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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 518 di mercoledì 14 settembre 2011

Pag. V

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 11,20.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono cinquantanove.

La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

Seguito della discussione del disegno di legge S. 2887, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 138 del 2011: Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (approvato dal Senato) (A.C. 4612).

Nella seduta del 13 settembre 2011 il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia)

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-MAIE). Nell'esprimere un giudizio risolutamente negativo sull'operato del Governo, improntato ad improvvisazione e pressappochismo, dichiara che la sua componente politica negherà la fiducia all'Esecutivo, auspicando le dimissioni del Presidente del Consiglio ed il conseguente avvio di una nuova fase politica.

SIEGFRIED BRUGGER (Misto-Min.ling.). Ricordata la drammatica situazione in cui versa l'economia italiana, stigmatizza le inefficaci e contraddittorie scelte di politica economica compiute dal Governo, ritenendo del tutto prioritario abbattere il debito pubblico e varare misure a favore della crescita. Giudicata quindi non convincente ed iniqua la manovra economica in esame, dichiara che la sua componente politica negherà la fiducia all'Esecutivo.

FRANCESCO NUCARA (Misto-R-A). Dichiara che la sua componente politica accorderà la fiducia al Governo sulla manovra economica, che giudica tuttavia insufficiente a garantire la tenuta dell'economia del Paese.

CARMELO LO MONTE (Misto-MpA-Sud). Nel sottolineare preliminarmente l'incapacità dimostrata dai Governi succedutisi negli ultimi decenni di valorizzare le risorse umane e territoriali, in particolare nel Mezzogiorno, che è stato oggetto di scelte gravemente penalizzanti, dichiara che la sua componente politica non concederà Pag. VIla fiducia all'Esecutivo, atteso che la rigorosa manovra economica in esame appare territorialmente sbilanciata e priva di elementi perequativi.

LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Nel dichiarare che la sua componente politica negherà la fiducia ad un Governo che non appare più credibile a livello nazionale ed internazionale, stigmatizza l'operato del Ministro Tremonti, incapace di varare riforme strutturali in grado di migliorare la situazione economica del Paese. Nel lamentare altresì la scelta dell'Esecutivo di ricorrere allo strumento fiduciario, rifiutando ogni confronto con l'opposizione, sottolinea l'atteggiamento responsabile assunto dal Terzo Polo per consentire la celere approvazione di una manovra che reca tuttavia misure non condivisibili.

MASSIMO DONADI (IdV). Nell'attribuire al Presidente del Consiglio la totale responsabilità politica della gravissima situazione dell'economia italiana, gestita dai Governi di centrodestra in maniera superficiale ed irresponsabile, ritardando colpevolmente e per fini propagandistici ogni intervento volto a porre il Paese al riparo dalle conseguenze dalla crisi internazionale, sottolinea che la manovra in esame è basata prevalentemente sull'incremento della tassazione anziché sulla riduzione della spesa pubblica. Denunciata quindi l'assenza di misure incisive per l'abbattimento dei costi della politica nonché per un deciso contrasto alla corruzione e il rilancio dell'economia italiana, invita il Presidente del Consiglio a rassegnare le dimissioni, consentendo all'Italia di guardare al futuro con maggiori speranze e recuperare quella dignità gravemente lesa a livello internazionale.

ANTONINO LO PRESTI (FLpTP). Lamentata preliminarmente l'assenza del Presidente del Consiglio, il cui stile di vita lo ha peraltro delegittimato dinanzi all'opinione pubblica e alle istituzioni, sottolinea l'inadeguatezza delle misure varate dal Governo per fronteggiare la grave crisi economica in atto. Rileva altresì che la manovra economica in esame produrrà un incremento della tassazione, impedirà il miglioramento dell'erogazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali e penalizzerà in particolare i soggetti più deboli e disagiati, sottolineando inoltre l'insufficienza delle disposizioni volte a contrastare l'evasione fiscale. Invita, pertanto, il Presidente del Consiglio a rassegnare le dimissioni.

