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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 336 di lunedì 14 giugno 2010

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 15.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 7 giugno 2010.

I deputati in missione sono sessantadue.

Su lutti dei deputati Mimmo Lucà e Mariastella Gelmini.

PRESIDENTE. Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore dei deputati Mimmo Lucà e Mariastella Gelmini, colpiti da gravi lutti: la perdita, rispettivamente, del padre e della madre.

Modifica nella composizione del comitato direttivo di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunica che il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ha reso noto che l'assemblea dei deputati del gruppo medesimo ha provveduto, in data 8 giugno 2010, all'elezione del comitato direttivo; dà quindi conto della relativa composizione (vedi resoconto stenografico pag. 1).

Discussione del disegno di legge S. 2171, di conversione del decreto-legge n. 67 del 2010: Disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro (approvato dal Senato) (A.C. 3505).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, nel testo approvato dal Senato, volto a disciplinare le procedure attraverso le quali l'Italia provvede alla erogazione dei prestiti da accordare alla Grecia a fronte dell'aggravarsi della crisi finanziaria in tale Paese e del rischio di ripercussioni sull'intera area euro, richiamando le osservazioni e le condizioni contenute nei pareri formulati dalle competenti Commissioni in sede consultiva. Rilevato quindi che con il decreto-legge in esame l'Italia ha ratificato i due accordi raggiunti dai Governi dell'Unione europea l'11 aprile e il 2 maggio 2010, nel corso dei quali sono state definite le condizioni economiche dell'erogazione, osserva che l'ammontare del contributo di ciascun Paese è determinato sulla base della quota di partecipazione al capitale della Banca centrale europea, pari, per l'Italia, al 18,47 per cento. Nel precisare altresì la dinamica e i fattori inerenti la recente crisi finanziaria ellenica, esprime soddisfazione per le lungimiranti e responsabili scelte di politica economica compiute dal Governo. Nel preannunziare infine la presentazione di un ordine del giorno volto a chiarire l'esatta portata del comma 2 dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, del quale sollecita la tempestiva approvazione, auspica che nel prosieguo dell'iter si realizzi la stessa ampia convergenza politica che ha caratterizzato l'esame in Commissione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

SANDRO GOZI (PD). Lamentata preliminarmente l'assenza in Aula del Ministro Tremonti, considerata la rilevanza del Pag. IVtema oggetto del dibattito, evidenzia come, dopo un periodo di esitazioni, l'Europa abbia finalmente dato un forte segnale politico che rappresenta una prima risposta alla crisi economica e finanziaria in atto a livello internazionale. Ritenuto, inoltre, eccessivamente limitativo l'approccio intergovernativo sotteso al piano di salvataggio della Grecia, sottolinea la necessità di prevedere strumenti di gestione permanenti delle crisi nell'ambito di una cooperazione rafforzata, in cui i Paesi membri dell'Unione rinuncino a parte della loro sovranità. Manifestata, quindi, condivisione per il merito del provvedimento d'urgenza in discussione, esprime preoccupazione per l'atteggiamento assunto del Governo tedesco in relazione alla salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Stigmatizzata preliminarmente l'assenza del Ministro Tremonti, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in discussione, giudicando inique le scelte di politica economica compiute dal Governo che, a suo avviso, tendono a favorire gli speculatori ed il sistema bancario, penalizzando invece i lavoratori e i pensionati. Richiamati quindi i rischi inerenti il collocamento dei titoli del debito pubblico greco sul sistema bancario europeo, ricorda le proposte di politica economica formulate dalla propria parte politica, finalizzate a colpire coloro che si sono sottratti al pagamento delle imposte e a ridurre le tasse per i lavoratori e le aziende, paventando altresì le deleterie conseguenze di una situazione di sostanziale deflazione nel Paese.

GIOACCHINO ALFANO (PdL) Evidenziato che durante l'iter in Commissione si è tenuto conto delle necessità di una sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione, manifesta apprezzamento per le iniziative assunte in ambito europeo dal Ministro Tremonti. Sottolineata, altresì, la necessità di procedere ad un'armonizzazione degli organi finanziari degli Stati membri dell'Unione, nonché ad una unificazione delle aliquote fiscali, che consentirebbe una più efficace lotta all'evasione, ribadisce l'utilità del decreto-legge in esame per scongiurare il rischio di destabilizzazione dell'area euro.

AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-MpA-Sud). Espresse profonde perplessità sul ritardo con il quale le istituzioni europee hanno fronteggiato la crisi finanziaria ellenica, al fine di evitare una crisi della moneta unica europea, ritiene che le problematiche inerenti le difficoltà economiche della Grecia rappresentino l'occasione per avviare idonee riforme in grado di fornire maggiore coesione ai Paesi europei e fronteggiare adeguatamente le azioni speculative. Richiama quindi le condivisibili disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, volto a disciplinare le procedure attraverso le quali l'Italia provvede alla erogazione dei prestiti da accordare alla Grecia, a fronte della predisposizione di un incisivo piano di risanamento.

MASSIMO VANNUCCI (PD). Evidenziata l'ampia condivisione registratasi tra le forze politiche sulle misure adottate con il provvedimento d'urgenza in discussione e finalizzate a destinare aiuti economici alla Grecia per fronteggiare la grave crisi economica in atto, richiama talune disposizioni a suo avviso ancora insufficienti e tardive stabilite in sede internazionale per porre al riparo i Paesi dell'area euro da ulteriori attacchi speculativi, auspicando a tal fine anche l'adozione di una maggiore regolamentazione dei mercati e una più rigorosa vigilanza circa il ricorso a determinati strumenti derivati. Nel reputare quindi condivisibili le considerazioni del Ministro Frattini circa la necessità di adottare differenti parametri per valutare il prodotto interno in relazione all'indebitamento dei singoli Paesi, ritiene che tali istanze andrebbero più opportunamente poste dinanzi alle istituzioni mondiali e non solo a quelle europee. Pag. V
Nel ritenere altresì necessario puntare maggiormente sullo sviluppo e su un nuovo Stato sociale che abbia al suo centro i giovani e le loro esigenze, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame, pur sottolineando come il Governo abbia sino all'ultimo sottovalutato le conseguenze per il nostro Paese della crisi economica mondiale in atto.

GIAN LUCA GALLETTI (UdC). Nel manifestare l'orientamento favorevole del suo gruppo al disegno di legge di conversione in discussione, ribadisce anzitutto l'impegno della sua parte politica a sostenere un processo organico e condiviso per il rafforzamento delle istituzioni comunitarie preposte alla politica monetaria comune, sottolineando la necessità di un più integrato sistema di vigilanza, di controlli e di governance economica dell'area euro. Ribadito altresì il senso di responsabilità che ispira l'iniziativa politica della sua parte, reputa non sufficientemente strutturale la manovra finanziaria predisposta dal Governo, ritenendo necessario maggior rigore e più coerenza nelle scelte inerenti tra l'altro il taglio della spesa pubblica e la riforma del sistema pensionistico.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Esprime anzitutto forte perplessità, a nome del suo gruppo, in merito all'efficacia della manovra finanziaria concertata dai partner dell'area euro per porre rimedio alla crisi finanziaria ellenica, stigmatizzando il comportamento tenuto dal Governo, che - a suo avviso - ha sottovalutato il processo economico in corso e non ha predisposto un credibile piano finanziario per fronteggiare gli effetti della crisi in atto. Esprime quindi preoccupazione per il reale stato della finanza pubblica italiana, paventando il rischio che l'effettivo ammontare e la composizione del debito pubblico possano esporre il Paese ad attacchi speculativi tali da produrre una situazione di sofferenza analoga a quella che ha destabilizzato la finanza pubblica in Grecia. Nel manifestare altresì perplessità circa gli effetti depressivi - segnatamente sull'occupazione - di una manovra finanziaria improntata a tagli ed austerità, ribadisce le forti riserve del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in discussione e sul complesso della strategia di politica economica allo stesso sottesa.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Oliverio n. 1-00366, Di Giuseppe n. 1-00385, Ruvolo n. 1-00386 e Reguzzoni n. 1-00387: Misure di sostegno per i settori agricolo ed agro-alimentare.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Mosella n. 1-00388, Beccalossi n. 1-00389 e Misiti n. 1-00390 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

