - momenti di pacifica convivenza tra le comunità omo e transessuali e la cittadinanza;
a Roma, gli organizzatori - in data 11 aprile 2008 - hanno dato preavviso all'autorità di pubblica sicurezza, secondo il disposto del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, del fatto che l'ormai tradizionale corteo per le vie cittadine avrebbe seguito il percorso: piazza della Repubblica (ritrovo dei partecipanti e partenza), viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori imperiali, piazza del Colosseo, via Labicana, via Manzoni, via Emanuele Filiberto, per terminare in piazza di Porta San Giovanni alle ore 21;
solo in data 28 maggio 2008, alle ore 12 circa, al termine della riunione della conferenza dei servizi presso il comune di Roma, avente ad oggetto la definizione di dettagli tecnici, quali la presenza delle ambulanze, la fornitura dell'acqua potabile, transenne ed altro, il responsabile del procedimento del comune di Roma ha comunicato agli organizzatori, in modo del tutto informale, che «forse la questura ha un piccolo problema in ordine alla conclusione della manifestazione in piazza di Porta San Giovanni»;
gli organizzatori si sono recati immediatamente presso la questura di Roma, dove il vice capo di gabinetto, dottor Roberti, li ha informati che la manifestazione non poteva concludersi in piazza di Porta San Giovanni, perché alle ore 20,30 è previsto un concerto di musica corale all'interno della basilica di San Giovanni in Laterano;
a Biella, gli organizzatori hanno comunicato all'autorità di pubblica sicurezza il proprio intendimento di tenere il gay pride cittadino in piazza 1o maggio, ove abitualmente si svolgono feste e raduni pubblici, ed hanno ricevuto verbalmente «diniego della concessione» della centrale piazza 1o maggio e la «concessione» della periferica piazza Unità d'Italia;
in particolare, il prefetto di Biella, dottoressa Narcisa Livia Brassesco, giovedì 30 maggio 2008 - alla presenza di un funzionario della prefettura e della delegazione del comitato Biella pride (Enzo Francone, Arianna Gelardi e Adriano Guala) - avrebbe dichiarato: «Ognuno deve esprimere le proprie libertà senza imporle agli altri e fare un gay pride dentro la città vuol dire costringere il cittadino biellese ad entrare in una manifestazione in cui non intende trovarsi»; ed ancora: «la manifestazione è per le persone direttamente interessate», «non si può limitare la libertà dei negozianti di piazza 1o maggio e del cittadino biellese di andare in giro per la città, come di andare dal macellaio per acquistare carne di cavallo». Il prefetto avrebbe così concluso: «La manifestazione non deve disturbare e infastidire la cittadinanza e quindi la piazza da me suggerita alla commissione - piazza Unità d'Italia - è la migliore»;
la comunicazione di cui al disposto regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, non è da intendersi come autorizzazione, ma solo come preavviso; e ciò anche alla luce della sentenza n. 70 del 10 giugno 1970 della Corte costituzionale, che ha precisato che l'autorità di pubblica sicurezza possa comprimere il diritto costituzionalmente garantito solo in caso di «comprovata necessità», che non risulta nei casi testé segnalati -:
se non ritenga di dover esercitare il proprio ruolo gerarchicamente sovraordinato verso il questore di Roma ed il prefetto di Biella, affinché questi non eccedano dai propri poteri, compiendo atti contrari al disposto dell'articolo 17 della Costituzione, in quanto l'autorità ha facoltà di vietare od impedire manifestazioni pubbliche ed in luogo pubblico solo per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica.
(2-00034) «Concia, Quartiani».
(3 giugno 2008)

Iniziative per la modifica del decreto del ministero dell'economia e delle finanze 18 gennaio 2008, n. 40, in materia di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni - 2-00029