VINCENZO D'ANNA (PT). Ricordate le cause internazionali sottese alla crisi in atto, ritiene che la debolezza dell'economia italiana sia correlata all'ingente debito pubblico del Paese, prodotto da precedenti compagini governative che utilizzavano impropriamente lo strumento della spesa pubblica, giudicando peraltro del tutto prioritario varare riforme strutturali e concrete liberalizzazioni al fine di addivenire ad una reale economia di mercato. Dichiara quindi che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, auspicando che, nel prosieguo della legislatura, il Presidente del Consiglio possa realizzare le promesse elettorali assunte nei confronti degli italiani.

GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP). Nel sottolineare preliminarmente che i rischi che corre oggi il nostro Paese sono dovuti non solo alla crisi internazionale, ma anche alle pessime scelte compiute dall'attuale Governo, che ha spesso minimizzato, anche per interessi di parte, la portata e la gravità della situazione ed ha varato misure inidonee a soddisfare gli interessi del Paese, come i tagli lineari, evidenzia che la manovra economica in esame, riducendo i servizi erogati ai cittadini, si ripercuoterà inevitabilmente sulle fasce più deboli della popolazione. Nel denunciare altresì l'assenza di riforme strutturali anche nel settore previdenziale e di misure per il contenimento dei costi della politica, come la riduzione delle province, e per il rilancio dell'economia, a partire dalle liberalizzazioni, invita il Presidente del Consiglio a compiere un passo indietro, consentendo la formazione di un Governo di responsabilità nazionale.

Pag. VII

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel sottolineare l'atteggiamento responsabile del Governo e della maggioranza nell'affrontare con prontezza la grave crisi economica in atto, giudica irresponsabili e opportuniste le posizioni sostenute dalle forze di opposizione (Dalle tribune riservate al pubblico viene esposto uno striscione recante la scritta «Basta Lega, Basta Roma, Basta tasse», che il Presidente invita a rimuovere).

PRESIDENTE. Sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,26.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Sottolineata, quindi, l'efficacia delle misure contenute nella manovra economica in esame, con particolare riferimento all'obiettivo del pareggio di bilancio e al taglio dei costi della politica, invita il Governo a proseguire nella sua azione riformatrice di stampo liberale e federalista, nell'interesse del Paese.

WALTER VELTRONI (PD). Richiamati i rischi per il futuro del Paese e della stessa Europa, sottolinea le responsabilità politiche del Governo e del Presidente del Consiglio in una situazione economica che potrebbe degenerare nella recessione, rilevando altresì l'atteggiamento responsabile dell'opposizione, che ha consentito l'approvazione di due manovre economiche non condivisibili. Nel reputare quindi del tutto prioritario varare riforme strutturali ampiamente condivise dalle forze politiche, contrastando in particolare l'insicurezza e la precarietà che pervadono il mondo giovanile, ritiene necessario che il Presidente del Consiglio rassegni le dimissioni nell'interesse nazionale; ribadisce infine l'opportunità di istituire un Esecutivo caratterizzato da un ampio sostegno parlamentare, modificare l'attuale legge elettorale e permettere ai cittadini di indicare con il voto i propri rappresentanti in Parlamento.

FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Nel ricordare che la razionalizzazione del sistema delle province e la riduzione del numero dei parlamentari richiedono riforme costituzionali come quella già varata dal centrodestra e bocciata dal referendum voluto dalla sinistra, reputa contraddittorie talune critiche rivolte al Governo, il quale secondo alcuni avrebbe sottovalutato la crisi mentre secondo altri sarebbe intervenuto con misure eccessivamente rigorose. Nell'osservare quindi che l'attuale crisi internazionale trae origine da una finanziarizzazione non regolamentata delle economie capitalistiche occidentali, che rappresentavano la risposta al preesistente dirigismo statale, giudica paradossali talune tesi del centrosinistra, reputando non praticabile l'ipotesi di un Esecutivo di emergenza, atteso che una eventuale crisi di Governo rappresenterebbe un salto nel buio dovuto all'assenza di punti di convergenza tra destra e sinistra. Denuncia infine con forza un inaccettabile uso politico della giustizia dovuto alla vicinanza tra talune aree politiche e certi settori della magistratura.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato MARCO BELTRANDI (PD).

PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

PRESIDENTE. Comunica il risultato della votazione:
Presenti e votanti 618
Maggioranza 310
Hanno risposto 316
Hanno risposto no 302

(La Camera approva).

