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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 20 di giovedì 19 giugno 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 9,35.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Bongiorno, Brancher, Brugger, Castagnetti, Colucci, Conte, Donadi, Gibelli, Lo Monte, Lucà, Martini, Menia, Miccichè, Romani e Soro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Designazione dei componenti la Commissione consultiva per la concessione di ricompense al valore e al merito civile.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha designato il deputato Michele Pisacane quale componente della Commissione consultiva per la concessione di ricompense al valore e al merito civile, istituita ai sensi dell'articolo 7 della legge 2 gennaio 1958, n.13, presso il Ministero dell'interno.
Il Presidente del Senato della Repubblica ha disegnato quale componente della stessa Commissione il senatore Luigi Ramponi.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile (A.C. 1145-A/R).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile.
Ricordo che nella seduta del 18 giugno scorso è stato votato da ultimo l'emendamento Ferranti 2.10 ed è stato accantonato l'emendamento Realacci 2.113.
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Bratti 9.101 e Quartiani 6.54 e 6.50.

Pag. 2

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1145-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1145-A/R), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1145-A/R).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1145-A/R).
Invito il relatore ed il Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti che devono essere posti in votazione. Invito, altresì, il relatore ad indicare all'Assemblea da quale emendamento propone di riprendere i nostri lavori.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, se acconsente, mi riferirò solo agli emendamenti per i quali vi è un parere favorevole o una richiesta di riformulazione, mentre per tutti gli altri la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Con riferimento all'emendamento Realacci 2.113, accantonato nella seduta di ieri, vorrei specificare ancora che, pur essendovi un intendimento favorevole, manifestato sia dal relatore che dal Governo, non vi è, allo stato, la copertura finanziaria così come per l'articolo aggiuntivo Paolo Russo 3.0150. Inviterei pertanto i colleghi a trasfondere il contenuto di tali emendamenti in ordini del giorno. Per quanto riguarda invece...

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Ghiglia, riprendiamo, quindi, dall'emendamento Realacci 2.113?

AGOSTINO GHIGLIA. Relatore. Sì, signor Presidente, La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Realacci 2.113 ed a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Per quanto riguarda l'articolo 3...

PRESIDENTE. Ci indichi la pagina.

AGOSTINO GHIGLIA. Relatore. La Commissione invita a ritirare, altrimenti il parere è contrario, tutti gli emendamenti a pagina 2. A pagina tre e quattro, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutte le proposte emendative tranne che dell'emendamento 3.200 della Commissione, di cui raccomanda l'approvazione, a condizione che venga riformulato, premettendo, alla terza riga, alla parola «riferiti», le parole: «consumati o tentati».
A pagina undici, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 6-bis.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento).
A pagina 12 del fascicolo degli emendamenti la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7.200. Per quanto riguarda le proposte emendative che troviamo alle pagine 13 e 14 del detto fascicolo, anche in questo caso la Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti, altrimenti il parere è contrario. Tuttavia vorrei fare una precisazione. Mi riferisco a molte proposte emendative che riguardano le misure per favorire la realizzazione dei termovalorizzatori (mi riferisco all'oggetto di cui all'articolo 8-bis). Tutti questi emendamenti hanno delle motivazioni estremamente serie e anche condivisibili in termini generali e teorici. Tuttavia, considerata la necessità del provvedimento in esame, il relatore ritiene che bisognerebbe attenersi al testo originariamente licenziato dalla Commissione di merito, visto che su questo punto - desidero sottolinearlo - è stato espresso un voto unanime con sole tre astensioni. Quindi, la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 8-bis. Ricordo altresì che sull'emendamento Stradella 12.101 (a pagina 30 del fascicolo degli emendamenti), vi è il parere contrario della V Commissione (Bilancio), di cui però sinceramente non comprendiamo le motivazioni; pertanto, sull'emendamento Stradella 12.101 la Commissione (che già si era espressa favorevolmente suPag. 3tale proposta) si rimette all'Assemblea, dandone comunque una valutazione positiva.
La Commissione, inoltre, accetta l'emendamento 13.100 del Governo (a pagina 31 del relativo fascicolo), mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 18.200 (a pagina 37).
Per tutte le altre proposte emendative - lo ripeto - la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Realacci 2.113, già accantonato, sul quale il relatore ha formulato l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito formulato dal relatore.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, francamente ritengo che la mancata approvazione dell'emendamento 2.113 da me presentato sia un grave errore.
La copertura richiesta è di cinque milioni di euro ma si può anche ridurre. È una misura preventiva contro l'azione della criminalità organizzata nel campo dei rifiuti, che costituisce uno dei problemi aperti esistenti in Campania. È una delle questioni che rende poco credibile l'azione dello Stato.
Sono in corso, anche in questo momento, processi gravi su questa vicenda. Negli ultimi anni si sono compiuti passi avanti nell'interdizione ma è chiaro che uno dei segnali di presenza dello Stato in quella terra deve essere proprio il rafforzamento dell'azione di contrasto allo smaltimento illegale dei rifiuti.
Spesso l'opinione pubblica si attiva su questioni meno gravi - penso allo smaltimento dei rifiuti urbani che sono rifiuti che escono dalla casa dei cittadini campani - ma il dramma vero dal punto di vista ambientale, sanitario, dell'economia illegale, della presenza della malavita organizzata è rappresentato dall'attività dei clan e della camorra.
Nel momento in cui continuiamo a fare un investimento forte, anche economico, da parte dello Stato nei confronti della Campania - ricordo che negli anni passati sono stati spesi qualcosa come quattromila miliardi di vecchie lire per l'emergenza rifiuti in Campania e ancora in questo provvedimento sono previsti finanziamenti significativi - trovo che sia molto grave non dare un segnale netto di contrasto nei confronti dei clan, di Gomorra, della camorra.
Onestamente non credo che le casse dello Stato abbiano problemi a reperire una cifra simbolica, poiché si tratta di un'azione di coordinamento tra le forze dell'ordine che già sono attive positivamente in materia, a cominciare dai carabinieri, dalla polizia, dalla Guardia di finanza, dalla guardia forestale, per un'azione preventiva, analogamente a quello che il nostro Stato ha fatto quando si è trattato di contrastare gravi fenomeni.
L'emendamento in questione richiama esplicitamente nella formulazione la struttura dell'azione condotta in Puglia contro il contrabbando.
Ritengo che sia molto grave che questo emendamento non venga approvato. Per tale motivo, tenuto anche conto del parere favorevole che era stato espresso da parte della Commissione, in seguito modificato a causa della carenza di copertura, invito i colleghi a votare a favore dell'emendamento 2.113 da me presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, vorrei esprimermi brevemente sull'emendamento Realacci 2.113.
Tutti sappiamo, infatti, da cosa deriva l'emergenza rifiuti in Campania, sicuramentePag. 4da una malagestione, da un andazzo consolidato di accettazione di situazioni particolari, ma vi è anche fortemente una colpa dovuta alla criminalità che, partendo da basi campane, organizza il traffico dei rifiuti in tutta Italia.
Dunque, dal momento che condividiamo ampiamente la filosofia dell'emendamento, riteniamo giusto e doveroso dare un segnale economico a favore della lotta alla criminalità, concedendo un piccolo impegno finanziario con l'approvazione dell'emendamento in questione, visto che in questo stesso provvedimento, in altri articoli, sono state inserite spese francamente meno pertinenti.

PRESIDENTE. Dobbiamo passare alla votazione.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Poiché non sono ancora trascorsi i venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5 del Regolamento, per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 2.113, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 439
Votanti 436
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato
213
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito a votare e che le deputate Laura Molteni e Castellani hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo atto, altresì, che il deputato Lovelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vietti 3.1, Palomba 3.50 e Bernardini 3.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, mi rivolgo ai rappresentanti del Governo: l'Italia dei Valori vuole quanto voi la soluzione del problema dei rifiuti e forse la vuole più di voi, per quanto dirò.
Tuttavia, per quanto riguarda l'articolo 3 del provvedimento in esame, che rappresenta un'incursione spericolata e pericolosa nel mondo della giustizia e nel mondo dell'ordinamento giudiziario, dobbiamo esprimere una voce totalmente dissenziente.
Sulla giustizia siamo particolarmente sensibili e voi siete dei sorvegliati speciali per ogni intervento che effettuate in tema di giustizia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Dirò subito le ragioni per le quali il sopra citato articolo 3 deve essere soppresso totalmente: vi inventate giudici speciali o giudici straordinari, vi scegliete i giudici ed il pubblico ministero, con riferimento addirittura alla persona del capo dell'ufficio di Napoli e non genericamente all'ufficio, addirittura in deroga ai principi dell'ordinamento giudiziario che voi stessi avete approvato quando eravate al Governo.
Azzerate tutti gli interventi giurisdizionali precedenti in materia cautelare, facendoli decadere se non convertiti, persinoPag. 5se già convalidati dalla Corte di Cassazione.
Per sottrarre i fascicoli ai giudici a cui erano affidati prima, superate l'inamovibilità dei giudici stessi, facendo invece trasmigrare i processi da ufficio a ufficio e da giudice a giudice, togliendoli comunque ai magistrati che se ne stava occupando.
Rendete assai più difficile il sequestro dei siti.
Così facendo, spero che ve ne siate accorti, rendete estremamente disfunzionale l'amministrazione della giustizia, in qualche modo facite ammuina, come dicono a Napoli, e ritardate l'efficacia dell'intervento giudiziario.
Gli uffici giudiziari da voi prescelti saranno intasati da migliaia di fascicoli, prima ancora che vi sia il riequilibrio ed il potenziamento degli organici, che non può avvenire prima di un anno almeno, considerata anche l'inamovibilità dei giudici.
Il 31 dicembre del 2009, quando il periodo emergenziale sarà finito, l'organizzazione giudiziaria comincerà ad entrare a regime, ma dovrà subito smobilitare per ritornare a come era prima.
Processi studiati da giudici dovranno essere studiati adesso da altri giudici. Vi sarà un colossale ingorgo, che determinerà non una maggiore, ma un'infinitamente minore efficienza.
Non sappiamo se ve ne siete accorti oppure no; se ve ne siete accorti, vuol dire che volevate proprio questo risultato: azzerare tutto il pregresso ed impedire, di fatto, che la magistratura si possa efficacemente occupare della soluzione del problema dei rifiuti, lasciandolo esclusivamente alla gestione amministrativa.
Insomma, volete, in questo modo, scansare l'intervento giudiziario, sottraendo i processi a chi li tratta ed ammassandoli presso uffici che non se ne potranno occupare, magari per dire che questa magistratura, neanche con interventi straordinari, riesce ad essere efficace.
Non avete bisogno di uno sconvolgimento del sistema ordinamentale costituzionale, come quello contenuto nell'intero articolo 3, per risolvere il problema dei rifiuti. Vi complicate la vita, ci complicate la vita e complicate la vita alla Campania nella risoluzione dei problemi, perché la soluzione del problema si può ottenere anche senza stravolgere i principi, consentendo alla magistratura campana tutta di svolgere il proprio compito.
Ogni dubbio è legittimo, considerato che i vostri interventi in materia di giustizia, quando non sono spericolati come questo, sono drammaticamente improntati a depotenziare l'azione della magistratura. Volete rendere risibile il campo di utilizzazione delle intercettazioni, bloccarne l'azione, sospendendo caterve di processi ed interferendo illegittimamente sul principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale, in favore esclusivamente del Premier.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FEDERICO PALOMBA. Concludo. Anche questo intervento dell'articolo 3, seppure limitato, è comunque rivolto al depotenziamento della magistratura. Per questo motivo, e non per quanto previsto nel resto del provvedimento, esprimeremo un voto fortemente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che il gruppo dell'Unione di Centro ha presentato per chiedere di sopprimere l'articolo 3 del provvedimento. Dico, in estrema sintesi, le tre ragioni che sottendono questa richiesta.
La prima: in questo articolo vi è un'indicazione di reati viziata da eccessiva genericità. Si fa, infatti, riferimento ai procedimenti relativi ai reati riferiti alla gestione dei rifiuti e ai reati in materia ambientale; definizione che, evidentemente, non rispetta i principi della determinatezza della fattispecie legale, né puòPag. 6supplire a questa carenza l'aggiunta, che la Commissione prevede, della previsione «attinenti alle attribuzioni del sottosegretario». Ma quando mai è possibile identificare una fattispecie di reato lasciandola nell'assoluta genericità e poi riportandola alle attribuzioni del sottosegretario? I reati qui contemplati sarebbero quelli che riguardano le competenze che la legge stessa attribuisce al sottosegretario. Siamo in presenza di un vizio di assoluta genericità!
Seconda osservazione: siamo in presenza di un'evidente violazione delle disposizioni in materia di competenza funzionale e per territorio, cioè di una violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge. Ci sono le procure della Repubblica campane, ciascuna delle quali ha le sue competenze sui reati che rientrano nel proprio territorio. La concentrazione nell'unica procura di Napoli è un'evidente violazione di un principio generale del nostro ordinamento.
Mi permetto di aggiungere - lo dico ai colleghi del Partito Democratico - che non mi sembra una soluzione quella di sdoppiare la competenza, riferendola alle due procure distrettuali campane, perché, se si parla di reati di criminalità organizzata, connessi a quelli ambientali o dei rifiuti, la competenza delle due procure distrettuali scatta automaticamente e, dunque, non c'è bisogno di nessuna previsione straordinaria. Se così non è, se non ci sono competenze in materia di criminalità organizzata, la competenza, secondo l'ordinamento giudiziario, va lasciata, per le regole generali, alle singole procure.
Ma aggiungo - e mi pare un argomento decisivo - che, al di là delle considerazioni giuridiche sulla violazione del delicato equilibrio del nostro ordinamento giudiziario a cui in questo caso si mette mano con la scure, c'è anche un profilo di efficienza: il provvedimento invoca l'efficienza e l'immediatezza per giustificare la concentrazione di competenze a Napoli. Non c'è bisogno di scomodare il Consiglio superiore della magistratura, che peraltro lo ribadisce nel suo parere sul provvedimento in esame, per capire che concentrare tutte le attribuzioni in materia di rifiuti ambientali, quindi non solo i grandi reati legati alle criminalità organizzate ma anche i reati bagattellari, anche i piccoli reati contravvenzionali, sempre in materia ambientale, sulla procura e sugli uffici giudiziari di Napoli, già intasati, già sovraccarichi di lavoro, non produrrà affatto un risultato di efficienza, ma semplicemente un risultato di straordinario allungamento dei tempi.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Né vale ad evitare questo la norma, francamente ipocrita, che viene introdotta al comma 7, dell'articolo 3, in cui si prevede che il Consiglio superiore della magistratura e il Ministero della giustizia rafforzeranno l'organico. Ovviamente questa è un'indicazione puramente declaratoria, che non serve a niente: l'organico del tribunale e della procura di Napoli sono quelli che sono; già non fanno fronte al carico ordinario, figurarsi quando concentreremo lì tutti i reati campani!
Per cui mi permetto di ricordare, e di ricordare in particolare all'opposizione, che questa è una buona occasione per far applicare il principio di legalità e di rispetto dell'ordinamento giudiziario, di cui peraltro molto stiamo discutendo in questi giorni, anche a proposito del decreto in materia di sicurezza. Credo che sarebbe bene cominciare ad applicarlo in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, noi del Partito Democratico teniamo presente, e abbiamo ascoltato con molto interesse e attenzione, le argomentazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, dell'onorevole Vietti e dell'onorevole Palomba.
È un momento molto delicato per gli interessi della Campania, e un grandePag. 7senso di responsabilità politica ed istituzionale ha sempre guidato il Partito Democratico in tutta questa vicenda, come nelle altre che verranno. L'interesse primario attuale è sicuramente quello di risolvere i problemi della gestione dei rifiuti nel territorio della Campania, di ridare una dignità al popolo campano e al popolo italiano tutto, fermo restando - e di questo siamo fermamente convinti - che l'adozione di interventi legislativi eccezionali e temporanei non debba stravolgere i principi costituzionali e le regole ordinamentali. Ecco perché noi, sull'emendamento in esame, ci asterremo: abbiamo presentato, e illustreremo dopo, un emendamento che consente di tener presente quei principi di efficienza, di immediatezza, di coordinamento delle indagini che sono stati richiamati, che sentiamo propri, che sentiamo anche nostri, con il rispetto dei valori fondamentali della Costituzione e dei principi cardine dell'ordinamento, questi sì che non vanno stravolti.
È solo per questo motivo che il Partito Democratico, rispetto a un emendamento meramente soppressivo, che non tiene conto della possibilità di individuare delle ipotesi, dei percorsi alternativi che consentano comunque di rimanere nell'ambito dell'ordinamento, dei principi cardine, della possibilità individuare la competenza di due procure distrettuali che possano coordinare le indagini senza creare figure mitiche quali quelle di un superprocuratore, che porterà soltanto a un affollamento mai visto dei processi a Napoli (mille ne sono arrivati a tutt'oggi), si asterrà sull'emendamento soppressivo in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, anche noi, come delegazione radicale all'interno del gruppo del Partito Democratico, abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 3. Come radicali, infatti, non possiamo avallare normative che stravolgono l'ordinamento del nostro Stato, sia pur in nome di un'emergenza. Un'emergenza cui peraltro hanno contribuito anche coloro cui oggi si affidano i super poteri: l'attuale situazione di un'immondizia che travolge i napoletani - lo voglio sottolineare - è stata determinata da chi in questi anni ha gestito in modo camorristico il problema dello smaltimento dei rifiuti. Preannuncio, dunque, il nostro voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione le diverse considerazioni svolte in ordine a questo emendamento, ed ho ravvisato una netta divaricazione fra quelle esposte dall'onorevole Vietti e quelle esposte dall'onorevole Ferranti. In particolare, non condivido quel che sostiene l'onorevole Vietti, il quale - pur non dicendolo esplicitamente - evoca chiaramente una presunta incostituzionalità della norma al nostro esame.
Tale obiezione era stata evocata anche da taluni magistrati della procura di Napoli, che avevano scritto in proposito al Consiglio superiore della magistratura. Ma da quel che il Consiglio ha risposto loro emerge chiaramente che l'incostituzionalità della norma non è neppure presa in considerazione, come viene peraltro evidenziato anche da interviste apparse sui maggiori quotidiani del vicepresidente del CSM, Nicola Mancino. La ragione è che, in moltissime decisioni, la Corte costituzionale ha evidenziato come, laddove provvedimenti di questo tipo vengano assunti in situazioni di emergenza (ad esempio, le situazioni di emergenza in Campania, come la Corte ha spiegato giudicando il decreto-legge n. 245 del 2005), non si ritengono violati né l'articolo 3, né l'articolo 25, né l'articolo 102 della nostra Costituzione. Vi è, infatti, un nesso di strumentalità molto chiaro fra stato di emergenza e possibilità di consentire una disciplina diversa, purché si tratti di una disciplina temporalmente orientata e prevedentePag. 8poteri ben precisati nell'ambito dei tempi.
L'obiettivo di questa norma è piuttosto chiaro, come è stato precisato anche nelle relazioni introduttive: è quello di individuare un unico punto di riferimento che si occupi della delicatissima questione dei rifiuti, per evitare quella frammentazione che porta ad una dispersione dei provvedimenti e soprattutto a misure prese più a furor di popolo che per ragioni di giustizia.
Anche il Consiglio superiore della magistratura dunque, che pure ha mosso riserve e richiami ed ha riscontrato criticità nella norma, non ha mai parlato di incostituzionalità: e anzi il fatto stesso che esso abbia suggerito - come peraltro ha fatto anche la collega Ferranti - talune modifiche nel merito evidenzia che la norma era condivisa. Magari, essa avrebbe dunque potuto essere articolata in modo diverso, sotto il profilo della maggiore efficienza e della migliore organizzazione: ma si tratta una norma assolutamente legittima e che punta alla soluzione di un problema che tutti riteniamo di dover affrontare in termini diversi e con interventi radicali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vietti 3.1, Palomba 3.50 e Bernardini 3.51, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 483
Astenuti 20
Maggioranza 242
Hanno votato
216
Hanno votato
no 267).

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, credo che sarebbe opportuno che se un parlamentare chiede la parola prima della votazione questa gli venga concessa. La persona assistente alla sua sinistra aveva chiaramente visto che avevo chiesto la parola.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Brigandì.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 3.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intendo illustrare seppur brevemente le ragioni che ci hanno spinto a presentare l'emendamento in esame e che in uno spirito collaborativo aspira almeno a riportare una misura eccezionale nell'ambito e nel quadro della normalità dell'ordinamento, che pure prevede situazioni eccezionali.
Infatti, l'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale, prevede l'unificazione presso la procura distrettuale antimafia delle indagini per una certa tipologia di processi che sono quelli di terrorismo, criminalità organizzata e altri ancora. Si tratta già di un rimedio che l'ordinamento intende approntare per affrontare interventi di straordinaria e particolare gravità per l'ordinamento.
L'emendamento in esame intende stabilire che venga attribuita alle procure distrettuali antimafia anche la competenza a procedere alle indagini in maniera unificata per i reati in materia di gestione dei rifiuti. Ciò consentirebbe di ottenere durante le indagini l'unificazione a livello distrettuale e di non stravolgere l'ordinamento, come invece si vuole fare con i commi 1 e 2 dell'articolo 3 del provvedimento in esame; permettendo, al contempo, una visione unificata della trattazione dei reati in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale. Tutto ciò considerato che da una parte si parla diPag. 9ecomafie e dall'altra il Presidente della Repubblica, Napolitano, ha affermato che quello della gestione dei rifiuti, con specifico riferimento a quelli tossici, è un problema che investe anche altre parti del territorio nazionale.
Accogliendo l'emendamento in esame si conserverebbe lo spirito del comma 1 dell'articolo 3, ma si rientrerebbe nell'alveo di strumenti già previsti nel nostro ordinamento e già sottoposti al vaglio della legittimità costituzionale e che permetterebbero perciò di ottenere una gestione unificata delle indagini su questi particolari reati senza tuttavia stravolgere l'ordinamento, attribuendo cioè alle procure distrettuali antimafia di Napoli e di Palermo le indagini in maniera unificata rispetto a quanto avviene in tutte le altre procure in materia di gestione dei rifiuti.
Con tale emendamento intendiamo aiutarvi a non stravolgere le regole in materia di giustizia e riteniamo essenziale fare ciò perché i primi atti e i primi provvedimenti del Governo, le prime incursioni in materia di giustizia tendono a stravolgere le regole che sono scritte nella nostra Costituzione, compresa l'ultima proposta relativa alla sospensione di centinaia di migliaia di processi presentata solo per ottenere il rinvio del processo che riguarda il Presidente del Consiglio.
Nutriamo una certa tenerezza nei confronti del Ministro della giustizia che evidentemente non segue da vicino i problemi della giustizia stessa.
Ci dispiace, perché egli interviene per dire cose già superate dagli interventi del suo Premier; ha detto che si tratta di un provvedimento utile a tutti, ma il suo Premier aveva già detto: questo è un provvedimento utile innanzitutto a me, anzi, rilancerò con la richiesta di ripristino del cosiddetto lodo Schifani. L'ha detto lui, ed il Ministro della giustizia - colui che formalmente è il Ministro della di giustizia, ma evidentemente è tenuto all'oscuro - non lo sapeva ancora.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FEDERICO PALOMBA. Concludo, signor Presidente. Sono queste incursioni, questi stravolgimenti dell'ordinamento che ci preoccupano. Infatti, il lodo Schifani può essere considerato come un atto di generosità del Premier nei confronti del Presidente della Repubblica, del Presidente della Corte costituzionale, dei Presidenti delle Camere, ma non credo che a loro faccia piacere essere accomunati in un'ipotesi di interessamento alle indagini giudiziarie o, anzi, a processi in corso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, evidentemente dispongo di un testo del parere del Consiglio superiore diverso da quello dell'onorevole Costa perché nel mio testo, della cui autenticità non ho ragione di dubitare, si legge testualmente: la previsione di una procura e di un ufficio GIP GUP con competenza per i reati ambientali commessi nell'intera Campania introduce un elemento anomalo nel sistema della competenza territoriale. Il richiamo ai reati è viziato da eccessiva genericità con rischio di dilatazione a dismisura dei reati attratti nella competenza di Napoli. È gravemente carente la disciplina della connessione. Il nuovo sistema accresce le difficoltà di funzionamento del servizio giudiziario.
Ora, si può ritenere che quanto afferma il Consiglio superiore lasci il tempo che trova; però, se lo citiamo, almeno facciamolo correttamente. Mi permetto soltanto di richiamare i colleghi all'anomalia che stiamo avallando. È come se ammettessimo che per i reati di malasanità che dopo il caso della clinica lombarda si verificheranno in Lombardia, la competenza sia attribuita tutta alla procura della Repubblica di Milano, per tutti i reati sportivi, visto che a Torino c'è Guariniello, alla procura di Torino, per i reati sessuali di tutta Italia alla procura di Potenza. Ma dove andremo a finire (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
Dunque, tra poco avalleremo anche il fatto che per i reati delle alte cariche dello Stato la competenza vada alla procura e alPag. 10tribunale dell'«Isola che non c'è», l'isola di Peter Pan (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intendo solo puntualizzare una questione. La cultura giuridica dell'onorevole Palomba non è in discussione, ma evidentemente ha dei cattivi maestri, perché ha parlato di tribunali speciali. È noto a tutti che l'articolo 102 della Costituzione abolisce i tribunali speciali, che sono i tribunali creati dal fascismo. Per tribunale speciale si intende il tribunale creato ad hoc dopo la commissione del reato, e non creato ex ante. Questo è il punto: certamente non versiamo nella situazione di un tribunale speciale, ma di un tribunale specializzato, che è tutt'altra cosa e già esiste legittimamente nel nostro ordinamento (si pensi, ad esempio, alla procura antimafia).
È, quindi, evidente che in tema di giustizia si vuol creare un clima di terrorismo che non ha giustificazione, perché siamo in una situazione fisiologica della giustizia e non in una situazione patologica. La situazione fisiologica della giustizia è che i magistrati siano sottoposti alla legge, cioè messi sotto alla legge, ed a questa ottemperino. Quindi, non devono venire qui a dettare come noi dobbiamo legiferare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Concludo citando tre casi di giustizia patologica e non fisiologica. Qui dentro ci sono molti avvocati: qualcuno di voi ha mai avuto tre processi dello stesso imputato assolto all'udienza preliminare (se c'è alzi la mano)? Se così è, pago una cena all'intero Parlamento! Se così non è, siamo di fronte ad una situazione patologica di immunità sostanziale, invece che di immunità prevista dall'articolo 68 della Costituzione! Andiamo davanti ai giudici, che sono nostri colleghi, e ci facciamo assolvere, e poi giudichiamo Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Misto-Movimento per l'Autonomia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, comprendiamo che la questione posta dall'onorevole Palomba sotto il profilo della competenza sia squisitamente processuale. Tuttavia, quando si citano alcune procure - penso a quella di Potenza - ho l'impressione che le norme processuali non valgano, perché tali procure hanno competenza su tutto il territorio nazionale, grazie a molte inchieste che, purtroppo, sono rimbalzate agli onori della cronaca (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
La seconda osservazione è rivolta all'onorevole Vietti. Non è che abbiamo un testo del Consiglio superiore della magistratura diverso dal suo: è lei che è rimasto legato a un testo del decreto-legge che è stato successivamente modificato in Commissione, con l'eliminazione di quel riferimento ai reati ambientali. Quindi, sotto questo profilo il testo del Consiglio superiore è esattamente lo stesso, ma il testo del decreto-legge all'esame dell'Assemblea è diverso da quello su cui fu dato il parere.
La terza questione è estremamente delicata: non discutiamo sul fatto che probabilmente dovrebbe essere meglio approfondito il rapporto tra poteri straordinari ed eccezionali nelle situazioni di emergenza e magistratura. Tuttavia, qualcuno deve anche rispondere ad una domanda. Non più tardi di venerdì 13 giugno Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo: Impregilo a Bertolaso: lasciamo la Campania. Impregilo lascia Napoli, o meglio dal prossimo 18 giugno abbandonerà definitivamente la gestione degli impianti affidati alla controllata Fibe. Questa decisione è legata al fatto che alcune sentenze o decisioni della magistratura, in contrapposizione l'una all'altra, hanno impedito a chi lavora o a chi lavorava di sapere sePag. 11l'attività che stava esercitando per conto del commissario straordinario era lecita o illecita. Come li togliamo i rifiuti da Napoli? Questa è la domanda di fondo! Quindi, noi ci assumiamo la responsabilità, corriamo il rischio anche di essere sottoposti ad una censura della Corte costituzionale, ma vogliamo togliere quella vergogna sulla quale - consentitemi - crediamo che, rispetto a questa norma, ci siano responsabilità maggiori, che appartengono ad alcune comunità, soprattutto quella regionale, che non sono amministrate, guarda caso, dal centrodestra (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intendo solo far osservare all'onorevole Brigandì, visto che parliamo di giustizia, che, grazie a quanto approvato ieri al Senato, tra uno straniero irregolare che violenta una studentessa e uno studente che cede una dose di hashish, il primo processo per il momento non si farà, ma si farà il secondo; tra due zingare che rapiscono un bambino e due zingare che rubano un pezzo di formaggio, il primo processo non si farà, mentre si farà il secondo. Tutto questo per permettere la sospensione del processo nei confronti del Presidente del Consiglio Berlusconi: questo è il senso della giustizia dell'attuale maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei rivolgere un ringraziamento all'onorevole Contento, perché oggi abbiamo scoperto di chi è la responsabilità dei rifiuti sulle strade di Napoli: della magistratura, naturalmente (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
Intendo richiamare l'attenzione del Governo su un articolo apparso oggi sul quotidiano la Repubblica, nel quale sono indicati tutti i reati per i quali i processi saranno bloccati, tra cui figurano il traffico di rifiuti e l'adulterazione di sostanze alimentari. Lo ha già detto molto bene il collega Borghesi: sappiamo bene che quella approvata ieri è una norma «salva-Premier». Tuttavia, siamo davvero curiosi di conoscere dal Governo la verità dietro questa norma e dietro questo utilizzo ad personam della giustizia. Infatti, a cosa serve creare con la mano destra una superprocura, un tribunale speciale sui rifiuti per affrontare la crisi, se poi con la mano sinistra si bloccano i processi relativi al traffico dei rifiuti?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, credo che dobbiamo riportare la discussione sull'emendamento in esame nei termini propri e nei confini determinati dalla materia che stiamo trattando. Altre questioni, altre leggi, altri provvedimenti che discuteremo nelle prossime settimane ci consentiranno di evidenziare profili di forte torsione delle regole costituzionali cui siamo contrari, siamo stati contrari e lo saremo anche in quest'Aula. Ma in questo momento stiamo parlando di una questione diversa, vale a dire della situazione di emergenza dei rifiuti in Campania e dello sforzo delle istituzioni tutte, compresa quella giudiziaria, per risolvere definitivamente questa esigenza.
Ricordo il richiamo che autorevolmente il Presidente della Repubblica ha rivolto alla magistratura affinché dia il suo responsabile contributo alla migliore definizione delle misure urgenti, e quindi, alla loro piena attuazione. Il Presidente della Repubblica chiede anche a noi, in quanto legislatori, di avere questa posizione, questo indirizzo e questa finalità. Ciò significaPag. 12che dobbiamo considerare l'emergenza e individuare i meccanismi ordinamentali e processuali funzionali al suo superamento, senza stravolgere le regole. Questo è il fine che ci deve muovere: le regole ordinamentali e costituzionali. Il Partito Democratico, nel trattare questo articolo in Commissione e in Aula, ha avuto questa posizione, quella di voler risolvere il problema e far contribuire la magistratura con mezzi efficaci e con un'organizzazione efficace, al fine di una risposta specializzata e complessiva al problema stesso.
Il meccanismo della superprocura presenta dei chiari ed evidenti profili di violazione di norme processuali ed organizzative, ma esistono altre soluzioni ordinamentali che consentono di superare questi problemi, di non violare le norme e di dare un contributo alla soluzione della vicenda. Per questo motivo riteniamo che si debba discutere nel merito e ci asterremo sull'emendamento in esame che sopprime sic et simpliciter il problema, quasi come se non ci fossero soluzioni alternative. Noi indichiamo una soluzione alternativa, che è quella di riprodurre il modello della direzione distrettuale antimafia, con una risposta professionale, specializzata e coordinata con le esigenze di indagine.
Onorevole Vietti, non c'entra nulla la riproduzione dell'eccezione: qui si tratta di considerare non l'istituzione di un giudice speciale, ma quella di un giudice specializzato. Per questo motivo non capiamo perché la maggioranza ha avuto un atteggiamento di totale chiusura nei confronti dei nostri emendamenti che verranno discussi successivamente, per i quali chiediamo anche agli amici dell'Italia dei Valori e dell'UdC di dare il loro sostegno, perché essi vanno veramente nella direzione della soluzione del problema e degli interessi dei cittadini campani.
Pertanto, non parliamo di questioni che riguardano la giustizia. Non denigriamo, onorevole Brigandì, ancora una volta la magistratura, altrimenti miniamo la serietà e la funzione di questo Parlamento. Nel decreto al nostro esame guardiamo alla sostanza dei problemi e cerchiamo di dare alle istituzioni tutte, compresa quella giudiziaria, degli strumenti efficaci e conformi alle nostre regole ordinamentali e dello Stato di diritto.
Per tali motivi confermo l'astensione del gruppo del Partito Democratico sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 335
Astenuti 168
Maggioranza 168
Hanno votato
66
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Lovelli ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi. Prendo altresì atto che i deputati Vannucci e Farina Coscioni hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto astenersi.
Avverto che a seguito della riformulazione dell'emendamento della Commissione 3.200, di cui ha dato conto il relatore, deve intendersi modificato l'ordine di votazione. Pertanto, voteremo dapprima l'emendamento Ferranti 3.101 che sostituisce una porzione del testo maggiore rispetto all'emendamento 3.200 della Commissione e che, peraltro, reca una parte consequenziale più ampia di tale emendamento.
Successivamente voteremo l'emendamento della Commissione 3.200, preceduto dal relativo subemendamento Piffari 0.3.200.1.Pag. 13
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, credo che sia giunto il momento di avere tutti un senso di responsabilità e di non pensare che quando si parla di giustizia, di uffici giudiziari, occorra individuare regole che in qualche modo aumentino l'inefficienza e il caos, per poi dire che la giustizia non funziona. Ritengo che sia arrivato il momento di pensare responsabilmente - considerato che siamo nel Parlamento - quale sia la via più giusta, più immediata ed efficace per cercare di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli. Tale problema certamente non è quello della giustizia, anche se per la sua risoluzione bisogna tener conto di alcune problematiche che attengono al funzionamento della giustizia, e quindi al coinvolgimento della criminalità organizzata e alla necessità di un coordinamento delle indagini. Questo è un modo serio di porre la problematica, che consente di affermare che non siamo in presenza soltanto di interventi di urgenza volti a porre nel nulla le regole fondamentali, costituzionali e ordinamentali e a creare dei signori competenti su tutto il territorio campano, che poi non potranno agire e non saranno in grado di far fronte alla mole di lavoro. La procura della Repubblica di Napoli, infatti, non può farvi fronte con le risorse che ha a disposizione. A ciò si aggiunga l'individuazione di un giudice collegiale che non si sa bene a cosa sia collegato nell'ambito dell'ordinamento.
Lo sforzo del Partito Democratico è stato fatto in più sedi. Avevamo colto un segnale di apertura nella Commissione giustizia, proprio dal relatore di maggioranza, l'onorevole Costa, che aveva indicato, come osservazioni della maggioranza, soluzioni che sono state recepite dai nostri emendamenti, tra cui quello, fondamentale, che stiamo esaminando. Quindi, davvero non comprendiamo il senso istituzionale di una chiusura totale rispetto a principi e a linee che consentirebbero di mantenere questa decretazione d'urgenza nell'ambito del tentativo di intervenire con varie misure per cercare di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli, che non riguarda solo la Campania, ma tutta l'Italia.
Vi raccomando pertanto di cogliere l'emendamento 3.101, di cui sono prima firmataria, nel senso costruttivo che ha, non soltanto come contrapposizione alla magistratura, perché tutto quello che può essere ricompreso nella materia della giustizia non può essere risolto in una contrapposizione alla magistratura. I magistrati non sono soltanto da applaudire quando muoiono, non si può andare solo ai funerali di Stato: occorre cercare di rispettare il lavoro quotidiano di coloro che svolgono una funzione dello Stato. Tra di loro vi sarà anche chi sbaglia, ma vi è anche chi lavora assiduamente come tutti noi.
Se la finalità vera è quella di intervenire per attuare una garanzia efficiente, un'attività repressiva attraverso la previsione di un'azione unitaria della direzione di contrasto, non c'è bisogno di stravolgere le regole: si può ricorrere ad un istituto che già esiste, alle competenze della procura distrettuale - come diceva poc'anzi l'onorevole Tenaglia - che già si occupa dei reati di mafia, di criminalità organizzata e di criminalità informatica.
Occorre, quindi, tenere fermi quei principi, perché i cittadini hanno bisogno di sapere che le leggi tengono fermi dei principi che sono validi per tutti, e non vengono sconvolti a seconda dell'esigenza sottostante, a meno che tale esigenza sia non quella di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli e del coordinamento delle indagini, ma quella di scegliersi ora l'uno ora l'altro procuratore della Repubblica di comodo del momento. Non voglio credere che, anche in questa sede, tale sia la finalità del provvedimento, non ci voglio credere da cittadina dello Stato italiano.
Riflettiamo sulla procura della Repubblica di Napoli, che si dovrebbe occupare di tutti i reati di gestione dei rifiuti. MaPag. 14che cosa si intende? Sono arrivati, ad oggi, a Napoli millecinquecento procedimenti su tutte le bagatelle in tema di reati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DONATELLA FERRANTI. Quindi, abbiamo proposto insieme - e concludo - un riordino e una specificazione della materia su cosa si intenda per gestione dei rifiuti e una nuova ripartizione delle competenze, che tenga conto delle competenze del Ministro e di quelle del Consiglio superiore della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà (Commenti). Per cortesia, colleghi.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'emendamento presentato dai colleghi del Partito Democratico si colloca nella direzione di contribuire, comunque, al miglioramento di un testo che è inaccettabile. Noi abbiamo un approccio diverso, che è quello di offrire la possibilità di uscire dalla straordinarietà e dalla specialità per rientrare in un alveo ordinamentale già conosciuto.
Su ciò gli amici e i colleghi del Partito Democratico non ci hanno dato una risposta e ci è sembrato che fossero fermi alla discussione sull'emendamento interamente soppressivo. Tuttavia, noi abbiamo compiuto un passo in avanti, in quanto abbiamo presentato una proposta di unificazione delle indagini a livello di una struttura ordinamentale già conosciuta e passata al vaglio di costituzionalità, come la procura distrettuale antimafia.
Su tale profilo non abbiamo sentito obiezioni da parte di nessuno e francamente neanche da parte dei colleghi del Partito Democratico e non abbiamo capito perché si siano astenuti sul nostro emendamento.
In ogni caso, signor Presidente, colleghi, poiché l'emendamento in esame, proposto dal Partito Democratico, si colloca comunque nella direzione del miglioramento di un testo che per noi, forse differentemente da loro, resta inaccettabile - anche se non condividiamo pienamente tale emendamento in alcune sue espressioni, noi desideriamo migliorare comunque un testo per noi inaccettabile -, l'Italia dei Valori non si affiderà a un principio di reciprocità, ma voterà a favore dell'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 516
Astenuti 6
Maggioranza 259
Hanno votato
219
Hanno votato
no 297).

Prendo atto che il deputto Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Piffari 0.3.200.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 506
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
238
Hanno votato
no 268).

Pag. 15

Prendo atto che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.200 della Commissione nella riformulazione, di cui precedentemente il relatore ha dato lettura.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 328
Astenuti 193
Maggioranza 165
Hanno votato
296
Hanno votato
no 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, sarò molto breve. L'emendamento in esame mira ancora al miglioramento di un testo che noi consideriamo inaccettabile, però, se il miglioramento si può ottenere, non vediamo per quale ragione non possa e non debba essere ottenuto.
Noi proponiamo di escludere dal comma 1 dell'articolo 3 del decreto-legge in esame la deroga alle previsioni dell'ordinamento giudiziario secondo le quali il procuratore della Repubblica, sia pur mantenendo la direzione dell'ufficio, agisce secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, ossia delegando ai sostituti. Vi è qui un'attribuzione unipersonale dei poteri al procuratore della Repubblica e non all'ufficio della procura della Repubblica: si attribuisce al procuratore della Repubblica - il quale assommerà tutti i processi di entrambi i distretti della corte d'appello - il potere di disporre anche da solo, anche senza delegare ai sostituti procuratori.
Riteniamo che questo sia un ulteriore stravolgimento dell'ordinamento giudiziario, che voi stessi di centrodestra avete approvato quando eravate al Governo: si tratta di uno stravolgimento per giunta inutile, nell'ottica secondo la quale destrutturare l'ordinamento della magistratura è sempre positivo. Per questi motivi non lo accettiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 367
Astenuti 143
Maggioranza 184
Hanno votato
100
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Vignali ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 338
Astenuti 173
Maggioranza 170
Hanno votato
69
Hanno votato
no 269).Pag. 16

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 510
Astenuti 7
Maggioranza 256
Hanno votato
240
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palomba 3.18 e Vietti 3.19, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 335
Astenuti 173
Maggioranza 168
Hanno votato
64
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalto che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sassi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto asternersi. Prendo altresì atto che il deputato D'Amico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 335
Astenuti 179
Maggioranza 168
Hanno votato
63
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 3.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 328
Astenuti 177
Maggioranza 165
Hanno votato
56
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che i deputati De Poli e Losacco hanno segnalato che non sono riusiti a votare e che il deputato Losacco ha segnalato che voleva astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 507
Astenuti 8
Maggioranza 254
Hanno votato
236
Hanno votato
no 271).

