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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 453 di lunedì 28 marzo 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 14.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 28 febbraio 2011.

I deputati in missione sono cinquantaquattro.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il disegno di legge n. 4215, di conversione del decreto-legge n. 5 del 2011, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011.
Il disegno di legge è stato assegnato alla I Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il disegno di legge n. 4219, di conversione del decreto-legge n. 26 del 2011, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali.
Il disegno di legge è stato assegnato alla VI Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunica che la deputata Giulia Cosenza, già iscritta al gruppo parlamentare Futuro e Libertà per l'Italia, ha aderito al gruppo parlamentare Popolo della Libertà.

Sull'ordine dei lavori.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE (PD). Nel denunziare la grave emergenza umanitaria e sociale che riguarda i territori di Lampedusa e di Mineo, in Sicilia, ritiene del tutto inadeguate le misure poste in essere in proposito dal Governo, che invita a fronteggiare più efficacemente la situazione, anche coinvolgendo nell'accoglienza dei migranti le aree territoriali più forti del Paese.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLI). Nell'associarsi alla richiesta di un impegno fattivo del Governo al fine di gestire in modo adeguato l'emergenza in atto nell'isola di Lampedusa, stigmatizza la perdurante mancata nomina del Ministro per le politiche europee, giudicando, a nome del suo gruppo, estremamente grave il sostanziale disinteresse mostrato dall'Esecutivo nei confronti delle politiche inerenti la partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

Pag. IV TESTO AGGIORNATO AL 29 MARZO 2011

Discussione congiunta del disegno di legge S. 2322: Legge comunitaria 2010 (approvato dal Senato) (A.C. 4059-A) e della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009 (Doc. LXXXVII, n. 3).

PRESIDENTE. Richiama preliminarmente le ragioni per le quali l'articolo 19 deve intendersi espunto dal testo del disegno di legge comunitaria licenziato a conclusione dell'iter in sede referente e oggetto di esame in Assemblea (vedi resoconto stenografico pag. 5).
Dichiara aperta la discussione congiunta sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIANLUCA PINI (LNP), Relatore sul disegno di legge n. 4059-A. Nell'illustrare i contenuti del disegno di legge n. 4059-A, dà preliminarmente conto del complesso iter parlamentare di esame della legge comunitaria, soffermandosi sulle numerose modifiche migliorative approvate dalla XIV Commissione in sede referente durante la seconda lettura del provvedimento. Precisa, in particolare, che il comma 2-bis dell'articolo 13, recando modifiche all'articolo 15 del testo unico sui servizi di media audiovisivi, ha avuto un forte sostegno parlamentare da parte del gruppo Lega Nord Padania. Sottolinea, quindi, il rilievo dell'articolo 18, che interviene sulla regolamentazione della responsabilità civile dei magistrati, e dell'articolo 37, in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità di prodotti alimentari, con particolare riferimento alla denominazione degli aromi. Richiama, infine, il contenuto della delega al Governo di cui all'articolo 24 per l'attuazione della direttiva 2009/43/CE in tema di trasferimenti intracomunitari di prodotti per la difesa.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI (PdL), Relatore sul Doc. LXXXVII, n. 3. Stigmatizzato preliminarmente il ritardo con il quale la Relazione in discussione giunge all'attenzione dell'Assemblea, che, a suo avviso, ne renda scarsamente utile l'esame nel merito, ritiene che tali disposizioni non risultino conformi alle norme contenute nel vigente articolo 15 della legge n. 11 del 2005, in base al quale il Governo deve presentare al Parlamento due distinte relazioni annuali, una di rendiconto e l'altra programmatica. Richiamato quindi il contenuto di un documento che appare sostanzialmente pletorico ed obsoleto, sottolinea la necessità di un raccordo permanente tra Esecutivo e Parlamento nel recepimento, nell'attuazione e negli orientamenti generali della normativa europea, avviando un'ulteriore riflessione sui criteri di redazione della predetta relazione. Nel reputare infine opportuno che la risoluzione che sarà presentata in Assemblea tenga conto degli aspetti di metodo relativi alla predisposizione dei futuri documenti in materia, auspica che su di essa si registri un'ampia convergenza parlamentare.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