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
quale ultimo atto dello stato di «polizia fiscale», il Ministro Padoa Schioppa, poco prima di lasciare l'incarico, ha emanato, con il decreto 18 gennaio 2008, n. 40, le disposizioni attuative dell'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, recante disposizioni in materia di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni;
con la norma vengono bloccati tutti i pagamenti delle amministrazioni pubbliche superiori ai 10 mila euro alle attività per le quali non sia stata presentata una dichiarazione con la quale si attesti l'assenza di inadempienze fiscali, di qualunque entità e tipologia;
la nuova normativa applicata alle attività di spettacolo non servirà a facilitare le regolarizzazioni in campo fiscale, ma otterrà il solo risultato di soffocare queste attività, di per sé assai poco burocratizzate, con ulteriori, inutili adempimenti, i quali ritarderanno ancora di più i pagamenti dei contributi pubblici, che già arrivano con sostanziosi ritardi. A beneficiarne saranno ancora una volta le banche, alle cui onerose anticipazioni si è già costretti a ricorrere;
ciò mentre lo Stato trattiene 40 milioni di euro del fondo unico dello spettacolo, a titolo di «accantonamento» a disposizione del ministero dell'economia e delle finanze, ed il fondo per i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, istituito grazie alle pressioni dell'Unione europea, trabocca di denaro, tanto da dover essere utilizzato per altri scopi;
mentre per il cittadino vale la clausola solve et repete, cioè paga la sanzione anche se ingiusta e poi chiede indietro il maltolto, questo non vale per la pubblica amministrazione, che si arroga il diritto di non pagare contratti validi o finanziamenti già stabiliti, sui quali le imprese hanno fatto affidamento, anche per il più semplice degli errori formali -:
se non ritenga impegno fondamentale del ministero dell'economia e delle finanze onorare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione a scadenza e se non ritenga opportuno modificare il proprio decreto 18 gennaio 2008, n. 40, nel senso di tener conto delle specificità delle imprese di spettacolo, liberandole da una burocrazia complicata, contraddittoria, farraginosa e frustrante.
(2-00029)
«Carlucci, De Camillis, Palmieri, Girlanda, Fallica, Ceroni, Vitali, Stradella, Valducci, Berruti, Moles, Osvaldo Napoli, Pittelli, Gottardo, Galati, De Luca, Papa, Barani, Scalera, Caldoro, Orsini, Della Vedova, Costa, Massimo Parisi, Mazzoni, Faenzi, Bonciani, Vignali, Rosso, Nastri, Pizzolante, Franzoso, Del Tenno, Formichella, Toto, Distaso, Sisto, Berardi, Centemero, Soglia, Garagnani, Scelli, Renato Farina».
(28 maggio 2008)

Politiche del Governo per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio in presenza di eventi alluvionali - 2-00036

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
la recente alluvione in Piemonte ha nuovamente devastato interi territori delnostro Paese, causando la morte di quattro persone in Val Pellice. Un evento, quello alluvionale, che è ormai diventato un fattore ciclico nel nostro Paese e che richiede una risposta politica forte ed efficace;
accanto alla necessità di stanziare fondi - sempre più urgenti - per ricostruire la situazione antecedente agli eventi calamitosi, diventa sempre più indispensabile mettere in campo politiche che non si limitino a gestire l'emergenza. Servono, cioè, risorse adeguate per interventi strutturali e non emergenziali;
occorrono, ad esempio, come hanno evidenziato alla provincia di Torino e alla regione Piemonte, dove l'alluvione ha prodotto maggiori disastri: una normativa efficace per la difesa del suolo e del territorio; strumenti di programmazione e di pianificazione efficaci e condivisi, superando definitivamente la frammentazione decisionale fra i vari enti; scelte rigorose di politica territoriale e di corretto governo del territorio e, soprattutto, un nuovo sistema di governo che ridefinisca le competenze operative dei diversi enti e semplifichi e renda più efficaci ed efficienti l'attuazione degli interventi programmatici;
insomma una serie di misure non più rinviabili, pena l'abbandono del territorio alla violenza e alla ciclica ondata alluvionale -:
quali politiche il Governo intenda intraprendere per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dei territori di fronte ai ripetuti eventi alluvionali.
(2-00036)
«Giorgio Merlo, Esposito, Piccolo, Boccuzzi, Rosato, Oliverio, Vernetti, Mario Pepe (PD), Lovelli, Calgaro, Pedoto, Servodio, Iannuzzi, De Biasi, Corsini, Codurelli, Strizzolo, Grassi, Losacco, Mosca, Luongo, Mosella, Garofani, Mazzarella, Portas, Fiorio, Misiani, Zunino, Enzo Carra, Ria, Barbi, Cardinale, Gatti, Brandolini, Beltrandi, Cesario, Pierdomenico Martino, Rampi, Lolli, Zucchi, Pizzetti, Viola, Schirru, Fogliardi, Lo Moro, Mariani, Laratta, Velo, Sarubbi, Misiti, Concia, Fiano, Favia, Bobba, Baretta».
(5 giugno 2008)