Prendo ato che il depuatato Stasi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.Pag. 17
Passiamo all'articolo aggiuntivo Paolo Russo 3.0150. Ricordo che il relatore ha formulato un invito al ritiro e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario.
Onorevole Paolo Russo, accede all'invito al ritiro al fine di trasfondere il contenuto del suo articolo aggiuntivo in un ordine del giorno?

PAOLO RUSSO. Si, signor Presidente, accedo all'invito formulato dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Ferranti 4.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente.
Questo è un altro punto critico del decreto-legge, che francamente lascia ulteriormente perplessi, perché l'articolo 4 devolve al giudice amministrativo la giurisdizione su tutte le controversie attinenti alla gestione dei rifiuti e all'installazione delle discariche e dilata irragionevolmente per l'intero territorio nazionale la competenza del giudice amministrativo, in contrasto anche con quanto è stato pronunciato dalla Corte costituzionale. Se, infatti, si è stabilito che in realtà il giudice amministrativo può assorbire tutte le cause, concentrando quelle che riguardano la tutela del cittadino avverso le modalità dell'esercizio della funzione pubblica, la sua competenza non può riguardare anche comportamenti che causino un danno ingiusto, ma che non costituiscano esercizio di potere (nemmeno di un potere legittimo) e che quindi riguardino, ad esempio, comportamenti posti in essere in carenza di potere o in via di mero fatto. In questi casi, la giurisdizione deve rimanere in capo al giudice ordinario.
Proponiamo, quindi, una modifica del primo comma dell'articolo 4 e, con il mio successivo emendamento 4.2, una soppressione del secondo comma dell'articolo 4, che crea un caos assoluto, in quanto introduce in via transitoria una procedura secondo la quale il giudice amministrativo non confermerebbe e non convaliderebbe i provvedimenti d'urgenza dell'autorità giudiziaria ordinaria, che verrebbero del tutto caducati.
La certezza del diritto, delle posizioni dei singoli e di tutti i diritti viene in qualche modo compromessa. Dunque, siamo fortemente contrari al fatto che, sebbene in situazioni di emergenza, si intacchino così gravemente i principi di tutto l'ordinamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, mi hanno spostato più volte e quindi per ora sono in questa postazione...
Sono d'accordo con Calamandrei, che disse che l'obbligatorietà dell'azione penale è stata una svista del costituente. Credo che anche in quest'Aula, visto che siamo rappresentanti del popolo, sebbene questa non sia un'aula di giustizia, occorra anche l'obbligatorietà della denuncia.
Qui aleggiano dei fantasmi e sento un'azione moralizzatrice da parte dell'opposizione. Allora, facciamo uscire questi fantasmi e cominciamo a dire che, per decenza, per assunzione di responsabilità e anche per placare il clima di diffidenza che c'è a Napoli tra la popolazione, la magistratura, ma anche le istituzioni, dovrebbero dimettersi Antonio Bassolino, Rosa Russo Jervolino e dovrebbe emergere un altro super responsabile, Pecoraro Scanio, che è stato Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), altrimenti, sembra che nessuno sia responsabile!
Il Governo, attraverso questo decreto-legge, sta tentando di risolvere una situazione disastrosa che voi conoscete molto bene. Allora, diciamo queste cose, altrimenti sembra che non ci sono responsabili!
Dunque, visto che volete placare il clima e che ognuno si assuma le proprie responsabilità, fate dimettere Jervolino e Bassolino, così vedrete che l'azione potrà ripartire con molta più calma e serenità.

Pag. 18

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Palomba, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunzia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 477
Astenuti 24
Maggioranza 239
Hanno votato
211
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Corsini, Genovese, Gatti e Bachelet hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riusicita ad esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 4.150.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, qui vi è un problema di natura costituzionale, che è già stato oggetto di una sentenza su una disposizione pressoché identica da parte della Corte costituzionale alcuni anni fa.
In particolare, il problema si pone perché la norma proposta all'Aula stabilisce che tutte le controversie, anche quelle legate alla tutela giurisdizionale dei diritti costituzionalmente tutelati, ancorché collegate a meri comportamenti della pubblica amministrazione, siano devolute al giudice amministrativo.
Da questo punto di vista, voglio ricordare che la Corte costituzionale, con la sentenza 11 maggio 2006, n. 191, ha decretato l'illegittimità costituzionale di una norma formulata come quella che oggi il Governo e la maggioranza ci propongono, cioè con il riferimento ai comportamenti della pubblica amministrazione.
Ebbene, allora la Corte costituzionale sentenziò questa illegittimità, sottolineando che non si giustifica la devoluzione al giudice amministrativo, piuttosto che al giudice ordinario, quando la pubblica amministrazione non abbia in concreto esercitato, nemmeno mediatamente, il potere che la legge le attribuisce per la cura dell'interesse pubblico.
Da questo punto di vista la proposta emendativa in esame non fa altro che ricondurre nell'alveo della legittimità questa previsione, riconducendo sostanzialmente il comportamento della pubblica amministrazione all'esercizio di un pubblico potere.
Mi spiego: se l'autista del camion dei rifiuti uccide un bambino, si tratta di un mero comportamento e non vi è ragione, costituzionalmente parlando, che vi sia l'assorbimento della giustizia amministrativa su un caso di questo tipo. Viceversa, la ratio della norma è quella di devolvere al giudice amministrativo tutte le vicende che siano comunque collegate a provvedimenti amministrativi, anche quando siano i comportamenti attuativi dei provvedimenti stessi ad incidere su posizioni soggettive.
Per tali motivi, mi auguro che l'Assemblea condivida questa riserva, che non è personale né del gruppo dell'Italia dei Valori. È una questione tecnica, derivante da una sentenza che ha già stigmatizzato un analogo modo di legiferare nel decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001, articolo 53, comma 1, gia caduto sotto la falcidie di quella sentenza e che formulava nello stesso modo il suo articolato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per rispondere all'onorevolePag. 19Mussolini: quando sarà approvata la legge sulle intercettazioni, che lei certamente sosterrà, le inchieste sui rifiuti e sui reati ambientali che si sono consumati a Napoli, anche in questi ultimi anni, non si potranno più svolgere!
La verità è che questa maggioranza non vuole che quei reati siano realmente perseguiti. Per cui, si rivolga alla sua maggioranza e al suo Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico-Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 4.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 493
Astenuti 26
Maggioranza 247
Hanno votato
222
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che i deputati Sbai, D'Amico e Stasi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferranti 4.2 e Palomba 4.3
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il comma 2 dell'articolo 4, di cui proponiamo la doverosa soppressione, prevede testualmente che le misure cautelari adottate dei giudici ordinari perdano efficacia se non confermate entro trenta giorni dal giudice amministrativo, ovvero dal TAR.
Non credo si debba essere particolarmente esperti in diritto amministrativo e processuale per comprendere che stiamo parlando di una mera assurdità. Stiamo parlando infatti del fatto che i sequestri conservativi penali dei siti disposti da parte dei giudici dovrebbero essere confermati da parte del TAR entro trenta giorni, ovvero da parte di un giudice che agisce su ricorso di parte e che non è attrezzato a svolgere un ruolo di questa natura. In altri termini ancora, l'effetto di questa norma, che è assolutamente dirompente rispetto ai canoni ordinari del nostro sistema processuale - perché non vi è un controllo in alcun campo da parte del giudice amministrativo su provvedimenti assunti in via cautelare dal giudice ordinario -, comporterà l'effetto pratico della decadenza dei sequestri.
So che molti hanno ritenuto che i provvedimenti di sequestro da parte della magistratura, in alcuni casi, siano stati in effetti una causa aggiuntiva del disastro, poiché si è sempre data un'interpretazione del sequestro del sito all'insegna dell'assoluta intangibilità del bene oggetto di prova nel corso del processo.
Si tratta però di una considerazione non del tutto esatta. Avremmo dovuto affermare, invece, che le discariche oggetto di sequestro, in caso di straordinari motivi per l'incolumità pubblica, potevano anche essere oggetto di conferimento di nuove ecoballe e rifiuti in via d'urgenza, fermo restando il campionamento svolto dall'autorità giudiziaria ai fini conservativi della prova per il processo.
Questo sarebbe stato più logico. Invece, stiamo disseminando di insidie e trabocchetti il procedimento di conservazione dei provvedimenti giudiziari di sequestro, fino ad arrivare ad un'aberrazione, quale è questa disposizione, per cui entro 30 giorni dall'entrata in vigore di questa norma dissennata, il TAR Campania dovrebbe riconfermare quelle misure, su ricorso non si sa di chi e non si sa neanche con quale procedura, come correttamente sottolinea anche il Consiglio superiore della magistratura. Non si capisce se tale pronuncia dovrà essere emessa con una sentenza abbreviata, o in sede cautelare, e se occorrerà il ricorso da parte di associazioniPag. 20portatrici di interessi diffusi, quindi non si conoscono le modalità di tali procedura.
La norma è grave e nel contempo inutile, ed è anche un po' perniciosa. Mi auguro che si possa fare qualcosa - almeno nel senso di indicare la procedura da usare - in sede di esame degli ordini del giorno, perché questo è doveroso.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 11).

PIERLUIGI MANTINI. Quindi, mi rivolgo al Governo che vedo sempre ben rappresentato nella circostanza ma forse non nella misura utile al tema, poiché è importante per la giurisdizione e per il sistema giudiziale; si tratta inoltre di un tema importante anche per gli effetti sull'ambiente. Quindi, credo che anche il Dicastero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare debba essere coinvolto, affinché tramite gli ordini del giorno perlomeno si indichi come questa aberrante misura della conferma da parte del TAR di provvedimenti...

PRESIDENTE. Onorevole Mantini, devo invitarla a concludere.

PIERLUIGI MANTINI. Mi auguro che almeno in sede di esame degli ordini del giorno si possa trovare una via più razionale per tale misura, fermo restando che noi insistiamo per la soppressione del comma secondo dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere alcune ulteriori considerazioni sull'emendamento in esame, nonché per rivolgere un invito alla maggioranza. In questi primi mesi della legislatura si è parlato molto di dialogo e lo dice l'esponente di un partito che, fino a questo momento, a questo dialogo ha detto di non volersi prestare. Tuttavia, credo che oggi la maggioranza debba dare atto di un atteggiamento di grande responsabilità da parte di tutte le opposizioni. Su un tema, che rappresenta una vera emergenza nazionale, su un tema importante, sul quale il Governo - gliene vogliamo dare atto - sta almeno provando a mettere in atto una serie di provvedimenti che possano indirizzare verso la soluzione di questo problema, da parte dell'opposizione non vi è un atteggiamento preconcetto né ostruzionismo, né tattiche parlamentari. Sono stati invece presentati dalla stessa degli emendamenti che credo debbano essere riconosciuti tutti come un importante tentativo da parte dell'opposizione di offrire contributi e proposte ai nostri occhi migliorative di questo provvedimento legislativo.
In particolare, in questo momento, stiamo discutendo della richiesta di abrogazione del comma 2 dell'articolo 4 del decreto-legge, che (prima di passare alla relativa votazione vi chiedo davvero di rifletterci un attimo) prevede la decadenza automatica, entro 30 giorni, di tutti i provvedimenti cautelari relativi ad una serie di procedimenti, qualora non vi sia la convalida da parte di un giudice amministrativo, ma senza che sia minimamente precisato ad istanza di chi e se vi debba essere un'istanza o se il giudice debba provvedere d'ufficio, senza che vi sia in alcun modo indicata la procedura attraverso la quale tale misura debba essere adottata, e senza che vi sia in alcun modo indicato lo strumento processuale attraverso il quale il giudice deve pronunciarsi perché si verifichi la convalida di questo provvedimento cautelare. I provvedimenti cautelari sono per loro stessa natura e definizione provvedimenti di estrema urgenza e di estrema importanza, che vengono adottati in presenza di circostanze straordinarie e particolari. Allora, accettare un rischio simile e ancora una volta non accogliere mai le proposte che vengono avanzate dall'opposizione non dimostra la volontà di dialogo. Che cosa è la volontà di dialogare se poi si presentano alle Camere sempre dei decreti-legge blindati e non vi è mai la disponibilità ad unPag. 21confronto vero con l'opposizione e non si accoglie mai un singolo emendamento dell'opposizione? È questa l'idea di dialogo che avete voi? Oppure è l'idea di dialogo secondo la quale l'opposizione deve stare zitta e votare soltanto tutte le leggi che voi presentate, anche quando sono sfacciate? Non è il caso di quest'ultima, e il nostro atteggiamento quindi è conseguente, ma date anche qualche segnale per cui quando parlate di dialogo non vi riempite la bocca soltanto di un concetto vago! Prendete in considerazione quello che io credo sia un emendamento serio e importante e che migliorerebbe di molto un aspetto debole, anzi debolissimo, di questo vostro provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 4.2 e Palomba 4.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 481
Astenuti 30
Maggioranza 241
Hanno votato
214
Hanno votato
no 267).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 4.151.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'appello che è stato fatto dal presidente Donadi non ha avuto grande riscontro e ciò ci lascia molto perplessi, perché significa che in questo Parlamento non si seguono criteri di ragionevolezza istituzionale e di leale collaborazione istituzionale, ma si continua a perseverare in un atteggiamento teso ad infangare la credibilità della magistratura, già oggi sotto processo per le storture procedimentali che molti dei provvedimenti adottati da questa Assemblea hanno decretato e provocato.
Il giusto processo ha paradossalmente impedito di utilizzare le prove assunte dai pubblici ministeri, anche quando vi era la presenza del difensore e le garanzie procedimentali erano state rispettate. Nonostante tali garanzie, sono state attuate queste norme tese a delegittimare il processo e a destrutturare le prove, con le conseguenze che tutti abbiamo visto accampare sulla stampa anche e soprattutto riferite al Presidente del Consiglio dei precedenti Governi. Sempre Berlusconi, ovviamente.
In questo momento stiamo proponendo una norma che semplicemente attenua l'impatto devastante di questa prospettiva di assorbimento anche delle competenze cautelari in capo al giudice amministrativo. Proponiamo, cioè, che, quanto meno per i procedimenti già aperti, per i sequestri e le misure cautelari già operative, sia stabilito il principio che il giudice amministrativo possa certamente modificarle o revocarle, ma che non vi sia un effetto di caducazione ex lege. Infatti, voi sapete che in trenta giorni non vi è giudice amministrativo che possa fondatamente arrivare ad una decisione su questi meccanismi delicati.
Questa norma è tanto più censurabile perché, a mio giudizio, è uno sfregio anche al Parlamento. Come può il Governo stabilire un termine di trenta giorni, quando sa che i provvedimenti da esso emanati per motivi di necessità e di urgenza devono essere convertiti in sessanta giorni dal Parlamento?
Nel momento in cui una norma siffatta viene ad essere subito operativa ed entra in vigore nel momento stesso della pubblicazione il 23 maggio 2008, significa che il 22 di giugno tutti questi provvedimenti andranno comunque a scadere e diverranno inefficaci, ancorché le Camere dovessero esplicitare un principio diverso e contrario. Questo modo di legiferare, aPag. 22mio avviso, tradisce anche un'offesa all'autorevolezza e all'autorità di questa nostra Assemblea.
Pertanto, non solo in nome di una logica norma di buon senso, ma anche nella logica del rispetto dei ruoli istituzionali, cerchiamo quanto meno di rivendicare questo tipo di approccio secondo il quale la magistratura può aver emanato provvedimenti modificabili o revocabili, ma finché non si trova un giudice che di fatto li modifica o li revoca non è giusto che decadano per legge e nemmeno per decreto-legge del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laboccetta. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, credo che non sia accettabile il comportamento e l'atteggiamento di alcune componenti della magistratura, che tentano di condizionare le scelte di un libero e democratico Parlamento.
Ma il fatto ancor più grave, secondo me, è che tali componenti trovino in quest'aula sponde dirette o indirette per indebolire e condizionare il ruolo della politica.
Credo che la politica debba tornare ad essere protagonista, perché se vi è qualcuno che da anni sta facendo invasioni di campo, e che, a gamba tesa, cerca di riaffermare il suo superpotere, non è certo la politica, ma alcuni particolari ambienti della magistratura.
Altro che superprocura di Napoli o tribunali speciali, come ha affermato qualcuno!
Solo chi non conosce le problematiche della regione Campania può aggrapparsi a questioni propagandistiche per gettare fango sulle scelte del Governo e della maggioranza parlamentare.
Venite in Campania a verificare quello che è stato il disastro!
Questa mattina una collega, con la quale spesso non sono d'accordo, ha pronunciato nomi e cognomi: certo, lo sa tutto il mondo chi sono i responsabili del disastro ambientale in Campania.
Allora, mi appello alla responsabilità del Parlamento: penso e spero che un giorno possa essere calendarizzata la mozione che abbiamo presentato per discutere le questioni della città di Napoli. Oso sperare che la nostra Assemblea voglia e sappia superare, in maniera trasversale, questo complesso, che ancora purtroppo esiste, nei confronti della magistratura.
Chi non ha nulla da nascondere non può avere complessi di sudditanza e credo che in quest'aula, fino a prova contraria, operino e lavorino persone per bene. Ciò, ovviamente, dovrebbe valere e credo valga anche per il Governo.
Esprimo un ultimo concetto, signor Presidente: da tempo ho scoperto che coloro che in politica appaiono come intransigenti sono poi quelli che fanno comode e proficue transigenze, ovviamente politiche.
Non voglio credere che tutto l'ostruzionismo al quale abbiamo assistito era o è finalizzato alla conquista di una presidenza di Commissione. Infatti, se dovessimo registrare ciò, da qui a qualche ora, rimarrei molto deluso dal ruolo e dal lavoro politico avanzato dagli oppositori della giornata (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 4.151, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 475
Astenuti 34
Maggioranza 238
Hanno votato
209
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 5.102.Pag. 23
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente della Camera, signori rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, ho appena ascoltato - sto imparando, sono appena entrato in Parlamento - che oggi la politica deve riprendere il primato e bisogna sapere fare politica in Campania.
Se non sbaglio ho visto che la settimana scorsa l'onorevole Laboccetta ha lanciato in televisione un bel messaggio sulla politica che deve riprendere il primato: infatti, si è recato in un carcere per cercare di portare fuori un soggetto condannato per mafia.

AMEDEO LABOCCETTA. Tu non sai niente!

MAURIZIO BIANCONI. Ma che dici?

FRANCESCO BARBATO. Si tratta di un soggetto condannato per mafia, che addirittura era un servitore dello Stato, quindi è due volte responsabile e due volte nemico dei cittadini e nemico degli italiani, perché era un mafioso condannato per mafia, ma prendeva anche i soldi dello Stato! Quindi, è due volte un traditore degli italiani.
Ebbene, questi sono i segnali che si vogliono lanciare dal Parlamento, con il Governo Berlusconi.
Allora, vi voglio parlare di una pagina importante, la pagina di «Monnezzopoli». È una pagina che ha portato un'internazionalizzazione, una visibilità incredibile alla nostra e alla mia Campania, alla mia regione.
Per parlare di «Monnezzopoli» dobbiamo risalire al 1994; era il periodo in cui c'era la new entry in politica dell'onorevole Berlusconi, che diventa Premier, Presidente del Consiglio. Bravo, benissimo!
In contemporanea, in Campania abbiamo un nuovo astro nascente: l'onorevole Antonio Bassolino, che batte la Mussolini al comune di Napoli e diventa il nuovo astro campano.
Da allora nasce questa love story tra Berlusconi e Bassolino, che diventa più stringente, più forte nel 2001, quando, di nuovo inquilino di Palazzo Chigi, l'onorevole Berlusconi si stringe in modo morboso e appassionato con il nostro Bassolino e gli affida il commissariato per l'emergenza dei rifiuti in Campania.
È in quel periodo, dal 2001 al 2006, sotto il Governo Berlusconi, che arrivano i maggiori flussi economici al commissariato per l'emergenza dei rifiuti in Campania ed è proprio in quel periodo che si spendono più soldi e che spendono più soldi i berlusconiani e i bassoliniani. L'onorevole Landolfi e l'onorevole Paolo Russo ci dovrebbero spiegare come sono stati spesi i soldi in Campania, insieme ai berlusconiani.
C'è stata poi una breve separazione, causata dal Governo Prodi; in quel periodo, però, Bassolino si è subito dato da fare per fornire il leitmotiv alla campagna elettorale di Berlusconi, per farlo ritornare a Palazzo Chigi.
La campagna elettorale di Berlusconi è stata sui rifiuti e gli ha dato la possibilità di ritornare a Palazzo Chigi. E a Palazzo Chigi, nel 2008, è ripresa la love story, nella quale Berlusconi e Bassolino si sorreggono a vicenda.

VINCENZO PISO. Basta!

FRANCESCO BARBATO. E quanti complimenti si fanno! Si fanno tanti complimenti, perché una volta Berlusconi si rivolge a Bassolino e gli dice che sta dando una grande mano a livello locale; poi, Bassolino dice a Berlusconi che ha fatto un grande decreto, una grande legge sui rifiuti, per la monnezza.
Adesso Berlusconi, che aveva fatto la campagna elettorale con un camper sul quale aveva scritto «Meno male che c'è Silvio», negli ultimi giorni, sui giornali in Campania, pare che si esprima diversamente con i giornalisti. Berlusconi comincia a dire: «Meno male che in Campania c'è Bassolino», perché è lui che lo sta mantenendo alla grande.

Pag. 24

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, il tempo!

FRANCESCO BARBATO. Hanno un'identica visione della gestione del potere, della risoluzione dei problemi; hanno un idem sentire, si muovono nello stesso humus, perché se Bassolino in Campania presiede una giunta regionale dove ne cade uno al mese, perché vengono arrestati...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. La conclusione la facciamo dopo, nell'intervento successivo, perché questa love story tra Berlusconi e Bassolino deve mettere un punto preciso: abbiamo avuto in Campania due «B» nemiche dei campani. Sono le due «B» di Bassolino e di Berlusconi e abbiamo due recidivi... (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori-Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, questo è un piccolo emendamento, che serve, però, a fare chiarezza. Da tempo sentiamo parlare di emergenza rifiuti: sono ormai 15 anni, andremo verso il sedicesimo anno.
Riteniamo di aggiungere, quando è necessario, sempre, delle piccole chiarificazioni: con questo provvedimento intendiamo dare una soluzione a questa emergenza, a questa catastrofe che dura da troppi anni. Ho la paura e l'impressione che ci siamo un po' abituati.
È bene che lo ricordiamo a noi parlamentari stessi, che ci ritroviamo a votare ogni anno (perché ormai si tratta di ogni anno) simili provvedimenti di emergenza. E voglio ricordare anche all'onorevole Contento, perché ho sentito prima il suo intervento, che la nostra storia e i nostri atteggiamenti dimostrano che siamo stati favorevoli anche alle deroghe, e lo saremo anche questa volta, non a tutte naturalmente, perché questo problema va risolto. Bisogna dare certezze! Ma voglio ricordare una cosa: che la FIBE-Impregilo non se ne va dalla Campania per quello che ha detto lei. Basta leggere gli atti della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, e capirà che le motivazioni sono di ben altro tipo.

GIORGIO JANNONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, parlerò solo per pochi secondi per un richiamo al Regolamento.
Per l'ennesima volta l'onorevole Barbato, in questo caso magari con maggiore attenzione dialettica rispetto al passato, ha usato dei toni e delle parole che noi riteniamo francamente inaccettabili. Presidente, faccio riferimento agli articoli 58 e 59 del Regolamento: visto che l'onorevole Barbato nei suoi interventi si è distinto per aver accusato di camorra un collega la scorsa settimana, avere dato del nano a un altro collega la settimana antecedente, e questa settimana con indice accusatore aver incolpato nuovamente un collega di una sorta di collusione con imputati, con toni a nostro parere inaccettabili, la pregherei se è possibile di fare attenzione alle parole, ai modi, ai gesti e alla ritualità dell'onorevole Barbato, che spesso trascende le legittime e normali ritualità dialettiche di questa Camera.

PRESIDENTE. Avendo sentito qualcosa della fama dell'onorevole Barbato, ed essendo in altra occasione colpevole di essermi lasciato distrarre e non avere pesato tutte le sue parole, questa volta l'ho ascoltato con particolare attenzione. Devo dire che l'onorevole Barbato ha svolto un intervento molto violento, ma non ha accusato nessuno dei componenti della Camera di comportamenti con tonalità che vadano al di là della censura politica (Applausi deiPag. 25deputati del gruppo Italia dei Valori). Per questo non ho ritenuto di intervenire. Anche per quanto riguarda il riferimento fatto, ho sentito che ha detto che un membro della Camera era avvocato difensore di un mafioso: cosa questa che non lede l'onorabilità di nessuno, perché tutti hanno diritto a una difesa, ogni cittadino, anche i cittadini mafiosi. Non ho rilevato in questo un motivo di censura, e, rispettando la piena libertà di espressione, ho permesso all'onorevole Barbato che completasse il suo intervento. Questi sono comunque i criteri a cui intendo attenermi.

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, prendo la parola sull'ordine dei lavori. È una cosa che salta agli occhi, e forse è bene che la Camera dei deputati rifletta sulla stortura normativa che abbiamo appena avallato.
Con l'approvazione dell'articolo 4, così come formulato, abbiamo di fatto introdotto un principio assolutamente innovativo nell'ordinamento giuridico italiano, perché l'articolo 4, a differenza di altre norme del decreto-legge in esame, non ha alcuna limitazione né temporale, legata all'emergenza, né territoriale, legata alla regione Campania. Così succede che se quel bambino a cui facevo riferimento venisse investito dal camion dei rifiuti di Milano, la famiglia dovrebbe venire al TAR del Lazio a chiedere i danni. Questa è la conseguenza dell'ottusità e della cecità con cui abbiamo approvato l'articolo 4!

PRESIDENTE. Onorevole Monai, devo però farle osservare che sarebbe opportuno concentrare gli interventi sugli emendamenti da votare: ciò che è fatto è fatto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico preannuncio il nostro voto favorevole sull'emendamento Libé 5.102. Un voto favorevole, però, che deriva dal fatto che nel merito l'emendamento è assolutamente condivisibile, e non anche dal fatto che condividiamo le affermazioni, assolutamente estranee rispetto all'emendamento stesso, fatte del collega Barbato. Si tratta dunque di un voto a favore solo sul merito dell'emendamento e non di approvazione delle considerazioni del collega Barbato.

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GIANCARLO LEHNER. Sull'ordine dei lavori, con riferimento alla questione Contrada.

PRESIDENTE. Mi pare che la questione sia chiusa.

GIANCARLO LEHNER. Mi perdoni, signor Presidente, ma vi sono questioni che presentano uno spessore morale tale che non possono essere chiuse. Bruno Contrada è stato condannato non per mafia ma per un reato che non esiste: dunque, non si può dire che Contrada è mafioso (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro e di deputati del Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 5.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 516
Astenuti 5
Maggioranza 259Pag. 26
Hanno votato
247
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 5.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 510
Astenuti 4
Maggioranza 256
Hanno votato
215
Hanno votato
no 295).

Prendo atto che la deputata Binetti ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 6.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 511
Astenuti 5
Maggioranza 256
Hanno votato
12
Hanno votato
no 499).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Polledri 6.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, questo emendamento vuole rimediare a quello che probabilmente è un errore compiuto dai colleghi in Commissione. Nel testo presentato dalla Commissione si afferma che è possibile utilizzare le discariche già esistenti per il compost oppure per i rifiuti di qualità. Ora, non entriamo nella questione della leggenda metropolitana per cui il CDR-Q sarebbe una cosa fantastica, solamente perché ha un po' di pneumatico, una cosa che farebbe benissimo e che viene additata addirittura da studi di chissà quale peso come qualcosa che fa respirare meglio i bambini. Il punto è che, con questa norma, noi stabiliamo che non solo facciamo questa cosa bellissima - che avrebbe anche un nome e un cognome - ma la usiamo anche in co-combustione nei cementifici.
Ecco, vorrei che restasse agli atti che questi prodotti di Napoli vanno nei cementifici e nelle centrali termoelettriche di tutto il resto d'Italia; e, soprattutto, che poi, essi vengono rimessi in co-combustione, il che significa che non solo vengono presi, ma anche che li si brucia tranquillamente, anche con i soldi della bolletta dei contribuenti (perché poi saranno incentivati). Di qui dunque il nostro invito al Governo a ripensare sul giudizio espresso o, quantomeno, a dare garanzie perché in futuro la cosa possa essere risolta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo per una dichiarazione di voto assai breve su questo emendamento, e, se lei mi consente, anche per una breve illustrazione dell'emendamento successivo, Lulli 6.53, che è strettamente collegato a questo.
L'emendamento Polledri 6.101, come sosteneva l'onorevole Polledri, trae la sua ragione dal fatto che in sede di esame del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, da parte della Commissione competente sono state apportate modifiche all'impianto originale del decreto-legge per quanto attiene alle operazioni di trattamento dei rifiuti. In buona sostanza, la versione iniziale prevedeva che la soluzione del problemaPag. 27rifiuti in Campania avvenisse attraverso l'adozione di un ciclo basato sul recupero di materia, pertanto raccolta differenziata spinta, e di un uso significativo dei termovalorizzatori e delle discariche. Ovviamente le discariche sarebbero state utilizzate soprattutto per superare la fase emergenziale e i termovalorizzatori, invece, per lo smaltimento a regime. In tale contesto assumendo tali impegni importanti il decreto-legge in origine contemplava correttamente la possibilità di trasformare gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti in impianti per la produzione di compost di qualità vale a dire di un prodotto che deriva dal trattamento della frazione organica della raccolta differenziata.
La modifica apportata dalla Commissione che rappresenta l'oggetto del presente emendamento, è la possibilità per tali impianti di essere trasformati in sistemi per la produzione di combustibile da rifiuti di qualità al fine di sfruttare le potenzialità di questo particolare materiale in co-combustione nei cementifici e nelle centrali termoelettriche. Ciò pur non essendo di per sé errato, signor Presidente, appare comunque diverso da quanto era previsto nell'impianto iniziale e di per sé muta la filosofia del sistema perché il combustibile da rifiuto, sia nella versione normale sia in quella di qualità, a causa dell'origine è assoggettato, come già sosteneva l'onorevole Polledri, ad una disciplina di settore molto seria che ne definisce la natura, la qualità e gli usi. Tale disciplina è stata recentemente riordinata con il decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, che ha raccolto il precedente decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e comprende anche il decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 2 maggio 2006 a firma anche dell'allora Ministro delle attività produttive Scajola che disciplina le modalità di utilizzo del CDR-Q per la produzione di energia elettrica.
Signor Presidente, giungo al punto della questione. Non siamo come gruppo parlamentare del Partito Democratico nel caso di specie pregiudizialmente contrari alla proposta di introdurre la possibilità di produrre combustibile da rifiuto di qualità. A nostro avviso, si tratta di una modifica sostanziale di quanto precedentemente previsto che offre, però, un'ulteriore possibilità per lo smaltimento dei rifiuti della regione Campania. Condividiamo nel contempo le preoccupazioni dell'onorevole Polledri in merito alla produzione di tale materiale. Sull'emendamento in esame ci asterremo per questa ragione.
Ciò che però il gruppo parlamentare del Partito Democratico richiede è una particolare attenzione nell'uso e nella preparazione di tale materiale, del combustibile da rifiuto di qualità e che i relativi processi siano chiaramente regolati dalla disciplina di settore. Pertanto, venendo incontro anche a quanto detto dall'oratore che mi ha preceduto, ciò che ci sembra opportuno è un riferimento puntuale e preciso nonché di merito relativo all'uso di tale materiale da porre all'interno dell'articolo. Per tale ragione la proposta successiva, l'emendamento Lulli 6.53, va a concludere il comma 2, primo periodo, dell'articolo 6 con la frase «secondo quanto previsto dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4».
Ciò come affermavo, signor Presidente, perché ci pare opportuno richiamare con chiarezza in un decreto-legge di questo tipo...

PRESIDENTE. Onorevole Benamati, devo invitarla a concludere.

GIANLUCA BENAMATI. Concludo, signor Presidente. Ci pare di dover richiamare la disciplina di settore in modo che con tutta chiarezza la scelta del CDR-Q sia ovviamente condotta alla luce e sotto il controllo della disciplina di settore. In conclusione, si tratta di un emendamento che vuole essere modificativo nel merito e al contempo migliorativo e su cui auspico un largo consenso dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.Pag. 28
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 6.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 499
Astenuti 17
Maggioranza 250
Hanno votato
61
Hanno votato
no 438).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 6.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
215
Hanno votato
no 303).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 6-bis.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 515
Astenuti 4
Maggioranza 258
Hanno votato
27
Hanno votato
no 488).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 6-bis.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, veramente avevo chiesto di parlare anche sull'emendamento Piffari 6-bis.101 perché mi sembra un'assurdità quella che abbiamo appena votato. Infatti, l'obbligo di completamento del termovalorizzatore è contrattuale quindi non c'entra niente affermarlo in una legge.
Tuttavia, con riferimento all'emendamento Piffari 6-bis.102, mi sembra che si voglia prevedere una cosa assurda, e cioè che il presidente di una regione provveda all'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti. Con l'emendamento proposto abbiamo voluto sottolineare il fatto che tale compito spetti alla regione e che poi sia quest'ultima, autonomamente, a scegliere chi lo debba fare. Il presidente della regione non può provvedere all'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti, lo fa il consiglio regionale su proposta del presidente e della giunta. Innoviamo anche su questo? Adesso allora incaricheremo il Presidente del Consiglio di fare tutto personalmente senza convocare il Consiglio dei Ministri.
Mi sembra assurda una simile previsione, mentre la sostituzione delle parole «il presidente della» con la seguente: «la» e, conseguentemente avremmo che la regione Campania provvede con i suoi organi istituzionali, mi sembrerebbe di significato lapalissiano.
Per questo motivo prego anche la maggioranza di essere sensibile nei confronti di questi aspetti veramente assurdi introdotti affrettatamente nel testo dell'articolo 6 del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'UdC sull'emendamento in esame. Infatti,Pag. 29non capiamo il parere contrario del Governo e del relatore dato che ci sembra giusto, in una situazione del genere, che sia almeno l'organo del governo della regione ad assumere la responsabilità di aggiornare il piano regionale di gestione dei rifiuti. Diversamente non potrebbe comprendersi se veramente sia nato questo idillio tra le due «B» o vi sia, invece, la volontà di risolvere il problema rifiuti, che è un'altra cosa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 6-bis.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 502
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
57
Hanno votato
no 445).

Prendo atto che i deputati De Poli e Vignali hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis. 500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 496
Astenuti 19
Maggioranza 249
Hanno votato
491
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che il deputato Vignali non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 6-ter.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
217
Hanno votato
no 300).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Esposito 6.ter.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Esposito. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, non comprendiamo le ragioni per le quali il Governo e il relatore abbiano espresso parere contrario all'emendamento in esame, che in realtà ha come unico ed esclusivo obiettivo quello di inserirsi in un decreto-legge di emergenza, prestando grandissima attenzione alla salute dei cittadini. Tra l'altro, l'emendamento non avrebbe un particolare costo dal punto di vista economico. Quindi, vista e considerata l'attuale attenzione di Paesi come la Germania, che richiedono controlli molto fermi prima di accettare rifiuti dalla Campania (peraltro credo che l'esercito meriti un plauso per l'azione che sta svolgendo con queste verifiche), mi parrebbe utile che di fronte ad impianti sul territorio campano venissero inseriti - non comprendiamo la motivazione del parere contrario - dei controlli, a monte e a valle, dei rifiuti che verranno trattati, in modo da garantire con certezza, seppur nell'emergenza, la sicurezza dei cittadini e la qualità del rifiuto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 30
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Esposito 6.ter.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 508
Astenuti 3
Maggioranza 255
Hanno votato
238
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato de Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Realacci 7.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è soppressivo dell'articolo 7. La vicenda che riguarda l'articolo 7 ha colto, anche nella discussione dell'Assemblea, alcuni elementi rispetto ai quali la maggioranza ha tenuto conto delle nostre riflessioni in Commissione. Infatti, due dei commi più rilevanti di questo articolo, i commi 1 e 2, sono stati soppressi, su nostra proposta.
Mi soffermo sull'articolo 7 nel suo complesso. Esso, come abbiamo già avuto modo di osservare, fa riferimento ad argomenti completamente estranei al tema dei rifiuti in Campania e all'emergenza. Si tratta di misure ordinamentali che, a nostro avviso, riguardano temi che sarebbe necessario approfondire in altra sede e attraverso un necessario coinvolgimento sia delle Commissioni parlamentari, sia di altri ministeri. Mi riferisco, ad esempio, al tema dell'università e della ricerca, che è richiamato anche nelle proposte del Governo sulla riorganizzazione delle agenzie di ricerca e di controllo. Questo argomento ha molto a che vedere con il tema generale della riorganizzazione delle nostre agenzie ambientali, che vorremo poter trattare con la dovuta calma e con il necessario tempo in tutte le Commissioni competenti e che riguarda non solo la loro riorganizzazione dal punto di vista dell'efficienza e del risparmio economico, ma soprattutto il ruolo delle agenzie ambientali di controllo su tutto il territorio nazionale. Abbiamo iniziato una discussione molto interessante, nella passata legislatura, su questo argomento. Vorremmo che, rispetto a questo, vi fosse la condivisione del Parlamento, per andare verso agenzie terze, che possano veramente garantire per i cittadini e per le imprese un meccanismo che non sia solo percepito come mero ostacolo burocratico, ma che possa invece dare garanzie rispetto ai temi della salute e della qualità della vita. Tutto ciò richiede una discussione molto più pacata su uno specifico progetto di legge, così come abbiamo auspicato in Commissione.
I commi 1 e 2 riguardano prettamente la riorganizzazione sia del Ministero dell'ambiente, sia della commissione VIA che, come sappiamo, ha importanti mansioni, non solo concernenti le infrastrutture per i rifiuti in Campania. Non riteniamo importante che se ne parli questa sede, ma vorremmo capire perché, dopo l'accoglimento della proposta di soppressione dei commi 3 e 3-bis, così come avevamo richiesto, non si abbia avuto fino in fondo la sensibilità, il coraggio e anche il buon senso di rinviare anche le norme dei commi 1 e 2 ad una discussione pacata, che riguardi, in maniera costruttiva, non ostruzionistica, temi ben più ampi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per annunciare sull'emendamento in esame, e anche sui seguenti, l'astensione dell'UdC e per motivarla. NonPag. 31ci asteniamo perché condividiamo o non condividiamo le scelte fatte nell'articolo 7: riconosciamo al Governo di aver accettato la nostra richiesta, rivolta dal Presidente Casini, di stralciare i commi 3 e 3-bis; non siamo nemmeno d'accordo sui commi restanti, però dobbiamo ricordare un po' di storia politica ed essere coerenti.
Qui c'è un problema di metodo, che riguarda queste commissioni, specialmente quella della VIA, che è una commissione di garanzia dei cittadini, e che invece sta diventando, di volta in volta, la commissione di garanzia del Governo di turno. Bisogna che tutti insieme ci si metta attorno ad un tavolo per rivalutare un organo che è importantissimo, se viene ristrutturato e se vengono ridefinite le modalità di nomina.
Dunque, ci asterremo, perché quanto sta facendo il Governo con l'articolo in esame corrisponde a quanto è stato fatto da altri Governi: le nomine sono sempre avvenute in modo diverso da quella che dovrebbe essere la filosofia ispiratrice.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per pregarla, prima di passare ai voti, di invitare i colleghi, soprattutto quelli del primo settore in alto, a votare ciascuno per conto proprio, per evitare le sceneggiate delle scorse settimane. Se volete stare qui fino a sabato, va bene (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Estendo l'invito dell'onorevole Evangelisti anche a tutti gli altri settori dell'Assemblea. Chiedo la cooperazione dei presidenti di gruppo. Finora in questa seduta si è votato in modo sereno, regolare e tranquillo. Cerchiamo, per favore, di continuare così, con la cooperazione di tutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo per una brevissima precisazione, perché l'emendamento cui si riferiva l'onorevole Libè è stato accolto dalla maggioranza, non dal Governo, con cui, invece, abbiamo notato che c'erano delle divergenze profonde a questo proposito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 7.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 473
Astenuti 27
Maggioranza 237
Hanno votato
212
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Pugliese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Realacci 7.104.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, il comma 1 dell'articolo 7 del decreto-legge in esame, insieme ai fini del contenimento della spesa pubblica e dell'incremento dell'efficienza procedimentale, si propone di ridurre da 60 a 50 i membri della commissione di verifica dell'impatto ambientale, di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 90. Entro trenta giorni il Ministro dell'ambiente nomina i nuovi 50 commissari ed entro sessanta giorni lo stesso Ministro procede, con decreto, a definire il nuovo regolamento della commissione.Pag. 32
Innanzitutto c'è da premettere che questa disposizione è assolutamente estranea ai motivi di necessità e urgenza che hanno portato all'emanazione del decreto-legge. Questo, è da notare, avviene nonostante la discussione che abbiamo svolto nei giorni scorsi e nonostante i numerosi richiami di esperti costituzionali, i quali chiedono un maggiore rigore nella definizione delle materie trattate nelle leggi e invitano a non abusare della decretazione d'urgenza.
Anzi, andando nel concreto, si potrebbe anche aggiungere che la disposizione in questione, poiché prevede l'azzeramento della commissione e la messa a regime in ben tre mesi di una nuova commissione - in ordine alla quale, peraltro, concordiamo sul fatto che possa essere inadeguata - in realtà presenta degli elementi di aperta contraddizione con i motivi di necessità e di urgenza che hanno portato all'adozione del provvedimento. Tra l'altro, con un atto regolamentare a contenuto sostanzialmente normativo da poco promulgato, come il decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2007, che reca appunto la firma del Presidente della Repubblica, era stato stabilito che, per garantire l'operatività della commissione VIA ordinaria e speciale per le infrastrutture e gli insediamenti strategici, nonché per la valutazione ambientale strategica, fosse congruo il numero di 60 membri. La disposizione appare logica, considerate le nuove incombenze in materia di VAS e il rilevante carico di lavoro generato dalla VIA speciale che - lo ricordo - si applica a tutte le grandi opere incluse nel Primo programma per le infrastrutture e gli insediamenti strategici che, secondo il servizio studi della Camera dei deputati, ad oggi ricomprende complessivamente 243 opere per 543 progetti, per un valore di circa 305 miliardi di euro. Quindi, non stiamo parlando di una commissione secondaria.
In termini di efficienza e di razionalizzazione - se questa è la ratio del provvedimento - sarebbe invece forse il caso di applicare ciò che è contenuto nel decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, all'articolo 8, comma 2, laddove si prevede che «nel caso di progetti per i quali la valutazione d'impatto ambientale spetta allo Stato, e che ricadano nel campo di applicazione di cui all'allegato V del decreto legislativo 18 febbraio 2005 n. 59, il supporto tecnico-scientifico viene assicurato in coordinamento con la commissione istruttoria per l'autorizzazione ambientale integrata», quindi con l'altra commissione che era oggetto del primo emendamento del Governo. Dunque, ciò potrebbe anche prefigurare la possibilità, invece di avere due commissioni, di averne una sola e, quindi, di ridurre ulteriormente le spese.
Pertanto, quello prefigurato dall'articolo 7, comma 1, del decreto-legge in esame, sembra essere nella sostanza nient'altro che l'applicazione di una sorta di spoil system esteso, impropriamente, oltre che agli incarichi apicali della pubblica amministrazione di nomina politica, anche ad una commissione tecnica. Spesso, come veniva ricordato, si è assistito anche in passato a forzature analoghe, ma ciò non significa che sia stata una pratica corretta. Noi crediamo che all'interno di questi organismi tecnici ci debbano essere delle professionalità consolidate, di comprovata esperienza, altamente qualificate e, soprattutto, che occorra garantire quella terzietà indispensabile per assicurare ai cittadini la massima tutela ambientale e sanitaria, e che non debba trattarsi di un organo di consulenza del Ministro dell'ambiente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 7.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 475Pag. 33
Astenuti 27
Maggioranza 238
Hanno votato
214
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Landolfi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 7.4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, colleghi, quella di cui stiamo discutendo è una commissione tecnica; noi dovremmo avere fiducia nei tecnici, mentre in realtà qui mettiamo in dubbio il modo in cui lo Stato - l'amministrazione pubblica - sceglie i propri rappresentanti e i propri tecnici. Non vorremmo che, al di là della necessità della previsione della riduzione dei membri della commissione da 60 a 50, giustificata anche in relazione al contenimento dei costi, in realtà, si volesse invece cambiare i tecnici. Il problema è che vi sarà sempre una parte dei cittadini che prima diceva che i tecnici scelti dal precedente Ministro non erano quelli giusti, e poi dirà che i tecnici che verranno scelti non saranno quelli giusti: ma di chi dobbiamo fidarci se non ci fidiamo dei tecnici? Lo spoil system può essere fatto in politica, ma non nelle strutture che devono dare indicazioni e fiducia ai cittadini stessi. Sembra quasi che vi siano categorie di tecnici di serie A e di serie B, oppure tecnici di una squadra e tecnici dell'altra.
Credo che questo modo di intervenire debba essere assolutamente abbandonato, in quanto dobbiamo dare qualche messaggio di fiducia in più. L'emendamento in esame propone, quanto meno, che il cambio avvenga alla scadenza naturale delle commissioni, altrimenti ad ogni cambio di guardia e ad ogni cambio di commissario - o, in questo caso, di sottosegretario - dovremmo cambiare ogni volta la commissione di garanzia.
Chiedo, pertanto, anche alla maggioranza di svolgere una seria valutazione dei piccoli apporti che proponiamo per il decreto-legge in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 467
Astenuti 29
Maggioranza 234
Hanno votato
207
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.200 della Commissione.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolinearle che continua nei banchi della maggioranza ad esserci una molteplicità di voti espressi per colleghi che non sono presenti in Aula. Noi stiamo collaborando per l'approvazione del decreto-legge in esame e mi pare che la maggioranza non abbia neanche bisogno di nascondersi dietro il voto di colleghi che non sono presenti in Aula. Quindi, la invito nuovamente ad un controllo più incisivo e, soprattutto, se lei lo ritiene, al ritiro delle schede dei colleghi che non sono in questo momento presenti in Aula.