MASSIMO POMPILI (PD). Nel ricordare che la recente e strutturale riforma della legge n. 11 del 2005 ha introdotto un rilevante e condiviso rafforzamento delle prerogative parlamentari in ordine alle fasi ascendente e discendente della partecipazione italiana all'Unione europea, lamenta che il relativo dibattito parlamentare si sia svolto in assenza della nomina del titolare del Dicastero per le politiche europee, in sostituzione del dimissionario Ministro Ronchi, nomina non intervenuta neppure in occasione dell'odierna discussione della legge comunitaria. Stigmatizzata quindi la surrettizia introduzione nel testo, durante l'iter parlamentare, di misure estranee al contenuto proprio del disegno di legge in discussione, con particolare riferimento alla delicatissima materia della responsabilità civile dei magistrati, preannunzia che il suo gruppo si riserva di valutare attentamente Pag. V i contenuti del provvedimento non potendosi sentire vincolato, apprezzate le predette circostanze, ad esprimere un voto comunque favorevole al fine di garantire l'attuazione delle direttive europee nell'ordinamento italiano.

GAETANO PORCINO (IdV). Manifestato rammarico per la mancata condivisione degli intenti sottesi al provvedimento in discussione evidenziatasi durante l'iter in Commissione, lamenta il forte ritardo con cui il Governo ha presentato alle Camere sia il disegno di legge comunitaria sia la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, sottolineando altresì come quest'ultima, redatta e fatta pervenire secondo la disciplina previgente, risulti sostanzialmente irrilevante per quanto concerne la parte programmatica relativa all'anno 2010. Nello stigmatizzare altresì la mancata nomina del Ministro per le politiche europee e la scarsa attenzione mostrata dall'Esecutivo alle rilevanti questioni attinenti al merito del provvedimento in discussione, giudica deplorevole il contegno della maggioranza e del Governo durante l'esame in sede referente, con particolare riferimento alle numerose proposte emendative presentate. Espressa infine netta contrarietà alle disposizioni concernenti il contratto di fiducia e la responsabilità civile dei magistrati, manifesta l'orientamento sostanzialmente contrario del suo gruppo al disegno di legge in discussione, riservandosi tuttavia un'approfondita valutazione delle singole proposte emendative che verranno esaminate dall'Assemblea.

ROBERTO RAO (UdC). Nel rilevare che il suo gruppo ha contribuito fattivamente e con spirito europeista al rafforzamento del ruolo del Parlamento nelle fasi di formazione ed attuazione del diritto comunitario, sottolinea l'assoluta estraneità alla materia oggetto del disegno di legge in discussione delle disposizioni relative alla responsabilità civile dei magistrati, che avrebbero più opportunamente dovuto essere inserite in altro provvedimento, previo adeguato confronto parlamentare. Evidenziata, quindi, la necessità che l'Italia assuma un ruolo sempre più attivo all'interno dell'Unione europea, invita il Governo e la maggioranza ad espungere dal testo l'articolo 18, che, tra l'altro, produrrebbe gravi danni al nostro sistema giudiziario.