Pag. VIII

Avverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantotto.

Sull'ordine dei lavori.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Ricorda la figura di Walter Bonatti, importante esponente dell'alpinismo italiano, recentemente scomparso.

Si riprende la discussione.

(Trattazione degli ordini del giorno)

PRESIDENTE. Dà conto degli ordini del giorno dichiarati inammissibili dalla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 29).

MANLIO CONTENTO (PdL). Giudica non condivisibile la declaratoria di parziale inammissibilità del suo ordine del giorno n. 129.

PRESIDENTE. Richiama le ragioni per le quali conferma le determinazioni assunte della Presidenza relativamente all'ordine del giorno Contento n. 129.

ROBERTO MORASSUT (PD). Manifesta sorpresa per la declaratoria di inammissibilità del suo ordine del giorno n. 19, che giudica non condivisibile.

PRESIDENTE. Precisa che l'ordine del giorno Morassut è stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia.

GABRIELE CIMADORO (IdV). Si associa alle considerazioni espresse dal deputato Contento, giudicando pienamente condivisibile l'ordine del giorno da lui presentato, che dichiara di voler sottoscrivere.

PRESIDENTE. Ribadisce le ragioni della parziale inammissibilità dell'ordine del giorno Contento n. 129.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Riterrebbe opportuno un più attento vaglio della Presidenza su norme proposte dal Governo che incidono sull'autonomia di organi costituzionali.

PRESIDENTE. Conferma la correttezza dell'operato della Presidenza in merito all'ordine del giorno Contento n. 129.

MARIO TASSONE (UdCpTP). Esprime perplessità sulla pronuncia di inammissibilità del suo ordine del giorno n. 181.

PRESIDENTE. Conferma la declaratoria di inammissibilità per estraneità di materia dell'ordine del giorno Tassone n. 181.

Intervengono per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP), MASSIMO VANNUCCI (PD), LORENZO RIA (UdCpTP), FEDERICO PALOMBA (IdV), ANGELO COMPAGNON (UdCpTP), LUCIA CODURELLI (PD), DAVID FAVIA (IdV), MICHELE POMPEO META (PD), ANITA DI GIUSEPPE (IdV) e GIUSEPPE GIULIETTI (Misto).

ANTONIO BORGHESI (IdV). Dichiara di voler sottoscrivere l'ordine del giorno Giulietti n. 30.

Intervengono altresì per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati GABRIELE CIMADORO (IdV) e IVANO STRIZZOLO (PD).

Pag. IX

CARLO MONAI (IdV). Dichiara di voler sottoscrivere l'ordine del giorno Strizzolo n. 165.

Intervengono altresì per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati MARIO PEPE (Misto-R-A), MASSIMO POLLEDRI (LNP), MARCO ZACCHERA (PdL), TERESIO DELFINO (UdC), FRANCESCO BARBATO (IdV), MARILENA SAMPERI (PD), MASSIMO MARCHIGNOLI (PD), DONATO RENATO MOSELLA (Misto-ApI) e GIANNI FARINA (PD).

