XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 210 di martedì 28 luglio 2009
Pag. IIIPRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 11,50.
La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.
I deputati in missione sono settantuno.
Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per le votazioni elettroniche.
Seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali (A.C. 2561-A).
Nella seduta del 27 luglio 2009 ha avuto luogo la trattazione degli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale)
KARL ZELLER (Misto-Min.ling.). Pur apprezzando lo sforzo profuso dal Governo nel tentativo non facile di tutelare le famiglie e le imprese dalle conseguenze della crisi internazionale, sottolinea la previsione nel provvedimento d'urgenza in esame di disposizioni lesive delle autonomie speciali, a suo avviso in contrasto con i principi costituzionali. Nel reputare quindi inadeguato e scarsamente incisivo l'impianto delle misure anticongiunturali, dichiara il voto contrario della sua componente politica.
MARIO BACCINI (Misto-RRP). Sottolineata l'importanza del provvedimento d'urgenza in esame, che prevede misure strategiche in materia di lavoro, sviluppo economico, sostegno alle attività produttive, nonché efficaci politiche di microfinanza per combattere la povertà, esprime apprezzamento per l'attenzione politica riservata dal Governo alla persona umana. Dichiara, quindi, il voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge di conversione.
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO (Misto-MpA-Sud). Espresso un giudizio fortemente critico su un decreto-legge che giudica inadeguato ad affrontare la grave crisi finanziaria in atto e che, a suo avviso, amplierà il divario esistente fra le diverse zone del Paese, ritiene del tutto prioritario varare un piano straordinario per il Mezzogiorno al fine di rilanciare la competitività dell'intero territorio nazionale. Nel lamentare altresì l'uso improprio dei fondi FAS, prende atto dell'intendimento dell'Esecutivo di riportare il Meridione al centro della sua azione di governo; dichiara, quindi, che la sua componente politica non voterà il disegno di legge di conversione in esame.
ANTONIO DI PIETRO (IdV). Nel manifestare netta contrarietà al modo di governare perseguito dall'attuale Esecutivo, che giudica poco trasparente e spesso caratterizzato dal ricorso ad escamotage in materia di reperimento delle risorse, lamenta l'assenza nel testo del decreto-legge in discussione di qualsiasi forma di sostegno ai soggetti più deboli, richiamando in particolare la mancata estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori atipici. Evidenziata quindi la penalizzazione Pag. IVdell'edilizia pubblica, realizzata con il cosiddetto piano casa, denuncia lo scarso interesse del centrodestra nei confronti dei problemi del Mezzogiorno, come testimoniato dalla vicenda del commissariamento della regione Molise. Ribadita inoltre l'esistenza di una politica basata su leggi ad personam, a tutela cioè degli interessi del Presidente del Consiglio, come si evince dai continui provvedimenti di condono e dalle agevolazioni alle grandi imprese che, lungi dal tutelare i soggetti più deboli, premiano i comportamenti improntati alla furbizia e alla scorrettezza, stigmatizza le disposizioni, a suo avviso non costituzionali, relative alla verifica del danno erariale da parte della Corte dei conti, finalizzate ancora una volta a tutelare gli interessi del Premier. Nel rivolgere infine al Presidente della Repubblica un appello affinché sia rispettata la legalità, dichiara il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame, approvato ancora una volta attraverso il deleterio ricorso alla questione di fiducia.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Nel sottolineare l'anomalia di una manovra economica non assistita dalle procedure e dalle garanzie proprie della sessione di bilancio, peraltro esaminata precedentemente al DPEF che dovrebbe contenere le linee guida di politica economica, stigmatizza il reiterato ricorso dell'Esecutivo alla posizione della questione di fiducia, osservando che in questo caso il maxiemendamento presentato dal Governo si è discostato dal testo licenziato dalle Commissioni. Evidenziata, quindi, l'estrema eterogeneità delle disposizioni recate dal decreto-legge, che pure contiene alcune misure condivisibili, giudica sbagliato il limite temporale previsto per la detassazione degli investimenti e troppo basso il limite di reddito per la regolarizzazione delle badanti. Lamentata, altresì, la mancanza di interventi a favore della famiglia, del Mezzogiorno, dell'agricoltura, nonché dei servizi pubblici locali, dichiara il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione.