SANDRO GOZI (PD). Giudicato incoerente l'atteggiamento del Governo e della maggioranza in materia di politiche europee, stigmatizza l'utilizzo improprio e strumentale da parte dell'Esecutivo dell'istituto della legge comunitaria, nel cui testo sono state irragionevolmente inserite disposizioni volte a novellare la disciplina del contratto di fiducia, nonché della responsabilità civile dei magistrati, anche a fronte dell'inerzia del Governo nel recepire importanti direttive come quella in materia di rimpatri. Lamentato altresì il ritardo con cui l'Esecutivo ha presentato il provvedimento e la Relazione in discussione, giudica deleterio il comportamento del Governo in ordine a rilevanti questioni all'esame delle istituzioni comunitarie, quali la riforma della governance economica e la gestione della crisi libica. Rivolto infine un ringraziamento alla Presidenza per aver accolto la richiesta di espungere dal testo le disposizioni in tema di danno erariale, invita parimenti il relatore a ritirare la norma volta ad ampliare la responsabilità civile dei magistrati, manifestando altrimenti l'orientamento contrario del suo gruppo al complesso del disegno di legge comunitaria.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Esprime sconcerto per l'introduzione nel disegno di legge in discussione delle disposizioni relative alla responsabilità civile dei magistrati, con le quali si determina una palese limitazione dell'indipendenza dei giudici, anticipando in maniera fraudolenta le finalità della scellerata riforma della giustizia annunziata dal Governo.

CINZIA CAPANO (PD). Sottolineata la necessità di modificare la norma introdotta con l'emendamento Pini in materia di responsabilità civile dei giudici, volta Pag. VIunicamente ad intimidire la magistratura e ad agevolare la prescrizione dei processi, ritiene il contenuto di tale disposizione estraneo alle finalità della normativa comunitaria, giudicando peraltro opportuno tutelare adeguatamente i cittadini.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione congiunta sulle linee generali e prende atto che il relatore sul Doc. LXXXVII, n. 3 rinunzia alla replica.

GIANLUCA PINI (LNP), Relatore sul disegno di legge n. 4059-A. Respinte fermamente le accuse rivolte alla maggioranza di avere introdotto, tramite un emendamento del relatore, modifiche alla disciplina della responsabilità civile dei magistrati violando le competenze della II Commissione, di cui, peraltro, è stato acquisito il parere durante l'esame in sede referente, osserva che la predetta norma ha perseguito unicamente la finalità di conformare l'ordinamento nazionale ad uno specifico obbligo comunitario.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Nel rendere precisazioni in merito alla portata normativa della disposizione inerente la responsabilità civile dei magistrati, dà conto del parere espresso al riguardo dalla II Commissione, fornendo altresì chiarimenti sui limiti interpretativi di tali disposizioni.

Testo sostituito con l'errata corrige del 29 MARZO 2011 PRESIDENTE. Avverte che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 6, del Regolamento, sono state presentate le risoluzioni Gozi n. 6-00072 e Fucci n. 6-00073, concernenti la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
PRESIDENTE. Avverte che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 6, del Regolamento, sono state presentate le risoluzioni Gozi n. 6-00074 e Fucci n. 6-00075, concernenti la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge S. 1880: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi (approvata dal Senato) (A.C. 3137-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

MAURIZIO PANIZ (PdL), Relatore. Illustra i contenuti della proposta di legge in discussione, sottolineando anzitutto l'ampia disponibilità sempre manifestata dalla maggioranza durante l'iter in Commissione ad un confronto ampio e costruttivo con le opposizioni, come rivela l'approvazione di numerose proposte emendative soppressive di disposizioni sulle quali erano stati manifestati profili critici, e segnatamente dell'emendamento del relatore soppressivo dell'articolo 9 e della relativa noma ivi recata. Respinte, quindi, fermamente le critiche rivolte al provvedimento in discussione di perseguire surrettiziamente la finalità di tutelare gli interessi del Presidente del Consiglio, sottolinea il rilievo dell'articolo 4 che, inserendo il nuovo capo XVI-bis nel codice di procedura penale, non limita i poteri della magistratura, ma, al contrario, denota la profonda fiducia del Parlamento nelle capacità dell'ordine giudiziario. Rivolge, infine, un sentito ringraziamento a quanti, auditi presso la Commissione di merito, hanno contribuito all'iter del provvedimento che, fissando limiti oggettivi alla durata del processo, attua fondamentali norme costituzionali ed internazionali.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, ritiene che alcune affermazioni rese dal relatore confermino implicitamente l'intendimento di favorire il Presidente del Consiglio nel corso dell'iter del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento.