Problematiche relative all'installazione di telecamere per il controllo dell'accesso dei veicoli nella zona universitaria del comune di Bologna - 2-00037

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il piano generale del traffico urbano 2006, approvato dal comune di Bologna con delibera consigliare odg 128 del 25 giugno 2007, p.g. 109827/2007, in attuazione dell'articolo 36 del nuovo codice della strada, prevede (cap. 5.4.1) un progetto di ciclo-pedonalizzazione della zona universitaria che interessa il quadrante nord-est del centro storico, indicativamente ricompreso tra i viali di circonvallazione, via Irnerio, via Indipendenza, via Rizzoli, via San Vitale, interessando un'area di circa 50 ettari;
la completa attuazione dell'intervento è prevista mediante l'adozione di più fasi successive, al fine di introdurre in modo progressivo le limitazioni al traffico in funzione della disciplina circolatoria e dei carichi veicolari;
dal 15 maggio 2008 è entrata in vigore la «fase 1» del progetto di ciclo-pedonalizzazione della zona universitaria, che consiste nella pedonalizzazione dell'area «Belle Arti», posta a nord di via Zamboni, e dell'area «Belmeloro», posta a sud di via Zamboni, telecontrollata 24 ore su 24 tutti i giorni ed in cui è stato vietato l'accesso ad autoveicoli e moto, sia motoveicoli che ciclomotori;
il controllo degli accessi è affidato alle telecamere collocate ai due varchi di via Bertoloni e via Belmeloro. Le telecamere sono sempre accese, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, e sanzionano tutti i transiti non autorizzati, sia delle auto che delle moto;
i provvedimenti attuativi di tale progetto consistono nella delibera della giunta del comune di Bologna n. 274026 del 27 novembre 2007 (che rimanda ad apposite ordinanze la regolamentazione, anche in via sperimentale, degli accessi e della sosta nella zona interessata dalla pedonalizzazione) e nell'ordinanza del sindaco del comune di Bologna p.g. n. 43700 del 4 marzo 2008, entrambe emanate sulla base del piano generale del traffico urbano 2006 del comune di Bologna (cap. 5.4.1). In particolare, l'ordinanza sindacale citata si autodefinisce un provvedimento «a carattere sperimentale, soggetto a revisione dopo un congruo periodo di attuazione, tale da consentire una corretta valutazione degli effetti»;
la suddetta ordinanza indica i soggetti autorizzati a transitare 24 ore su 24 nella zona interessata dalla pedonalizzazione, tra cui i veicoli dei residenti, anche temporanei, della zona e dei domiciliati iscritti agli appositi sportelli addetti al rilascio permessi, che presentino regolare contratto registrato riferito all'appartamento in cui abitano;
sempre ai sensi della suddetta ordinanza, residenti e domiciliati possono far accedere alla zona pedonale, dalle 20.00 della sera alle 7.00 della mattina, i veicoli di ospiti e accompagnatori, con le seguenti modalità: ad ogni nucleo famigliare viene consegnato un codice di accesso che permette di comunicare le targhe direttamente al sistema di controllo (via sms, internet o telefono). Questa tipologia di accesso ha un limite massimo mensile (15 accessi per nucleo famigliare o persone domiciliate nella stessa unità abitativa);
la limitazione di cui sopra sembra porsi in contrasto con la normativa dettata in materia di protezione di dati personali e diritto alla riservatezza (decreto legislativo n. 196 del 2003), specie alla luce di quanto stabilito dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, con proprio provvedimento del 29 aprile 2004, in materia proprio di videosorveglianza. Con particolare riferimento agli accessi ai centri storici (paragrafo 5.3), l'Autorità, nel suddetto provvedimento, ha affermato che: «5.3 Accessi a centri storici: "Qualora introducano sistemi di rilevazione degli accessi dei veicoli ai centri storici e alle zone a traffico limitato, i comuni dovranno rispettare quanto dettato dal decreto del Presidente della Repubblica 2 giugno 1999, n. 250". Tale normativa impone ai comuni di richiedere una "specifica autorizzazione amministrativa, nonché di limitare la raccolta dei dati sugli accessi rilevando le immagini solo in caso di infrazione" (articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 250 del 1999)». A sua volta, l'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 250 del 1999 così recita: «1. Gli impianti sono utilizzati per la rilevazione dei dati riguardanti il luogo, il tempo e l'identificazione dei veicoli che accedono al centro storico o nelle zone a traffico limitato. Gli impianti raccolgono dati sugli accessi rilevando immagini solamente in caso di infrazione»;
