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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 9 marzo 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 9 marzo 2009.

Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Renato Farina, Fassino, Fitto, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Soro, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 26 febbraio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
TASSONE: «Disposizioni per la predisposizione e l'installazione di alloggi di emergenza di uso duale in caso di calamità naturali, di disastri causati dall'uomo e di eventi non convenzionali» (2243);
CARLUCCI: «Istituzione del Centro nazionale per il cinema e l'audiovisivo» (2244);
AMICI e MARCO CARRA: «Norme in materia di difesa civica e istituzione del Difensore civico nazionale» (2245);
FRASSINETTI: «Modifiche all'articolo 2233 del codice civile e all'articolo 2 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di disciplina delle attività professionali e di compensi degli avvocati» (2246);
BORGHESI: «Disposizioni per il contenimento della spesa pubblica mediante la soppressione di enti territoriali» (2247);
LABOCCETTA: «Modifiche all'articolo 8 del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 198, in materia di riammissione in servizio nell'Arma dei carabinieri» (2248);
MINNITI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni per il soggiorno e l'integrazione degli stranieri nonché per il contrasto del favoreggiamento e dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina» (2249).

In data 27 febbraio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
GARAGNANI: «Delega al Governo per l'abolizione del valore legale del diploma di laurea» (2250);
FRASSINETTI: «Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione degli impianti sportivi» (2251).

In data 2 marzo 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
FORCOLIN ed altri: «Modifica all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità delle spese relative alla frequenza di scuole dell'infanzia paritarie» (2253);
BELCASTRO ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale dello studente» (2254).

In data 3 marzo 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
CAPODICASA: «Norme relative alla professione del consulente filosofico e istituzione del relativo albo professionale» (2255);
RAMPELLI: «Disciplina delle attività musicali» (2256).

In data 4 marzo 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
NARDUCCI e BOBBA: «Modifica all'articolo 2 della legge 12 giugno 1990, n. 146, in materia di obblighi di informazione a carico dei lavoratori che aderiscono agli scioperi nei servizi pubblici essenziali» (2257).

In data 5 marzo 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
CALABRIA: «Modifiche all'articolo 8 del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 198, in materia di riammissione in servizio del personale dell'Arma dei carabinieri cessato dal servizio permanente» (2261).
Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

In data 27 febbraio 2009 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal ministro degli affari esteri:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sudan sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto a Khartoum il 19 novembre 2005»" (2252).

In data 4 marzo 2009 sono stati presentati alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
dai ministri degli affari esteri e della difesa:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11 dicembre 2002» (2259);
dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali:
«Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare» (2260).
Saranno stampati e distribuiti.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge RAZZI ed altri: «Riforma delle istituzioni scolastiche italiane all'estero e interventi per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero» (1363) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Barbieri.
La proposta di legge COSENZA ed altri: «Riduzione al 4 per cento dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa a prestazioni, servizi e prodotti di natura turistico-alberghiera» (1401) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Soglia.
La proposta di legge SAGLIA ed altri: «Disposizioni per la riforma della disciplina relativa ai servizi pubblici locali di rilevanza economica e delega al Governo per la sua attuazione» (1570) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Soglia.
La proposta di legge GAROFANI ed altri: «Legge quadro sulla partecipazione italiana a missioni internazionali» (1820) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Brandolini, Bucchino, Enzo Carra, Ceccuzzi, Farinone, Gnecchi, Lucà, Margiotta, Tidei e Vannucci.
La proposta di legge NARDUCCI ed altri: «Istituzione del ruolo unico della docenza universitaria e disciplina relativa al reclutamento e alla valutazione dell'attività scientifica e didattica dei docenti universitari» (1828) è stata successivamente sottoscritta dal deputato D'Incecco.
La proposta di legge CATANOSO ed altri: «Autorizzazione alla sepoltura delle salme dei Re d'Italia Vittorio Emanuele III e Umberto II nel Pantheon in Roma» (1892) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Di Biagio.
La proposta di legge ZAZZERA ed altri: «Modifica all'articolo 201 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, per l'introduzione di un limite massimo relativo alle spese di accertamento e di notificazione delle violazioni in materia di circolazione stradale» (1923) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gibiino.
La proposta di legge BUTTIGLIONE ed altri: «Disposizioni in materia di consenso informato e di indicazioni anticipate di cura, di accesso alle cure palliative e di assistenza e cura dei pazienti affetti da malattie rare» (2038) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Di Biagio e Torrisi.
La proposta di legge CARLUCCI: «Modifica all'articolo 155-sexies del codice civile, in materia di ascolto dei figli minorenni nei procedimenti di separazione dei coniugi»" (2154) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bosi, Divella, Sammarco, Scalera e Speciale.

Modifica del titolo di proposte di legge.

La proposta di legge n. 769, d'iniziativa del deputato CARLUCCI, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni in favore del settore musicale e delega al Governo per interventi fiscali, assicurativi e previdenziali in materia di spettacolo dal vivo».
La proposta di legge n. 1921, d'iniziativa dei deputati CASSINELLI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Modifiche all'articolo 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62, in materia di definizione e disciplina del prodotto editoriale e agli articoli 5 e 16 della legge 8 febbraio 1948, n. 47».
La proposta di legge n. 2124, d'iniziativa dei deputati DI VIRGILIO ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento».

Trasmissioni dal Senato.

In data 4 marzo 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
S. 889. - Senatori MONTI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 11 giugno 2004, n. 146. Aggregazione dei comuni di Lentate sul Seveso, Busnago, Caponago, Cornate d'Adda e Roncello alla provincia di Monza e della Brianza e disposizioni conseguenti» (approvata dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2258).

In data 5 marzo 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 1106. - «Modifica della legge 22 novembre 1988, n. 516, recante approvazione dell'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7o giorno, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2262).

In data 7 marzo 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
S. 1082. - «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile» (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-bis B);
S. 1367. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2009, n. 4, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario» (approvato dal Senato) (2263).
Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
SBAI: «Istituzione della Consulta permanente per l'immigrazione» (2118) Parere della V Commissione;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VITALI: «Modifiche agli articoli 107 e 110 della Costituzione, in materia di esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati» (2161) Parere della II Commissione;
S. 889. - Senatori MONTI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 11 giugno 2004, n. 146. Aggregazione dei comuni di Lentate sul Seveso, Busnago, Caponago, Cornate d'Adda e Roncello alla provincia di Monza e della Brianza e disposizioni conseguenti» (2258) Parere della V Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

II Commissione (Giustizia):
BARANI ed altri: «Disciplina dei diritti e dei doveri di reciprocità dei conviventi» (1756) Parere delle Commissioni I, V e VIII;
MANTINI: «Disposizioni per l'accelerazione e la funzionalità dell'amministrazione della giustizia penale e in materia di soppressione di fattispecie incriminatrici» (1861) Parere delle Commissioni I, V e VI;
MANTINI: «Modifica all'articolo 282 del codice di procedura civile in materia di provvisoria esecutività della condanna alle spese di giudizio» (1863) Parere delle Commissioni I e V;
MANTINI: «Modifica all'articolo 656 del codice di procedura penale in materia di esecuzione delle pene detentive» (1864) Parere delle Commissioni I e V;
MANTINI: «Norme in materia di riparazione per l'ingiusta detenzione» (1865) Parere delle Commissioni I e V;
TENAGLIA ed altri: «Modifiche al codice di procedura penale in materia di disciplina dell'udienza preliminare e di richieste di prova» (2093) Parere della I Commissione;
MUSSOLINI ed altri: «Norme in materia di violenza sessuale sui minori» (2116) Parere delle Commissioni I, V e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento);
BERRETTA: «Disposizioni concernenti la pubblicazione delle sentenze penali di condanna per determinati reati» (2152) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XI e XII.

III Commissione (Affari esteri):
«Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini "mobili" sulla linea di cresta o displuviale, effettuato a Roma il 23 e il 26 maggio 2008» (2208) Parere delle Commissioni I e V.

V Commissione (Bilancio):
ARACRI ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai cittadini, agli enti e alle società italiani titolari di beni, diritti e interessi perduti a seguito di provvedimenti emanati dalle autorità libiche» (1871) Parere delle Commissioni I, III, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e X.

VI Commissione (Finanze):
MAZZOCCHI ed altri: «Costituzione della Società per l'intermediazione finanziaria specializzata a favore delle piccole e medie imprese» (216) Parere delle Commissioni I, II, V, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GARAGNANI: «Modifiche all'articolo 5 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, e all'articolo 11 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, in materia di tariffe dell'imposta comunale sulla pubblicità e di diritti sulle pubbliche affissioni» (2114) Parere delle Commissioni I, V e X;
PINI ed altri: «Modifiche agli articoli 51 e 164 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di agevolazioni fiscali per l'acquisto e la locazione di automezzi a bassa emissione di anidride carbonica» (2151) Parere delle Commissioni I, V, VIII e IX.

VII Commissione (Cultura):
CARLUCCI: «Disposizioni in favore del settore musicale e delega al Governo per interventi fiscali, assicurativi e previdenziali in materia di spettacolo dal vivo» (769) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CASSINELLI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62, in materia di definizione e disciplina del prodotto editoriale e agli articoli 5 e 16 della legge 8 febbraio 1948, n. 47» (1921) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, IX e XI;
CARLUCCI: «Istituzione del Registro telematico delle associazioni e società coreutiche e agevolazioni fiscali in favore delle medesime» (2242) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
REALACCI ed altri: «Norme per la disciplina dell'accesso all'attività imprenditoriale nel settore dell'edilizia» (60) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

IX Commissione (Trasporti):
BOFFA ed altri: «Misure per il sostegno dello sviluppo di sistemi di mobilità ad alta sostenibilità con impiego di idrogeno e carburanti ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica» (2184) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
DAMIANO ed altri: «Norme per l'estensione delle misure di sostegno del reddito dei lavoratori esclusi dall'applicazione degli strumenti previsti in materia di ammortizzatori sociali» (2100) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
BERRETTA e CATANOSO: «Disposizione concernente la classificazione, ai fini previdenziali e assistenziali, degli enti cooperativi che esercitano attività connesse o strumentali a quella agricola» (2156) Parere delle Commissioni I, V, X, XII e XIII.

XII Commissione (Affari sociali):
DI VIRGILIO ed altri: «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento» (2124) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria).

Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio):
S. 1082. - «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile» (1441-bis-B) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), III, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive):
MANTINI: «Princìpi fondamentali concernenti l'ordinamento delle professioni e delega al Governo in materia di istituzione dell'Ordine dei tecnici e di disciplina delle società tra professionisti» (2239) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 28 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 38, comma 1, della legge 3 agosto 2007, n. 124, la relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza, relativa all'anno 2008 (doc. XXXIII, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 26 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 1 del 2009, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 12 settembre 2008, e la relativa relazione concernente l'indagine sul «Piano nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra».
Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 4 marzo 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 3 del 2009, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 17 febbraio 2009 e la relativa relazione concernente l'indagine sull'esecuzione delle sentenze di condanna pronunciate dalla Corte dei conti a favore delle amministrazioni dello Stato.
Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione delle autonomie - con lettera in data 5 marzo 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti, le deliberazioni n. 1/2009 e 2/2009, adottate dalla sezione stessa nell'adunanza del 16 febbraio 2009, concernenti il «Programma di lavoro» per i referti da rendere al Parlamento nel 2009 in ordine all'andamento complessivo della finanza, rispettivamente, regionale e locale, negli esercizi 2007 e 2008, agli equilibri di bilancio, alle verifiche sul rispetto del patto di stabilità interno e dei vincoli derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea.
Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 5 marzo 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'ENI Spa, per gli esercizi 2006 e 2007. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 76).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettere del 19 febbraio 2009, ha trasmesso quattro note relative all'attuazione data: all'ordine del giorno FERRARI ed altri n. 9/1496/27, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 29 luglio 2008, concernente i controlli sugli adempimenti a carico dei datori di lavoro previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2008, e, per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno BARETTA ed altri n. 9/1496/22, accolto come raccomandazione dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante iniziative normative volte a prevedere forme di corresponsabilità tra committente, appaltatore e subappaltatore in merito agli adempimenti contributivi e fiscali nei contratti di opere, forniture e servizi, MOSCA ed altri n. 9/1185/122, concernente misure volte a prevedere politiche di flessibilità per le lavoratrici, e NANNICINI ed altri n. 9/1185/157, riguardante l'emanazione del regolamento attuativo per l'accesso al Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 26 giugno 2008; il ministro ha altresì trasmesso due note relative all'attuazione data alla risoluzione in Commissione CAZZOLA ed altri n. 7/00044, riguardante la puntuale applicazione della legge n. 30 del 2003 in relazione ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ed alla risoluzione conclusiva DELFINO ed altri n. 8/00010, concernente la stabilizzazione dei precari nei call center, accolte dal Governo ed approvate dalla XI Commissione (Lavoro) nella seduta del 29 ottobre 2008.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni XI (Lavoro) e XII (Affari sociali) competenti per materia.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera del 25 febbraio 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno MISIANI ed altri n. 9/1386/190, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 23 luglio 2008, concernente l'adozione di provvedimenti volti a favorire il mantenimento degli equilibri di bilancio degli enti locali.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla V Commissione (Bilancio), competente per materia.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 26 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 23 dicembre 2002, n. 279, la relazione - redatta dal Ministero della giustizia - sullo stato di attuazione della citata legge n. 279 del 2002, recante modifica degli articoli 4-bis e 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di trattamento penitenziario, riferita al triennio 2006-2008 (doc. CXVII, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

Il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, in data 2 marzo 2009, ha trasmesso il primo rapporto del Servizio anticorruzione e trasparenza (doc. XXVII, n. 6).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

La Commissione europea ha inviato progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi relativi al periodo dal 15 al 28 febbraio 2009.
Tali atti sono stati trasmessi alle Commissioni competenti per materia.

Il ministro per le politiche europee, con lettere in data 27 febbraio e 3 marzo 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
n. 6394/09 - Proposta di decisione del Consiglio relativa al divieto temporaneo di utilizzo e vendita in Ungheria di granturco geneticamente modificato (Zea mays L., linea MON 810) che esprime il gene Bt cry 1Ab, a norma della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
n. 6577/09 - Proposta di decisione del Consiglio relativa al divieto provvisorio, a norma della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'uso e della vendita in Austria di granturco geneticamente modificato (Zea mays L., linea MON 810), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
n. 6578/09 - Proposta di decisione del Consiglio relativa al divieto provvisorio, a norma della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'uso e della vendita in Austria di granturco geneticamente modificato (Zea mays L., linea T25), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
n. 6700/09 - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (COM(2009) 66 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali).

Annunzio della trasmissione di atti alla Corte costituzionale.

Nel mese di febbraio 2009 sono pervenute ordinanze emesse da autorità giurisdizionali per la trasmissione alla Corte costituzionale di atti relativi a giudizi di legittimità costituzionale.
Questi documenti sono trasmessi alla Commissione competente.

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 20 febbraio 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Taurianova (Reggio Calabria), Anguillara Sabazia (Roma) e Calvi Risorta (Caserta).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione da un consiglio regionale.

La presidenza della regione autonoma della Sardegna, con lettera in data 25 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13, il decreto n. 32 del vicepresidente della regione stessa in data 25 febbraio 2009, con cui è stato sciolto il consiglio comunale di San Gavino Monreale e nominato il relativo commissario straordinario.
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 3 marzo 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 21 e 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione relativa alle modalità di attuazione, da parte delle regioni e delle province autonome, delle previsioni in materia di liberalizzazione dell'accesso all'attività di distribuzione di carburanti in rete di cui all'articolo 83-bis, commi dal 17 al 22, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
Questa documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione Basilicata.

Il Garante del contribuente della regione Basilicata, con lettera in data 23 febbraio 2009, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2008, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, e successive modificazioni.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione Veneto.

Il Garante del contribuente della regione Veneto, con lettera in data 26 febbraio 2009, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2008, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, e successive modificazioni.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione Valle d'Aosta.

Il Garante del contribuente della regione Valle d'Aosta, con lettera in data 26 febbraio 2009, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2008, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, e successive modificazioni.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, la comunicazione relativa alla conferma della nomina del prefetto Giulio Maninchedda a commissario straordinario del Governo per la gestione delle aree del territorio del comune di Castel Volturno (Caserta).
Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONE MECACCI ED ALTRI N. 1-00089 CONCERNENTE INIZIATIVE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E DELLE LIBERTÀ DEMOCRATICHE IN TIBET

Mozione

La Camera,
premesso che:
nel mese di marzo 2008, in occasione del 49o anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana contro l'amministrazione cinese, vi sono state manifestazioni di massa nella regione autonoma del Tibet e in regioni limitrofe da parte di cittadini di etnia tibetana;
le autorità cinesi hanno represso con la violenza tali manifestazioni, impedendo l'esercizio della libertà di manifestazione;
secondo i dati forniti dal Governo tibetano in esilio, la repressione delle autorità cinesi avrebbe provocato oltre 200 morti, oltre 1.000 feriti e migliaia di arrestati, mentre secondo le autorità cinesi i morti sarebbero solo 20 e provocati dai manifestanti tibetani;
Sua Santità il Dalai Lama ha ribadito in ogni occasione di essere contrario all'indipendenza nazionale e quindi alla secessione del Tibet dalla Cina, di essere, invece, a favore di una soluzione politica che garantisca un'autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani e che ciò debba valere per tutti i cittadini cinesi;
nonostante il credito e l'apertura compiuta dalla comunità internazionale nei confronti della Cina, con l'assegnazione dei giochi olimpici 2008, anche dopo gli impegni assunti dal Governo di Pechino per un maggiore rispetto dei diritti umani, né durante, né dopo la fine dei giochi olimpici le autorità di Pechino hanno mostrato maggiore rispetto per i diritti umani fondamentali, come la libertà di manifestazione e di espressione;
dopo la fine dei giochi olimpici di Pechino le autorità cinesi hanno continuato ad attaccare violentemente il Dalai Lama, accusandolo di mentire e di puntare alla secessione del Tibet, nonostante la politica per l'autonomia della regione del Tibet all'interno della Repubblica popolare cinese sia consolidata da ormai 20 anni da parte delle autorità tibetane in esilio;
a seguito di tale atteggiamento da parte delle autorità cinesi è fallito il round negoziale con le autorità del Governo tibetano in esilio, svoltosi a fine del mese di ottobre 2008;
le autorità tibetane in esilio hanno reso pubblico nelle scorse settimane il memorandum per l'autonomia del Tibet, quale proposta ufficiale effettuata nei confronti del Governo di Pechino, che è stata formalmente rigettata dal Governo cinese;
a seguito dell'annuncio dell'incontro tra il Presidente di turno dell'Unione europea Sarkozy e il Dalai Lama, le autorità cinesi hanno deciso di annullare il vertice Cina-Unione europea previsto per il 1o dicembre 2008 a Lione;
è inaccettabile che i leader europei e, in particolare, la Presidenza di turno dell'Unione europea possano essere soggetti a ricatti politico-economici da parte delle autorità cinesi su tematiche relative al rispetto dei diritti umani e per la difesa del popolo tibetano;
si ritiene molto importante la decisione presa dal Presidente francese Sarkozy di non cedere alle minacce di ritorsioni politiche ed economiche da parte del Governo cinese nei confronti della Francia,

impegna il Governo:

a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo e dell'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani a favore dell'apertura di un'indagine indipendente sui tumulti e la repressione in Tibet, da svolgere sotto gli auspici delle Nazioni Unite, e a sollecitare le autorità cinesi a rivolgere un invito permanente all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo e ad altri organi delle Nazioni Unite a visitare il Tibet per monitorare il rispetto dei diritti umani;
a esprimere la solidarietà del Governo italiano nei confronti del Presidente francese Sarkozy per la scelta di incontrare il Dalai Lama e a dare la disponibilità del Governo italiano a reiterare tale incontro alla prima occasione possibile;
a ricercare una posizione comune in sede europea a favore di colloqui costanti e coordinati delle autorità europee e dei singoli Governi nazionali con le autorità del Governo tibetano in esilio e con il Dalai Lama e a promuovere un'iniziativa internazionale che faccia luce e accerti la verità sui negoziati tra le autorità cinesi e gli inviati del Dalai Lama in questi anni.
(1-00089)
«Mecacci, Zacchera, Barbieri, Vernetti, Evangelisti, Della Vedova, Migliori, Nirenstein, Vannucci, Colombo, De Biasi, Concia, Corsini, Laratta, Barbi, Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Beltrandi, Calvisi, Sarubbi, Farina Coscioni, Strizzolo, Giachetti, Porta, Motta, Mogherini Rebesani, Delfino, Boniver».

La Camera,
premesso che:
nel marzo 2008, a seguito delle commemorazioni del 49o anniversario dell'insurrezione di Lhasa e dell'inizio dell'esilio del Dalai Lama, vi sono state manifestazioni di massa nella regione autonoma del Tibet e in regioni limitrofe da parte di cittadini di etnia tibetana, che sono state represse dalle autorità cinesi;
secondo i dati forniti dai rappresentanti tibetani in esilio, la repressione delle autorità cinesi avrebbe provocato oltre 200 morti, oltre 1.000 feriti e migliaia di arrestati tuttora detenuti nelle carceri cinesi, mentre secondo le autorità cinesi i morti sarebbero stati solo 20 e provocati dai manifestanti tibetani;
il Dalai Lama ha ribadito in ogni occasione di essere contrario all'indipendenza nazionale e, quindi, alla secessione del Tibet dalla Cina e, invece, di essere a favore di una soluzione politica che garantisca un'autentica autonomia culturale, politica e religiosa ai cittadini tibetani e che ciò debba valere per tutti i cittadini cinesi;
nonostante il credito e l'apertura compiuta dalla comunità internazionale nei confronti della Cina, con l'assegnazione dei giochi olimpici 2008, anche dopo gli impegni assunti dal Governo di Pechino per un maggiore rispetto dei diritti umani, né durante né dopo la fine dei giochi olimpici le autorità di Pechino hanno mostrato maggiore rispetto per i diritti umani fondamentali, come la libertà di manifestazione e di espressione;
dopo la fine dei giochi olimpici di Pechino le autorità cinesi hanno continuato ad attaccare violentemente il Dalai Lama, accusandolo di mentire e di puntare alla secessione del Tibet, nonostante la politica per l'autonomia della regione del Tibet all'interno della Repubblica popolare cinese sia consolidata da ormai oltre 20 anni da parte delle autorità tibetane in esilio;
a seguito di tale atteggiamento da parte delle autorità cinesi è fallita l'ultima sessione dei colloqui con i rappresentanti del Dalai Lama, svoltasi alla fine del mese di ottobre 2008;
i rappresentanti tibetani in esilio hanno reso pubblico nelle scorse settimane il memorandum per l'autonomia del Tibet, quale proposta ufficiale effettuata nei confronti del Governo di Pechino, che è stata formalmente rigettata dal Governo cinese;
a seguito dell'annuncio dell'incontro tra il Presidente di turno dell'Unione europea, Sarkozy, e il Dalai Lama, le autorità cinesi hanno deciso di annullare il vertice Cina-Unione europea previsto per il 1o dicembre 2008 a Lione;
l'Unione europea ha accolto con rammarico tale decisione, pur dichiarandosi intenzionata a proseguire il partenariato strategico con la Cina;
i rappresentanti tibetani in esilio hanno chiesto per la prima volta quest'anno ai tibetani in Cina e in tutto il mondo di non celebrare il Losar, il capodanno tibetano, il 25 febbraio 2009, e di sostituire ai festeggiamenti tradizionali la preghiera e la commemorazione per le vittime dell'ultimo anno;
si auspica che eventuali manifestazioni legate all'imminente ricorrenza del 50o anniversario della rivolta di Lhasa (10 marzo 1959) non sfocino in atti di violenza,

