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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 6 settembre 2011

TESTO AGGIORNATO AL 12 SETTEMBRE 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 6 settembre 2011.

Albonetti, Berlusconi, Bonaiuti, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Della Vedova, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Mantovano, Maroni, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Misiti, Moffa, Narducci, Nucara, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Tabacci, Vitali, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 4 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
ZACCARIA e BINDI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle associazioni cosiddette "P3" e "P4"» (4593).

In data 9 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MERLONI e MISTRELLO DESTRO: «Modifiche agli articoli 23, 81, 117 e 119 della Costituzione, in tema di regole di responsabilità fiscale» (4594).

In data 11 agosto 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LANZILLOTTA: «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Riduzione del numero dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (4595);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LANZILLOTTA ed altri: «Modifiche agli articoli 81, 117 e 119 della Costituzione, in materia di equilibrio di bilancio e di responsabilità fiscale» (4596).

In data 24 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
FAVA: «Disposizioni fiscali in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili» (4598).

In data 25 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE GOZI: «Modifiche all'articolo 69 della Costituzione e altre disposizioni in materia di prevenzione e risoluzione dei conflitti di interessi dei parlamentari» (4599).

In data 26 agosto 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa del deputato:
CAMBURSANO: «Modifica all'articolo 10 della legge 8 maggio 1998, n. 146, in materia di applicazione degli studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in caso di maternità» (4600);
CAMBURSANO: «Modifiche all'articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernenti detrazioni fiscali in favore delle donne lavoratrici» (4601);
CAMBURSANO: «Modifiche all'articolo 1 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, in materia di cumulo tra indennità parlamentare e altri redditi» (4602);
CAMBURSANO: «Disposizioni in favore delle piccole e medie imprese creditrici della pubblica Amministrazione» (4603).

In data 30 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
CAMBURSANO: «Deleghe al Governo in materia di acquisizione di partecipazioni di controllo delle società quotate in mercati regolamentati» (4604).

In data 1o settembre 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
GARAVINI ed altri: «Delega al Governo per l'attuazione della decisione quadro 2006/783/GAI del Consiglio, del 6 ottobre 2006, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca» (4605).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa regionale.

In data 11 agosto 2011 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, la seguente proposta di legge:
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA: «Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi» (4597).

Sarà stampata e distribuita.

Adesione di un deputato a una proposta di legge.

La proposta di legge CARLUCCI: «Modifiche all'articolo 639 del codice penale e altre disposizioni in materia di deturpamento e imbrattamento di beni di interesse culturale» (4100) è stata successivamente sottoscritta dal deputato LISI.

Trasmissioni dal Senato.

In data 4 agosto 2011 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
S. 2739. - «Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010» (approvato dal Senato) (4589);
S. 2741. - «Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010» (approvato dal Senato) (4590);
S. 2742. - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005» (approvato dal Senato) (4591);
S. 2743. - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009» (approvato dal Senato) (4592).

Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VASSALLO ed altri: «Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 e introduzione dell'articolo 115-bis della Costituzione, in materia di province e di città metropolitane» (4506) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
Delega al Governo per l'istituzione e la disciplina della Conferenza permanente dei livelli di governo» (4567) Parere delle Commissioni V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

III Commissione (Affari esteri):
S. 2739. - «Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010» (approvato dal Senato) (4589) Parere delle Commissioni I, V e VI;
S. 2741. - «Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010» (approvato dal Senato) (4590) Parere delle Commissioni I, V e IX;
S. 2742. - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005» (approvato dal Senato) (4591) Parere delle Commissioni I, V e VII;
S. 2743. - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009» (approvato dal Senato) (4592) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, X e XIV.

V Commissione (Bilancio):
BORGHESI ed altri: «Disposizioni in materia di stabilizzazione finanziaria e riduzione del debito, nonché misure per la liberalizzazione, la tutela della concorrenza e lo sviluppo economico» (4557) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
CECCUZZI ed altri: «Disposizioni per la tutela del Palio di Siena» (4379) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
CENNI ed altri: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione delle strade bianche» (4444) Parere delle Commissioni I, V, VII, IX, X, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XIII Commissione (Agricoltura):
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni per la semplificazione della normativa in materia agricola e agroalimentare» (4496) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII.

Cancellazione dall'ordine del giorno di un disegno di legge di conversione.

In data 30 agosto 2011 il seguente disegno di legge è stato cancellato dall'ordine del giorno, essendo decorsi i termini di conversione del relativo decreto-legge, di cui all'articolo 77 della Costituzione: «Conversione in legge del decreto-legge 1o luglio 2011, n. 94, recante misure urgenti in tema di rifiuti solidi urbani prodotti nella regione Campania» (4480).

Annunzio di una domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici.

Con nota pervenuta il 9 agosto 2011, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ha trasmesso una domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici del deputato Alfonso PAPA, nell'ambito del procedimento penale n. 39306/2007 RGNR. La domanda è stata trasmessa alla competente Giunta per le autorizzazioni.

Copia della domanda sarà stampata e distribuita (doc. IV, n. 23).

Trasmissione dal Presidente del Senato.

Il Presidente del Senato, con lettera in data 1° agosto 2011, ha comunicato che sono state approvate, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
risoluzione della 11a Commissione (Lavoro) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1927/2006 che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (COM(2011)336 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 102), che è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione della 7a Commissione (Istruzione) sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio su taluni usi consentiti di opere orfane (COM(2011)289 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 103), che è trasmessa alla VII Commissione (Cultura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, la relazione della regione Puglia concernente l'attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa, riferita all'anno 2010 (doc. CCI, n. 34).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 1o agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente teatrale italiano (ETI), per gli esercizi 2009 e 2010 - (fino al 31 maggio 2010). Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 342).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti - sezione delle autonomie - con lettera in data 1o agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la delibera n. 5 del 2011, con la quale la sezione stessa ha approvato la relazione di controllo sui rendiconti della gestione finanziaria dell'agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali, per gli esercizi finanziari 2008, 2009 e 2010.

Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 1o agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione «Festival dei due Mondi» di Spoleto, per gli esercizi 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 341).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 3 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Stazione sperimentale del vetro per gli esercizi dal 2001 al 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 339).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 3 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, per l'esercizio 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 340).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti, con lettera in data 3 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 9, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione, approvata dalla Corte stessa a sezioni riunite il 2 agosto 2011, sulla tipologia delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relativamente alle leggi pubblicate nel quadrimestre gennaio-aprile 2011 (doc. XLVIII, n. 11).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali - con lettera in data 10 agosto 2011, ha trasmesso, si sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la delibera n. 8 del 2011, con la quale la sezione stessa ha approvato la relazione sui rapporti finanziari con l'Unione europea e sull'utilizzazione dei fondi comunitari al 31 dicembre 2009.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal ministro per i beni e le attività culturali.

Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 28 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta dall'Accademia nazionale dei Lincei nell'anno 2010, con allegati il bilancio di previsione e relative variazioni, la pianta organica ed il conto consuntivo relativo alla medesima annualità.

Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissioni dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12; comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, concernente «Istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e modifiche al codice della navigazione, in attuazione della direttiva 94/56/CE del Consiglio, del 21 novembre 1994», la relazione di inchiesta relativa all'incidente occorso all'aeromobile Agusta Westland A109S Grand marche I-REMS, il 22 agosto 2009, presso il Monte Cristallo, in provincia di Belluno.

Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 19, del decreto-legge 24 giugno 2003, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n. 200, la relazione sull'attività svolta dall'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) e sull'andamento delle attività sportive e di incremento ippico, relativa agli anni 2009 - 2010 (doc. CXC, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 3 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 5, della legge 7 agosto 1990, n. 241, la relazione sulla trasparenza dell'attività della pubblica amministrazione relativa all'anno 2010, predisposta dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi (doc. LXXVIII, n.4).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissioni dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera, in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta dalla Cassa delle ammende nell'anno 2010, corredata dal conto consuntivo e dalla pianta organica, riferiti alla medesima annualità.
Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Il ministro dalla giustizia, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta dall'Ente di assistenza per il personale dell'amministrazione penitenziaria nell'anno 2010, corredata dal bilancio preventivo, dal conto consuntivo e dalla pianta organica, riferiti alla medesima annualità.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Il ministro della giustizia, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19 della legge 30 giugno 2009, n. 85, la relazione - per la parte di sua competenza - sull'attività della banca dati nazionale del DNA, e del laboratorio centrale per la medesima banca dati, riferita all'anno 2010 (doc. CCXXXV, n. 2).

Tale documentazione - che sarà stampata - è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla Il Commissione (Giustizia).

Il ministro della giustizia e il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 1o settembre 2011, hanno trasmesso, ai sensi dell'articolo 39, comma 1, della legge 28 marzo 2001, n. 149, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge, concernente «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante disciplina dell'adozione e dell'affidamento di minori, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile», relativa al triennio 2007-2009 (doc. CCII, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal ministro per le politiche europee.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15-bis, comma 1, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, e successive modificazioni, l'elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l'Unione europea, aggiornato al 31 luglio 2011 (doc. LXXIII-bis, n. 9).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso a tutte le Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal ministro della salute.

Il ministro della salute, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16 della legge 22 maggio 1978, n. 194, recante «Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza», la relazione - per la parte di sua competenza - sullo stato di attuazione della citata legge n. 194 del 1978, contenente i dati preliminari dell'anno 2010 e i dati definitivi dell'anno 2009 (doc. XXXVII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 5 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, terzo comma, della legge 29 aprile 1976, n. 178, la relazione, riferita al periodo 2008-2010, sullo stato di attuazione degli interventi nelle zone della Sicilia colpite dal sisma del gennaio 1968 (Valle del Belice) (doc. CXLV, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissioni dal ministro dello sviluppo economico.

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 5 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero dello sviluppo economico, relativa all'anno 2010 (doc. CCVIII, n. 40).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio), alla IX Commissione (Trasporti) e alla X Commissione (Attività produttive).

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 8 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 29 gennaio 1986, n. 26, la relazione sull'utilizzo e sugli effetti delle provvidenze per il rilancio dell'economia delle province di Trieste e di Gorizia, relativa al triennio 2007-2009 (doc. LXV, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 8 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10 della legge 28 agosto 1997, n. 285, la relazione - riferita all'anno 2009 - sullo stato di attuazione della citata legge n. 285 del 1997, recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza (doc. CLXIII, n. 4).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 12 agosto 2011, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende devolvere un contributo all'Ufficio del rappresentante civile internazionale (ICO) per l'esecuzione delle attività di supporto e consulenza alle autorità locali del Kosovo,
Tale comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissioni dal Comitato interministeriale per la programmazione economica

La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, nelle date di seguito indicate, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni sottoindicate:
in data 5 agosto 2011:
n. 66/2010 del 22 luglio 2010, concernente «Schemi di contratto di programma e di contratto di servizio per il 2007-2009 da stipulare tra il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze e il ministro della difesa, e l'ENAV Spa» - alla IX Commissione (Trasporti);
n. 88/2010 del 18 novembre 2010, concernente «Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443 del 2001). Approvazione progetto definitivo Roma (Tor De' Cenci) - Latina nord e Cisterna - Valmontone oltre progetti definitivi e preliminari di opere connesse» - alla VIII Commissione (Ambiente);
n. 101/2010 del 18 novembre 2010, concernente «Riprogrammazione e integrazione della delibera CIPE n. 38/2008 riparto» Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (legge n. 311 del 2004, articolo 1, comma 354) - alla X Commissione (Attività produttive);
n. 2/2011 del 23 marzo 2011, concernente «Programma nazionale ricerca 2011-2013» - alla VII Commissione (Cultura);
in data 9 agosto 2011:
n. 30/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Aggiornamento contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e il Consorzio Genesis Soc. Cons. a.r.l. e proroga del termine di ultimazione degli investimenti» - alla X Commissione (Attività produttive);
in data 11 agosto 2011:
n. 7/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443 del 2001). Autostrada Livorno - Civitavecchia. Tratta Cecina (Rosignano Marittimo) - Civitavecchia. Lotto 6A Tarquinia - Civitavecchia. Approvazione progetto definitivo» - alla VIII Commissione (Ambiente);
n. 27/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Contratto di programma FIAT Powertrain Technologies Spa» - alla X Commissione (Attività produttive);
n. 29/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Contratto di programma SEVEL Spa» - alla X Commissione (Attività produttive);
n. 31/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Aggiornamento contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e il Consorzio Made in Italy Scarl» - alla X Commissione (Attività produttive);
n. 33/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Aggiornamento contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e il Consorzio per la reindustrializzazione dell'area di Assemini-Cagliari (CREA)» - alla X Commissione (Attività produttive);
in data 31 agosto 2011:
n. 39/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2010-2012 del Ministero per i beni e le attività culturali. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla VII Commissione (Cultura);
n. 40/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2011-2013 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla IX Commissione (Trasporti);
n. 41/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2011-2013 dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla VII Commissione (Cultura);
n. 42/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2011-2013 dell'Università degli studi di Genova. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla VII Commissione (Cultura);
n. 43/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2011-2013 dell'Università degli studi della Tuscia. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla VII Commissione (Cultura);
n. 44/2011 del 5 maggio 2011, concernente «Art. 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Programma triennale 2011-2013 dell'Autorità portuale di La Spezia. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» - alla IX Commissione (Trasporti);
in data 5 settembre 2011:
n. 87/2010 del 18 novembre 2010, concernente «Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443 del 2001). Progetto per la salvaguardia della laguna e della città di Venezia: sistema MOSE. Ulteriore finanziamento (7atranche)» - alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, nelle date di seguito indicate, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
in data 3 agosto 2011:
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in applicazione del punto 28 dell'Accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2011/003 DE/Arnsberg e Düsseldorf - industria automobilistica, presentata dalla Germania) (COM(2011)447 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
in data 5 agosto 2011:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla situazione e la gestione del Fondo di garanzia nel corso dell'esercizio 2009 (COM(2011)476 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
in data 9 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo (COM(2011)479 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle operazioni di assunzione ed erogazione di prestiti dell'Unione europea nel 2010 (COM(2011)485 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
in data 11 agosto 2011:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, riguardante la posizione del Consiglio sull'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) (COM(2011)478 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, riguardante la posizione del Consiglio in merito all'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato e all'uso dei biocidi (COM(2011)498 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
in data 12 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un piano pluriennale per lo stock di salmone del mar Baltico e le attività di pesca che sfruttano questo stock (COM(2011)470 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)986 definitivo), che sono assegnati in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Relazione della Commissione sull'applicazione, nel corso del 2010, del regolamento (CE) n. 1049/2001 relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (COM(2011)492 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'andamento della spesa del FEAGA - Sistema d'allarme n. 5-7/2011 (COM(2011)508 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
in data 16 agosto 2011:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Relazione annuale 2010 sullo strumento per la stabilità (COM(2011)494 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
in data 17 agosto 2011:
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione a norma del punto 28 dell'Accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2010/026 PT/Rohde, Portogallo) (COM(2011)491 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'operato del Consiglio europeo della ricerca e sulla realizzazione degli obiettivi stabiliti nel programma specifico «Idee» nel 2010 (COM(2011)497 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VII Commissione (Cultura);
in data 22 agosto 2011:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle attività del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione nel 2010 (COM(2011)466 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
in data 30 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 810/2009, del 13 luglio 2009, che istituisce un codice comunitario dei visti (codice dei visti) (COM(2011)516 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 64/432/CEE del Consiglio per quanto concerne le basi di dati informatizzate che fanno parte delle reti di sorveglianza degli Stati membri (COM(2011)524 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1760/2000 per quanto riguarda l'identificazione elettronica dei bovini e che sopprime le disposizioni relative all'etichettatura facoltativa delle carni bovine (COM(2011)525 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione dell'impatto (SEC(2011) 1009 definitivo), che sono assegnati in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Comunicazione della Commissione - Sviluppare uno spazio aereo comune con la Repubblica dell'Azerbaigian (COM(2011)527 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
in data 31 agosto 2011:
Libro verde sulla distribuzione online di opere audiovisive nell'Unione europea - Verso un mercato unico del digitale: opportunità e sfide (COM(2011)427 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VII (Cultura) e IX (Trasporti);
Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce un regime comunitario per la registrazione dei vettori di materiali radioattivi (COM(2011)518 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente - Valutazione definitiva (COM(2011)531 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
in data 1o settembre 2011:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla situazione al 31 dicembre 2010 delle garanzie che impegnano il bilancio generale (COM(2011)528 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
in data 2 settembre 2011:
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione di impatto che accompagna il documento «Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce un regime comunitario per la registrazione dei vettori di materiali radioattivi» (SEC(2011) 1005 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

In data 1o settembre 2011, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla politica comune della pesca (COM(2011)425 definitivo), relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura (COM(2011)416 definitivo), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, in data 19 luglio 2011, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è stata altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 5 agosto 2011.