PRESIDENTE. Avverte che, non essendovi obiezioni, gli ordini del giorno di contenuto identico o sostanzialmente identico saranno posti in votazione congiuntamente, per evitare voti discordanti o effetti preclusivi o di assorbimento.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Accetta, purché riformulati, gli ordini del giorno Commercio n. 22, Oliveri n. 23, Giulietti n. 30, Gianni n. 37, Grassano n. 42, Lehner n. 43, Burtone n. 49, Nicco n. 57, Cuomo n. 58, Di Giuseppe n. 59, Piffari n. 60, Monai n. 62, Cimadoro n. 63, Paladini n. 65, Aniello Formisano n. 66, Porcino n. 67, Barbato n. 68, Leoluca Orlando n. 70, Rota n. 71, Borghesi n. 72, Favia n. 75, Zazzera n. 76, Palagiano n. 77, Donadi n. 78, Mura n. 79, Evangelisti n. 80, Trappolino n. 81, Graziano n. 82, Pini n. 87, Giorgio Conte n. 96, Brandolini n. 111, Servodio n. 112, Tullo n. 116, Rugghia n. 120, Lovelli n. 135, Valducci n. 197 e Nizzi n. 199.
Accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Germanà n. 5, Aracu n. 20, Barani n. 32, D'Anna n. 38, Pisacane n. 44, Ruvolo n. 46, Mazzuca n. 54, Brugger n. 56, Di Pietro n. 61, Di Stanislao n. 73, Di Biagio n. 90, Margiotta n. 99, Ferranti n. 101, Madia n. 105, Mattesini n. 107, Schirru n. 108, Zucchi n. 113, Sani n. 114, Agostini n. 115, Bucchino n. 125, Garavini n. 127, Garagnani n. 134, Meta n. 136, Zamparutti n. 141, Farina Coscioni n. 143, Bernardini n. 144, Reguzzoni n. 152, Caparini n. 154, Consiglio n. 155, Crosio n. 156, Dal Lago n. 157, Forcolin n. 158, Montagnoli n. 161, Zeller n. 162, Strizzolo n. 165, Stagno d'Alcontres n. 166, Pagano n. 168, Vincenzo Antonio Fontana n. 169, Laganà Fortugno n. 170, Raisi n. 171, Binetti n. 174, Rao n. 177, Scanderebech n. 179, Mantini n. 180, Calgaro n. 186, Capitanio Santolini n. 187, Mondello n. 190 e Miotto n. 191.
Accoglie come raccomandazione, purché riformulati, gli ordini del giorno Marmo n. 36 e Marchignoli n. 50; accetta infine i restanti ordini del giorno.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica improprio lo snaturamento della fase dell'esame degli ordini del giorno, in particolare nel corso dell'esame di provvedimenti d'urgenza sui quali il Governo pone la questione di fiducia, lamentando altresì che i suddetti documenti di indirizzo vengano sostanzialmente disattesi dall'Esecutivo.

ROBERTO OCCHIUTO (UdCpTP). Parlando sull'ordine dei lavori, reputa non serio l'atteggiamento del Governo in sede di espressione del parere sugli ordini del giorno, che denota scarsa considerazione e superficialità nei confronti del predetto istituto.

PRESIDENTE. Ritiene che, a parte le valutazioni di carattere politico, il Parlamento possa verificare la cosiddetta attuazione degli indirizzi forniti al Governo.

Intervengono i deputati ROBERTO GIACHETTI (PD) e ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO (Misto-MpA-Sud), il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che accetta l'ordine del giorno Commercio n. 22, il deputato FRANCESCO BARBATO (IdV), che non accetta la riformulazione proposta Pag. Xdel suo ordine del giorno n.68, nonché il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Barbato n. 68.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Barbato n. 68.

Intervengono i deputati LEOLUCA ORLANDO (IdV), che accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 70, FEDERICO PALOMBA (IdV) e DAVID FAVIA (IdV), che accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 75.
La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Favia n. 75, nel testo riformulato.

Intervengono il deputato ANTONIO PALAGIANO (IdV) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che propone una nuova riformulazione dell'ordine del giorno Palagiano n. 77, accettata dal presentatore, e rende precisazioni su ulteriori riformulazioni proposte. Intervengono, quindi, il deputato ALDO DI BIAGIO (FLpTP) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che accetta l'ordine del giorno Di Biagio n. 90. Interviene, altresì, il deputato CESARE DAMIANO (PD).

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Damiano n. 103.

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Madia n. 105.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Madia n. 105.

Intervengono i deputati ROBERTO GIACHETTI (PD) e AMALIA SCHIRRU (PD).

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Schirru n. 108.

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sugli ordini del giorno Zucchi n. 113, Sani n. 114 e Agostini n. 115.

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva gli ordini del giorno Zucchi n. 113, Sani n. 114 e Agostini n. 115.

Intervengono i deputati MARIO TULLO (PD) e ANTONIO RUGGHIA (PD) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che accetta gli ordini del giorno Tullo n. 116 e Rugghia n. 120. Intervengono, altresì, il deputato ROBERTO GIACHETTI (PD), nonché il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sugli ordini del giorno Bucchino n. 125 e Garavini n. 127.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Bucchino n. 125.