ROBERTO COTA (LNP). Stigmatizzato preliminarmente l'atteggiamento dell'opposizione che, a suo avviso, usa impropriamente il Parlamento per esigenze interne alla sua stessa compagine, giudica il provvedimento d'urgenza in esame idoneo a fornire risposte concrete alle legittime aspettative dei cittadini e del sistema delle piccole e medie imprese, asse portante della nostra economia, ritenendo peraltro che solo una compiuta riforma di tipo federale possa responsabilizzare la classe dirigente del Paese. Richiama, quindi, gli aspetti più qualificanti del decreto-legge in discussione, ricordando in particolare le disposizioni inerenti il cosiddetto scudo fiscale, la detassazione degli utili reinvestiti nei macchinari, la riforma del credito bancario, nonché le misure relative al lavoro ambulante, quali, ad esempio, la necessità di produrre un certificato di regolarità contributiva al fine di rinnovare le licenze commerciali. Dichiara, infine, il convinto voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
DARIO FRANCESCHINI (PD). Evidenziato l'ennesimo ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo, che costituisce un ulteriore strappo al regolare procedimento legislativo, peraltro da modificare accelerandone i tempi, denuncia il mancato rispetto del ruolo delle opposizioni nonché l'assenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza costituzionalmente previsti per i decreti-legge e la presenza nel testo di numerosi errori di natura tecnica, come in materia di sanatoria delle badanti e di adempimenti fiscali per le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Ricordata quindi la deleteria gestione da parte del Governo della crisi in atto, dapprima negata, poi minimizzata ed ora vergognosamente ridotta ad una questione esclusivamente psicologica dei cittadini, evidenzia l'andamento fortemente negativo dei principali indicatori economici Pag. Vdel nostro Paese, solo in parte dovuto all'attuale fase recessiva e principalmente causato dall'incapacità della maggioranza.
Nel manifestare altresì la necessità di estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori meno tutelati e di agevolare l'accesso al credito per le imprese di dimensioni minori, denuncia l'assenza di coraggio da parte dell'Esecutivo che, lungi dal varare riforme strutturali unitamente a misure emergenziali volte a tutelare i soggetti più deboli, preferisce ancora una volta ricorrere ad una politica propagandistica fatta di meri annunci e di inaccettabili provvedimenti, quali quello relativo al rientro dei capitali dall'estero, che giudica equivalente ad un vero e proprio condono, con cui si premia chi viola la legge e si penalizzano i cittadini più onesti. Dichiara infine il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Nel giudicare strumentali e demagogiche le polemiche dell'opposizione sul ricorso alla questione di fiducia, attesa la necessità del Governo di legiferare in tempi rapidi a fronte della grave crisi economica in atto, sottolinea il grande rispetto dell'Esecutivo per il lavoro svolto dalle Commissioni, ritenendo comunque necessaria una riforma regolamentare, in merito alla quale ricorda la proposta di modifica presentata dal suo gruppo. Rilevato, quindi, che il decreto-legge in esame prevede significative disposizioni in materia di fiscalità agevolata per gli investimenti delle imprese, di allentamento del patto di stabilità per gli enti locali, nonché con riguardo al cosiddetto scudo fiscale, che si accompagna a provvedimenti di contrasto ai paradisi fiscali, esprime apprezzamento per la politica dei piccoli passi portata avanti dal Governo, nel rispetto dei parametri europei. Invita, infine, l'Esecutivo ad impegnarsi per un adeguato finanziamento del FUS, per la soluzione della problematica gestionale derivante dall'articolo 4 del decreto-legge in discussione, nonché per la definizione di un progetto organico per il Mezzogiorno, manifestando apprezzamento per l'impegno del Ministro Tremonti a rinviare il termine per il pagamento delle tasse da parte delle popolazioni abruzzesi colpite dal tragico evento sismico.
La Presidenza è autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge di conversione n. 2561-A.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Stigmatizza il fatto che il Ministro Tremonti ed il sottosegretario Bertolaso abbiano concordato l'emanazione di un'ordinanza della Protezione civile al fine di prorogare il pagamento delle imposte in Abruzzo, evidenziando un uso improprio delle fonti normative che lede le prerogative parlamentari e costituisce altresì un precedente pericoloso per la copertura finanziaria dei provvedimenti emanati.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
PRESIDENTE. Prende atto delle considerazioni svolte dal deputato Zaccaria.
LAURA GARAVINI (PD). Denunciato il grave e vergognoso ritardo nello scioglimento del consiglio comunale di Fondi, a suo avviso per motivi di natura politica, invita la Presidenza a farsi parte attiva affinché il Governo intervenga quanto prima al riguardo.
LUCIA CODURELLI (PD). Lamenta che, nonostante le reiterate sollecitazioni, il Governo non ha ancora risposto ad un atto di sindacato ispettivo da lei presentato relativamente ad un filmato nel quale il Ministro Brambilla si esibisce in un saluto romano.