ebbene, nel caso oggetto della presente interpellanza non vi è la limitazione della raccolta dei dati e della rilevazione delle immagini per i soli trasgressori, in quanto i dati relativi alle targhe dei soggetti legittimati (quali parenti e amici autorizzati dall'avente titolo) saranno comunque raccolti dal «sistema di controllo», al pari delle immagini di targa e veicoli degli stessi, costretti a passare dal sistema di videosorveglianza, pur senza commettere alcuna infrazione. Ciò in apparente violazione della privacy e riservatezza (nonché, in alcuni casi, sicurezza) di tali soggetti, costretti a denunciare i loro spostamenti, senza che ciò trovi alcun bilanciamento nella trasgressione di divieti alla circolazione;
a ciò aggiungasi l'impossibilità per tali soggetti, ove destinatari di una sanzione amministrativa, di provare, a distanza di mesi, il titolo loro legittimante l'accesso, consistendo lo stesso in un sms, neppure direttamente inviato (che potrebbe non aver raggiunto il «sistema di controllo» per responsabilità non imputabile a nessuno degli interessati, ma, ad esempio, al gestore telefonico, o che, ancora, difficilmente verrà conservato dal soggetto che lo ha inviato per mesi e che comunque non è idoneo a costituire, a fronte di una contestazione amministrativa e in un eventuale giudizio, prova della legittimità del transito) o in una semplice telefonata effettuata dal residente/domiciliato, impossibile da provare a distanza di tempo;
quanto sopra rappresentato appare idoneo a tradursi, di fatto, in un vero e proprio isolamento e discriminazione dei soggetti residenti o domiciliati nella zona, che sempre meno parenti e amici saranno disposti ad andare a trovare o accompagnare a casa, con evidente rischio all'incolumità degli stessi, specie ove non posseggano un veicolo proprio. Ciò anche alla luce dell'evidente degrado della zona universitaria della città di Bologna, con conseguente pericolosità di percorrere a piedi di notte le strade ora chiuse al traffico;
a ciò aggiungasi l'arbitraria limitazione del numero di volte al mese (15 per nucleo famigliare) in cui «parenti e amici» possano raggiungere le abitazioni dei residenti/domiciliati nella zona;
si evidenzia, inoltre, come tali provvedimenti siano stati assunti (come rilevato anche dalla Confesercenti di Bologna in una nota al sindaco e all'assessore alla mobilità del 30 aprile 2008) «senza una preventiva qualificazione urbana e un progetto più complessivo riguardante la sicurezza e la vivibilità della zona. Con questa decisione si corre il rischio di penalizzare le attività commerciali e di pubblico esercizio, per cui gli effetti positivi dell'eventuale miglioramento della qualità ambientale sono annullati dagli effetti negativi sulla vivibilità, in particolare nelle ore serali e notturne», stante il prevedibile aumento del degrado, con conseguente pericolo alla sicurezza dei cittadini. Aggiungasi che l'area era già tra quelle ricomprese nella zona a traffico limitato e, come tale, non certo particolarmente trafficata. Ed anzi, il ricorso alla pedonalizzazione dell'area comporterà certamente una maggiore congestione delle strade limitrofe, tra cui via Irnerio;
i provvedimenti sopra menzionati appaiono, inoltre, idonei a discriminare attività commerciali e pubblici esercizi operanti nella zona (che i cittadini possono ora solo raggiungere a piedi, con ovvi disagi e rischi alla propria sicurezza, stante il degrado della zona specie nelle ore notturne, fino adesso limitato solo dal numero degli esercizi e locali altamente frequentati) o attività commerciali e pubblici esercizi concorrenti siti altrove e più comodamente raggiungibili, senza neanche che i primi possano godere dell'indubbio vantaggio di trovarsi nel cuore della città o, comunque, in zone che i cittadini sono abituati a raggiungere a piedi e che risultano assai meno toccate dal degrado. Il tutto a discapito della libertà di iniziativa economica e libertà di concorrenza, garantita dall'articolo 41 della Costituzione;
per tutto quanto suddetto i provvedimenti in oggetto appaiono viziati sotto molteplici profili ed assunti dall'amministrazione comunale in assenza di un'adeguata ponderazione e bilanciamento dei contrapposti interessi privati localizzati nell'area interessata, in contrasto con il disposto dell'articolo 97 della Costituzione. A ciò aggiungasi la già rappresentata disparità di trattamento tra i commercianti, al di fuori di qualsivoglia criterio di ragionevolezza che giustifichi tale indebita discriminazione -:
se, e in tal caso sulla base di quali elementi, il Ministro interpellato abbia autorizzato l'installazione e l'esercizio degli impianti descritti in premessa e se non intenda ordinare, qualora accerti l'insussistenzadei presupposti per l'autorizzazione, la cessazione dell'esercizio degli impianti medesimi.
(2-00037)
«Bernini Bovicelli, Biava, De Corato, Raisi, Minasso, Sbai, Barbieri, Polidori, Barbaro, Lisi, Aracu, Perina, Tommaso Foti, Scalia, Saglia, Corsaro, Ghiglia, Angeli, Mario Pepe (PdL), Landolfi, Cristaldi, Marsilio, Moffa, Patarino, Galletti, Laboccetta, Contento, Laffranco, Bianconi, Murgia, Porcu, Malgieri, De Angelis, Frassinetti, Proietti Cosimi, Piso».
(5 giugno 2008)