PRESIDENTE. Dispongo la verifica delle tessere prima del voto e invito i deputati segretari ad attivarsi rapidamente. Credo che sia interesse di tutti che i lavori procedano in modo impeccabile,Pag. 34sia per la dignità del Parlamento, sia per la funzionalità del Parlamento stesso (I segretari ottemperano all'invito del Presidente). Invito tutti i parlamentari a cooperare con il lavoro dei segretari.
Onorevole Lamorte, ha completato il controllo?

DONATO LAMORTE. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Attendiamo che il controllo sia completato.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 della Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 454
Astenuti 25
Maggioranza 228
Hanno votato
199
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Piffari 7.55 e Realacci 7.103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, il comma in esame si inserisce sulla scia del precedente: vi è bisogno, non si sa perché, di questa figura straordinaria, rappresentata dal segretario generale. Dopo che cambiate i tecnici e li modellate, li modificate e plasmate come li volete voi, inserite questa figura straordinaria che non esiste in altre strutture simili. Non so come definire il segretario generale, come «uomo spia» o «uomo di fiducia», che può entrare anche in commissioni tecniche, come la VIA (come abbiamo visto prima). È un metodo assolutamente assurdo: vuol dire che non ci si fida di ciò che si sta mettendo in piedi per affrontare questa emergenza.
Chiedo fortemente la soppressione del comma 2 dell'articolo 7, perché stiamo inventando delle figure che non servono ad attivare e a lavorare sull'emergenza, ma servono solo a fungere da gendarmi nelle strutture, che invece dovrebbero lavorare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piffari 7.55 e Realacci 7.103, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 424
Astenuti 73
Maggioranza 213
Hanno votato
209
Hanno votato
no 215).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non è possibile che non si veda che all'ultima fila del primo settore, da due settimane, vi sono due persone e tutte le volte votano per quattro (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Non è possibile! Non è possibile!

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo ancora una volta la parola, perché davvero non capisco perché qualcunoPag. 35si possa risentire semplicemente per il fatto che chiediamo rispetto, come ha fatto lei e come hanno fatto il Presidente Fini e tutti gli altri colleghi: ognuno voti per se stesso, punto e basta (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Altrimenti, di fronte a questo rumoreggiare, vorrà dire che riprenderemo a porre in essere quell'antipatica forma di ostruzionismo, che noi non vogliamo mettere in campo.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, siamo tutti intenzionati a garantire la regolarità dei lavori. Proseguiremo esercitando il massimo controllo possibile.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 8.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nunzio Francesco Testa. Ne ha facoltà.

NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, da napoletano, ancor più che da parlamentare, vi confesso che ho sempre sperato che anche in Campania si creassero tutte le condizioni per un ordinato e funzionante ciclo di smaltimento e trattamento dei rifiuti, senza essere costretti a ricorrere a decretazioni d'urgenza e ad una serie di provvedimenti che rivestono sempre il carattere della straordinarietà.
La risoluzione del gravissimo problema dei rifiuti che oggi interessa Napoli e la Campania - ma che, come sappiamo, già investe in maniera preoccupante altre città italiane - restituirebbe alla nostra nazione l'immagine, ormai gravemente compromessa.
Onorevoli colleghi, l'attività parlamentare mi ha fornito l'occasione di risiedere più stabilmente a Roma e vi assicuro, senza falsi allarmismi, che anche in questa città ci sono segnali preoccupanti per il futuro. È quello che vedevamo noi a Napoli qualche anno fa. La soluzione dell'annoso problema dei rifiuti di Napoli, oltre a rappresentare l'occasione per il ripristino, perché qui si tratta di decoro dei cittadini campani, rinnova un impegno per il progresso economico, sociale e civile di questa grande città e dell'intera regione.
Le responsabilità politiche sono state espresse a più riprese, ma non si è mai avuta una risposta adeguata. Le tanto auspicate dimissioni del «governatore» della regione e del sindaco di Napoli avrebbero potuto rappresentare non la risoluzione del problema, ma un recupero del rapporto tra i cittadini e le istituzioni, ormai gravemente compromesso.
Cari colleghi, se è vero, come è vero, che i rifiuti hanno comportato un grave danno per l'immagine e, quindi, per il turismo e per l'economia, la presenza dei rifiuti tossici in Campania costituisce, invece, un grave pericolo per la salute della nostra popolazione. Anche su questo problema ci dovremo confrontare a breve.
Ci siamo adoperati in tal senso, presentando un'interrogazione per sollevare tale problematica in Commissione affari sociali e lo faremo anche in Commissione ambiente.
Ritornando alla proposta che ci occupa, ritengo e sono convinto che sia doveroso collaborare per la definizione di soluzioni di emergenza che non sono più rinviabili.
Abbiamo ricevuto da parte del Governo assicurazioni circa le deroghe e soprattutto sui tempi certi. Badate bene: sono proprio i tempi certi che riaprono il dialogo con le popolazioni, specie con quelle che vivono e mal sopportano la presenza delle discariche.
La convinzione che questa rappresenti l'ultima possibilità che abbiamo per risolvere questo problema ci induce a votare il disegno di legge nel suo complesso, che appunto per questo ci vede impegnati in questa azione emendativa, che ha spirito sicuramente costruttivo.
Vengo al nostro emendamento. A tal proposito, vorrei richiamare la vostra attenzione sulla necessità di approfondire il discorso delle deroghe e delle proroghe disposte dall'articolo 8, al comma 3. Nella sua parte finale, questo articolo recita «nonché il deposito dei rifiuti stessi presso qualsiasi area di deposito temporaneo». Legittimando l'utilizzo di queste aree come deposito per più di anno, le stesse sarebbero inquadrate come discariche ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 36Pag. 36del 2003, che rappresenta l'attuazione di una direttiva comunitaria. Estendendo, quindi, il deposito delle stesse oltre i termini di legge, si autorizza inconsapevolmente l'apertura di discariche abusive, facendo conseguentemente sorgere ovvie perplessità su quello che spesso accade in Campania e sulla possibile interferenza, cari amici, della criminalità organizzata, che ha una responsabilità importantissima nel problema dei rifiuti.
Per questo risulta necessario procedere alla soppressione al comma 3 dell'articolo 8 delle parole da «nonché» a «temporaneo» (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Nunzio Francesco Testa, congratulazioni: mi dicono che questo è il suo primo intervento in Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi dell'Italia dei Valori vi abbiamo presentato una serie di proposte, dato indicazioni, suggerimenti e formulato emendamenti. Proprio ieri in Commissione finanze ne è stato bocciato uno da me presentato per i comuni della Campania che sono in difficoltà per l'emergenza rifiuti, che sono stati svenati e che non sono questuanti o protestatari.
Con quell'emendamento si chiedeva di rimborsare il 90 per cento, entro il 30 giugno, di ciò che è stato tolto per effetto dell'abolizione dell'ICI, per attivare nel settore dei rifiuti una raccolta differenziata spinta. È così che ci si organizza in modo serio, con cultura di Governo, e si avvia a soluzione il problema dell'emergenza rifiuti in Campania. Non con i coupe de théâtre dell'onorevole Berlusconi, che vuole mandare i volontari e insegnare nelle scuole la raccolta differenziata. Noi abbiamo scuole e docenti che sono di primissimo ordine! Abbiamo dei comuni, anche di centrodestra, come Mercato San Severino e Anacapri, che fanno una raccolta differenziata al 72 per cento. Questo è quello che vogliamo fare.
Il Governo Berlusconi, invece, tornando alla love story con Bassolino, non ha interesse e intenzione di togliere la monnezza dalle strade della Campania. È vero che Berlusconi ha trovato l'humus adatto in Campania, con il presidente della regione, i consiglieri e gli assessori che, uno al mese, vengono arrestati, inquisiti, accusati per un campionario di reati di ogni tipo, dalla pedofilia, all'abuso d'ufficio, all'associazione camorristica; vi è un po' di tutto. Lui, tuttavia, si è dimostrato di essere non da meno portando in Parlamento Dell'Utri e a casa sua lo stalliere (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Questo è il crinale dell'illegalità sul quale...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la invito a moderare i toni e a rispettare indistintamente tutti i membri della Camera.

FRANCESCO BARBATO. Come si risolve, allora, il problema dei rifiuti creatosi in passato? È semplice: istituendo una «superprocura» per Bassolino, a Napoli, in grado di affossare tutte le inchieste già in corso e non si potrà fare più nulla sui reati del trasporto illecito di rifiuti e sull'inquinamento della Campania. Ebbene, avremo una «superprocura» per Bassolino e un decreto salva Premier per Berlusconi. Ecco come risolvono il loro passato, perché il loro problema è solo risolvere tutto quello che hanno commesso in questi quattordici anni, dove 100, 1.000, 2.000 milioni di euro si sono «sbranati» in Campania e non li hanno utilizzati per i cittadini (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
Esiste un problema dei rifiuti in Campania anche per il futuro. Come faranno per il futuro? È molto semplice: Roberto Saviano in Gomorra ci ha fornito uno spaccato incredibile di come finivano i rifiuti e di come si intossicava la Campania. Ebbene, d'ora in poi, per il traffico dei rifiuti illeciti, le ecomafie, non potranno essere più perseguite, perché con la previsione della soglia dei dieci anni per le intercettazioni telefoniche, i carabinieri ePag. 37la polizia non potranno più intercettare questa gente, neanche in caso di rifiuti radioattivi.
Non solo: saranno previste deroghe alle barriere ambientali, che sono state tagliate via, e sulle misure di sicurezza per gli operatori delle discariche; non si scherza sulla pelle della gente. In Aula facciamo un minuto di raccoglimento per i morti sul lavoro e poi abbattiamo le misure di sicurezza in questi luoghi di lavoro.
Stanno trasformando la Campania nella culla dell'illegalità: queste sono le due «b» che, inizialmente, avevano annunciato per i bed and breakfast. .. (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la devo invitare a concludere. Invito, altresì, l'Aula a rispettare il diritto dell'onorevole Barbato a completare il suo intervento.

FRANCESCO BARBATO. ...hanno lasciato il compito ormai solo a Berlusconi, che sul crinale delle illegalità non ha pari. Abbiamo visto sulla questione dell'Alitalia e sul caso Retequattro come viola le normative europee, lo vediamo sull'emergenza rifiuti e lo vedremo sulla sicurezza. La legalità non esiste più! In Italia non esiste più comunismo e anticomunismo, ma deve esistere Berlusconismo e antiberlusconismo (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, lei ha esaurito il tempo a disposizione
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dal Lago. Ne ha facoltà.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, mi stavo ponendo una domanda da «novellina» quale sono di questa Camera dei deputati: non ho capito se sono venuta a partecipare ad un cabaret costante o se sono entrata in un luogo serio, dove dobbiamo risolvere i problemi del Paese, tra i quali vi sono i problemi che i napoletani e le loro istituzioni, compreso l'onorevole Barbato, hanno creato al nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Ci troviamo in questa sede per votare misure straordinarie, che non abbiamo voluto e che, come rappresentanti della Lega, non ci piacciono, perché ancora una volta dobbiamo venire dal nord a sopperire agli errori del sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ci troviamo a farlo in questa sede per aiutare i cittadini napoletani...

PRESIDENTE. Ricordo che ogni deputato ha il diritto di esprimere liberamente la sua opinione.

MANUELA DAL LAGO. ...dopo che la politica napoletana li ha portati a queste condizioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Allora, Presidente, lei prima ha dichiarato - se non ho capito male - che l'onorevole Barbato può dire tutto ciò che vuole e può anche confondere il Parlamento con la giostra, con le fiere e con le sagre.
Io, invece, la invito a ricordare che qui stiamo facendo una cosa dolorosa e seria, perché se non sapremo noi insegnare all'onorevole collega come si fa una sagra o una fiera, sappiamo però difendere gli interessi del nord, non dando più aiuti laddove si sbaglia e si sa solo fare fiera invece di saper correggere gli errori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

LUISA BOSSA. Razzista!

PRESIDENTE. Ricordo che il diritto dei parlamentari ad esprimere liberamente la loro opinione è tutelato dalla Costituzione e dal Regolamento, dove sono anche posti i limiti che vanno osservati. Il limite fondamentale è il rispetto verso tutti gli altri membri dell'Assemblea e verso la nazione italiana, che tutti insieme rappresentiamo.Pag. 38
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, proprio ora abbiamo ascoltato dalla collega Dal Lago che questa è una medicina amara, che la Lega deve pur trangugiare. Vi è però un problema e lo ripeto. Lei, signor Presidente, ha già fatto un richiamo all'ordinamento costituzionale, che io apprezzo. Avete chiesto impropriamente, persino con un richiamo all'arbitro da parte del guardalinee, un intervento per invitare il collega Barbato a moderare i toni. L'onorevole Barbato ha appena svolto un intervento con una denuncia seria e circostanziata, che si può condividere o no, ma non è possibile e non è accettabile da parte nostra che qualcuno - nella fattispecie l'onorevole Dal Lago - si possa alzare e dare lezioni.
In questa sede, nessuno può dare lezioni e noi non le possiamo ricevere, soprattutto da un gruppo che nella precedente legislatura si è messo abusivamente sui banchi del Governo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ora avete l'onere di governare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà per un minuto.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, intendo intervenire per qualche minuto (Commenti) per fare una precisazione relativa ad una notizia recentissima (di questi ultimi giorni). Alcuni TIR provenienti dalla Campania, contenenti presumibilmente sostanze tossiche e radioattive (scarti che provengono dalla Lombardia e dal Piemonte), stanno transitando nel territorio della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea in Messina e lì stanno smaltendo tali rifiuti.
Chiedo di sapere se questa notizia corrisponda a realtà o meno.
Perché dico questo? Lo dico perché la Campania in questo momento viene massacrata e si afferma da parte di qualcuno che vi è un atto di inciviltà (quasi virgolettando l'espressione). Tuttavia, io credo che l'atto di inciviltà, più che da parte dei cittadini campani, proviene da parte di coloro i quali producono scorie radioattive e li inviano in altri luoghi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! È questa la vergogna!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
274
Hanno votato
no 224).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Libè 8.3.

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che, considerato il risultato della precedente votazione, ritiro l'emendamento 8.3 a mia prima firma.

PRESIDENTE. Sta bene.
L'emendamento approvato Libè 8.2 era un emendamento soppressivo. Quindi, forse, sarebbe il caso che il relatore ci dicesse come ritiene opportuno proseguire: se vuole riunire il Comitato dei nove oppure se proseguiamo con i nostri lavori.

Pag. 39

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, chiedo una sospensione di un quarto d'ora per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Sulla proposta dell'onorevole Ghiglia?

ROBERTO GIACHETTI. Sulla proposta complessiva.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, credo che ciò che sto per dire sia utile a tutti, anche a fronte dell'esigenza di ridurre i doppi e tripli voti. Sarebbe forse utile capire come ci organizzeremo per il resto della giornata. Sono le 12,30 e, se un po' di esperienza mi aiuta, presumo che la sospensione sarà più lunga di un quarto d'ora e arriveremo intorno alle 13.
È prevista la convocazione di Commissioni bicamerali, alle 13,30 e alle 14,30, ed in alcuni casi anche in qualità di seggi elettorali. Poi dovremmo riprendere.
Vorrei capire qual è l'orientamento della Presidenza, se fosse possibile saperlo non alle 12,55, ma magari alle 12,30, dal momento che stiamo per sospendere.

PRESIDENTE. Credo che la cosa più ragionevole sia di sospendere i lavori come richiesto dall'onorevole Ghiglia per un quarto d'ora. Alla ripresa vedremo com'è la situazione e quindi cos'è più opportuno fare. Dobbiamo lasciarci con un minimo di incertezza e di suspense.
Sospendo la seduta per un quarto d'ora.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 12,55.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ghiglia, relatore, di comunicarci quali sono i risultati della riflessione in materia di proseguimento dei nostri lavori.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, mi duole doverle annunciare che il Comitato dei nove non ha ancora trovato una soluzione.
Abbiamo bisogno di tempo; quindi le chiedo di riprendere i lavori dopo le ore 16, non abbiamo alternativa.

PRESIDENTE. Onorevole Ghiglia, lei sa di dare un dolore al cuore di tutta l'Assemblea.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sta accadendo esattamente quanto avevo previsto 20 minuti fa.
Le avevo posto anche un altro problema, ossia è previsto l'insediamento di alcune Commissioni, alcune indubbiamente alle 13,30, ma altre alle 14,30; in più si riuniscono le Commissioni permanenti, che notoriamente sono subordinate al lavoro dell'Assemblea. Vorrei, pertanto, chiederle, se fosse possibile, una maggiore sicurezza da parte dell'onorevole Ghiglia.
È chiaro che non si può prevedere il futuro, ma se per caso le complicazioni sono di un certo livello - considerato che la maggioranza, palesemente, fino all'ultimo voto (pur votando per più persone) aveva dieci voti di scarto - e noi riprendiamo i lavori alle 16, possiamo trovarci in uno scenario visto in tante altre occasioni.
Precedentemente avevo detto che sarebbe stato utile probabilmente fare ciò che stiamo facendo adesso mezz'ora fa, così ciascuno di noi, maggioranza e opposizione, avrebbe potuto organizzare meglio la sua giornata.
Vorrei sapere se effettivamente la ripresa dei lavori alle 16 è reale o piuttosto fittizia, come spesso accade nell'economia dei nostri lavori. So già quale sarà la risposta che lei si accinge a darmi, signor Presidente: tuttavia, poiché 20 minuti fa, avevo previsto esattamente lo scenario che si sta verificando ora, gliene ripropongo uno per le 16.Pag. 40
Lei probabilmente mi risponderà allo stesso modo e io temo che alle 16 ci troveremo esattamente al punto in cui ci siamo trovati adesso.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la mia risposta si divide in due parti: la prima consiste in una citazione dalle Etymologiae di Sant'Isidoro di Siviglia.
Le Etymologiae sono scritte in forma di dialogo e alla fine del dialogo uno dei personaggi domanda all'altro: «Ci hai raccontato la storia del mondo, dalla creazione di Adamo ed Eva fino al presente. Perché non ce la racconti dal presente fino al giorno del giudizio?». E l'altro interlocutore risponde: «Perché il futuro è noto soltanto a Dio». Noi non possiamo determinare il futuro (Applausi).
La seconda metà della risposta, invece, si riferisce alla democrazia. La democrazia è procedura e rispetto di procedure.
Il Presidente, in quanto persona fisica, immaginava benissimo che non avremmo ottenuto alcun risultato da questa prima riunione del Comitato dei nove.
Ma la Presidenza deve rimettere al Comitato dei nove la «palla», perché è il Comitato dei nove che ci deve dire ciò che è in grado di fare e i tempi che chiede per poterlo fare.
E anche in questo caso, ciò che posso dirle è che noi dobbiamo recepire l'indicazione del Comitato dei nove, sperando che essa poi corrisponda alla realtà.
Per quanto riguarda le Commissioni, una Commissione si riunisce alle 14,30: non riuscite, in 1 ora e mezza, a fare il vostro seggio elettorale? Provateci.

ROBERTO GIACHETTI. È seggio elettorale.

PRESIDENTE. Ho capito: credo di avere una vaga idea di che cosa sia un seggio elettorale.
Ciò nonostante, mi sembra che i tempi, con la buona volontà, vi possano essere e non abbiamo possibilità di procedere in altro modo.

CALOGERO MANNINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, il differimento della seduta alle ore 16 dovrebbe implicare una decisione sullo svolgimento delle interpellanze urgenti.
Chiedo a lei, signor Presidente, di precisare se lo svolgimento delle interpellanze urgenti avrà luogo in questa seduta oppure avrà un altro destino.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede lo svolgimento delle interpellanze urgenti al termine delle votazioni. Questa è l'unica indicazione che, in questo momento, posso darle. Procederemo con le votazioni; al termine di esse, procederemo con lo svolgimento delle interpellanze urgenti.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale il senatore Antonio Battaglia, in sostituzione del senatore Francesco Maria Amoruso. Comunico altresì che il Presidente del Senato, in data odierna, ha chiamato a far parte della medesima Commissione il senatore Giuseppe Ciarrapico, in sostituzione del senatore Filippo Piccone. Facciamo gli auguri ai senatori Battaglia e Ciarrapico.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali ilPag. 41senatore Maurizio Saia, in sostituzione del senatore Giovanni Collino. Estendiamo gli auguri al senatore Saia.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Brugger, Casini, Donadi, Lo Monte, Martini, Menia, Migliavacca, Pescante, Paolo Russo, Soro e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1145-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008 n. 90.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, vorrei rappresentarle che il Comitato dei nove ha preso atto che l'emendamento Libè 8.2, che prevedeva una modifica del comma 3 dell'articolo 8, incideva su una parte del medesimo articolo già soppressa a seguito dell'approvazione di un precedente emendamento, il 2.200 della Commissione. La pregherei pertanto di voler prendere atto, sul piano procedurale, di questa situazione.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo di intervenire perché - abbia pazienza - non ho alcuna difficoltà ad accogliere l'invito del relatore e prendere atto del fatto che ci sia stato un mero errore materiale, e quindi non se ne può fare questione e causa né ai colleghi del Comitato del nove né al relatore, né al presidente della Commissione, né tantomeno alla Presidenza dell'Assemblea o agli uffici della Camera. Però non credo si possa sottacere il dato politico, perché quello che è avvenuto è che su un emendamento proposto dall'UdC hanno votato insieme il Partito Democratico, l'Italia dei Valori, l'UdC e anche la Lega Nord.
Questo dato sarebbe un fatto puramente di cronaca, senza alcun rilievo, se non accadesse nella stessa giornata in cui il Premier Berlusconi e, questa mattina, il Ministro degli affari esteri Frattini, nella riunione congiunta, al Senato, delle Commissioni esteri e per le politiche dell'Unione europea, avessero ribadito la necessità di giungere rapidamente alla ratifica del Trattato di Lisbona, mentre la Lega, che appunto ha volutamente dato il ricordato segnale, ha affermato di non condividere la posizione del Premier e del Ministro degli affari esteri e di voler chiedere un referendum. Allora, c'è soltanto da sottolineare che questo Governo, che sicuramente gode di una bella fase di «luna di miele» con il Paese, con gli elettori, comincia però a registrare qualche problema nella sua tenuta, almeno in termini politici, sicuramente non numerici; e scarica sull'Unione europea il problema di Retequattro, il problema di Alitalia, il problema dei rifiuti in Campania e persino il nazional-populismo della Lega.Pag. 42
Qui ci potremmo fermare, se non ci fossero altre due questioni (e ho concluso), ossia che vi è stato il voto contrario del Movimento per l'Autonomia al Senato sull'ICI, perché tale movimento denuncia che i soldi per l'ICI vengono presi togliendo fondi dalle infrastrutture in Sicilia, e - notizia di pochi minuti fa - che la Commissione parlamentare per l'infanzia non ha eletto il candidato presidente della maggioranza, l'onorevole Mussolini, perché non ha avuto i dovuti i voti appunto della propria maggioranza. Sono piccoli segnali politici, che meritano di essere sottolineati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare (Commenti del deputato Mussolini).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Mussolini, la prego.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, (Commenti del deputato Mussolini)...

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, la prego, non la sente nessuno, quindi non disturbi l'onorevole Vietti che ha chiesto di parlare (Commenti del deputato Evangelisti). Onorevole Evangelisti, lei non replichi. Prego, onorevole Vietti.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, per la verità confesso di non aver capito esattamente i termini del problema, se non che una votazione regolarmente sottoposta all'Assemblea e regolarmente effettuata e che poi ha avuto esito positivo (a proposito di un emendamento da noi presentato e votato dalla maggioranza dell'Assemblea) dovrebbe essere annullata o dichiarata tamquam non esset per ragioni di carattere formale.
Vorrei capire un po' meglio tale questione perché ho l'impressione che così facendo creiamo un precedente delicato da questo punto di vista, perché se ammettiamo che una votazione regolarmente indetta ed effettuata viene poi disattesa e in seguito si torna sui propri passi e perciò la votazione non ha né conseguenze né rilievo sono un po' preoccupato, non tanto nello specifico perché probabilmente non spostiamo in misura straordinaria i termini della questione, ma perché l'Assemblea fa suo un precedente che in futuro potrebbe riprodursi su fatti o eventi di diversa rilevanza.
Pertanto, prima di accedere a tale soluzione preferirei capire meglio.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prestare un po' di attenzione perché è doveroso da parte mia fugare i dubbi che ha testé espresso l'onorevole Vietti, senza ovviamente entrare nel merito delle considerazioni, tutte politiche, svolte dall'onorevole Evangelisti.
Come è stato detto dal relatore, onorevole Ghiglia, che ha chiesto alla Presidenza di disporre l'annullamento della votazione n. 33, si tratta unicamente, onorevole Vietti, di un dato di fatto incontestabile nel senso che il testo su cui incideva l'emendamento era già stato soppresso da una precedente deliberazione dell'Assemblea e dunque il medesimo emendamento era stato erroneamente posto in votazione.
Non si tratta perciò di un ripensamento circa un emendamento in ragione dell'esito che la votazione ha avuto perché in tale caso si tratterebbe, in effetti, di un brutto precedente ma unicamente della presa d'atto di un errore materiale che credo non possa essere addebitato ad alcuno.
Proseguiamo i nostri lavori.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa. Non ho nulla in contrario ma nella previsione regolamentare mi sembra che l'unica possibilità in cui si possa ripetere la votazione è quella in cui si sono riscontrate irregolarità e il caso in esame non rientra obiettivamentePag. 43tra quelli previsti dall'articolo 57 del Regolamento che leggo testualmente: «Quando si verifichino irregolarità, il Presidente, apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta (...)».
Nel caso in esame si è chiaramente verificato un errore materiale. Tuttavia, signor Presidente, la richiesta che ha avanzato il collega Vietti non mi sembra che possa creare problemi. Se fosse possibile, signor Presidente, la pregherei di stabilire che la decisione di cui stiamo discutendo non costituisca precedente per la semplice ragione che tale questione poteva essere apprezzata immediatamente e si poteva annullare la relativa votazione subito. Invece sono trascorse delle ore, abbiamo sospeso la seduta e ora la stiamo riprendendo. Una simile soluzione garantirebbe tutti, signor Presidente, perché il fatto che tale decisione non costituisca precedente, come lei ben sa equivale a dire che ogni volta che interveniamo non ci imbattiamo in precedenti e ciò...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, se ho ben compreso l'onorevole Vietti non ha chiesto alcunché, ma solo e legittimamente di comprendere meglio le ragioni per cui la Presidenza ha assunto una tale decisione. Al riguardo, se lei avanza la richiesta, le posso citare i numerosi precedenti. Dinanzi ad un errore formale o materiale credo che sia doveroso prendere atto dell'errore stesso e pertanto considerare nulla la votazione che si è svolta. I precedenti rimandano a quanto accaduto in Assemblea il 15 dicembre 1998, il 15 novembre 2000, il 16 novembre 2000, il 14 febbraio 2001, il 15 giugno 2004, il 14 giugno 2005 e il 18 ottobre 2007.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo chiedere se si tratta di precedenti che si riferiscono al fatto che vi è stato un errore materiale, è stata sospesa la seduta, ripresa dopo tre ore e dopo tre ore è stata annullata la votazione. Lei sa, signor Presidente, - non voglio fare il cavilloso - che un conto è annullare una votazione nel momento immediatamente successivo a quello in cui si verifica un incidente, altro è annullare una votazione dopo tre ore di sospensione dei lavori dell'Aula. Non è la stessa cosa.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, apprezzo il fatto che lei non voglia fare il cavilloso, come ha detto. Si tratta unicamente di prendere atto del fatto che il Comitato dei nove ha verificato un errore materiale. Credo non vi sia alcunché da obiettare se la seduta è stata sospesa quando nessuno era a conoscenza dell'errore materiale che era stato commesso e che occorra prendere atto, nel momento in cui il Comitato dei nove pone il problema all'Assemblea, del dovere di annullare una votazione.
Infatti, lo ripeto, è stato erroneamente votato un emendamento che doveva essere espunto dagli emendamenti da votare in quanto incideva su una norma che era stata precedentemente soppressa. Credo che sia di una chiarezza solare e, quindi, procedo nell'ordine dei lavori (Commenti del deputato Giachetti). Onorevole Giachetti, se non schiaccia il pulsante nessuno la sente. Prego.

ROBERTO GIACHETTI. Le ho fatto una precisa richiesta!

PRESIDENTE. Alla sua precisa richiesta gli uffici...

ROBERTO GIACHETTI. Lei mi ha detto che esistono dei precedenti ed io le ho chiesto: ci sono precedenti dell'Assemblea relativi al fatto che è stata annullata una votazione dopo che la seduta è stata sospesa e ripresa? Se sì, le chiedo di citarli perché sulla fiducia può andar bene tutto.

PRESIDENTE. Se lei mi fa parlare! Sarà cura della Presidenza verificare se i sette precedenti che sono stati testé citati sono relativi, in alcune fattispecie, al caso che lei segnalava.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

Pag. 44

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, le debbo dire che, con tutto il rispetto, la sua risposta non mi ha tranquillizzato. Infatti, quello che vedo, nella sostanza, è che questa mattina abbiamo approvato a maggioranza l'emendamento Libè 8.2 che prevede che all'articolo 8, terzo comma, vengano eliminate le parole «nonché il deposito dei rifiuti stessi presso qualsiasi area di deposito temporaneo».
Si prevede, cioè, che la proroga del triennio che viene introdotta nel termovalorizzatore di Napoli, ecoballe e stoccaggi di cui all'articolo 8, non vale più rispetto alla previsione del testo originario per il deposito dei rifiuti presso le aree di deposito temporaneo. Si tratta di un concetto non irrilevante, ma di sostanza rispetto al quale, ovviamente, ciascuno può pensare quello che vuole, ma sul quale si è espressa l'Aula, deliberando che questa previsione fosse eliminata.
Ora ci si obietta che il testo cui l'emendamento Libè 8.2 faceva riferimento non esiste. Tuttavia, mi consenta di dire che ciò non è vero, signor Presidente, perché in realtà il testo che leggo, con la previsione: «è altresì autorizzato lo stoccaggio dei rifiuti in attesa di smaltimento e il deposito temporaneo limitatamente ai rifiuti aventi medesimi codici» mi sembra dica esattamente la stessa cosa.
Quindi, abbiamo tolto una previsione normativa, l'abbiamo votata e a me sembra difficile adesso dire che, visto che c'era qualche questione poco comprensibile, annulliamo la votazione. Infatti, abbiamo fatto una scelta di politica legislativa, abbiamo eliminato una previsione e adesso dire che questo non è successo e non esiste nel dato dei fenomeni naturali mi sembra, lo ripeto, un precedente molto grave.

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, lei è un parlamentare esperto, oltre che un fine giurista. Non è dovere, e men che meno volontà, della Presidenza entrare nel merito dell'emendamento. La richiamo soltanto ad un esercizio di logica. Nella giornata di ieri è stato votato un emendamento per il quale, all'articolo 8, sono stati sostituiti i commi 2 e 3 con una nuova formulazione. L'emendamento che è stato erroneamente posto in votazione questa mattina incideva sul comma 3, che era stato modificato.
Credo che sia logico prendere atto di un errore materiale e comportarsi di conseguenza.

TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, rispetto alla questione posta dall'onorevole Giachetti intervengo solo per precisare che il Comitato dei nove si è riunito - come è di tradizione ogni qualvolta viene approvato un emendamento - per vedere se nell'approvazione di quell'emendamento vi fossero questioni che precludessero la prosecuzione dei lavori. La realtà dei fatti è che l'emendamento posto in votazione doveva essere considerato precluso, vale a dire che non doveva essere posto in votazione.
Se il Comitato dei nove, nel fare questa verifica successiva, ha accertato che la Presidenza (come può capitare) non ha considerato precluso questo emendamento, se ne prenda atto in questo momento, poiché quell'emendamento non doveva essere posto in votazione. Non si annulla nulla, è ab initio che opera il fatto, perché l'emendamento non doveva essere posto in votazione.

PRESIDENTE. La votazione in ogni caso c'è stata, onorevole Foti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marsilio 8-bis.50. Ricordo che il relatore ha formulato un invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marsilio. Ne ha facoltà.