impegna il Governo:

a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo di aprire in via stabile e permanente il Tibet alla stampa, ai diplomatici - in particolare ai rappresentanti dell'Unione europea - ed agli stranieri in generale ed a raccomandare alle autorità cinesi di rispondere positivamente alle richieste di visita avanzate dagli organismi Onu di monitoraggio della situazione dei diritti umani, considerando la possibilità di rivolgere loro un invito permanente, standing invitation, in modo da poter contribuire ad accertare quanto avvenuto in quella regione;
a rafforzare la posizione comune in sede europea a favore di un dialogo costante, aperto, veritiero e costruttivo tra le autorità di Pechino ed i rappresentanti del Dalai Lama, essendo questi ultimi interlocutori essenziali, al fine di giungere ad una soluzione mutuamente soddisfacente della questione tibetana, che, nella cornice della Costituzione cinese e nel rispetto dell'integrità territoriale della Cina, assicuri il massimo grado di tutela e di autonomia per preservare la cultura, le tradizioni e la religione tibetane.
(1-00089)
(Nuova formulazione) «Mecacci, Zacchera, Barbieri, Vernetti, Evangelisti, Della Vedova, Migliori, Nirenstein, Vannucci, Colombo, De Biasi, Concia, Corsini, Laratta, Barbi, Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Beltrandi, Calvisi, Sarubbi, Farina Coscioni, Strizzolo, Giachetti, Porta, Motta, Mogherini Rebesani, Delfino, Boniver».
(19 dicembre 2008)

MOZIONI CASINI ED ALTRI N. 1-00093, CIRIELLI ED ALTRI N. 1-00126, DONADI ED ALTRI N. 1-00127 E FAVA ED ALTRI N. 1-00128 CONCERNENTI MISURE A FAVORE DELL'EFFICIENZA E DELLA FUNZIONALITÀ DELLE FORZE ARMATE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
le Forze armate della Repubblica sono lo strumento indispensabile per dare efficacia e credibilità alla politica estera italiana ed assolvono, nell'ambito ed a sostegno delle organizzazioni internazionali, funzioni fondamentali sia per la sicurezza e la difesa del Paese e delle alleanze di cui esso è parte, che per la salvaguardia dei diritti fondamentali degli uomini e dei popoli, nonché per lo sviluppo socio-economico dell'Italia e della comunità internazionale;
l'impegno qualitativo e quantitativo dello strumento militare nazionale negli attuali teatri operativi costituisce, oggi ed in prospettiva, nel quadro del processo di profonda trasformazione degli equilibri internazionali in corso, insostituibile presidio di sicurezza ed irrinunciabile condizione e premessa per una pacifica convivenza e per lo sviluppo di numerose ed importanti aree di crisi;
i tagli al bilancio della difesa, previsti per i prossimi anni, sono destinati ad incidere quasi esclusivamente sui settori del reclutamento e dell'addestramento e, pertanto, penalizzeranno sensibilmente soprattutto la componente operativa delle Forze armate, sia sul piano della disponibilità numerica e della preparazione del personale per l'impiego nei teatri di crisi e sullo stesso territorio nazionale, che su quello complementare del mantenimento in efficienza e della sicurezza dei materiali, degli equipaggiamenti e dei mezzi,

impegna il Governo:

ad adottare in tempi rapidi misure atte a salvaguardare la funzionalità e le capacità operative di intervento dello strumento militare garantendo le peculiari caratteristiche delle Forze armate, finalizzandole, oggi ed in previsione delle future esigenze, ai compiti che esse svolgono nelle aree di crisi presenti nel mondo, nonché per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Paese;
a rivedere e ad ottimizzare, coinvolgendo pienamente il Parlamento, il quadro normativo per l'impiego e la gestione delle Forze armate e del comparto difesa nel suo complesso, garantendone la capacità di corrispondere alle esigenze di difesa nazionale ed agli impegni internazionali, operando le necessarie scelte nei settori tecnico-amministrativo, del personale, della logistica e della organizzazione delle Forze armate sul territorio nazionale;
a tenere presente l'esperienza ormai ultradecennale acquisita negli interventi fuori area caratterizzati dalla necessità di disporre di consolidate capacità di proiezione esterna e di mantenimento di consistenti forze di terra su teatri operativi impegnativi anche in situazioni di conflitto a bassa e media intensità e per periodi di tempo prolungati;
a rimodulare gli investimenti, secondo criteri e priorità strettamente fondati sia sui compiti effettivamente svolti oggi dallo strumento militare in questo periodo storico, sia su quelli, ad alta intensità, che un possibile deterioramento del quadro strategico potrà costringere ad affrontare, sulla base delle risorse realisticamente disponibili;
a destinare in via prioritaria le risorse disponibili e quelle eventualmente recuperate da altre aree ai settori del reclutamento e dell'addestramento, essenziali per il mantenimento delle capacità operative;
ad assicurare, nel tempo, stabilità e coerenza all'assegnazione delle risorse per il comparto difesa, quale presupposto di base per l'efficiente ed economica finalizzazione dei programmi di trasformazione e razionalizzazione delle Forze armate.
(1-00093)
(Nuova formulazione) «Casini, Vietti, Bosi, Tassone, Compagnon».

La Camera,
premesso che:
le Forze armate italiane costituiscono oggi una componente essenziale per il controllo della conflittualità, il mantenimento della sicurezza e il rispetto della legge dovunque ciò impegni la comunità internazionale;
in questo momento più di 9000 soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri operano al di fuori del territorio nazionale, in teatri di crisi che vanno dai Balcani al Mediterraneo e all'Afghanistan. Il loro impegno e quello di tutte le Forze armate che li sostengono si caratterizza per alti livelli di efficienza, preparazione e professionalità;
in tutti questi contesti operativi è sempre apprezzata la professionalità e l'umanità che i militari italiani sanno esprimere a contatto con le popolazioni civili vittime dei conflitti, garantendo loro un quadro di sicurezza e riaccendendo la speranza di una vita normale e di un futuro dignitoso;
una politica di attenzione verso le forze armate deve, pertanto, garantire un quadro stabile di risorse finanziarie idoneo ad assicurare certezza ai programmi di investimento, adeguati standard di efficienza compatibili con i crescenti ritmi di impiego e adeguati livelli di formazione e addestramento del personale militare. In particolare, appare necessario che vengano sempre preservate le spese di esercizio, ossia quelle risorse che, incidendo sull'addestramento e sui mezzi, influenzano più direttamente la vita stessa del personale militare;
occorre, poi, ricordare che le Forze armate rappresentano un'istituzione fondamentale per la sicurezza del Paese, ma al tempo stesso rappresentano anche un aggregato sociale all'interno del quale sono presenti numerose famiglie monoreddito. Il fattore umano è l'elemento centrale di ogni strumento militare. Agli uomini e alle donne in divisa e alle loro famiglie deve essere, quindi, assicurata serenità e condizioni di vita adeguate,

impegna il Governo:

ad avviare ogni iniziativa di propria competenza per rafforzare ed affinare ulteriormente lo strumento militare, affinché possa assolvere al meglio alle numerose missioni assegnate al nostro Paese, pur nella piena consapevolezza che le risorse disponibili per la spesa pubblica sono risorse limitate che richiedono grande capacità di selezione;
ad avviare ogni iniziativa di propria competenza, anche di carattere normativo, volta ad assicurare la migliore razionalizzazione delle risorse a disposizione del Ministero della difesa;
a garantire al personale, nella quotidianità del servizio prestato, i livelli di formazione e addestramento necessari a svolgere le impegnative attività operative ad esso affidate in Italia e nell'ambito delle missioni internazionali;
ad avviare una nuova stagione di attenzione ai problemi della difesa affinché quanto prima possano trovare soluzione i numerosi e seri problemi che affliggono il comparto difesa e sicurezza e si giunga al pieno riconoscimento della professionalità e specificità del personale delle Forze armate che ne assicuri prospettive di crescita e sostegno.
(1-00126)
«Cirielli, Cicu, Ascierto, De Angelis, Fallica, Mazzoni, Moles, Paglia, Petrenga, Luciano Rossi».

La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni il sistema della difesa nel suo complesso ha subito una serie di profonde e storiche trasformazioni, passando da un sistema di leva obbligatoria ad uno volontario, nell'ottica di un progetto di progressiva e generale professionalizzazione delle Forze armate;
il cosiddetto modello professionale prevedeva in una prima fase transitoria un sistema misto, per poi approdare ad un sistema totalmente professionale nel 2007: tale obiettivo è stato raggiunto con due anni di anticipo;
il processo di trasformazione ha riguardato per l'esercito 165 provvedimenti di soppressione e 165 di riorganizzazione, per la marina 40 di soppressione e 58 di riorganizzazione, per l'aeronautica 81 di soppressione e 68 di riorganizzazione, per un totale di 580 provvedimenti in meno di 10 anni;
questo processo si è sviluppato in una fase storica nella quale nelle relazioni internazionali, con riguardo alle Forze armate e, più in generale, alla politica militare, si è passati dal concetto di difesa classico, inteso come difesa contro un nemico esterno, a quello di sicurezza;
all'esigenza di preservare e garantire un adeguato grado di sicurezza sociale all'interno del proprio territorio, con riferimento ancora al proprio Stato nazionale, si è affiancata l'esigenza di intervenire a livello internazionale in continue e ripetute missioni di pace;
negli ultimi anni si è, dunque, assistito ad una progressiva professionalizzazione delle Forze armate, ad una costante riduzione del loro numero e, nel contempo, ad una profonda diversificazione ed articolazione dei loro compiti tradizionali, con un impegno crescente, soprattutto sul piano internazionale;
a fronte di questa qualificante evoluzione professionale delle carriere militari, appare necessario riflettere su alcune possibili conseguenze e su alcuni necessari sviluppi;
in particolare, appare evidente come si riproponga con maggiore forza l'opportunità di estendere ai militari professionisti tutte quelle garanzie riconosciute dalla Costituzione ai cittadini ed ai lavoratori. Pur comprendendo le particolarità che contraddistinguono la condizione militare, la sua affermata professionalizzazione impone l'obbligo di estendere anche a questi, pur peculiari, lavoratori della pubblica amministrazione anche la possibilità di costituire associazioni a tutela dei propri diritti e delle proprie rivendicazioni, secondo quanto sancito dall'articolo 39 della Costituzione;
la possibilità di costituire associazioni a tutela dei propri diritti deve essere calibrata, tenendo ovviamente presenti i vincoli e le particolarità delle professioni militari;
a fronte delle evidenti esigenze del settore difesa si sono verificate costanti riduzioni di spesa nel settore della difesa, da ultime quelle intervenute con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
in questi ultimi anni le Forze armate hanno continuato ad assolvere i loro crescenti compiti ed impegni, nonostante i continui trasferimenti di personale ed anche la soppressione di diverse unità radicate sul territorio;
le Forze armate rappresentano una potenzialità di sviluppo strategico per il Paese, vanno valorizzate ed utilizzate in maniera attenta e mirata. I nostri militari rappresentano un patrimonio di civiltà e progresso per molti cittadini di Stati esteri, nei quali hanno contribuito e contribuiscono ad affermare e garantire condizioni di pace e di sviluppo,