MAURIZIO PANIZ (PdL), Relatore. Stigmatizza l'intervento del deputato Giachetti, che a suo avvisto ha dato una interpretazione assolutamente distorta del suo pensiero e delle sue parole.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

Pag. VII

DONATELLA FERRANTI (PD). Nel richiamare i dati storici che confermano il tentativo dell'attuale maggioranza di pervenire ad una sostanziale prescrizione dei reati che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio, esprime un giudizio fortemente critico sul provvedimento in discussione, che, a suo avviso, inciderà negativamente sull'impianto complessivo del sistema giudiziario italiano. Nel ricordare altresì come la Corte di giustizia europea esorti gli Stati nazionali a rendere ragionevoli i tempi processuali, senza ricorrere alla mera decorrenza dei termini, rileva la sostanziale impossibilità di definire in astratto la durata di un procedimento giudiziario, ritenendo peraltro inaccettabile ridurre i termini di prescrizione del reato in presenza di un imputato incensurato. Richiamato, infine, il preoccupante fenomeno della corruzione dilagante nel Paese, rispetto al quale il Governo non fornisce risposte concrete, precisa che gli interventi delineati nel testo in esame denotano l'assenza di un'effettiva volontà dell'Esecutivo e della maggioranza di rendere più efficiente il settore della giustizia.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel rilevare come la proposta di legge in discussione costituisca l'ennesimo grave strappo inferto dalla maggioranza al sistema della giustizia italiana, atteso che sono stati varati provvedimenti in materia giudiziaria con il solo scopo di tutelare il Presidente del Consiglio dai processi che lo riguardano e, al contempo, minare il principio di indipendenza della magistratura, ricorda come la formulazione originaria di talune disposizioni transitorie presenti nel testo varato dal Senato avrebbe provocato la mancata conclusione per estinzione anticipata di numerosissimi processi, causando una grave lesione dello Stato di diritto. Sottolineato quindi che le disposizioni, a suo avviso incostituzionali, che riducono i termini di prescrizione per i soggetti incensurati costituiscono un inaccettabile vantaggio per il Presidente del Consiglio, senza peraltro salvaguardare il principio della ragionevole durata dei processi, richiama la disponibilità del suo gruppo a collaborare per introdurre misure tese a rendere più efficiente la giustizia italiana, confermando tuttavia la più netta contrarietà alla cosiddetta prescrizione breve.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,30.

ANGELA NAPOLI (FLI). Rileva che il provvedimento in discussione, anche dopo le modifiche apportate in sede referente, non introduce misure efficaci e necessarie per conseguire il condivisibile obiettivo di assicurare la ragionevole durata dei processi, ponendo tra l'altro a rischio il principio di cui all'articolo 3 della Costituzione con riferimento all'eccessiva tutela attribuita agli incensurati rispetto ai recidivi. Nel ritenere, pertanto, devastante l'effetto che la proposta di legge produce non solo per i processi in corso ma anche per il futuro, giudica indispensabili interventi che consentano un miglior funzionamento della macchina giudiziaria, in particolare semplificando le procedure, modificando il sistema delle notifiche nonché l'organigramma degli uffici giudiziari e incrementando le risorse ad essi destinate. Sottolineate, inoltre, le deboli misure introdotte dal Governo in merito alla lotta alla criminalità organizzata, auspica l'accoglimento delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, volte a determinare un minore impatto negativo del provvedimento in discussione sul sistema giudiziario.