MARCO MARSILIO. Signor Presidente, non accolgo l'invito al ritiro e desidero anzi illustrare all'Aula le ragioni per le quali abbiamo presentato questo emendamento che intende sopprimere l'intero articolo 8-bis. Tale articolo non era contenutoPag. 45nel decreto-legge del Governo e, aggiungo, opportunamente non vi era contenuto. Quando il Governo ha affrontato la questione dell'emergenza rifiuti in Campania ha stanziato le risorse, ha individuato i percorsi e le normative necessarie per fare in modo che questa emergenza dei rifiuti venisse affrontata nella giusta maniera e ha evidentemente ritenuto inutile e sovrabbondante presentare nel conto che dobbiamo pagare per risolvere l'emergenza dei rifiuti in Campania anche il contributo CIP 6. Esso costituisce, peraltro, una fattispecie che rischia di mettere di nuovo l'Italia, anzi ne abbiamo la certezza, in una condizione di infrazione nei confronti dell'Unione europea.
In proposito vorrei anche avvisare la maggioranza e il Governo che l'approvazione dell'articolo 8-bis nella formulazione contenuta nel disegno di legge di conversione, espone l'Italia ad una infrazione. In tal modo, rischiamo di dover pagare non solo l'ingente somma che stiamo accumulando per affrontare l'emergenza rifiuti, ma un domani anche la multa che l'Europa ci andrà a comminare.
Aggiungo che, in sede di Commissione Bilancio, il sottoscritto ha posto il tema presente anche negli appunti del relatore sulla copertura di questa spesa. Ci è stato risposto dal sottosegretario di Stato Casero che vi è un limite di carattere inderogabile delle autorizzazioni di spesa presenti nel provvedimento e che, per quanto riguarda in particolare i termovalorizzatori di Santa Maria La Fossa e di Salerno, la realizzazione in project financing implica che il rendimento degli impianti costituisca idoneo prezzo per l'espletamento del servizio stesso. Ciò vuol dire che questi impianti si costruiranno, sono già previsti nel piano economico finanziario con il quale sono stati approvati, e nel quale non c'era il CIP 6 perché era già stato abolito.
Pertanto, se oggi qualcuno volesse convincere quest'Aula che il CIP 6 è indispensabile per poter realizzare gli impianti e quindi per affrontare l'emergenza, sta dicendo o che non vi era la copertura di spesa prevista nel decreto-legge (e noi crediamo che non sia così perché il Governo ha emanato un decreto-legge ben fatto sotto questo profilo), oppure vuole riaprire la porta ad una procedura perversa, perché questi contributi del CIP 6 servono per le energie rinnovabili. Solo in Italia da 15 anni essi sono utilizzati per le energie cosiddette «assimilate», arricchendo in particolare, oltre che i termovalorizzatori, i petrolieri che se ne avvalgono per gli scarti di lavorazione e di raffinazione del petrolio, con il risultato che, dei 30 miliardi che sono stati raccolti attraverso la bolletta elettrica (perché il CIP 6 viene finanziato con la bolletta elettrica che pagano i cittadini), i due terzi sono stati destinati in questi 15 anni alle energie assimilate, vale a dire bruciando i rifiuti o riutilizzando e smaltendo gli oli pesanti derivati dalla raffinazione del petrolio, e non per il solare, l'eolico, il geotermico, cioè per quello per cui questi soldi vengono raccolti.
Non è un caso che l'Italia sia il fanalino di coda dell'Europa nella ricerca e nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Per questo motivo chiedo all'Assemblea di approvare questo nostro emendamento e di sopprimere i contributi previsti dal CIP 6 per gli altri tre termovalorizzatori della Campania - oltre a quello di Acerra che già ne beneficia - nonché di sanare una situazione che rischia di porre l'Italia in un regime di infrazione nei confronti dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Pertanto, onorevole Marsilio, prendo atto che lei non accetta l'invito del relatore a ritirare l'emendamento 8-bis.50 e insiste affinché venga posto in votazione, come è suo diritto.
Saluto la delegazione della NIAF (National Italian American Fondation) che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune e il presidente Kenneth Ciongoli (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, con l'articolo 8-bis del provvedimento in esame si affronta il tema delle incentivazioni agli impianti di termovalorizzazione.Pag. 46Io non sollevo un'obiezione di principio al fatto che siano incentivati, rilevo solo che devono essere chiamati con il loro nome.
L'idea di utilizzare la famigerata delibera del Comitato interministeriale prezzi n. 6 dell'aprile 1992, nota come CIP 6, corrisponde alla volontà di continuare un'azione truffaldina. Quella delibera, infatti, affrontava il tema dei sistemi di incentivazione a carico della bolletta elettrica, quindi direttamente a carico delle famiglie. Il sostegno a tali impianti, dunque, non va a carico della fiscalità generale - come sarebbe corretto stabilire - ma direttamente della bolletta a carico delle famiglie, anche dei pensionati che Robin Hood vorrebbe aiutare attraverso il buono per l'acquisto del pane (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori). Quindi, da un lato, si annuncia che vi sarà un intervento a favore degli anziani per l'acquisto del pane, dall'altro, si fa un regalo ai petrolieri perché si irrigidisce la norma del 1992, anzi la si estende agli impianti campani, con ciò affrontando in maniera positiva, dal punto di vista dei petrolieri, la continuità di questa operazione truffaldina.
In altri termini: un conto è incentivare gli impianti da energie rinnovabili, un conto è incentivare quelli da energie assimilate, che altro non sono che sottoprodotti della lavorazione petrolifera. Autorizzando i termovalorizzatori con la stessa logica, non si fa altro che appesantire ulteriormente la bolletta elettrica a carico delle famiglie italiane che, oltre agli impianti di CIP 6 già in funzione, adesso avranno anche i termovalorizzatori della Campania. Mi sembra semplicemente una mostruosità! Tenete conto che la truffa, nel corso di questi anni, ai contribuenti italiani, ai consumatori di energia, è costata circa 60 mila miliardi delle vecchie lire (si parla di un numero che per quindici anni era pari a 4 mila miliardi). In più, è una truffa dei dati nei confronti della UE perché noi andiamo a certificare in Europa che nel campo delle energie rinnovabili siamo un Paese all'avanguardia, mentre in realtà non è così, poiché non si tratta di energie prodotte da fonti rinnovabili: le assimilate sono una cosa del tutto diversa.
Ecco cos'è accaduto nel contesto generale: quando affermiamo il principio per cui l'Italia sarebbe un Paese all'avanguardia riguardo alle energie rinnovabili non è assolutamente vero, perché siamo all'avanguardia - negativamente - sulle energia assimilate a cui vogliamo, in qualche modo, collegare gli impianti di termovalorizzazione. Non so se il Governo, e soprattutto la Lega, se ne rendano conto! Onorevole Polledri, lei sa che su questi temi abbiamo condotto battaglie importanti nella Commissione attività produttive. Qui si passa sopra a tutto come se fosse uno straccio, come acqua sulla roccia, ma stiamo parlando della sostanza vera delle questioni!
Allora, non solo gli si dà i soldi per gli impianti, ma gli si garantisce anche una rendita a prescindere dalla qualità dell'energia che si produce negli impianti di termovalorizzazione. Quindi, bisogna distinguere il tema del CIP 6, che andrebbe chiuso. Il signor Robin Hood, invece, immagina una tassa (che poi è un po' più di IRES ed è un intervento sulle scorte); ma se avesse eliminato il CIP 6 probabilmente avrebbe fatto un'azione molto equilibrata.
Ho visto che Robin Hood stamattina ha fatto la battuta su Mourinho. Poiché mi sono occupato alcuni anni fa dei polpacci di Ronaldo, siamo nella stessa direzione, e non c'è battuta da fare. L'intervento nei confronti dei petrolieri - come è stata fatta a favore dei banchieri e dei concessionari autostradali - rappresenta un Robin Hood alla rovescia. Infatti, un Robin Hood vero, dovendo davvero togliere ai ricchi per dare ai poveri, compirebbe un'azione equilibratrice da questo punto di vista. Non mi pare che siamo su questa linea (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Quindi, bisogna essere molto seri. Si possono anche incentivare gli impianti di termovalorizzazione, ma con serietà, distinguendo la parte legata alla fiscalità generale, da quella legata all'eccezionalitàPag. 47del CIP 6. Se non si chiarisce neanche ciò, è chiaro che si autorizza una truffa che continuerà, perché questa è una truffa legalizzata, niente di più e niente di meno (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, l'articolo 8-bis pone in primo piano una questione essenziale che il Parlamento ha il dovere di affrontare nel momento in cui con il decreto-legge in esame siamo chiamati e ci impegniamo tutti sulla linea della massima assunzione della responsabilità e di decisioni chiare e nette: la costruzione degli impianti di termovalorizzazione necessari in Campania.
Siamo tutti d'accordo che occorre finalmente superare l'emergenza rifiuti, ma anche realizzare soluzioni stabili, definitive e permanenti. Allora abbiamo il dovere di interrogarci su quali siano gli ostacoli che sino ad oggi hanno impedito un normale e completo ciclo dei rifiuti in Campania e la realizzazione di tutti gli impianti che vi sono connessi, compresi i termovalorizzatori. Dobbiamo dire con grande chiarezza e con grande franchezza - e lo faccio non senza un senso di sofferenza personale - che in Campania la difficoltà del ciclo dei rifiuti si è riverberata in maniera pesante e netta sulla realizzazione di tutte le diverse tipologie di impianti, anche sui termovalorizzatori.
In Campania per la costruzione di questi impianti abbiamo la necessità di affrontare e superare difficoltà più forti ed oggettive, più pesanti rispetto a quelle che purtroppo si registrano in altre parti del Paese. Debbo anche dire che questa norma, l'articolo 8-bis, onorevole Tabacci, non si nasconde, in quanto è una norma che con chiarezza ha nella sua formulazione e nel suo spirito il carattere dell'assoluta eccezionalità e straordinarietà, perché si innesta in un provvedimento del resto del tutto eccezionale e straordinario, ricco di disposizioni che si muovono lungo il filone della straordinarietà. Certamente lo è anche la previsione della possibilità di estensione dei CIP 6 con la norma in oggetto che introduce, peraltro - lo vogliamo chiarire - un procedimento articolato, che presenta più fasi e che affida al Ministro dell'ambiente di concerto con il Ministro dello sviluppo economico il compito di stabilire le condizioni e le modalità per la concessione dell'incentivo per realizzare impianti che andranno in finanza di progetto con capitali privati.
Anzi, nella formulazione originaria avevamo previsto anche il potere di proposta motivata del sottosegretario di Stato Bertolaso che riconfermiamo, in quanto ci pare essenziale in questo procedimento. Riteniamo, infatti, che alla concessione dell'incentivo si possa pervenire soltanto attraverso un'istruttoria articolata e completa, che dia luogo ad una verifica effettiva e definitiva del fabbisogno di impianti che occorrono in Campania, del numero della tipologia e delle caratteristiche dei termovalorizzatori occorrenti, con un controllo accurato della congruità e dell'idoneità di tutti gli aspetti.
Questa istruttoria deve essere affidata, a nostro avviso, innanzitutto al sottosegretario di Stato che deve avanzare una proposta motivata, istruita ed articolata. Ecco perché reintroduciamo il potere di proposta motivata del sottosegretario nell'emendamento Quartiani 8-bis.150, in cui delimitiamo e circoscriviamo anche l'ambito di concessione del CIP 6, con particolare riferimento alla frazione organica dei rifiuti, come spiegherà il collega Quartiani.
Si tratta di una norma che va nella direzione delle scelte coraggiose, effettuate alla luce del sole, che non nascondono le difficoltà, ma le declinano e le affrontano: una norma che si sforza di affrontare una questione che è sul tappeto e che rischia di vanificare ancora per anni la realizzazione degli impianti.
Prevedere i CIP6 per i termovalorizzatori campani significa far compiere al Parlamento un fondamentale passo in avanti per la realizzazione di questi impiantiPag. 48necessari, con tutto il ciclo dei rifiuti e con una raccolta differenziata che va incentivata, e con la previsione di sanzioni nei confronti dei comuni inadempienti. Non prevedere l'estensione e l'incentivo significa ignorare i problemi e la realtà, nascondere le situazioni vere ed aggravare e far perdurare le difficoltà. Prevedere il CIP 6 significa compiere una scelta seria, responsabile e coraggiosa, non solo per la Campania ma - considerato che con il decreto-legge in esame riteniamo la questione un'assoluta priorità nazionale - per l'intero Paese. Questo è il senso e questa è l'unica vera motivazione dell'emendamento Quartiani 8-bis.150 ed anche della nostra contrarietà all'emendamento Marsilio 8-bis.50: è il senso di una responsabilità chiara e netta che decide anche di indicare, senza remore, che siamo di fronte ad una situazione assolutamente eccezionale e straordinaria, che richiede soluzioni straordinarie, extra ordinem, eccezionali, come questa ipotizzata nell'emendamento Quartiani 8-bis.150. Questa ci sembra una grande assunzione di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Iannuzzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'emendamento Marsilio 8-bis.50 tende ad eliminare il vantaggio economico che con il CIP 6 viene conferito ad eventuali imprenditori che effettueranno offerte in project financing per realizzare questi inceneritori (e solo questi) previsti per superare l'emergenza: sappiamo bene che si tratta di un provvedimento che in questo momento va contro alcuni rilievi che anche l'Unione europea ha sollevato in termini di sostegno ad energie alternative, considerando anche la categoria in esame tra le energie alternative.
Oggi, in realtà, conduciamo anche un'azione di solidarietà o di riequilibrio rispetto ad altre aree che, in periodi precedenti, hanno realizzato investimenti sugli inceneritori. Mi riferisco a comuni o ad aziende comunali o municipali che oggi sono anche quotate in borsa e sono state vendute sul mercato, e quindi a privati: questi impianti, però, sono stati ammortizzati con una quota di tali contributi. Sappiamo che questi pesano sulla bolletta dell'ENEL, quindi in modo iniquo rispetto ad una fiscalità che dovrebbe essere più equa: si tratta, però, di un provvedimento di straordinaria necessità. Bisogna mettere a disposizione anche le risorse. Questo è un modo per affermare che, se compiamo tutti uno sforzo, conferiamo altre risorse per portare a termine i termovalorizzatori, con tutti i dubbi che vi sono. Di fronte a questa emergenza, però, l'Italia dei Valori ritiene opportuno contribuire, anche con tali risorse, alla realizzazione dei termovalorizzatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, chiedo se si vogliano realizzare o meno questi termovalorizzatori e se si voglia far confusione nella discussione sul CIP 6.
L'onorevole Tabacci sa bene che abbiamo condiviso un'azione moralizzatrice sulle energie assimilate insieme al collega Quartiani, avendo qualche problema con chi ne ha usufruito. Mi sembra strano che l'onorevole Tabacci accusi questa maggioranza di essere amica dei petrolieri: i petrolieri sono persone che fanno i loro interessi, rispettabili come altri. Forse l'onorevole Tabacci non ha partecipato ieri all'assemblea dell'Unione petrolieri. Non mi sembrava che la Robin Hood tax, introdotta dal Ministro Tremonti, fosse un gran piacere reso ai petrolieri.
E non voglio far polemica su chi è amico dei banchieri; rimango piuttosto nei limiti dell'oggetto della discussione: questa è una misura di incentivazione - lo dico anche al collega del Popolo della Libertà - limitata a tre impianti che devono essere realizzati. Oggi un impianto di termovalorizzazione,Pag. 49con i rifiuti correttamente conferiti, produce il 35-40 per cento dell'energia indispensabile a un individuo. Quindi, si tratta in qualche modo di un investimento, limitato e sul futuro. Questi sono i parametri della misurazione. Onorevole Tabacci, le faccio notare che poco tempo fa il suo partito, insieme al Partito Democratico, si è astenuto su una misura alquanto più grave: il combustibile di qualità che, siccome in quanto tale farebbe «benissimo» e peraltro, come lei sa, porta il nome di una primaria azienda nazionale, potrà essere bruciato nei cementifici e in altre parti in cocombustione. Ma quando dicevo che sarebbe stato bruciato con i soldi della bolletta elettrica di tutti, i voti in tal senso sono stati espressi solamente dalla Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccia, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, intervengo solo per confermare che il passo in avanti al quale faceva riferimento il collega Iannuzzi è l'unica speranza possibile in un momento nel quale è evidente e sotto gli occhi di tutti che lo sforzo che si sta compiendo per i quattro termovalorizzatori campani è unico ed eccezionale. Esso chiude una stagione che - vorrei ricordarlo ai molti colleghi del centrodestra - vede l'80 per cento delle risorse CIP 6 concentrate sugli impianti di termovalorizzazione di Lombardia, Piemonte e Veneto. È proprio su questo che, con il collega Tabacci, ci siamo confrontati in Commissione bilancio. Quindi, o il Parlamento decide una volta per tutte di chiamare una sorta di time out su ciò che gli italiani pagano in bolletta - lo pagano soprattutto gli italiani del Mezzogiorno - oppure continueremo a dibattere su chi paga cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che, se alcuni colleghi avessero avuto la pazienza di leggere l'inchiesta pubblicata ieri sul Corriere della sera, avrebbero capito qual è la genesi del CIP 6. Non stiamo parlando di fonti assimilate, ma della vecchia questione se considerare o meno i rifiuti come elemento da incentivare, in quanto fonte rinnovabile, e non degli scarti della raffinazione o di altre degenerazioni simili. Quindi non c'entrano niente i petrolieri. Purtroppo, il CIP 6 in questo Paese costa più di 3 miliardi a carico dei cittadini perché c'è la parolina: «assimilabili». Quindi, prego anche i colleghi, invece di applaudire, di documentarsi su una questione che non riguarda questo tema ma che è indispensabile sia conosciuta per la realizzazione di termovalorizzatori e per la frazione di rifiuto che va al termovalorizzatore (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, condivido sostanzialmente quanto sostenuto dal collega Tabacci da tempo, però qui stiamo parlando di una questione diversa. Va benissimo la questione dei residui di raffinazione che hanno favorito i petrolieri e hanno concesso all'Inter di vincere il campionato con una campagna acquisti onerosa, così come tante altre cose. In questo caso, soprattutto il successivo emendamento, collega Tabacci, precisa di cosa si parla. È una proposta straordinaria, su iniziativa del Commissario, che non è detto che finanzi tutti e quattro i termovalorizzatori della Campania, che sono troppi, e che è limitata, come finanziamento, alla frazione assimilabile aPag. 50fonti rinnovabili. L'Unione europea considera quella parte di rifiuti uguale alle biomasse come una fonte rinnovabile. Quindi, in questo senso, siamo in linea con quanto sostiene l'Unione europea. Diamo un contributo ridotto in linea con quanto i cittadini versano in bolletta. Questo è il senso!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Libè, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, a nome del gruppo Unione di Centro, voglio dichiarare il nostro voto di astensione e precisare che condividiamo tutto quello che ha testé affermato l'onorevole Tabacci, nonché ricordare che anche dai banchi della sinistra le posizioni critiche sono sempre state tante su questo provvedimento. Abbiamo affermato che gli aiuti vanno chiamati con il loro nome. Il nostro voto è di astensione, quindi, per permettere al Governo di lavorare per risolvere il problema; non vogliamo fornire alibi e vedremo se il Governo riuscirà a risolvere il problema.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO BERTOLASO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ieri è stata approvata una proposta emendativa del Governo nella quale si dà mandato al sottosegretario responsabile per l'emergenza rifiuti in Campania di procedere con le attività finalizzate al completamento del termovalorizzatore di Acerra. Come è noto, l'impresa che ha realizzato il 90 per cento di questo impianto è stata raggiunta da una serie di provvedimenti giudiziari che di fatto rischiavano di impedire il completamento di questo termovalorizzatore. Con la proposta emendativa del Governo approvata e con il precedente decreto-legge n. 107 del 2008 abbiamo la possibilità oggi di ultimare i lavori del termovalorizzatore di Acerra e di accendere a titolo sperimentale la prima delle tre linee, se non ci saranno altri intralci e problemi di varia natura, all'inizio dell'anno prossimo (conseguentemente, le altre due linee dovremmo riuscire ad accenderle nel corso del 2009). Contemporaneamente a Salerno sono quasi completate tutte le procedure per l'avvio della gara per la realizzazione del termovalorizzatore. Ieri sera, incontrando il sindaco di Napoli abbiamo concordato la localizzazione del termovalorizzatore, che dovremmo cominciare a costruire a Napoli prima della fine di quest'anno e a Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, abbiamo tutte le carte pronte per iniziare la gara di appalto per il quarto termovalorizzatore.
Se mi è consentito vorrei chiarire all'onorevole Realacci che quattro termovalorizzatori in Campania non sono troppi ma sono il minimo indispensabile per cercare di uscire, una volta per tutte, dalla situazione di emergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Infatti, è noto purtroppo che in Campania allo stato attuale sono stoccate, in tutte le cinque province, più di cinque milioni di ecoballe delle quali non sappiamo assolutamente cosa fare. Abbiamo cercato di individuare tutte le soluzioni possibili per togliere questa vergognosa presenza, ma l'unico modo è quello di bruciarle attraverso il meccanismo e le autorizzazioni disposte dal decreto-legge n. 90. Per bruciare quelle ecoballe, se impieghiamo solo uno dei quattro termovalorizzatori solo per quella competenza, non saranno sufficienti quindici anni. Questa è la situazione e questo è il piano. Mi sono già occupato di questa materia negli anni passati e per due volte abbiamo predisposto i bandi di gara per consentire la gestione del termovalorizzatore di Acerra, mentre lo stavamo ancora costruendo, e per due volte la gara è andata deserta. Non si è presentato nessuno perché non era stata prevista nelPag. 51bando di gara la possibilità di avvalersi di quelli che sono i cosiddetti contributi CIP 6. Se noi non troviamo il modo di consentire l'utilizzo di questo meccanismo, la gara di Acerra, di Salerno, di Napoli e di Santa Maria la Fossa andranno deserte (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). A quel punto potremmo prendere questo decreto-legge e metterlo nel cassetto perché purtroppo, il ciclo conclusivo dello smaltimento dei rifiuti, non riusciremmo a realizzarlo. Questa è la realtà dei fatti; non vi sono alternative.
Tutte le considerazioni che ho ascoltato sono assolutamente legittime ma se noi non andiamo avanti con questa procedura possiamo immediatamente fermarci e cercare nuove e diverse soluzioni al problema dell'emergenza rifiuti in Campania: in tal modo, però, sarebbe completamente stravolto l'impianto organizzativo di questo piano d'intervento.
Pertanto, signor Presidente, inviterei i due presentatori al ritiro dell'emendamento Marsilio 8-bis.50, soppressivo dell'articolo 8-bis; vorrei altresì invitare l'Assemblea ad approvare l'emendamento Quartiani 8-bis.150, che da un lato riprende un tema già discusso in Commissione ambiente, ovverosia che la proposta per l'autorizzazione al CIP 6 venga fatta in modo motivato dal Sottosegretario di Stato di cui all'articolo 1 che ha nel territorio la responsabilità...

PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, per ora fermiamoci all'emendamento Marsilio 8-bis.50, poi, quando passeremo all'emendamento successivo, se lo riterrà, potrà esprimere il parere del Governo.
Chiedo dunque ai presentatori dell'emendamento Marsilio 8-bis.50 se accedano all'invito al ritiro formulato.

MARCO MARSILIO. Signor Presidente, in realtà quanto stava dicendo il sottosegretario Bertolaso sull'emendamento successivo è motivo...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marsilio, stiamo parlando del suo emendamento 8-bis.50. Le ho chiesto se intende ritirarlo.

MARCO MARSILIO. Ma la motivazione del ritiro è collegata al parere favorevole sulla successiva proposta emendativa 8-bis.150, perché inizialmente non vi era questa intenzione, mentre pensiamo che questa posizione del Governo possa aiutare a trovare la soluzione del problema. Quindi, ritiriamo l'emendamento 8-bis.50.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo dunque atto che l'emendamento 8-bis.50 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Quartiani 8-bis.150.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, a seguito di quanto testé dichiarato in Aula dal sottosegretario Bertolaso e dopo un confronto nell'ambito del Comitato dei nove, intendo modificare il parere espresso sull'emendamento Quartiani 8-bis.150.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 16,45)

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Quartiani 8-bis.150 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione (che tra l'altro tiene anche conto delle sensibilità espresse in altri emendamenti con particolare riferimento a quelli degli onorevoli Rampelli e Marsilio): nella prima parte dell'emendamento, dopo le parole: «Sottosegretario di Stato» aggiungere le parole: «di cui all'articolo 1»; nella seconda parte, dopo la parola: «con» sopprimere la parola: «particolare». Quindi, il testo sarebbe così riformulato: «Al comma 1, dopo le parole: di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare aggiungere le seguenti: su proposta motivata del Sottosegretario di Stato di cui all'articolo 1. Conseguentemente, al medesimoPag. 52comma, dopo la parola: definisce aggiungere le seguenti: con riferimento alla parte organica dei rifiuti stessi». Con questa riformulazione, il parere della Commissione è favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei capire qual è l'orientamento del Governo sulla proposta formulata dal relatore e dal Comitato dei nove, dopodiché esprimerò il mio giudizio.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, si tratta ovviamente di una riformulazione concordata, quindi il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo dunque ai presentatori se accedono alla proposta di riformulazione formulata dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sì, signor Presidente, e ringrazio il Comitato dei nove e anche i rappresentanti del Governo per aver preso in considerazione un emendamento che è frutto di un ragionamento complessivo che anche questa Camera ha condotto, a cominciare dalla presidenza Tabacci della Commissione nella XIV legislatura. Noi con questo emendamento facciamo un passo avanti in Campania per quanto riguarda la termovalorizzazione e facciamo un passo avanti sul piano della definizione di cosa si debba bruciare e cosa possa produrre energia incentivata all'interno degli inceneritori, cioè solo tendenzialmente la parte organica dei rifiuti.
Questo è un passo avanti che aiuta non solo la Campania ma tutto il Paese a definire meglio una battaglia assai importante che riguarda non solo l'ambiente ma anche le modalità di funzionamento del mercato. Quindi da questo punto di vista credo si possa addivenire ad un voto complessiva dell'Aula che spero sia unanime.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 8-bis.150 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
496
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Laboccetta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa se prendo nuovamente la parola. Faccio un richiamo all'articolo 8, comma 2 del Regolamento e anche all'articolo 89.
Mi dispiace che non sia presente il Presidente Fini e pregherei l'Assemblea, se fosse possibile per una sola volta, di non pensare che sia una manovra di qualche tipo.
Abbiamo un problema serio, che vorrei esporre ai colleghi della Lega Nord Padania che si sono espressi precedentemente in un certo modo su un emendamento ma anche a tutti i colleghi perché la questione postasi oggi riguarda un problema procedurale che potrebbe riguardare tutti domani.Pag. 53
Signor Presidente, chiedevo prima - e attendo ancora i precedenti dalla Presidenza - che non costituisse precedente l'annullamento disposto di una pregressa votazione. In realtà, quanto detto prima dall'onorevole Vietti corrisponde ad una reale problematicità e si rischia di minare la volontà espressa dal Parlamento.
Impiegherò solo pochi secondi, ma voi dovete sapere che l'emendamento precedentemente posto in votazione effettivamente faceva riferimento ad una parte del testo modificata ieri e quindi non più presente oggi perché riformulata.
Attenzione, colleghi della Lega Nord Padania: quella parte che oggi non è stata posta in votazione non è stata cassata dal Governo nella riformulazione ma è stata semplicemente spostata nel comma precedente. Cosa accade, signor Presidente? È vero che noi oggi abbiamo votato su un comma che non esisteva più, e basterebbe considerare le parole testuali (se vuole, gliele posso leggere). Ma la previsione contenuta in quel comma non più esistente (quella riga e mezzo eliminata) è spostata nel comma 2 riformulato: ciò significa dunque che il Parlamento ha dato una chiara indicazione di voler eliminare quella frase, salvo il fatto che preventivamente qualcuno avrebbe dovuto dire che eventualmente andava fatta la riformulazione del comma 2 o, addirittura, questo doveva accadere d'ufficio nel momento in cui la Commissione l'ha modificata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Voi oggi, e la prego signor Presidente - mi dispiace che non sia presente il Presidente Fini - e vi supplico per questo Parlamento, state costituendo un precedente gravissimo: vi è stata l'espressione della maggioranza nel sopprimere la frase «il deposito temporaneo limitatamente ai rifiuti aventi medesime...». Tale frase era contenuta praticamente identica nel precedente comma.
La Camera si è espressa e ha espresso una chiara volontà politica di caducare questa riga e mezzo. Il fatto che adesso sia inserita in un altro comma non può consentire di annullare e mettere il bavaglio ad una votazione espressa.
Concludo semplicemente dicendole di porre attenzione alla filosofia di tutto il Regolamento. Perché ho fatto riferimento all'articolo 89, signor Presidente? Perché chiaramente l'articolo 89 attribuisce al Presidente la possibilità di intervenire sulle votazioni prima che le votazioni avvengano.
Ma nessuno ha il diritto di intervenire dopo la votazione, perché addirittura nell'articolo 89 è scritto che se si ritiene di modificare il giudizio del Presidente, interviene l'Assemblea.
Ma nessuno qui può prendere il diritto di modificare la volontà espressa dall'Assemblea su un argomento chiaro ed esistente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati dell'Unione di Centro).
Quindi, la prego, vi supplico per la democrazia che è rappresentata dai lavori e dalla certezza del diritto dentro questa Aula di non assumervi la responsabilità di costituire addirittura un precedente di un episodio gravissimo che costituisce una delle più gravi violazioni del Regolamento e dei nostri lavori: infatti quando si cambia la volontà dell'Assemblea, espressa a maggioranza, si esprime e si pone in essere una violenza al Parlamento e alla democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati dell'Unione di Centro).

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, credo che ci troviamo a trattare di una questione non volgare, importante in se stessa ma anche perché può costituire precedente.
Il dato di partenza è il seguente. Un mero errore materiale fa in modo che venga votato un emendamento il cui oggetto proprio è venuto a cadere: nellaPag. 54formulazione verbale propria l'oggetto dell'emendamento non esiste più e quindi sul nulla non si può votare.
Tuttavia, mentre la formulazione verbale viene ad indicare un vuoto nel testo normativo, a cui non si può «attaccare» un emendamento, dal punto di vista sostanziale del contenuto, la norma che quell'emendamento intendeva modificare rimane, spostata in altro luogo, formulata con altre parole ma rimane.
Qual è il comportamento corretto in questo caso? Mi permetto di suggerirlo: il comportamento corretto è quello di chiedere a chi ha formulato l'emendamento di riformularlo, in modo che la formulazione verbale corrisponda all'intenzione e mettere ai voti l'emendamento così riformulato. Sarebbe anche pensabile che gli uffici facciano loro stessi una simile riformulazione, però ritengo più corretto che si chieda a chi ha formulato l'emendamento di procedere in tal modo. Altrimenti, rischiamo di invalidare un'espressione di volontà del Parlamento, il cui oggetto esiste, non è individuato da quella formulazione verbale, ma non è difficile immaginare ciò che il Parlamento effettivamente voleva. Pertanto, a mio modesto avviso, bisognerebbe riformulare l'emendamento e votare sull'emendamento adeguatamente riformulato.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho apprezzato molto l'intervento del collega Buttiglione però, francamente, non me la sentirei di sostenerlo, perché dovremmo rimettere in discussione una doppia votazione, tanto più che siamo già andati avanti nei nostri lavori. Vorrei però rivolgere alla Presidenza una preghiera ed in questo senso appoggio la richiesta del collega Giachetti, che non era di rimettere in discussione una votazione, ma di dichiarare che ciò che è successo oggi non costituisce un precedente. Questo è quello che può salvaguardare la regolarità dei nostri lavori e la democrazia in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

TOMMASO FOTI. Ma non è vero!

PRESIDENTE. L'onorevole Giachetti nel suo intervento, ovviamente in maniera molto corretta, ha ribadito che si interveniva su una questione su cui il Presidente si era già espresso in modo molto chiaro. Abbiamo tutti ascoltato l'espressione della Presidenza, che ha ribadito che il problema era di tipo formale dato che, con l'approvazione dell'emendamento 2.200 della Commissione, il comma 3 su cui incideva l'emendamento era stato soppresso.
A questo punto, ritengo che si debba proseguire. Prendiamo atto delle vostre osservazioni.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ma cosa prende atto?

PRESIDENTE. L'emendamento Realacci 8-bis.100 è assorbito, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Quartiani 8-bis.150 (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi per favore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sarebbe utile che lei sapesse che l'articolo 89 del Regolamento...

PRESIDENTE. L'ho qui davanti.

ROBERTO GIACHETTI. Allora legga le ultime tre righe a tutti quanti noi (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Prego, lo faccia lei. E non si rivolga alla Presidenza in questo modo. Nessuno di noi ha bisogno di maestri che insegnino a fare il proprio doverePag. 55(Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Né io né lei. Lei sta intervenendo sull'ordine dei lavori. Svolga pure le sue osservazioni e prosegua nel suo intervento.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, capisco che lei, in questo momento, in cui sostituisce il Presidente Fini, è palesemente in una condizione di difficoltà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Non sono in alcuna condizione di difficoltà. Vada avanti nel suo intervento.

ROBERTO GIACHETTI. Sto proseguendo con le mie argomentazioni in ragione dell'articolo 89 del Regolamento. Se lei ritiene di togliermi la parola, lo faccia pure. Sto argomentando il motivo per cui faccio un richiamo all'articolo 89. Con il mio intervento, le segnalo che lei obiettivamente è in difficoltà, perché non vi è alcun potere a posteriori di un Presidente di annullare una votazione. Addirittura, leggendo insieme l'articolo 89 - che è l'unico articolo a prevedere questo - in esso si prevede che il Presidente ha facoltà di negare l'accettazione e lo svolgimento... Scusate... ora non ho il testo davanti. Comunque, signor Presidente è quello che lei ha letto in precedenza (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, concluda il suo intervento.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, come spesso è accaduto - mi rivolgo ai colleghi di maggioranza, perché poi, non so tra quanto, si va all'opposizione - la questione di garantire le regole in questa sede per tutti, oggi può farli sorridere, ma domani potrebbe riguardarli, magari in altri momenti.
Resta il fatto, signor Presidente, che non abbiamo concluso l'argomento, perché esso si conclude nel momento in cui, di fronte alla mia richiesta, lei afferma chiaramente se la Presidenza ritiene che quanto accaduto costituisca o meno precedente. Come lei sa, infatti, stabilire che non costituisce precedente, significa che in questa sede nelle prossime sedute, non potrà essere richiamata una cosa fatta in modo non corretto. Altrimenti, nelle prossime occasioni, essa «diventa regolamento» e determina il nostro «stare insieme».
Pertanto, alla luce delle considerazioni svolte, le sto semplicemente chiedendo un po' di equilibrio nell'assumersi la responsabilità di garantire tutti - oggi noi, che ci troviamo all'opposizione, e domani i colleghi della maggioranza che, magari, si troveranno al nostro posto - che tale questione non costituisce precedente. La situazione, infatti, signor Presidente, mi dispiace, non è chiara come lei afferma, tant'è che lei la liquida dicendo che è stata già risolta.

PRESIDENTE. Non è vero, mi scusi, lei ha ribadito ancora una volta le sue osservazioni. Hanno chiesto di intervenire sulla questione l'onorevole Tommaso Foti e dopo di lui, ancora, l'onorevole Buttiglione. Io mi sono semplicemente espresso. Tutti noi abbiamo profondo rispetto per gli interventi che ognuno di noi svolge e per il Regolamento, perché non si tratta solo di una questione formale, ma anche sostanziale, in relazione al procedere dei nostri lavori.
È evidente che il Presidente ha espresso un parere molto chiaro in merito alle osservazioni precedentemente svolte. Lei ed altri colleghi avete ribadito nuove osservazioni. Esistono luoghi opportuni in cui approfondire seriamente tutte le questioni, uno di questi è, evidentemente, la Giunta per il Regolamento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per ribadire che oggi sono stati posti in votazione due emendamenti in due momenti particolari dei lavori dell'Assemblea, tant'è vero che - come darà atto l'onorevole Giachetti - su un emendamento della Commissione, nonPag. 56essendo stati letti i pareri della Commissione e del Governo, la maggioranza ha votato contro e l'opposizione ha votato a favore, quando doveva accadere esattamente il contrario. Nessuno di noi ha voluto sollevare eccezioni - vada a leggere il resoconto, onorevole Giachetti, e vedrà che è così - anche se avremmo potuto chiedere che la votazione fosse ripetuta, in quanto non erano stati richiamati i pareri della Commissione e del Governo.
Per quanto concerne l'emendamento che è stato successivamente approvato, onorevole Giachetti, lei sa meglio di me che nell'ambito della Giunta per il regolamento si possono vedere i precedenti e quant'altro, ma nel caso di specie si continua a girare attorno ad un problema che di fatto non sussiste, perché erroneamente è stato posto in votazione un emendamento che doveva, invece, a stretti termini regolamentari, essere considerato precluso! Infatti, era stato approvato, in precedenza, un emendamento che precludeva la votazione dell'emendamento successivo!
Questo è quanto abbiamo appurato nell'ambito del Comitato dei nove e se lo faccia dire, onorevole Giachetti, dai presenti del suo partito, del suo schieramento, nel Comitato dei nove. Se non è convinto, potrà sicuramente fare le verifiche che vuole, ma gli uffici, in modo concorde, ci hanno ripetuto, nel Comitato dei nove, che quell'emendamento non doveva essere posto in votazione! Dopodiché, se vogliamo rimanere tutto il giorno su una questione che non sussiste, rimaniamoci pure (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, molto brevemente, volevo semplicemente consigliare quella soluzione che lei, in qualche modo, ha già individuato. Ovviamente, non esiste la possibilità - non intendevo dire questo - di ripetere la votazione in questa circostanza. Vi è un problema delicato di precedenti e la sede in cui ci si potrebbe più efficacemente esprimere in tale materia (non riguardo alla validità della votazione già intervenuta, ma in relazione al fatto che essa possa costituire precedente) è, forse, la Giunta per il Regolamento o, forse, l'Ufficio di Presidenza. Giudichi lei quale di questi organi investire, in modo da avere, in relazione ad altri possibili simili eventi, indicazioni che tutelino la dignità del Parlamento e l'esatta comprensione e attuazione della volontà che l'Assemblea esprime.

PRESIDENTE. Ricordo che avevamo poc'anzi approvato l'emendamento Quartiani 8-bis.150, nel testo riformulato. Ricordo, altresì, che, di conseguenza, l'emendamento Realacci 8-bis.100 è da considerarsi assorbito, mentre l'emendamento Marsilio 8-bis.151 è da considerarsi precluso.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Piffari 9.53, sul quale ricordo che la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l'emendamento Piffari 9.53, evidentemente, ha un significato, per così dire, di «previsione». Siamo convinti e riteniamo che, anche con la massima capacità decisionale di realizzare queste discariche, nel comune di Napoli - e oggi i giornali lo dicono chiaramente - non si è risolto il problema dell'individuazione definitiva della discarica.
Noi riteniamo indispensabile che all'interno del comune di Napoli siano risolti i problemi dei rifiuti del comune e dell'intera area cittadina, senza trasferirli in altri luoghi. Il sottosegretario Bertolaso ha annunciato che si è quasi arrivati alla definizione del sito del termovalorizzatore che dovrà indicare il sindaco di Napoli e noi crediamo che ciò sia necessario. Poiché non crediamo che sarete in grado di realizzare la discarica a Chiaiano, riteniamo che il sindaco di Napoli potrebbe, contestualmente all'individuazione del sitoPag. 57dove installare l'inceneritore, scegliere anche un luogo adeguato per la realizzazione di una discarica, che comporterebbe anche una riduzione dei costi per il trasferimento dei rifiuti. L'inceneritore e la discarica dovrebbero essere vicine tra loro come lo sono, ad esempio, a Malagrotta per il comune di Roma, dove costituiscono un sito omogeneo.
Quindi, con questo emendamento suggeriamo alla maggioranza e al Governo di far sì che il sindaco di Napoli indichi, in trenta giorni, anche il sito per la discarica oltre che per l'inceneritore. Se i due siti coincideranno, si eliminerebbero tutte le problematiche che provengono dalla reazione degli abitanti di Chiaiano e, probabilmente, si risolverebbe un grosso problema del Governo, che ha sicuramente difficoltà nell'attrezzare e nel realizzare una discarica dove, fino a qualche tempo fa (credo dieci o dodici anni fa), sono arrivati rifiuti da tutta la Campania, e la popolazione potrebbe accettare di buon grado una sistemazione diversa.
L'emendamento ha solo uno scopo di aiuto e di appoggio alla posizione della maggioranza e del Governo, in modo da evitare le forte reazioni in atto e anche i pericoli che ne possono derivare. Come è noto, in quel luogo saranno presenti non solo le forze dell'ordine, ma anche l'esercito. È veramente difficoltoso ricorrere all'esercito e alle maniere forti in un quartiere di Napoli in rivolta e potrebbe essere dannoso anche per la prosecuzione dell'attività di individuazione delle altre discariche.
Noi ci auguriamo che tutte le discariche indicate nell'articolo 9 del provvedimento al nostro esame possano essere realizzate, siamo però certi che con la vostra azione «a pendolo», per cui una volta siete decisionisti e un'altra volta non lo siete, potreste non realizzare la discarica di Chiaiano. Pertanto vi indichiamo le modalità per poterne fare sorgere una nel comune di Napoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 9.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
28
Hanno votato
no 462).

Prendo atto che i deputati Renato Farina, Barbareschi e Pugliese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Mussolini ha segnalato che si è erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 9.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per la verità sono rimasto deluso la settimana scorsa quando mi sono recato a palazzo Chigi dal signor sottosegretario Bertolaso guidando una delegazione di cittadini di Chiaiano. L'aspetto del quale sono rimasto deluso in quell'occasione è che, ben conoscendo il profilo tecnico del dottor Bertolaso, mi sono meravigliato quando egli ha dichiarato a tutti noi che ormai il sito di Chiaiano era diventato per il Governo un simbolo.
Ebbene, porsi in questo modo rispetto alla soluzione dei problemi e, soprattutto, rispetto all'interlocuzione con i cittadini e al dialogo che bisogna avere con loro, a mio avviso risponde ad una visione piuttosto ideologica che davvero non si addice al dottor Bertolaso.
Sono rimasto deluso perché, all'epoca, nel febbraio 2007, il sottosegretario Bertolaso era commissario dell'emergenza rifiuti e il professor De Medici dell'assise diPag. 58palazzo Marigliano gli ha consegnato uno studio con cui individuava una serie di siti alternativi in Campania con terreni argillosi idonei per ospitare dei siti e lo stesso sottosegretario, mercoledì scorso, ci ha ribadito che anche lui aveva trovato un sito il più adatto e idoneo con cinquanta metri di livello argilloso e che era veramente il massimo ma che all'epoca non gli fu consentito procedere e lui fece bene a sbattere la porta e andare via.
Oggi, le condizioni sono mutate: non c'è Pecoraro Scanio, il «signor no», e non vi è chi impedisce di agire. Perché non riportarci al punto di vista tecnico con soluzioni che vanno nell'interesse e per il bene dei cittadini.
Per questo stiamo svolgendo la nostra attività di opposizione e vi abbiamo detto nei precedenti interventi che le responsabilità sono importanti, perché non se ne può uscire così, belli liberi, da una malagestione sull'emergenza rifiuti che dura da quattordici anni! Vi diamo anche la nostra disponibilità alla fattibilità, al fare, con soluzioni molto adatte.
Chiaiano non è una soluzione adatta: c'è una falda acquifera e fino a ieri il professor Ortolani vi ha indicato che vi è possibilità di collasso per quella cava, perché le pareti sono verticali; è una cava a fossa, per cui dal punto di vista tecnico non solo è a rischio, ma soprattutto ci vogliono tantissimi, tantissimi soldi.
E questo lo dico soprattutto alla Lega: perché non si fanno delle scelte improntate alla economicità? L'emergenza rifiuti non dev'essere la mucca da cui mungere da quattrodici anni; l'emergenza rifiuti deve essere un'occasione per risolvere un problema in tempi rapidi, veloci, e soprattutto improntati all'economicità e alla serietà del Governo. Così si vede la serietà ed il buongoverno!
Invece, si individua una cava a fossa come quella di Chiaiano, dove addirittura per il percolato c'è bisogno dell'aspirazione, che è l'unico sito in provincia di Napoli - il parco collinare di Napoli - che ha come destinazione urbanistica quella di parco! Per poter avere l'accesso non c'è viabilità: dovreste fare le strade e quindi sventrare un parco, violentare la natura, l'ambiente. Il codice della strada prevede che per i mezzi pesanti ognuna di quelle strade deve avere un'ampiezza di almeno sei metri!
Perciò, caro sottosegretario, sono rimasto deluso da questa impostazione, da questo accanimento terapeutico che vi è stato su Chiaiano! Non le avessimo dato delle soluzioni alternative! Ma almeno offriamo un'ultima speranza a questi cittadini, che tra l'altro sono stati anche ingannati: c'è stato un manifesto di Alleanza Nazionale e del Popolo della Libertà di poco tempo fa che diceva: «Mai Chiaiano! Togliete le mani da Chiaiano!»

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO BARBATO. Non si possono prendere in giro i cittadini, quanto meno mettete in coda la possibilità di aprire il sito di Chiaiano rispetto alle dieci altre cave che pure sono state individuate in Campania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 9.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 463
Astenuti 6
Maggioranza 232
Hanno votato
105
Hanno votato
no 358).