La Commissione europea, nelle date di seguito indicate, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che, in data 1o settembre 2011, sono stati assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), nonché alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà:
in data 9 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto riguarda gli aiuti rimborsabili e l'ingegneria finanziaria (COM(2011)483 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 10 agosto 2011;
in data 11 agosto 2011:
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dei cittadini (2013) (COM(2011)489 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 24 agosto 2011;
in data 12 agosto 2011:
Proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recanti modifica del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio per quanto attiene a talune disposizioni relative alla gestione finanziaria per alcuni Stati membri in gravi difficoltà o minacciati di trovarsi in gravi difficoltà in merito alla loro stabilità finanziaria (COM(2011)481 definitivo) nonché modifica del regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio relativo al Fondo europeo per la pesca riguardo ad alcune disposizioni relative alla gestione finanziaria per alcuni Stati membri che si trovano o che rischiano di trovarsi in gravi difficoltà in materia di stabilità finanziaria (COM(2011)484 definitivo), che sono assegnate in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre, per ciascuno dei predetti documenti, dal 16 agosto 2011;
in data 16 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto attiene a talune disposizioni relative alla gestione finanziaria per alcuni Stati membri in gravi difficoltà, o minacciati di trovarsi in gravi difficoltà, in merito alla loro stabilità finanziaria (COM(2011)482 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 17 agosto 2011;
in data 29 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno («regolamento IMI») (COM(2011)522 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 30 agosto 2011;
in data 31 agosto 2011:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l'etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati (COM(2011)530 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura); il termine di otto settimane per la verifica, da parte della XIV Commissione, della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 1o settembre 2011.

Annunzio di una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 29 luglio 2009, ha dato comunicazione, ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, della seguente sentenza pronunciata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, passata in giudicato nel mese di gennaio 2011, che è inviata alla II Commissione (Giustizia) nonché alla III Commissione (Affari esteri);
sentenza 18 gennaio 2011: Salvatore ed altri nn. 27036/03, 34885/03, 37903/03 e 37905/03 in materia di ragionevole durata del processo. Constatata la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU), relativo al diritto ad un equo processo sotto il profilo della ragionevole durata. (doc. CLXXIV, n. 276).

Annunzio della trasmissione di atti alla Corte costituzionale.

Nel mese di agosto 2011 sono pervenute ordinanze emesse da autorità giurisdizionali per la trasmissione alla Corte costituzionale di atti relativi a giudizi di legittimità costituzionale.

Questi documenti sono trasmessi alla Commissione competente.

Annunzio di atti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 2 e 4 agosto 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Nemi (Roma), Minturno (Latina), Saviano (Napoli), Lardirago (Pavia), Cavagnolo (Torino), Nocera Inferiore (Salerno) e Badia Polesine (Rovigo).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Cinecittà Luce Spa, con lettera in data 23 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la comunicazione concernente l'elenco degli incarichi conferiti alla medesima data, con l'indicazione del nominativo dei destinatari e dell'importo dei relativi compensi.

Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal consiglio regionale della Lombardia.

Il presidente della regione Lombardia, con lettera in data 15 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19-bis, comma 5, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e successive modificazioni, la relazione sullo stato di attuazione delle deroghe in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio, previste dall'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE, riferita alla stagione venatoria 2010.

Questa documentazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal consiglio regionale del Piemonte.

Il presidente della regione Piemonte, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, la relazione concernente l'attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa, riferita all'anno 2010 (doc. CCI, n. 35).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 26 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione relativa al decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo (Atto Senato n. 2887).
Questa documentazione e stata trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla II Commissione (Giustizia), alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

Il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con lettera in data 26 agosto 2011, ha trasmesso una segnalazione in merito ad alcuni effetti dell'articolo 7 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo (Atto Senato n. 2887), nei settori dell'energia.

La suddetta documentazione è stata trasmessa alla V Commissione (Bilancio), alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal difensore civico della regione Toscana.

Il difensore civico della regione Toscana, con lettera in data 28 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativo all'anno 2010 (doc. CXXVIII, n.34).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione dal difensore civico della regione Abruzzo.

Il difensore civico della regione Abruzzo, con lettera in data 29 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativa all'anno 2010 (doc. CXXVIII, n. 33).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alle I Commissione (Affari costituzionali).

Comunicazione di nomine ministeriali.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettere in data 5 e 11 agosto 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14:
della conferma dell'ingegner Domenico Totaro a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Appennino Lucano Val D'Agri - Lagonegrese;
della conferma del dottor Massimo Avancini a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia.

Tali comunicazioni sono trasmesse alla VIII Commissione (Ambiente).

Richieste di parere parlamentare su proposte di nomina.

Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 22 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 18 novembre 1997, n. 426, le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina del dottor Paolo Tenna (121) e del dottor Alberto Contri (122) a componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia.

Tali richieste sono assegnate, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura).

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1o settembre 2011, ha inviato, ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina di Alessandro Natalini (123) e Romilda Rizzo (124) a componenti della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche.

Tali richieste sono assegnate, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali).

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1o settembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Domenico Sudano a presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (125).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura).

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 31 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Piergiorgio Massidda a presidente dell'Autorità portuale di Cagliari (126).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 4 giugno 2010, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disciplina dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture nei settori della difesa e della sicurezza, in attuazione della direttiva 2009/81/CE(389).
Tale richiesta, in data 19 agosto 2011, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IV Commissione (Difesa) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 28 settembre 2011. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro l'8 settembre 2011.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 19 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sul nuovo testo dello schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2010, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (390).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 22 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dall'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2011, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (391).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 25 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 della legge 18 dicembre 1997, n. 440, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di direttiva, per l'anno 2011, recante gli interventi prioritari, i criteri generali per la ripartizione delle somme, le indicazioni sul monitoraggio, il supporto e la valutazione degli interventi previsti dalla legge n. 440 del 1997, concernente l'istituzione del fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi (392).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 27 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 29, comma 9, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale recante criteri per l'utilizzo delle risorse destinate al piano straordinario per la chiamata di professori universitari di seconda fascia (393).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 29 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 2501 dello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2011, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi operanti nel campo dell'internazionalizzazione (394).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, commi 1, lettera b), 4, lettera a), e 7, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante introduzione della contabilità economico-patrimoniale, della contabilità analitica e del bilancio unico nelle università (395).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 5 novembre 2011.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, commi 1, lettera a), e 7, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante valorizzazione dell'efficienza delle università e conseguente introduzione di meccanismi premiali nella distribuzione di risorse pubbliche sulla base di criteri definiti ex ante anche mediante la previsione di un sistema di accreditamento periodico delle università e la valorizzazione della figura dei ricercatori a tempo indeterminato non confermati al primo anno di attività (396).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 5 novembre 2011.

Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con lettera in data 3 agosto 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, e dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno 2011, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (397).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 settembre 2011.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE DELLA XIV COMMISSIONE SULLA RELAZIONE PROGRAMMATICA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA PER L'ANNO 2011, SUL PROGRAMMA DI LAVORO DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER IL 2011 E SUL PROGRAMMA DI 18 MESI DEL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA PRESENTATO DALLE PRESIDENZE POLACCA, DANESE E CIPRIOTA (DOC. LXXXVII-BIS, N. 1-A)

Doc. LXXXVII-bis, n. 1-A - Risoluzioni

La Camera,
premesso che:
l'esame della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2011, del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2011 e del Programma del trio di Presidenze polacca, danese e cipriota è stato svolto per la prima volta in modo congiunto, secondo la procedura definita dalla Giunta per il regolamento nel parere del 14 luglio 2010, nell'ambito di una vera e propria sessione interamente dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per il 2011;
la nuova sessione «programmatica» mira a sviluppare un ampio dibattito, esteso anche alle parti sociali, alle categorie produttive e a tutti gli altri soggetti interessati, sullo stato e le prospettive del processo di integrazione e sul ruolo che nel suo ambito l'Italia può svolgere. È pertanto essenziale che la sessione programmatica si collochi all'inizio di ogni anno, in modo da assicurare che l'intervento delle Camere sia precoce ed efficace, precedendo l'attuazione delle azioni preannunciate nel programma di lavoro della Commissione europea;
la Relazione programmatica del Governo per il 2011 è stata trasmessa alla Camera dei deputati il 19 maggio 2011, quasi cinque mesi dopo la scadenza del termine previsto dall'articolo 15 della legge n. 11 del 2005. Questo ritardo, in parte giustificato dal lavoro di preparazione richiesto dalla prima applicazione della nuova disciplina, ha determinato l'avvio della nuova sessione europea per il 2011 a metà del 2011, riducendo l'utilità dell'esame del programma di lavoro della Commissione per il 2011, in buona misura già attuato;
la Relazione indica soltanto per alcuni settori gli orientamenti del Governo in merito alle specifiche iniziative avviate o preannunciate dalle Istituzioni europee e dà conto solo in modo occasionale degli indirizzi già definiti in relazione a numerose questioni o progetti legislativi dalle Camere;
la crisi economica e gli altri grandi problemi globali, quali la prevenzione e la risoluzione dei conflitti regionali, i flussi migratori, il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata impongono all'Unione europea di procedere verso una sempre più stretta integrazione politica ed economica, da un lato, e la riemersione di nazionalismi, dall'altro;
le risposte sinora offerte dall'Unione europea alle questioni sopra richiamate appaiono complessivamente inadeguate sotto il profilo sia della tempestività sia dell'efficacia, denunciando la debolezza delle Istituzioni comuni e l'opposizione di molti Stati membri verso forme più avanzate di integrazione;
molte delle innovazioni istituzionali previste dal Trattato di Lisbona - intese a dotare le Istituzioni europee di competenze e strumenti di azione più avanzati - sono state utilizzate secondo un approccio minimalista, impedendo un reale salto di qualità nel ruolo e nelle politiche dell'Unione europea;
la pretesa di alcuni Stati membri di dettare, in via unilaterale o mediante intese o assi bilaterali, orientamenti e decisioni di maggiore rilievo per lo sviluppo del processo di integrazione, oltre a risultare contraria ai principi e alla logica dei Trattati, alterando gli equilibri nei rapporti tra le Istituzioni, tra l'Unione europea e gli Stati membri e tra gli stessi Stati membri, risulta inadeguata, in quanto volta alla mera affermazione di interessi di politica interna;
occorre che l'Italia formuli proposte concrete ed ambiziose su questioni di particolare importanza, come la creazione di un governo dell'economia e la riforma del bilancio, anche in vista dell'adozione di modifiche dei Trattati volte a rafforzare, mediante gli adattamenti istituzionali appropriati, lo spirito comunitario;
gli attacchi speculativi contro alcuni Paesi della zona euro e il mancato rilancio di crescita e occupazione hanno posto in rilievo le lacune e gli squilibri del nuovo modello di governance economica europea - più volte denunciate dalla Camera dei deputati e da altri Parlamenti nazionali - imponendo la stipulazione del «Patto euro plus» e correzioni dei meccanismi di stabilizzazione per l'area euro. Per assicurare la stabilità e, soprattutto, la crescita dell'area euro, occorre che le Istituzioni promuovano una reale iniziativa europea per la crescita e l'occupazione, dotata di un preciso piano di interventi coordinati e finanziati direttamente dall'Unione europea;
un primo passo in questa prospettiva sarebbe assicurato dando seguito alle varie proposte avanzate in materia di emanazione di titoli di debito dell'Unione europea, che consentano di alleviare la situazione debitoria dei Paesi membri e di finanziare progetti infrastrutturali e di interesse europeo. Occorre, pertanto, che la Commissione europea, che ha preannunciato l'avvio di un apposito studio sulla questione, presenti in tempi rapidi e, in ogni caso entro il Consiglio europeo di dicembre 2011, proposte operative volte a dare concretamente seguito all'iniziativa;
nel medio e lungo periodo è necessario procedere alla creazione di un vero «governo economico» dell'eurozona, attribuendo, mediante appropriate modifiche ai Trattati, al Consiglio e all'Eurogruppo, su proposta della Commissione ed in codecisione con il Parlamento europeo, poteri vincolanti in merito alle grandi scelte di politica economica e dell'occupazione. Andrà in questo contesto valutata l'ipotesi di creare figure istituzionali innovative;
occorre che l'Italia proceda ad una rapida approvazione delle opportune modifiche all'articolo 81 della Costituzione volte a codificare, in coerenza con la direttiva sui quadri nazionali di bilancio, in corso di approvazione, e del «Patto euro plus», i vincoli di finanza pubblica derivanti dal Patto di stabilità e crescita;
per assicurare che il risanamento delle finanze pubbliche proceda in modo equo ed efficace occorre un maggiore coordinamento delle politiche fiscali nazionali, al fine di prevenire o correggere fenomeni di concorrenza dannosa, soprattutto in materia di imposizione sulle imprese e sulle rendite finanziarie, che potrebbero avere effetti negativi sulla competitività complessiva dell'economia europea;
l'Unione europea rischia di essere relegata ad un ruolo marginale nelle vicende internazionali, soprattutto anche nelle zone di vitale interesse come il Mediterraneo, non essendo capace di offrire una risposta comune neanche agli eventi che hanno investito aree vicine al nostro continente, quali i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e del Medio Oriente. Tali vicende confermano l'assenza di visione strategica in seno alle Istituzioni dell'Unione europea, la scarsa solidarietà tra gli Stati membri, anche a fronte dei massicci flussi migratori che ne sono conseguiti, e, soprattutto, l'inadeguatezza dell'Alto rappresentante per la politica estera ad adempiere i compiti che gli sarebbero attribuiti in vista della costruzione graduale di una reale politica estera europea;
carattere prioritario riveste, alla luce del fallimento dell'Unione per il Mediterraneo, il rilancio del partenariato euromediterraneo. In questa prospettiva, andrebbe valutata con attenzione la progressiva creazione di una nuova comunità fra Unione europea e Mediterraneo meridionale, dotata di istituzioni comuni ed impegnata per la pace, i diritti fondamentali e lo sviluppo sostenibile ed aperta ad estendersi verso il Mar Caspio e il Mar Nero;
il Consiglio europeo e il Parlamento europeo dovrebbero proporre ai Paesi del Mediterraneo meridionale questa Comunità basata su istituzioni che si ispirino a quelle della Ceca, essendo condizione indispensabile che a queste istituzioni partecipino come partner su un piede di eguaglianza l'Unione europea da una parte ed un'organizzazione integrata regionale dei Paesi del Mediterraneo meridionale dall'altra;
le proposte della Commissione europea per il quadro finanziario 2014-2020, presentate il 29 giugno 2011, recano risorse ed obiettivi modestissimi per il sostegno alla crescita e all'occupazione, affidandosi sostanzialmente al ricorso a strumenti finanziari innovativi per promuovere ulteriori investimenti pubblici e privati;
occorre, invece, che l'Unione europea si doti di risorse adeguate per far fronte alle proprie competenze interne ed esterne, accresciute sia per qualità sia per quantità dal Trattato di Lisbona, e per rispondere alle aspettative dei cittadini nel processo di integrazione europea;
desta preoccupazione la difficoltà di definire, nell'ambito dei processi decisionali dell'Unione europea, una posizione unitaria o quanto meno non contraddittoria tra gli attori istituzionali e non istituzionali italiani, soprattutto con riferimento alle questioni di maggiore interesse nazionale;
va stigmatizzato, in particolare, il disallineamento, emerso in modo esemplare in occasione della cooperazione rafforzata sul brevetto unico europeo, tre le posizioni assunte dal Governo e dal Parlamento a tutela degli interessi del Paese e del sistema produttivo nel suo complesso e quelle di segno opposto espresse da alcune associazioni rappresentative delle categorie produttive per perseguire meri interessi settoriali;
appare necessaria pertanto una tempestiva approvazione della riforma della legge n.11 del 2005, che prospetta un rafforzamento degli strumenti di coordinamento tra tutti gli attori interessati nella fase di formazione della posizione nazionale,

impegna il Governo:

con riguardo alla governance economica, alla crescita e all'occupazione:
a) a promuovere, accanto alle misure in corso di definitiva approvazione in materia di sostenibilità delle finanze pubbliche, sorveglianza macroeconomica e quadri nazionali di bilancio, un'iniziativa europea per la crescita e l'occupazione, dotata di un preciso programma di interventi coordinati e finanziati direttamente dall'Unione europea;
b) ad adoperarsi affinché sia dato seguito, anche attraverso opportune modifiche dei Trattati, alle proposte avanzate in materia di emanazione di titoli di debito dell'Unione europea che consentano di alleviare la situazione debitoria dei Paesi membri e di finanziare progetti infrastrutturali e di interesse europeo;
c) ad avviare una riflessione volta alla creazione a medio e lungo termine di un vero «governo economico» dell'eurozona, attribuendo, mediante appropriate modifiche ai Trattati, al Consiglio e all'Eurogruppo, su proposta della Commissione ed in codecisione con il Parlamento europeo, poteri vincolanti in merito alle grandi scelte di politica economica e dell'occupazione, nonché valutando la creazione a tale scopo di nuove figure istituzionali;
d) ad assicurare, in coerenza con le previsioni della legge n. 196 del 2009, e successive modificazioni, il coinvolgimento delle Camere, delle regioni e delle autonomie locali nella predisposizione del programma nazionale di riforma e del programma di stabilità nell'ambito del semestre europeo;
con riferimento al quadro finanziario pluriennale 2014-2020:
a) ad adoperarsi, in attesa delle definizione di puntuali indirizzi da parte delle Camere, affinché, nell'ambito del negoziato avviato con la presentazione da parte della Commissione europea delle proposte relative al quadro finanziario e alle risorse proprie dell'Unione europea 2014-2020, presentate il 29 giugno 2011, siano tenuti in adeguata considerazione i seguenti principi:
1) miglioramento del saldo netto dell'Italia, riducendo il rilevante divario attualmente esistente tra i finanziamenti versati dal nostro Paese e i fondi da esso ricevuti, anche attraverso l'eliminazione delle correzioni di bilancio riconosciute nell'attuale quadro finanziario ad alcuni Stati membri;
2) garanzia di un volume del bilancio che consenta di perseguire efficacemente gli obiettivi fissati a livello europeo, con particolare riferimento a quelli definiti nell'ambito della strategia Europa 2020, nel rispetto delle compatibilità finanziarie imposte dall'attuale situazione di crisi, che impone agli Stati il rispetto di stringenti vincoli di bilancio;
3) rafforzamento del coordinamento e dell'armonizzazione dei bilanci nazionali e del bilancio dell'Unione europea, al fine di assicurare una più corretta valutazione e un migliore utilizzo delle risorse disponibili e di garantire il maggiore coordinamento tra le politiche dell'Unione europea e le misure adottate a livello nazionale e regionale;
4) mantenimento di un livello adeguato di risorse per la politica di coesione, concentrandone gli interventi su un numero limitato di obiettivi ad alto valore aggiunto, migliorando e semplificando le procedure di programmazione, gestione e controllo e assicurando che gli stanziamenti destinati alle regioni italiane nell'ambito della politica di coesione non siano inferiori a quelli previsti nell'attuale quadro finanziario. A tale scopo, appare necessario che il Governo ribadisca la propria ferma contrarietà all'introduzione dell'obiettivo «regioni in transizione» e sostenga il mantenimento delle regole vigenti di eleggibilità dei territori e di allocazione delle risorse, che assicurano la concentrazione delle risorse sulle regioni più arretrate;
5) conferma delle riserve espresse dal Governo in ordine all'introduzione di una riserva di premialità a livello europeo che potrebbe mettere a carico della politica di coesione traguardi non sostenibili;
b) a valutare con attenzione le proposte della Commissione europea volte ad introdurre, quale nuova risorsa propria dell'Unione europea, una tassa sulle transazioni finanziarie, assicurando che analoghe iniziative siano assunte anche a livello internazionale, anche al fine di scongiurare il rischio di determinare lo spostamento delle attività finanziarie verso altre nazioni;
c) ad informare tempestivamente le Camere dei principali sviluppi del negoziato e a trasmettere dati e simulazioni adeguate sull'impatto sul saldo netto dell'Italia delle diverse opzioni relative al prossimo quadro finanziario e al sistema di risorse proprie;
con riguardo alla politica di coesione:
a) ad individuare le risorse necessarie per compensare l'esclusione dei cofinanziamenti nazionali, relativi ai programmi dei fondi strutturali europei, dal computo del saldo finanziario in sede di applicazione delle regole del patto di stabilità interno per le regioni e gli enti locali per il triennio 2011-2013, anche per consentire la realizzazione di spese in favore degli investimenti;
b) a sostenere in sede europea la semplificazione delle procedure relative all'utilizzo e alla rendicontazione dei fondi strutturali, la cui complessità costituisce un freno al loro tempestivo impiego;
c) a sostenere, in considerazione della difficile congiuntura economica, le proposte concernenti l'innalzamento della quota di cofinanziamento europeo previsto per tutti gli obiettivi dei fondi strutturali;
con riguardo al mercato interno e alla politica per le imprese:
a) a sostenere l'introduzione di un approccio diversificato fra micro, piccole e medie imprese, soprattutto ai fini della semplificazione degli oneri amministrativi e contabili;
b) ad adoperarsi per un'effettiva e sistematica applicazione del «test PMI» nelle valutazioni di impatto, prevedendo per ogni proposta della Commissione europea la valutazione d'impatto degli oneri che gravano sulle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, prevedendo la riduzione corrispondente di altri oneri, l'applicazione del principio di proporzionalità e di specificità e tempi di adeguamento posticipati nel tempo;
c) a promuovere l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, non limitandosi ad offrire incentivi alle amministrazioni aggiudicatrici, affinché gli appalti tengano conto delle esigenze delle piccole e medie imprese, ma prevedendo, attraverso opportune modifiche alle direttive vigenti in materia, che alcune tipologie di appalti siano espressamente riservate alle piccole e medie imprese;
d) ad adoperarsi per il rafforzamento degli strumenti dell'Unione europea volti alla prevenzione e al contrasto della contraffazione, anche assicurando la massima tracciabilità dei prodotti, in particolare mediante un sistema di controllo a campione della merce sulle reti di vendita al pubblico;
e) a sostenere presso le istituzioni europee ogni strumento nazionale o europeo diretto alla salvaguardia del made in e ad una più ampia tracciabilità dei prodotti;
con riguardo ai mercati finanziari:
a) a promuovere, in sede di revisione del regolamento (CE) n. 1060/2009 sulle agenzie di rating del credito:
1) la revisione del ruolo attribuito ai giudizi espressi dalle agenzie di rating e il loro impatto sul funzionamento dei mercati, in particolare eliminandone o circoscrivendone significativamente l'uso a fini regolamentari;
2) l'introduzione di meccanismi di responsabilità in capo alle agenzie di rating, nel caso in cui i giudizi emessi da queste ultime risultino gravemente viziati, e la soluzione del problema dei conflitti di interesse esistenti in capo alle agenzie di rating, nonché la revisione dei meccanismi di remunerazione del servizio di rating;
3) l'istituzione di un'agenzia di rating creditizio pubblica e indipendente e la definizione di un indice europeo di rating (EURIX), al fine di controbilanciare il potere delle tre maggiori agenzie di rating;
b) a migliorare la disciplina sulla gestione delle crisi finanziarie, rafforzando i relativi sistemi di monitoraggio, nonché introdurre nuove misure normative che coinvolgano i principali protagonisti del mercato a livello globale, anche nel quadro del G20;
con riferimento alla politica fiscale:
a) ad adoperarsi, in coerenza con il «Patto euro plus», per rafforzare il coordinamento dei sistemi fiscali nazionali, al fine di prevenire la concorrenza fiscale dannosa tra gli Stati membri, valutando l'introduzione di regole armonizzate anche in materia di imposte dirette, con particolare riferimento all'imposizione sui redditi prodotti da soggetti o nell'ambito di attività che assumono rilievo transnazionale, quali le società e le rendite finanziarie;
b) a sostenere l'adozione di misure volte a consentire la riduzione del carico fiscale sulle piccole e medie imprese, in coerenza con lo Small business act, e la semplificazione dei relativi oneri di dichiarazione e riscossione;
c) a promuovere il rafforzamento del quadro normativo per la prevenzione e la lotta contro l'evasione e le frodi tributarie;
d) a sostenere una rapida approvazione della proposta di direttiva relativa ad una base consolidata comune per l'imposizione sulle società, valutandone le opportune modifiche ed integrazioni. In particolare, occorre accompagnare la definizione di una base imponibile comune dell'imposta sulle società con la fissazione di una o più aliquote minime di imposta, sul modello dell'imposta sul valore aggiunto e delle accise;
e) a promuovere la presentazione, dando seguito alle indicazioni contenute nel libro verde sul futuro dell'iva, di proposte legislative per la riforma dell'imposta che contemplino:
1) la fissazione di regole più stringenti ed omogenee, sia in merito alla determinazione della base imponibile sia con riguardo alle aliquote, riducendo le esenzioni ed eliminando le deroghe per specifiche categorie di beni o servizi riconosciute in capo a singoli Stati membri;
2) la razionalizzazione e l'aggiornamento del sistema delle aliquote minime dell'imposta, che tenga conto degli obiettivi di crescita, competitività ed occupazione previsti dalla strategia Europa 2020, resi urgenti dall'esigenza di rilanciare l'economia europea dopo la crisi;
3) la semplificazione degli oneri relativi alla dichiarazione e alla riscossione dell'imposta;
con riferimento all'azione esterna dell'Unione europea e alla politica di vicinato:
a) ad adoperarsi affinché l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza eserciti in modo più sistematico ed efficace i compiti ad esso attribuiti dal capo 2 del titolo V del Trattato sull'Unione europea, sfruttando tutte le potenzialità assicurate dal Servizio per l'azione esterna;
b) a promuovere, anche mediante il ricorso alle cooperazioni strutturate permanenti di cui all'articolo 42, paragrafo 6, del Trattato sull'Unione europea, lo sviluppo di una politica di sicurezza e difesa comune, affrontando con decisione la soluzione dei nodi ancora irrisolti che ancora bloccano la piena sinergia con la Nato;
c) a promuovere un rilancio del processo di allargamento, cogliendo il momento positivo dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
d) ad adoperarsi per la definizione di una nuova e ambiziosa cornice strategica per l'azione dell'Unione europea verso i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che miri, oltre che al rafforzamento delle istituzioni, ad un forte sostegno all'economia locale e allo sviluppo di infrastrutture;
e) ad assicurare, nell'ambito del negoziato sulle proposte della Commissione europea relative al nuovo quadro finanziario, che, nell'ambito dello strumento dell'Unione europea per la politica di vicinato, siano destinati stanziamenti adeguati al partenariato euromediterraneo e in ogni caso in misura non inferiore ai due terzi delle risorse disponibili;
f) ad agire affinché negli accordi, sia multilaterali sia bilaterali, conclusi tra l'Unione europea e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo siano inserite clausole di condizionalità che subordinino l'erogazione di aiuti o assistenza tecnica da parte dell'Unione europea al rispetto di impegni precisi e verificabili in materia di prevenzione e lotta all'immigrazione irregolare, al terrorismo e alla criminalità organizzata;
g) ad assumere tutte le iniziative appropriate presso le competenti Istituzioni dell'Unione europea al fine di promuovere la creazione di nuova comunità fra Unione europea e Mediterraneo meridionale, impegnata per la pace, i diritti fondamentali e lo sviluppo sostenibile, l'educazione, la formazione e la gioventù, l'estensione del mercato interno all'insieme della nuova Comunità e dotata di istituzioni comuni cui parteciperebbero su un piano di parità l'Unione europea, da una parte, ed un'organizzazione integrata regionale dei Paesi del Mediterraneo meridionale, dall'altra;
h) a promuovere, ai fini del rafforzamento della sicurezza interna dell'Unione europea, forme di cooperazione con i Paesi terzi maggiormente a rischio rispetto alla propaganda terroristica e con i Paesi terzi nei quali è maggiormente presente la criminalità organizzata;
i) a rafforzare il partenariato strategico con la Federazione russa, in una visione coordinata ed unitaria di tutte le dimensioni in cui esso si articola;
con riguardo allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia:
a) ad adoperarsi per assicurare la partecipazione diretta dell'Unione europea al controllo delle frontiere su richiesta dello Stato membro, anche attraverso il rafforzamento di Frontex, prevedendo l'istituzione di una vera e propria polizia europea delle frontiere e l'attribuzione alla medesima agenzia il coordinamento di operazioni congiunte di rimpatrio e la co-direzione di operazioni congiunte di pattugliamento marittimo e terrestre;
b) ad assicurare la partecipazione, anche sotto il profilo finanziario, dell'Unione europea alle operazioni di rimpatrio degli stranieri entrati illegalmente sul territorio di uno Stato membro e a prevedere sanzioni in caso di inosservanza, da parte di uno Stato membro, dei doveri di solidarietà e cooperazione in materia di lotta all'immigrazione e controllo delle frontiere, nonché l'adozione di programmi di assistenza tecnica tra l'Unione europea e gli Stati membri;
c) a promuovere l'istituzione di un meccanismo di reinsediamento dei rifugiati tra gli Stati membri avente carattere obbligatorio, e non volontario, ponendo i relativi costi a carico del bilancio dell'Unione europea;
d) a sostenere le iniziative preannunciate dalla Commissione europea in materia di immigrazione legale, volte a promuovere strumenti comuni di integrazione;
e) a promuovere l'incremento del sostegno finanziario ai Paesi maggiormente a rischio di povertà, quali, in particolare, quelli colpiti da conflitti e disastri ambientali;
f) a sostenere il completamento del sistema europeo comune d'asilo;
g) ad adoperarsi, con riferimento alla proposta di regolamento volta a modificare alcune disposizioni del codice frontiere Schengen e della Convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen (COM(2011)118), affinché sia confermato l'obbligo, per lo straniero, di dichiarare la propria presenza sul territorio di uno Stato membro;
riguardo alla politica ambientale:
a) a sostenere, nell'ambito del prossimo quadro finanziario dell'Unione europea che le risorse significative nell'ambito del fondo europeo per lo sviluppo regionale e del fondo di coesione, nonché degli stanziamenti relativi ad interventi nel settore dei trasporti e dell'energia, siano finalizzate alla realizzazione di interventi di opere a tutela dell'ecosistema e per l'efficienza energetica;
b) ad assicurare che il futuro quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione contempli un sostegno finanziario alle tecnologie ambientali più avanzate, conformando le misure di incentivazione in relazione all'obiettivo di massimizzare i risultati conseguibili a parità di risorse a disposizione, sulla base di un'accurata analisi di costi benefici;
c) a promuovere interventi dell'Unione europea che favoriscano la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi, che incentivino la costruzione di immobili improntati a criteri di risparmio energetico e l'utilizzo di materiali di costruzione ecologici con ridotto impatto ambientale (cosiddetta bioedilizia), sostenendo, altresì, interventi orientati all'efficienza e al risparmio energetico in tutti gli usi civili e abitativi;
d) ad adoperarsi affinché l'Unione europea solleciti gli altri Stati aventi maggiore responsabilità delle emissioni di gas serra ad assumere precisi impegni, comparabili a quelli di cui si è fatta carico l'Unione europea, per la riduzione delle emissioni stesse;
e) a promuovere l'intervento finanziario diretto dell'Unione europea per concorrere alle operazioni di bonifica dei siti maggiormente inquinati e incentivare la diffusione delle migliori pratiche a livello dell'Unione europea per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, in modo da ridurre significativamente la quota parte destinata a discarica;
con riguardo alla politica agricola e della pesca:
a) a perseguire, nell'ambito dei negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale e sulla riforma della politica agricola comune dopo il 2013, gli indirizzi indicati nelle mozioni approvate dalla Camera dei deputati il 2 febbraio 2011, con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
1) evitare che il criterio della superficie agricola sia l'unico parametro di riferimento per la redistribuzione degli aiuti diretti e che l'Italia, che è un contribuente netto al bilancio dell'Unione europea, resti penalizzata nella ripartizione del bilancio agricolo fra i 27 Stati membri;
2) prevedere l'introduzione di strumenti di gestione in grado di prevenire le crisi e l'attuazione di una normativa di regolazione dei mercati più flessibile e diretta ad integrare il reddito dei produttori in presenza di situazioni di crisi di mercato;
3) puntare ad una maggiore flessibilità nel perseguimento degli obiettivi dello sviluppo rurale, eliminando la rigida ripartizione delle misure per asse, e ricercare una maggiore concentrazione tematica e territoriale degli interventi;
4) assicurare che gli obiettivi dei diversi strumenti previsti nel prossimo quadro finanziario per la politica agricola comune e la politica comune della pesca siano coerenti con gli obiettivi della biodiversità;
b) ad adoperarsi affinché nell'ambito dell'esame della proposta di regolamento recante modifica al regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS) (COM(2010)537), si preveda: la possibilità, in deroga alle disposizioni del richiamato regolamento, per gli Stati membri che hanno optato per programmi regionali, di effettuare il calcolo del disimpegno automatico delle risorse finanziarie a livello dello Stato membro; l'ammissibilità a contributo dell'iva non recuperabile se realmente e definitivamente sostenuta dai beneficiari. Occorre che meccanismi analoghi a quelli sopra indicati siano previsti anche per il futuro periodo di programmazione, al fine di evitare qualsiasi forma di penalizzazione conseguente all'applicazione del disimpegno automatico;
c) a promuovere, a tutela dei consumatori e dell'impegno delle imprese agroalimentari per produzioni di qualità, le iniziative necessarie per l'elaborazione di una normativa dell'Unione europea per contrastare i fenomeni di agropirateria;
d) ad adoperarsi, nell'ambito dell'esame delle proposte legislative della Commissione europea sulla riforma della politica della pesca, al fine di combinare gli obiettivi ambientali con quelli economico-sociali, assicurando sia la salvaguardia delle risorse ittiche sia i presupposti della stessa sopravvivenza della pesca quale attività economica;
con riferimento al raccordo tra Governo e Parlamento nella formazione delle politiche dell'Unione europea:
a) ad assicurare che le relazioni programmatiche del Governo siano trasmesse alle Camere entro il termine del 31 dicembre di ogni anno previsto dalla legge n. 11 del 2005, in modo da consentire l'avvio ad inizio anno della sessione programmatica presso la Camera dei deputati;
b) a rafforzare il raccordo tra il Parlamento, il Governo e tutti gli altri attori interessati nella formazione della posizione italiana nel processo decisionale dell'Unione europea, valorizzando a questo scopo le competenze del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (Ciace) ed assicurandone un più sistematico collegamento con la rappresentanza italiana presso l'Unione europea;
c) ad assicurare, in particolare, che il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei sia convocato con riferimento a tutti i principali provvedimenti e questioni di portata trasversale, tra cui il nuovo quadro finanziario pluriennale e la riforma della politica di coesione e della politica agricola comune, e, in ogni caso, prima delle riunioni del Consiglio europeo, e che il Comitato tecnico permanente sia convocato con cadenza almeno mensile;
d) a motivare in modo articolato, all'atto della trasmissione alle Camere, la segnalazione dei progetti legislativi e degli altri documenti dell'Unione europea di maggiore rilevanza per l'Italia;
e) a provvedere, anche in adempimento dell'articolo 4-quater della legge n. 11 del 2005, alla trasmissione alle Camere di relazioni tecniche sui progetti legislativi dell'Unione europea oggetto di esame parlamentare o di particolare rilevanza politica, giuridica ed economica.
(6-00085)
«Pescante, Formichella, Maggioni, Centemero».
(6 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
il programma di lavoro della Commissione europea pone l'accento sulla rilevanza delle politiche di vicinato, allargamento, sviluppo e per gli aiuti umanitari quali strumenti per la diffusione dei valori e dei principi dell'Unione europea;
la libertà religiosa nella sua dimensione individuale e collettiva costituisce un diritto umano fondamentale sancito da vari strumenti giuridici internazionali, inclusa la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948), la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (1950), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966), la Dichiarazione dell'Onu sull'eliminazione di tutte le forme d'intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione o la convinzione (1981);
il principio della libertà di pensiero coscienza e religione, implica la libertà di avere o meno una religione, di cambiamento o abbandono di religione, di manifestazione della religione attraverso un culto e di associazione religiosa, senza discriminazione né preferenza, e non può che realizzarsi all'interno di uno Stato laico,