impegna il Governo:

a rivedere, in virtù dei profondi cambiamenti intervenuti su scala mondiale, l'impiego delle Forze armate nel senso di svilupparne le potenzialità e l'impiego in termini di sicurezza nazionale ed internazionale, oltre che di semplice difesa;
a sviluppare politiche di integrazione crescente, nelle missioni internazionali, tra l'intervento militare e quello della cooperazione, intendendo il secondo come organico al primo ed entrambi strumenti di rafforzamento della politica estera nazionale;
a destinare le risorse disponibili, in primo luogo, ai settori del reclutamento e dell'addestramento ai fini di una sempre maggiore professionalizzazione;
a rimodulare gli investimenti in relazione agli obiettivi da raggiungere sia a livello nazionale sia internazionale, in considerazione delle risorse attualmente disponibili e, in particolare, dei compiti attualmente svolti e garantiti dalle Forze armate, prevedendo espressamente un aumento graduale delle risorse economiche assegnate al comparto della difesa;
a prevedere per il personale del settore difesa la possibilità, in un primo tempo, di dare vita ad organismi di rappresentanza rafforzati rispetto a quelli attuali, sia per autonomia sia per competenza e funzioni, e, in una fase successiva, a forme di rappresentanza associativa collettiva secondo il modello di riferimento già acquisito e sperimentato per i corpi di polizia non militari.
(1-00127)
«Donadi, Borghesi, Evangelisti, Di Stanislao».
(9 marzo 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
le Forze armate continuano ad essere uno strumento fondamentale della politica di difesa e sicurezza nazionale, oltre che della politica estera del nostro Paese;
spettano alle Forze armate compiti delicati, come la protezione dell'integrità del territorio nazionale rispetto a qualsiasi genere di minaccia esterna si profili, anche al limite delle acque territoriali, e la partecipazione alle missioni di pace e stabilizzazione all'estero, nel quadro delle alleanze di cui è parte il nostro Paese o nel contesto di «coalizioni di circostanza»;
si sottolinea come a partire dagli anni '90 le Forze armate siano state interessate da un processo di profonda trasformazione, che ne ha modificato anche la composizione, in seguito alla sospensione della leva in tempo di pace ed alla completa professionalizzazione degli organici;
proprio tale trasformazione, pur permettendo di realizzare un salto di qualità nell'efficienza dello strumento militare, ha avuto il non trascurabile effetto negativo di spezzare il rapporto tra unità militari e comunità locali esistente in alcune zone del territorio nazionale, come quelle dell'arco alpino;
si esprime preoccupazione per gli effetti a medio e lungo termine dei tagli lineari apportati recentemente al bilancio del ministero della difesa, che hanno già avuto l'effetto di imporre una contrazione quantitativa della consistenza dello strumento militare, al di fuori di qualsiasi apprezzamento della sua congruità in rapporto a quanto il Governo ed il Parlamento esigono dalle Forze armate;
si evidenzia come le riduzioni paiano aver colpito con particolare gravità anche il settore dei consumi intermedi, entro cui ricadono voci critiche, come quelle della formazione e dell'addestramento del personale militare, nonché la manutenzione dei sistemi d'arma, con effetti a medio e lungo termine sulle capacità e la sicurezza del personale in missione non difficili da immaginare,

impegna il Governo:

a ridefinire le missioni affidate allo strumento militare nazionale e le capacità da conseguire e mantenere per poter compiere tali missioni, valorizzando, in particolare, la protezione delle frontiere terrestri, aeree e marittime del nostro Paese da qualsiasi genere di minaccia, inclusa quella rappresentata dai flussi migratori illegali;
a tutelare il rapporto tra Forze armate e territorio, salvaguardando l'identità e le tradizioni di corpi come quello degli alpini, sia attraverso misure di incentivazione straordinarie per i giovani, sia assicurando la presenza di un'unità della specialità in ciascuna delle regioni dell'arco alpino;
ad adottare rapidamente misure per fronteggiare gli effetti più negativi dei tagli lineari varati durante il 2008, anche considerando l'ipotesi di permettere in futuro all'amministrazione della difesa di decidere dove effettuare le riduzioni, come raccomandato dalle stesse commissioni parlamentari competenti in occasione della più recente sessione di bilancio.
(1-00128)
«Fava, Gidoni, Chiappori, Pirovano, Vanalli, Dal Lago, Luciano Dussin, Volpi, Pastore, Nicola Molteni, Brigandì».
(9 marzo 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI FRANCESCHINI ED ALTRI N. 1-00125, DONADI ED ALTRI N. 1-00129, VIETTI ED ALTRI N. 1-00130 E CICCHITTO ED ALTRI N. 1-00131 CONCERNENTI MISURE DI SOSTEGNO AL REDDITO ATTRAVERSO L'ISTITUZIONE DI UN ASSEGNO MENSILE DI DISOCCUPAZIONE E INIZIATIVE PER UN'ORGANICA RIFORMA DEL SISTEMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la crisi economica internazionale, come ampiamente previsto, da mesi sta facendo sentire i suoi effetti anche nel nostro Paese. Gli ultimi dati, recentemente resi noti dal Servizio studi della Confindustria, configurano il 2009 e il 2010 come due anni di recessione con conseguente tracollo dei posti di lavoro: secondo gli stessi dati nell'anno in corso saranno 600mila i lavoratori che perderanno il posto di lavoro e la disoccupazione salirà all'8,4 per cento. Solo nel mese di dicembre 2008, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria da parte delle aziende ha conosciuto un incremento pari al 526 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Dati questi che prefigurano un anno particolarmente nero per l'occupazione italiana;
in questo quadro, già di per sé abbastanza fosco, si inserisce il problema dei lavori con contratto a termine, i lavoratori cosiddetti precari, che nel nostro Paese riguarda un lavoratore su 8. Un fenomeno molto vasto ed in costante crescita: il lavoratore atipico è molto più frequente nel Sud del Paese, ma avanza anche nelle regioni del Nord: secondo i dati elaborati dalla Cgia di Mestre i lavoratori precari in Italia ammontano a 2 milioni 812mila, circa il 12 per cento degli occupati. Negli ultimi cinque anni, il lavoro precario nel Nord è aumentato del 17 per cento - contro un modesto 3,1 per cento di contratti a tempo indeterminato - con punte, però, del 24,6 per cento solo nel Nord-est;
si tratta di migliaia di lavoratori privi di tutele, che saranno i primi a pagare gli effetti della crisi economica. Si stima che sono circa 305mila i contratti scaduti solo al 31 dicembre 2008 ai quali il decreto del Governo, il cosiddetto «sostegno all'economia», ha previsto un sussidio poco più che simbolico e comunque non ancora operativo, pari al 10 per cento sull'ultima retribuzione. Inoltre, la platea dei precari che beneficerà delle norme contenute nel decreto non sarà superiore al dieci per cento del totale dei lavoratori precari. Mentre in un recente studio pubblicato dall'Università la Sapienza di Roma, si calcola che siano oltre 800 mila gli atipici a «rischio precarietà», vale a dire con un solo contratto e un solo committente;
a fronte di questa situazione le misure predisposte dal Governo si sono rivelate secondo i firmatari del presente atto di indirizzo totalmente inefficaci a contrastare la profonda crisi in atto. Gli stanziamenti previsti e la platea alla quale si riferiscono i benefici, in particolare del decreto-legge n. 185 del 2008, appaiono sottostimati e totalmente inadeguati a far fronte alla grave crisi economica ed occupazionale che sta già investendo il nostro Paese e che perdurerà almeno per i prossimi due anni. Per di più, con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, è stato abolito il processo di stabilizzazione del personale precario avviato con le due leggi finanziarie del Governo Prodi, e ciò determinerà la perdita del lavoro di oltre 60 mila lavoratori precari della pubblica amministrazione e della scuola;
a distanza di pochi mesi, si evidenzia tutta la fondatezza delle critiche mosse dal Partito Democratico alle misure del Governo che hanno distolto ingenti risorse per interventi inefficaci o iniqui come l'eliminazione dell'ici o la detassazione degli straordinari. Una misura, quest'ultima, assolutamente inappropriata perché in un momento di crisi economica e di rischio occupazionale gli straordinari sicuramente non sono una misura alla quale ricorrono le aziende in difficoltà. Queste risorse avrebbero potuto invece essere indirizzate verso gli ammortizzatori sociali, vera e propria emergenza dell'anno in corso;
manca, a tutt'oggi, una strategia condivisa di sostegno all'occupazione, così come non è stata data attuazione ad un disegno organico di riforma degli ammortizzatori sociali, secondo le linee guida concordate tra Governo e parti sociali, con il Protocollo del 23 luglio 2007;
in questo quadro gli interventi proposti dal Governo ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo sono tardivi ed ancora una volta inefficaci: anche l'accordo recentemente raggiunto con le Regioni non si propone di avviare la riforma degli ammortizzatori sociali, cosa che è diventata urgente, ma si limita ad intervenire sui vecchi strumenti, aumentando le risorse sulla cassa integrazione in deroga;
appare necessario approntare, con strumenti eccezionali, misure che assicurino forme di tutela economica, tramite un assegno mensile di disoccupazione, pari almeno al 60 per cento della retribuzione percepita ogni mese nell'ultimo anno lavorativo, per quei lavoratori che, in caso di licenziamento, fino ad ora risultano esclusi dall'accesso agli ammortizzatori sociali, vale a dire: i lavoratori a tempo determinato e indeterminato appartenenti ai settori ed alle imprese che non risultano destinatari di alcun trattamento di integrazione salariale, i dipendenti da imprese nel settore artigiano; gli apprendisti; i titolari di partita Iva, in regime di monocommittenza, con un reddito inferiore ad una determinata soglia; i soggetti iscritti alla gestione separata Inps di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335;
in coerenza con tale impostazione il Partito Democratico ha già avanzato precise proposte, sia in occasione dell'esame del citato decreto-legge n. 185 del 2008, sia con appositi progetti di legge volti ad assicurare l'estensione delle misure di sostegno del reddito dei lavoratori esclusi dall'applicazione degli strumenti previsti in materia di ammortizzatori sociali. Si tratta dei progetti di legge presentati rispettivamente al Senato il 14 ottobre 2008 a firma Finocchiaro, Treu e altri (A.S. 1110) e alla Camera il 23 gennaio 2009 a firma Damiano e altri (A.C. 2100);
gli interventi previsti nel Protocollo tra Governo, Regioni e Province autonome del 12 febbraio 2009 riguardano esclusivamente i lavoratori coinvolti in trattamenti in deroga ai sensi dell'articolo 19, comma 8, del decreto-legge n. 185 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009 e che quindi escludono i soggetti iscritti alla gestione separata Inps di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335;
gli effetti della crisi economica non possono essere fatti gravare esclusivamente sui lavoratori ed in particolare sui lavoratori più deboli, quali risultano i lavoratori precari e i lavoratori delle imprese artigiane e delle piccole imprese industriali;
le misure di sostegno al reddito dei disoccupati sono uno strumento di giustizia sociale e insieme di sostegno ai consumi e alla domanda che contribuirà al rilancio dell'economia,

impegna il Governo:

ad adottare, entro il 31 marzo, misure volte ad assicurare per l'anno 2009 forme di sostegno del reddito, attraverso l'istituzione di un assegno mensile di disoccupazione, pari almeno al 60 per cento della retribuzione percepita ogni mese nell'ultimo anno lavorativo, per tutti quei lavoratori attualmente esclusi dall'accesso agli strumenti previsti dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto di lavoro dal 1o settembre 2008;
ad estendere a tutti i lavoratori le tutele della cassa integrazione previste nei casi di crisi temporanea e di sospensione del lavoro, considerato che oggi i dipendenti delle piccole imprese e i precari sono largamente privi di tutela, con la conseguenza che anche crisi temporanee hanno effetti sociali gravi, lasciano senza reddito i lavoratori e costringono spesso le imprese a licenziare i dipendenti, disperdendo così risorse umane preziose, necessarie per la futura ripresa;
a procedere, con il coinvolgimento delle parti sociali, al varo di un disegno organico di riforma degli ammortizzatori sociali attraverso le linee guida concordate tra Governo e parti sociali con il Protocollo del 23 luglio 2007 e indicate nei progetti di legge del Partito Democratico sopra ricordati, che preveda forme di attivazione per la ricerca di impiego e per la formazione da parte dei lavoratori beneficiari delle tutele al reddito (Patto di servizio);
a prevedere, quale copertura degli oneri dell'assegno mensile per i disoccupati:
a) il riavvio delle politiche anti-evasione, a cominciare dalla tracciabilità dei corrispettivi, dal limite massimo dei trasferimenti in contanti e dal ripristino delle sanzioni per le imposte evase, posto che lo smantellamento ha portato, al netto della crisi economica, ad una perdita di gettito quantificata, in via prudenziale, sulla base dei dati contenuti nei «Conti economici nazionali» comunicati dall'Istat il 2 marzo 2009, in 7 miliardi di euro per il 2008;
b) l'introduzione della centrale unica per gli acquisti nelle pubbliche amministrazioni centrali e regionali (con operatività estesa agli enti locali presenti sul territorio regionale e alle società in house degli enti territoriali);
c) l'individuazione di programmi di spesa da eliminare e riorganizzare, in alternativa agli iniqui, inefficienti ed inefficaci tagli lineari al centro della manovra di finanza pubblica di cui al decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 e, a tal fine, la ricostituzione presso il Ministero dell'economia e delle finanze della Commissione per la spending review allo scopo di completare l'analisi avviata nel 2007;
d) l'utilizzo immediato delle risorse di competenza nazionale, previste nel Protocollo tra Governo, Regioni e Province autonome del 12 febbraio 2009, non impegnate nell'erogazione di trattamenti in deroga ai sensi dell'articolo 19, comma 8, del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 2 del 2009.
(1-00125)
«Franceschini, Soro, Sereni, Bressa, Letta, Damiano, Bersani, Baretta, Bellanova, Berretta, Bobba, Boccuzzi, Gatti, Gnecchi, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru, Boccia, Calvisi, Capodicasa, Cesario, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Andrea Orlando, Rubinato, Vannucci, Ventura».