Prendo atto che le deputate Ferrante e La Torre hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che i deputati Marinello, Laura Molteni e Losacco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo altresì attoPag. 59che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 9.56.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta quasi di una ripetizione. Domenica scorsa sono stato a Caserta a guidare centinaia di cittadini in una marcia pacifica, tranquilla di persone per bene, insieme alle quali ci siamo recati, dopo cinque chilometri di marcia, in una cava, la cava «Mastroianni», località Torrione. Questa cava non è altro che la riproposizione di una discarica che si chiama «Lo Uttaro».
La discarica «Lo Uttaro» - potete vederlo dalle fotografie - è un lago di percolato e addirittura per tale discarica lo Stato ha previsto un piano di bonifica perché si tratta di una terra gravemente inquinata e avvelenata. Perciò per lo stesso sito ancora una volta lo Stato - per esso il commissariato di Governo - nello scorso anno siglò un protocollo di intesa con il quale aveva promesso ai cittadini di «Lo Uttaro», residenti nei pressi della discarica, che non vi sarebbe stata più un altra discarica.
Oggi non la chiamiamo più «Lo Uttaro» ma, divisa solo da una parete, nello stesso territorio e a fianco, sorge un'altra cava che si chiama cava «Mastroianni» che è stata ancora individuata. Si tratta di un vero e proprio accanimento terapeutico anche stavolta, e soprattutto si perde di credibilità. Perciò il Governo Berlusconi perde di credibilità perché se ha assunto degli impegni con i cittadini tramite un protocollo di intesa e se addirittura contestualmente al protocollo è stato predisposto un piano di bonifica per «Lo Uttaro» come si può progettare il piano di bonifica e contemporaneamente adibire lo stesso sito a discarica?
Ebbene, vi forniamo delle soluzioni perché il nuovo scandalo, la cui notizia è stata riportata sul quotidiano Il Mattino della scorsa settimana, è che la discarica non è mai stata utilizzata perché a pochi chilometri, 25 per l'esattezza, sorge una vasca profonda venti metri e lunga che sopporta una portata di 800 mila tonnellate di ecoballe. È stata realizzata, signori della Lega, nel 2002, all'epoca del Governo Berlusconi, e poi abbandonata. Tutto ciò accade a Parco Saurino, il sito di trasferenza del casertano indimenticabile tappa del viaggio negli sprechi della beffa che si chiama emergenza rifiuti. Accanto vi sono altre due cave che potrebbero essere collegate alla prima, aumentandone la capienza sino ad un milione di tonnellate e dando fiato, per un periodo di sei mesi, ai cittadini della regione. Un assurdo, afferma l'assessore regionale della Campania Ganapini, l'assessore di Bassolino. Lo stesso assessore dichiara: «Quando l'ho vista sono rimasto sconvolto e non credevo ai miei occhi. Se quella vasca fosse stata utilizzata non sarebbe mai scoppiata l'emergenza rifiuti di gennaio e di febbraio 2008. Usandola si potrebbero superare anche le difficoltà attuali».
Inoltre, sempre a Parco Saurino nel mezzo di una campagna incolta sono parcheggiati a marcire, amici della Lega, con pneumatici ormai sgonfi, ben otto macchinari da tempo ricoperti dalle erbacce. Sono i vagli mobili che avrebbero potuto stabilizzare i rifiuti rendendoli buoni per le discariche. Se fossero stati utilizzati si sarebbe prodotto materiale a norma. Sembra che tali macchinari siano stati acquistati dal commissariato sei anni fa, nel 2002, senza essere mai utilizzati.
Mi sono imbattuto nell'ennesimo episodio della rubrica degli orrori. Quelle macchine sono perfette e mi ripropongo di metterle rapidamente in manutenzione. Serviranno per vagliare la sostanza organica di cui sono pieni i siti. Vi sono tre trituratori e vagliatori prodotti dalle più importanti aziende tedesche. Nel complesso, tutti questi strumenti saranno costati alcuni decine di milioni di euro - lo ripeto - alcune decine di milioni di euro. Bisognerà che prima o poi di tale ignobile spreco di pubblico denaro si cominci a dare conto.Pag. 60
Pertanto, abbiamo invitato il sottosegretario Bertolaso a rimanere qualche giorno per vedere gli impianti di cui disponiamo e che dobbiamo utilizzare. Questa è la storia degli sprechi in Campania di cui oggi porta il marchio il Governo Berlusconi, perché l'assessore Ganapini vi ha fornito delle indicazioni e noi in Assemblea vi concediamo la fattibilità per risolvere i problemi, indicandovi quali sono le discariche per cui avreste potuto eliminare l'immondizia da ieri e non da oggi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo solo per precisare molto rapidamente che il gruppo del Partito Democratico esprimerà voto contrario sull'emendamento in esame, così come ha fatto per i due precedenti, perché nella situazione emergenziale in cui ci troviamo uno dei punti di forza che condividiamo del decreto-legge che sarà convertito in legge è l'individuazione chiara, precisa e netta dei siti da adibire a discarica. Un passo indietro rispetto a tale risultato renderebbe il decreto-legge poco efficace. Per tali ragioni esprimeremo voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 9.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 480
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
22
Hanno votato
no 458).

Prendo atto che il deputato Sbai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Bratti 9.101 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 9.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, questo emendamento si riferisce alla conferenza di servizi che di fatto è stata prevista come «figurina», forse perché richiesta dalla Comunità europea nelle procedure, ma le vengono dati soltanto sette giorni per rendere il parere. È chiaro che dare pareri su progetti così complessi in sette giorni è praticamente impossibile.
Chiediamo semplicemente di estendere tale termine ad almeno 30 giorni, in modo da conferire ai tecnici un po' di dignità, altrimenti la conferenza di servizi rimarrebbe soltanto un paravento e non servirebbe a niente altro. Si tratta di uno sforzo che chiediamo a tutti i colleghi, anche di maggioranza, perché credo ciò non cambi l'impianto del provvedimento ed il Governo ha comunque la facoltà di approvare tecnicamente i progetti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 9.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
192
Hanno votato
no 293).Pag. 61
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 9.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, cercherò di essere breve come lo sono stato in precedenza. Con questo emendamento intendiamo confermare i benefici fiscali che sono previsti per le popolazioni anche in termini di intervento di bonifica dettando, però, tempi certi. Infatti, nel provvedimento non si dà un termine neanche relativamente a quando le risorse saranno utilizzate.
Chiediamo che entro sessanta giorni anche il Governo dia delle indicazioni su questi interventi di bonifica. Per questo vi chiediamo di votare a favore della proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, userò solo un minuto per dichiarare il nostro giudizio positivo sull'emendamento in votazione. Abbiamo fatto battaglie e interventi sulla questione delle bonifiche perché dobbiamo dare segnali positivi anche alla popolazione campana. Per questo motivo, invitiamo il Governo e la Commissione a recepire la proposta emendativa. Noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 9.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
217
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiti 9.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, anche in questo caso cerchiamo di lenire, come già visto in alcuni provvedimenti da parte del Governo, il disagio delle popolazioni. In questo caso chiediamo di intervenire sull'accisa. In pratica, si chiede di sollevare dal pagamento le popolazioni sulle quali impattano gli impianti le discariche ed i termovalorizzatori, visto che avranno anche benefici sulla produzione di energia elettrica (abbiamo visto il CIP-6 prima), prevedendo anche una ricaduta sulla popolazione attraverso uno sconto sull'energia pagata localmente nelle bollette.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiti 9.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
221
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 9.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

Pag. 62

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, abbiamo proposto questo emendamento sapendo che con la situazione economica in atto si tratta, come il precedente, di un emendamento provocatorio. Tuttavia, il rischio - lo vedremo successivamente - è che i costi di tutta questa vicenda continuino a pagarli i cittadini e poco gli amministratori. Riteniamo che un segnale vada dato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 9.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 481
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
215
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Paladini e Corsini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 11.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, in questo caso abbiamo individuato, nella questione sulla raccolta differenziata, gli obiettivi che bisogna raggiungere come se dipendessero solo dalla predisposizione al buon lavoro della popolazione.
Quindi addosseremmo sulle loro tasche eventuali mancanze di interventi di realizzazione della rete che sta a valle. Se noi non siamo in grado di ottenere i risultati che dobbiamo ottenere creando i termovalorizzatori, le discariche, l'estrazione di raccolte intermedie, quando facciamo fare alla popolazione i sacchetti differenziati (rosa, neri e bianchi), rischiamo di far pagare loro (ci auguriamo che non succeda) un qualcosa che non compete alla popolazione, ma agli enti locali, in questo caso anche al Governo, con il sottosegretario.
Pertanto noi, con questo emendamento, diciamo che dovranno pagare eventuali mancanze solo qualora vengano raggiunti i risultati che il Governo si pone, vale a dire creando quelle infrastrutture che permettano di attuare la raccolta differenziata.
Vedo emergere spesso questa proposta (eventualmente poi non interverrò sugli emendamenti che seguono) di formare la popolazione della Campania anche con i contributi della scuola e delle università, come se loro non avessero nel DNA il concetto della raccolta differenziata. Il contrario lo dimostrano alcune province della Campania stessa (Salerno in questo caso) che raggiungono obiettivi di raccolta differenziata a volte superiori ad altre province del centro, del nord o del resto dell'Italia. Pertanto, vi prego di considerare attentamente gli errori commessi dai cattivi amministratori, da cattivi funzionari o dirigenti dello Stato, o da cattivi politici in questo caso, quando si dice che è la popolazione a non avere questa mentalità. Si tratta di persone che hanno subito, oltre al danno di pagare e non vedersi portar via la loro spazzatura, anche un ulteriore aggravio per colpa più nostra che loro. Vi invito a salvaguardare questa clausola di danno, la quale prevede ipotesi di maggiorazione delle tariffe solo qualora si raggiungano gli obiettivi che il Governo, con questo decreto-legge, si propone di raggiungere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 11.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Pag. 63

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
228
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 11.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, l'emendamento in esame, che può sembrare un po' forte, ci porta a correggere quanto scritto all'interno dell'articolato. Chi ha vissuto da tempo questa vicenda - penso che anche il sottosegretario Bertolaso se ne ricordi - sa che i commissariamenti ad acta servono solo a creare deresponsabilizzazione da parte delle amministrazioni locali. Lo abbiamo visto negli anni passati: non sono serviti a nulla, anzi in molte situazioni sono stati quasi agevolati.
Crediamo che un commissariamento ad acta, se si continua su questa strada, serva solo a sgravare l'amministrazione, che chiede direttamente i voti ai cittadini, dalla propria responsabilità. Cosa succede in pratica? O pagano i cittadini con l'aumento delle tariffe, o si sgrava di responsabilità il sindaco e l'amministrazione comunale perché poi qualcuno nomina un commissario. Noi crediamo che si debba essere magari più blandi negli obiettivi, ma sicuramente chi non li raggiunge deve essere colpito e l'unico modo per fare ciò è di proporre al Ministro dell'interno il commissariamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 11.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 485
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato
108
Hanno votato
no 377).

Prendo atto che i deputati D'Antona e Colombo hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Guido Dussin 11.101.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, siamo disponibili al ritiro dell'emendamento se c'è anche una disponibilità da parte del Governo per l'accoglimento di un ordine del giorno da concordarsi.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, di tale questione si è discusso parecchio anche in seno alla Commissione; si tratta sostanzialmente del problema della possibile deresponsabilizzazione dei sindaci, che è il tema posto dall'onorevole Libè poco fa.
Com'è evidente, sappiamo che nel decreto-legge in esame sono state introdotte norme, riferite peraltro solamente all'area interessata dall'emergenza rifiuti, e vengono posti dei limiti, anche piuttosto elevati, come è noto, in ordine ai traguardi di raccolta differenziata per l'anno in corso, per il prossimo, nonché per quello a venire. Si tratta di principi, tra l'altro, chePag. 64valgono in questo caso, ma sono anche soglie che - ce ne rendiamo conto - sono difficili da raggiungere o, ad esempio, già non sono attualmente raggiunte in alcuni comuni situati fuori da quest'area, tanto del nord, quanto del centro... Lo spirito è condivisibile e su questo il Governo già si era espresso. Quindi, permane l'invito al ritiro dell'emendamento Guido Dussin 11.101; tuttavia, se si arriverà alla formulazione di un ordine del giorno che sia in qualche modo accettabile, saremo d'accordo.

PRESIDENTE. Onorevole Guido Dussin, accede all'invito al ritiro dell'emendamento 11.101, di cui è primo firmatario?

GUIDO DUSSIN. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio emendamento 11.101, riservandomi di presentare successivamente un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 11.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, svolgerò un breve intervento sull'articolo 11 del provvedimento in esame che riguarda la raccolta differenziata, che è uno degli obiettivi da noi ritenuti centrali, anche nell'ambito di una condizione di assoluta urgenza che è quella che ha portato al decreto-legge, per intraprendere la strada di normalizzazione rispetto alla gestione dei rifiuti in Campania, e più in generale nel nostro Paese. Per questo motivo consideriamo con favore le misure contenute nell'articolo 11, non solo per la definizione di obiettivi di raccolta differenziata e di scadenze temporali per il loro raggiungimento, ma anche per la previsione di momenti di controllo e di verifica, quali strumenti di stimolo ulteriore per chi, a livello locale, ha la responsabilità di mettere in campo questi interventi.
Nel merito, la nostra proposta emendativa è volta a prevedere un ulteriore supporto all'azione di controllo e di verifica nel raggiungimento di tali obiettivi, posta dal decreto-legge in capo al sottosegretario, tramite l'avvalimento di agenzie e di istituti ambientali competenti, nazionali e regionali, che già esistono e svolgono questo importante compito di monitoraggio sui risultati nel ciclo della gestione dei rifiuti. Quindi, si tratta di valorizzare l'importante bagaglio di competenze e di professionalità che risiedono in questi organismi - nell'APAT, nell'ARPA e nel sistema delle agenzie regionali - in particolare in questo frangente che tutto riconosciamo di assoluta emergenza, e che ci chiama ad attivare tutte le sinergie possibili, utili al raggiungimento di tali obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,30)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, nel preannunciare il nostro voto favorevole all'emendamento in esame vorrei chiedere al sottosegretario Menia una precisazione, perché il provvedimento reca nel titolo la dizione: «misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania (...)». Signor sottosegretario, parlando poco fa, lei ha fatto riferimento ad altre aree interessate all'emergenza. Vorrei un chiarimento su quanto ha detto che risulterà dal resoconto stenografico della seduta, perché può essere utile per l'esame dei successivi emendamenti.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, non credo diPag. 65aver detto ciò, possiamo controllare il resoconto stenografico, ma sarebbe senza senso quello che ho affermato. Sostenevo il concetto, il principio - che è reale - che vi sono molti comuni situati fuori dalle aree interessate dall'emergenza - quindi in altre zone d'Italia, tanto al nord, quanto al centro e al sud - che a proposito di percentuali sulla raccolta differenziata non stanno un granché bene. Dicevo, dunque, che inserire questo principio solo nel provvedimento in esame sarebbe diseguale rispetto alle altre aree; quindi, invitavo a porre attenzione alla questione. Questo era il senso di quanto ho affermato.

GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo per precisare al sottosegretario che avevamo dato ampio disponibilità a considerare questa parte a livello nazionale, ovviamente, perché nessuno vorrebbe porre condizioni di correttezza e di giustizia solamente per alcuni comuni e non per altri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 11.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 476
Astenuti 8
Maggioranza 239
Hanno votato
212
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Laboccetta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 11.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 454
Astenuti 22
Maggioranza 228
Hanno votato
190
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 11.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocci. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, l'emendamento in esame ha lo scopo di rendere più efficiente la raccolta di dati sulla produzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata dei vari comuni campani, utilizzando uno strumento già operativo, come il sistema di monitoraggio della spesa ambientale. Risulta evidente che tale proposta va, quindi, nella direzione di ottimizzare le risorse già esistenti e, dunque, è a costo zero per l'amministrazione in grado di svolgere egregiamente un lavoro di raccolta dati che potrebbe, altrimenti, risultare un ulteriore aggravio per le strutture impegnate nella soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 11.15, non accettato dallaPag. 66Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
218
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che la deputata Concia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 11.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo rapidissimamente. Nel provvedimento si parla di un monitoraggio in base ai dati che i sindaci inviano mensilmente al sottosegretario. Crediamo che al sottosegretario debbano essere conferiti più poteri e debba avere la possibilità di svolgere controlli a campione e anche eventualmente di adottare, nelle forme da decidere, eventuali provvedimenti sanzionatori. Non possiamo lasciare in mano ai sindaci l'invio di dati che sicuramente - permettetemi - non saranno molto fedeli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 11.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
220
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Calderisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zamparutti 11.21 e Barbato 11.54.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli emendamenti formulato dal relatore.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, se il Governo accetterà l'ordine del giorno che abbiamo presentato sull'argomento molto importante dei siti che sono immediatamente disponibili a realizzare, oltre che lo stoccaggio, anche impianti di compostaggio e di selezione differenziata, evidentemente siamo pronti a ritirare il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le è stata rivolta una domanda, lei può anche non rispondere. I presentatori sono disponibili a ritirare l'emendamento se il Governo accetterà il loro ordine del giorno.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, come avete notato eravamo disattenti, perché stavamo guardando gli emendamenti successivi. Quindi se mi dite di che emendamento si tratta...

PRESIDENTE. Qual è l'emendamento, onorevole Bernardini?

RITA BERNARDINI. Si tratta dell'emendamento Zamparutti 11.21, ovvero quello presentato dalla delegazione radicale all'interno del Partito Democratico.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo non è disponibile.

Pag. 67

PRESIDENTE. Il Governo non è disponibile ad accettare l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Onorevole Barbato, prenda la parola, non abbia paura.

FRANCESCO BARBATO. Ho paura dei leghisti. Verrò su a spiegarvi...

PRESIDENTE. La prego, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ritiro i miei emendamenti 11.54, 11.55, 11.56 e 11.57 e chiedo di trasfonderne il contenuto in ordini del giorno, proprio perché ci poniamo in termini costruttivi e propositivi, per dare il nostro contributo e soprattutto per portare in questa sede le paure e le ansie di tutti i campani, a nome dei quali maledico tutti quanti sono responsabili del disastro rifiuti creato in Campania (quelli che sono qui e quelli che sono fuori da questo Parlamento), che hanno creato il disastro, il disagio e il malessere per i campani. Chiediamo, pertanto, di trasfondere il contenuto dei miei quattro emendamenti ritirati in due ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, abbiamo una difficoltà. Dal momento che i suoi emendamenti 11.54, 11.55, 11.56 e 11.57 sono identici ad altri emendamenti, o concorda la sua posizione con i presentatori degli identici emendamenti oppure non è possibile trasfondere in un ordine del giorno il contenuto di emendamenti che siano stati respinti dall'Aula. La invito, pertanto, a concordare la sua posizione con i presentatori degli emendamenti identici ai suoi.
Chiedo, pertanto, ai presentatori degli identici emendamenti Zamparutti 11.21 e Barbato 11.54 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, chiedo al Governo se, a seguito del ritiro del mio emendamento 11.21, identico all'emendamento Barbato 11.54, è disposto ad accettare un ordine del giorno relativo all'attivazione di aree di insediamento produttivo. Con riferimento al mio emendamento 11.25, identico all'emendamento Barbato 11.55, chiedo al Governo se accolga la proposta di disporre la trattenuta degli imballaggi alla fonte.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, com'è noto all'onorevole Zamparutti - che ci aveva anticipato e aveva già depositato il testo di un ordine del giorno relativo agli imballaggi -, stavamo discutendo di questo e stavamo esaminando le parti del testo che possiamo eventualmente accettare o cassare e quale sia la riformulazione alla quale possiamo addivenire.
Per il resto, vi è un trattato intero di emendamenti (sei pagine) e l'ordine del giorno presentato, invece, si riferisce esclusivamente alla questione degli imballaggi. Sulla questione degli imballaggi - questo è l'unico impegno che sono in condizione di assumere - il Governo si adopera per addivenire ad una riformulazione condivisa; su tutto il resto permane ovviamente il parere che avevamo formulato.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 11.54, in cambio della disponibilità all'accettazione di un ordine del giorno da parte del Governo?

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, accedo all'invito formulato dal Governo: si tratta di proposte intelligenti che tendono a dare la risoluzione del problema dell'emergenza rifiuti in Campania. Quando si toglie la «munnezza» dalle strade della Campania, siamo ben d'accordo,Pag. 68anzi riponiamo tutta la nostra forza e diamo tutto il nostro contributo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, concorda con l'onorevole Barbato?

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, concordo con il collega Barbato.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che gli identici emendamenti Zamparutti 11.21 e Barbato 11.54 sono stati ritirati.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sicuramente è un mio problema, ma il sottosegretario Menia ha affermato che il Governo avrebbe formulato un parere favorevole su un ordine del giorno concordato e relativo agli imballaggi (soltanto a questo aspetto).
Vorrei capire se si tratta di un ordine del giorno che presenta l'opposizione e che si concorda o un ordine del giorno del Governo, sul quale l'opposizione deve essere d'accordo (Commenti del sottosegretario Menia).
Signor sottosegretario, abbia pazienza, atteso che normalmente noi dovremmo prendere decisioni sulla base di scelte certe - e mi pare che la questione sia assolutamente vaga -, vorrei capire se è un impegno su una linea già contenuta negli emendamenti riguardo agli imballaggi oppure è semplicemente un auspicio, perché ovviamente la situazione cambia nel momento in cui dobbiamo assumere una decisione.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Onorevole Giachetti, lei è abbastanza anziano in termini di età parlamentare e di esperienza per conoscere la prassi invalsa, secondo la quale, a fronte dell'invito al ritiro di un emendamento, il Governo può accettare l'ordine del giorno nel quale viene trasfuso il suo contenuto, ma evidentemente con una formulazione che non può diventare un punto di domanda.
Non può essere una formulazione aperta, perché non posso prendere un impegno su qualcosa che non conosco, come è del tutto evidente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Dunque, ho precisato che in ordine alle questioni poste (ve ne erano parecchie, ossia sei pagine di «trattato») la posizione del Governo era la stessa espressa dal relatore: invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Abbiamo detto che, a proposito della questione degli imballaggi, sulla quale vi è una oggettiva concordanza - e sulla quale, peraltro, poco fa ha interloquito il sottosegretario Bertolaso, affermando che è già in essere una procedura - siamo d'accordo su quella formulazione e su quel contenuto. Se, però, adesso lei mi chiede di essere più preciso, sa meglio di me che in questo momento non posso farlo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, forse è il caso che queste proposte emendative vengano accantonate, in modo che possa essere riformulato un ordine del giorno. Andiamo avanti con gli altri emendamenti e alla fine il Governo potrà esprimere un proprio parere su un testo definito e chiaro.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ammiro la sua saggezza, ma il potere sugli emendamenti spetta ai proponenti, che liPag. 69hanno ritirati sulla base di un accordo, forse non ancora del tutto perfezionato, con il Governo. Quindi, devo considerarli come ritirati.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor sottosegretario, ho posto questo problema per una semplice ragione che lei conosce: se poniamo in votazione un emendamento, qualora questo venga respinto, non può più essere trasfuso in un ordine del giorno che abbia sostanzialmente lo stesso contenuto.
Ebbene, le stavo chiedendo, a converso, la stessa cosa. Stiamo ritirando un emendamento che, nella parte che riguarda esclusivamente gli imballaggi, ha un suo contenuto e non lo poniamo in votazione perché vi è una disponibilità ad accogliere un ordine del giorno in materia.
Il problema è che, se poi sull'ordine del giorno, che immagino ricalcherà in qualche modo il testo dell'emendamento, vi sarà un parere contrario del Governo, la situazione diventa paradossale.
Quindi, il mio intervento era volto semplicemente a chiederle se vi è una disponibilità da parte del Governo, in ragione del contenuto degli emendamenti, oppure si tratta di qualcosa di assolutamente generico, per cui, a quel punto, non cambierebbe nulla.
La mia esperienza è esattamente uguale alla sua. Le stavo semplicemente chiedendo se il contenuto degli emendamenti, nella parte riguardante gli imballaggi, era da lei sostanzialmente condiviso, non nella sua testualità, ma nella sua genericità.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ciò è evidente, perché altrimenti avrei detto di no.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro anche degli emendamenti Zamparutti 11.30 e 11.27?

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mariani 11.31 e Piffari 11.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocci. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, l'emendamento presentato vuole far presente che l'ANCI è in grado di fornire un sostegno ai comuni campani per la raccolta differenziata, anche attraverso specifici appuntamenti straordinari di raccolta di rifiuti ingombranti o di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Si ritiene, quindi, utile prevedere la possibilità di accordi con la grande distribuzione, con il mondo delle imprese, del lavoro e con tutte le realtà produttive presenti sul territorio, al fine della raccolta di rifiuti di difficile smaltimento e del possibile riuso di scarti produttivi che rivestano anche valore commerciale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mariani 11.31 e Piffari 11.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 477Pag. 70
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
217
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Realacci 11.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, il comma 12, dell'articolo 11, nella sua versione originaria, prevedeva interventi per misure di compensazione ambientale da realizzarsi da parte del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con risorse da reperire dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS). Nella Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, abbiamo emendato il testo ritenendolo troppo vago, generale e generico - misure di compensazione ambientale può significare qualsiasi cosa - chiedendo che vi fosse un esplicito riferimento, così come vi è oggi, alle «politiche». Abbiamo ritenuto fondamentale che mentre da un lato chiediamo ai cittadini campani la realizzazione di discariche e di termovalorizzatori, come prevede il decreto-legge, dall'altro si provveda alla politica dei siti inquinati e in maniera particolare al ripristino delle aree di degrado già sedi di discariche che oggi versano in stato di abbandono e di deterioramento sull'intero territorio campano. Naturalmente, però, tali iniziative possono concretizzarsi se vi è un'adeguata previsione di spesa. In Commissione, quindi, avevamo proposto che non solo fosse accolta la proposta dell'aggiunta del termine esplicito: «politiche» ma che fosse anche aumentato il tetto di spesa previsto dall'articolo (da 47 milioni di euro a 67) perché riteniamo che questa sia una delle misure più importanti per completare l'intero ciclo dei interventi che il Governo ritiene di mettere in atto per risolvere la situazione in Campania. Ecco perché riproponiamo l'emendamento chiedendo che sia aumentata la spesa da 47 milioni di euro a 67 in modo che sia efficace, altrimenti il rischio è che rimanga solo sulla carta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 11.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
212
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che le deputate Binetti e Zamparutti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bianconi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 11.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato
212
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.Pag. 71
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 11.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
213
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 11.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, il senso dell'emendamento deriva dal fatto che non risulta che in Campania vi sia, attivo o in progettazione, un sistema continuo e affidabile di monitoraggio delle ricadute ambientali dei futuri impianti, siano essi inceneritori o discariche. Tale sistema di sorveglianza ambientale può essere finalizzato a conoscere aspetti ambientali e sanitari nelle aree circostanti gli impianti suddetti.
In regioni quali la Lombardia, la Toscana e l'Emilia Romagna l'applicazione dell'autorizzazione integrata ambientale, che in parte è stata reintrodotta con il recepimento delle osservazioni dell'Unione europea, per gli inceneritori di rifiuti solidi urbani, ha portato alla messa a punto di linee guida che consentono di uniformare le metodologie per il controllo delle aree interne agli impianti. Inoltre, in numerose di queste regioni, si stanno impostando delle ricerche al fine di standardizzare dei sistemi di monitoraggio ambientale e sanitario nelle aree circostanti.
In generale, la presenza di inceneritori in contesto geografico ambientale complesso, in prossimità di centri urbani industriali o di arterie stradali altamente trafficate, rende spesso difficile valutare il reale impatto di questi impianti sulla qualità dell'aria e dell'ambiente e, di conseguenza, sui possibili effetti sulla popolazione potenzialmente interessata (sia che si tratti dei lavoratori, sia che si tratti dei residenti). La motivazione a impostare un monitoraggio sugli aspetti ambientali e sanitari è ancor più significativa nel contesto di cui stiamo parlando, in quanto la situazione particolare ed emergenziale non consente - come abbiamo potuto vedere prima - l'applicazione nei modi e nei tempi necessari dei processi di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione ambientale integrata. Le esperienze in altri Paesi, ma anche in alcune zone italiane, hanno dimostrato che attraverso un confronto costante ed un'informazione adeguata i timori vengono a cadere ed aumenta progressivamente il clima di fiducia dei cittadini.
Pur essendo assolutamente consapevoli che si sta operando in un contesto difficile e complicato, in cui si mescolano - come più volte è stato ricordato - aspetti legati alla malavita organizzata al senso di sfiducia dei cittadini, è necessario (come più volte abbiamo detto), nella logica del ritorno alla normalità, che anche quelle popolazioni si sentano rassicurate rispetto a ciò che viene realizzato. Di conseguenza, tutti quegli strumenti che possono far riacquistare fiducia nelle istituzioni devono essere messi in campo. Noi crediamo che questa proposta sia assolutamente in linea con il successivo articolo 13 del provvedimento in esame, e non è comprensibile il motivo per cui non possa essere accettata. Come ricordato, in numerosi contesti territoriali del nord, oltre a far rispettare i limiti di legge e ad applicare correttamente la normativa europea, si effettuano approfondimenti su richiesta delle comunità riguardo alla conoscenza degli effetti di questi impianti di smaltimento. Non si capisce perché le comunità campane, oltre ad essere espostePag. 72ai pericoli per la loro salute dovuti alla mancanza di idonei impianti di smaltimento e ad una gestione scellerata degli stessi, non abbiano il diritto di essere rassicurate rispetto ad eventuali pressioni ambientali esercitate da inceneritori e discariche.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 11.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 432
Astenuti 24
Maggioranza 217
Hanno votato
181
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 11.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato
207
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 12.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, anche in questo caso sinceramente non si capisce la contrarietà della maggioranza sull'emendamento in esame, perché è stabilita nella relativa disposizione la possibilità per i capi missione, rispetto a tutta una serie di attività, di crediti, di costruire dei percorsi (ciò riguarda soprattutto quelle società private che hanno gestito gli impianti) per cercare di addivenire alle necessarie attività solutorie nei confronti di questi crediti.
Mi risulta inoltre - ne sono testimone diretto perché prima dirigevo l'agenzia ambientale della regione Emilia Romagna - che vi sia un credito di oltre 300 mila euro rispetto a dei progetti di raccolta differenziata realizzati allora su richiesta dei commissari straordinari.
Quindi, quanto si chiedeva con questo emendamento era di parificare il trattamento di queste società private con quello di eventuali amministrazioni pubbliche o di agenzie pubbliche che ad oggi ancora vantano questi crediti e che continuano a iscriverli in bilancio. Non si capisce perché per questi soggetti non si possano costruire gli stessi percorsi privilegiati delegati ai capi missione che, invece, si costruiscono nei confronti delle agenzie e delle società private.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 12.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 73
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 430
Astenuti 23
Maggioranza 216
Hanno votato
182
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che la deputata Petrenga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a me pare che sia giusto rilevare che stiamo lavorando positivamente di giovedì pomeriggio, anzi ormai sera, su un provvedimento atteso e importante, sul quale sono stati trovati anche momenti di lavoro comune che finora hanno dato frutto ed esito positivo su alcune parti del provvedimento.
Vorrei a questo punto fare presente una questione alla Presidenza e, inoltre, ai colleghi della maggioranza e vorrei richiamare anche l'attenzione del Governo, dal momento che oggi per tutta la giornata non ha seguito i nostri lavori il Ministro per i rapporti con il Parlamento e, quindi, sono costretto a chiedere ai sottosegretari presenti un minimo di attenzione. È positivo che abbia partecipato il sottosegretario Bertolaso, però non ho visto un solo Ministro seguire i nostri lavori.
Ma non è tanto questa la questione che voglio esporre. È piuttosto il fatto che, da oltre un'ora, la maggioranza non dispone di un numero di voti - almeno contando le luci rosse che appaiono sul tabellone - superiore a 248.
Il numero legale è 266: è del tutto evidente che - non ho controllato, non rientra nel mio ruolo, ma in quello della Presidenza che può constatare il fatto anche attraverso la verifica delle tessere, se lo intende fare - la maggioranza non è esattamente presente in questo numero. Non è presente in un numero pari a 248 ma in una consistenza assai inferiore: si avvicina più al numero di 200.
È del tutto evidente che questo provvedimento del Governo riguardante i rifiuti della Campania è un decreto-legge che sta per essere approvato dall'Assemblea con il contributo decisivo dell'opposizione.
Credo che il Governo debba tenere presente questo aspetto e anche che, se si vuole continuare, deve essere posta un'attenzione assai maggiore alle proposte e al merito, anche per quanto riguarda quelle proposte di rielaborazione e di emendamento del testo che vengono da questa parte.
Infatti, diversamente, vorrei che si riflettesse su quanto debba gravare sull'opposizione il buon funzionamento delle istituzioni parlamentari e di questa Camera e su quanto, invece, ciò debba essere rimesso ad una maggioranza che oggi, ormai da più di un'ora, non è in grado di garantire il numero legale e quindi la consistenza numerica necessaria per l'approvazione di un decreto-legge del Governo che essa sostiene. Le chiedo, signor Presidente, di provvedere in merito (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, non ho capito il contenuto della sua domanda: sta chiedendo la verifica del numero legale?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ritengo che spetti a lei valutare il senso del mio intervento e decidere se provvedere o meno ad una verifica delle schede.

PRESIDENTE. Questo è diverso, non è una richiesta di verifica del numero legale.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceroni 12.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.Pag. 74
(Segue la votazione).
A votazione aperta, prego i deputati segretari di verificare il corretto andamento della votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente)
Invito gli uffici a tener conto del fatto che i segretari sono presenti. Comunque, terremo aperta la votazione fino al loro ritorno.

ANTONELLO IANNARILLI. Girati! Non puoi stare di spalle!

UGO LISI. Presidente, guardi da quella parte!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Di là, Presidente, guardi di là!

PRESIDENTE. Invito tutti a collaborare con gli onorevoli segretari e a rinunciare ad atteggiamenti goliardici, non consoni alla dignità di quest'Aula né alla dignità della funzione che ricopriamo.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 273
Astenuti 149
Maggioranza 137
Hanno votato
3
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Lamorte ha segnalato che non è riuscito a votare.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, chiedo di intervenire per due questioni. Già facciamo fatica ad approvare misure importanti perché vi sono, giustamente, posizioni contrastanti su molti emendamenti. Chiederemmo a lei, come Presidente di turno dell'Assemblea, di aiutarci ad accelerare questo percorso. Se lei si mette a discutere con il collega Quartiani sulla verifica del numero legale, che non è prevista dal Regolamento della Camera, bensì da quello del Senato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Prego di far continuare l'onorevole Bocchino.

ITALO BOCCHINO. Se dà l'opportunità all'opposizione di chiedere una misura che non è prevista dal Regolamento della Camera, ma da quello dell'altro ramo del Parlamento, da cui lei proviene (quindi, forse, da qui la reminescenza), ciò complica la situazione.
L'altra questione è relativa alla votazione aperta. Le dico, a nome del mio gruppo, che è inaccettabile una gestione delle votazioni come questa. Lei ha il dovere, ancor prima del diritto, di far eseguire la verifica delle schede dai segretari. Lo può fare in ogni votazione, può anche mettere i segretari nei corridoi come se fossero dei carabinieri, ma non può tenere - perché non è previsto dalla prassi di quest'Aula - la votazione aperta per un minuto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), come se fossimo degli scolaretti, per venire a vedere dove abbiamo messo la merendina per la ricreazione! Questo è inaccettabile per la dignità dell'Aula e per il rispetto della prassi di questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Per favore, lasciate parlare l'onorevole Bocchino. Prego, onorevole.

ITALO BOCCHINO. La prego, signor Presidente, di mettere in atto tutti gli strumenti per verificare che nessuno voti se non per se stesso. La prego, altresì, di non trattarci come se fossimo degli scolari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, le devo far osservare che la verifica delPag. 75numero legale è prevista dall'articolo 46, comma 4, del Regolamento della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Per prassi, tale verifica è assorbita dalla votazione elettronica. Non mi sono messo a discutere con l'opposizione di tale materia. Ho semplicemente domandato se chiedevano o no la verifica del numero legale: non l'hanno chiesta e siamo andati avanti.
Al contrario, per quanto riguarda il controllo delle votazioni, mi dicono che è prassi di questa Camera procedere al controllo anche a votazione aperta e, fin quando questa è la notizia che avrò, mi sentirò autorizzato a farlo. Vorrei, dunque, invitare tutti a collaborare.
Sarebbe gravissimo se qualche gruppo coprisse suoi deputati, i quali votano per loro colleghi, falsando l'espressione della volontà popolare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). Su questo, chiedo che vi sia l'unanimità morale del Parlamento nel condannare queste pratiche e nel facilitare tutte le operazioni che verranno decise per garantire l'effettiva corrispondenza del voto alla volontà espressa attraverso le elezioni dal popolo italiano, perché ci si prende in giro (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) qualora si tenti di falsare la volontà del popolo italiano che ha eletto quel deputato perché esprimesse il proprio voto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ancora su questo tema? Basta! Comunque, se insiste, ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei che, in quest'Aula, si evitasse di urlare tutte le volte che si chiede di chiarire quali siano le modalità, sia dal punto di vista formale e regolamentare, sia dal punto di vista dell'impegno politico dei gruppi parlamentari, di procedere nei nostri lavori. Pertanto, questo è un richiamo che rivolgo, prima di tutto, a me stesso e al mio gruppo, ma, se mi consentite, più che un richiamo, è una richiesta di comportamento comune che rivolgo anche ai gruppi e ai presidenti dei gruppi della maggioranza.
Al riguardo, desidero ringraziare il Presidente per quanto concerne il tema che abbiamo trattato in precedenza sull'ordine dei lavori, per la chiarezza e l'equilibrio con cui sta conducendo i lavori dell'Aula parlamentare e, da questo punto di vista, intendo chiudere quella vicenda.
Al contrario, desidero chiarire un fatto: ribadisco che nessuno di noi sta sfuggendo alle proprie responsabilità di rappresentante del popolo italiano e mi rivolgo all'onorevole Bocchino: noi stiamo in Aula...

ITALO BOCCHINO. E andatevene!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. ...nonostante la maggioranza sia abbondantemente al di sotto del numero legale necessario a garantire che un provvedimento venga varato. Infatti, se noi dovessimo tenere un atteggiamento diverso - di abbandono dell'Aula - come spesso l'opposizione ha fatto nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), indipendentemente dal merito delle questioni che stiamo discutendo, voi dovreste apprezzare che non siete in numero sufficiente per continuare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) e dovreste, a questo punto, prendere atto che si dovrebbe rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla settimana prossima!
Pertanto, chiedo alla maggioranza e al Governo di apprezzare il fatto che l'opposizione garantisce il funzionamento di questa istituzione, il lavoro dell'Aula e che, per quanto riguarda la richiesta avanzata dal sottoscritto a nome del gruppo che rappresenta - ossia la verifica delle schede - essa è stata compiuta esattamente con le stesse modalità con cui il Presidente Casini (che apparteneva alla maggioranza di centrodestra, della quale oggi l'onorevole Bocchino fa parte) era comunque solito adottare (Applausi dei deputati dei gruppi PartitoPag. 76Democratico e Italia dei Valori), proprio garantendo che il voto fosse un voto palese, preciso e garantito, e in modo tale che ad ogni parlamentare corrispondesse un voto, ad una scheda. Il Presidente Casini svolgeva questa verifica nel corso della votazione!
Pertanto, debbo apprezzare anche questo fatto, e cioè che ancora oggi si addotta una pratica che si basa su precedenti. Vede, dunque, onorevole Bocchino, a cosa servono i precedenti di cui discutevamo prima: i precedenti sono non solo prassi, ma diventano forma e regole che garantiscono il funzionamento democratico dei nostri lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Stradella 12.101.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 12.101, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea, e sul quale ricordo che la V Commissione (bilancio) ha espresso parere contrario; devo segnalare ciò perché questo potrebbe portare, poi, a problemi nel momento in cui il Presidente della Repubblica dovrà firmare il provvedimento.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 419
Astenuti 29
Maggioranza 210
Hanno votato
204
Hanno votato
no 215).

Prendo atto che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Saglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Rosato ha segnalato che erroneamente ha votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 13.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, con questa richiesta di modifica del comma si riprende il ragionamento sull'articolo 13 che il Ministro ci aveva presentato in Commissione sul tema dell'informazione e della partecipazione dei cittadini e che sembrava molto caro.
Nella proposta in esame (anche in questo caso, non si capisce perché non sia stato accettato), si chiedeva semplicemente di seguire le prassi politiche più comuni all'interno dell'Unione europea e, quindi, di seguire nei percorsi di informazione e, soprattutto, di coinvolgimento dei cittadini, la metodologia dei processi di Agenda 21 locale che era, tra l'altro, una metodologia già richiamata dal decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito in legge dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290. Si chiedeva semplicemente di aggiungere tale annotazione, che ci sembrava potesse rappresentare un piccolo tassello per riportare alla situazione di normalità che, in parte, il decreto-legge al nostro esame mira a raggiungere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 13.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
196
Hanno votato
no 249).