impegna il Governo:

ad adoperarsi in tutte le sedi istituzionali europee, preannunciando il ricorso alla Corte europea di giustizia nel caso in cui la Commissione europea continui ad ostinarsi a non rispettare alla lettera la cosiddetta «clausola sui diritti umani e la democrazia» degli accordi di cooperazione che l'Unione europea ha con i Paesi terzi, nonché ad adoperarsi per estendere la cosiddetta «clausola sui diritti umani e la democrazia» a tutti i tipi di accordi con i Paesi terzi.
(6-00086)
«Farina Coscioni, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti».
(6 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2011 ribadisce l'impegno dell'Italia a favore dello sviluppo della strategia di allargamento, precisando che a tal fine «si lavorerà per assicurare il necessario dinamismo al processo negoziale con la Turchia, anche mediante un rilancio del gruppo informale Turkey focus group promosso dall'Italia»;
si condividono le conclusioni del secondo rapporto della Commissione indipendente sulla Turchia del settembre 2009, presieduta da Martti Ahtisaari, ex Presidente della Repubblica di Finlandia e Premio Nobel per la pace 2008, secondo le quali «La Commissione indipendente resta convinta dei numerosi vantaggi che presenterebbe la convergenza della Turchia con l'Europa e l'eventuale adesione all'Unione europea di una Turchia trasformata, sia per il Paese che per l'Unione stessa. Gli enormi progressi realizzati dalla Turchia in tutti i campi negli ultimi 10 anni sono stati chiaramente legati allo status della Turchia di Paese candidato all'Unione europea e al relativo processo di adesione. Per garantire un seguito al processo di trasformazione della Turchia, è necessario preservare la sua prospettiva europea. Nessuno può prevedere l'esito del processo di adesione e se l'obiettivo dichiarato potrà essere raggiunto, ma la possibilità di centrare l'obiettivo dipende anche dalla credibilità dell'Unione europea, dal suo interesse e dalla correttezza dovuta a tutti i Paesi candidati.»;
si ricorda la risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione affari esteri, emigrazione del Senato della Repubblica del 14 gennaio 2009, la quale «ribadisce la centralità della Turchia, la cui prospettiva europea rappresenta un potente fattore di equilibrio geopolitico e di stabilità nell'area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Saluta con favore l'apertura di due ulteriori capitoli negoziali in occasione della Conferenza di adesione del dicembre 2008 ed auspica che la dinamica del processo di adesione possa proseguire con slancio nel corso della Presidenza ceca e di quella svedese nella seconda metà del 2009. Auspica, pertanto, che al Governo turco venga concesso il massimo sostegno in vista delle riforme politiche necessarie perché il Paese risponda ai criteri di Copenaghen e possa fruire di un'ulteriore accelerazione del processo negoziale. Invita, quindi, il Governo e tutti gli altri attori in campo a profondere il massimo impegno, in tutte le sedi, per incoraggiare la Turchia nel processo di allineamento all'acquis comunitario, nonché per favorire il buon esito dei negoziati tra i leader delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota e la normalizzazione dei rapporti bilaterali tra Turchia e Cipro»;
si ricorda, infine, che la mancata soluzione della questione cipriota è dovuta al fatto che, a pochi giorni dalla formalizzazione definitiva dell'ingresso nell'Unione europea dell'intera isola, sia i cittadini greco-ciprioti che quelli turco-ciprioti avrebbero votato un referendum per l'adozione o meno del piano dell'Onu, il «piano Annan», che avrebbe portato alla riunificazione dell'isola. Il piano era stato negoziato ed approvato dalle due comunità con l'accordo di Grecia e Turchia e con l'apporto della Commissione europea attraverso il Commissario all'allargamento Günter Verheugen. Dopo aver ottenuto la formalizzazione dell'ingresso nell'Unione europea, il Governo e le forze politiche greco-cipriote cambiarono d'avviso e la maggioranza greco-cipriota votò contro, a differenza della comunità turca che lo approvò. Il 21 aprile 2004, tre giorni prima del voto referendario, durante il dibattito al Parlamento europeo, il Commissario Verheugen affermò: personalmente mi sento tradito dal Governo della Repubblica di Cipro«. Continuare ad attribuire la mancata riunificazione dell'isola e a farne pagare le conseguenze alla Turchia e ai cittadini turchi è immotivato ed ingiusto,

impegna il Governo:

a sostenere l'ingresso della Turchia nell'Unione europea alle stesse condizioni poste ad altri Paesi candidati all'adesione;
ad adoperarsi, in coerenza con le indicazioni del programma di 18 mesi delle Presidenze polacca, danese e cipriota, per una soluzione globale del problema di Cipro, che contempli anche la ripetizione della consultazione dei cittadini della Repubblica di Cipro in merito al piano dell'Onu («piano Annan»), al fine di procedere alla riunificazione dell'isola.
(6-00087)
«Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti».
(6 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2011 (COM (2010) 623 definitivo) è stato trasmesso alla Camera dei deputati il 03 novembre 2010 dalla Commissione europea e il 09 novembre 2010 dal Governo;
al Senato della Repubblica l'esame è cominciato il 22 dicembre 2010 presso la Commissione di merito XIV (politiche dell'Unione europea) e con parere della XIII (territorio, ambiente, beni ambientali);
alla Camera dei deputati l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione europea e della Relazione programmatica del Governo è iniziato solo il 15 giugno 2011;
il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2011 è stato elaborato sulla base delle cinque priorità politiche definite dal Presidente Barroso nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione europea del 7 settembre 2010, essendo incentrato principalmente sulle sfide poste dalla crisi economico-finanziaria;
il Programma della Commissione europea per il 2011 è in buona misura già realizzato, avendo avuto esecuzione a partire dal 1o gennaio 2011, pertanto l'utilità del suo esame da parte della Camera dei deputati a partire da metà giugno è pregiudicata, anzi del tutto inficiata;
ciò vale anche per la parte di programma non ancora realizzata, essendo ormai definitiva e non modificabile;
con il «piede sbagliato» parte anche la «prima» Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011;
infatti, questa prima relazione, in base al nuovo articolo 15 della legge n. 11 del 2005 - integralmente sostituito dalla legge comunitaria per il 2009 - reca indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo;
purtroppo, però, questa prima volta parte già a tempo scaduto: la relazione è stata presentata alle Camere il 19 maggio 2011;
anziché leggere la relazione come un programma, si dovrebbe indagarla già come un rendiconto, perché molte dei programmi ivi riportati dovrebbero essere già stati realizzati o avviati, se non fosse che il Governo, continuando a non rispettare le scadenze individuate dalla legge n. 11 del 2005, ancora non ha presentato neppure la relazione di rendiconto relativa alle attività svolte nel 2010 ed è già in ritardo di 5 mesi;
la credibilità dell'Italia in Europa si misura anche da questo. A poco serve lamentarsi delle scelte fatte a livello dell'Unione europea, a volte tacciate di essere contro i cittadini, se è il nostro Paese a creare una distanza reale dall'Unione europea e dalla possibilità di incidere sulle sue scelte;
lo sviluppo della centralità del Parlamento italiano nel determinare le scelte operate dal Governo a livello di Unione europea è la cifra della crescita della democraticità del grande progetto dell'Unione europea;
su questa via il Parlamento si è già predisposto, ma ora tocca al Governo, che deve dimostrare maggiore attenzione verso il Parlamento, mettendolo in condizione di lavorare anche nei termini temporali imposti dalla legge;
non possono esserci ragioni giustificatrici dei ritardi e delle loro nefaste conseguenze, se non responsabilità completamente imputabili all'Esecutivo nel suo complesso;
l'assenza del Ministro per le politiche europee per ben otto mesi ha arrecato gravi danni all'immagine e alla credibilità dell'Italia,

impegna il Governo:

a rispettare in avvenire l'articolo 15 della legge n. 11 del 2005 - integralmente sostituito dalla legge comunitaria per il 2009 - che ha disposto la presentazione ogni anno:
a) entro il 31 dicembre di una relazione programmatica al Parlamento, recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo;
b) entro il 31 gennaio di una relazione di rendiconto delle attività svolte dal Governo nell'anno precedente con indicazione del seguito dato agli indirizzi assunti.
(6-00088)
«Borghesi, Donadi, Evangelisti, Porcino».
(6 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
in sede di Commissione politiche dell'Unione europea si è svolto un esame approfondito e articolato del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2011 (COM(2010)623), del Programma delle tre Presidenze polacca, danese e cipriota e della Relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2011 (doc. LXXXVII-bis n. 1);
l'esame di tale ultimo documento, congiuntamente ai primi due, rappresenta un'innovazione importante che vede per la prima volta la sua applicazione, in forza dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, modificato dalla legge comunitaria per il 2009;
in sede di prima applicazione è comunque da rilevare negativamente il ritardo, cinque mesi, con il quale la relazione governativa è stata trasmessa al Parlamento, pregiudicando l'esame tempestivo dei documenti;
questa condotta si iscrive, purtroppo, nel quadro generale di una ancora scarsa attenzione e cooperazione del Governo con il Parlamento, aspetto in relazione al quale è particolarmente grave fare due ulteriori considerazioni: da una parte, la relazione indica soltanto per alcuni settori gli orientamenti del Governo in merito alle specifiche iniziative avviate o preannunciate dalle Istituzioni europee; dall'altra, si dà scarsamente conto e solo in modo occasionale degli indirizzi approvati e definiti in atti parlamentari;
sotto quest'ultimo aspetto, appare inaccettabile che in tema di riforma del bilancio, della politica di coesione e della nuova governance economica europea, le posizioni a più riprese espresse dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica, con atti di indirizzo puntuali, non sono richiamate nella relazione ed addirittura, in alcuni casi, sono contraddette dalle posizioni assunte dal Governo, peraltro in violazione dell'articolo 4-bis della legge n. 11 del 2005, in base al quale il Governo assicura che la posizione rappresentata dall'Italia nelle sedi decisionali dell'Unione europea tenga conto degli indirizzi definiti dalle Camere e impone al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero al Ministro per le politiche europee l'obbligo di riferire regolarmente alle Camere del seguito dato agli indirizzi parlamentari e di trasmettere una relazione semestrale al riguardo;
occorre, pertanto, rafforzare il raccordo tra Camere e Governo affinché l'intervento delle Camere in fase ascendente diventi l'occasione per facilitare una sintesi degli interessi in gioco ai fini della formazione delle posizione nazionale, anzitutto prevedendo una sistematica partecipazione di rappresentanti dei Ministeri competenti alle sedute degli organi parlamentari e la predisposizione di relazioni tecniche sui progetti delle Istituzioni europee di maggiore rilevanza o oggetto dell'esame parlamentare;
la crisi economica e gli altri grandi problemi globali, quali la prevenzione e la risoluzione dei conflitti regionali, i flussi migratori, il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, pongono l'Unione europea di fronte alla scelta tra una sempre più stretta integrazione politica ed economica, da un lato, e un inesorabile declino e la riemersione di nazionalismi, dall'altro;
le risposte sinora offerte dall'Unione europea alle questioni sopra richiamate appaiono complessivamente inadeguate sotto il profilo sia della tempestività sia dell'efficacia, denunciando la debolezza delle Istituzioni comuni e l'opposizione di molti Stati membri verso forme più avanzate di integrazione;
la pretesa di alcuni Stati membri di dettare, in via unilaterale o mediante intese o assi bilaterali, gli orientamenti e le decisioni di maggiore rilievo per lo sviluppo del processo di integrazione, oltre a risultare contraria ai principi e alla logica dei Trattati, alterando gli equilibri nei rapporti tra le Istituzioni, tra l'Unione europea e gli Stati membri e tra gli stessi Stati membri, risulta assolutamente inaccettabile, pertanto da condannare e ostacolare sul piano politico e diplomatico, foriera di danni rilevanti alla credibilità dell'intero progetto, alla sua legittimazione presso i cittadini europei e alla sua credibilità esterna;
preoccupante, in questo senso, risulta la debolezza politica della Commissione Barroso, resa evidente anche nella timida azione di cui è stata capace nei mesi centrali della crisi economica, del debito greco e dello stesso euro, lasciando spazio ad un'impostazione eccessivamente intergovernativa e di breve periodo della risposta europea;
occorre che l'Italia recuperi la leadership politica a livello europeo che gli è storicamente propria, ma che è andata declinando non solo per la scarsa credibilità di uno Stato con un eccessivo stock di debito pubblico e una crescita stagnante, ma anche per le incertezze, le incoerenze, le disattenzioni di un Governo che nei confronti dell'Unione europea ha mostrato sempre, in molte delle sue componenti, diffidenza se non aperta ostilità;
un ruolo di stimolo e di dialogo europeista proficuo deve essere recuperato anche nei confronti di un partner essenziale quale la Germania, un Paese che pare aver smarrito la visione costruttiva ambiziosa con cui ha dato un contribuito importante alla stabile e progressiva crescita dell'Unione europea, dando corpo in passato a un asse di fatto proprio con il nostro Paese nei consessi europei, a favore del progetto di integrazione;
certamente, il recupero di un ruolo italiano in Europa passa non solo per il necessario risanamento dei conti, ma, perché si vuole affermare una scelta politica e una visione del futuro del progetto europeo, anche formulando proposte concrete ed ambiziose per l'avanzamento del processo di integrazione in una prospettiva sempre più federalista, che punti a dotare di un'anima politica e di una democrazia compiuta e piena l'Unione europea;
in questa nuova fase di iniziativa politica a favore dell'Europa, sarebbe importante sostenere senza timidezze la necessità di riformare il Trattato di Lisbona, vecchio sin dalla nascita per gli aspetti relativi al governo dell'economia e oggi del tutto obsoleto, a tal fine anche proponendo la convocazione, il prima possibile, di una nuova Convenzione in cui parlamentari europei, nazionali e rappresentanti dei Governi e delle Istituzioni europee siano chiamati a costruire una vera e propria federazione europea, rinnovando con coraggio l'architettura istituzionale dell'Unione europea, così da garantire un equilibrio democratico alla rappresentanza di Stati e popoli e da assicurare il principio di responsabilità del governo dell'Unione europea di fronte ai cittadini d'Europa;
per quanto attiene al governo e al coordinamento delle economie europee, la crisi economica ha imposto all'Unione europea, nel suo complesso, e all'area euro, in modo ancora più spiccato, di dotarsi di un nuovo sistema di governance economica che deve essere solo il primo passo di un processo che dovrà portare alla creazione di un governo economico;
andrà in questo contesto valutata l'ipotesi di istituire un «Ministro europeo dell'economia», che sia al tempo stesso membro della Commissione e Presidente del Consiglio Ecofin, con poteri di rappresentanza esterna dell'Unione europea, nelle sedi finanziari internazionali;
occorre che l'Italia proceda ad una rapida approvazione delle opportune modifiche all'articolo 81 della Costituzione volte a codificare, in coerenza con la direttiva sui quadri nazionali di bilancio, in corso di approvazione, e del «Patto euro plus», i vincoli di finanza pubblica derivanti dal patto di stabilità e crescita;
al fine di assicurare che il risanamento delle finanze pubbliche proceda in modo equo ed efficace, occorre un maggiore coordinamento delle politiche fiscali nazionali, al fine di prevenire o correggere fenomeni di concorrenza dannosa, soprattutto in materia di imposizione sulle imprese e sulle rendite finanziarie, che potrebbero avere effetti negativi sulla competitività complessiva dell'economia europea;
il rigore finanziario non può, però, esaurire l'orizzonte dell'azione politica europea, occorre muovere passi decisi sul piano della crescita; in un contesto di grave deficit delle finanze pubbliche con la necessità di contrarre le risorse a carico dei bilanci degli Stati membri, è fondamentale poter contare su piani di investimento e su risorse europee per finanziare progetti di interesse europeo, tali da far prefigurare uno stimolo alla crescita e ai consumi, altrimenti impossibili da sostenere - mentre sulla necessità di muovere di nuovi strumenti in favore della crescita ci si muove a livello europeo ancora in modo timido e lento;
le proposte della Commissione europea per il quadro finanziario 2014-2020, presentate il 29 giugno 2011, recano risorse ed obiettivi modestissimi per il sostegno alla crescita e all'occupazione, affidandosi sostanzialmente al ricorso a strumenti finanziari innovativi per promuovere ulteriori investimenti pubblici e privati;
è urgente l'adozione di modifiche alla disciplina europea dei fondi strutturali nel periodo 2007-2013, al fine di compensare gli effetti depressivi del consolidamento del debito e di evitare che le regole relative al cofinanziamento nazionale e al disimpegno automatico finiscano per rendere inutilizzabili le risorse per la politica di coesione già stanziate a favore delle regioni italiane;
in tema di politica estera comune, occorre rilevare che l'Unione europea rischia di essere relegata ad un ruolo marginale, anche nelle zone di vitale interesse come il Mediterraneo, non essendo capace di offrire una risposta comune neanche agli eventi che hanno investito aree vicine al nostro continente;
carattere prioritario riveste, alla luce del fallimento dell'Unione per il Mediterraneo, il rilancio del partenariato euromediterraneo. In questa prospettiva andrebbe valutata con attenzione la progressiva creazione di una nuova comunità fra Unione europea e Mediterraneo meridionale, dotata di istituzioni comuni ed impegnata per la pace, i diritti fondamentali e lo sviluppo sostenibile ed aperta ad estendersi verso il Mar Caspio e il Mar Nero;
il Consiglio europeo e il Parlamento europeo dovrebbero proporre ai Paesi del Mediterraneo meridionale questa comunità basata su istituzioni che si ispirino a quelle della Ceca, essendo condizione indispensabile che a queste istituzioni partecipino come partner su un piede di eguaglianza l'Unione europea da una parte ed un'organizzazione integrata regionale dei Paesi del Mediterraneo meridionale dall'altra,