La Camera,
premesso che,
la crisi finanziaria internazionale, come era facile prevedere, si è trasformata in crisi economica e sta facendo sentire i suoi effetti anche nel nostro Paese. Diversi importanti istituti di previsione, della Banca d'Italia, della Confindustria, di enti di ricerca indipendenti, indicano un ulteriore aggravamento della crisi in Italia, con una caduta del prodotto interno lordo nel 2009 superiore al 2,5 per cento e un aumento della disoccupazione sopra l'8 per cento;
i dati sulla cassa integrazione, che a febbraio 2009 ha toccato un + 201,6 per cento, descrivono un mondo produttivo in forte difficoltà; le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 553 per cento, quelle di cassa integrazione straordinaria del 44,8 per cento; ovviamente unito a ciò si deve aggiungere il calo dei consumi registrato da Confcommercio, che segnala a gennaio 2009 una riduzione tendenziale del 4,6 per cento sul piano quantitativo. Nonostante le affermazioni del Governo sulla cosiddetta cassa integrazione in deroga, che doveva estendere il trattamento di integrazione salariale ai settori di attività esclusi, le misure realmente applicate lasciano ancora molte imprese non coperte. In particolare, tutto il settore dell'artigianato è senza protezioni. Per gli apprendisti anche non artigiani non c'è alcuno strumento di protezione sociale e altrettanto si può dire per i contratti a termine e per i contratti di collaborazione;
nelle piccole imprese, che costituiscono l'80 per cento del totale delle imprese e assorbono il 90 per cento dell'occupazione, sono cominciati i licenziamenti e le cessazioni di attività. Gli ultimi dati resi noti dalla Banca d'Italia, ottenuti applicando il loro consolidato modello econometrico a quanto si rileva nell'andamento del terzo quadrimestre del 2008, dicono che la recessione si aggraverà e proseguirà almeno per tutto il 2009 e per il 2010. Oltre 1,2 milioni di lavoratori perderanno il posto di lavoro nel prossimo biennio, con conseguenze sociali devastanti e con un impatto sui consumi che farà da moltiplicatore della crisi;
tra gennaio e febbraio 2009 hanno subito un pesante ridimensionamento produttivo ed occupazionale, spinto fino alla chiusura di molte attività, molte aziende del comparto delle medio-grandi imprese, distribuite in tutte le aree geografiche del Paese: la Benetton, la Indesit e la Valeo in Piemonte, gli stabilimenti della chimica di base di Porto Marghera e in Sardegna, la Euroalluminia di Cagliari, la Merloni elettrodomestici in Umbria e la Merloni metalmeccanica in Abruzzo, i cantieri Apuana, la Eaton di Massa Carrara, la Telecom, gli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Termini Imerese, l'Atitech e ancora una parte dell'occupazione ex Alitalia, che doveva essere assorbita dalla Cai e invece questo non è accaduto, le attività ex Ibm della Selfin, la Pininfarina e la Bertone;
entro luglio 2009 arriveranno a scadenza quasi un milione di contratti di lavoro a termine e nel secondo semestre dell'anno se ne aggiungeranno altri 1,4 milioni. È impossibile prevedere quanti di questi verranno confermati, ma è senza dubbio facile prevedere che la maggioranza di questi non verrà confermato ed in assenza di ammortizzatori sociali si tradurranno in «licenziamenti di fatto»;
i lavoratori «precari» in tutte le loro articolazioni rappresentano attualmente una categoria in costante crescita: il 12 per cento dell'occupazione complessiva e quasi l'80 per cento della nuova occupazione;
secondo le analisi effettuate da un osservatorio qualificato, come la Cgia di Mestre, i lavoratori precari hanno raggiunto a fine settembre 2008 quota 2.812.700, corrispondenti al 12 per cento del totale degli occupati in Italia, con una forte concentrazione nel Mezzogiorno, dal 2004 al settembre 2008 sono aumentati del 16,9 per cento: dunque cinque volte di più dell'incremento registrato dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, cresciuti nello stesso periodo del 3,1 per cento;
la presenza nel mercato del lavoro di questa nuova categoria di lavoratori è un fenomeno relativamente recente. È stato durante gli ultimi anni del secolo scorso che l'organizzazione tradizionale del mercato del lavoro ha iniziato la sua repentina trasformazione: alle due grandi categorie contrattuali, quella del lavoro autonomo e quella del lavoro subordinato, si sono affiancati tanti «nuovi lavori» e la necessità, quindi, di una molteplicità di nuove forme contrattuali;
le due tappe principali di questa trasformazione sono: la prima il 18 giugno 1997, quando venne approvato il cosiddetto «pacchetto Treu», una serie di norme finalizzate alla promozione dell'occupazione e alla disciplina del «lavoro temporaneo»; la seconda, l'approvazione della legge 14 febbraio 2003, n. 30, la cosiddetta «legge Biagi» e successivamente dei suoi decreti delegati;
la crisi attuale è, dunque, caratterizzata per essere la prima che affrontiamo con questa nuova realtà di «lavoro flessibile». Nel 1993, durante l'ultima grande crisi economica che il nostro Paese ha affrontato, fu firmato un importante accordo tra Governo e sindacati: il Protocollo sulla politica dei redditi e dell'occupazione sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo. Da sottolineare che, come è stato ricordato da fonte autorevolissima, a questo accordo si arrivò con una premessa fondamentale per la quale non si sarebbe comunque proceduto senza un accordo complessivo di tutti i partecipanti. Secondo l'ex Presidente della Repubblica Ciampi (intervistato dal quotidiano la Repubblica del 25 gennaio 2009) «un accordo sui contratti deve essere totale. È tale solo se lo firmano tutti.»;
la flessibilità è stata invocata, congegnata ed inserita per ovviare alla rigidità del nostro mercato del lavoro, non per abbassare il costo del lavoro, né tanto meno per camuffare il lavoro dipendente con altre forme contrattuali;
l'utilizzo distorto della flessibilità contrattuale, se diviene strutturale, produce un diffuso impoverimento dei lavoratori, rende precario il reddito, determina una netta contrazione della domanda al consumo, favorisce la contrazione della produzione, crea concorrenza sleale tra le aziende drogando il mercato ed è dunque una delle principali fonti di recessione nel nostro Paese;
attualmente il passaggio da lavoratori flessibili a lavoratori precari e da lavoratori precari a disoccupati appare uno dei percorsi più probabili a cui sono destinati nei prossimi mesi molti giovani lavoratori italiani;
la flexisecurity, di cui si è iniziato a parlare, di fatto non esiste: gli ammortizzatori sociali a cui faceva riferimento Marco Biagi restano completamente dimenticati;
nel 2009 le liste di disoccupazione rischiano di essere ingrossate soprattutto da lavoratori precari, per i quali non si può neanche parlare di licenziamento, perché semplicemente questi ultimi non si vedranno confermato il contratto. Si tratta di lavoratori completamente sprovvisti di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, anche perché al momento non risulta ancora nessun dispositivo attuativo di quegli ammortizzatori in deroga previsti per il 2009: le risorse che dovevano servire a questo scopo previste nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, sono ancora del tutto bloccate. Si tratta di una cospicua somma, otto miliardi di euro, che sarà destinata probabilmente non ai lavoratori più deboli, poiché alla loro ripartizione si provvederà in sede di contrattazione. L'indennità di disoccupazione dovrebbe essere ispirata al principio per cui il mantenimento del reddito in caso di perdita o assenza di lavoro costituisca un diritto di tutti e non il risultato della contrattazione tra Governo e parti sociali per i lavoratori dei settori «forti»;
una delle ragioni per l'affermazione della flessibilità fu anche quella di facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro: al momento pare stia servendo solo ad aumentare il numero delle «soste temporanee» nel mercato del lavoro prima della fuoriuscita, che ogni volta diventa più rischiosa, perché con il passare degli anni il reinserimento è sempre più complesso, la soglia di rischio aumenta sensibilmente già dopo i 30 anni. Al momento quello che risulta particolarmente più agevole è l'interruzione del rapporto di lavoro;
il potere contrattuale di un lavoratore precario è particolarmente limitato e, oltre ad essere sprovvisti di ammortizzatori sociali, i lavoratori parasubordinati, quelli iscritti cioè alla gestione separata Inps, rischiano anche di non poter contare sulla pensione: se infatti il loro fondo pensionistico è attualmente uno dei migliori, quei soldi servono per sostenere le pensioni di chi pensionato lo è già o sta per andarci;
la crisi che abbiamo di fronte si abbatterà, in particolare, sui lavoratori precari: saranno loro i primi a pagarne il prezzo. In alcune regioni il trend è già evidente: in Piemonte le assunzioni nel mese di dicembre del 2007 sono crollate del 20 per cento, tra ottobre e novembre del 2008 nel torinese, secondo i dati dei centri dell'impiego, si sono persi quasi 21 mila posti di lavoro;
nel Lazio i contratti che rischiano di non essere rinnovati sono più di 184 mila, in Toscana più di 56 mila, in Lombardia 188 mila, in Campania quasi 45 mila, in tutto il Paese sono quasi 850 mila;
a dicembre del 2007 sono già scaduti 300 mila contratti a termine: soltanto un terzo di questi lavoratori ha potuto contare su un sostegno al reddito;
per i cosiddetti contratti di collaborazione, di cui si stima che ne scadranno tra 300 mila e 400 mila all'anno, non c'è ovviamente alcuna possibilità di accesso alla cassa integrazione in deroga e per essi è stato previsto, nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, un sussidio quasi simbolico e di difficile applicazione, pari al 10 per cento del reddito dell'ultimo anno;
il mondo del precariato è una realtà complessa e variegata, oltre che in costante crescita. Ai lavoratori a tempo determinato si affiancano quelli con contratti di somministrazione, i vecchi interinali e poi i lavoratori parasubordinati: con tutta la miriade di differenti tipologie contrattuali appare necessario fare chiarezza in questo universo contrattualistico, evitando abusi ed un utilizzo distorto della flessibilità contrattuale certamente necessaria allo sviluppo del nostro sistema impresa. Per i lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata Inps appare necessario distinguere i liberi professionisti dai dipendenti, utilizzando, in caso di rapporto di monocomittenza, il concetto di dipendenza economica;
le misure attivate dal Governo sono state inefficaci a mettere un argine alla crisi in atto. Gli stanziamenti previsti sono totalmente inadeguati a far fronte alla grave crisi economica ed occupazionale. Non saranno capaci di far fronte neppure alle esigenze di ammortizzatori sociali del primo semestre del 2009. Per di più, con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e col disegno di legge n. 1167 in Senato, è stato prima smantellato e poi abolito il processo di stabilizzazione del personale precario avviato con le due leggi finanziarie del Governo Prodi. Ciò, da solo, determinerà la perdita di lavoro per oltre 160 mila lavoratori precari della pubblica amministrazione e della scuola;
il Governo non sembra capire che l'attuale crisi dell'economia reale, in Italia e nel resto del mondo, deriva da una drastica e generale caduta dei redditi, che sta riducendo i consumi finali, quelli dei semilavorati e dei beni intermedi. Si sta assistendo ad uno shock da domanda;
le imprese che producono per il mercato finale hanno ridotto la produzione e hanno cominciato a svuotare i magazzini, in attesa di tempi migliori. La contrazione delle scorte si è tradotta in una riduzione della produzione di tutte le imprese che stanno a monte dei prodotti finali, fino a quelle che producono i beni energetici. La caduta dei prezzi del petrolio riflette proprio questa condizione. Si è messa in moto una spirale negativa, in cui tutti, famiglie e imprese, cercano di non spendere;
fin ora si sono fermati i consumi di sostituzione e questo ha dato la falsa impressione che, in fondo, il diavolo della crisi non era poi così brutto come lo si dipingeva. Ora potrebbero franare anche i consumi dei beni primari e questo sarebbe l'anticamera della recessione strutturale;
è necessario un profondo processo di ristrutturazione delle imprese per prepararle alla ripresa in condizioni di maggiore competitività. L'Italia dei Valori ritiene che sia interesse del Paese, oltre che del sistema delle imprese, che questa ristrutturazione avvenga rapidamente e sia profonda. Ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'accettazione di questo è in qualche modo dirimente. Fatta questa affermazione in modo esplicito e impegnativo, la questione di fondo immediatamente successiva è che le ristrutturazioni avvengano con un vincolo che è essenziale per la riuscita degli stessi processi di ristrutturazione e per non mettere in discussione, anzi accrescere la coesione sociale e il dialogo tra le parti sociali. Il vincolo è quello che, per il tempo necessario allo svolgersi dei processi di riorganizzazione aziendale, il maggior numero possibile di dipendenti siano mantenuti in attività. Ciò innanzitutto per salvaguardare il patrimonio di professionalità e di conoscenze che ci sono nelle maestranze e negli uffici. In secondo luogo perché, se aumentasse seccamente la disoccupazione molte famiglie, si ridurrebbero a vivere solo dei sussidi di disoccupazione. Diversa sarebbe la condizione se le imprese tendessero a mantenere in azienda la gran parte dei dipendenti, adeguando gli orari di lavoro al minor livello produttivo. In questo modo si stabilizzerebbe il monte retribuzioni complessive e la riduzione dei compensi erogati ai lavoratori per la diminuita attività lavorativa sarebbe compensata con gli ammortizzatori sociali;
una politica adeguata di sostegno al lavoro è un'opportunità importante per qualificare e rilanciare il sistema impresa italiano, per distinguere le imprese serie da quelle capaci solo di sopravvivere col lavoro nero e con l'evasione fiscale. I sostegni al lavoro dovranno essere erogati a condizione che le imprese sottoscrivano l'impegno a non diminuire i livelli occupazionali, quello a non esternalizzare la propria produzione all'estero oltre una percentuale fisiologica e che siano in regola con gli obblighi fiscali;
non occorre alcuno «zoo» di molti e strani strumenti di difesa del reddito. Gli ammortizzatori sociali devono essere adeguati ad una ristrutturazione profonda, semplici, automatici, meglio se gestiti direttamente dalle regioni, orientati a distribuire tra tutti i dipendenti il lavoro che c'è. Ne devono fruire tutti i lavoratori dipendenti e parasubordinati, nelle loro diverse fattispecie contrattuali, e tutti gli altri lavoratori precari in regime di monocommittenza e di piena dipendenza economica, senza distinzione di dimensione d'impresa e di settore d'attività;
serve allo scopo una riforma della cassa integrazione, che oggi ha ancora, pur dopo i provvedimenti sbandierati dal Governo, gravi limiti di applicazione e una durata insufficiente. La riforma dovrebbe puntare a migliorare, estendere e generalizzare i principi e le forme dei contratti di solidarietà. Tutti i processi di ristrutturazione dovrebbero avvenire distribuendo tra tutti il lavoro che realmente c'è, con la corrispondente riduzione dei compensi (salari e stipendi), che, quindi, dovrebbero essere assistiti da un'integrazione del reddito, a complemento dell'orario, previa definizione di accordi sindacali. Per tutti i rapporti di lavoro, non solo i contratti a tempo indeterminato, si dovrà procedere alla loro proroga, anche a orario ridotto, mediante intese sindacali, al fine di metterli nelle condizioni di poter fruire degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione avrebbe la funzione di fornire il complemento al reddito ridotto a seguito della diminuzione dell'orario di lavoro. In questo modo i livelli occupazionali sarebbero esattamente uguali a quelli necessari alle esigenze della produttività del lavoro e i redditi non sarebbero diminuiti quanto diminuiscono gli orari, con una sostanziale difesa del monte delle retribuzioni;
la recente approfondita indagine della Corte dei conti sugli effetti del condono fiscale 2003-2004 voluto dal secondo Governo Berlusconi conferma quanto già era stato denunciato dall'opposizione all'epoca: la politica dei condoni ha prodotto gravi danni alla finanza pubblica e ha aggravato l'iniquità del prelievo fiscale, avvantaggiando ulteriormente gli evasori e, di fatto, aumentando l'onere per i contribuenti onesti;
l'indagine ha confermato il carattere lassista delle norme grazie alle quali molti evasori hanno potuto beneficiare degli effetti favorevoli della sanatoria, senza in realtà pagare neppure le somme, ampiamente scontate rispetto a quanto originariamente dovuto, che si erano impegnati a versare con la dichiarazione di condono. Il buco è stato stimato in 5,2 miliardi di euro, pari al 20 per cento delle entrate a suo tempo annunciate; particolarmente rilevante è risultato il mancato gettito relativo alla sanatoria degli omessi versamenti (3,5 miliardi di euro);
la vicenda del mancato pagamento delle rate successive alla prima non è che il più evidente tra i guasti determinati dalla legge n. 289 del 2002: basti ricordare le dichiarazioni riservate, la possibilità di mantenere il credito iva anche in presenza di fatture false, la rottamazione dei ruoli, nonché il cosiddetto «scudo fiscale», che ha consentito gravi aggiramenti della normativa, senza peraltro raggiungere risultati significativi in termini di effettiva regolarizzazione dei capitali all'estero;
nella «Relazione sulla tipologia delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relative alle leggi pubblicate nel quadrimestre maggio-agosto 2008», predisposta dalle sezioni riunite della Corte dei conti, viene espressa, infatti, argomentata «perplessità» sulla soppressione di alcune norme antievasione introdotte dal precedente Governo;
il testo così si esprime: «Perplessità possono tuttavia insorgere (in riferimento) alle conseguenze che alcune delle cosiddette semplificazioni potranno avere, non solo sui comportamenti dei contribuenti, ma anche sulla possibilità per gli uffici di acquisire gli indispensabili mezzi di prova. Ciò riguarda, in particolare, la soppressione dell'appena reintrodotto obbligo di allegazione alla dichiarazione iva degli elenchi clienti/fornitori, che, peraltro, in ragione dell'ormai generalizzata informatizzazione nella tenuta delle contabilità, non avrebbe provocato particolari complicazioni gestionali ed oneri aggiuntivi ai contribuenti. Ma riguarda, altresì, l'abrogazione di altre norme, anch'esse da poco introdotte, in materia di limitazione dell'uso di contanti e di assegni, di tracciabilità dei pagamenti e di tenuta da parte dei professionisti di conti correnti dedicati. Sussistono perplessità sulla coerenza fra queste misure e quelle di intensificazione e di migliore messa a punto delle strategie di contrasto all'evasione»;
con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è stata concessa ai contribuenti oggetto di verifica fiscale da parte della guardia di finanza o degli uffici la possibilità di aderire integralmente ai rilievi contenuti nel processo verbale di constatazione, mediante il pagamento delle maggiori imposte dovute e delle relative sanzioni, ridotte alla metà rispetto al normale accertamento con adesione (1/8 delle sanzioni minime applicabili, invece di 1/4);
così facendo l'entità della sanzione risultava inferiore a quella dovuta nel caso in cui lo stesso contribuente, mediante ravvedimento operoso, cioè spontaneamente e senza intervento dell'amministrazione finanziaria, correggesse la propria dichiarazione fiscale. Inoltre, si verificava una mancanza di coerenza giuridica, in quanto la riduzione era prevista solo nel caso in cui le violazioni venivano riscontrate in sede di verifica, determinando, quindi, un'evidente disparità di trattamento a seconda delle modalità con le quali l'amministrazione esercita i propri poteri di controllo;
il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, a sua volta, contiene, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, un ulteriore intervento a favore dei contribuenti scorretti: vengono, infatti, ridotte alla metà le sanzioni dovute nel caso di ravvedimento operoso e adesione ai contenuti dell'invito al contraddittorio emesso dal competente ufficio dell'agenzia delle entrate;
di fatto, un contribuente (in particolare se titolare di redditi di lavoro autonomo o di impresa) che non dichiari fedelmente il reddito conseguito può:
a) integrare la propria dichiarazione entro l'anno successivo, pagando una sanzione pari al 10 per cento delle maggiori imposte relative al reddito non dichiarato originariamente;
b) attendere l'eventuale controllo del fisco e pagare, se scoperto, una sanzione pari al 12,5 per cento delle imposte evase;
le nuove norme emanate costituiscono un'evidente conferma del lassismo fiscale cui sembra ispirarsi l'azione del Governo e non deve, dunque, meravigliare se l'evasione fiscale è negli ultimi mesi in costante aumento;
la nota informativa 2009-2011 sugli andamenti di finanza pubblica, presentata dal Governo il 6 febbraio 2009, contiene una stridente incongruenza tra le previsioni del quadro macroeconomico (consumi, importazioni, deflatori) e le previsioni sulle entrate, in particolare il gettito da imposte indirette. L'analisi dei dati ufficiali porta a concludere che per il periodo 2009-2011 la perdita di gettito prevista dal ministero dell'economia e delle finanze va molto oltre gli effetti dovuti alla recessione in corso ed attesa;
sulle sole imposte indirette, si registra un ampliamento dell'evasione ed elusione fiscale di 13 miliardi di euro nel 2008, 16 miliardi di euro nel 2009, 14 miliardi di euro nel 2010 e quasi 16 miliardi di euro nel 2011. Ovviamente, l'evasione delle imposte indirette, in particolare dell'iva, si «tira dietro» evasione ed elusione delle imposte sui redditi e dei contributi previdenziali. Pertanto, l'allargamento dell'evasione e dell'elusione, conseguente alla rimozione delle principali misure di contrasto introdotte nella XV legislatura e all'abbattimento di controlli e sanzioni, è decisamente superiore ad un punto percentuale di prodotto interno lordo all'anno,