Orientamenti del Governo in merito ad iniziative normative sull'utilizzo delle intercettazioni telefoniche - 2-00040

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il Governo ha preannunciato, per il prossimo Consiglio dei ministri, l'adozione di un provvedimento che prevederà un «divieto assoluto» di ordinare, eseguire e diffondere intercettazioni telefoniche, salvo che nelle inchieste per camorra, mafia, 'ndrangheta e terrorismo;
a quanto si apprende si proporrà per i trasgressori una pena di cinque anni di carcere, inoltre penalizzazioni finanziarie importanti saranno previste per gli editori che dovessero pubblicare le intercettazioni;
resta principio condiviso che il fondamento di un sistema giudiziario in ogni Stato liberale, così come la base di una consapevole e matura cultura garantista sia la certezza della pena, la garanzia cioè per la collettività che i reati vengano, se non tutti puniti, tutti comunque sempre perseguiti;
uno degli aspetti che caratterizza e rende effettivo il senso di appartenenza ad una collettività, che fa di un insieme di uomini qualcosa di più che una semplice somma di esseri viventi, è la necessità che esistano regole condivise, avvertite come patrimonio fondante di una morale collettiva, come limiti invalicabili a difesa di tutti e di ognuno;
perché questa consapevolezza, questo senso di sicurezza collettivo esista e resista sono necessari strumenti adeguati a far rispettare le regole comuni, strumenti adeguati ad impedire che queste vengano disattese;
tali strumenti vanno rafforzati continuamente, si dovrebbe mettere in campo uno sforzo costante affinché la collettività percepisca la volontà reale, concreta e quotidiana di perseguire il crimine;
anche su questo labile confine si gioca la partita della credibilità delle istituzioni liberali, se vogliamo davvero intenderle come rappresentanti reali della nostra comunità, del nostro senso di appartenenza, anche su questo labile confine si dipana l'equilibrio tra poteri dello Stato;
le intercettazioni rappresentano uno strumento indispensabile di indagine, non sono un capriccio, soprattutto quando mancano altre misure idonee, limitarle significherà perdere un mezzo importante per contrastare e ridurre il crimine;
limitare le intercettazioni, così come sembra essere stato proposto, alle sole inchieste su criminalità organizzata e terrorismo, di fatto vuol dire rinunciare a perseguirle, per scoprire che un gruppo di persone delinque in modo organizzato e che una serie di reati specifici fanno parte di un disegno criminoso, occorrono prima indagini, quindi intercettazioni, nel momento in cui se ne impedisce l'uso si esclude a priori la possibilità di risalire all'organizzazione;
rispetto anche a fenomeni di criminalità diffusa la limitazione delle intercettazioni potrebbe portare a rendere più difficoltoso il contrasto e la prevenzione di crimini inaccettabili come quelli di violenza sessuale, reati contro la persona e quelli più in generale legati alla corruzione;
prevedere poi il carcere per i giornalisti e pesanti multe per gli editori penalizza l'informazione e di fatto impedisce all'opinione pubblica di conoscere, di sapere, di formarsi una propria opinione;
non è corretto quando si parla di intercettazioni riferirsi esclusivamente ai fenomeni di distorsione che sono, a volte, a queste collegati: è innegabile che le intercettazioni possano diventare uno strumento di violazione della privacy se usate incautamente, quindi si deve necessariamente operare una distinzione tra intercettazioni lecite e quelle illegalmente acquisite;
quelle illecite non vanno pubblicate, ma per quelle lecite va solo evitato che la pubblicazione avvenga prima del deposito degli atti e che quindi l'imputato ne sia a conoscenza. Il resto deve essere necessariamente rimesso alla deontologia professionale del giornalista;