ROBERTO RAO (UdC). Nel ribadire che il suo gruppo condivide da sempre l'obiettivo di garantire ai cittadini una ragionevole durata dei processi, rendendo più efficiente la giustizia penale, evidenzia come il provvedimento in discussione abbia una portata ben più limitata, atteso che introduce la controproducente e di dubbia costituzionalità prescrizione breve per gli incensurati, con l'obiettivo ancora una volta di tutelare il Presidente del Pag. VIIIConsiglio rispetto alle vicende processuali in cui è coinvolto. Nel sottolineare inoltre che le forze politiche responsabili dovrebbero auspicare la fine della conflittualità tra magistratura e politica, rileva che le cosiddette leggi ad personam non contribuiscono a creare un clima di collaborazione utile per varare una riforma organica della giustizia; auspica pertanto che la maggioranza ritiri le norme in esame.

ENRICO COSTA (PdL). Rilevato che la proposta di legge in discussione nasce dalla presa d'atto della durata eccessiva e spropositata dei processi, da cui è conseguita la sostanziale sostituzione dell'effetto della sentenza con provvedimenti cautelari, avvisi di garanzia e notizie mediatiche, che pregiudicano di fatto il rispetto del principio di presunzione di innocenza, richiama i principali interventi riformatori posti in essere dal Governo e dalla maggioranza in materia di giustizia. Evidenziato, quindi, l'atteggiamento propagandistico e assolutamente prevenuto assunto dall'opposizione, nonostante le modifiche apportate al testo originario, auspica il recupero di un dialogo costruttivo tra le forze politiche, al fine di pervenire all'approvazione di un provvedimento il più possibile condiviso.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LNP). Nel ritenere la disposizione concernente talune ipotesi di abbreviazione dei tempi di prescrizione del reato finalizzata a consentire una durata dei processi maggiormente ragionevole, giudica non conferenti le ventilate censure di illegittimità costituzionale, reputando altresì meramente strumentali le argomentazioni sostenute dalle opposizioni secondo le quali si tratterebbe di un provvedimento ad personam. Sottolineato come la lentezza e l'inefficienza del sistema giudiziario, che arrecano un inaccettabile pregiudizio ai soggetti sottoposti al procedimento penale, siano da ascrivere non tanto alle tattiche dilatorie dei difensori quanto piuttosto all'operato ed all'organizzazione della magistratura, reputa condivisibile prevedere un regime di responsabilità civile più rigoroso per i magistrati. Auspica quindi che le opposizioni abbandonino le posizioni pregiudizialmente contrarie sinora sostenute per instaurare con la maggioranza ed il Governo un dialogo proficuo al fine di pervenire ad un ulteriore miglioramento del provvedimento in discussione.

MARILENA SAMPERI (PD). Pur ritenendo condivisibile la finalità sottesa alla proposta di legge in discussione, evidenzia come la stesura del testo, nonostante le modifiche introdotte nel corso dell'iter in sede referente, non garantisca il superamento delle problematiche connesse alla durata indeterminata dei processi, non assicurando, tra l'altro, un'effettiva tutela delle vittime del reato e ponendosi in palese contrasto con la normativa europea.

LORENZO RIA (UdC). Nel giudicare condivisibile l'obiettivo generale di consentire lo svolgimento dei procedimenti penali in tempi brevi e certi, reputa a tal fine inadeguato il provvedimento in discussione. Nel ritenere, in particolare, che le disposizioni concernenti la cosiddetta prescrizione breve possano tradursi in deplorevoli espedienti in grado di minare l'efficacia del sistema penale, con grave pregiudizio per le vittime dei reati, paventa il rischio che l'introduzione di un regime di favore per gli incensurati possa sortire effetti criminogeni, ponendosi altresì in contrasto con i principi di eguaglianza e di ragionevolezza. Auspica pertanto la soppressione delle disposizioni di cui all'articolo 4, che potrebbero essere legittimamente introdotte nell'ordinamento attraverso una legge di rango costituzionale. Sottolineato infine il carattere costruttivo dell'opposizione svolta dal suo gruppo, esprime rammarico per la scarsa disponibilità al confronto mostrata dalla maggioranza, che appare interessata unicamente ad individuare soluzioni normative Pag. IXfunzionali alle vicende giudiziarie concernenti il Presidente del Consiglio.