Pag. VIAUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Invita il Governo ad indicare con certezza tempi procedurali e risorse immediatamente disponibili a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo.
MARCO ZACCHERA (PdL). Invita il Governo a farsi carico della situazione di grave difficoltà in cui si trova la comunità italiana in Venezuela, ricordando di aver presentato al riguardo un atto di sindacato ispettivo.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantuno.
Sull'ordine dei lavori.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Stigmatizzato l'atteggiamento irresponsabile assunto dalla maggioranza, la quale non è stata in grado di garantire autonomamente la sussistenza del numero legale nel corso della votazione finale del disegno di legge di conversione n. 2561-A, invita la Presidenza a sollecitare le forze politiche che sostengono l'operato del Governo ad un maggiore rispetto nei confronti dell'opposizione e delle istituzioni.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera le osservazioni del deputato Quartiani.
Discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013 (doc. LVII, n. 2).
Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avverte che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
MASSIMO BITONCI (LNP), Relatore per la maggioranza. Si riserva anch'egli di intervenire nel prosieguo del dibattito.
MAINO MARCHI (PD), Relatore di minoranza. Rilevato preliminarmente che nessuna delle previsioni contenute nel precedente Documento di programmazione economico-finanziaria si è realizzata, come risulta evidente dal calo del PIL e dalla crescita dell'indebitamento netto e del debito pubblico, ritiene che tale situazione sia stata causata non solo dalla crisi internazionale, ma anche dall'inefficace politica economica del Governo, che ha determinato, tra l'altro, un aumento del tasso di disoccupazione e un calo della produzione e dei consumi, nonché un peggioramento della situazione dei conti pubblici. Lamenta, quindi, la linea minimalista seguita dall'Esecutivo, che non ha realizzato una politica di bilancio anticiclica e ha causato un aumento della spesa pubblica, senza peraltro assicurare un efficace sostegno al sistema delle imprese. Nel rilevare, altresì, che nel DPEF non si delinea alcuna manovra volta a correggere gli andamenti tendenziali dei saldi di finanza pubblica per il 2010, evidenzia l'opportunità che il Governo ritiri il disegno di legge di assestamento, al fine di reimpostare le scelte ad esso sottese per migliorare indebitamento e fabbisogno. Richiama, infine, le principali proposte contenute nella risoluzione che sarà presentata dal suo gruppo, tra cui talune misure per la crescita dell'occupazione, nonché una riforma degli ammortizzatori sociali, della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici locali.
MICHELE VENTURA (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica particolarmente grave e incomprensibile che la maggioranza Pag. VIIabbia rinunciato ad esporre la propria relazione che, unitamente al testo del DPEF, costituisce la base del confronto parlamentare.
MASSIMO BITONCI (LNP), Relatore per la maggioranza. Premesso di aver inteso lasciare spazio agli altri oratori che intendevano intervenire nella discussione, ritiene comunque di poter svolgere ora la relazione.
PRESIDENTE. Rileva l'irritualità dell'eventuale svolgimento della relazione di maggioranza dopo l'intervento del relatore di minoranza.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Precisa che il suo gruppo non è in alcun modo contrario allo svolgimento, in questa fase, della relazione di maggioranza, ovvero alla consegna del relativo testo scritto.
RENATO CAMBURSANO (IdV). Nel ritenere che le regole procedurali vadano sempre rispettate, manifesta comunque un orientamento favorevole all'esposizione dei dati relativi al DPEF da parte del relatore per la maggioranza.
GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Presidente della V Commissione. Premesso che la scelta del deputato Bitonci non assume alcuna valenza politica, ritiene che egli possa comunque svolgere la sua relazione di maggioranza.
TERESIO DELFINO (UdC). Preso atto dell'intendimento del relatore per la maggioranza di esporre i dati relativi al DPEF per gli anni 2009-2013, sottolinea la necessità di garantire il pieno rispetto delle procedure parlamentari.
PRESIDENTE. Invita il deputato Bitonci a svolgere un breve intervento ed a consegnare agli Uffici il testo integrale della sua relazione.
MASSIMO BITONCI (LNP), Relatore per la maggioranza. Rileva preliminarmente che il DPEF in discussione interviene in una fase dell'economia, sia italiana che internazionale, di assoluta straordinarietà, che ha determinato, tra l'altro, l'aumento del tasso di disoccupazione. Osservato, quindi, che l'indebitamento netto viene fissato al 5,3 per cento del PIL per il 2009, evidenzia il peggioramento del saldo primario, che scende ad un valore negativo di 0,4 per cento del PIL, mentre la spesa per interessi si mantiene sostanzialmente stabile, pari al 5 per cento. Nel sottolineare, altresì, come sia stato tenuto nella dovuta considerazione il notevole peso del debito pubblico rispetto al PIL, osserva che il Governo ha seguito una positiva linea di prudenza fiscale e di rigore nella gestione dei saldi di bilancio, con l'obiettivo di non accrescere il disavanzo e, nel contempo, di non aggravare il carico fiscale.