non vanno dimenticati tutti i risultati conseguiti negli ultimi anni dalla magistratura anche grazie alle intercettazioni e tutti i crimini (omicidi, sequestri di persona, riciclaggio, corruzione, criminalità economica, usura, estorsione, pedofilia, ed altri) che senza le intercettazioni non avrebbero trovato mai un colpevole;
la lotta agli sprechi resta una priorità fondamentale dell'azione di qualsiasi Governo, ma certo le intercettazioni, quelle lecite, non possono essere inserite in questa lista, basta un confronto tra il loro costo e quanto hanno prodotto anche da un semplice punto di vista puramente economico; negli ultimi dieci anni, proprio grazie alle intercettazioni, sono stati confiscati ai criminali e depositati presso gli uffici postali 1 miliardo 560 milioni di euro, quanto una «minimanovra» -:
quali siano le reali intenzioni del Governo, se non ritenga necessario intervenire per rafforzare gli strumenti a disposizione del potere giudiziario per fronteggiare l'emergenza sicurezza di cui lo stesso Governo sembra essere consapevole, se risponda al vero l'intenzione di limitare l'utilizzo di uno strumento fondamentale come le intercettazioni telefoniche e se alla luce di quanto esposto non ritenga invece opportuno assumere iniziative normative volte a rafforzare l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche.
(2-00040) «Di Pietro, Donadi».
(Presentata il 9 giugno 2008)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Risorse per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili presso il comune di Palermo, anche in relazione alla copertura delle spese conseguenti all'abolizione dell'Ici sull'abitazione principale - 3-00033

SIRAGUSA, D'ANTONI, ANTONINO RUSSO, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, CAPODICASA, CARDINALE, ENZO CARRA, PIERDOMENICO MARTINO, BERRETTA, BERNARDINI, BURTONE, CAUSI, GENOVESE, LEVI, SAMPERI e DAMIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comune di Palermo ha in carico circa 3.000 lavoratori socialmente utili, per i quali è stata prevista la stabilizzazione attraverso l'assorbimento nella pianta organica del comune di Palermo, ai sensi dei commi 550 e 551 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007;
la stabilizzazione non solo deve garantire finalmente lo status di dipendente comunale con contratto a tempo pieno e indeterminato, ma rendere più efficiente l'intera macchina comunale attraverso il potenziamento qualitativo e quantitativo dei servizi comunali offerti alla collettività;
il ministero del lavoro e della previdenza sociale, la Regione siciliana e il comune di Palermo avevano stipulato, in data 11 marzo 2008, la convenzione con la quale si destinavano le somme previste dai commi 550 e 551 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007 alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili «sulla base di programmi da realizzarsi nel corso dell'anno 2008 e che potranno concludersi negli anni successivi»;
sulla base delle predetta convenzione il comune avrebbe dovuto trasmettere entro tre mesi un piano di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili;
per la stabilizzazione full time sarebbero in realtà necessari 90 milioni di euro;
con il decreto-legge recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, il Governo ha stornato i finanziamenti previsti dai commi 550 e 551 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007, destinandoli alla copertura dell'abolizione dell'ici -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per evitare che la città di Palermo venga ulteriormente penalizzata e per restituire le somme stornate, aggiungendo quelle necessarie alla stabilizzazione full time, rendendo possibile finalmente la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. (3-00033)
(10 giugno 2008)