impegna il Governo:

a farsi promotore in Europa di una ripresa del dibattito attorno alla riforma delle Istituzioni europee per renderle all'altezza delle sfide future, formulando proposte concrete per l'avanzamento del processo di integrazione in una prospettiva sempre più federalista, anche sostenendo la necessità di modificare il Trattato di Lisbona attraverso la convocazione di una nuova Convenzione in cui parlamentari europei, nazionali e rappresentanti dei governi e delle istituzioni europee siano chiamati a costruire una vera e propria federazione europea, assicurando un equilibrio democratico tra la rappresentanza degli Stati e quella dei cittadini;
con riguardo alla governance economica, alla crescita e all'occupazione:
a) a promuovere, accanto alle misure in corso di definitiva approvazione in materia di sostenibilità delle finanze pubbliche, sorveglianza macroeconomica e quadri nazionali di bilancio, un'iniziativa europea per la crescita e l'occupazione, dotata di un preciso programma di interventi coordinati e finanziati direttamente dall'Unione europea, e ad agire, sul fronte interno, in coerenza con le sei raccomandazioni indirizzate all'Italia dal Consiglio europeo in sede di esame del piano nazionale di riforma il 6 luglio 2011;
b) ad adoperarsi affinché sia dato seguito, anche attraverso opportune modifiche dei Trattati, alla proposta di istituire un fondo finanziario europeo, con capitale conferito dagli Stati dell'area euro in proporzione alle loro quote nel capitale della Banca centrale europea e costituito prevalentemente dalle riserve auree del Sistema europeo di banche centrali, che emetta obbligazioni, sul modello degli EuroUnion bonds, al fine sia di rilevare una quota significativa dei titoli di Stato dei Paesi dell'eurozona sia di finanziare grandi investimenti europei nel settore dell'energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, dell'istruzione e della ricerca e sviluppo tecnologico;
c) ad avviare una riflessione volta alla creazione a medio e lungo termine di un vero «governo economico» dell'eurozona dotato di poteri vincolanti in merito alle grandi scelte di politica economica e dell'occupazione, con la contestuale previsione di meccanismi sanzionatori analoghi a quelli del patto di stabilità e crescita, valutando l'ipotesi di istituire un «Ministro europeo dell'economia», che sia al tempo stesso membro della Commissione e Presidente del Consiglio Ecofin, con poteri di rappresentanza esterna dell'Unione europea nelle istituzioni finanziarie internazionali;
d) ad agire per rafforzare una politica e una strategia di crescita europea, basata su un ampliamento del bilancio anche attraverso l'attivazione di risorse proprie dell'Unione europea, a partire dall'istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie internazionali a scopo speculativo, oggetto di un approfondito studio di impatto, in corso di preparazione da parte della Commissione europea, in coerenza con quanto raccomandato dalle recenti risoluzioni del Parlamento europeo e con quanto inizialmente prospettato nella manovra finanziaria di luglio 2011 con la reintroduzione del cosiddetto fissato bollato;
e) ad assicurare, in coerenza con le previsioni della legge n. 196 del 2009, e successive modificazioni, il coinvolgimento delle Camere, delle regioni e delle autonomie locali nella predisposizione del programma nazionale di riforma e del programma di stabilità nell'ambito del semestre europeo;
f) a sottoporre tempestivamente alle Camere il disegno di legge per l'approvazione della modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione, relativa alla costituzione di un meccanismo permanente di stabilizzazione, approvata dal Consiglio europeo di marzo 2011;
con riferimento al quadro finanziario pluriennale 2014-2020:
a) ad adoperarsi, in attesa della definizione di puntuali indirizzi da parte delle Camere, affinché, nell'ambito del negoziato avviato con la presentazione da parte della Commissione europea delle proposte relative al quadro finanziario e alle risorse proprie dell'Unione europea 2014-2020, presentate il 29 giugno 2011, siano tenuti in adeguata considerazione i seguenti principi:
1) miglioramento del saldo netto dell'Italia, riducendo il rilevante divario attualmente esistente tra i finanziamenti versati dal nostro Paese e i fondi da esso ricevuti, anche attraverso l'eliminazione delle correzioni di bilancio riconosciute nell'attuale quadro finanziario ad alcuni Stati membri;
2) garanzia di un volume del bilancio che consenta di perseguire efficacemente gli obiettivi fissati a livello europeo, con particolare riferimento a quelli definiti nell'ambito della strategia Europa 2020, nel rispetto delle compatibilità finanziarie imposte dall'attuale situazione di crisi, che impone agli Stati il rispetto di stringenti vincoli di bilancio;
3) rafforzamento del coordinamento e dell'armonizzazione dei bilanci nazionali e del bilancio dell'Unione europea, al fine di assicurare una più corretta valutazione e un migliore utilizzo delle risorse disponibili e di garantire il maggiore coordinamento tra le politiche dell'Unione europea e le misure adottate a livello nazionale e regionale;
4) mantenimento di un livello adeguato di risorse per la politica di coesione, concentrandone gli interventi su un numero limitato di obiettivi ad alto valore aggiunto, migliorando e semplificando le procedure di programmazione, gestione e controllo e assicurando che gli stanziamenti destinati alle regioni italiane nell'ambito della politica di coesione non siano inferiori a quelli previsti nell'attuale quadro finanziario;
5) conferma delle riserve espresse dal Governo in ordine all'introduzione di una riserva di premialità a livello europeo che potrebbe mettere a carico della politica di coesione traguardi non sostenibili;
b) ad informare tempestivamente le Camere dei principali sviluppi del negoziato e a trasmettere dati e simulazioni adeguate sull'impatto sul saldo netto dell'Italia delle diverse opzioni relative al prossimo quadro finanziario e al sistema di risorse proprie;
con riguardo alla politica di coesione:
a) ad individuare le risorse necessarie per compensare l'esclusione dei cofinanziamenti nazionali, relativi ai programmi dei fondi strutturali europei, dal computo del saldo finanziario in sede di applicazione delle regole del patto di stabilità interno per le regioni e gli enti locali per il triennio 2011-2013, anche per consentire la realizzazione di spese in favore degli investimenti ed evitare una palese e ingiustificata disparità di trattamento rispetto a quanto previsto per le risorse provenienti dall'Unione europea;
b) a sostenere in sede europea la revisione della regola del disimpegno automatico, al fine di estendere il periodo entro cui vanno effettuati i pagamenti in relazione agli stanziamenti impegnati;
c) a sostenere, in considerazione della difficile congiuntura economica, le proposte concernenti l'innalzamento nel massimo consentito, in via temporanea e transitoria, della quota di cofinanziamento europeo previsto per tutti gli obiettivi dei fondi strutturali;
con riguardo al mercato interno e alla politica per le imprese:
a) a sostenere l'introduzione di un approccio diversificato fra micro, piccole e medie imprese, soprattutto ai fini della semplificazione degli oneri amministrativi e contabili;
b) ad adoperarsi per un'effettiva e sistematica applicazione del «test PMI» nelle valutazioni di impatto, prevedendo per ogni proposta della Commissione europea la valutazione d'impatto degli oneri che gravano sulle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, prevedendo la riduzione corrispondente di altri oneri, l'applicazione del principio di proporzionalità e di specificità e tempi di adeguamento posticipati nel tempo;
c) a promuovere l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, non limitandosi ad offrire incentivi alle amministrazioni aggiudicatrici affinché gli appalti tengano conto delle esigenze delle piccole e medie imprese, ma prevedendo, attraverso opportune modifiche alle direttive vigenti in materia, che alcune tipologie di appalti siano espressamente riservate alle piccole e medie imprese;
d) ad adoperarsi per il rafforzamento degli strumenti dell'Unione europea volti alla prevenzione e al contrasto della contraffazione, anche assicurando la massima tracciabilità dei prodotti, in particolare mediante un sistema di controllo a campione della merce sulle reti di vendita al pubblico;
con riguardo ai mercati finanziari:
a) a promuovere, in sede di revisione del regolamento (CE) n. 1060/2009 sulle agenzie di rating del credito:
1) la revisione del ruolo attribuito ai giudizi espressi dalle agenzie di rating e il loro impatto sul funzionamento dei mercati, in particolare eliminandone o circoscrivendone significativamente l'uso a fini regolamentari;
2) l'introduzione di meccanismi di responsabilità in capo alle agenzie di rating, nel caso in cui i giudizi emessi da queste ultime risultino gravemente viziati, e la soluzione del problema dei conflitti di interesse esistenti in capo alle agenzie di rating, nonché la revisione dei meccanismi di remunerazione del servizio di rating;
3) l'istituzione di un'agenzia di rating creditizio pubblica e indipendente e la definizione di un indice europeo di rating (EURIX), al fine di controbilanciare il potere delle tre maggiori agenzie di rating;
b) a migliorare la disciplina sulla gestione delle crisi finanziarie, rafforzando i relativi sistemi di monitoraggio, nonché ad introdurre nuove misure normative che coinvolgano i principali protagonisti del mercato a livello globale, anche nel quadro del G20;
con riferimento alla politica fiscale:
a) ad adoperarsi, in coerenza con il «Patto euro plus», per rafforzare il coordinamento dei sistemi fiscali nazionali, al fine di prevenire la concorrenza fiscale dannosa tra gli Stati membri, valutando l'introduzione di regole armonizzate anche in materia di imposte dirette, con particolare riferimento all'imposizione sui redditi prodotti da soggetti o nell'ambito di attività che assumono rilievo transnazionale, quali le società e le rendite finanziarie;
b) a sostenere l'adozione di misure volte a consentire la riduzione del carico fiscale sulle piccole e medie imprese, in coerenza con lo Small business act, e la semplificazione dei relativi oneri di dichiarazione e riscossione;
c) a promuovere il rafforzamento del quadro normativo per la prevenzione e la lotta contro l'evasione e le frodi tributarie;
d) a sostenere una rapida approvazione della proposta di direttiva relativa ad una base consolidata comune per l'imposizione sulle società, valutandone le opportune modifiche ed integrazioni. In particolare, occorre accompagnare la definizione di una base imponibile comune dell'imposta sulle società con la fissazione di una o più aliquote minime di imposta, sul modello dell'imposta sul valore aggiunto e delle accise;
e) a promuovere la presentazione, dando seguito alle indicazioni contenute nel libro verde sul futuro dell'iva, di proposte legislative per la riforma dell'imposta che contemplino:
1) la fissazione di regole più stringenti ed omogenee, sia in merito alla determinazione della base imponibile sia con riguardo alle aliquote, riducendo le esenzioni ed eliminando le deroghe per specifiche categorie di beni o servizi riconosciute in capo a singoli Stati membri;
2) la razionalizzazione e l'aggiornamento del sistema delle aliquote minime dell'imposta, che tenga conto degli obiettivi di crescita, competitività ed occupazione previsti dalla strategia Europa 2020, resi urgenti dall'esigenza di rilanciare l'economia europea dopo la crisi;
3) la semplificazione degli oneri relativi alla dichiarazione e alla riscossione dell'imposta;
con riferimento all'azione esterna dell'Unione europea e alla politica di vicinato:
a) ad adoperarsi affinché l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza eserciti in modo più sistematico ed efficace i compiti ad esso attribuiti dal capo 2 del titolo V del Trattato sull'Unione europea, sfruttando tutte le potenzialità assicurate dal Servizio per l'azione esterna;
b) a promuovere, anche mediante il ricorso alle cooperazioni strutturate permanenti di cui all'articolo 42, paragrafo 6, del Trattato sull'Unione europea, lo sviluppo di una politica di sicurezza e difesa comune, affrontando con decisione la soluzione dei nodi ancora irrisolti che ancora bloccano la piena sinergia con la Nato;
c) a promuovere un rilancio del processo di allargamento, cogliendo il momento positivo dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea;
d) ad adoperarsi per la definizione di una nuova ed ambiziosa cornice strategica per l'azione dell'Unione europea verso i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che miri, oltre che al rafforzamento delle istituzioni, ad un forte sostegno all'economia locale e allo sviluppo di infrastrutture;
e) ad assicurare, nell'ambito del negoziato sulle proposte della Commissione relative al nuovo quadro finanziario, che, nell'ambito dello strumento dell'Unione europea per la politica di vicinato, siano destinati stanziamenti adeguati al partenariato euromediterraneo e in ogni caso in misura non inferiore ai due terzi delle risorse disponibili;
f) ad agire affinché negli accordi, sia multilaterali sia bilaterali, conclusi tra l'Unione europea e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo siano inserite clausole di condizionalità che subordinino l'erogazione di aiuti o assistenza tecnica da parte dell'Unione europea al rispetto di impegni precisi e verificabili in materia di prevenzione e lotta all'immigrazione irregolare, al terrorismo e alla criminalità organizzata;
g) ad assumere tutte le iniziative appropriate presso le competenti Istituzioni dell'Unione europea al fine di promuovere la creazione di nuova comunità fra Unione europea e Mediterraneo meridionale, impegnata per la pace, i diritti fondamentali e lo sviluppo sostenibile, l'educazione, la formazione e la gioventù, l'estensione del mercato interno all'insieme della nuova comunità e dotata di istituzioni comuni cui parteciperebbero su un piano di parità l'Unione europea, da una parte, ed un'organizzazione integrata regionale dei Paesi del Mediterraneo meridionale, dall'altra;
h) a promuovere, ai fini del rafforzamento della sicurezza interna dell'Unione europea, forme di cooperazione con i Paesi terzi maggiormente a rischio rispetto alla propaganda terroristica e con i Paesi terzi nei quali è maggiormente presente la criminalità organizzata;
i) a rafforzare il partenariato strategico con la Federazione russa, in una visione coordinata ed unitaria di tutte le dimensioni in cui esso si articola;
con riguardo allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia:
a) ad adoperarsi per assicurare la partecipazione diretta dell'Unione europea al controllo delle frontiere su richiesta dello Stato membro, anche attraverso il rafforzamento di Frontex, prevedendo l'istituzione di una vera e propria polizia europea delle frontiere e l'attribuzione alla medesima agenzia del coordinamento di operazioni congiunte di rimpatrio e la co-direzione di operazioni congiunte di pattugliamento marittimo e terrestre, in un quadro di pieno rispetto della legalità internazionale e dei diritti fondamentali di tutti i migranti, avuto particolare riguardo alla condizione dei minori, di donne in stato di gravidanza o di altre categorie particolarmente esposte;
b) ad assicurare la partecipazione, anche sotto il profilo finanziario, dell'Unione europea alle operazioni di rimpatrio degli stranieri entrati illegalmente sul territorio di uno Stato membro e a prevedere sanzioni in caso di inosservanza, da parte di uno Stato membro, dei doveri di solidarietà e cooperazione in materia di lotta all'immigrazione e controllo delle frontiere, nonché l'adozione di programmi di assistenza tecnica tra l'Unione europea e gli Stati membri;
c) a sostenere una rapida presentazione di un piano di azione europeo sull'immigrazione legale, tale da consentire canali di accesso in Europa per vie legali e trasparenti, nonché volto a promuovere strumenti comuni più efficaci di integrazione;
d) a sostenere il completamento del sistema europeo comune d'asilo entro il 2012, in linea con i valori fondamentali e gli obblighi internazionali dell'Unione europea;
e) a promuovere l'istituzione di un meccanismo di reinsediamento dei rifugiati tra gli Stati membri avente carattere obbligatorio, e non volontario, ponendo i relativi costi a carico del bilancio dell'Unione europea;
f) a promuovere l'incremento del sostegno finanziario ai Paesi maggiormente a rischio di povertà, quali, in particolare, quelli colpiti da conflitti e disastri ambientali;
con riguardo alla parità di genere e alla lotta alle discriminazioni:
a) ad adoperarsi per rafforzare in maniera consistente, in linea con le altre strategie per la crescita, la prosperità e il benessere, un'azione comune in materia di parità di genere e lotta alle discriminazioni, anche in vista del raggiungimento dell'obiettivo fissato dalla strategia Europa 2020, che prevede la realizzazione di un tasso di occupazione femminile pari al 75 per cento;
con riguardo alla politica ambientale:
a) a sostenere, nell'ambito del prossimo quadro finanziario dell'Unione europea, che le risorse significative nell'ambito del fondo europeo per lo sviluppo regionale e del fondo di coesione, nonché degli stanziamenti relativi ad interventi nel settore dei trasporti e dell'energia, siano finalizzate alla realizzazione di interventi di opere a tutela dell'ecosistema e per l'efficienza energetica;
b) ad assicurare che il futuro quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione contempli un sostegno finanziario alle tecnologie ambientali più avanzate, conformando le misure di incentivazione in relazione all'obiettivo di massimizzare i risultati conseguibili a parità di risorse a disposizione, sulla base di un'accurata analisi di costi benefici;
c) a promuovere interventi dell'Unione europea che favoriscano la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi, che incentivino la costruzione di immobili improntati a criteri di risparmio energetico e l'utilizzo di materiali di costruzione ecologici con ridotto impatto ambientale (cosiddetta bioedilizia), sostenendo, altresì, interventi orientati all'efficienza e al risparmio energetico in tutti gli usi civili e abitativi;
d) ad adoperarsi affinché l'Unione europea solleciti gli altri Stati aventi maggiore responsabilità delle emissioni di gas serra ad assumere precisi impegni, comparabili a quelli di cui si è fatta carico l'Unione europea, per la riduzione delle emissioni stesse;
e) a promuovere l'intervento finanziario diretto dell'Unione europea per concorrere alle operazioni di bonifica dei siti maggiormente inquinati e incentivare la diffusione delle migliori pratiche a livello dell'Unione europea per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, in modo da ridurre significativamente la quota parte destinata a discarica;
con riguardo alla politica agricola e della pesca:
a) a perseguire, nell'ambito dei negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale e sulla riforma della politica agricola comune dopo il 2013, gli indirizzi indicati nelle mozioni approvate dalla Camera dei deputati il 2 febbraio 2011, con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
1) evitare che il criterio della superficie agricola sia l'unico parametro di riferimento per la redistribuzione degli aiuti diretti e che l'Italia, che è un contribuente netto al bilancio dell'Unione europea, resti penalizzata nella ripartizione del bilancio agricolo fra i 27 Stati membri;
2) prevedere l'introduzione di strumenti di gestione in grado di prevenire le crisi e l'attuazione di una normativa di regolazione dei mercati più flessibile e diretta ad integrare il reddito dei produttori in presenza di situazioni di crisi di mercato;
3) puntare ad una maggiore flessibilità nel perseguimento degli obiettivi dello sviluppo rurale, eliminando la rigida ripartizione delle misure per asse, e ricercare una maggiore concentrazione tematica e territoriale degli interventi;
4) assicurare che gli obiettivi dei diversi strumenti previsti nel prossimo quadro finanziario per la politica agricola comune e la politica comune della pesca siano coerenti con gli obiettivi della biodiversità;
b) ad adoperarsi affinché nell'ambito dell'esame della proposta di regolamento recante modifica al regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS) (COM(2010)537) si preveda: la possibilità, in deroga alle disposizioni del richiamato regolamento, per gli Stati membri che hanno optato per programmi regionali, di effettuare il calcolo del disimpegno automatico delle risorse finanziarie a livello dello Stato membro; l'ammissibilità a contributo dell'iva non recuperabile se realmente e definitivamente sostenuta dai beneficiari. Occorre che meccanismi analoghi a quelli sopra indicati siano previsti anche per il futuro periodo di programmazione, al fine di evitare qualsiasi forma di penalizzazione conseguente all'applicazione del disimpegno automatico;
c) a promuovere, a tutela dei consumatori e dell'impegno delle imprese agroalimentari per produzioni di qualità, le iniziative necessarie per l'elaborazione di una normativa dell'Unione europea per contrastare i fenomeni di agropirateria;
d) ad adoperarsi, nell'ambito dell'esame delle proposte legislative della Commissione europea sulla riforma della politica della pesca, al fine di combinare gli obiettivi ambientali con quelli economico-sociali, assicurando sia la salvaguardia delle risorse ittiche sia i presupposti della stessa sopravvivenza della pesca quale attività economica;
con riferimento al raccordo tra Governo e Parlamento nella formazione delle politiche dell'Unione europea:
a) ad assicurare che le relazioni programmatiche del Governo siano trasmessa alle Camere entro il termine del 31 dicembre di ogni anno previsto dalla legge n. 11 del 2005, in modo da consentire l'avvio ad inizio anno della sessione programmatica presso la Camera dei deputati;
b) a rafforzare il raccordo tra il Parlamento, il Governo e tutti gli altri attori interessati nella formazione della posizione italiana nel processo decisionale dell'Unione europea, valorizzando a questo scopo le competenze del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (Ciace) ed assicurandone un più sistematico collegamento con la rappresentanza italiana presso l'Unione europea;
c) ad assicurare, in particolare, che il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei sia convocato con riferimento a tutti i principali provvedimenti e questioni di portata trasversale, tra cui il nuovo quadro finanziario pluriennale, la riforma della politica di coesione e della politica agricola comune, e, in ogni caso, prima delle riunioni del Consiglio europeo, e che il Comitato tecnico permanente sia convocato con cadenza almeno mensile;
d) a motivare in modo articolato, all'atto della trasmissione alle Camere, la segnalazione dei progetti legislativi e degli altri documenti dell'Unione europea di maggiore rilevanza per l'Italia;
e) a provvedere, anche in adempimento dell'articolo 4-quater della legge n. 11 del 2005, alla trasmissione alle Camere di relazioni tecniche sui progetti legislativi dell'Unione europea oggetto di esame parlamentare o di particolare rilevanza politica, giuridica ed economica.
(6-00089)
«Gozi, Farinone, Zampa, Castagnetti, Pompili, Garavini».
(6 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
il Programma di lavoro della Commissione europea e il Programma di 18 mesi delle Presidenze polacca, danese e cipriota attribuiscono un rilievo centrale agli obiettivi alla lotta al cambiamento climatico e, in particolare, agli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, efficienza energetica e fonti rinnovabili;
gli impegni a raggiungere nel 2020 valori minimi di penetrazione di fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni-serra ed efficienza energetica richiedono crescente supporto, ma già oggi gravano sulle bollette energetiche in modo pesante, pur senza disincentivare in modo specifico i consumi energetici meno sostenibili;
un'alternativa almeno parziale ai sussidi alle fonti energetiche sostenibili sono forme di tassazione di natura ambientale che possono fornire disincentivi ai consumi energetici meno sostenibili (per esempio, non rinnovabili o con maggiori emissioni-serra o con maggiore produzione di rifiuti), avvantaggiando, di conseguenza, le filiere rinnovabili o a minor impatto ambientale;
il 13 aprile 2011 la Commissione europea - in attuazione del Programma di lavoro per il 2011 - ha emanato una proposta (COM2011-169) di revisione della direttiva 96/03/CE, che attualmente regola l'ammontare minimo delle accise sui prodotti energetici. Tale proposta reca, da un lato, norme per l'omogeneizzazione dell'ammontare minimo di accisa, basandolo sull'effettivo contenuto energetico, dall'altro introduce una nuova componente legata alle emissioni convenzionali di anidride carbonica, parametrata su un valore di 20-/T (più alto di quello della proposta radicale). La relazione introduttiva della Commissione europea auspica che il maggior gettito delle accise sia utilizzato per ridurre i contributi sociali sul lavoro a carico delle imprese, al fine di aumentare il potenziale di crescita economica delle nuove misure;
il Programma di 18 mesi del Consiglio precisa l'impegno del trio di Presidenze ad avviare in tempi rapidi l'esame della proposta sopra richiamata,