Intervengono i deputati FRANCO NARDUCCI (PD) e LAURA GARAVINI (PD).

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Garavini n. 127.

Intervengono il deputato MARIO LOVELLI (PD) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sugli ordini del giorno Lovelli n. 135 e Meta n. 136.

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva gli ordini del giorno Lovelli n. 135 e Meta n. 136.

Pag. XI

Intervengono il deputato MAURIZIO TURCO (PD) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Farina Coscioni n. 143.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 143.

Intervengono il deputato RITA BERNARDINI (PD) e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Bernardini n. 144.

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva gli ordini del giorno Bernardini n. 144, Quartiani n. 164, Strizzolo n. 165 e Raisi n. 171.

Interviene il deputato PAOLA BINETTI (UdCpTP).

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva gli ordini del giorno Binetti n. 174 e Rao n. 177.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ALBERTO GIORGETTI, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Miotto n. 191.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Miotto n. 191.

(Dichiarazioni di voto finale)

DANIELA MELCHIORRE (Misto-LD-MAIE). Dichiara il voto contrario della sua componente politica sulla manovra economica del Governo, che giudica iniqua e fondata su un intollerabile aumento della pressione tributaria, che determinerà effetti recessivi senza recare alcun sostegno alla crescita né alcuna seria azione di contrasto all'evasione fiscale.

ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Nel ritenere non convincente ed iniqua la manovra in esame, che colpisce in particolare gli enti territoriali e il comparto agricolo già in palese difficoltà, dichiara il voto contrario della sua componente politica.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Auspica l'avvio di riforme strutturali che garantiscano, tra l'altro, maggiore coesione nazionale, manifestando apprezzamento per la manovra economica in esame.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO (Misto-MpA-Sud). Osservato che il Governo ha a lungo irresponsabilmente sottovalutato la serietà della crisi economico-finanziaria in atto, aggravando, con la perdita della credibilità internazionale del Paese, le turbolenze dei mercati e la speculazione finanziaria nei confronti dell'Italia, dichiara il voto contrario della sua componente politica su una manovra economica che giudica iniqua, recessiva e penalizzante per le fasce sociali e le aree più deboli del Paese.

BRUNO TABACCI (Misto-ApI). Nel ritenere che il Governo abbia commesso un grave errore nel sottovalutare la portata della crisi in atto, sottolinea la necessità di avviare riforme strutturali e non procedere a tagli lineari, che penalizzano soprattutto gli enti locali. Evidenzia, infine, la scarsa credibilità dell'Esecutivo ed, in particolare, del Presidente del Consiglio.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Sottolinea che il Paese reale e le istituzioni europee hanno dimostrato con evidenza la loro sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio Berlusconi, che ha gestito il proprio potere per fini esclusivamente personali, divenendo complice della disfatta del Paese. Rilevata inoltre la perdita di coesione della maggioranza, così come dimostrato delle contestazioni Pag. XIIespresse nei confronti della Lega, sottolinea la totale perdita di credibilità dell'Esecutivo, il cui operato ha causato una tale gravosa crisi economica e finanziaria. Dichiara pertanto la netta contrarietà del suo gruppo alla manovra in esame, paventando il rischio di una vera e propria rivolta sociale in un Paese così duramente provato.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Sottolineato l'atteggiamento di responsabile collaborazione assunto dalle opposizioni durante l'iter parlamentare della manovra economica in esame, stigmatizza le argomentazioni in senso contrario rese dal Presidente del Consiglio. Esprime quindi un giudizio nettamente critico sull'impianto della manovra finanziaria, segnatamente manifestando forte perplessità sulla quantificazione delle nuove entrate e degli ulteriori tagli alla spesa pubblica ivi previsti, evidenziando altresì la concreta aspettativa dei mercati finanziari verso ulteriori gravose misure per conseguire il pareggio di bilancio. Lamentata inoltre la sostanziale chiusura del Governo alle proposte realistiche e concrete avanzate dalla sua parte politica, ascrive alla responsabilità dell'Esecutivo e della maggioranza la perdita di affidabilità del Paese nella delicata congiuntura economica continentale. Dichiara pertanto il convinto voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame e manifesta l'indisponibilità della sua parte politica a consentire l'approvazione di ulteriori analoghe manovre correttive di finanza pubblica.