impegna il Governo:

a procedere alla riforma organica degli ammortizzatori sociali;
a disporre con la massima urgenza, per i prossimi 24 mesi, misure a sostegno del reddito finalizzate a mantenere in attività il maggior numero possibile di lavoratori dipendenti e parasubordinati, in particolare prevedendo, per le aziende che rinunciano al ricorso alla cassa integrazione e riducono l'orario di lavoro a seguito di documentata riduzione degli ordini, l'attivazione di specifici ammortizzatori sociali finalizzati a compensare la riduzione delle retribuzioni erogate ai lavoratori per la diminuita attività lavorativa, garantendo così il mantenimento in attività, per i prossimi 24 mesi, dei lavoratori sia dipendenti che parasubordinati;
a prevedere una riforma della cassa integrazione, che oggi ha ancora, pur dopo i provvedimenti sbandierati dal Governo, gravi limiti di applicazione, prevedendo, in particolare, la possibilità di estenderne l'utilizzo per i prossimi 24 mesi a tutti i lavoratori anche parasubordinati rimasti senza lavoro;
a predisporre, per i prossimi 24 mesi, per quei lavoratori, anche parasubordinati, per i quali non sarà possibile il mantenimento in attività, né l'utilizzo di ammortizzatori sociali esistenti per un periodo di almeno un anno, uno specifico assegno mensile di disoccupazione;
a predisporre specifici controlli degli organi competenti ed il rafforzamento di quelli attuali, ai quali debba essere vincolata l'erogazione degli ammortizzatori sociali proposti per i prossimi 24 mesi, vincolando l'erogazione di tali ammortizzatori esclusivamente per le imprese che assumeranno l'impegno a non diminuire i propri livelli occupazionali per il periodo in cui saranno erogati i contributi ed i sussidi, l'impegno a non esternalizzare la propria produzione all'estero, in particolare la mano d'opera, oltre una percentuale fisiologica del proprio personale, ed infine a condizione che le medesime imprese siano in regola con gli obblighi fiscali;
a coprire gli oneri immediati per il pagamento degli ammortizzatori sociali:
a) con gli 8 miliardi derivanti dall'accordo Stato-regioni,
b) con il recupero all'entrata del bilancio dello Stato delle somme dichiarate e non versate dai contribuenti che si erano avvalsi dei condoni e delle sanatorie di cui alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, anche dopo l'iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle di pagamento, recupero da effettuarsi anche mediante ogni azione coattiva necessaria al fine dell'integrale recupero delle somme dovute e non corrisposte, maggiorate dagli interessi maturati, anche mediante l'invio, da parte del concessionario per la riscossione Equitalia spa, di un'intimazione a pagare quanto concordato e non versato alla prevista scadenza, a pena del venir meno dell'efficacia del condono e delle sanatorie di cui alla citata legge n. 289 del 2002;
c) con la sospensione per gli anni 2009 e 2010 dell'abrogazione dell'ici per le prime abitazioni dei ceti benestanti decisa dall'attuale Governo;
d) tagliando i costi inutili della politica: abolendo la previsione del rimborso elettorale ai partiti politici per le legislature conclusesi anticipatamente; diminuendo il numero dei consiglieri dei consigli di amministrazione delle municipalizzate, sopprimendo enti inutili, come, ad esempio, le comunità montane o le autorità di bacino, conferendo le loro funzioni a regioni e a consorzi tra comuni, tagliando così molti degli stipendi o prebende che ogni anno la politica distribuisce in Italia;
a creare un fondo per il sostegno ai disoccupati con i proventi delle maggiori entrate derivanti dal ripristino delle misure contro l'elusione e l'evasione fiscale, nonché delle sanzioni in vigore precedentemente a carico dei contribuenti scorretti, quali l'elenco clienti/fornitori, la tracciabilità dei pagamenti ed altro.
(1-00129)
«Donadi, Evangelisti, Borghesi, Di Pietro, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Stanislao, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Pisicchio, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».
(9 marzo 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
la crisi che ha colpito l'economia globale, così come rivelano gli ultimi dati di Banca d'Italia, Abi e Confindustria, si è aggravata nelle ultime settimane e i segnali di allarme evidenti sono rappresentati dai dati sulla cassa integrazione, sui consumi, sul fatturato e sugli ordini dell'industria e sulla disoccupazione;
le nuove previsioni, negative per il 2009, di Banca d'Italia rilevano che la flessione del prodotto interno lordo potrebbe arrivare fino al 2,6 per cento, anche se nel Bollettino economico di gennaio 2009, Banca d'Italia indicava una flessione per il 2009 pari al 2 per cento e una ripresa della crescita allo 0,5 per cento; così non è stato, segnale evidente di una crisi di dimensioni sempre più ampie;
l'Istat ha rivisto al ribasso il consuntivo 2008: l'anno si è chiuso con un prodotto interno lordo a meno 1 per cento ed un quarto trimestre in calo dell'1,8 per cento rispetto al trimestre precedente; questo dato negativo ipotecherà in maniera seria il 2009, con il rischio concreto che centinaia di migliaia di persone possano perdere il posto di lavoro;
i numeri che rappresentano il disagio occupazionale sono crescenti; si tratta di oltre 3 milioni di lavoratori atipici, almeno un terzo dei 300 mila giovani che quest'anno cercheranno di entrare nel mercato del lavoro, 25-30 mila cassintegrati che, al termine del periodo di copertura, non riusciranno ad entrare in azienda;
in questo già di per sé grave contesto occupazionale, si inserisce il problema della cassa integrazione, che nel mese di febbraio 2009 ha toccato cifre record raggiungendo il 201,6 per cento: le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 553,17 per cento, quelle di cassa integrazione straordinaria del 44,8 per cento e, secondo gli esperti, i dati di febbraio 2009 sono destinati a essere superati nei prossimi mesi;
nell'attuale situazione italiana di crisi economica e occupazionale, inserita in un contesto economico internazionale, che ogni giorno propone nuove misure eccezionali, bisogna agire, da subito e nello specifico, sugli ammortizzatori sociali, ma il ricorso alle procedure previste dal Governo, così come evidenziato anche nelle recenti dichiarazioni del presidente di Confindustria, rischia di rivelarsi lento e macchinoso;
è necessario un piano per aggredire la crisi, non per subirla, e le misure anticrisi previste dal Governo non sono di immediata applicazione e continuano ad agire su strumenti tradizionali non sufficienti. Gli ultimi provvedimenti previsti dal Governo, infatti, hanno moltiplicato gli strumenti utilizzabili per sostenere il reddito dei lavoratori in caso di crisi, attraverso la cassa integrazione guadagni ordinaria, la cassa integrazione straordinaria, l'indennità di disoccupazione ordinaria e la disoccupazione con requisiti ridotti, ma nulla si fa per sciogliere i nodi e recuperare i ritardi che affliggono da anni il nostro Paese;
per contrastare efficacemente la crisi, l'unica strada praticabile è quella di realizzare vere riforme di sistema e non adagiarsi sull'evidente, inefficace potenziamento degli strumenti tradizionali;
il Governo si è detto disponibile a discutere di misure a sostegno di parasubordinati, collaboratori coordinati e continuativi e collaboratori coordinati e continuativi a progetto minacciati dalla disoccupazione, ma l'accordo raggiunto fra l'Esecutivo e le regioni, che prevede lo stanziamento di otto miliardi, non riguarderebbe queste categorie di lavoratori, che sono proprio quelle più colpite dalla crisi;
l'odierno sistema produttivo e l'economia reale mostrano i segni di un cedimento generalizzato su larga scala e in tutti i settori la disoccupazione aumenta vertiginosamente, le famiglie soffrono e la quota degli indigenti cresce ogni giorno di più;
in una situazione economica traumatica, quale è quella che attualmente vive il Paese, la spesa pensionistica è resa insostenibile, anche a causa di provvedimenti presi nel tempo e dello stesso scalone su cui è intervenuto il Governo Prodi;
la crisi incalzante e il sistema finanziario in difficoltà rendono necessaria una riforma del sistema pensionistico, attraverso un patto generazionale che permetta di lavorare tutti qualche anno in più e di sostenere coloro che, soprattutto giovani, stanno perdendo o hanno già perso il posto di lavoro;
la crisi finanziaria sta creando difficoltà, soprattutto, alle piccole e medie imprese, in difficoltà con le banche nell'accesso al credito; inoltre, le regole che sovrintendono alla redazione degli studi di settore possono determinare una sovrastima delle capacità reddituali delle imprese, alle quali si applica questo strumento, non più adeguato ai rivolgimenti economici in atto,

impegna il Governo:

ad adottare misure immediate e tempestive di sostegno alle categorie che maggiormente soffrono la crisi economica in atto, che si prospetta sempre più profonda e duratura, e nello specifico: alle famiglie, al ceto medio e ai precari, attraverso riforme di sistema e non meri provvedimenti propagandistici;
ad adottare provvedimenti atti a garantire il risparmio di risorse sul fronte della spesa pensionistica, attraverso il progressivo innalzamento dell'età pensionabile, uguale per uomini e donne, fatte salve le donne con figli e coloro che svolgono lavori realmente usuranti;
ad attivare una riforma degli ammortizzatori sociali finalizzata, in primo luogo, ad evitare la chiusura delle aziende e a gestire una fase di riorganizzazione e/o di reindustrializzazione, a sostenere forme di reimpiego e di nuova occupazione in particolare per gli ultraquarantacinquenni;
ad investire il risparmio ottenuto dalla riforma delle pensioni, sul reddito dei lavoratori e dei precari a rischio lavoro, compresi quelli che non usufruiscono di alcuna copertura, quelli che prestano la propria opera in piccole aziende e che non godono della cassa integrazione;
a mettere in atto azioni incisive per i lavoratori a partire da quelli più deboli ed esposti, rendendo spendibili immediatamente le risorse già stabilite dalla cosiddetta «legge anticrisi» e, soprattutto, quelle derivanti dall'accordo Stato-regioni;
ad attuare un piano di investimenti per le famiglie che consenta di assegnare 100 euro mensili per il primo figlio e 50 per i figli dal secondo in poi, con un tetto di reddito familiare di 50.000 euro;
a dare vita ad un piano pluriennale di contrasto alla povertà e all'impoverimento;
ad assicurare misure di sostegno per le aziende e l'occupazione, attraverso la revisione degli studi di settore, la detassazione degli utili reinvestiti in ricerca, sviluppo, sostenibilità ambientale e riammodernamento produttivo;
ad attivare da subito un tavolo di concertazione con le parti sociali sulla crisi e sugli strumenti che si intendono attivare.
(1-00130)
«Vietti, Galletti, Ciccanti, Tabacci, Pezzotta, Volontè, Occhiuto, Romano, Rao, Delfino, Poli, Compagnon».
(9 marzo 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il Governo, anticipando la manovra finanziaria, ha voluto «mettere in sicurezza» il bilancio dello Stato per il triennio 2009-2011;
tale scelta - sempre confermata nei successivi provvedimenti - si è rivelata corretta alla luce della gravissima crisi che ha colpito l'economia internazionale;
le previsioni riguardanti le performance dell'economia e i saldi di finanza pubblica sono state sostanzialmente rispettate; tale risultato è molto importante per garantire la stabilità dei conti pubblici, in ragione della forte esposizione del debito e dell'incidenza degli interessi passivi sul prodotto interno lordo, che avrebbero reso assolutamente improponibile un ulteriore allargamento del deficit;
in tale contesto di relativa stabilità dei conti pubblici, l'Unione europea ha valutato positivamente i provvedimenti assunti dal Governo italiano per contrastare la crisi, mentre ha dovuto avviare la procedura d'infrazione nei confronti di altri Paesi europei, i cui piani - oltre a cedere a suggestioni protezioniste - non hanno tenuto in debita considerazione i vincoli comunitari;
l'Italia si è resa protagonista di azioni coordinate con altri Paesi per moltiplicare il messaggio di fiducia alle società e per questo obiettivo ha convocato per il 29 marzo 2009 a Roma un vertice del G8 - allargato a Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto - dedicato alla dimensione sociale della crisi;
il Governo ha affrontato l'emergenza economica e sociale indotta dalla crisi globale dei mercati finanziari secondo tre linee d'azione, rivolte a sostenere il circolo virtuoso della fiducia: stabilità (della finanza pubblica e degli intermediari creditizi), liquidità (delle banche, delle imprese e delle famiglie), occupabilità (delle persone);
tali linee d'azione hanno consentito, anche in conseguenza della maggiore capacità di coordinamento a livello europeo ed internazionale nel garantire i risparmiatori, di bloccare sul nascere un possibile «effetto domino» della crisi del sistema bancario, che avrebbe determinato situazioni ancora più gravi nel contesto di una crisi caratterizzata da fattori inediti e non sempre capaci di reagire alle terapie, mentre in Italia il sistema bancario ha tenuto;
il Governo ha adottato misure di sostegno per le persone e le famiglie in maggiori difficoltà economiche (social card, «bonus famiglia», rinegoziazione dei mutui immobiliari, potenziamento dei canali di ingresso nel mondo del lavoro attraverso una riattivazione della «legge Biagi» ed altro);
sul piano della difesa del reddito, il Governo ha dato corso al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, ha istituito in via sperimentale e confermato, su richiesta delle parti sociali, un regime di agevolazioni fiscali per le quote retributive erogate nelle imprese, come contropartita di misure a favore della produttività e della efficienza, realizzando per questa via le premesse per accompagnare quella svolta nelle relazioni industriali prefigurata nell'accordo quadro sulla riforma della contrattazione del 22 gennaio 2009;
sul piano del sostegno ai livelli occupazionali, il Governo ha adottato una strategia che, al tempo stesso, tutela le persone e aiuta il sistema delle imprese a conservare la propria potenziale capacità produttiva, della quale il capitale umano è componente primaria, incentivando cioè il ricorso ad ammortizzatori sociali che non siano automatici e deresponsabilizzanti. La strategia perseguita dal Governo è stata piuttosto quella di incentivare la continuità del rapporto di lavoro con le imprese in difficoltà, attraverso l'istituto della sospensione e tipologie di sostegno al reddito su base negoziale, come la cassa integrazione guadagni, in modo da incoraggiare e aiutare le imprese a non licenziare in attesa della ripresa;
l'intervento sugli ammortizzatori sociali, avviato con il decreto legislativo n. 185 del 2008, garantisce ora una copertura a tutti i settori esclusi dagli strumenti ordinari di protezione del reddito e a tutti i rapporti di lavoro dipendente, compresi gli apprendisti e gli interinali, ma anche per la prima volta, nella forma dell'una tantum, i collaboratori coordinati e continuativi in regime di monocommittenza, condizionando il godimento dei sussidi ad adeguati percorsi di formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori;
l'accordo del 17 febbraio 2009 tra Stato e regioni ha confermato pienamente l'impostazione del Governo. L'accordo è di particolare importanza perché ha consentito di mobilitare risorse (8 miliardi in un biennio per un ammontare, su base annua, pari ad almeno dieci volte gli stanziamenti previsti per il 2008) per estendere l'integrazione salariale ai settori, alle categorie e ai lavoratori che ne sono privi (così un problema aperto da almeno quattro legislature si avvia a soluzione), incoraggiando la sussidiarietà verticale (tra Stato e regioni, appunto) nel campo degli ammortizzatori sociali, con una forte riconversione da interventi assistenziali e di sostegno al reddito a misure coerenti e funzionali con politiche attive del lavoro, tali da valorizzare il più possibile il ricorso ai contratti di solidarietà;
l'intervento sugli ammortizzatori sociali, avviato con il decreto legislativo n. 185 del 2008, consente, peraltro, di consolidare, attraverso una rete diffusa ed articolata di enti bilaterali, un ruolo importante delle parti sociali, in una logica di sussidiarietà orizzontale, nell'individuare nuovi strumenti di welfare e assunzioni di maggiori responsabilità della società civile e del mondo del lavoro nell'assicurare un reddito e un processo formativo adeguato ai lavoratori in cassa integrazione;
le risorse necessarie per garantire ai lavoratori subordinati licenziati o sospesi dal rapporto di lavoro adeguati trattamenti di integrazione del reddito combinati con apprendimento devono essere il risultato della combinazione di più fonti: il bilancio dello Stato, i fondi europei di competenza dello Stato e delle regioni, i bilanci delle regioni e province autonome, i fondi interprofessionali per la formazione continua e il relativo prelievo dello 0,30 per cento sul monte salari delle imprese, gli enti bilaterali promossi dalle parti sociali, le ulteriori liberalità del settore privato o privato-sociale;
il Governo ha avviato un piano di sostegno dei settori in crisi attraverso la rimessa in moto dei mercati di beni di consumo durevoli e ha finanziato un piano di grandi opere e di infrastrutture per 16,6 miliardi, nella convinzione che la miglior tutela del reddito risiede nella difesa e nella creazione di posti di lavoro;
con l'approvazione della «legge delega Brunetta» sul riordino del pubblico impiego si aprono prospettive per il recupero di importanti margini di competitività del Paese, oltre a garantire un più qualificato standard di servizi per i cittadini,

impegna il Governo:

a dare piena attuazione alle linee guida elaborate dal ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per una tutela attiva della disoccupazione, incoraggiando le imprese, attraverso azioni tempestive e mirate, a perseguire condotte responsabili rispetto ai loro collaboratori;
a dare piena e tempestiva attuazione all'accordo del 17 febbraio 2009 con le regioni;
a favorire la piena e tempestiva attuazione del decreto ministeriale del 25 febbraio 2009, relativamente alla sottoscrizione, da parte del ministero dell'economia e delle finanze, di obbligazioni emesse dalle banche italiane, nonché a concordare con il sistema del credito, anche attraverso l'eventuale stipula di un'apposita convezione con Abi, la sospensione del pagamento della rata di mutuo «per almeno 12 mesi» per i lavoratori in cassa integrazione e per coloro che percepiscono il sussidio di disoccupazione, nonché la sospensione fino al 31 dicembre 2009 del rimborso della parte capitale dei mutui contratti dalle imprese attualmente in crisi, limitando in tale periodo i pagamenti dovuti alla sola parte interessi e spostando alla scadenza del periodo di rateizzazione già pattuito le rate della parte capitale del sopra citato periodo di sospensione;
ad evitare, come successo in passato, di creare attraverso gli ammortizzatori sociali un bacino di nuovi assistiti, dei quali risulti difficile, anche nel contesto del dopo crisi, il reimpiego;
ad evitare, alla luce del debito pubblico accumulato, un uso irresponsabile, da parte dei lavoratori e delle imprese, degli strumenti di tutela del reddito che porti a un livello insostenibile di spesa pubblica;
a favorire lo sviluppo di un quadro di rapporti sociali in cui prenda forza ogni possibile forma di negoziato collaborativo e di protagonismo partecipativo delle istituzioni e delle parti sociali, in modo da realizzare sul versante occupazionale:
a) la più compiuta integrazione delle risorse, competenze e capacità dello Stato, delle regioni e delle parti sociali, a partire dal necessario filtro delle richieste di protezione per lavoratori ritenuti in esubero congiunturale o strutturale;
b) il ricorso a soluzioni tali da mantenere la più ampia base occupazionale, distribuendo su molti lavoratori il minore monte di ore lavorate (contratti di solidarietà, cassa integrazione a rotazione e/o ad orario ridotto, settimana corta ed altro) o riconducendo anche lavoratori disoccupati in contesti produttivi attraverso una definizione più flessibile della «congruità» delle alternative occupazionali o mediante forme di tirocinio e formazione;
c) una drastica semplificazione dei tempi e delle procedure di erogazione di tutte le tipologie di ammortizzatori sociali;
d) adeguate forme di sostegno a chi, specie se assunto su base temporanea o con contratti atipici, perde un lavoro, integrando, anche attraverso il ricorso alle tecnologie informatiche, la rete dei servizi pubblici e privati per il lavoro;
e) un'offerta formativa di maggiore qualità coerente con le esigenze del sistema produttivo, in modo da rimuovere ogni odiosa autoreferenzialità dei soggetti formatori e da garantire un effettivo innalzamento delle competenze dei lavoratori che ne beneficiano;
f) integrazione del reddito e attività di apprendimento;
g) la piena effettività della dichiarazione preventiva di disponibilità a un percorso di formazione e riqualificazione professionale o, a seconda delle diverse tipologie di sussidio, a un lavoro come strumento di responsabilizzazione dei lavoratori mediante la messa a disposizione da parte dell'Inps di una banca dati informatizzata, aggiornata in tempo reale, contenente tutti i dati disponibili relativi ai lavoratori percettori di trattamento di sostegno al reddito, liberamente accessibile, via internet, a tutti i servizi per il lavoro, pubblici e privati, nel rispetto delle norme previste dalla legge in materia di sicurezza e trasferimento dei dati;
h) un più effettivo sistema di sanzioni da applicare a coloro che rifiutano un'offerta «congrua» di lavoro o un'offerta di formazione e riqualificazione professionale;
a dare corso, sul versante delle riforme:
a) alla sollecita predisposizione del decreto interministeriale di attuazione dell'articolo 19 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;
b) alla sollecita predisposizione dei decreti delegati di attuazione della «legge delega Brunetta»;
c) al varo del Libro bianco sul welfare, coniugando in una visione integrata misure di welfare to work e innovativi interventi di tutela sociale, attenti ai nuovi bisogni e ai diritti delle persone, come quadro di riferimento per le riforme sociali della legislatura, a partire da un riordino in senso universalistico degli ammortizzatori sociali.
(1-00131)
«Cicchitto, Cota, Lo Monte, Cazzola, Della Vedova, Giancarlo Giorgetti, Baldelli».
(9 marzo 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).