ANGELO ZUCCHI (PD). Illustra la mozione Oliverio n. 1-00366 (Nuova formulazione), richiamando preliminarmente le pesanti conseguenze che la recessione economica ha provocato per il settore agricolo e agro-alimentare, soprattutto in termini di diminuzione del fatturato delle imprese e di riduzione dei prezzi agricoli e dei redditi. Nel giudicare altresì inefficace e di portata limitata il complesso delle misure varate dalla maggioranza per sostenere adeguatamente tali importanti comparti dell'economia nazionale, invita l'Esecutivo ad adottare interventi strutturali che mirino principalmente a rilanciare la competitività e la produttività delle imprese Pag. VIagricole e agro-alimentari italiane, ritenendo a tal fine opportuno introdurre un nuovo quadro di regole di filiera e promuovendo una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione, anche attraverso uno snellimento degli adempimenti burocratici a carico delle azienze agricole.

ANITA DI GIUSEPPE (IdV). Nell'illustrare la sua mozione n. 1-00385 (Nuova formulazione), sottolinea le difficili condizioni in cui versano i vari comparti del settore agricolo ed agro-alimentare, lamentando l'insufficiente attenzione prestata dal Governo e la mancata adozione di provvedimenti idonei ad arginare gli effetti della grave crisi congiunturale in atto. Rammentati altresì i limiti strutturali palesati dal sistema, ribadisce la necessità di sostenere l'occupazione nel settore, di favorire la redditività della aziende agrarie e di evitare il trasferimento sulla platea dei consumatori delle criticità del mercato agro-alimentare. Richiamate inoltre le negative ripercussioni sul settore agricolo dell'attività illecita della criminalità organizzata, sottolinea la necessità di promuovere l'aggregazione delle imprese e la tracciabilità dei prodotti; auspica infine che l'Esecutivo ponga tempestivamente in essere le appropriate misure fortemente attese dagli operatori dei comparti agricolo e della pesca.

SEBASTIANO FOGLIATO (LNP). Illustra la mozione Reguzzoni n. 1-00387, sottolineando che le difficoltà del settore agricolo sono solo in parte riconducibili alla difficile fase congiunturale e vanno principalmente attribuite a problemi strutturali ed alle scelte sbagliate di politica agraria effettuate nel secondo dopoguerra. Nel ringraziare, quindi, il Ministro pro tempore Zaia per aver restituito centralità al settore agro-alimentare, auspica che il Governo prosegua la positiva azione da lui avviata; evidenzia altresì l'approccio rigoroso sotteso al documento di indirizzo presentato dal suo gruppo, lamentando le strumentalizzazioni ideologiche e contraddittorie dell'opposizione.

DONATO RENATO MOSELLA (Misto-ApI). Illustra la sua mozione n. 1-00388, rilevando la necessità di una strategia politica che rilanci, con interventi strutturali, il settore agricolo, duramente colpito dalla crisi produttiva generale, anche in considerazione del ruolo chiave dello stesso in ambito europeo. Invita, pertanto, il Governo ad attivarsi per contrastare le evidenti anomalie presenti sul mercato agro-alimentare, ad incentivare il made in Italy, a convocare una Conferenza nazionale dell'agricoltura che affronti i problemi del comparto, nonché a garantire un adeguato sostegno al settore ittico.

AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-MpA-Sud). Illustra la sua mozione 1-00390, sottolineando la rilevanza del settore agricolo per l'economia del nostro Paese, segnatamente del Mezzogiorno. Nell'invitare, quindi, il Governo a stanziare urgentemente, alla stregua degli altri Paesi europei, risorse finanziarie aggiuntive per sostenere le aziende agricole, evidenzia la necessità di adottare un piano di tutela e di rilancio delle produzioni mediterranee, ritenendo opportuno prevedere incentivi fiscali che favoriscano aggregazioni tra imprese tali da ridurre i passaggi interni alla filiera ed abbattere i costi.