impegna il Governo:

a sostenere in sede europea politiche di tassazione ambientale, che, in particolare, prevedano una componente aggiuntiva delle accise sui prodotti energetici che valorizzi l'impatto in termini di emissioni-serra del consumo di combustibili non rinnovabili e non già gravati dall'emission trading system, assicurando l'utilizzo del maggior gettito della misura per finanziare l'alleggerimento degli oneri fiscali sui redditi da lavoro, in modo da implicare, almeno per consumatori di reddito basso e medio, la possibilità di aumentare il proprio reddito disponibile attraverso una rimodulazione dei consumi energetici.
(6-00090)
«Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco».
(6 settembre 2011)

MOZIONI RENATO FARINA ED ALTRI N. 1-00702, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-00705, BINETTI ED ALTRI N. 1-00706, DI BIAGIO E DELLA VEDOVA N. 1-00707, MOSELLA ED ALTRI N. 1-00708 E TEMPESTINI ED ALTRI N. 1-00709 CONCERNENTI INIZIATIVE IN RELAZIONE ALLA GRAVE CARESTIA CHE HA COLPITO IL CORNO D'AFRICA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la gravissima carestia che affligge il Corno d'Africa ed, in particolare, la Somalia mette a rischio, secondo la Fao, la vita di dodici milioni di persone;
la siccità e le successive alluvioni e il triplicarsi dei prezzi dei generi di prima necessità inducono ad una migrazione in condizioni disumane miriadi di persone, le quali si dirigono verso campi profughi come quello di Dadaab in Kenya, ormai ridotto ad un immenso lazzaretto dove le condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza fisica sono fuori controllo;
secondo Jacques Diouf, direttore generale della Fao, sulla base di un summit svoltosi a Roma il 25 luglio 2011, servono 1,6 miliardi di dollari (1,1 miliardi di euro) nei prossimi dodici mesi per scongiurare o almeno limitare la tragedia; a tutt'oggi mancano all'appello circa 800 milioni di dollari;
la situazione è particolarmente critica in Somalia, dove l'Onu ha decretato formalmente lo stato di carestia per due regioni del sud, controllate dai gruppi estremisti islamici Shabaab, che impediscono l'accesso alle organizzazioni non governative;
le principali vittime della carestia sono i bambini: dall'inizio del 2011 ne sono già morti oltre 400 per fame, con un tasso di mortalità dell'86 per cento nelle regioni centro-meridionali. Nelle regioni meridionali di Bakool e della Bassa Shabelle, la malnutrizione acuta supera il 50 per cento, con tassi di mortalità infantile superiori a 6 (su 10.000) al giorno in alcune zone. Secondo l'Unicef questa è soprattutto la carestia dei bambini: ha meno di 18 anni la metà dei 3,7 milioni di persone colpiti dall'emergenza alimentare; uno su cinque ha meno di 5 anni; circa 554.000 bambini sono oggi gravemente malnutriti;
«È vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e degli assetati» queste le parole, durante l'Angelus di domenica 31 luglio 2011, di Papa Benedetto XVI, che già il 17 luglio 2011 aveva fatto proprio l'allarme che viene dagli operatori umanitari e dalle organizzazioni internazionali che appaiono impotenti dinanzi alle dimensioni immani e crescenti della catastrofe;
il Ministro degli affari esteri Franco Frattini ha espresso la volontà del Governo di soccorrere con un grande sforzo le popolazioni colpite, sostenendo che «di fronte a drammatiche emergenze umanitarie, l'Italia è pronta a fare sino in fondo la sua parte anche come donatore. Gli aiuti ci sono, ci saranno, e consistenti. Soprattutto, si tratta di aiuti concepiti non solo per alleviare nell'immediato le sofferenze della popolazione, ma anche per contribuire a gettare le basi di un futuro sviluppo autonomo di quei Paesi». Il Ministro ha affermato altresì che è «urgente e indispensabile un corridoio umanitario e aereo per portare beni di prima necessità dove servono, sfidando, se occorre, i terroristi Shabaab, che hanno detto di non volere gli aiuti perché per loro purtroppo la vita delle persone non vale niente»;
risultano essere di circa 11 milioni di euro i fondi messi a disposizione dal Governo per il 2010-2011 per l'emergenza in Corno d'Africa;
risulta, altresì, che il Governo sarebbe in procinto di stanziare ulteriori 9 milioni di euro per effettuare interventi bilaterali di cooperazione in ambito sanitario, alimentare, idrico e agricolo a favore delle popolazioni maggiormente colpite, per finanziare le iniziative delle Agenzie Onu, in particolare quelle del programma alimentare mondiale e della Fao, volte ad alleviare le difficoltà delle popolazioni, e per rispondere alla dichiarazione delle Nazioni Unite sulla siccità in Somalia del 20 luglio 2011;
la Farnesina ha organizzato per il 2 agosto 2011 un volo umanitario con la presenza del Sottosegretario Mantica per trasportare, dalla base di Brindisi al campo di Dadaab in Kenya, dove sono ospitati profughi somali, prodotti alimentari ed aiuti di prima necessità, che verranno distribuiti tramite la Croce rossa internazionale e dall'Unhcr, e si prevede nei prossimi giorni anche un secondo volo umanitario con viveri ed aiuti diretto a Mogadiscio;
AGIRE onlus - Agenzia italiana per la risposta alle emergenze, il comitato che raggruppa autorevoli organizzazioni non governative italiane, ha avviato una campagna d'informazione e raccolta fondi con il patrocinio del Ministero degli affari esteri;
la III Commissione (Esteri) della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una risoluzione di analoghi contenuti,

impegna il Governo:

a mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali aiuti utili a fronteggiare questa emergenza-carestia, incrementando i fondi stanziati a tal fine e coinvolgendo il più possibile le associazioni della società civile;
a contribuire alla forte campagna di informazione in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana alla tragedia di luoghi e popoli con cui l'Italia ha particolari legami storici;
a incrementare lo sforzo diplomatico per dare alle popolazioni del Corno d'Africa sistemi statuali e Governi stabili e democratici.
(1-00702)
«Renato Farina, Baldelli, Nirenstein, Pianetta».