Pag. 77

Prendo atto che i deputati Giacomoni, Biasotti e Testoni hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che il deputato Pugliese ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 13.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, rispetto allo stesso tema, che in questo caso è rivolto all'informazione, le numerose deroghe previste nel decreto-legge, ovviamente tutte nella logica dell'urgenza e dell'efficienza, non permettono, di fatto, ai cittadini di conoscere e seguire le vicende che riguardano la costruzione e, soprattutto nei primi tempi, la funzione degli impianti. All'articolo 13 si sottolinea la necessità di informare i cittadini.
Per quanto riguarda questo aspetto, visto che il disposto legislativo non cita alcuna deroga, allo stato attuale è in vigore una normativa, il decreto legislativo n. 195 del 2005, a firma del Governo Berlusconi, che recepisce la decisione 2005/370/CE del Consiglio dell'Unione europea. Tale decisione riprende la Convenzione di Árhus in materia di accesso all'informazione e partecipazione dei cittadini e accesso alla giustizia in materia ambientale.
Al fine di raggiungere l'obiettivo, la Convenzione propone di intervenire in tre settori: assicurare l'accesso al pubblico all'informazione sull'ambiente detenuta dalle autorità pubbliche; favorire la partecipazione dei cittadini all'attività decisionale avente effetti sull'ambiente; estendere le condizioni per l'accesso alla giustizia in materia ambientale. Il secondo aspetto della Convenzione, pertanto, riguarda la partecipazione del pubblico al processo decisionale. Recita la Convenzione che tale partecipazione deve essere assicurata attraverso la procedura di autorizzazione di determinate attività, principalmente di tipo industriale, che vengono riportate nell'allegato 1, all'articolo 5: impianti di incenerimento, recupero e trattamento chimico discarica di rifiuti pericolosi, impianti di incenerimento di rifiuti urbani con capacità superiore a tre tonnellate l'ora; impianti per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi e, in buona sostanza, anche gli impianti che qui sono citati.
Poiché non ne è stata prevista la deroga, credo che tali norme debbano essere rispettate. Inoltre, chiediamo di sottolineare che l'informazione ambientale non debba essere a senso unico, cioè proveniente solo dal sottosegretario di Stato verso i cittadini, ma che a questi sia garantita - così come richiesto dalla normativa europea e così come recepito, lo ripeto, n. 195 del 2005, emanato dal decreto legislativo sotto il Governo Berlusconi - la possibilità di accedere agli atti e di conoscere tutte le questioni che riguardano pressioni ambientali sul proprio territorio.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, rispetto allo stesso tema, che in questo caso è rivolto all'informazione, le numerose deroghe previste nel decreto-legge, ovviamente tutte nella logica dell'urgenza e dell'efficienza, non permettono, di fatto, ai cittadini di conoscere e seguire le vicende che riguardano la costruzione e, soprattutto nei primi tempi, la funzione degli impianti. All'articolo 13 si sottolinea la necessità di informare i cittadini.
Per quanto riguarda questo aspetto, visto che il disposto legislativo non cita alcuna deroga, allo stato attuale è in vigore una normativa, il decreto legislativo n. 195 del 2005, a firma del Governo Berlusconi, che recepisce la decisione 2005/370/CE del Consiglio dell'Unione europea. Tale decisione riprende la Convenzione di Árhus in materia di accesso all'informazione e partecipazione dei cittadini e accesso alla giustizia in materia ambientale.
Al fine di raggiungere l'obiettivo, la Convenzione propone di intervenire in tre settori: assicurare l'accesso al pubblico all'informazione sull'ambiente detenuta dalle autorità pubbliche; favorire la partecipazione dei cittadini all'attività decisionale avente effetti sull'ambiente; estendere le condizioni per l'accesso alla giustizia in materia ambientale. Il secondo aspetto della Convenzione, pertanto, riguarda la partecipazione del pubblico al processo decisionale. Recita la Convenzione che tale partecipazione deve essere assicurata attraverso la procedura di autorizzazione di determinate attività, principalmente di tipo industriale, che vengono riportate nell'allegato 1, all'articolo 5: impianti di incenerimento, recupero e trattamento chimico discarica di rifiuti pericolosi, impianti di incenerimento di rifiuti urbani con capacità superiore a tre tonnellate l'ora; impianti per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi e, in buona sostanza, anche gli impianti che qui sono citati.
Poiché non ne è stata prevista la deroga, credo che tali norme debbano essere rispettate. Inoltre, chiediamo di sottolineare che l'informazione ambientale non debba essere a senso unico, cioè proveniente solo dal sottosegretario di Stato verso i cittadini, ma che a questi sia garantita - così come richiesto dalla normativa europea e così come recepito, lo ripeto, dal decreto legislativo n. 195 del 2005, emanato sotto il Governo Berlusconi - la possibilità di accedere agli atti e di conoscere tutte le questioni che riguardano pressioni ambientali sul proprio territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 13.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato
195
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento del Governo 13.100, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 78
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
432
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che il deputato D'Amico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 14.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, prendo la parola solo per fare riferimento al fatto (anche perché in Commissione di questo argomento avevamo parlato e c'era l'intenzione di riflettere fino in fondo su di esso da parte della maggioranza) che l'articolo 14 dispone che le ordinanze adottate a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, nonché i decreti concernenti l'organizzazione del Dipartimento della protezione civile, non siano soggetti al preventivo controllo di legittimità della Corte dei conti.
Il nostro emendamento chiede soltanto che gli atti assunti con riferimento a questo decreto-legge, cioè al tema dell'emergenza rifiuti in Campania, non siano soggetti a preventivo controllo di legittimità della Corte dei conti. Si tratta di un tema che ha, come sappiamo, connessione con lo svolgimento di provvedimenti urgentissimi, ma non vorremmo che, ai sensi dell'articolo 14, tutti i provvedimenti della protezione civile, sia in riferimento alle ordinanze di emergenza ma anche alla gestione dei grandi eventi, non fossero soggetti alle procedure ordinarie, cioè al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti. Riteniamo che questa sia una norma di interpretazione autentica e faccia riferimento anche al buonsenso, e a tutto quello che, rispetto ad altre passate gestioni, è anche stato richiamato in quanto alla verifica della spesa e alla competenza della Corte dei conti.
Per questo faccio appello alla maggioranza che, anche nella discussione in Commissione, aveva ritenuto valida l'obiezione che pongo nel mio emendamento 14.101, e chiedo di votare a favore di esso (I deputati Barbato e Scilipoti mostrano dei cartelli recanti immagini fotografiche).

PRESIDENTE. Scusi, onorevole, se la interrompo: in Aula non si espongono cartelli. Chiunque abbia avuto questa cattiva idea è pregato immediatamente di ripiegarli.

RAFFAELLA MARIANI. Chiedevo quindi che si riflettesse sul fatto che l'aggiunta, che noi facciamo nell'emendamento, che fa riferimento al presente decreto-legge, quindi solo alla questione dell'emergenza rifiuti in Campania, è una norma di buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 14.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato
211
Hanno votato
no 256).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 15.150.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, prendo la parola brevemente, ma penso possa interessare tutta l'Aula.
C'è un problema legato alla tutela giurisdizionale dei diritti, soprattutto quei diritti che vogliamo tutelare rispetto alPag. 79cittadino e rispetto alle situazioni accertate con sentenze passate in giudicato. Questa norma, soprattutto l'ultima parte che fa dichiarare inefficaci i pignoramenti già notificati, è un attentato alla stabilità della certezza del diritto.
Ci troviamo di fronte a cittadini che hanno crediti accertati, con sentenze passate in giudicato, relativamente a debiti che lo Stato ha in maniera conclamata inadempiuto; ci poniamo il problema di tutela del diritto di credito, quando questo è già stato concretamente eseguito con un pignoramento fruttuoso. Non ha senso che ex lege l'aspettativa del cittadino di essere pagato dallo Stato venga frustrata, con l'inefficacia di pignoramenti già notificati.
Capisco che possa essere decretata la impignorabilità ex nunc per le somme destinate all'emergenza dei rifiuti, ma non è ammissibile che la stessa finalità venga perseguita facendo strame dei diritti del cittadino allorché questi siano assistiti da titolo esecutivo già notificato e con un pignoramento già utilmente iniziato.
Inoltre, vi è anche il problema delle spese legali che si sostengono per farsi forte dei propri diritti. Tutto ciò viene disatteso con la norma che il Governo chiede di approvare. Si tratta di una norma che attenta anche alla credibilità del sistema giudiziario e dello Stato di diritto. Quando lo Stato si pone allo stesso livello del cittadino non può in un secondo momento, con un decreto-legge, tradirne le attese rendendo inadempiente con una patente di legalità chi invece deve assolvere i propri debiti.
Perciò, l'emendamento in esame non dispone altro che salvare l'efficacia dei pignoramenti già notificati rispetto ad uno Stato che deve per primo rispondere positivamente alle proprie obbligazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 15.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 444
Astenuti 26
Maggioranza 223
Hanno votato
183
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Piffari 16.1 e Libè 16.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, chiediamo l'abrogazione dell'articolo 16, perché si individuano norme che dispongono dei passaggi impropri di dirigenti per il reclutamento del personale, scavalcando ogni criterio di meritocrazia disposto in funzione di selezione del personale tramite concorsi idonei e adeguati a selezionare il personale che è idoneo allo specifico intervento di emergenza. Nel caso di specie, invece, applichiamo delle procedure di stabilizzazione e di assunzione, che utilizzano ancora una volta il sistema di premiare gli amici ispirandoci al modello delle regioni Sicilia, Calabria e Veneto, perché è un sistema che si trova dappertutto.
È assolutamente sbagliato. Si dovrebbe avere il coraggio di affrontare la selezione del personale attraverso idonei concorsi e completarli con assunzioni che si concludono con contratti a tempo determinato, perché si tratta di un'emergenza e, al 31 dicembre 2009, l'emergenza deve chiudersi comprendendo anche i «carrozzoni» del personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, vorrei intervenire in ordine a tutti nostri emendamenti sull'articolo 16 rubandoviPag. 80un po' di tempo e vorrei che, per una volta, l'onorevole Bocchino ce ne desse atto.
L'articolo 16 ha poca attinenza con la materia che stiamo trattando. Può presentare anche una certa funzionalità, ma siamo davanti ad un problema grave che dimentica, ancora una volta, la storia dell'emergenza di cui stiamo discutendo. Due anni fa, quando l'allora dottor Bertolaso fu nominato commissario alla base di tale nomina vi erano due motivazioni: in primo luogo veniva presa in considerazione sicuramente la capacità personale nonché l'efficacia e l'efficienza della struttura; in secondo luogo, venne presa in considerazione anche una valutazione di tipo economico poiché vi era una persona capace e una struttura altrettanto capace e, pertanto, non si capiva il motivo per cui occorresse spendere nuovi fondi altrove, per cercare altre persone che probabilmente non erano allora disponibili.
Oggi, invece, con l'articolo 16 - ricordiamolo tutti e vi prego di ascoltarmi - procediamo alla promozione di 57 (comprendendo stabilizzazioni e promozioni) dipendenti e la trasformazione o assunzione di tre dirigenti e ciascuno di questi è pagato 250 mila euro l'anno. Invece non spendiamo un solo euro per le bonifiche né interveniamo a favore dei cittadini, vale a dire coloro che pagano - quelli che pagano - la tariffa e non hanno il servizio e quant'altro è stato detto in Assemblea.
Pertanto, ritengo che l'abrogazione totale - è vero ci sono anche i procedimenti - dell'articolo 16 sia solo un atto di educazione, di civiltà, di buon senso e di buona amministrazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piffari 16.1 e Libè 16.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 451
Astenuti 16
Maggioranza 226
Hanno votato
202
Hanno votato
no 249).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 16.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
205
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 16.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, in Commissione lavoro abbiamo svolto un'attenta disamina dell'articolo 16 del decreto-legge e riteniamo giusto, in piena coerenza con quanto già ha dichiarato sull'emendamento soppressivo dell'articolo 16 il collega Libè, che quest'Aula assuma pienamente consapevolezza dell'iniziativa legislativa in atto.
Essa è tesa ad immettere in ruolo, anche in soprannumero, personale non dirigenziale superando e non tenendo conto, a nostro giudizio, non soltanto della legislazione costituzionale, ma di quanto è maturato nel corso della storia di questa Repubblica e cioè che eventuali deroghe abbiano una limitazione molto puntuale e specifica.Pag. 81
Infatti, di norma, come prevede la Costituzione, è il concorso pubblico la forma generale ed ordinaria per il reclutamento del personale. Abbiamo condiviso e condividiamo le finalità sulla sicurezza relative al superamento della questione dei rifiuti; tuttavia, riteniamo francamente che non sia possibile, e che non sia nemmeno una forma corretta di Governo, affrontare in tal modo il problema, in una situazione in cui il dato è soprannumerario e non viene tra l'altro ben specificato.
Come hanno rilevato il servizio Bilancio dello Stato e il servizio Commissioni di questa Camera, anche riguardo alla quantificazione della spesa si potrebbero dire molte cose e presenteremo sul punto un ordine del giorno per una puntuale e migliore specificazione resa, anche successivamente, dal Governo.
Riteniamo che questa norma avrebbe dovuto almeno, come avevamo proposto in sede di Commissione lavoro, trovare una puntualizzazione e una specifica quantificazione sulla quale, anche per le situazioni emergenziali che stanno a monte, avremmo potuto, al limite, dire... vediamo, invece, che la maggioranza, il Governo e il relatore in questa direzione, nella Commissione di merito, non hanno tenuto conto delle nostre indicazioni ed oggi proponiamo alcuni emendamenti soppressivi, anche parziali. Vogliamo, infatti, che rimanga agli atti del dibattito parlamentare odierno che nel reclutamento del personale della pubblica amministrazione non si possono continuare a prevedere - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della Lega - norme di privilegio o di sanatoria.
Non togliamo niente alla capacità professionale dei lavoratori e dei funzionari del Dipartimento della protezione civile, ma non riteniamo, proprio in virtù della volontà di innovazione della pubblica amministrazione che il Governo ha assunto tramite le proposte presentate dal Ministro Brunetta, che questo modo di operare sia coerente e corretto. Per questa ragione voteremo a favorevole della proposta emendativa in esame (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 16.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
202
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Palagiano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 16.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
193
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Palagiano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 16.8 non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati deiPag. 82gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
253
Hanno votato
no 212).

Prendo atto che il deputato Vincenzo Antonio Fontana ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al relatore, onorevole Ghiglia, se intenda intervenire e dirci come ritiene sia opportuno proseguire i lavori, dandoci opportuni suggerimenti.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, lei, assegnandomi la grave responsabilità di riuscire, in queste condizioni, a fornire dei suggerimenti mi fa un grandissimo onore. Spero di esserne all'altezza...

PRESIDENTE. Lei sa quanto sia grande la mia stima nei suoi confronti.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. La ringrazio, signor Presidente. Chiederei, a questo punto, di sospendere la seduta e le chiedo il consenso di poter riunire il Comitato dei nove al piano Aula, nella Sala dei ministri.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore, sarebbe necessaria un po' di calma, stiamo assumendo una decisione procedurale importante.

ROBERTO GIACHETTI. Preliminarmente, prima che al banco del Governo si azzuffino, suggerirei di far avvicinare gli assistenti parlamentari. Seconda questione...

PRESIDENTE. Al banco del Governo si separi...

ROBERTO GIACHETTI. No, signor Presidente, li separino! Se li separano possiamo andare avanti, anche perché l'onorevole Menia è ben piazzato, mentre l'onorevole Moffa è un po' mingherlino (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Che vuoi?

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, vada avanti...

ROBERTO GIACHETTI. Noi ci occupiamo sempre dei più deboli!

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Che vuoi?

ROBERTO GIACHETTI. Signor sottosegretario, stia calmo. La vita è dura e soprattutto per chi sta al Governo! Stia calmo e andiamo avanti. Dopo potrà prendere la parola...

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Che vuoi?

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, prosegua nel suo intervento...

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il Governo è agitato...

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Che vuoi? Non mi devi insegnare nulla!

Pag. 83

EMANUELE FIANO. Stai calmo! Stai calmo! Rimettiti a sedere, torna al tuo posto (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, si rivolga alla Presidenza...

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le vorrei segnalare che il sottosegretario Menia mi sta minacciando, quindi le chiedo di verificare che rimanga al posto suo e che mi faccia parlare...

MAURIZIO BIANCONI. Sei un provocatore!

PRESIDENTE. Pare che il sottosegretario sia al suo posto...

ROBERTO GIACHETTI. Lo vedo che continua a minacciare! Signor Presidente, lo faccia stare silente! Lo faccia stare silente!

ANTONELLO IANNARILLI. Ma chi ti minaccia?

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la prego di proseguire nel suo intervento sull'ordine dei lavori e si rivolga alla Presidenza...

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei parlare con la serenità di chi vuole essere ascoltato e vengo interrotto dal sottosegretario! Quindi, la pregherei di richiamare il Governo. Signor Presidente, le vorrei dire che poiché ho sentito (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... c'è confusione, possiamo rimanere qui...

PRESIDENTE. Per favore! Ogni deputato ha il diritto di esprimere liberamente la sua opinione e di essere ascoltato.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, en passant le chiederei se nelle riserve della Camera vi sia del bromuro da distribuire nell'altra parte!
Signor Presidente, le stavo facendo presente che abbiamo due preoccupazione rispetto alla richiesta del collega Ghiglia. In primo luogo, la pregherei di darci una risposta formale in Assemblea, per chiarire se l'emendamento che abbiamo appena approvato era ammissibile, era possibile porlo in votazione e che, a questo punto, ci dia garanzie che alla ripresa non accada il successivo al precedente di prima, che speriamo non costituisca precedente. Infatti, in quest'Aula oggi è difficile avere certezza di ciò che accade (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quindi, vorremmo una parola chiara da lei per sapere se l'emendamento che abbiamo approvato faccia ora pienamente parte degli atti dell'Assemblea e delle decisioni che essa ha assunto.
Fatto questo, signor Presidente, vorrei farle presente che in due punti abbiamo divergenze con il relatore Ghiglia. Se vuole riunire il Comitato dei nove noi siamo assolutamente disponibili, è normale che lo faccia. Ma ci avete chiesto di approvare questo importante provvedimento al più presto, abbiamo collaborato, adesso se si sono prenotati degli aerei, si annullino. Noi oggi vogliamo concludere, come da accordo in Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Signor Presidente, le dico subito che siccome c'è un accordo in Conferenza dei presidenti di gruppo sulla base del quale è stato chiesto all'opposizione di fare un'opposizione responsabile e si è stabilito che si sarebbe votato, con le dichiarazioni di voto e il voto finale martedì, noi aspettiamo qui che si concluda la riunione del Comitato dei nove per concludere responsabilmente l'esame di questo provvedimento. Se qualcuno intende fare diversamente, le chiedo, signor Presidente, di non assumersi la responsabilità di andare contro gli accordi che ci sono stati fino a cinque minuti fa. Altrimenti si assumano la responsabilità di votare in Aula il rinvioPag. 84della seduta alla prossima settimana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ho molto apprezzato il suo senso dell'umorismo. Vorrei però ricordarle che questa Camera ha una guida preoccupata di far osservare i Regolamenti e degli uffici imparziali che questi Regolamenti fanno osservare. Errori possono capitare a tutti, ma non esiste il minimo dubbio del fatto che gli emendamenti presentati sono ammissibili. Questi emendamenti vengono regolarmente votati. Come avviene, e come sempre è avvenuto, un errore non basta per mettere in discussione né l'imparzialità della Presidenza, né l'efficienza degli uffici.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, non era mai capitato finora, e temo che non replicherò in futuro, ma visto che l'onorevole Giachetti mi ha convinto, penso che potremmo finire di votare gli emendamenti riferiti all'articolo 16 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Tuttavia vorrei dire all'onorevole Giachetti che avremmo dovuto procedere comunque ad una richiesta di sospensione e ad una riunione del Comitato dei nove perché ci sarà una riformulazione di un emendamento all'articolo 17; ciò anche per poter dare il tempo all'Aula di presentare eventualmente dei subemendamenti.

ROBERTO GIACHETTI. E noi siamo qua!

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. In ogni caso, vista la volontà prevalente dell'Aula a cui volentieri accedo, possiamo continuare e terminare di votare gli emendamenti relativi all'articolo 16 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per segnalarle (visto che da una parte arrivano soltanto le segnalazioni rispetto agli interventi verbali dell'onorevole Barbato) che a me, che da qualche anno seggo in quest'Aula, non era mai capitato di vedere quello che ho visto stasera.
In genere, in passato qualche intemperanza è partita dai banchi del Parlamento verso il Governo. Stasera abbiamo assistito ad un sottosegretario che è andato verso il Comitato dei nove ad inveire contro un rappresentante del Parlamento, contro un rappresentante del Comitato dei nove, contro la libera espressione di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)!

GIUSEPPE CONSOLO. Non è vero!

FABIO EVANGELISTI. La prego di segnalare il fatto al Presidente della Camera, di acquisire le registrazioni e di prendere provvedimenti conseguenti, a tutela della dignità di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Avremo la massima cura della dignità di quest'Aula, anche se forse possono esserci valutazioni differenti sul comportamento a cui lei fa riferimento.

DONATO BRUNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, purtroppo devo farle notare - e me ne dispiace, conoscendo la sua correttezza e la sua preparazione - che durante la gestione della sua Presidenza accadono dei fatti incresciosi. Tanto non mi mettetePag. 85paura, sono abituato alla contestazione (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, si rivolga alla Presidenza. Prego di non interrompere.

DONATO BRUNO. È proprio a lei che mi rivolgo, Presidente.
Signor Presidente, lei ha permesso che il collega Giachetti, che tutti conosciamo e a cui siamo anche affezionati, il cui linguaggio è forbito e colorito come il mio - ma non in questa sede - si rivolgesse al Governo come se parlasse con il fratello e si rivolgesse a lei dicendole cosa deve fare e cosa non deve fare. Credo che lei non possa consentirlo. Qui non si tratta di prassi costituzionale, è un sistema che non va bene. È necessario che ci mettiamo d'accordo: se la Presidenza è la Presidenza di tutti, allora dobbiamo il rispetto al Presidente, lo dobbiamo noi e lo dovete voi, opposizione e maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non vi potete permettere di attaccare il Governo solo perché un emendamento è stato approvato in quanto la Lega ha ritenuto di poterlo votare, poiché lo può fare legittimamente. Potete esultare, ma non potete rivolgere attacchi, dal momento che vi è il resoconto della seduta, e mi auguro che i resocontisti possano aver scritto esattamente ciò che lei, onorevole Giachetti, ha detto nei confronti del Governo. Quindi, ribaltare la situazione, come fa l'onorevole Costantini, che è molto abituato a compiere questa operazione di travisamento dei fatti (Commenti)... mi creda, Costantini, la smetta di fare il primo della classe...

ANDREA LULLI. Impara i nomi!

DONATO BRUNO. Mi scuso, onorevole Evangelisti: segua i lavori dell'Aula con attenzione, e poi si renderà conto che è da quella parte che provengono gli attacchi, le accuse e i derisi, non solo al Governo ma anche alla Presidenza della Camera. Questo non è consentito, né a lei, né a nessuno di noi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bruno.

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, con tutta la stima che porto per il presidente Bruno, non è utile per nessuno cercare di modificare le cose che sono accadute in quest'Aula dove, improvvisamente, a seguito di un voto che ha visto la maggioranza battuta, di fronte ad una richiesta legittima dell'onorevole Giachetti di poter intervenire per spiegare la nostra posizione circa il prosieguo dei lavori, abbiamo assistito a degli atteggiamenti non qualificabili da parte di un componente del Governo, che dai banchi del Governo si è alzato e ha minacciato l'onorevole Giachetti (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo è accaduto e su questo fatto vi è stata la richiesta da parte dell'onorevole Giachetti di intervento da parte del Presidente. Questo è quanto è avvenuto in quest'Aula, che è stato visto da tutti. Chiudiamo questa partita, avendo tutti la consapevolezza che la correttezza è qualcosa che deve riguardare tutti e non può essere chiesta solamente a noi, che con la nostra presenza dimostriamo il massimo di responsabilità di fronte ad un provvedimento che tutto il Paese attende, anche se noi non lo condividiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Mi pare saggio il suggerimento di chiudere questa discussione incidentale e di tornare al nostro obiettivo fondamentale.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 86

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, l'onorevole Bruno sa che...

GIUSEPPE CONSOLO. Scusi, signor Presidente, ma non dovevamo chiudere?

PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, onorevole Vietti. Quando un gruppo parlamentare chiede la parola per una discussione di questo tipo la Presidenza è tenuta a dare la parola. Prosegua, onorevole Vietti.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. La ringrazio, signor Presidente. Francamente non mi convince molto questo tentativo di fare un ribaltamento continuo dei ruoli e delle parti. Il presidente Bruno sa che personalmente lo stimo, però sinceramente non ho capito il senso del suo intervento, che è partito con un attacco alla Presidenza, dicendo addirittura che sotto questa Presidenza sarebbero successi o succederebbero eventi in qualche modo negativi o censurabili, salvo poi richiamarci tutti al dovere di essere rispettosi e corretti nei confronti della Presidenza.
Mi permetto di accogliere la seconda parte della raccomandazione del presidente Bruno, pensando che nella prima vi sia stato un intervento di eccesso di zelo, per difendere alcuni comportamenti che - questi sì - mi sono sembrati censurabili. Tutto ciò è avvenuto in una giornata in cui - vorrei ricordarlo - forse l'elemento davvero negativo non è stato rappresentato da qualche intemperanza verbale, ma al fatto che una votazione regolarmente avvenuta in quest'Aula su un emendamento è stata annullata senza che venissero fornite giustificazioni convincenti e rispetto alla quale ancora siamo in attesa delle risposte che abbiamo sollecitato (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Aggiungo, se i colleghi della maggioranza me lo permettono, che mentre le votazioni si svolgevano comunque in un clima di collaborazione, tutto sommato sereno e con un dibattito sul merito degli argomenti, un intervento del vicepresidente del gruppo del Popolo della Libertà ha contribuito ad accentuare i toni polemici della discussione, preparando anche il clima surriscaldato verificatosi successivamente.
Comunque, non stiamo a fare la gara tra chi si è comportato meglio o peggio, o tra chi può dare lezioni agli altri. L'opposizione ha detto che responsabilmente è qui per continuare l'esame dell'emendamento: Presidente, per quanto ci riguarda, procediamo pure nei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che se mi si richiama (ed è corretto) perché ho ecceduto nei confronti del collega Dussin (ma questo è un fatto che attiene al nostro rapporto personale) è vero, ma che mi si accusi di aver minacciato qualcuno dall'altra parte (come ho sentito poc'anzi dire) è di una falsità straordinaria e spaventevole e non lo accetto proprio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. A seguito dell'approvazione dell'emendamento Piffari 16.8 risultano preclusi gli emendamenti Libè 16.9, Brandolini 16.13 e Libè 16.14.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Damiano 16.15, Paladini 16.16 e Libè 16.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento che abbiamo presentato ha l'obiettivo di cancellare il comma 2 dell'articolo 16, comma che prevede di inquadrare nelPag. 87ruolo speciale dei dirigenti di prima fascia i titolari di incarico di prima fascia presso il dipartimento della protezione civile che abbiano maturato, alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, almeno cinque anni di anzianità nell'incarico.
Chiediamo la soppressione del comma 2, in quanto si evidenziano nell'articolato evidenti e manifesti vizi di legittimità. In modo particolare è evidente la violazione della legge sull'accesso al ruolo dirigenziale che prevede soltanto il concorso pubblico, riservando a particolari casi la possibilità di stipulare un contratto a tempo determinato che, però, non può mai trasformarsi in tempo indeterminato.
È evidente la violazione della legge sul ruolo dirigenziale che prevede l'obbligo di diploma di laurea di cui il testo, invece, non fa alcuna menzione. È evidente la violazione della giurisprudenza costituzionale ed amministrativa del Consiglio di Stato in materia. È, altresì, evidente la violazione dell'articolo 51 della Costituzione in relazione all'articolo 97 della Costituzione che statuisce come l'accesso ai pubblici impieghi debba avvenire mediante concorso pubblico in condizione di eguaglianza tra i cittadini.
Quindi, con le disposizioni di cui al comma 2, laddove si stabilisce di inquadrare nel ruolo di dirigenti di prima fascia i titolari di incarichi con almeno cinque anni di servizio, si compie un atto squisitamente illegittimo. Ripeto e sottolineo che è evidente quanto sia forte la violazione della legge sull'accesso al ruolo dirigenziale che prevede il solo concorso pubblico, mentre in questo specifico caso il personale assunto a tempo determinato, per il solo fatto di aver avuto cinque anni di contratto, può transitare nei ruoli dello Stato come dirigente.
Si tratta in sostanza, signor Presidente e onorevoli colleghi, di una super sanatoria illegittima di super precari, basata non sui meriti acquisiti mediante concorso pubblico aperto a tutti - e che, quindi, premia i migliori e i più meritevoli - ma basata invece sulla sola anzianità, acquisita in posti e ruoli a tempo determinato senza concorso o con una selezione riservata.
Su tale punto abbiamo chiesto al Ministro Brunetta in Commissione lavoro - laddove il Ministro stesso ci ha presentato sostanzialmente il progetto di riforma della pubblica amministrazione - quale fosse il suo parere su tale articolo, considerato che la battaglia del Ministro Brunetta e dell'intero Governo per la riforma della pubblica amministrazione sembra andare in primo luogo in senso meritocratico. Abbiamo chiesto il suo parere tenuto conto del fatto che state utilizzando in modo pretestuoso l'emergenza rifiuti in Campania per inserire norme che, invece, contraddicono qualsiasi criterio meritocratico.
Il Ministro Brunetta ci ha detto, in modo imbarazzato e molto chiaro, di non essere d'accordo. Mi chiedo, pertanto - e chiedo alla maggioranza - se vi siete accorti che approvare la norma in questione, da una parte, produce una «super-sanatoria» illegittima e, dall'altra, assume anche il significato politico di smentita e mancata conferma del lavoro di un Ministro.
Ribadisco che chiediamo la soppressione del comma 2 dell'articolo 16, in quanto esso lede i principi fondamentali delle norme che riguardano l'accesso alla pubblica amministrazione e in quanto esso risulta una «super-sanatoria» illegittima. Questa norma viene proposta nel momento in cui, da parte del Governo, sono operati tagli ingenti nei confronti degli enti locali e nel momento in cui lo stesso Ministro Brunetta e il Governo propongono il blocco pressoché totale del turn over, mettendo in ginocchio gli enti locali. Credo che la soppressione di questa norma sia importante per restituire sostanzialmente alla pubblica amministrazione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DONELLA MATTESINI. Chiediamo, quindi, l'abrogazione del comma 2 e, conseguentemente, la modifica del comma 3Pag. 88(Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, insieme all'onorevole Porcino ho presentato l'emendamento 16.16 per farvi capire la gravità - che forse non avete compreso - del provvedimento in esame. Vorrei farvi riflettere veramente - al di là della procedura, dei vizi di legittimità e della violazione della legge sulla dirigenza - sul fatto che vi sono molti lavoratori pubblici che, per ottenere un avanzamento, non solo devono vincere un concorso ed essere laureati, ma addirittura devono attendere l'esito di un consiglio di amministrazione, e per avere la precedenza per l'avanzamento alla dirigenza devono avere accumulato anni e anni di anzianità.
Al di là del fatto che si tratta di una norma ad personam (bastava che scriveste il nome), nella disposizione in esame si prevede che una sola unità dirigenziale ottenga un avanzamento senza alcun criterio, senza che la stessa abbia alcun requisito e senza seguire alcuna modalità concorsuale. Al di là del fatto che tutti gli impiegati pubblici ottengono avanzamenti o tramite le organizzazioni sindacali o attraverso la legge, è una vergogna che il Parlamento, oggi, approvi questa norma, concedendo una sanatoria ad una persona che non si conosce, in assenza di requisiti e praticamente in violazione della Costituzione. È un atto illegittimo! Siamo di fronte a pubbliche amministrazioni. Vorrei far riflettere, pertanto, sul fatto che nella norma in esame si prevede l'avanzamento di una persona assolutamente priva di ogni requisito! Addirittura per gli enti pubblici e per le pubbliche amministrazioni sono previsti i consigli di amministrazione!
Vi prego di rivedere e di valutare questo aspetto, perché era da molti anni - almeno quindici - che un avanzamento di una singola persona attraverso la pubblica amministrazione non veniva operato dal Parlamento, ope legis, ossia per legge. Si torna veramente indietro di quindici anni, approvando una legge ad personam, a favore di una persona, in violazione di qualsiasi titolo costituzionale, normativo e di legittimità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 16.15, Paladini 16.16 e Libé 16.17, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato
204
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 16.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, il decreto-legge in esame nasce per fronteggiare, con misure straordinarie, l'emergenza dei rifiuti in Campania. Da ciò si dovrebbe evincere in modo chiaro, se la logica si affermasse anche in quest'Aula, che gli interventi proposti, anche in materia di assunzioni, si collocano e dovrebbero collocarsi in un'area e in un tempo ben determinato.
Da ciò risulta ovvio che anche l'inquadramento stesso del personale dirigentePag. 89dovrebbe e deve avere una durata temporale corrispondente allo stato di emergenza di cui al decreto-legge in esame. Sottolineo l'incongruenza e la forte contraddizione tra l'articolato proposto dalla maggioranza e gli spot del Governo e di un Ministro, che, grattando la pancia agli italiani, ha definito fannulloni tutti i dipendenti pubblici, senza differenza alcuna: gli infermieri, le forze dell'ordine, gli insegnanti. Nel contempo, però, promette, dopo averli definiti fannulloni, che solo il merito e la responsabilità albergheranno nella pubblica amministrazione. C'è una grande contraddizione tra gli spot e le decisioni che il Governo sembra prendere e quanto, invece, oggi viene votato in quest'Aula. Infatti, le assunzioni di cui all'articolo 16, che, come detto prima, presentano evidenti e manifesti vizi di legittimità, rappresentano una contraddizione reale.
Nel Consiglio dei ministri avete presentato proposte che tagliano - spero che su questa materia riusciremo ad addivenire a soluzioni diverse - risorse importanti agli enti locali, alla sanità, alla salute, alla prevenzione e alla cura dei cittadini più deboli; compiendo un passo indietro e tornando al medioevo, volete dare la tessera, volete tornare alle ECA.
Avete tagliato risorse per l'ambiente e siete pronti a tagliare le risorse per i parchi, ma nel contempo siete sempre disponibili a trovare risorse, anzi direi a sprecare risorse, per assunzioni illegittime, che sono in contraddizione con le principali norme che regolano l'accesso al pubblico impiego.
Ho maturato l'esperienza di assessore al personale in due enti locali e ho imparato sulla mia pelle quanto le risorse umane siano fondamentali nella pubblica amministrazione, talvolta più importanti delle stesse risorse economiche.
Mentre si propone, da parte del Governo e, in particolare, da parte del Ministro un blocco pressoché totale del turn over, mettendo in ginocchio la pubblica amministrazione, costringendo e proponendo voi stessi un rafforzamento e una reintroduzione del precariato anche nella pubblica amministrazione, si approva questo articolato che, invece, prevede una super sanatoria illegittima di super precari, basata non sui meriti acquisiti mediante concorso pubblico aperto a tutti e che premia i migliori. Quindi, da questo punto di vista, chiediamo e proponiamo la modifica dell'articolo 16, prevedendo una temporaneità all'assunzione soltanto per il periodo corrispondente all'emergenza di cui tratta il decreto-legge in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 16.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
201
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, ritengo che sia il momento di interrompere i nostri lavori, anche perché - come avevo già preannunciato - vorrei chiederle una riunione immediata del Comitato dei nove, dovendo presentare una riformulazione di un emendamento. Si tenga presente che vi è la disponibilità, da parte del gruppo del Popolo della Libertà, a proseguire i lavori anche dopo la riunione del Comitato dei nove e che, se qualcuno lo richiede, ci sarà la necessità di prevedere i tempi per la presentazione deiPag. 90subemendamenti. Quindi, inevitabilmente dovremo procedere a un differimento della seduta, a meno che i gruppi all'interno del Comitato dei nove non rinuncino ai tempi per la presentazione dei subemendamenti.
Le chiedo, intanto, una sospensione per riunire immediatamente il Comitato dei nove. Se il Comitato dei nove ci dirà che possiamo procedere speditamente votando senza ulteriori interruzioni e senza la necessità di fissare i termini per la presentazione di ulteriori proposte emendative, possiamo anche andare avanti. Altrimenti, è evidente che dovremmo sospendere l'esame del provvedimento.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le ribadisco che siamo ovviamente consapevoli che vi può essere l'esigenza di riunire il Comitato dei nove sui restanti emendamenti. Vi è, però, l'articolo 18 sul quale si può andare avanti, e noi siamo per andare avanti questa sera. Se il relatore e la maggioranza intendono rinviare il seguito del dibattito alla prossima settimana chiediamo che su questo si esprima l'Assemblea.

PRESIDENTE. Devo intendere, onorevole Giachetti, che lei propone di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 17?

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome il relatore ci ha comunicato che, riunendosi il Comitato dei nove, potrebbe esserci una riformulazione dell'articolo 17 e che, in quel caso, occorrerà fissare i termini per la presentazione di ulteriori proposte emendative, nel frattempo, si può andare avanti con la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 18. Dopo la riunione del Comitato dei nove si può ritornare in Aula, fissare i termini necessari per la presentazione di nuove proposte emendative e concludere l'esame degli articoli 17 e 18. Come da accordi, si concluderà l'iter del provvedimento martedì con le dichiarazioni di voto e il voto finale. Se si sceglie una procedura diversa, semplicemente, chiediamo che sulla stessa vi sia un voto dell'Assemblea che è sovrana.

PRESIDENTE. Vorrei ricordare che con le riformulazioni diventa necessario anche il parere della Commissione bilancio. Non dimentichiamolo.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, come lei ha appena affermato esiste il problema del parere della Commissione bilancio. Ci convince a metà, ma accettiamo l'idea del collega Giachetti di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 17 e di votare i sei emendamenti riferiti all'articolo 18. Dopodiché, il Comitato dei nove si può riunire, si possono inviare alla Commissione bilancio le proposte emendative recanti le riformulazioni, si possono fissare i termini per i subemendamenti riferiti alle proposte emendative che modificano il testo dell'articolo 17 e martedì si potranno svolgere l'esame degli ordini del giorno e il voto finale. Quindi, procediamo così.
Se poi, invece, l'onorevole Giachetti sta facendo tutto ciò perché vuole che l'Aula sospenda i lavori, che si riunisca il Comitato dei nove per perdere un'ora, che vengano fissati i termini per la presentazione dei subemendamenti, per poi dirci questa sera alla dieci, una volta inviate le proposte emendative in Commissione bilancio, che loro erano disponibili ma la maggioranza non è stata in grado di procedere, sappia che abbiamo la necessaria esperienza parlamentare per affermare che questo non è possibile (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico).
La nostra proposta è quella di accantonare le proposte emendative riferite all'articoloPag. 9117 e di cominciare subito le votazioni degli emendamenti riferiti all'articolo 18.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare (Una voce dai banchi del Popolo della Libertà: ha già parlato!).

PRESIDENTE. È vero che l'onorevole Giachetti è già intervenuto, ma considerata la discussione, ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome ho fatto una proposta che non è quella che, un po' furbescamente, ha rappresentato il collega (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Per favore onorevoli, stiamo cercando di raggiungere un accordo.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, preciso di nuovo la mia proposta: non ho chiesto io - vorrei correggere l'onorevole Bocchino - la riunione del Comitato dei nove (naturalmente non potrei farlo), bensì il relatore del provvedimento, perché mi è parso di capire che esiste una riformulazione dell'articolo 17. A seguito della riformulazione dell'articolo 17 scattano i tempi, che stabilirà la Presidenza, per la presentazione dei subemendamenti alla proposta emendativa che modifica l'articolo 17. Noi accediamo a questa richiesta, non di Giachetti o del gruppo del Partito Democratico, ma del relatore del provvedimento.
Dopodiché, siamo pronti ad andare avanti - nel momento in cui il Comitato dei nove proporrà la nuova formulazione dell'articolo 17, con i tempi che stabilirà la Presidenza per la presentazione eventualmente di nostri subemendamenti - con l'esame dell'articolo 18 (non accantonando quindi le proposte emendative riferite all'articolo 17, ma proseguendo con gli emendamenti all'articolo 18). Questo è quello che noi chiediamo.
Per quanto riguarda la Commissione bilancio - l'onorevole Bocchino conosce la storia di quest'Aula, essendo la sua anzianità maggiore della mia - essendo tanti i presenti, molti saranno i componenti della Commissione bilancio. La Commissione si è riunita anche alle tre, alle quattro di notte quando è stato necessario; noi riconosciamo che esiste un'urgenza, e forse questa è l'unica vera urgenza esistente nei decreti-legge e che sono stati presentati fino adesso. Siamo a disposizione per onorare l'impegno che abbiamo assunto all'inizio della settimana ovvero concludere l'esame di tutto il provvedimento fino al momento delle dichiarazioni di voto e del voto finale che si svolgeranno martedì (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Se qualcuno viola questi impegni e così intende non onorarli se ne deve assumere la responsabilità in questa Aula. Non saremo certo noi a farlo: loro hanno i numeri per farlo e quindi lo facciano!

PRESIDENTE. A questo punto chiedo all'onorevole Ghiglia se mantiene la sua richiesta di sospensione.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, come ho cercato...