FRANCESCO BIAVA (PdL). Illustra la mozione Beccalossi n. 1-00389, richiamando preliminarmente gli importanti provvedimenti varati dal Governo per contrastare con forza la crisi del settore agricolo, tra cui, in particolare, il consolidamento delle agevolazioni per la piccola proprietà contadina per tutto il 2010; invita quindi l'Esecutivo ad operare al fine di proseguire l'azione di sostegno dell'agricoltura italiana, a promuovere il made in Italy, ad intraprendere un costruttivo dialogo con le regioni al fine di rendere coerenti gli interventi previsti nel piano di sviluppo rurale, nonché a proseguire nell'opera di snellimento degli oneri burocratici che gravano sulle imprese agricole.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO (PD). Nel rilevare che le mozioni in discussione Pag. VIIappaiono necessarie per superare l'inerzia del Governo, che ha attribuito una collocazione marginale al settore agricolo, stigmatizza l'inadeguato finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, nonché la mancata concessione di sgravi fiscali per le aree montane e svantaggiate. Lamenta, quindi, l'assenza di politiche strategiche dell'Esecutivo che, attenendosi ad una linea demagogica e minimalista, ha mostrato disinteresse per le esigenze delle imprese operanti nel settore.

LUCIANO AGOSTINI (PD). Nel sottolineare che l'attuale Governo ha completamente ignorato i settori agricolo e ittico, duramente colpiti dalla crisi economica generale, ribadisce la disponibilità del proprio gruppo, già manifestata in più occasioni nella Commissione competente per materia, ad un confronto costruttivo al fine di raggiungere l'obiettivo di un riordino normativo, in particolare del settore ittico, per razionalizzare l'attività della pesca; invita pertanto l'Esecutivo a porre in essere con urgenza le misure anticrisi destinate ai predetti comparti, prevedendo anche agevolazioni per l'accesso al credito per interventi di ristrutturazione e riconversione delle imprese agricole.

MARCO CARRA (PD). Sottolineate le responsabilità politiche dell'Esecutivo, che non ha adottato alcun provvedimento per fronteggiare la crisi del settore agricolo, la cui gravità è stata riconosciuta anche dal Ministro Galan, giudica opportuno restituire a tale comparto centralità nell'agenda politica di Parlamento e Governo. Ritiene, quindi, che l'Esecutivo debba incentivare gli imprenditori agricoli ad investire in tecnologie per l'abbattimento dell'azoto ed a valorizzare le produzioni tipiche nazionali.

LUCA SANI (PD). Constatata preliminarmente l'assenza, anche nella manovra in via di definizione, di misure del Governo volte a rilanciare il settore agricolo, duramente colpito dalla crisi economica generale, reputa necessario che l'Esecutivo predisponga con sollecitudine interventi rivolti in particolare al comparto cerealicolo, gravemente penalizzato a causa del crollo dei prezzi, incentivando nel contempo l'etichettatura dei prodotti nazionali al fine di promuovere il made in Italy.

GIUSEPPINA SERVODIO (PD). Nel ritenere preliminarmente che la prossima manovra economica possa rappresentare l'occasione per introdurre una nuova governance dei settori agricolo e agroalimentare, richiama l'eccessiva frammentazione della disciplina che regola la produzione di energie alternative a partire dai sottoprodotti agricoli. Lamentata quindi la scarsa incisività del ruolo del Ministero competente, sottolinea la confusione normativa ed il grave ritardo della politica governativa in relazione al predetto settore, evidenziando la necessità di attribuire il giusto valore alla produzione energetica da fonti alternative. Auspica infine che l'Esecutivo presti la dovuta attenzione alla necessità di valorizzare le piccole realtà produttive, a suo avviso maggiormente in sintonia con le esigenze del territorio.

MASSIMO FIORIO (PD). Ricordato l'impegno profuso dal suo gruppo per denunciare, già lo scorso anno, la grave situazione in cui versa il settore agroalimentare, sottolinea la necessità che l'Esecutivo assuma tempestivamente adeguati provvedimenti per sostenere tale comparto; reputa quindi inopportuno procedere attraverso il reiterato conferimento di deleghe legislative, ritenendo invece indifferibile alleggerire il carico burocratico che grava sugli operatori agricoli. Manifesta infine la disponibilità della sua parte a collaborare fattivamente per l'ammodernamento del settore, segnatamente in tema di impianti fotovoltaici a terra.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Pag. VIII