La Camera,
premesso che:
una siccità e una carestia, come non si ricordavano da oltre 60 anni, stanno mettendo in grave pericolo la vita di circa 12 milioni di persone e le zone più duramente colpite sono la Somalia, l'Etiopia, il Kenya, l'Uganda, la Repubblica di Gibuti, l'Eritrea, mentre fortemente a rischio sono il neo nato Sud Sudan e la Tanzania;
la commissaria dell'Unione europea agli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva, di ritorno da una missione in Kenya e Somalia, ha comunicato che in sede europea è stato già deciso di sbloccare da subito 27,8 milioni di euro (seguiranno altri 60 milioni, disponibili in un secondo tempo e che si aggiungeranno agli oltre 70 milioni di euro già stanziati);
anche il Programma alimentare mondiale (Pam) ha già provveduto a un primo invio di aiuti, partito dal Kenya per Mogadiscio, per portare, tra l'altro, 10 tonnellate di razioni alimentari ricche di proteine e calorie per i bambini sotto i cinque anni e ovviamente altri aerei partiranno nei prossimi giorni;
secondo le previsioni delle Nazioni Unite, entro la fine di agosto 2011, il numero di affamati in Kenya passerà dagli attuali 2 milioni e 442.000 a tre milioni e mezzo;
l'emergenza umanitaria nel Corno d'Africa è stata al centro di una riunione dei Paesi donatori, tenutasi a fine luglio 2011 a Nairobi, in Kenya. Un appuntamento deciso a Roma nella sede dell'Organizzazione per l'agricoltura e l'alimentazione (Fao) dove i rappresentanti dei 191 Paesi membri della Fao, le agenzie umanitarie e le organizzazioni non governative, convocati dalla presidenza francese di turno del G20 il 25 luglio 2011, hanno proposto le soluzioni più adatte per far fronte alla crisi del Corno d'Africa, anche se forte è stato il rammarico del presidente della Fao, Jacques Diouf, quando ha affermato: «Reagiamo solo quando c'è un'emergenza» e ha poi chiesto un «aiuto massiccio e urgente» che, alla vigilia del vertice, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aveva quantificato in 1,6 miliardi di dollari;
gli impegni concreti, però, sono rimasti nel vago o ben al di sotto del necessario. Infatti, secondo l'ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu, per coprire i bisogni del Kenya, della Somalia, dell'Etiopia e di Gibuti - valutati in 1,9 miliardi di dollari per il 2011 - mancano ancora 1,14 miliardi di dollari;
secondo molte organizzazioni non governative, invece, si è trattato di una conferenza «inesistente per lo scarso impegno delle economie più ricche e potenti», fumo negli occhi, secondo alcuni analisti africani, in quanto il business degli aiuti, hanno affermato, perpetua la dipendenza dei Paesi che non hanno risorse appetibili ai grandi capitali internazionali e che, invece, necessiterebbero di un piano di rilancio durevole dell'agricoltura locale;
ad aggravare la situazione ci sono state anche impreviste difficoltà logistiche a far arrivare gli aiuti umanitari, soprattutto in Somalia: un primo velivolo dell'agenzia dell'Onu con 14 tonnellate di viveri ad alto valore nutrizionale sarebbe dovuto partire negli stessi giorni del vertice Fao da Nairobi, ma, per non meglio precisati problemi di dogana, il volo è stato rinviato ai giorni successivi. Altri aerei sarebbero dovuti partire successivamente per Mogadiscio, per la città etiope di Dolo e quella keniota di Wajir, lungo la frontiera con la Somalia;
anche per le organizzazioni umanitarie si è reso impossibile l'accesso al Paese per l'opposizione dei miliziani di Al Shabaab, attualmente in aperta guerra con il Governo federale transitorio, anche se alla fine hanno acconsentito all'accesso delle stesse; la Somalia è il Paese più colpito e minacciato: un terzo della popolazione, circa 2,85 milioni di persone hanno bisogno urgente di aiuti umanitari. Diversi fattori hanno contribuito a rendere tale situazione ancora più precaria e pesante: una guerra ventennale che, come conseguenza, ha procurato il più massiccio esodo di profughi al mondo; la peggiore siccità degli ultimi 60 anni, in conseguenza della quale si è verificato il crollo della produzione agricola; l'aumento dei prezzi dei generi alimentari che ha reso costose le già poche provviste a disposizione; infine, la crisi economica mondiale che fatto collateralmente diminuire i fondi destinati alle organizzazioni umanitarie, anche perché si tratta di un Paese dove infuria la guerra, dove vige una situazione di anarchia e di conflitto da 20 anni, dove, oggi, ogni giorno più di tremila somali affluiscono dalle frontiere del Paese verso l'Etiopia e il Kenya;
gli aiuti della comunità internazionale si stanno concentrando comunque nei campi profughi al confine con il Kenya, in particolare il campo di Dadaab, il campo profughi più grande del mondo in territorio kenyota, quotidianamente alimentato da gente che arriva dal sud Somalia; in Etiopia, in particolare, sono 4,5 milioni le persone in stato di bisogno, soprattutto a Sud-Est, ma anche in altre zona più a Ovest, nelle diocesi di Soddo Osanna e Awassa. Inoltre, stanno arrivando centinaia di profughi dalla Somalia che si concentrano soprattutto nel campo di Dolo Odo, in Etiopia meridionale;
il nostro Paese si è attivato facendo partire un cargo della cooperazione italiana dal deposito umanitario delle Nazioni Unite a Brindisi con arrivo a Nairobi; a bordo del velivolo sono state imbarcate oltre 40 tonnellate di generi alimentari, quali riso, mais, olio vegetale, farina, zucchero, legumi e latte a lunga conservazione per contribuire a sostenere le oltre 440 mila persone presenti nei sovraffollati campi di Dadaab, stante la difficoltà di poter raggiungere direttamente i territori somali;
la comunità internazionale, però, continua ad avere difficoltà - nonostante le buone intenzioni - ad avviare il ponte aereo di aiuti alimentari del Programma alimentare mondiale per la Somalia, mentre le derrate alimentari ferme in Kenya dovrebbero essere depositate sulle piste dell'aeroporto di Mogadiscio e prese in consegna dagli uomini del fragile Governo di transizione somalo;
il 2 agosto 2011 si è svolta, presso la Commissione affari esteri del Senato l'audizione del vice direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, Amir Abdulla, che ha riferito sul massiccio intervento di emergenza dell'agenzia nella regione del Corno d'Africa. L'audizione ha coinciso con l'annuncio di un impegno dell'Italia per 3,5 milioni di euro alle operazioni del Programma alimentare mondiale in quell'enorme regione;
anche la III Commissione (affari esteri) della Camera dei deputati si è espressa sulla grave situazione in atto nel Corno d'Africa attraverso l'approvazione unanime di una risoluzione che riflette quanto già espresso in premessa;
anche il Papa è intervenuto chiedendo una mobilitazione internazionale che affronti immediatamente questa tragica emergenza umanitaria; in Kenya, oltre 3,2 milioni di persone sono colpite dalla carestia, soprattutto nel nord del Paese,

impegna il Governo:

ad adottare tutte le iniziative utili al rafforzamento dei processi di pace, soprattutto nella regione somala, e ad affrontare la grave carestia che interessa l'area con aiuti umanitari ancora più consistenti, nella direzione di quanto evidenziato in sede Fao;
a contribuire, tenendo presente che la siccità e la carestia nel Corno d'Africa rappresentano un problema endogeno e una condizione che si ripete tutti gli anni, alla realizzazione di progetti di sostegno all'agricoltura e ai sistemi di irrigazione, in grado di aiutare l'aumento della produzione e di diversificare il sostentamento con altre attività.
(1-00705)
«Evangelisti, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Di Stanislao».

La Camera,
premesso che:
sta peggiorando in modo continuo e repentino lo stato di emergenza nel Corno d'Africa con pesanti ripercussioni sull'intero territorio, soprattutto nel sud della Somalia che rischia pesantissime ripercussioni in termini di perdita di vite umane, una perdita che viene calcolata in milioni di persone, soprattutto tra le nuove generazioni e in particolare tra i bambini e i giovanissimi;
il complesso di cause definito dalla più grave crisi alimentare al mondo, la peggiore degli ultimi 20 anni in Africa, dalle conseguenze della guerra in Somalia che si protrae da molti anni e da una delle più gravi forme di siccità che dal 1950 si sono scatenate nel Corno d'Africa tra la fine del 2010 e l'inizio 2011, rendono urgente programmare una serie di iniziative di diversa natura, ma fortemente articolate tra di loro, che sono al di fuori delle possibilità delle popolazioni locali;
il mix di cause naturali, come la siccità, che ha determinato un'assoluta impossibilità di ottenere frutti di qualsiasi tipo dall'agricoltura locale, peraltro sempre molto primitiva, ha creato le condizioni di una carestia che si è andata contagiando tra tutti i Paesi limitrofi al Corno d'Africa, fino a non consentire più nessun possibile scambio di viveri e di prodotti agricoli; a questa drammatica situazione si è andata sommando la speculazione sui prezzi delle derrate alimentari, inviate da varie organizzazioni umanitarie, rendendoli assolutamente inaccessibili per una popolazione già provata da uno stato di povertà cronica;
tutta la regione del Corno d'Africa affronta questa gravissima emergenza causata da fattori di ordine naturale, esasperati però da fattori umani come la concomitante avidità e la corruzione, i cui effetti sono andati moltiplicandosi anche per la mancanza di interventi tempestivi ed efficaci;
alla siccità e alla carestia, oltre alla speculazione di persone senza scrupoli, si aggiunge anche la guerra in Somalia. La Somalia resta il contesto più difficile per l'azione internazionale di soccorso alle popolazioni del Corno d'Africa, stremate anche dal loro lungo peregrinare in cerca di cibo, non poche volte assalite e derubate di tutti i loro poverissimi averi. Il controllo esercitato sulle zone di passaggio da gruppi contrapposti in guerra tra di loro costituisce un ostacolo che la diplomazia non riesce a rimuovere, per cui diventa sempre più difficile per gli operatori umanitari raggiungere le zone dove si concentrano i più grandi flussi di profughi degli ultimi decenni verso il Kenya e l'Etiopia;
la vita di molti bambini è messa a rischio anche a causa dell'intensificarsi delle campagne di reclutamento forzato di bambini e bambine da parte dei gruppi in lotta tra di loro, che prelevano questi bambini dietro false promesse fatte alle loro famiglie, che sperano in questo modo di assicurare loro una vita migliore, almeno in termini di nutrizione ed alimentazione, oppure li rapiscono senz'altra spiegazione;
allo stato attuale, nel quadro complessivo di un'emergenza che tende ad allargarsi sempre di più, sono state localizzate tre aree a più alta necessità di aiuto: quella che riguarda i campi profughi sovraffollati di rifugiati somali in Kenya e in Etiopia, con ripercussioni che colpiscono anche le circostanti comunità locali, un'altra, più silenziosa, che sta provando duramente le popolazioni che vivono nelle aree rurali dei Paesi che sono colpite dalla siccità, e la terza che colpisce donne e bambini all'interno della Somalia, incluse le popolazioni sfollate, direttamente alle prese con gli effetti della guerra e della siccità;
il 20 luglio 2011 le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia in due regioni della Somalia meridionale, Southern Bakool e Lower Shabelle. I tassi di malnutrizione acuta, che hanno portato alla dichiarazione dello stato di carestia, in alcune aree delle due regioni raggiungono picchi del 55 per cento, con la mortalità infantile che, in alcune zone, supera i 6 decessi al giorno ogni 10.000: nelle due regioni, le persone colpite dalla carestia sono oltre 270.000;
nella sola Somalia la metà della popolazione necessita di assistenza umanitaria. In totale, in tutti i Paesi coinvolti dall'emergenza (Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti) i bambini malnutriti sono 2,34 milioni, di cui circa oltre mezzo milione in modo grave e dunque in immediato pericolo di vita;
se si considera l'intera Somalia, 1,85 milioni di bambini hanno bisogno d'assistenza immediata e oltre 780.000 sono malnutriti, di cui 340.000 in modo grave ed in immediato pericolo di vita. Il Sud ospita l'82 per cento di tutti i bambini malnutriti - circa 640.000 bambini - e il 90 per cento di quelli malnutriti in modo grave: 310.000 in imminente rischio di morte. Nel Paese, le persone che necessitano assistenza umanitaria sono 3,7 milioni - oltre la metà della popolazione - di cui 2,8 milioni nel Sud, dove i bambini che necessitano assistenza sono 1,25 milioni. Tra l'inizio del 2011 e la dichiarazione dello stato di carestia, in Somalia erano già morti più di 400 bambini, una media di 90 bambini morti ogni mese, con l'86 per cento dei decessi infantili concentrato nelle regioni centromeridionali, nonostante l'Unicef e i partner avessero già curato, nello stesso periodo, oltre 100.000 bambini affetti da malnutrizione acuta;
nella regione quasi 12,4 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria integrata di cui 3,7 milioni in Somalia, 4,8 milioni in Etiopia, 3,7 milioni in Kenya e 165.000 a Gibuti. Tutte le persone colpite sono ad alto rischio di contrarre malattie potenzialmente mortali, tra cui morbillo, diarrea acuta e polmonite, con donne e bambini tra i soggetti più a rischio, che come sempre pagano le conseguenze più gravi dell'emergenza in atto: nei Paesi coinvolti - Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti - 2,34 milioni di bambini risultano malnutriti, tra cui circa oltre mezzo milione in modo grave e dunque in immediato pericolo di vita;
l'intervento dell'Unicef è stato tempestivo, sebbene incontri gravi ostacoli nell'accesso ad alcune delle aree colpite e stia perciò negoziando con autorità locali, e chiunque controlli il territorio, la possibilità di distribuire aiuti e attuare interventi di assistenza. Nonostante gli evidenti ostacoli, l'Unicef sostiene oltre 100 organizzazioni partner, di cui 70 nel Sud, attraverso il sistema del Cluster, ossia attraverso gruppi di coordinamento cui partecipano, per ciascun settore di intervento, autorità locali, altre agenzie Onu ed organizzazioni non governative nazionali e internazionali: in Somalia, l'Unicef guida i gruppi di intervento nei settori nutrizione, acqua e igiene, istruzione e protezione dell'infanzia, erogando la quasi totalità dei servizi d'assistenza umanitaria alla popolazione, soprattutto nel Centro e nel Sud;
il 2 agosto 2011, nel corso dell'audizione alla Commissione affari esteri del Senato, presieduta dal senatore Lamberto Dini, il vice direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) Amir Abdulla ha riferito sul massiccio intervento di emergenza dell'agenzia nella regione del Corno d'Africa, evidenziando l'importante ruolo dell'Italia e il fatto che sul suo territorio vi sia la base di pronto intervento umanitario di Brindisi «modello di grande efficacia che si è cercato di replicare in altre parti del mondo per poter raggiungere più rapidamente le popolazioni colpite da crisi umanitarie»;
è stato annunciato l'impegno dell'Italia per 3,5 milioni di euro alle operazioni del Programma alimentare mondiale nel Corno d'Africa;
il 9 agosto 2011 ad Addis Abeba, come ha riferito il Presidente somalo Sharif Ahmed, si è svolta una nuova conferenza organizzata dall'Unione africana per individuare modalità concrete di aiuto alle popolazioni colpite da questa drammatica situazione di emergenza; ma nonostante la volontà dei Paesi che si dichiarano potenziali donatori, la mancanza di coordinamento rappresenta un ulteriore elemento di tensione che aggrava la situazione. Sharif Ahmed ha chiesto con urgenza l'apertura di corridoi umanitari sotto protezione militare internazionale, per assicurare che gli aiuti promessi giungano effettivamente alle popolazioni che ne hanno bisogno;
per favorire la risposta umanitaria anche gli Stati Uniti sembrano pronti ad una sospensiva delle misure previste per quanti forniscono sostegno a qualsiasi titolo, anche indirettamente ad al Shabaab, che guida le milizie radicali islamiche somale che controllano alcune delle zone più colpite dalla carestia. Fonti governative di Washington hanno riferito che non saranno perseguite le organizzazioni umanitarie che compiono in buona fede sforzi per consegnare cibo e medicinale e che per questo debbano venire a patti con i guerriglieri;
il segretario del Ministero della sicurezza interna Francis Kimemia ha dichiarato che, invece di espandere il campo di rifugiati all'interno del Kenya, si dovrebbero aprire campi in Somalia, evitando in tal modo nuovi flussi somali. Inoltre, secondo Kimemia, i campi dentro la Somalia dovrebbero essere controllati dalle forze di pace dell'Unione africana (Amisom). Purtroppo però l'Amisom non sembra in grado di attuare una simile iniziativa;
le autorità keniote, che hanno ottenuto rilevanti finanziamenti dall'Onu per estendere il campo di Dadaab, sono state accusate di guadagnare molti soldi grazie alla crisi. Sono diverse le testimonianze di rifugiati che stanno pagando non solo per passare i posti di blocco gestiti da poliziotti corrotti fuori dai campi, ma anche per essere registrati velocemente al loro arrivo nella struttura di accoglienza del Kenya;
nell'appello lanciato da Benedetto XVI per aiutare il Corno d'Africa, il Papa ha espresso una «profonda preoccupazione», auspicando che «cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini»;
si è in presenza di una catastrofe umanitaria: 10 milioni di persone sono a rischio in Kenya, Somalia, Etiopia, Gibuti e Uganda, circa 400 mila profughi sono ospitati nel campo di Dadaab che dovrebbe contenerne 90 mila e 3 mila persone ogni giorno fuggono in Kenya dall'inferno somalo,

impegna il Governo:

a intervenire sul piano diplomatico perché gli aiuti che a livello nazionale ed internazionale vengono destinati ai Paesi del Corno d'Africa possano giungere loro senza dispersioni né sovraccarichi di costi;
a sostenere la richiesta dell'Unicef che ha lanciato un appello a tutta l'industria del trasporto aereo, affinché assicuri il trasporto gratuito o fortemente scontato degli aiuti indispensabili alle popolazioni stremate dalla carestia e dalla siccità;
a mantenere gli impegni promessi nell'ambito della cooperazione internazionale per garantire aiuti concreti sul piano economico-finanziario nei confronti dei Paesi del Corno d'Africa;
a potenziare con ogni mezzo, non solo di carattere economico-finanziario, il sostegno alle organizzazioni umanitarie internazionali, finalizzato a contrastare lo stato di emergenza in continua progressione delle aree interessate;
ad adottare iniziative normative atte a semplificare e ad agevolare il sistema di adozioni internazionali a favore dei bambini del Corno d'Africa;
a sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica anche attraverso campagne d'informazione con l'obiettivo di raccogliere attraverso organizzazioni qualificate, quali la Caritas internazionale, più fondi possibili, dando alta priorità all'assistenza ai bambini;
a promuovere interventi in grado di far fronte all'emergenza dettata dall'ondata dei profughi, registrata soprattutto in Kenya, dove il campo profughi di Dadaab ha registrato durante il mese di luglio 2011 l'arrivo di 1.200 rifugiati somali al giorno;
a promuovere, anche in collaborazione con altri Paesi, politiche per l'agricoltura che permettano di sperimentare, attraverso studi e ricerche, nuove modalità di aiuto ai Paesi africani in modo più strutturale e meno episodico.
(1-00706)
«Binetti, Adornato, Enzo Carra, Buttiglione, Nunzio Francesco Testa, Calgaro, Volontè, Compagnon, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ciccanti, Naro».