RENATO CAMBURSANO (IdV). Stigmatizzata l'incapacità del Governo di varare disposizioni idonee ad affrontare adeguatamente la grave crisi economica in atto, giudica non veritiere le dichiarazioni rese dal Ministro Tremonti sul presunto raggiungimento dei principali obiettivi fissati nel precedente Documento di programmazione economico-finanziaria, segnatamente il risanamento del bilancio statale e la tenuta della coesione sociale e del sistema imprenditoriale del Paese. Ricordati, quindi, i dati che confermano il deterioramento dei conti pubblici, quali l'aumento del deficit, del debito pubblico e delle spese correnti, a fronte della diminuzione delle entrate e della produzione industriale, rileva che il mantenimento della coesione sociale è stato reso possibile dal senso di responsabilità dei lavoratori e degli amministratori locali, evidenziando altresì le difficoltà nell'accesso al credito per le piccole e medie imprese. Sottolineato, infine, l'alto livello di evasione fiscale ancora presente nel Paese, osserva che, come confermato dal Governatore della Banca d'Italia, l'aumento della spesa primaria è stato solo marginalmente utilizzato per sostenere i lavoratori e le imprese, auspicando peraltro una seria Pag. VIIIriforma della pubblica amministrazione e del sistema degli ammortizzatori sociali, nonché una diminuzione della pressione tributaria attraverso un più incisivo contrasto al fenomeno dell'evasione fiscale.
GIAN LUCA GALLETTI (UdC). Nell'osservare preliminarmente che per restituire dignità al ruolo svolto dal DPEF occorre rivalutarne la prospettiva triennale, sottolinea che le previsioni delineate lo scorso anno dall'Esecutivo circa la strategia da seguire in politica economica, basata essenzialmente sulla riduzione della spesa quale strumento principale per conseguire il risanamento dei conti pubblici, si sono dimostrate infondate, come si evince dall'aumento in valore assoluto della spesa pubblica. Nel sottolineare come di per sé il suddetto andamento non debba ritenersi preoccupante, se non in presenza, come nel caso del nostro Paese, di un contestuale peggioramento della qualità della spesa, ed in particolare della riduzione delle spese per investimenti, a cui consegue la diminuzione dei servizi resi ai cittadini, sollecita il Governo ad abbandonare la deleteria politica dei tagli lineari fin qui perseguita. Stigmatizza infine la scarsa attenzione dell'Esecutivo di centrodestra all'andamento del deficit pubblico, il cui inaccettabile aumento, per non gravare sulle future generazioni, andrebbe contrastato anche ricorrendo, in ultima istanza, ad un aumento della pressione fiscale.
MARCO CAUSI (PD). Nel ritenere che il Governo abbia posto in essere una politica economica prociclica, che ha determinato la situazione di grave recessione esistente nel nostro Paese, evidenzia come l'azione dell'Esecutivo sia caratterizzata dall'assenza di una strategia a medio termine. Sottolineato, altresì, che nel DPEF mancano indicazioni in merito, tra l'altro, ad una riforma degli ammortizzatori sociali e alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno, ritiene indispensabile l'adozione di iniziative che garantiscano il ripristino dei fondi per le aree sottoutilizzate, nonché l'incremento degli investimenti pubblici nel Sud.
MASSIMO ENRICO CORSARO (PdL). Osservato che il Documento in discussione va analizzato alla luce della grave crisi internazionale in atto, respinge con forza l'accusa rivolta al Governo dall'opposizione di aver causato con la propria politica un aumento del debito pubblico. Sottolinea come l'Italia, grazie all'apprezzabile azione di sostegno ai soggetti più deboli e alle imprese posta in essere dall'Esecutivo, abbia risentito in misura minore rispetto ad altri Paesi delle ripercussioni dell'attuale fase recessiva. Auspica infine che l'impegno in campo economico del Governo di centrodestra prosegua con un'azione di stimolo all'economia e con il varo di una serie di riforme strutturali, in particolare nel settore della pubblica amministrazione, che valorizzi soprattutto le autonomie locali più virtuose.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Rilevata l'evidente carenza contenutistica che connota il DPEF in discussione, nel quale mancano, tra l'altro, misure in materia di pensioni e di rilancio del Mezzogiorno, stigmatizza l'atteggiamento lassista del Governo nella lotta all'evasione fiscale e nella riduzione della spesa pubblica, nonché l'assenza di nuovi investimenti in settori strategici come quello ambientale, dell'istruzione e della ricerca. Sottolineata, quindi, la necessità di una manovra correttiva sul saldo primario, invita l'Esecutivo a ritirare il Documento in esame, che necessita evidentemente di correttivi ed integrazioni.