Misure a favore del settore della pesca in relazione all'aumento del prezzo del gasolio - 3-00034

MANNINO, ROMANO, NARO, RUVOLO, DRAGO, POLI, TASSONE e VIETTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la corsa inarrestabile del prezzo del gasolio, cresciuto tra il 2004 e il 2008 del 240 per cento, sta causando una vera e propria emergenza economica e sociale nel settore della pesca italiana;
sono, infatti, numerosissime le imprese, specie quelle più piccole, che rischiano di chiudere, mentre gli armatori, per contenere gli alti costi di gestione, cresciuti dal 30 per cento ad oltre il 60 per cento a causa del carburante, saranno probabilmente costretti a licenziare migliaia di addetti del settore;
lo stato di sofferenza delle marinerie dovuto al caro gasolio ha dato luogo a forme di protesta in tutti i porti nazionali ed europei;
poiché le imbarcazioni non escono ormai da venerdì 30 maggio 2008, il pesce italiano è praticamente introvabile, con gravissime conseguenze per l'intera filiera successiva, legata alla vendita e alla ristorazione;
il «tavolo pesca» fissato per l'11 giugno 2008, dopo l'incontro avuto dal Ministro interrogato con le associazioni di categoria per definire il pacchetto di proposte contro l'emergenza gasolio, è slittato al prossimo lunedì 16 giugno 2008;
il Ministro interrogato si è anche impegnato ad organizzare un summit in Italia con Francia, Spagna, Portogallo e Grecia per chiedere all'Unione europea di intervenire urgentemente;
la Commissione europea sembrerebbe aperta e disponibile per cercare di superare una crisi ormai strutturale del settore nei limiti consentiti dalle norme comunitarie;
le associazioni di categoria hanno avanzato un ventaglio di proposte, che prevedono: l'innalzamento degli aiuti alle imprese nell'ambito del de minimis; l'immediato utilizzo del fondo europeo per la pesca e, in particolare, il fermo pesca indennizzato per armatori ed equipaggi attraverso i piani di gestione e i piani di disarmo; l'estensione della cassa integrazione, che equipari imprenditore della pesca e agricolo; l'iva agevolata come in agricoltura ed altro -:
se non ritenga, nelle more delle misure economiche e fiscali che l'Unione europea consentirà per il settore, promuovere urgenti provvedimenti, anche in modo transitorio, a sostegno della pesca, intervenendo in primis sul costo del carburante e poi sulla defiscalizzazione dello stesso, al fine di scongiurare il rischio di dolorosi licenziamenti o di drammatiche cessazioni delle attività di numerosissime imprese di pesca, soprattutto quelle più piccole.
(3-00034)
(10 giugno 2008)

Misure per contrastare l'aumento del prezzo del gasolio con particolare riferimento al settore della pesca - 3-00035