Discussione del disegno di legge: Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali (A.C. 3118-A ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

DONATO BRUNO (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del disegno di legge in discussione, collegato alla manovra di finanza pubblica, con il quale si tende a dare piena attuazione alle disposizioni recate dal Titolo V della parte seconda della Costituzione, segnatamente attraverso la definizione delle funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane e l'introduzione di alcune norme di razionalizzazione degli enti locali, nel rispetto dei principi di solidarietà, sussidiarietà e coesione sociale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

DONATO BRUNO (PdL), Relatore. Ricordato altresì che il provvedimento in esame reca una delega al Governo per l'adozione di una Carta delle autonomie locali che raccolga e coordini le disposizioni in materia, dà conto delle modifiche apportate al testo nel corso dell'iter in sede referente, tra cui il recepimento della cosiddetta clausola di salvaguardia e la soppressione delle misure recanti la razionalizzazione e riduzione delle province, atteso anche il limitato risultato conseguibile, nonché l'abolizione dei difensori civici. Si riserva infine di sottoporre al Comitato dei nove eventuali emendamenti volti a recepire le osservazioni contenute nei pareri espressi dalle competenti Commissioni in sede consultiva.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

MARIO TASSONE (UdC). Richiamata l'esigenza di una più puntuale razionalizzazione dell'ordinamento delle autonomie locali, esprime perplessità sui contenuti del disegno di legge in discussione, che giudica deludente, lamentando il sostanziale mancato scioglimento di significativi nodi problematici, sorti anche in relazione al cosiddetto federalismo fiscale. Rammentate altresì le questioni inerenti la ripartizione di funzioni tra i diversi livelli territoriali, stigmatizza il mancato perseguimento di un progetto organico di semplificazione amministrativa, nel cui alveo avrebbe dovuto collocarsi anche la soppressione delle province e la ridefinizione delle funzioni demandate ai comuni, richiamando la proposta di legge predisposta in materia dal suo gruppo. Preannunzia quindi la presentazione di proposte emendative sul testo in esame.

LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede al rappresentante del Governo di fornire chiarimenti circa l'effettiva utilità del disegno di legge in discussione, alla luce del preannunziato intendimento dell'Esecutivo di presentare un provvedimento volto a modificare il Titolo V della Parte seconda della Costituzione, con particolare riferimento alla disciplina degli enti locali.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Sottolinea che il Governo ha predisposto il disegno di legge in discussione a Costituzione vigente.

SESA AMICI (PD). Nel condividere i rilievi formulati dal deputato Lanzillotta, esprime apprezzamento per l'ampio e positivo confronto registratosi nel corso dell'iter in sede referente sul disegno di legge in discussione, di cui tuttavia evidenzia la Pag. IXportata scarsamente riformatrice, emblematica dello scarso coraggio che caratterizza la maggioranza di centrodestra. Nel convenire altresì sull'esigenza di innovare l'ordinamento delle autonomie locali, lamenta il caotico approccio seguito dall'Esecutivo, che ha demandato tale importante riforma ad un insieme frammentario di provvedimenti. Ricordata quindi l'esigenza, in sede di approfondimento delle ipotesi di riduzione dei costi della politica, di salvaguardare l'operatività degli enti locali e le loro caratteristiche di rappresentanza democratica, lamenta un eccesso di delega al Governo circa l'adozione della Carta delle autonomie locali, che rischia di tradursi in una accentuazione del centralismo statalista.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Nel rilevare che il disegno di legge in discussione si pone l'ambizioso obiettivo di individuare le funzioni fondamentali degli enti locali, indispensabile per dare attuazione alla legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale, ritiene si debba dare atto al Governo del buon lavoro svolto, ricordando, peraltro, le numerose proposte dell'opposizione accolte in sede referente. Giudicata, quindi, necessaria ed urgente una riforma del Titolo V della Costituzione, che auspica il più possibile condivisa, evidenzia i limiti del localismo per l'economia italiana, osservando tuttavia che la valorizzazione dei governi regionali è richiesta anche dalla globalizzazione. Sottolineata, altresì, la necessità di un'organizzazione della Repubblica funzionale allo sviluppo del Paese, giudica condivisibile lo stralcio dal provvedimento delle disposizioni riguardanti le province, sulle quali bisogna incidere con modifica costituzionale, ritenendo che la rigida distribuzione delle materie attualmente prevista dall'articolo 117 della Costituzione andrebbe sostituita da una ripartizione più moderna e flessibile.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel reputare incoerente e propagandistico l'atteggiamento della maggioranza in relazione all'ipotesi, da più parti sostenuta, di ridurre il numero delle province, richiama i diversi livelli istituzionali che generano centri di spesa pubblica, incompatibili con l'attuale momento di crisi economica, sui quali tuttavia l'Esecutivo non ha inteso minimamente intervenire, ad ulteriore testimonianza della mancanza di una reale volontà di incidere sui costi della politica. Denunciata quindi con forza la scarsa incisività di talune disposizioni in materia di riduzione delle spese di comuni e prefetture, esprime in conclusione una valutazione negativa del disegno di legge in discussione.