GIUSEPPE RUVOLO (UdC). Nel condividere le considerazioni di carattere generale svolte dal deputato Galletti in ordine ai contenuti del DPEF relativo agli anni 2010-2013, evidenzia come il predetto documento non affronti in maniera adeguata, ad eccezione di taluni interventi di stampo prevalentemente propagandistico, i problemi e le necessità del comparto agricolo. Nel considerare quindi pienamente condivisibili le dichiarazioni del Ministro Zaia circa un piano di rilancio e di sostegno alle imprese del settore agroalimentare, manifesta forti dubbi sulla capacità e Pag. IXsulla volontà del Governo di reperire al riguardo le necessarie risorse, ritenendo peraltro che tali dubbi siano confermati non solo delle proteste delle associazioni di categoria ma anche dal mancato rispetto degli impegni assunti in ordine al rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura. Nel denunciare con forza le condizioni di difficoltà in cui versano grandi aree del Mezzogiorno, che ritiene impongano una profonda autocritica di tutto il mondo politico, sollecita una incisiva azione di rilancio dell'economia del Sud.
LINO DUILIO (PD). Nel sottolineare come il DPEF riveda in senso sensibilmente peggiorativo rispetto alla Relazione unificata dello scorso aprile i dati emergenti dai principali indicatori macroeconomici, esprime forte preoccupazione circa le prevedibili ripercussioni della recessione in atto, manifestando tra l'altro riprovazione per la recrudescenza dei fenomeni di evasione ed elusione fiscale. Nel reputare quindi necessario procedere ad una analisi obiettiva e non strumentale della situazione economico-finanziaria ed assumere con determinazione iniziative univoche finalizzate a sostenere la ripresa della crescita, invita il Governo e la maggioranza ad avviare un proficuo confronto parlamentare volto ad individuare le misure più opportune per rilanciare l'economia del Paese.
MARIA TERESA ARMOSINO (PdL). Nel rilevare preliminarmente che il DPEF in discussione interviene in una fase di evidente crisi dell'economia, sia italiana che internazionale, ricorda l'indicazione secondo cui i provvedimenti in materia economica non devono gravare sulla finanza pubblica. Giudicati quindi gli interventi delineati poco coraggiosi sotto il profilo della riduzione della spesa, sottolinea l'opportunità di elevare l'età pensionabile e di rivedere i vincoli relativi al Patto di stabilità, analizzando, nel contempo, il problema delle competenze gestionali degli enti locali. Nell'invitare, infine, il Governo ad attuare una immediata politica di mobilità dei dipendenti pubblici in esubero, ritiene che nel prossimo autunno lo stato di sofferenza delle imprese possa ulteriormente peggiorare, auspicando l'adozione di specifiche misure volte a sospendere il rimborso dei capitali ottenuti in prestito.
TERESIO DELFINO (UdC). Stigmatizzato il ritardo con cui il Governo ha presentato alle Camere il DPEF, con la conseguente inaccettabile compressione del dibattito parlamentare, esprime un giudizio critico sul medesimo, di cui sottolinea il carattere di eccessiva genericità, constatando altresì la sostanziale smentita delle previsioni formulate in precedenza dal Governo circa l'evoluzione dello stato della finanza pubblica. Nel reputare peraltro non attendibili anche le proiezioni recate dal Documento in discussione, ritiene invece necessario definire una manovra correttiva per il 2010, segnatamente individuando idonee misure di contenimento della spesa. Giudicata inoltre l'azione svolta dal Governo negli ultimi mesi in netto contrasto con gli intenti programmatici enunciati dal DPEF, esprime riprovazione per la mancata individuazione nel medesimo di adeguati provvedimenti volti a tutelare le famiglie dalle deleterie ricadute della recessione.