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Cota, parlerà dopo l'intervenuto dell'onorevole Ghiglia.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, rinuncio al mio intervento, eventualmente interverrò nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Cota, ha facoltà di parlare.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, noi oggi abbiamo svolto molte votazioni, quasi cento, e devo dire che il Parlamento ha lavorato, e ha anche lavorato bene per quanto ci riguarda. Devo ringraziare i colleghi, il sottosegretario Bertolaso e in generale il Governo per la disponibilità che hanno dimostrato nell'affrontare nel merito le proposte emendative ed il provvedimento. Per quanto ci riguarda,Pag. 92Presidente e colleghi, abbiamo cercato, durante tutta la discussione svolta sia in Commissione di merito sia in Aula, di affermare due principi.
Il primo è quello per cui, a fronte di questa grave situazione verificatasi a Napoli (che è un'emergenza per modo di dire poiché sono vent'anni che si trascina), il Governo deve intervenire per risolverla. Su questo punto noi siamo assolutamente concordi e solidali con l'azione importante che il Presidente del Consiglio sta svolgendo. Per la prima volta un Governo e un Presidente del Consiglio prendono, come si suol dire, il toro per le corna, cioè affrontano i problemi e le situazioni per risolverli in maniera in definitiva (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). Proprio per questo noi abbiamo presentato in Commissione e in Assemblea una serie di proposte emendative per affermare un altro principio che è quello della necessità che questa emergenza, una buona volta, finisca. Allora, perché l'emergenza finisca è necessario che vengano realizzati i termovalorizzatori, che su questo argomento vi sia un punto fermo, che venga effettuato lo smaltimento dei rifiuti, che venga impostata - una buona volta - la raccolta differenziata, e - aggiungo un'altra considerazione - che finalmente si introduca il principio della responsabilizzazione degli amministratori locali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Italia dei Valori). Gli amministratori locali che non effettuano la raccolta dei rifiuti non possono invocare il principio del «tanto paga Pantalone», e non possono invocare il principio per cui si scarica sempre sul Governo la responsabilità.
Allora per questi motivi sono stati presentati degli emendamenti che - devo dire - sono stati accolti parzialmente già in Commissione, perché in quella sede ad esempio è stato recepita una proposta emendativa importante, ovverosia quella che stabilisce che quando non viene effettuata la raccolta dei rifiuti, e gli amministratori locali percepiscono la tassa sullo smaltimento senza che effettivamente diano luogo a questa raccolta, questi soldi devono essere riversati allo Stato che evidentemente in questo caso si è assunto l'onere di realizzare la raccolta dei rifiuti.
Questa mattina è stata posta una questione politica sorta con riferimento ad un emendamento, che poi verrà discusso, relativo all'articolo 17. Infatti, riteniamo che questo principio della responsabilizzazione degli amministratori locali vada anche esteso e rapportato alla odierna situazione, vale a dire ai soldi che vengono versati e che, in qualche modo, non possono essere considerati un'elargizione a fondo perduto ma certamente devono corrispondere ad una responsabilizzazione degli amministratori locali (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Italia dei Valori). Su questo punto devo dire...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Cota.

ROBERTO COTA. Concludo, signor Presidente.
A tale riguardo, devo osservare che assolutamente si è trovato un accordo e una disponibilità da parte del Governo sulla riformulazione di un nostro emendamento all'articolo 17. Quindi, per quanto ci riguarda, noi siamo assolutamente disponibili ad andare avanti.
Siamo anche soddisfatti di come la discussione parlamentare stia volgendo verso la fine dell'esame di questo provvedimento. Quindi, vorrei rassicurare quanti cercano di cogliere divisioni che, in realtà, non ci sono - ripeto, non ci sono (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)! - e, invece, mettere in luce che, finalmente, da questo Parlamento uscirà un provvedimento che stabilisce che una buona volta si interviene sulla situazione di Napoli in maniera definitiva, promuovendo il principio della responsabilizzazione degli amministratori locali.
Questa è una battaglia - concludo, signor Presidente - ...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cota.

Pag. 93

ROBERTO COTA. ...che sicuramente portiamo avanti anche per rispondere alle istanze del nostro elettorato, ma è anche una grande battaglia di principio per far crescere al sud una classe dirigente responsabile e che voglia affrontare una buona volta i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Sono convinto che tali prospettive vi siano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. A questo punto, mi sembra che siano state avanzate due proposte: la prima, avanzata dal relatore e appoggiata anche dall'onorevole Giachetti, consiste nel sospendere la seduta e riunire il Comitato dei nove e verificare in seguito gli sviluppi.
L'altra, proposta dall'onorevole Bocchino, consiste, invece, nel continuare con l'esame degli emendamenti, accantonando quelli riferiti all'articolo 17.
A questo punto, dopo questo dibattito, vorrei ascoltare il relatore per sapere se mantiene la sua proposta iniziale e annuncio che, altrimenti, il mio intendimento è quello di sottoporre all'Assemblea la scelta tra le opzioni che abbiamo di fronte.

TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, visto che tutti hanno posto la questione mi permetto anch'io di porgliene una, in modo tale che perlomeno definiamo un ordine dei lavori ordinato.
Mi pare che l'approvazione dell'emendamento Damiano 16.18 alcuni minuti fa abbia portato ad un problema di copertura finanziaria, che ora - è ovvio - deve essere trovata dalla competente Commissione bilancio.
Indipendentemente dai temi che sono già sul tavolo, rimane il fatto che la Commissione bilancio dovrà pronunciarsi con una ricerca - che non so se sia facile e immediata - sulla copertura dell'emendamento testé approvato.
Mi permetto di farglielo presente perché se noi lasciamo in coda la copertura del decreto-legge, allora riusciamo ad intervenire e anche a sanare eventualmente l'emendamento approvato; diversamente, trasmettiamo al Senato un provvedimento che ci sarà trasmesso indietro perché evidentemente la copertura che la Camera non vuol trovare sarà costretta a trovarla la competente Commissione bilancio del Senato.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, le sue considerazioni sono pregevoli. Credo, però, che sia il Comitato dei nove a dovere esporre tali considerazioni.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, mantengo la proposta di sospendere a questo punto la seduta e riunire il Comitato dei nove. Penso che non vi siano le condizioni per fare altrimenti, anche perché la fretta è una pessima consigliera.
Visti anche gli incidenti di percorso di oggi, è bene avere le idee chiare e il tempo per valutare la situazione e per leggere bene le proposte emendative sulle quali poi dobbiamo votare.
Sono le 19,20, credo che si possa rinviare tranquillamente l'esame del provvedimento anche alla prossima settimana, dal momento che comunque per la prossima settimana, e precisamente per martedì, è prevista la votazione degli ordini del giorno e il voto finale: non cambia assolutamente niente sul piano dei tempi, dei nostri lavori e di approvazione del decreto.
Credo, quindi, che la soluzione sia quella di sospendere la seduta questa sera.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vedo che gli ultimi aerei...

NICOLÒ CRISTALDI. Presidente, metta in votazione la proposta!

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, cerchiamo di trovare un accordo, anche per capire bene cosa dobbiamo votare.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho la parola?

PRESIDENTE. Certo, gliel'avevo già data.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo scusa, ma vi erano colleghi che stavano spiegando che anche più tardi vi sono aerei per alcuni colleghi della maggioranza.
Signor Presidente, abbiamo bisogno di capire due cose. Prima, l'onorevole Foti ha introdotto un elemento di tutta novità e non so se intenda introdurlo anche all'interno del Comitato dei nove (ovviamente è legittimo farlo). Abbiamo votato un emendamento - credo, ormai, quasi un'ora fa - che era stato ammesso al voto. Non è possibile ora aprire una discussione che indichi la possibilità che quell'emendamento non avesse copertura: se esso non aveva copertura non poteva essere posto in votazione.

TOMMASO FOTI. Come no!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Pertanto, da questo punto di vista, signor Presidente, le chiedo innanzitutto di chiarire tale questione.
In secondo luogo, le chiedo di prendere atto che il relatore dica - come da lei richiesto - se intende mantenere la richiesta di sospensione dei lavori per consentire che il Comitato dei nove si riunisca per poi precisarci, tornando in Aula, quali possano essere le modalità di prosieguo in modo tale che la Presidenza possa apprezzare la proposta e sottoporla all'Aula, nell'eventualità che essa dovesse intendersi nei termini di una richiesta di rinvio da parte del relatore e da parte della maggioranza.
È chiaro che il relatore ha formulato contemporaneamente non solo la richiesta di sospensione dei lavori per far riunire il Comitato dei nove, ma anche la richiesta di rinviare la seduta alla settimana prossima. Ribadisco che il Partito Democratico - e credo tutta l'opposizione - è nelle condizioni di poter procedere al voto questa sera - così come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo - e di prendere atto, tra un quarto d'ora o venti minuti, quando il Comitato dei nove concluderà i suoi lavori, di quali siano le proposte che esporrà la Presidenza per poter procedere nei lavori e, eventualmente, le modalità con le quali la Camera possa deliberare sul prosieguo dei suoi lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Volevo procedere al voto, ma, prego, ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, se vuole procedere al voto rinuncio ad intervenire. Volevo soltanto ricordarle...

LUCIANO DUSSIN. Presidente, c'è una proposta da votare!

GIUSEPPE CONSOLO. ...che lei aveva detto di mettere in votazione, ai sensi di Regolamento, le due diverse proposte: quella del relatore, che ha proposto di far riunire il Comitato dei nove, e quella, invece, formulata dall'onorevole Giachetti prima e dall'onorevole Quartiani dopo. Pertanto, signor Presidente, credo che la parola debba passare all'Aula.

PRESIDENTE. Il relatore ha formulato due proposte. La prima è di sospendere la seduta e rinviare il seguito dell'esame adPag. 95altra seduta. La seconda proposta è di sospendere i lavori per riunire il Comitato dei nove. Porrò in votazione prima la proposta di rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame: se questa verrà approvata, si intenderà assorbita la seconda; se essa non verrà approvata, metterò ai voti la proposta di sospendere i lavori per riunire il Comitato dei nove. Ove anche questa non fosse approvata, metteremo ai voti la proposta dell'onorevole Bocchino di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 17 e proseguire con i lavori (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame.
(La Camera approva).

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è pertanto rinviato ad altra seduta.

Per fatto personale e sull'ordine dei lavori (ore 19,30).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Non chiudiamo la seduta, onorevole Laboccetta, la sospendiamo per cinque minuti e poi riprendiamo con lo svolgimento delle interpellanze urgenti. Comunque, le concedo la parola adesso. Sospenderemo, dunque, la seduta dopo l'intervento dell'onorevole Laboccetta per fatto personale. Prego, onorevole Laboccetta.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, ho chiesto la parola per fatto personale e ringrazio sinceramente i colleghi che sono ancora presenti - mi dispiace che molti se ne stiano andando, ma non ha importanza - e li ringrazio perché questi colleghi hanno avuto un buon rapporto con Giobbe, evitando di cadere nella trappola della provocazione che, dall'inizio di questa legislatura, l'onorevole Barbato sta praticando scientificamente e sistematicamente.
Signor Presidente professore Buttiglione, io non sono iscritto al club di coloro che fanno il gioco delle parti. Evidentemente l'onorevole Barbato non mi conosce, ma soprattutto non sa che per gli uomini di destra la politica è uno stile di vita! L'onorevole Barbato è un ignorante, nel senso che ignora i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, la invito a moderare i termini.

AMEDEO LABOCCETTA. Ho detto che ignora i fatti, non ho detto qualcosa di offensivo, professore Buttiglione, lei faceva il professore una volta!
Se fossimo stati in un'altra epoca, l'avrei risolta diversamente: avrei sfidato a duello l'onorevole Barbato! Tuttavia, poiché sono figlio di questo tempo, chiedo a lei, Presidente, e ai colleghi di quest'Aula, un giurì d'onore. In quest'Aula, oggi, signor Presidente, l'onorevole Barbato, alla presenza dei cinquecentonove deputati, mi ha pesantemente offeso, lasciando chiaramente intendere che sono amico della mafia e dei mafiosi. Si tratta di un'accusa di una gravità eccezionale. Credo che non sia mai accaduto che in quest'Aula sia stata rivolta un'accusa di questo tipo a un deputato. Sono un esordiente, ma mi sono letto un po' gli atti parlamentari degli ultimi anni e non ho trovato una tale grave accusa durante una discussione in Assemblea.
Tuttavia, l'onorevole Barbato non ha offeso solo me: basta rileggere il suo intervento per rilevare che egli ha offeso anche il Governo. Non so se qualche esponente del Governo è ancora presente in Aula, se non c'è mi dispiace, ma addirittura l'onorevole Barbato ha offeso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ora vi dimostro perché. Vi spiegherò tutto, pregandola di lasciarmi parlare, vista la delicatezza degli argomenti, professor Buttiglione.
Dal 2 giugno mi sto occupando del caso del dottor Contrada. È vero, ma non sonoPag. 96il solo a farlo. Se ne stanno occupando, da prima e meglio di me, altri autorevoli parlamentari, esponenti del Governo e il Presidente della Repubblica. Il dottor Contrada sta morendo, ripeto, sta morendo - professore, lei è un po' distratto... (Commenti). ..no, io lo chiamo «professore Presidente»! - e le sue malattie non sono compatibili con la detenzione in carcere. Non lo dico io, lo dice e lo scrive il dirigente sanitario colonnello medico - non faccio il nome - del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta del colonnello Cariello: lo faccio il nome, perché ha avuto il coraggio di scrivere la verità. Io non sono mai entrato nel merito delle accuse al dottor Contrada e non intendo entrarvi. Non sono entrato nel merito delle accuse al dottor Contrada, né della condanna emessa da un tribunale della Repubblica italiana. Tuttavia, vorrei far sapere una cosa a quest'Aula: diciassette volte il tribunale di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere ha respinto le richieste dei legali del dottor Contrada, ripeto, diciassette volte!
Ma «la ciliegina sulla cassata», onorevole Presidente professor Buttiglione, è arrivata oggi, esattamente alle ore 17,22, i tempi sono importanti, poi vedremo perché!
Sono stato informato alle 17,22 che il tribunale di sorveglianza non ha concesso al dottor Contrada di potersi curare presso l'ospedale del Celio. Quell'ospedale, come le è noto, professore e Presidente Buttiglione, è l'ospedale dove circa dieci anni fa fu curato un certo Erich Priebke. Si tratta (non so se l'onorevole Barbato ne è a conoscenza) di quell'ufficiale nazista condannato all'ergastolo per l'ignobile strage delle Fosse Ardeatine e che nel nostro Paese ha trascorso solo un anno in carcere: il criminale Priebke è stato un anno in carcere. L'Italia, che ha visto scappare Kappler dal Celio e che ha fatto curare il criminale Priebke, deve assistere, secondo l'onorevole Barbato, alla morte in carcere del dottor Bruno Contrada, che ha già avuto, signor Presidente, due ischemie cerebrali, è andato due volte in coma diabetico, ha già scontato cinque anni di carcere ed ha settantasette anni.
I parlamentari possono accedere, previa comunicazione al Ministero della difesa, al carcere militare: andate a rendervi conto delle condizioni di quest'uomo che è una larva, è in condizioni particolari. Ma il caso Contrada non è alla ribalta nazionale e non fa notizia. È delicato parlare di Contrada, si può essere accusati (come è accaduto a me) di essere collusi con la mafia, o forse l'onorevole Barbato vuole dire che anch'io appartengo all'organizzazione criminale? C'è anche per me qualcuno pronto ad affermare che vi sia un concorso in associazione mafiosa, un reato che non esiste nel codice penale e che la giurisprudenza ha inseguito, determinato e affermato? Io non sono avvocato, ma di processi un po' me ne intendo, e se volete sfidarmi, professor Barbato, lei e i suoi colleghi Di Pietro e compagni, anche sul tema delle questioni giudiziali sono disponibile al confronto.
Con pacatezza ora voglio dire che non mi ribello a tutto ciò: io mi ribello al silenzio. Colgo questa occasione per far sapere alla Camera dei deputati che il presidente del tribunale di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa Daniela Della Pietra, oggi ha emanato un provvedimento di rigetto a far curare all'ospedale del Celio quella persona, dopo che il Ministro della difesa, Ignazio La Russa, ne aveva dato la disponibilità. Ha rigettato l'istanza scrivendo una cosa non vera, ma approfondiremo la questione e chiedo agli onorevoli avvocati qui presenti (grazie a Dio ce ne sono tanti) di farlo.
La dottoressa Della Pietra ha affermato, tra l'altro, che il dottor Contrada non può essere trasferito al Celio, perché i carabinieri dovrebbero organizzare un presidio permanente, poiché quella non sarebbe una struttura di detenzione. Non è vero, dottoressa Della Pietra, il presidio non lo deve organizzare il comando dei carabinieri: sono i militari dell'organizzazione penitenziaria militare a dover accompagnare il detenuto; anzi, la traduzione è compito dei carabinieri, ma nell'ospedalePag. 97sono presenti i militari e sono loro a dover assistere il dottor Contrada.
Signor Presidente, concludo perché ho già dato troppo fastidio (e me ne scuso) a lei e all'Assemblea che ha avuto la pazienza di ascoltarmi, ma il giurì d'onore lo pretendo, perché da qui non esco con l'accusa di un «Barbato qualsiasi» di essere associato alla mafia! La ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Boccetta. Come le è noto, è il Presidente della Camera l'unico a poter determinare in merito: trasmetterò a lui la sua richiesta.

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, in realtà mi sarebbe piaciuto intervenire prima: non l'ho fatto per non turbare i ritmi dell'Aula. Ciò che mi dispiaceva, man mano che la discussione procedeva, era vedere i continui e crescenti segnali di insofferenza da parte del centrodestra a ogni nostro intervento e richiesta, come se l'unica nostra preoccupazione fosse quella di andare a casa.
Siccome ciò che sta accadendo qui è registrato, ripreso dalle telecamere ed è visibile di fronte all'Italia, mi sento di dire, a nome mio ma anche a nome di molti altri che sono qui in buona fede, che forse il Parlamento, questa sera, non ha dato la migliore immagine di sé, perché quando si guarda l'orologio alle sette e un quarto di un giovedì sera, penso alle tante persone che in tutto il resto d'Italia il giovedì sera, a quell'ora, stanno lavorando.
Mi sento, quindi, di chiedere scusa al Paese per lo spettacolo indecente che abbiamo mostrato, a mio parere anche con l'ultima votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta non potrebbe parlare due volte. Tuttavia, ne ha facoltà, per un minuto.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, debbo precisare un altro elemento: qualche ora fa l'onorevole Barbato si è avvicinato ai nostri banchi, a me personalmente, alla presenza dei colleghi che erano qui vicino a me in particolare, che possono testimoniare, e mi ha chiesto di fare il gioco delle parti su questa vicenda. Non sono disponibile ovviamente: per questo ho fatto riferimento allo stile di vita degli uomini di destra. Credevo che si fosse capito, ma qualche collega mi fa capire che era meglio precisare i fatti. E smentiscimi anche su questo, Barbato, se hai la forza e il coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ho chiesto la parola, come da Regolamento, al termine della seduta per fatto personale, perché ripetutamente oggi sono emerse questioni che mi hanno riguardato: ho delle opinioni da esprimere anche in risposta ad alcune considerazioni dell'onorevole Bruno, che è persona che stimo profondamente, e che quindi ovviamente mi impongono ulteriormente di chiarire alcune questioni. Poi ovviamente ci sono gli stenografici e le registrazioni che chiunque è interessato può consultare.
Vorrei partire dal pomeriggio. Signor Presidente, la questione della votazione di oggi mi ha colpito molto, perché ritengo quanto avvenuto in Aula molto grave. Ciò mi ha portato nei confronti del Vicepresidente che l'ha preceduta, il collega Lupi, ad avere un atteggiamento irriguardoso. Lui mi ha censurato, e voglio dare atto che probabilmente c'è stato, nell'enfasi del mio intervento, un atteggiamento che non era sufficientemente riguardoso nei confronti della figura del Presidente. Rispetto a questo e alla censura che c'è stata, voglioPag. 98lasciare agli atti che mi dispiace e che ho avuto un comportamento non consono.
Vorrei dire, signor Presidente, anche in relazione a quello che diceva il collega Bruno, che non mi passa neanche per l'anticamera del cervello (penso che siamo esseri umani e tutti possiamo sbagliare) e non penso di utilizzare gli uffici per risolvere una questione politica, e lo dico anche in relazione ad alcune valutazioni che lei ha fatto sul mio intervento, anche in questo caso rispetto all'onorevole Bruno. Tutti possiamo sbagliare, possono sbagliare gli uffici, che peraltro dobbiamo soltanto ringraziare perché, per il lavoro che fanno, se non ci fossero professionalità di questo tipo non inizieremmo neanche la legislatura (Applausi).
Voglio chiarire il mio pensiero (e in questo è il mio rammarico per una battuta che può essere apparsa irriguardosa, ma invece voleva stigmatizzare l'esigenza che ci sia una pronuncia da parte della Presidenza rispetto alla richiesta che ho fatto, che quello che è accaduto non costituisca precedente): non è in discussione il fatto che possa essere commesso un errore, lo poteva commettere chiunque. Il problema è che dobbiamo cercare, per sanare quell'errore, di non procurare una «ferita» al Parlamento e alla Camera.
A mio avviso ci sarebbero stati, e ci sono tanti modi. Uno di questi è semplice: dire che, a prescindere dalle responsabilità, c'è stato un problema, a cui è stato posto rimedio (abbiamo probabilmente opinioni diverse su come è stato risolto), ma comunque quel tipo di risoluzione non costituisce precedente per quanto riguarda il futuro.
Come sa, signor Presidente, innumerevoli sono le occasioni nelle quali ci alziamo per protestare contro la violazione del Regolamento e viene «sfornato» un precedente. Riteniamo che questa, che magari non fa ancora parte della «storia» della Camera, sia una pagina da lasciare a se stessa, ha risolto un problema che poteva riguardare chiunque di noi.
Non volevo quindi essere irriguardoso in questo senso e se lo sono stato mi scuso con lei e con gli uffici: pongo il problema con grande serietà e con grande sensibilità, e lo pongo di nuovo, nonostante ci siano stati momenti di tensione, a tutta la Camera, anche ai colleghi di maggioranza, perché è un problema che riguarda la nostra funzione di parlamentari e le garanzie che dobbiamo avere. Mi auguro che sotto questo punto di vista ci sia da parte della Presidenza una semplice disponibilità a darci sicurezza che, quanto accaduto, non costituirà precedente.
Chiudo invece sull'ultima parte dell'intervento del collega Bruno, che invece mi vede assolutamente dissenziente. Signor Presidente, ho semplicemente reagito di fronte a quello che vedevo; poi ovviamente è normale che un membro dell'opposizione provi magari entusiasmo se passa una propria proposta emendativa, o se non passa una proposta emendativa del Governo, essendo in minoranza.
Penso che ciò possa essere concesso in quanto anche noi siamo qui da stamattina ad esercitare il nostro compito, ossia l'opposizione. Ho reagito, signor Presidente, allorché ho notato (su tale punto è possibile trovare riscontro nei resoconti stenografici della seduta) che il collega Menia si è scagliato contro il Comitato dei nove per protestare contro la decisione presa e tale vicenda - potremmo nominare qualsiasi giurì d'onore - è sotto gli occhi di tutti perché il Comitato dei nove era composto da tutti i suoi membri e i deputati seduti nei banchi che stanno dietro hanno visto qual è stato il tipo di reazione dell'onorevole Menia. Quando mi sono riferito a questo fatto, a quel punto l'onorevole Menia si è voltato verso di me e ha iniziato ad insultarmi, ma siamo in «fascia protetta» e preferisco evitare di ripetere ciò che è stato capace di dire.
A quel punto ho reagito e non ho voluto minimamente irridere lei, signor Presidente, ma solo chiederle di fare in modo che il Governo si comporti nei modi che in Assemblea spesso vengono richiesti all'opposizione e che a tali comportamenti possa sentirsi vincolato anche il Governo. Vi sono tante immunità e il Governo non possiede l'immunità per alzarsi e urlare contro un deputato che sta parlando e chePag. 99può anche ridere, perché nessuno ci impone il modo in cui dobbiamo intervenire.
Vi è un Regolamento che concede a lei, signor Presidente, la facoltà di censurare il deputato che sta parlando, se le sue espressioni sono sconvenienti. Non possono farlo altri, perché il deputato ha il diritto di esprimere il proprio pensiero come vuole e nessuno è autorizzato - sto concludendo signor Presidente - a rivolgersi, soprattutto dai banchi del Governo, contro un deputato che sta parlando, peraltro, per stigmatizzare un comportamento diretto non contro se stesso ma verso altri deputati assolutamente, a mio avviso, censurabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi permetta di sottolineare un aspetto. Tutti possiamo commettere degli errori ed è un fatto indicare un errore possibile - vero o falso si vedrà - mentre tutt'altra questione è mettere in dubbio la professionalità degli uffici o l'imparzialità di chi presiede. Credo che ciò debba essere rispettato da tutti e sono lieto che oggi lei lo abbia confermato.
Quanto al precedente, incidenti come quello odierno rappresentano l'occasione per chiarificazioni procedurali le quali mettono in luce il punto che è stato oggetto di contestazione indicando la procedura corretta da seguire nel futuro.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, stasera abbiamo assistito a vicende che a nostro avviso rappresentano un elemento che non possiamo assolutamente accettare. Intanto l'onorevole Barbato non è «un Barbato qualsiasi» ma è un deputato della Repubblica che rappresenta tutto il popolo italiano e nessuno si può permettere di insultarlo in questo modo.
Inoltre, signor Presidente, da un paio di giorni assistiamo ad una continua azione di intimidazione da parte della destra nei confronti del collega Barbato, rispetto al quale si pretenderebbe che la Presidenza esercitasse un potere di censura continuo. La destra pretenderebbe di dire e d'imporre all'onorevole Barbato, che rappresenta il popolo italiano senza vincolo di mandato, ciò che deve affermare. Questo non è consentito a nessuno.
L'onorevole Barbato è un parlamentare che esercita le sue prerogative e che interviene su temi cruciali che dovrebbero essere per tutti questioni essenziali, vale a dire il presidio della legalità, la lotta intransigente contro le organizzazioni criminali e contro tutto ciò che può rappresentare affiancamento o, comunque, se non proprio connivenza, quanto meno compiacenza o non sufficiente lotta contro fenomeni criminali di cui tutti ci lamentiamo ma poi, nei momenti cruciali, sono pochi coloro che espongono se stessi.
Il collega Barbato è una di queste persone, è un collega coraggioso che si prende la responsabilità di ciò che dice. Egli saprà, nelle sedi opportune, difendersi e non ho dubbi che uscirà assolutamente indenne da tale vicenda, perché diversamente, qualora il giurì d'onore dovesse pronunciarsi in modo diverso, ciò determinerebbe un altro precedente pericoloso (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) come quello che è avvenuto sino ad ora e significherebbe una censura nei confronti di chi parla.

SOUAD SBAI. Ma chieda scusa.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voglio aggiungere un altro argomento. Ho sentito delle affermazioni assolutamente sconvolgenti. In primo luogo, ho sentito dire che una certa persona è stata condannata per un reato che non esiste - lo ripeto - per un reato che non esiste.
In questo modo qualcuno si arroga il potere non solo di fare il parlamentare, non solo di far parte dell'Esecutivo, ma anche di dire ai giudici quello che devono fare. In quest'Aula sarà possibile, nell'esercizio della difesa, esprimere tutte le opinioni,Pag. 100ma non si può accusare la magistratura di aver condannato qualcuno per un reato che non esiste.
Inoltre, abbiamo sentito poco fa censurare in maniera dura un provvedimento legittimamente assunto dall'autorità giudiziaria. Sia molto chiaro che noi non siamo giustizialisti, ma non consentiamo che si applichi il principio del potere esecutivo o il principio del primato della politica per cui chi vince sbanca tutto e può imporre le regole agli altri. Noi esigiamo rispetto per tutte le istituzioni, compresa l'istituzione giudiziaria, che è uno dei poteri dello Stato. Questo è il rispetto della Costituzione...

MARIO LANDOLFI. È un ordine dello Stato, non un potere!

PRESIDENTE. Onorevole Landolfi, per favore, non interrompa. Sappiamo che è un ordine dello Stato e non un potere, ma non interrompa.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'articolo 104 della Costituzione - che vale per noi e vale per voi - che dice che la magistratura è un ordine indipendente dagli altri poteri dello Stato. Se dice «degli altri poteri dello Stato», vuol dire che la magistratura è uno dei poteri dello Stato, secondo la teoria politica che discende peraltro da Montesquieu (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Mi sembra che la libertà di espressione dell'onorevole Barbato sia stata sufficientemente tutelata da questa Presidenza. Ovviamente la libertà di espressione conosce un limite.

AMEDEO LABOCCETTA. I suoi provvedimenti quali sono? Ho avanzato una richiesta, qual è la sua risposta?

PRESIDENTE. Mi ci faccia arrivare.
Ovviamente tale libertà di espressione conosce un limite e questo è il divieto di mettere in questione l'onorabilità e di scendere ad offese personali verso membri del Parlamento, verso il Governo o, in generale, di usare espressioni offensive verso il popolo italiano. Al di fuori di questo tutto è consentito. Anche criticare l'ordine giudiziario non è necessariamente...

AMEDEO LABOCCETTA. Non è reato!

PRESIDENTE. Non solo non è reato, non è necessariamente nemmeno un'intimidazione.
Per quello che riguarda la richiesta del giurì d'onore, onorevole Laboccetta, come avevo già detto, la trasmetterò all'onorevole Fini, Presidente della Camera, che è l'unico che può determinare in materia sulla base del nostro Regolamento.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in tante vicende che avvengono in quest'Aula probabilmente più che presentare ricorsi basterebbe avere un po' di buonsenso per evitare provocazioni e «controprovocazioni». Credo e mi auguro che, progressivamente, andando avanti nel corso della legislatura, si maturi maggiore esperienza da parte di alcuni e maggiore buonsenso da parte di altri e si cerchi di evitare episodi come questi che, certamente, non fanno bene all'immagine del Parlamento e che spesso ledono la dignità di colleghi che non meritano che ciò avvenga in Aula.
Su questo, giustamente, i richiami dei colleghi per fatto personale sono opportuni e, anzi, ringrazio i colleghi che, in questo senso, hanno avuto il buonsenso di svolgerli a fine seduta, come il Regolamento prevede. Credo che le scuse del collega Giachetti nei confronti della Presidenza facciano onore alla sua intelligenza, esperienza politica e sensibilità.
Oggi è stata una giornata complessa, signor Presidente, all'interno della quale abbiamo visto una sospensione dei lavori, sulla quale il collega Giachetti ha postoPag. 101una questione di natura regolamentare e politica in ordine alla Presidenza e al fatto che ciò costituisca precedente.
Ci tengo a precisare - non per fare l'avvocato della Presidenza, né per difendere l'operato di chicchessia, giacché il Presidente Fini ha già risposto con una certa congruità e competenza alle obiezioni, fondate o meno, ma comunque puntuali e sempre piuttosto pacate e serene che il collega Giachetti ha posto - che nel caso specifico si era verificata la votazione di un emendamento che, per un errore formale, è stato posto, proprio dalla sua Presidenza (Vicepresidente Buttiglione) in votazione e che serebbe dichiarato, invece, dovuto essere precluso, perché modificato nel suo contenuto e nell'ordine della propria presenza sul testo da un emendamento precedente.
La successiva sospensione dei lavori dell'Assemblea per quattro ore non è stata certo causata da questo emendamento, ma - come il collega Giachetti sa bene - dal fatto che erano convocate le Commissioni bicamerali. Infatti, il ventaglio orario di convocazione di tali Commissioni era dalle 13,30 alle 14,30 e alcune principiavano a diventare seggi elettorali. Pertanto, era necessario permettere ai colleghi di partecipare alle votazioni in dette Commissioni e di essere ovviamente poi in Aula per la ripresa della seduta.
Quindi, in tale senso credo che da questo punto di vista l'incidente possa essere considerato chiuso. Credo anche che sia compito della Presidenza, quando ravvisa dei comportamenti - siano essi di deputati o di membri del Governo - che esulano dall'ordinario, dalla regolarità, dal buonsenso, dal buon costume o dal buon gusto o dal comportamento ordinario, richiamarli. Quindi, non credo che debba essere certamente il collega Giachetti a dover censurare o additare alla Presidenza il comportamento di questo o quel componente del Governo. Credo che oggi sia stata una giornata in cui si sono svolte molte votazioni, in cui sono accaduti dei fatti politici, in cui ci si è confrontati, in cui certamente l'opposizione ha dato anche un contributo utile al dibattito su questo tema.
Credo che il Governo abbia offerto per alcuni aspetti - forse lo sa bene il collega Quartiani - la disponibilità a discutere su temi importanti come quello dello smaltimento dei rifiuti in una situazione che tutti quanti sappiamo bene essere eccezionale per molti aspetti, una situazione che non potremo definire di emergenza, ma di urgenza. Tale urgenza si protrae da troppi anni per poter essere definita un'emergenza. È un atteggiamento che il Governo e anche la maggioranza hanno cercato di avere su diversi temi e che è testimoniato, onorevole Giachetti, onorevole Quartiani, componenti del Governo, signor Presidente, dal percorso che il provvedimento oggi al nostro esame ha avuto.
Abbiamo concluso i lavori di oggi con un voto, con il quale abbiamo deciso di rimandare alla giornata di martedì il seguito dell'esame degli emendamenti, degli ordini del giorno e la votazione finale.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, debbo invitarla concludere.

SIMONE BALDELLI. Malgrado ci sia stata comunque la disponibilità apprezzabile dell'opposizione, la sua presenza in Aula e un certo spirito - lo riconosco - francamente collaborativo per alcuni aspetti, mi auguro che nella ripresa di martedì si possa continuare con serenità a discutere di questo provvedimento, consapevoli come siamo, come è il Governo, come credo sia la Presidenza della Camera e come certamente lo è stata e lo è l'opposizione, del fatto che di questo provvedimento vi sia necessità e urgenza, giacché è un decreto-legge e va convertito. Peraltro, su tale provvedimento vi è stata anche la disponibilità del Governo a dialogare e dell'opposizione a lavorare.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna il Ministro delle infrastrutture ePag. 102dei trasporti ha trasmesso al Presidente della Camera la seguente lettera, di cui do lettura: «All'onorevole Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei deputati. Caro Presidente, mi corre l'obbligo di informarla, per motivi di correttezza e trasparenza della mia attività istituzionale, che nel corso dell'interrogazione a risposta immediata del deputato Cicchitto dello scorso 18 giugno, relativa alla realizzazione della TAV Torino-Lione, ho erroneamente indicato la data dell'8 luglio 2008 per l'incontro della Commissione intergovernativa italo-francese, la quale dovrà definitivamente esprimersi per l'avvio della parte progettuale dell'intervento.
Al riguardo, la informo che fornirò tempestivamente le date esatte degli incontri che si terranno a Parigi, appena avrò concordato il relativo calendario con il collega francese.
L'errata comunicazione è stata frutto di un mero errore materiale del testo predisposto dai miei uffici per la risposta all'interrogazione. Di tanto la informo, per le determinazioni che, nell'ambito delle sue competenze, vorrà adottare. Firmato: Altero Matteoli».
La Presidenza prende atto delle precisazioni contenute nella lettera del Ministro.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha proceduto in data odierna alla propria costituzione. Sono risultati eletti presidente il deputato Davide Caparini, vicepresidenti i deputati Ugo Lisi e Mario Pepe (PD), segretari i senatori Alberto Filippi e Antonio Fosson. A tutti vanno le nostre congratulazioni.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente, il deputato Giorgio Jannone; vicepresidenti, i deputati Antonino Lo Presti e Carmen Motta; segretari, i deputati Pietro Franzoso e Nedo Lorenzo Poli. Anche a loro le nostre congratulazioni.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente il deputato Maurizio Leo; vicepresidente il senatore Lucio D'Ubaldo; segretario il deputato Settimo Nizzi. Anche ad essi vive congratulazioni.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente il senatore Andrea Pastore; vicepresidenti i deputati Tommaso Foti e Carlo Costantini; segretari il deputato Simeone Di Cagno Abbrescia e il senatore Gerardo D'Ambrosio. Anche a loro le nostre congratulazioni.

Pag. 103

Annunzio della costituzione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente il deputato Margherita Boniver; vicepresidente il deputato Fabio Rampelli; segretario il deputato Ida D'Ippolito Vitale. Molte congratulazioni anche a loro.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 19,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Andrea Orlando n. 2-00049)

PRESIDENTE. Avverto che, per accordi intercorsi tra il Governo ed i presentatori, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Andrea Orlando n. 2-00049, concernente iniziative per evitare la soppressione del tribunale e della procura militare della Spezia, al fine di consentire la conclusione dei processi relativi alle stragi nazi-fasciste, è rinviato ad altra seduta.

(Funzionamento della commissione prefettizia presso l'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e relativa gestione - n. 2-00042)

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Foti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00042, concernente il funzionamento della commissione prefettizia presso l'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e relativa gestione (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONINO FOTI. Signor Presidente, lo stato di salute della sanità calabrese ha raggiunto livelli di allarme sociale e strutturale drammatici e ciò, unitamente ai diversi decessi - specie quelli dei giovani che abbiamo visto nella cronaca - all'interno delle strutture sanitarie regionali o in conseguenza di ricoveri presso le medesime, ha spinto il presidente della regione Calabria a chiedere al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza socio-economica e sanitaria. Tale riconoscimento è stato decretato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 dicembre dello scorso anno fino al 31 dicembre del 2009 e successivamente è stata istituita, con decreto del Ministero della salute del 21 dicembre 2008, una commissione incaricata sia di svolgere un'indagine conoscitiva sulla capacità e qualità di erogazione dei servizi sanitari della regione Calabria, sia di presentare un insieme di proposte migliorative, anche in vista del processo di elaborazione del piano sanitario regionale che sarà discusso dal consiglio regionale nella seduta del prossimo 24 giugno.
Unitamente a tale iniziativa, il Ministero dell'interno, a seguito di precisi accertamenti di legge, aveva riscontrato profonde infiltrazioni mafiose nell'amministrazione dell'azienda sanitaria provinciale n. 5 di Reggio Calabria e per tale motivo proponeva lo scioglimento della stessa. Lo scioglimento è stato disposto con decreto del Presidente della Repubblica del 19 marzo 2008, che ha altresì provveduto a nominare una commissione straordinaria per la gestione dell'ente sanitario, assegnando all'organo commissariale le attribuzioni del direttore generale dell'ASP n. 5, fino all'insediamento dell'organo ordinario a norma di legge, nonché ogni altro potere connesso.
Appare quindi chiaro che nel breve corso del primo trimestre di quest'anno sono emerse le incapacità dell'ente regione nell'indirizzo e nella gestione della politicaPag. 104sanitaria, sia in termini di Governo, sia in termini di servizio offerto attraverso le strutture sanitarie territoriali. Il tutto è aggravato da una strutturale e diffusa presenza sia di illegalità gestionale delle strutture, sia di commistione fra gestione amministrativa e interessi della criminalità organizzata, e non solo nella ASP di Reggio Calabria ma in tutta la regione.
Siffatto quadro conoscitivo emerge dettagliatamente da quanto è esposto sia nella relazione conclusiva della commissione di indagine del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, presentata il 14 aprile 2008, sia nella relazione del Ministero dell'interno, allegata al decreto di scioglimento dell'ASP di Reggio Calabria. A nostro giudizio, per la riacquisizione dello stato di legalità, la situazione dell'ASP di Reggio Calabria appare di particolare gravità.
Pertanto si chiede di conoscere se la composizione della commissione straordinaria risulti oggi identica a quella prevista dal decreto del Presidente della Repubblica del 19 marzo 2008; se la commissione straordinaria, eventualmente priva di uno o più componenti, sia legittimata alla produzione di atti gestionali e di programmazione, tenendo conto della motivazione originaria e del ripristino della legalità all'interno dell'ASP stessa; inoltre, se risulta corrispondente a verità, come riportato da organi di stampa, che la commissione stessa abbia già proceduto ad atti di nomina di consulenti esterni e ad altri atti di natura gestionale, secondo i criteri individuati e previsti dalla normativa vigente, nonché con quali costi, obiettivi e finalità. Si chiede altresì di conoscere se la commissione straordinaria abbia prodotto una relazione di dettaglio a seguito dell'insediamento, individuando le emergenze gestionali e finanziarie da affrontare per garantire l'esecuzione dei servizi sanitari territoriali, senza creare alcun nocumento alla popolazione, sia in forma diretta sia indiretta.
Tenendo conto che la commissione straordinaria agisce, ai sensi dell'articolo 2 del richiamato decreto del Presidente della Repubblica, in qualità di direzione generale, e che quindi il commissario agisce come direttore generale, si chiede di sapere - e di acquisire - quali atti, riferiti alla vigente normativa regionale e nazionale, siano stati posti in essere per affrontare lo stato di illegalità emergente dalla relazione del Ministero dell'interno. Si richiede, dunque, con la massima sollecitudine, che il Ministero dell'interno d'intesa con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, provveda affinché la commissione straordinaria disponga una relazione di dettaglio sulla situazione amministrativa e organizzativa dell'ASP, evidenziandone le criticità e le eccellenze, distinte sia per i servizi territoriali, sia per la rete ospedaliera di competenza, con la subarticolazione di ogni singola struttura sanitaria; nonché una relazione sullo stato economico e finanziario dell'ente, che rilevi la reale situazione debitoria, tanto verso i dipendenti quanto verso i fornitori, e la situazione accertata dei debiti fuori bilancio, distinta per servizi territoriali e per servizi della rete ospedaliera di competenza, con le subarticolazioni di ogni singola struttura sanitaria.
Gli onorevoli interpellanti chiedono inoltre che la commissione straordinaria disponga una relazione sullo stato di offerta dei servizi sanitari territoriali e della rete ospedaliera afferente alla produzione dell'atto aziendale, documento obbligatorio per il direttore generale e prescrittivo per l'organizzazione dell'ASP, da trasmettere alla regione per competenza; che disponga una relazione sui trasferimenti erogati dalla regione Calabria all'ASP dal 2001 al 2007, con il dettaglio della circolazione di tali somme all'interno dei capitoli per voci di bilancio dell'ASP; che disponga altresì una relazione sull'attuale modello organizzativo, sui costi del personale attuale e sulla previsione occupazionale, già autorizzata dalla regione, e in parte in via di autorizzazione, alla luce del contratto collettivo e della contrattazione decentrata.
Si richiede, infine, che la commissione straordinaria disponga una relazione sulla situazione debitoria dell'ASP verso i fornitoriPag. 105di servizi sanitari privati, con il dettaglio dell'anno associato al singolo fornitore e una previsione di abbattimento, tenendo conto delle somme eventualmente erogate dalla regione per tali finalità ed esigenze e, da ultimo, una relazione sullo stato di cassa dell'ASP al 31 maggio.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico, ha facoltà di rispondere.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, come è stato posto in evidenza dagli onorevoli interpellanti, la Commissione straordinaria costituita con decreto del Presidente della Repubblica del 19 marzo 2008 ha registrato obiettive difficoltà di funzionamento dovute sia all'incompleta composizione (uno dei componenti originari non ha mai assunto l'incarico), sia alle divergenze esistenti tra due commissari. I contrasti hanno, in particolare, riguardato l'impostazione dell'attività gestionale e la scelta della compagine tecnica necessaria a supportare l'azione commissariale.
Per quanto riguarda la composizione del gruppo di collaborazione per lo svolgimento dell'attività della commissione, riferisco che alla prefettura di Reggio Calabria sono pervenute 11 istanze di applicazione all'Azienda sanitaria provinciale, relative a personale amministrativo, medico e appartenente alle forze di polizia, parte del quale era da collocare in posizione di sovraordinazione, secondo quanto previsto dall'articolo 145, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 2000 (Testo unico ordinamento enti locali). Gli oneri relativi ai contributi di detto personale sono posti, per espressa previsione normativa, a carico dello Stato.
Per quanto riguarda questo primo gruppo, devo comunque sottolineare che non si è proceduto alla formalizzazione degli incarichi, poiché uno dei commissari non ha controfirmato i provvedimenti relativi alle 11 istanze. Diversamente, con decreto del prefetto su proposta del collegio straordinario, sono già stati collocati in posizione di sovraordinazione due dipendenti della prefettura di Reggio Calabria, uno della prefettura di Napoli e uno in servizio presso il Comune di Scilla, in provincia di Reggio Calabria.
Fin dallo scorso mese di aprile, come hanno rilevato gli onorevoli interpellanti, risultano anche presenti presso i locali della struttura sanitaria in questione un ufficiale dei carabinieri a riposo che dovrebbe collaborare con l'Azienda stessa a titolo di consulente e un dirigente medico della Polizia di Stato. Per quanto riguarda, invece, un secondo gruppo di collaborazioni i cui oneri gravano sul bilancio dell'Azienda sanitaria, la prefettura di Reggio Calabria ha segnalato la frequente presenza, presso i locali dell'ASP, di consulenti i cui incarichi sono tuttora in attesa di formalizzazione.
Due proposte di delibera per altrettanti conferimenti di incarichi non sono state tuttavia firmate da un componente della commissione straordinaria, che ha argomentato profili di inopportunità. In particolare, per uno dei consulenti, è stata rilevata l'elevata misura del compenso percepito in occasione di una consulenza pregressa, resa al commissario regionale che era stato a suo tempo nominato per far fronte alle esigenze di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria in Calabria, prevista dall'articolo 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9. Peraltro, è stato anche sottolineato che l'attuale gestione commissariale dell'ASP di Reggio Calabria sarà chiamata a verificare la stessa attività che in passato è stata oggetto della predetta consulenza.
Relativamente all'altro consulente, attualmente capo di gabinetto della provincia di Reggio Calabria, il commissario contrario al conferimento dell'incarico ha obiettato che lo stesso è stato componente del collegio di difesa di un soggetto accusato di appartenere ad una organizzazione criminale. A favore del conferimento dell'incarico, è stato replicato che la difesa eccepita era stata attribuita d'ufficio.
Rappresento inoltre che, sempre secondo quanto comunicato dalla prefettura di Reggio Calabria, è occasionalmente presentePag. 106presso la ASP di cui si tratta un dirigente provinciale, per il quale la provincia di Reggio Calabria ha già rilasciato un nulla osta all'espletamento di un'eventuale attività di consulenza in materia di appalti. Come si desume da quanto appena illustrato in relazione agli incarichi esterni, per la complessa gestione commissariale si è determinata una situazione di stallo, prevalentemente dovuta - come già fatto cenno - alle divergenti posizioni dei componenti della commissione straordinaria.
Per quanto riguarda il paventato notevole esborso di risorse finanziarie necessarie per far fronte ai compensi per gli incarichi di consulenza, la struttura commissariale ha assicurato che a tutt'oggi non ne sono stati determinati gli importi, che si prevede possano attestarsi per alcuni solo al rimborso delle spese e per altri ad un importo non superiore a 2.500 euro mensili. Tali valutazioni sono il frutto di un'autonoma valutazione del quadro delle esigenze, in relazione a competenze tecniche, affidabilità etica e conoscenza diretta e personale.
Per garantire la gestione delle singole unità organizzative e far fronte alle ormai ben note difficoltà amministrative dell'ente, la commissione ha ritenuto, pertanto, assolutamente indispensabile individuare professionalità di consolidata esperienza nei settori tecnici, giuridici, economici e sanitari, essendo molteplici le attività e le strutture dell'azienda, all'interno della quale operano 4.000 dipendenti, che necessitano di un supporto organizzato ed ampio.
Premesso il quadro sull'organizzazione della struttura commissariale, è opportuno ricordare che detta commissione straordinaria esercita, in piena autonomia, le attribuzioni che le vengono conferite con il decreto di costituzione, finalizzate al ripristino della legalità compromessa dalla presenza delle accertate forme di condizionamento mafioso. Ciò entro un arco temporale individuato in 18 mesi dallo stesso decreto del Presidente della Repubblica del 18 marzo 2008.
Il Consiglio dei ministri, nel prendere atto del fatto che uno dei commissari ha comunicato di dover rinunciare all'incarico conferitogli e che un altro, per esigenze di servizio, non può più proseguire l'attività commissariale, il 21 maggio scorso ha deliberato la sostituzione dei due componenti. Conseguentemente, il successivo 6 giugno 2008, su proposta del Ministro dell'interno, è stato emanato un decreto del Presidente della Repubblica con il quale è stata ricostituita la commissione straordinaria, con le due nuove nomine. Il provvedimento è in attesa di registrazione da parte della Corte dei conti.
Ciò premesso, ritengo che la commissione subentrante non potrà non tener conto dei problemi finora emersi e delle risultanze degli approfondimenti fino a questo momento esperiti e non mancherà di assumere ogni opportuna iniziativa ed ogni utile intervento per assicurare il corretto svolgimento della vita istituzionale dell'azienda.