RAFFAELE VOLPI (LNP). Nell'esprimere amarezza per la collocazione attribuita al disegno di legge in discussione nell'ambito della programmazione dei lavori dell'Assemblea, manifesta apprezzamento per la chiarezza presente nella definizione di piccoli comuni, sottolineando che il provvedimento in esame è improntato alla logica di responsabilità nelle scelte e nella spesa, che conferisce rinnovate credibilità ed autorevolezza all'ente locale ed ai suoi rappresentanti. Evidenziata, quindi, la rilevanza delle disposizioni riguardanti pianificazione del territorio, sviluppo e mobilità, giudica condivisibile la scelta di non incidere sui livelli di partecipazione democratica.

RENZO LUSETTI (UdC). Nel ritenere che la Carta delle autonomie locali debba costituire uno strumento volto a rilanciare su basi rinnovate l'unità nazionale, esprime un giudizio critico sui contenuti dell'articolo 13, paventando il rischio di una frammentazione istituzionale diffusa. Giudicato altresì errato l'approccio metodologico del Governo nel disciplinare le risorse degli enti locali prima di definirne le funzioni, reputa meramente demagogiche le scelte inizialmente prospettate dall'Esecutivo in tema di riorganizzazione delle province, lamentando la carenza di un'organica strategia politica in tema di semplificazione amministrativa; preannunzia, al riguardo, la presentazione di proposte emendative da parte del suo gruppo.

Pag. X

ROBERTO ZACCARIA (PD). Rilevato che il disegno di legge in discussione non appare connotato dalla necessaria organicità, anche alla luce dei precedenti interventi normativi in materia, richiama il parere espresso dal Comitato per la legislazione, lamentando l'eccessiva ampiezza e genericità della delega legislativa prevista dall'articolo 13, con la quale viene impropriamente attribuito al Governo il compito di disciplinare una materia di particolare delicatezza e complessità; auspica pertanto che si possano apportare al testo in esame gli opportuni correttivi.

PAOLO FONTANELLI (PD). Nel condividere le considerazioni del deputato Volpi circa l'inadeguatezza della collocazione dell'importante dibattito odierno, sottolinea la limitata incisività del provvedimento in esame, che appare deludente e distante dagli originari propositi enunciati dalla maggioranza. Reputa quindi non plausibili le argomentazioni addotte circa l'attuale difficile fase congiunturale, che anzi avrebbe dovuto indurre il Governo ad una più forte azione innovatrice nei confronti del ruolo delle autonomie locali, abbandonando così una posizione esclusivamente propagandistica e contribuendo a rafforzare un importante centro di rappresentanza democratica. Nel ritenere quindi fondamentale dare piena attuazione ai principi federalisti presenti nel Titolo V della Parte seconda della Costituzione, giudica approssimativo l'approccio del centrodestra al tema della riduzione dei costi della politica, richiamando in particolare l'ipotesi di abolire le province laddove è possibile procedere alla creazione delle città metropolitane. Lamenta infine l'indebolimento dell'autonomia statutaria dei comuni e la mancata razionalizzazione del sistema delle prefetture e degli uffici territoriali.