PASQUALE CIRIELLO (PD). Nel paventare le negative conseguenze che deri veranno per il Paese dall'approvazione della proposta di legge in discussione, falsamente sbandierata come riforma varata nell'interesse dei cittadini, ma che in realtà rappresenta l'ennesimo provvedimento finalizzato a risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio, evidenzia come in nome del pur condivisibile obiettivo di garantire la brevità dei processi non si debba mettere a rischio il loro stesso svolgimento. Richiamata quindi la palese lesione del principio costituzionale di uguaglianza che conseguirebbe al varo delle norme relative alla cosiddetta prescrizione breve, preannunzia che il suo gruppo si batterà affinché tale grave offesa alla dignità del Parlamento non venga realizzata.

MARIO CAVALLARO (PD). Rilevato che le iniziative legislative del Governo in tema di giustizia perseguono il solo scopo di risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio, evidenzia le contraddizioni insite nel provvedimento in discussione che, lungi dal tutelare i cittadini rispetto all'irragionevole durata dei processi, aumenta in realtà il costo degli stessi. Sottolinea altresì il mutamento di strategia della maggioranza, che tende ad incidere sui procedimenti giudiziari in cui è coinvolto il Premier intervenendo su strumenti processuali come la prescrizione; evidenzia infine i palesi profili di illegittimità costituzionale della proposta di legge in esame, che contrasta, in particolare, con il principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta fondamentale.

RITA BERNARDINI (PD). Nel rilevare come il testo originario della proposta di legge in discussione sia stato profondamente modificato nel corso dell'iter in sede referente, perdendo in tal modo il suo carattere riformatore, evidenzia la scarsa volontà della maggioranza di adottare provvedimenti strutturali in materia di giustizia, come dimostra anche il ritardo nella presentazione della tanto sbandierata riforma del sistema giudiziario. Evidenzia inoltre che le disposizioni concernenti la prescrizione breve per i soggetti incensurati costituisce l'ennesimo provvedimento ad personam volto a favorire il Presidente del Consiglio, rilevando infine l'inerzia del Governo e della maggioranza rispetto all'annoso problema del grave stato di illegalità e di sofferenza in cui versano le carceri italiane.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

MAURIZIO PANIZ (PdL), Relatore. Nel premettere che la prescrizione è elemento fondante del sistema processuale di uno Stato democratico, precisa che il provvedimento in discussione non produrrà alcun impatto negativo sui processi in corso, salvo quelli già destinati alla prescrizione. Sottolinea, infine, la legittimità costituzionale delle disposizioni in esso contenute, ricordando, peraltro, che la distinzione delle categorie dei soggetti sottoposti a procedimento penale è già prevista dall'articolo 161 del codice penale vigente.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Richiamate le numerose misure introdotte dal Governo nell'attuale legislatura per rendere più efficiente il sistema giudiziario, esprime la ferma convinzione che una riduzione dei tempi dei procedimenti penali sia nell'interesse del Paese, sottolineando di aver condiviso anche il testo originario del provvedimento varato dal Senato, atteso che i numerosi processi che sarebbero stati estinti non avrebbero avuto alcuna possibilità di giungere a conclusione. Illustrati quindi i principi ispiratori che dovrebbero caratterizzare una riforma della giustizia volta a garantire una ragionevole durata dei processi, ricordando che la cosiddetta prescrizione breve, della quale nega il carattere ad personam, non è discriminatoria nei confronti dei soggetti Pag. Xnon incensurati, ritiene che sia pieno diritto del Parlamento adottare norme di carattere organizzativo del sistema giudiziario.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Rao n. 1, Di Pietro n. 2 e Franceschini n. 3, nonché la questione sospensiva Franceschini n. 1.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 29 marzo 2011, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 66).

La seduta termina alle 19,40.