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Foti ha facoltà di replicare.

ANTONINO FOTI. Signor Presidente, la mia interpellanza urgente non è specificamente rivolta alla verifica governativa sulla moralità delle singole persone - a qualsiasi titolo coinvolte o coinvolgibili nella gestione commissariale - ma è volta a segnalare che il commissario ha messo in atto una serie di interventi gestionali non immediatamente diretti alla funzione stabilita nel decreto del Presidente della Repubblica.
Si rammenta, in proposito, che le funzioni del commissario sono assimilate totalmente a quelle di un direttore generale e, pertanto, sarebbe stato coerente con tale funzione e con le indicazioni del decreto di nomina procedere alla redazione di un atto aziendale, tramite un coordinamento con le indicazioni già assunte dalla commissione ministeriale Riccioli-Serra e una verifica immediata dello stato debitorio, anche riferendo agli organi statali e regionali.
È nostro auspicio che tale comportamento venga assunto da parte del commissario in tempi rapidi, anziché disporrePag. 107comunicazioni a mezzo stampa sui problemi riscontrati (come è avvenuto proprio ieri su un giornale nazionale). Questi possono e devono essere risolti nell'esercizio delle funzioni commissariali, anziché annunciare ai giornali diagnosi sociologiche ed elenchi dei problemi. Ciò anche perché, signor Presidente, non è tollerabile che il commissario (un prefetto in pensione), sempre in questa intervista, definisca delegittimata la sua persona a seguito della presentazione di un'interpellanza da parte di trentadue deputati della Repubblica; lo stesso intervistatore ha fatto capire che, a causa dell'interpellanza parlamentare - che, come sappiamo, trattandosi di un atto di sindacato ispettivo, fa salvi tutti i diritti - si verifica anche un rischio per l'incolumità personale (questo è scritto su un giornale del 18 giugno).
Si chiede un impegno al Governo, quindi, affinché esso vigili e renda noto che il commissario ha provveduto ad accertare e verificare lo stato debitorio dell'ASP per ogni rapporto giuridico in essere e provveda proprio alla redazione di questo atto per garantire i servizi sanitari alle comunità locali. Si rammenta che lo stato disastroso in cui versa la regione Calabria è frutto dell'incapacità gestionale a livello sia regionale sia di singolo ente sanitario e che la certezza dell'azione amministrativa, gestionale e finanziaria dello Stato ha voluto proprio imporre all'ASP di Reggio Calabria un'opportunità per avviare questo percorso, con la certezza del quadro finanziario in cui si trova.
Al fine di impedire, quindi, che possa scoppiare un nuovo caso di mala gestione finanziaria per eccessivo ed occulto debito, l'occasione della gestione commissariale è idonea a garantire certezza del dato contabile e finanziario e capacità organizzativa e gestionale.

(Tempi per la presentazione del disegno di legge per l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili - n. 2-00050)

PRESIDENTE. L'onorevole Farina Coscioni ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00050, concernente tempi per la presentazione del disegno di legge per l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, colleghi, ringrazio il Governo per la tempestività con la quale si è reso disponibile a rispondere all'interpellanza relativa alla ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006.
Il senso della mia interpellanza urgente, che è stata sottoscritta - e di questo li voglio pubblicamente ringraziare - anche dal presidente della Commissione affari sociali, onorevole Giuseppe Palumbo, e da parlamentari della maggioranza e dell'opposizione, è semplice e chiaro.
Come è noto, il 13 dicembre 2006, dopo cinque anni di elaborazione da parte di un comitato speciale delle Nazioni Unite, è stata approvata all'unanimità dall'Assemblea generale dell'ONU la Convenzione sui diritti delle persone disabili.
Il 30 marzo 2007, l'Italia, come altri 81 Paesi, è stata tra i primi firmatari della Convenzione stessa. Il 3 maggio 2008, è entrata in vigore la Convenzione e, nel prossimo mese di ottobre, a New York avrà luogo l'incontro intergovernativo tra tutti i Paesi che abbiano ratificato la Convenzione stessa.
Voglio qui dare atto dell'abilità e della determinazione della delegazione italiana al comitato speciale, grazie alle quali la Convenzione rispecchia nei principali temi, quali istruzione, lavoro, inclusione sociale, politica culturale ed economica, la legislazione italiana e che su tale impostazione hanno convenuto tutti i 192 Paesi aderenti alle Nazioni Unite. L'Italia, a causa dell'anticipata fine della legislatura, non ha ancora provveduto alla ratifica della Convenzione.
Ricordo che, martedì, ho depositato insieme ai miei colleghi della delegazione radicale nel Partito Democratico una propostaPag. 108di legge di ratifica della stessa, che ricalca il progetto del precedente Esecutivo. La Convenzione costituisce un importante obiettivo raggiunto dalla comunità internazionale, in quanto fino ad oggi in materia di disabilità non esisteva uno strumento internazionale vincolante per gli Stati, se si escludono le regole standard dell'organizzazione delle Nazioni Unite sulla disabilità, risalenti al 1993 e prive di efficacia vincolante.
Il raggiungimento di tale obiettivo dà concretezza a quella che era un'utopia delle persone con disabilità: l'utopia di essere, di esistere e di vivere alla pari delle opportunità di tutti. La Convenzione non introduce nuovi diritti, ma si prefigge lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare alle persone con disabilità il pieno ed eguale godimento del diritto alla salute, all'istruzione, al lavoro, a una vita indipendente, alla mobilità, alla libertà di espressione e, in generale, alla partecipazione attiva alla vita politica e sociale.
Sono tutti obiettivi che vedono impegnata, fin dalla sua costituzione, l'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che, con il suo fondatore Luca Coscioni, da politico e con un corpo malato di sclerosi laterale amiotrofica, ha posto l'urgenza della liberazione del malato o del disabile da ogni forma di discriminazione, emarginazione, esclusione o restrizione dei diritti umani, civili e politici. Lo strumento per garantire tutto questo è che la Convenzione venga al più presto ratificata.
Per questo, onorevole rappresentante del Governo, le chiediamo di sapere se il Governo intenda presentare, con la massima urgenza, un proprio disegno di legge di ratifica o se intenda far sua la proposta di legge, di cui sono prima firmataria, e se ritenga possibile che la ratifica avvenga per la fine di settembre, permettendo così al nostro Paese di partecipare all'incontro intergovernativo nel prossimo ottobre a New York.
Concludo la mia illustrazione confidando nel buon senso e nel senso di responsabilità del Governo e della maggioranza, affinché ci facciano conoscere i tempi e le modalità di una ratifica non più procrastinabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Onorevole Coscioni, lei sa con quale piacere rispondo a questa interpellanza a nome del Ministro per gli affari esteri e del Governo italiano.
La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore il 3 maggio 2008, rappresenta uno strumento internazionale complesso, che mira a promuovere, tutelare e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone disabili, nonché a promuovere il rispetto per la loro dignità.
Il contenuto della Convenzione investe l'intera sfera della vita delle persone disabili, toccando tematiche vaste come la discriminazione sulla base della disabilità, la tutela delle donne e dei minori, la partecipazione alla vita politica e sociale, l'eguale riconoscimento davanti alla legge, il divieto di tortura, sfruttamento, violenza o maltrattamenti, la libertà di movimento e di espressione, l'istruzione, i pari diritti e le pari opportunità ed il ruolo della cooperazione internazionale.
L'Italia, che già negli anni Ottanta era stata tra i primi a proporre una bozza di Convenzione, ha svolto un ruolo di primo piano nei negoziati del testo della Convenzione, coinvolgendo nei lavori, come membri della delegazione, anche ONG italiane impegnate nel campo della tutela dei diritti delle persone disabili. Nel testo della Convenzione figurano inoltre molte delle proposte avanzate dall'Italia in fase di negoziato e sostenute sino agli ultimi stadi delle trattative. Coerentemente, l'Italia è stata tra i primi firmatari della Convenzione, lo scorso 30 marzo 2007.
Oltre alla Convenzione, l'Italia ha firmato, sempre il 30 marzo 2007, anche ilPag. 109relativo Protocollo opzionale, impegnandosi così a riconoscere la competenza di un Comitato internazionale per i diritti delle persone con disabilità a ricevere e ad esaminare comunicazioni da o in rappresentanza di individui o gruppi di individui sottoposti alla sua giurisdizione, che affermino di essere vittime di violazioni delle disposizioni della Convenzione da parte dello Stato. La ratifica del Protocollo, che sarebbe auspicabile avvenisse insieme a quella della Convenzione, assicurerà pertanto anche una forma di monitoraggio internazionale del rispetto della Convenzione.
La ratifica della Convenzione - come detto, già entrata in vigore sul piano internazionale - riveste per noi carattere di urgenza, data la tradizionale importanza del tema dei diritti delle persone con disabilità nella nostra azione internazionale a tutela dei diritti umani.
Come ricordato dagli onorevoli interpellanti, il disegno di legge presentato dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero della solidarietà sociale, recante la ratifica della Convenzione in parola, era già all'ordine del giorno dei lavori della Camera nella XV legislatura, ma l'anticipata fine della legislatura non ne ha permesso la conclusione dell'iter di approvazione.
Stessa sorte ha subito la norma, contenuta nel cosiddetto «collegato sociale» alla legge finanziaria per l'anno 2008, che prevedeva la creazione di un Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in attuazione dei principi sanciti dalla suddetta Convenzione, in particolare l'articolo 33.
Il Governo ha, comunque, ripreso immediatamente l'iter di ratifica della Convenzione, attribuendogli un elevatissimo livello di priorità. L'atto si trova attualmente in fase avanzata di concerto interministeriale e, pertanto, il disegno di legge di ratifica sarà presentato al più presto al vaglio del Consiglio dei ministri per il successivo inoltro al Parlamento.
Sappiamo di poter contare nella sensibilità diffusa in tutte le forze politiche per una rapida approvazione nelle Aule parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Farina Coscioni ha facoltà di replicare.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, la ringrazio per la chiarezza con la quale ha risposto alla nostra interpellanza e per averne colto l'urgenza. L'assunzione di responsabilità da parte del Governo di ratificare in tempi certi la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è evidenziata nelle sue parole e mi consente di dichiararmi soddisfatta della sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Rinvio dell'interpellanza urgente Verini n. 2-00046)

PRESIDENTE. Avverto che, per accordi intercorsi tra i presentatori ed il Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Verini n. 2-00046, concernente problematiche inerenti alla cessione dello stabilimento Buitoni di Sansepolcro e iniziative a sostegno del settore agro-alimentare, è rinviato ad altra seduta.

(Situazione dell'ufficio scolastico regionale per la Calabria - n. 2-00051)

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00051, concernente la situazione dell'ufficio scolastico regionale per la Calabria (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MARIO TASSONE. Signor Presidente, intendo illustrare la mia interpellanza anche perché sono incoraggiato dal risultato della precedente interpellanza, visto che vi è stata l'adesione dell'interpellante alla risposta del sottosegretario Craxi, accompagnata e sottolineata da un applauso. Mi auguro che anche io possa fare questo neiPag. 110confronti del sottosegretario Pizza rispetto ai quesiti che ho posto in essere attraverso il mio atto di sindacato ispettivo.
Intendo mettere in evidenza, signor Presidente e sottosegretario Pizza, una vicenda estremamente grave che sta coinvolgendo la Calabria, una ragione a lei non sconosciuta, signor sottosegretario, visto e considerato che lei ha riferimenti e nascita in quella regione, dove si è determinato, ormai da parecchio tempo, un vuoto nella guida dell'ufficio scolastico regionale.
Ho già indicato nella mia interpellanza quali sono stati i passaggi che hanno caratterizzato questi ultimi sette anni, da quando è stato istituito l'ufficio scolastico regionale. Ho detto quanti sono stati i direttori regionali che si sono succeduti nel corso del tempo. Per un periodo molto breve vi è stata una situazione di grande precarietà e di incertezza, escluso per qualcuno che ovviamente ha avuto più tempo e anche maggiore possibilità di esprimere il suo impegno per portare avanti una certa azione. Ma la verità è che noi abbiamo avuto tanti direttori regionali scolastici: Franco Inglese, Ugo Panetta, Francesco Mercurio, Lucrezia Stellacci (come reggente per pochi mesi), Carlo Petracca. Adesso da parecchio tempo non c'è nessuno.
Voglio ricordare a me stesso - signor Presidente, non mi permetto di ricordarlo né a lei né al sottosegretario - che la riforma della scuola fu accompagnata da grande attesa e da grandi speranze. Si costituiva un ufficio regionale scolastico con una direzione regionale guidata da un direttore con il grado di «direttore generale» e, quindi, si manifestava e si sottolineava l'autonomia scolastica e si metteva questa istituzione scolastica nella condizione di vivere nel territorio attraverso un collegamento e un raccordo con le altre istituzioni: con le autonomie locali, con il mondo del volontariato e con quello della formazione. Quindi, la riforma puntava all'obiettivo di investire realmente sul sapere, ma attraverso un'autonoma consapevolezza e un'autonoma assunzione di responsabilità da parte delle strutture statali.
Noi abbiamo fatto anche un'altra considerazione, nel tempo, ma la stiamo facendo anche in questi momenti così convulsi di attività parlamentare. Tale considerazione riguarda il ruolo della scuola, che non può essere un dato e un fatto marginale, ma ogni volta noi evochiamo la scuola come un riferimento importante per le azioni di contrasto alla situazione di illegalità esistente nel nostro Paese, soprattutto nelle regioni maggiormente in evidenza per questi motivi, a rischio e maggiormente sensibili.
Abbiamo attribuito alla scuola ovviamente materie e competenze importanti, ma certamente gli appuntamenti mancati, per quanto riguarda il processo della riforma, hanno sempre più ristretto la capacità di intervento e di operatività della scuola stessa. In Calabria vi è una grande manifestazione di volontà. Ho visto molte scuole attrezzarsi e portare avanti i progetti formativi, i progetti che hanno coinvolto molti giovani, e ho visto molti dirigenti scolastici, anche nella mia stessa città di Catanzaro, impegnati in questa direzione, e ciò è accaduto anche su tutto il territorio della regione.
Oggi, invece, signor Presidente e signor sottosegretario, da parecchio tempo abbiamo alla guida dell'ufficio regionale scolastico un dirigente a tempo determinato che non ha responsabilità alcuna, non ha competenza alcuna e si sta dimostrando certamente anche all'altezza di questo suo compito, con grande sensibilità, ma non ha potere di intervento se non di ordinaria amministrazione in un momento in cui l'ufficio regionale scolastico è chiamato ad impegnarsi e a intervenire, visto e considerato che ci troviamo di fronte a scadenze imminenti di questo anno scolastico che si sta concludendo e nell'attesa dell'avvio del nuovo anno. Mi riferisco ai movimenti di dirigenti scolastici, agli esami di Stato, alla nomina in ruolo del personale docente ed altro: tali attività sono impedite a questo dirigente, perché non ha i poteri per compierle ma ha soltanto la possibilità di una firma.
Inoltre, se posso esprimere una considerazione, signor Presidente, da quello chePag. 111so, il Ministero della pubblica istruzione o, per meglio dire, dell'istruzione, della ricerca e dell'università come oggi si chiama, non aveva contezza della situazione in Calabria, se è vero com'è vero, che in questi giorni ha chiamato qualcuno della direzione dell'ufficio regionale scolastico per capire qual era la situazione.
Non credo che il Ministero dell'istruzione dovesse intervenire o chiedere notizie ma doveva essere a conoscenza: non per questo motivo voglio imputare responsabilità al Governo. Da parte mia sarebbe un'esagerazione, sarebbe una forzatura concettuale e polemica che non è nel mio stile né nel mio costume. Ma certo è che in questa Calabria, dove tutti quanti abbiamo puntato sulla formazione e sulla crescita, sulla scuola e sulla famiglia, sulla famiglia e sulla scuola, oggi la scuola manifesta un vuoto enorme.
Allo stesso modo, anche poco fa, quando il collega Foti faceva riferimento all'azienda sanitaria di Reggio Calabria, il sottosegretario all'interno ha risposto in termini assolutamente insufficienti e soprattutto non esaustivi ma con grande lacune sul piano di una proposizione di carattere politico.
Il problema è politico, perché non soltanto viene meno l'impegno di fondo su cui il legislatore aveva manifestato la sua volontà e che aveva sancito attraverso una norma di legge. Ma viene meno un'attenzione nei confronti di una regione che certamente fa molto preoccupare e molto riflettere.
Un collega della Lega Nord Padania, poco prima, signor Presidente, quando si discuteva del decreto-legge riguardante l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, ha detto di voler aiutare la Calabria e il Mezzogiorno a crescere, dotarla di una classe dirigente. L'onorevole Cota dovrà pure spiegare queste parole ovviamente in un'altra occasione e in un'altra circostanza, anche perché gli potremmo anche essere grati di questa sua donazione e generosità.
Oggi, però, è in carica un Governo che sta dimostrando per altri versi una grande capacità di movimento, poi vedremo dai risultati, dagli obiettivi e dei traguardi raggiunti, ma certo è che, per quanto riguarda questa struttura regionale e scolastica, vi è una disattenzione piena.
Voglio esprimere un'ultima considerazione. Non so se il sottosegretario ha notizie più complete, puntuali e precise. So che avevano contattato un dirigente della pubblica istruzione, un certo dottor Cammerieri per accettare la direzione regionale scolastica dell'ufficio regionale scolastico.
Sì, signor Presidente, perché si tratta di questo: vanno alla ricerca della disponibilità ad accettare. Quando le strutture dello Stato si mettono in queste condizioni, quando non vi è una regola né una disciplina, lo Stato si indebolisce, si svuota e diventa certamente un elemento molto debole rispetto a quelle che sono le sue competenze e le sue prerogative.
Ebbene, questo dottor Cammerieri sembra che non accetti; anzi, si è messo in pensione. Pertanto, anche quel filo di speranza, di contatto e di collegamento che aveva legato il Ministero dell'istruzione - ieri della pubblica istruzione - per assicurare la presenza di tale funzionario in pianta stabile in Calabria, certamente si è andato spegnendo e si è esaurito, se è vero - come risulta dalle notizie di cui dispongo - che egli si è messo in quiescenza. Non vi è, quindi, alcuna prospettiva.
Concludo qui la mia illustrazione, riservandomi una replica, nella certezza che, considerato che ci troviamo di fronte ad una situazione delicata, non vi sarà la solita risposta con le veline, che in altre circostanze abbiamo dovuto registrare, verificare, anche un po' denunciare ed evidenziare in termini negativi. Ascolterò la risposta del sottosegretario e, come mi consente il Regolamento, signor Presidente, manifesterò il mio giudizio, dopo avere ascoltato con molta attenzione e con molto interesse la risposta che il sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca vorrà darmi.

Pag. 112

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, tutti noi amiamo la Calabria e siamo preoccupati per lo stato delle istituzioni scolastiche in Calabria.
Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, occorre premettere che dopo l'unificazione del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca scientifica, in virtù del decreto legislativo n. 300 del 1999, la struttura dell'amministrazione scolastica è stata più di una volta oggetto di riorganizzazione, in quanto, successivamente, detti dicasteri sono stati dapprima separati e, poi, di nuovo unificati.
Infatti, con il decreto legge del 18 maggio 2006, n. 181, convertito dalla legge del 17 luglio 2006, n. 233, il Ministero dell' istruzione, dell'università e della ricerca è stato nuovamente scisso in due distinti dicasteri: Ministero della pubblica istruzione e Ministero dell'università e della ricerca.
Il regolamento, volto a definire gli assetti organizzativi «di primo livello» dell'amministrazione scolastica, centrale e periferica, è stato adottato, in applicazione del succitato decreto legge, con decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 2007, n. 260, ed è entrato in vigore il 6 febbraio 2008.
Successivamente, è intervenuto il decreto-legge del 16 maggio 2008, n. 85, recante disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione della legge n. 244 del 2007 - legge finanziaria 2008 - che ha ricostituito il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Il mutamento dell'assetto istituzionale ed amministrativo del Ministero, derivante dalle norme richiamate, ha coinvolto tutti gli uffici territoriali, rendendosi necessario procedere ad un movimento di dirigenti di prima fascia.
Ciò premesso, abbiamo piena consapevolezza della grave situazione venutasi a creare in Calabria nel tempo ed è nostra precisa intenzione agire così come ci esorta l'onorevole interpellante.
Quanto affermato dall'onorevole interpellante è corretto e, soprattutto, sono corrette le premesse. Il tessuto scolastico rappresenta, infatti, la «rete di sicurezza» che può curare i «sintomi di travaglio sul piano sociale ed economico» e bloccare la corrosione del tessuto sociale da parte della criminalità organizzata. Se i giovani rappresentano il futuro del Paese, a maggior ragione rappresentano la speranza della Calabria. Una speranza da fortificare attraverso la cultura, la formazione, l'educazione alla legalità.
Lo Stato deve dare, nelle sue articolazioni, il buon esempio. Ogni smagliatura nella sua macchina organizzativa è percepita come sintomo di abbandono. Sono smagliature che vanno riparate con la massima cura.
Il Ministero intende accettare pienamente la sfida posta dalla situazione calabrese. Entro le prossime settimane si provvederà alla nomina di un direttore generale autorevole ed esperto, primo passo necessario a restituire alle scuole, alle famiglie, ai dipendenti dell'ufficio scolastico regionale un preciso punto di riferimento. Il Ministro ha intenzione di presenziare al suo insediamento non solo per mostrare in maniera tangibile la vicinanza dello Stato, ma per prendere diretta coscienza della situazione, affrontare con piena cognizione di causa le necessità della Calabria e dare, in maniera incisiva, le necessarie risposte.
E, peraltro, è nostra intenzione tenere costantemente informate le competenti Commissioni parlamentari dell'evolversi della situazione e dei provvedimenti con cui, via via, riporteremo l'emergenza alla normalità.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho seguito con molta attenzione il sottosegretario, che ringrazio. Dottor Pizza, avevo evidenziato che non rivolgevo alcunPag. 113tipo di appunto al Governo attuale, anche se esso, adesso, si muove su una certa sollecitazione, anche parlamentare, e questo rientra nelle regole della democrazia. Ho seguito con molta attenzione l'esposizione che lei ha fatto. Mi permetta di dissentire un po', di scostarmi dal ragionamento che lei ha svolto e che è un po' il frutto dell'elaborazione delle strutture. Le composizioni e le scomposizioni dei ministeri non sono una giustificazione. Dottor Pizza, ho avuto un'esperienza, anche recente, di Governo nella XIV legislatura, nella quale abbiamo ricomposto un ministero - allora si era ricomposto, adesso si è scomposto - e il problema quale era? Era che, ad esempio, per quanto riguarda il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, i dirigenti del Ministero delle infrastrutture lavoravano ed erano i dirigenti del Ministero delle infrastrutture e quelli dei Trasporti lo erano dei Trasporti! Non si giustifica la considerazione che la composizione o la scomposizione, oppure il cambio del logo o della dicitura del ministero abbiano creato queste disfunzioni.
Ovviamente, ho fatto riferimento alla precarietà dei direttori generali: uno è rimasto in carica diciannove mesi, un altro due anni, Mercurio due anni, poi la Stellacci è stata reggente per sei mesi, Petracca titolare per sei mesi e poi reggente ancora per quattro mesi, fino al 31 marzo 2008. E dal 31 marzo 2008 c'è il vuoto, ripeto, c'è il vuoto! A chi imputiamo ciò? Pertanto, si dica chiaramente che non vi sono dirigenti, perché lo debbono sapere, lo dobbiamo sapere tutti quanti, visto e considerato che ci sono insegnanti che si impegnano, che si espongono e ai quali affidiamo tante competenze.
Ogni tanto pensiamo alla sicurezza stradale e vogliamo far insegnare l'educazione alla sicurezza stradale. Poi pensiamo che dobbiamo istituire un insegnamento per l'alimentazione, e lo istituiamo, e poi quello sulla legalità, e si fa quello sulla legalità! Io mi sono interessato variamente anche in questa direzione. Tuttavia, vi è la precarietà, certamente, della direzione e vi è l'insostenibilità delle condizioni degli insegnanti, o dei dirigenti - che non vi sono -, ma degli insegnanti soprattutto, sul piano economico e delle soddisfazioni. Ci troviamo di fronte ad una scuola che si appesantisce sempre più burocraticamente. Lei ha parlato, verso la conclusione del suo intervento, dell'impegno, ma la prima parte era il frutto di una visione burocratica che ancora permane e che resiste all'interno della scuola.
Sono un po' deluso e non so, signor Presidente, se agisco secondo le regole parlamentari se parlo di delusione ed evito di esprimere la mia soddisfazione o insoddisfazione. Se lei, però, mi chiedesse di farlo, pur ringraziando il sottosegretario per la sua gentilezza, anche sul piano personale nei confronti del dottor Pizza, dichiarerei di essere insoddisfatto. Ritengo che non si dovesse aspettare l'interpellanza di un parlamentare, un atto di sindacato ispettivo, per affermare che fra qualche settimana «si vedrà»: credevo che un direttore generale fosse già pronto, perché quello che vi è attualmente non ha poteri rispetto alle grandi scadenze della Calabria. La Direzione regionale scolastica, malgrado disponga di bravi funzionari - anche se qualcuno se ne è andato, come il vicedirettore della ragioneria, che è andato in pensione e che aveva certamente garantito una grande azione e continuità, evidenziandosi per spirito di abnegazione verso il suo lavoro - non ha alcun collegamento o raccordo con la regione e con le famiglie. La prospettiva di un progetto più ampio è lasciata tutta all'invenzione e al volontariato, senza che il Paese investa sulla scuola, sul piano politico.
Signor Presidente, certamente abbiamo fatto bene a dedicare le nostre giornate alle vicende della Campania, sebbene abbia capito sempre meno le questioni procedurali (tanto per rendere noto come la pensi in questo particolare momento), è però assurdo che si parlerà della scuola tra sette giorni o tra quindici. Sottosegretario Pizza, cosa significa tra qualche settimana? Vi è un'emergenza: abbiamo l'emergenza rifiuti nella Campania e abbiamo l'emergenza di criminalità nella regione Calabria, e noi rispondiamo con laPag. 114debolezza di una struttura. È certamente vero che il contrasto all'organizzazione criminale spetti ai magistrati della DDA e alle forze dell'ordine, ma ciò deve avere quale prospettiva la formazione, la cultura, l'educazione e il senso della legalità, pertanto tutto deve poggiarsi sulle famiglie, sul mondo del volontariato e sulla scuola.
È questo che non si è capito, a meno che, signor Presidente, non vi sia qualche tentativo di colonizzazione (ho sentito qualcosa che mi è suonato male, come dicevo anche poc'anzi). Oppure, peggio ancora, è una certa cultura che si fa strada; ricordavo tale aspetto poco fa, quando l'onorevole Foti parlava dell'azienda sanitaria di Reggio Calabria, dove la gente va e dice di essere minacciata, si blocca e non fa nulla, oppure fa cose che non dovrebbe senza risponderne a nessuno. Con chi ce la prendiamo, poi, con l'ambiente? Ma l'ambiente come lo miglioriamo se non con una testimonianza e con un messaggio forte?
Ecco perché, signor Presidente, non riesco a comprendere quale sia tale processo. Verrà fra qualche mese un direttore regionale? Che abbia entusiasmo, perché la Calabria non è la Sardegna del 1920 o del 1800, dove chi arrivava guardava subito l'orologio o il calendario per andarsene. Chi arriverà dovrà avere la possibilità temporale di programmare, di inserirsi nel tessuto sociale e civile della regione e di poter essere una guida forte.
Prenderei anche per buona la risposta del sottosegretario, ma ho tanta esperienza, troppa, per capire che tale risposta all'interpellanza è stata frettolosamente costruita, dando un contentino al Parlamento e al parlamentare. Ritengo che ciò non sia giusto.
Su questa vicenda le dico, signor sottosegretario, che qualche settimana, nei termini generici che lei ha posto, è un tempo troppo lungo. Avrei preferito che lei fosse venuto in Aula e avesse detto: fra sette giorni, fra cinque giorni abbiamo il direttore regionale dell'ufficio scolastico della Calabria. Mi diceva il nome, non me lo poteva dire, eccetera eccetera: ritengo che questo era un modo in cui rispondere a proposito della gravità di una situazione difficile. che lei del resto ha ricordato, riconoscendo la giustezza delle considerazioni che ho scritto nel mio atto di sindacato ispettivo. Perciò siamo in attesa, e incalzerò il Governo. Aspetterò qualche settimana, con la speranza che qualche settimana non significhi mesi; vorrei però che il Ministero avesse risposto. Gli atti fondamentali chi li scrive, chi li sottoscrive, chi li fa? Non c'è nessuno! Questi funzionari e questi dirigenti, che si sono rifiutati di venire...

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, devo invitarla a concludere.

MARIO TASSONE. Ho finito. Stavo dicendo che si sono rifiutati di venire in Calabria, hanno fatto carriera, sono stati gratificati dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca? Sarebbe anche curioso saperlo; ma soprattutto non è una curiosità, credo che dovrebbe essere un dovere da parte di tutti, sul piano della responsabilità istituzionale, sapere e conoscere il mondo che si muove all'interno del Ministero dell'istruzione, università e ricerca.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Romano n. 2-00052)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Romano n. 2-00052, concernente l'attuazione delle disposizioni relative al trasferimento delle quote di competenza fiscale dello Stato alla regione Sicilia, è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,54).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 115

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo solo per alcuni secondi in ordine ad una questione molto importante che magari potremmo riprendere, anche con toni diversi, all'inizio della prossima seduta.
Vorrei farle premura di sollecitare il Presidente della Camera di non dimenticare che il Parlamento deve eleggere ancora un membro della Corte costituzionale. Le affido tale messaggio, tenendo presente che abbiamo atteso anche troppo rispetto all'importanza di tale funzione e pertanto mi auguro che già dalla prossima seduta sia calendarizzata l'elezione del membro della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole Turco, ovviamente manifesterò la sua preoccupazione che è anche la mia, ed è effettivamente una preoccupazione oggettiva, al Presidente della Camera, che provvederà anche a parlarne, credo, con il Presidente dell'altro ramo del Parlamento sperando di giungere presto ad una soluzione.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 23 giugno 2008, alle 15,30:

1. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie (1185-A).
- Relatori: Ravetto, per la V Commissione e Fugatti, per la VI Commissione.

2. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 2008, n. 95, recante disposizioni urgenti relative al termine per il riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria (1212-A).
- Relatore: Vitali.

La seduta termina alle 20,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1145-A/R - em. 2.113 439 436 3 219 213 223 57 Resp.
2 Nom. em. 3.1, 3.50, 3.51 503 483 20 242 216 267 55 Resp.
3 Nom. em. 3.3 503 335 168 168 66 269 53 Resp.
4 Nom. em. 3.101 522 516 6 259 219 297 53 Resp.
5 Nom. subem. 0.3.200.1 509 506 3 254 238 268 53 Resp.
6 Nom. em. 3.200 n.f. 521 328 193 165 296 32 53 Appr.
7 Nom. em. 3.8 510 367 143 184 100 267 52 Resp.
8 Nom. em. 3.10 511 338 173 170 69 269 52 Resp.
9 Nom. em. 3.55 517 510 7 256 240 270 52 Resp.
10 Nom. em. 3.18. 3.19 508 335 173 168 64 271 52 Resp.
11 Nom. em. 3.20 514 335 179 168 63 272 52 Resp.
12 Nom. em. 3.23 505 328 177 165 56 272 52 Resp.
13 Nom. em. 3.24 515 507 8 254 236 271 52 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.50 501 477 24 239 211 266 52 Resp.
15 Nom. em. 4.150 519 493 26 247 222 271 52 Resp.
16 Nom. em. 4.2, 4.3 511 481 30 241 214 267 52 Resp.
17 Nom. em. 4.151 509 475 34 238 209 266 53 Resp.
18 Nom. em. 5.102 521 516 5 259 247 269 52 Resp.
19 Nom. em. 5.51 514 510 4 256 215 295 52 Resp.
20 Nom. em. 6.150 516 511 5 256 12 499 52 Resp.
21 Nom. em. 6.101 516 499 17 250 61 438 52 Resp.
22 Nom. em. 6.53 521 518 3 260 215 303 52 Resp.
23 Nom. em. 6-bis.101 519 515 4 258 27 488 52 Resp.
24 Nom. em. 6-bis.102 508 502 6 252 57 445 52 Resp.
25 Nom. em. 6-bis.500 515 496 19 249 491 5 52 Appr.
26 Nom. em. 6-ter.150 520 517 3 259 217 300 52 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6-ter.102 511 508 3 255 238 270 52 Resp.
28 Nom. em. 7.101 500 473 27 237 212 261 52 Resp.
29 Nom. em. 7.104 502 475 27 238 214 261 52 Resp.
30 Nom. em. 7.4 496 467 29 234 207 260 52 Resp.
31 Nom. em. 7.200 479 454 25 228 199 255 53 Resp.
32 Nom. em. 7.55, 7.103 497 424 73 213 209 215 53 Resp.
33 Nom. Votazione annullata Annu.
34 Nom. em. 8-bis.150 rif. 501 498 3 250 496 2 52 Appr.
35 Nom. em. 9.53 493 490 3 246 28 462 50 Resp.
36 Nom. em. 9.55 469 463 6 232 105 358 48 Resp.
37 Nom. em. 9.56 483 480 3 241 22 458 48 Resp.
38 Nom. em. 9.7 488 485 3 243 192 293 48 Resp.
39 Nom. em. 9.8 488 486 2 244 217 269 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 9.58 488 487 1 244 221 266 48 Resp.
41 Nom. em. 9.12 483 481 2 241 215 266 49 Resp.
42 Nom. em. 11.2 495 494 1 248 228 266 48 Resp.
43 Nom. em. 11.7 489 485 4 243 108 377 49 Resp.
44 Nom. em. 11.11 484 476 8 239 212 264 49 Resp.
45 Nom. em. 11.51 476 454 22 228 190 264 49 Resp.
46 Nom. em. 11.15 481 478 3 240 218 260 49 Resp.
47 Nom. em. 11.20 490 489 1 245 220 269 49 Resp.
48 Nom. em. 11.31, 11.58 478 477 1 239 217 260 49 Resp.
49 Nom. em. 11.102 474 471 3 236 212 259 49 Resp.
50 Nom. em. 11.60 471 470 1 236 212 258 49 Resp.
51 Nom. em. 11.61 474 471 3 236 213 258 49 Resp.
52 Nom. em. 11.40 456 432 24 217 181 251 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 11.50 457 455 2 228 207 248 49 Resp.
54 Nom. em. 12.1 453 430 23 216 182 248 49 Resp.
55 Nom. em. 12.150 422 273 149 137 3 270 49 Resp.
56 Nom. em. 12.101 448 419 29 210 204 215 49 Resp.
57 Nom. em. 13.1 446 445 1 223 196 249 49 Resp.
58 Nom. em. 13.51 462 458 4 230 195 263 49 Resp.
59 Nom. em. 13.100 446 443 3 222 432 11 49 Appr.
60 Nom. em. 14.101 469 467 2 234 211 256 49 Resp.
61 Nom. em. 15.150 470 444 26 223 183 261 49 Resp.
62 Nom. em. 16.1, 16.2 467 451 16 226 202 249 49 Resp.
63 Nom. em. 16.3 463 462 1 232 205 257 49 Resp.
64 Nom. em. 16.4 458 457 1 229 202 255 49 Resp.
65 Nom. em. 16.7 452 450 2 226 193 257 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 68
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 16.8 467 465 2 233 253 212 49 Appr.
67 Nom. em. 16.15, 16.16, 16.17 462 461 1 231 204 257 49 Resp.
68 Nom. em. 16.18 462 462 232 201 261 49 Resp.