ORIANO GIOVANELLI (PD). Evidenzia l'assenza di organicità del disegno di legge in discussione, che appare ispirato all'errata convinzione secondo cui la riforma del Titolo V della Parte seconda della Costituzione avrebbe determinato un incremento dei costi legati al funzionamento degli enti locali, mentre il crescente incremento della spesa pubblica è imputabile allo Stato centrale; osservato inoltre che una compiuta valorizzazione delle autonomie locali richiederebbe anche una razionalizzazione degli uffici periferici dei Ministeri, lamenta l'indisponibilità della maggioranza e del Governo a procedere in tale direzione, che contraddice l'intento di varare riforme di stampo federalista.

ALESSANDRO NACCARATO (PD). Nel giudicare deludente il disegno di legge in discussione, che non dà piena attuazione ai principi sanciti dal Titolo V della Parte seconda della Costituzione, richiama le proposte emendative presentate dal suo gruppo, volte al miglioramento del testo stabilendo le funzioni fondamentali degli enti locali e stanziando le risorse necessarie. Nel ritenere, quindi, che le regioni debbano occuparsi di legislazione e programmazione strategica, rinunciando a funzioni di amministrazione diretta, giudica opportuna la soppressione di taluni articoli previsti nel testo originario, stigmatizzando gli ulteriori tagli operati con la manovra economica dall'Esecutivo nei confronti degli enti locali.

DAVID FAVIA (IdV). Nel manifestare un orientamento non favorevole al disegno di legge in discussione, preannunzia, a nome del suo gruppo, la presentazione di numerose proposte emendative, subordinando all'esito della loro valutazione ed eventuale approvazione il giudizio definitivo della propria parte politica. Giudica quindi il provvedimento in esame di scarso impatto innovativo e limitato nei contenuti, stigmatizzando le incertezze manifestate dal Governo in ordine alla preannunziata soppressione delle province, ritenuta viceversa irrinunciabile dalla propria parte politica. Considerate costituzionalmente illegittime le disposizioni di cui all'articolo 6 del disegno di legge in discussione, formula un giudizio critico sulle norme in tema di controlli e lamenta la carenza di adeguate disposizioni in materia di contabilità degli enti locali e servizi pubblici sul territorio.

Pag. XI

LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Nel rilevare che nel progetto originario di riforma del Titolo V della Parte seconda della Costituzione il federalismo fiscale era considerato solo uno strumento di attuazione dell'autonomia territoriale, osserva che il provvedimento in discussione non introduce la necessaria differenziazione di funzioni tra i diversi enti locali, causando un'ipertrofia burocratica. Sottolineata, quindi, la mancanza di un raccordo tra il disegno di legge e le misure che hanno introdotto il cosiddetto criterio dei costi standard, esprime il giudizio negativo della sua componente politica sul testo, preannunziando la presentazione di proposte emendative, delle quali auspica l'approvazione. Ritiene, infine, che la mancata attuazione coerente ed innovativa dell'articolo 118 della Costituzione comprometta la sostenibilità del federalismo fiscale.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Reputa il disegno di legge in discussione fortemente limitato rispetto alle finalità dichiaratamente perseguite, rilevando significative lacune sul piano costituzionale, segnatamente la mancata istituzione di un Senato delle autonomie e la carenza di una organica rilettura dei poteri delle regioni. Stigmatizzato l'atteggiamento di autosufficienza del Governo e della maggioranza, che impedisce l'avvio di un condiviso percorso riformatore, manifesta forti perplessità per la preannunziata e poi non più prevista abolizione delle province, sottolineando la necessità di una rigorosa e trasparente opera di semplificazione burocratica; preannunzia in tal senso la presentazione di emendamenti da parte del suo gruppo. Nel lamentare infine la frammentarietà con cui l'Esecutivo sta ponendo mano a tale delicata materia attraverso differenti provvedimenti anche contraddittori, manifesta riprovazione per il mancato mantenimento da parte del Governo degli impegni assunti con gli elettori durante la campagna elettorale.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore rinunzia alla replica.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Nell'associarsi alle considerazioni dei deputati Volpi e Fontanelli sui tempi e le modalità di svolgimento della discussione sulle linee generali, ricorda che il Governo ha dato effettivamente seguito all'intendimento di tagliare la spesa pubblica.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 15 giugno 2010, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 86).

La seduta termina alle 21,45.