FRANCESCO BOCCIA (PD). Nel ritenere che il peggioramento del quadro generale del Paese, confermato dall'aumento della spesa primaria, dal debito pubblico e dalla pressione fiscale, con una contestuale diminuzione dell'avanzo primario, sia stato causato dall'inefficace politica economica dell'Esecutivo, esprime un giudizio negativo su un DPEF che, in linea con i precedenti provvedimenti varati dal Governo, non delinea alcuna scelta ma, al contrario, aggrava la situazione dei conti pubblici.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
FRANCESCO BOCCIA (PD). Nel ricordare altresì le proposte avanzate dal suo Pag. Xgruppo, riguardanti segnatamente l'estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le imprese, il reintegro effettivo dei fondi per le aree sottoutilizzate e la previsione di un sistema di pagamento delle pubbliche amministrazioni più celere ed efficiente, stigmatizza la sostanziale violazione degli accordi raggiunti in Commissione sulla riforma del sistema creditizio, che, a suo avviso, avrebbero consentito ai risparmiatori di ottenere notevoli benefici economici.
SALVATORE CICU (PdL). Sottolineate le gravi ricadute sul piano occupazionale e sociale della recessione in atto nei territori della Sardegna, esprime soddisfazione per l'esito proficuo di un approfondito confronto all'interno della sua parte politica, che ha condotto all'inserimento nella risoluzione che sarà presentata dell'impegno del Governo all'attuazione di un importante piano di opere pubbliche, volto al rilancio infrastrutturale dell'isola. Nel prendere atto della sostanziale condivisione preannunziata dal Governo al riguardo, auspica la sollecita individuazione delle necessarie risorse già a partire dal disegno di legge finanziaria di prossima presentazione.
MARIO TASSONE (UdC). Richiamati gli interventi già svolti dai deputati del suo gruppo, cui si associa, rileva che anche nelle file della maggioranza sono state sollevate talune critiche e perplessità sulla politica economica attuata dall'Esecutivo. Ritiene, quindi, che il Governo avrebbe dovuto mostrare maggiore considerazione per le indicazioni e le valutazioni espresse dal Parlamento ed evidenzia l'assenza nel DPEF, che giudica complessivamente deficitario, di concrete politiche di sviluppo economico.
DANIELA CARDINALE (PD). Esprime forti perplessità sulla valenza e sull'efficacia delle linee di indirizzo contenute nel DPEF in discussione, che evidenzia la condizione di estrema gravità dell'economia del Paese e nel quale mancano impegni concreti per la realizzazione di riforme strutturali, l'indicazione di interventi per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, nonché la previsione di risorse per il settore dei trasporti.
ANTONINO SALVATORE GERMANÀ (PdL). Nel ritenere strumentali e demagogiche le critiche rivolte all'Esecutivo di scarsa attenzione nei confronti del Mezzogiorno d'Italia, richiama i contenuti dell'allegato Infrastrutture, con particolare riferimento alle opere destinate ai territori del Sud e ricorda, in tal senso, le importanti determinazioni assunte in sede di attuazione della legge obiettivo. Evidenziata, quindi, la necessità di rivedere le procedure per l'erogazione delle risorse del FAS, procedure fatte oggetto di polemiche a suo avviso strumentali, esprime apprezzamento per gli investimenti pubblici rivolti alle aree del Sud.
LUDOVICO VICO (PD). Nell'ascrivere al Governo la responsabilità di aver smantellato di fatto le politiche di sviluppo per il Sud, anche mediante le misure contenute nel cosiddetto decreto-legge anticrisi, che ha dirottato le risorse destinate al Mezzogiorno verso altre aree del Paese, ritiene che l'azione dell'Esecutivo sia improntata alla mera propaganda e non al superamento dell'evidente divario ancora esistente tra il Meridione e il Nord dell'Italia.
MAURO PILI (PdL). Espresse severe critiche sulla reale efficacia del DPEF, la cui valenza programmatoria e pianificatrice è a suo avviso vanificata dall'imprevedibilità dei repentini mutamenti economici, ritiene il quadro delineato dal Documento in discussione una fotografia impietosa delle gravi condizioni del Paese, a fronte delle quali sarebbero necessarie serie e tempestive riforme strutturali. Richiamata, quindi, l'importanza della legge obiettivo, che consente un positivo coinvolgimento dei territori, ritiene indispensabili parametri certi e oggettivi per valutare il gap infrastrutturale esistente nelle differenti regioni italiane, al fine di pervenire ad una più equa riallocazione delle Pag. XIrisorse e conferire in tal modo priorità alle opere da realizzare nelle aree più svantaggiate del Paese.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel sottolineare come il DPEF sia un importante strumento di ragionamento e riflessione sulla politica economica del Paese, rivolge un plauso al Governo per il rispetto degli impegni assunti nel settore infrastrutturale. Invita, altresì, l'Esecutivo ad attivarsi per garantire al sistema produttivo un più agevole accesso al credito, unitamente ad una riduzione del costo del denaro.