La Camera,
premesso che:
in Africa orientale in questi mesi si sta verificando una delle peggiori siccità degli ultimi tempi, che coinvolge quasi 12 milioni di persone, di cui una consistente parte è rappresentata da bambini;
l'Onu ha invitato tutti i Paesi ad una solerte e solidale partecipazione alle misure di sostegno per il Corno d'Africa, dove per affrontare la carestia la stessa Organizzazione ha stimato una necessità di fondi per 1,6 miliardi di dollari;
tra le regioni più colpite c'è, in particolare, la Somalia, nella quale la siccità si è manifestata con caratteristiche tali da indurre l'Onu a dichiarare lo stato di carestia per almeno due aree del Paese. Una drammatica circostanza che insiste su un territorio già gravato da una crisi politico-militare di lunga data;
nelle aree più colpite dalla carestia le milizie integraliste islamiche Al Shabaab impediscono persino l'intervento degli aiuti umanitari, rifiutando qualsiasi forma di collaborazione con le organizzazioni umanitarie;
organizzazioni internazionali attive da anni sui territori colpiti hanno lanciato l'allarme per la popolazione, in particolar modo per quanto riguarda la Somalia, dove la situazione è catastrofica: alla mancanza di raccolti è, infatti, seguito un aumento spropositato (tra il 100 e il 200 per cento) dei prezzi di grano e altri generi alimentari fondamentali, determinando fenomeni di malnutrizione cronica e generalizzata;
il drammatico risultato di questi eventi è il fiume inesauribile di profughi, malnutriti e in condizioni igienico-sanitarie assolutamente critiche, i quali, spinti dalla fame e dalla necessità e in fuga dalla difficilissima situazione politico-militare del Paese, si dirigono verso i campi profughi situati oltre confine in regioni colpite anch'esse dalla grave siccità, come Kenya, Gibuti ed Etiopia;
la Fao ha richiesto, per gli interventi di natura urgente, 120 milioni di dollari, di cui 70 milioni sarebbero destinati al supporto della sola situazione somala;
il Governo italiano sta rispondendo a tale impegno condiviso in sede internazionale, attraverso lo stanziamento di fondi pari a 11 milioni di euro e nelle scorse settimane si è assistito all'invio dei primi voli umanitari;
alla necessità di interventi urgenti a sostegno della popolazione si aggiunge tuttavia la necessità di interventi di progettualità più estesa;
il recente aggravarsi della situazione del Corno d'Africa, a seguito di due consecutive stagioni di piogge molto scarse, insiste infatti su una condizione di criticità i cui primi allarmi da parte delle organizzazioni internazionali attive sul territorio risalgono a quasi 20 anni fa;
la cronica situazione che interessa l'area ha indotto gli osservatori internazionali a sostenere la necessità di misure strutturali e non solo emergenziali per l'area. Un impegno che la stessa Comunità europea aveva già fatto proprio con la risoluzione (P6-TA-PROV(2009)0026 B6-0033/2009) del 15 gennaio 2009 sulla situazione politica nel Corno d'Africa, includendo specifiche misure di intervento per la sicurezza regionale, la sicurezza alimentare e lo sviluppo, nonché il rispetto dei diritti umani;
tale impegno ha trovato conferma negli annunci attraverso i quali l'Unione europea, nei mesi scorsi, ha manifestato l'intento di voler potenziare l'impegno a lungo termine per le zone colpite;
la medesima Comunità europea ha stanziato, nel mese di luglio 2011, 28 milioni di euro, che si aggiungono ai 70 milioni già stanziati nel 2011 per fronteggiare la grave siccità;
una tipologia di interventi che si pone sulla linea della Banca mondiale la quale ha predisposto, al fianco di interventi di emergenza, il consistente stanziamento di fondi finalizzati a sostenere progetti di lungo termine per lo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento,

impegna il Governo:

a predisporre in tempi brevi lo stanziamento degli aiuti, sollecitati in sede internazionale, a favore dell'uscita dalla crisi dei Paesi del Corno d'Africa coinvolti nella grave carestia;
ad attivare le opportune misure di sostegno e mediazione a livello diplomatico, per sostenere e facilitare il difficile processo di pacificazione interna ed accompagnare, nel cammino di stabilizzazione e di democratizzazione, i Paesi coinvolti dalla crisi;
ad adottare le opportune misure di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, anche alla luce del profondo legame storico tra il nostro Paese e le zone colpite, sulla situazione di crisi evidenziata in premessa;
a valutare in un contesto internazionale la promozione di programmazioni multilaterali di medio e lungo periodo finalizzate alla strutturazione in sede locale di progetti di risanamento del tessuto agricolo e alimentare, di concerto con le accreditate organizzazioni non governative che si ritengano più idonee.
(1-00707)
«Di Biagio, Della Vedova».

La Camera,
premesso che:
la drammatica situazione che sta sconvolgendo il Corno d'Africa, in particolare Somalia, Kenya ed Etiopia, e che sta rapidamente estendendosi verso Burundi, Gibuti, Sud Sudan e Uganda, sta assumendo dimensioni impressionanti. Secondo gli operatori si tratta della più grande catastrofe affrontata dall'Africa negli ultimi 60 anni, un dramma che supera per gravità e portata anche la carestia che colpì l'Etiopia tra il 1984 e il 1985 e provocò un milione di morti;
l'emergenza coinvolge oltre 12 milioni di persone in Somalia, Gibuti, Etiopia e Kenya, dove la carestia ha già causato migliaia di vittime. Il tasso di mortalità è pari a due vittime al giorno e quello di malnutrizione è al 30 per cento. La Somalia è il Paese più devastato: sono 3,7 milioni le persone colpite dalla crisi, con 3,2 milioni che necessitano di assistenza immediata;
secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) sono circa mille le persone disperate che ogni giorno fuggono dalla siccità e dalla carestia che ha colpito le regioni del sud della Somalia e arrivano a Mogadiscio in cerca di aiuto. Secondo i dati dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, nel solo mese di luglio 2011, sarebbero oltre 20.000 gli sfollati che sono giunti nella capitale somala. In queste regioni la distribuzione degli aiuti umanitari da parte delle organizzazioni non governative è stata ostacolata dagli Shabaab, gruppi di estremisti islamici che controllano le zone;
continua inesorabile anche l'esodo dal Paese di rifugiati stremati dalla fame e dalla guerra. Nei campi di rifugiati a Dadaab in Kenya continuano ad arrivare circa 1.500 rifugiati somali ogni giorno. Sono 60.000 dall'inizio del 2011 e 100.000 se si considera l'intero Kenya. Il flusso di somali prosegue anche verso l'Etiopia: a Dollo Ado giungono centinaia di profughi al giorno. Da gennaio 2011 sono arrivati in 74.000. Le condizioni di sovraffollamento e le conseguenze della siccità e delle successive alluvioni che hanno colpito queste zone del Corno d'Africa hanno, pertanto, prodotto una situazione insostenibile. Le Nazioni Unite hanno anche lanciato l'allarme sui possibili rischi di contagio in alcuni campi dell'Etiopia, in particolare in quello di Dollo Ado, dove si sono verificati casi di morbillo; sono, infine, stati accertati anche casi di colera a Mogadiscio, tanto che le associazioni umanitarie temono la diffusione di un'epidemia;
in questa vicenda drammatica i soggetti più colpiti sono i bambini: secondo l'Unicef la metà dei 3,7 milioni di persone colpite dalla crisi è costituita da minori di 18 anni, con un quinto della popolazione che ha meno di 5 anni. In totale, si stima che circa 554.000 bambini siano affetti da malnutrizione grave. Secondo le valutazioni riportate dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sarebbero 10 al giorno i bambini con meno di 5 anni che muoiono nel campo profughi di Kobe a Dollo Ado. La malnutrizione resta la principale causa dell'alta mortalità, ma l'insorgenza delle epidemie rischia di aggravare il problema;
nel corso del vertice straordinario del G20 alla Fao tenutosi nel luglio 2011 per discutere le misure da adottare per affrontare la crisi del Corno d'Africa, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha dichiarato che per far fronte alla carestia in Somalia servono 1,6 miliardi di dollari,

impegna il Governo:

a chiarire la posizione dell'Italia circa gli aiuti stanziati per fronteggiare la catastrofe umanitaria che sta sconvolgendo i Paesi del Corno d'Africa, prevedendo eventuali incrementi degli stessi dovuti alla gravità e al protrarsi della crisi;
ad essere promotore di iniziative volte a mantenere alta l'attenzione e a sensibilizzare l'opinione pubblica e l'intera comunità internazionale sul dramma in atto nei Paesi africani coinvolti, attraverso conferenze, incontri e campagne di informazione;
a mantenere un canale privilegiato e di continua collaborazione con gli operatori umanitari e le organizzazioni non governative, al fine di monitorare costantemente l'evolversi della situazione.
(1-00708)
«Mosella, Lanzillotta, Pisicchio, Tabacci, Vernetti, Brugger».
(6 settembre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
la situazione nel Corno d'Africa sta sollevando enorme allarme per il rapido deteriorarsi delle condizioni economiche e politiche, con conseguenze drammatiche per la popolazione dell'area;
la grave siccità in atto in questa regione ha determinato, dopo anni di conflitti, un ulteriore drammatico peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, con pesanti conseguenze sulla sicurezza alimentare, la nutrizione, la salute e l'educazione, mentre il perdurare del conflitto impedisce anche a minimi aiuti umanitari di raggiungere la popolazione duramente colpita;
secondo i dati Onu, riferiti dalla Caritas internationalis, si tratta della peggiore siccità degli ultimi 60 anni e coinvolge 3,2 milioni di persone in Kenya, 2,6 in Somalia, 3,2 in Etiopia, 117 mila a Gibuti, ed anche parte della popolazione in Eritrea;
secondo quanto dichiarato dal Food security and nutrition analysis unit e il Famine early warming systems network, più di 3,7 milioni di somali, ossia metà della popolazione del Paese, necessita di assistenza umanitaria, mentre in alcune aree del centro-sud più della metà della popolazione è denutrita e più di un quarto è in condizioni di grave malnutrizione; dati che attualmente configurano il più alto tasso di malnutrizione a livello mondiale;
le Nazioni Unite hanno segnalato che la crisi alimentare - se non vi saranno interventi più decisi - potrebbe esplodere nelle prossime settimane in una vera e propria carestia, mentre finora la comunità internazionale avrebbe reso disponibili solo 850 milioni di dollari a fronte di esigenze stimate in 1,8 miliardi;
ad oggi la risposta dei Governi europei si è concretizzata in 60 milioni di euro da parte della Gran Bretagna, 30 milioni di euro da parte della Germania, 35 milioni di euro da parte della Norvegia - un Paese con appena 4 milioni di abitanti - 12 milioni da parte della Spagna e 20 milioni per conto del Brasile, mentre da informazioni a mezzo stampa il contributo dell'Italia sembra essere ancora largamente inferiore agli impegni presi e al ruolo che il nostro Paese dovrebbe giocare nell'area;
in base alle previsioni fatte da organizzazioni non governative e network internazionali, in mancanza di un intervento immediato, le condizioni sono destinate a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi, anche in considerazione del fatto che gli ospedali locali non riescono a coprire tutte le necessità di sanità di base, e già tra l'aprile e il maggio del 2011 sono state interrotte le forniture di servizi sanitari a causa dell'instabile situazione politica;
le vittime più esposte, all'interno della popolazione, sono, soprattutto, i bambini, con due milioni di bambini in stato di necessità, dei quali mezzo milione in pericolo di vita secondo i dati Unicef;
il perdurante stallo delle iniziative di pace nell'area, anche alla luce delle difficoltà in cui si muovono le iniziative governative e internazionali di pace e stabilizzazione, unito ai drammatici effetti determinati dalla siccità in corso - che attualmente coinvolgono undici milioni di persone in tutta l'area - stanno trasformando la situazione nel Corno d'Africa in una vera e propria emergenza umanitaria dalle conseguenze incalcolabili, che sta, peraltro, destabilizzando indirettamente anche i Paesi vicini, a causa del continuo afflusso di profughi; l'improvvisa pressione di persone in fuga sui confini, infatti, sta rapidamente facendo salire il prezzo dei generi alimentari, che in alcune aree è aumentato addirittura del 100-200 per cento, mentre la loro disponibilità si va riducendo di giorno in giorno;
nel campo di Dadaab, in Kenya, ad esempio, si affollano oggi più di 400.000 persone ma ogni giorno giungono dalla Somalia e dall'Etiopia migliaia di nuovi profughi, esausti per il lungo cammino e per la sete, mentre una forte mobilitazione internazionale è stata sollecitata nell'area in più occasioni anche da Papa Benedetto XVI, al fine di affrontare questa tragica emergenza umanitaria;
particolare preoccupazione, all'interno del quadro regionale, sorge in merito alla situazione in Somalia, che risulta essere uno dei Paesi più colpiti e bisognoso di aiuti umanitari, mentre l'opposizione dei miliziani di Al Shabaab, attualmente in aperto conflitto con il Governo federale transitorio, ha reso a lungo impossibile l'accesso al Paese anche per le organizzazioni umanitarie;
appare dunque urgente, quanto prima, un deciso intervento della comunità internazionale sul piano politico-diplomatico, volto a ristabilire innanzitutto quelle condizioni minime che possano consentire l'arrivo di aiuti umanitari e che, fronteggiata l'emergenza, possano porre le basi per elaborare un piano di sviluppo economico, politico e sociale a livello regionale;
a tal fine, appare necessario in prospettiva un deciso coinvolgimento di tutti gli attori politico-istituzionali coinvolti nell'area, nonché della società civile organizzata, rendendola partecipe dei processi avviati e coinvolgendo le organizzazioni italiane, internazionali e locali più influenti nel tessuto sociale di Somalia, Eritrea, Etiopia, Kenya e Sudan;
è, altresì, auspicabile che lo sforzo di rispondere alle emergenze in Corno d'Africa fin qui sostenuto dall'agenzia italiana Agire onlus - un comitato che riunisce alcune autorevoli organizzazioni non governative italiane - venga fortemente sostenuto dall'azione del Governo;
nel mese di luglio 2011 la III Commissione della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una risoluzione di analoghi contenuti,

impegna il Governo:

ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile nelle opportune sedi internazionali, al fine di ripristinare con urgenza quelle condizioni politico-diplomatiche minime nell'area del Corno d'Africa che permettano agli aiuti umanitari di raggiungere le popolazioni colpite;
ad adottare ogni iniziativa utile nelle opportune sedi internazionali al fine di convocare una conferenza regionale di pace, non appena le condizioni lo renderanno possibile, che coinvolga tutti gli attori regionali interessati, la parte della società civile organizzata e tutte le organizzazioni italiane, internazionali e locali più influenti nel tessuto sociale di Somalia, Eritrea, Etiopia, Kenya e Sudan, al fine di costruire iniziative volte al rafforzamento dei processi di pace e ad elaborare un progetto di sviluppo economico e istituzionale, tale da risollevare in parte le drammatiche condizioni della popolazione di questa regione;
ad adottare ogni iniziativa utile al fine di fornire contributi economici aggiuntivi, al pari di quanto fatto dagli altri Paesi europei, nonché di mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali come l'Unicef e Caritas internationalis mezzi, vettovaglie e personale volti a fronteggiare l'emergenza, anche sostenendo una forte campagna di informazione per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana alla tragedia in atto in quei luoghi, verso i quali l'Italia vanta legami e responsabilità storiche.
(1-00709)
«Tempestini, Touadi, Maran, Villecco Calipari, Pistelli, Narducci, Barbi, Mogherini Rebesani, Sarubbi, Bucchino».
(6 settembre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)