ZAZZERA e DONADI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi giorni il caro gasolio ha creato forti agitazioni in tutta l'Europa;
il costo del carburante dal 2004 è aumentato del 240 per cento ed il settore della pesca è ormai in ginocchio;
la suddetta situazione ha ripercussioni anche sul costo commerciale del pesce, su cui inevitabilmente si riversano le alte spese sostenute per l'ottenimento della materia prima;
la Uil pesca ha dichiarato in un articolo pubblicato su Carta del 30 maggio 2008 che «La situazione dei pescatori italiani è, se possibile, ancora più complessa rispetto a quella registrata negli altri Paesi mediterranei» e che «gli aumenti sono diventati di fatto un ostacolo alla stessa sopravvivenza del settore»;
su un articolo de Il Corriere della Sera del 16 maggio 2008 il Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, sull'argomento ha dichiarato che «lo stacco del prezzo industriale» dei carburanti «tra l'Italia e la media dei 15 Paesi dell'area euro, al netto della componente fiscale, ha ormai raggiunto un limite insostenibile che penalizza l'intero Paese, cittadini e imprese»;
la Federcopesca fa sapere che dal 30 maggio 2008 circa 13 mila pescatori non usciranno in mare in segno di protesta contro il caro gasolio e, quindi, si può dire che la pesca italiana si è bloccata;
considerata la situazione emergenziale nelle marinerie, quasi tutti si rifiutano di svolgere l'attività fino a che non si individui una soluzione soddisfacente per la categoria;
ormai per gli operatori del settore è diventato antieconomico lavorare in mare, considerato che la spesa mensile per il gasolio, che varia a seconda delle dimensioni delle barche, può ammontare anche a 12-13 mila euro, mentre i prezzi del pescato sono rimasti invariati dal 2000;
inoltre, i pescatori lamentano la totale assenza di ricambio, visto che i giovani, a queste condizioni, comprensibilmente non hanno nessun incentivo ad intraprendere la preziosa attività -:
se il Ministro interrogato non intenda intervenire con urgenza per promuovere ogni possibile provvedimento atto a scongiurare l'aumento incontrollato del prezzo del carburante ed a riportare il costo del gasolio entro termini ragionevoli per salvaguardare il settore della pesca, che rappresenta una parte importante del nostro sistema economico. (3-00035)
(10 giugno 2008)

Iniziative per garantire la tutela della qualità dei vini italiani e dell'immagine dei prodotti agroalimentari sul mercato interno ed estero - 3-00036

COTA, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, LUCIANO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi, attraverso i principali mezzi di informazione nazionali, sono state diffuse notizie riguardo a presunti fatti fraudolenti inerenti il mancato rispetto dei requisiti di qualità previsti dai disciplinari di produzione di vini italiani di particolare pregio, noti ed apprezzati in tutto il mondo;
dette notizie hanno avuto un'inevitabile vasta eco a livello internazionale, generando diffusi allarmismi e, più in genere, recando disorientamento ai consumatori e, quindi, danno non solo alla nostra produzione vitivinicola, ma anche all'intero agroalimentare italiano, del quale, proprio i vini di qualità, sono principale vessillo e traino;
riguardo ai fatti di cui sopra, ferma restando la necessità di attendere gli esiti delle indagini e dei controlli ancora eventualmente in corso, si può, tuttavia, affermare che, alla luce delle evidenze comunquegià emerse sulla questione di cui trattasi, non sono risultati estranei fenomeni di speculazione e di disinformazione, il cui unico effetto certo è stato, appunto, quello di recare danno alla produzione ed esportazione di vini di qualità -:
se e quali iniziative siano state adottate o si intendano adottare per assicurare sia lo svolgimento di controlli finalizzati a garantire la tutela della qualità dei nostri vini, sia per la corretta informazione ai consumatori e la difesa dell'immagine dei nostri prodotti agroalimentari sul mercato interno ed estero, anche attraverso corrette campagne di informazione. (3-00036)
(10 giugno 2008)

Iniziative per la semplificazione della normativa vigente e per la riduzione degli adempimenti burocratici non indispensabili - 3-00037

CICCHITTO, BOCCHINO e BERNINI BOVICELLI. - Al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
cittadini e imprese sono spesso oppressi da normative complesse e farraginose, di difficile interpretazione e tali da costituire una complicazione grave ed onerosa;
molte di queste norme hanno la caratteristica di lasciare un eccessivo margine di discrezionalità alla pubblica amministrazione, costituendo, a volte, un terreno facile per comportamenti distorti;
già il precedente Governo Berlusconi lavorò nella direzione della redazione di testi unici e della semplificazione -:
quali iniziative si intendano adottare per continuare e rafforzare la semplificazione della normativa vigente e per ridurre al massimo quegli adempimenti burocratici che non sono assolutamente indispensabili per il perseguimento di interessi e finalità pubbliche. (3-00037)
(10 giugno 2008)