DONELLA MATTESINI (PD). Rilevato che sin dall'inizio della legislatura, a fronte della grave crisi economico-finanziaria, l'Esecutivo ha attuato una politica economica inefficace varando norme disorganiche e frammentarie, formula rilievi critici sulle contraddizioni esistenti tra i saldi contenuti dalla legge finanziaria per il 2009 e il grave peggioramento degli stessi nel disegno di legge di assestamento, di cui non si dà alcun conto nel DPEF. Stigmatizzata quindi l'assenza di trasparenza e di rigorose linee di politica economica, giudica deficitario il quadro programmatico delineato nel Documento in discussione.
ROSA DE PASQUALE (PD). Nel ritenere che con il Documento in discussione il Governo abbia perpetrato una palese violazione dell'articolo 81 della Costituzione ed una grave lesione delle prerogative del Parlamento, sancendo il fallimento dell'intera manovra di risanamento, sottolinea che il fabbisogno finanziario delineato nel DPEF è assolutamente insufficiente per garantire la valorizzazione e il potenziamento del comparto della scuola.
EMILIA GRAZIA DE BIASI (PD). Espressa forte contrarietà ai tagli operati dall'Esecutivo nel settore della cultura, ritiene gravemente insufficienti gli indirizzi programmatici delineati nel DPEF in tale comparto, con particolare riferimento alle indicazioni in materia di federalismo fiscale. Nel manifestare quindi preoccupazione per il fatto che turismo e mercato starebbero, a suo avviso, sostituendosi allo sviluppo e alla tutela dei beni culturali, stigmatizza la politica attuata dal Governo con riferimento al sistema di finanziamento dello spettacolo e la mancata riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché la privatizzazione del Museo di arte contemporanea Maxxi.
ANTONIO MISIANI (PD). Nel rilevare che i provvedimenti finora adottati dal Governo per affrontare la crisi si sono rilevati assolutamente inefficaci, palesando una politica riformista debole e contraddittoria, sottolinea il sostanziale fallimento della manovra di contenimento e di stabilizzazione della spesa primaria adottata con il decreto-legge n. 112 del 2008.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
ANTONIO MISIANI (PD). Ritenuto, altresì, che le entrate relative al 2010 sono nettamente sovrastimate, rileva come al DPEF non risulti allegato un quadro programmatico dei conti pubblici.
PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le risoluzioni Donadi n. 6-00023, Lo Monte n. 6-00024 e Galletti n. 6-00025.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, rinvia il seguito della discussione alla seduta di domani.
Informativa urgente del Governo sugli intendimenti in materia di partecipazione delle Forze armate italiane alle missioni internazionali.
PRESIDENTE. Comunica la prevista articolazione del dibattito (vedi resoconto stenografico pag. 69).
IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Nel precisare che gli intendimenti dell'intero Esecutivo concernenti la partecipazione Pag. XIIdelle Forze armate italiane alle missioni internazionali di pace non sono affatto mutati rispetto alle linee strategiche già definite e sottese al provvedimento di rifinanziamento recentemente approvato dalla Camera, sottolinea che l'azione del Governo in tale ambito proseguirà in piena coerenza con gli impegni internazionali, valutando l'opportunità di rimodulare i termini delle singole partecipazioni alla luce delle necessità operative eventualmente modificatesi, come avvenuto in taluni teatri. Nel ritenere irrinunciabile ed imprescindibile la prosecuzione della partecipazione italiana alla missione NATO in Afghanistan, di cui evidenzia l'assoluta priorità strategica nel contrasto al terrorismo fondamentalista internazionale e nel supporto alla ricostruzione socio-istituzionale afghana, ricorda l'avvenuto rafforzamento del contingente ivi impegnato in funzione del riscontrato aumento del livello di pericolosità della missione stessa, dando altresì conto delle iniziative assunte per potenziare ed ammodernare la dotazione tecnica a disposizione del personale, onde conseguire più adeguati standard di sicurezza. Precisato, quindi, come resti invariata la natura di detta missione, assicura piena unità di intenti al riguardo da parte del Governo, auspicando l'unanime sostegno di tutte le forze politiche alla meritoria e difficile opera svolta dai militari impegnati nelle missioni internazionali di pace, cui manifesta vivi sentimenti di gratitudine e vicinanza.
GIORGIO HOLZMANN (PdL). Nel ringraziare il Ministro per la puntuale ed esaustiva informativa resa alla Camera, ribadisce il convinto sostegno del suo gruppo alla politica di difesa ed estera attuata dal Governo, che ritiene abbia accresciuto il prestigio internazionale del Paese. Richiamata, quindi, la positiva evoluzione storica delle missioni di pace all'estero, dal semplice invio di osservatori alle operazioni di peacekeeping, peacebuilding e peace-enforcement, esprime apprezzamento per il rafforzamento disposto dal Governo della forza aerea e delle dotazioni di mezzi e armamenti del contingente italiano in Afghanistan.
ARTURO MARIO LUIGI PARISI (PD). Nel ringraziare il Ministro per la tempestiva informativa, stigmatizza la poca attenzione dimostrata dal Presidente del Consiglio relativamente alle gravi dichiarazioni rese dal Ministro Bossi in ordine alla partecipazione dei militari italiani alle missioni internazionali di pace, che rappresentano l'indicazione di una linea alternativa a quella del Governo.
MANUELA DAL LAGO (LNP). Precisa che le recenti dichiarazioni rese dal Ministro Bossi con riferimento alla partecipazione italiana alla missione ISAF in Afghanistan erano intese ad aprire un ampio confronto politico, in linea con il dibattito pubblico in corso nei principali Paesi occidentali, sul significato e sulla prospettiva del nostro intervento in quel teatro a otto anni dall'11 settembre 2001.
PIER FERDINANDO CASINI (UdC). Nel ritenere che l'intervento del deputato Dal Lago abbia riaffermato lo scetticismo del gruppo della Lega in merito alla partecipazione italiana alle missioni internazionali e che le dichiarazioni del Ministro Bossi siano espressione di una disinvoltura istituzionale, manifesta condivisione per quanto affermato dal Ministro La Russa in ordine al carattere irrinunciabile ed imprescindibile della missione in Afghanistan, nonché per quanto dichiarato dal deputato Parisi, evidenziando come tali argomentazioni siano utili ad assicurare la continuità dei principi repubblicani.
MASSIMO DONADI (IdV). Ritiene che l'intervento del deputato Dal Lago confermi le serie preoccupazioni sollevate dalle dichiarazioni del Ministro Bossi, che ritiene pregiudizievoli per la credibilità internazionale dello Stato italiano e per la sicurezza dei militari italiani impegnati in Afghanistan. Nel ritenere che l'Italia debba promuovere una approfondita riflessione sulle operazioni di pace all'estero nelle sedi internazionali senza divisioni o Pag. XIIIpolemiche sul versante interno, esprime pieno e convinto sostegno al rafforzamento di mezzi e dotazioni del contingente italiano in Afghanistan.
ARTURO IANNACCONE (Misto-MpA-Sud). Nell'esprimere, a nome della sua componente politica, piena condivisione per le considerazioni svolte dal Ministro della difesa, segnatamente in relazione alle iniziative adottate per implementare la dotazione tecnica a disposizione del contingente italiano impegnato in Afghanistan, cui rivolge sentimenti di solidarietà ed apprezzamento, reputa necessario non indulgere in polemiche meramente strumentali, bensì integrare con un adeguato supporto diplomatico le attività svolte ed i risultati conseguiti dalle missioni internazionali di pace in corso nel teatro afghano.
FURIO COLOMBO (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, esprime perplessità a proposito della presunta correlazione fatta dal Ministro La Russa tra il numero dei militari italiani impegnati in Libano e l'affidamento del comando della missione UNIFIC all'Italia.
PRESIDENTE. Invita il deputato Colombo a presentare un atto di sindacato ispettivo al riguardo.
Sull'ordine dei lavori.
EMILIA GRAZIA DE BIASI (PD). Ritiene che la richiesta del gruppo della Lega Nord di prevedere, nel testo di un provvedimento all'esame della VII Commissione, quale requisito per l'accesso all'insegnamento, un test di conoscenza del dialetto del territorio nel quale sarà esercitata la professione sia viziata da evidenti profili di illegittimità costituzionale.
PRESIDENTE. Assicura che nel prosieguo dell'iter parlamentare del disegno di legge cui ha fatto riferimento il deputato De Biasi la I Commissione e l'Assemblea valuteranno il pieno e totale rispetto dei principi fondamentali della Corte costituzionale.
Avverte altresì che, come già anticipato ai gruppi, all'ordine del giorno della seduta di domani sarà iscritta, dopo la discussione delle mozioni concernenti iniziative per l'estensione degli strumenti di tutela previdenziale e pensionistica al personale volontario di Vigili del fuoco, la discussione di ulteriori progetti di ratifica.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Mercoledì 29 luglio 2009, alle 9,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 82).
La seduta termina alle 20,05.