SILVANO MOFFA (PT). Nel sottolineare che le complesse e molteplici cause della crisi economica in atto non possono indurre, se non per ragioni di speculazione politica, ad attribuire la relativa responsabilità al Governo e al Presidente del Consiglio, denunzia la carenza di contenuti programmatici delle forze di opposizione. Nel prospettare, inoltre, una più incisiva azione politica dell'Unione europea, scevra da logiche meramente finanziarie e monetarie, ritiene che le misure contenute nella manovra in esame siano ispirate all'esigenza di stabilizzare i mercati finanziari, auspicando infine l'adozione di un patto per la crescita in un clima di dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione.

PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP). Nel rivendicare il grande senso di responsabilità manifestato dalle opposizioni consentendo il sollecito iter approvativo di manovre economiche non condivise nei contenuti e nella tempistica, stigmatizza le deleterie dichiarazioni rese in senso contrario dal Presidente del Consiglio nelle sedi europee, che a suo avviso rivelano assenza di amor patrio. Rilevate, quindi, le contraddittorie e ondivaghe posizioni assunte dall'Esecutivo nel varo delle reiterate manovre economiche estive, riconducibili a colpevoli dissidi interni alla maggioranza, stigmatizza altresì l'intenzione iniziale di rinviarne gli effetti posticipandone la copertura alla successiva legislatura. Espressa, quindi, netta contrarietà ai tagli lineari alla spesa pubblica, che si tradurranno nella riduzione dei servizi pubblici essenziali e di quelli sociali, ritiene necessaria una nuova fase politica, considerando il Governo in carica responsabile della perdita di credibilità del Paese.

MASSIMO BITONCI (LNP). Sottolineato come il Governo sia stato costretto a varare la manovra aggiuntiva in esame a causa della drammatica evoluzione della crisi finanziaria, che ha richiesto una risposta tempestiva alla turbolenza sui mercati, reputa necessario approntare idonee misure per contrastare le deleterie manovre speculative. Richiamato altresì il giudizio positivo sul decreto-legge in discussione espresso dalle competenti autorità europee, stigmatizza le affermazioni rese in senso contrario dalle opposizioni, rammentando la disponibilità manifestata dal Governo e dalla maggioranza a modificare e migliorare il testo della manovra. Richiama quindi i contenuti salienti del provvedimento d'urgenza in esame, ribadendo Pag. XIIIla contrarietà della sua parte politica ad un aggravamento del regime pensionistico ed evidenziando la necessità di contrastare l'evasione fiscale e contenere i costi della politica. Dichiara quindi il voto favorevole del suo gruppo.

DARIO FRANCESCHINI (PD). Nel ritenere dannosa per l'interesse del Paese la permanenza in carica dell'Esecutivo guidato dal Presidente del Consiglio Berlusconi, alla cui immagine internazionale reputa riconducibili gravi ricadute sugli equilibri economico-finanziari della Nazione, manifesta la disponibilità del Partito Democratico alla costituzione di un nuovo e autorevole Governo di transizione. Rivendicato, quindi, il senso di responsabilità istituzionale mostrato dalle opposizioni nel consentire la sollecita approvazione di manovre inique e confuse, osserva che l'Esecutivo, pur di non affrontare la discussione delle poche proposte emendative dell'opposizione, ha preferito ritardare l'iter approvativo del provvedimento in esame ponendo la questione di fiducia. Stigmatizzate, infine, le irresponsabili dichiarazioni contro l'opposizione rese dal Premier dinanzi alle autorità europee, esprime netta contrarietà alla manovra economica in discussione, sottolineandone l'iniquità fiscale, i deleteri effetti sul mercato del lavoro e sulle relazioni industriali, l'ingiusta penalizzazione dei contribuenti onesti, dei pubblici dipendenti e degli enti locali, nonché l'assenza di misure a sostegno della crescita e di riforme strutturali.

MASSIMO ENRICO CORSARO (PdL). Giudicate meramente strumentali e contraddittorie le argomentazioni critiche sostenute dall'opposizione di centrosinistra in merito all'approccio del Governo alla drammatica crisi economico-finanziaria in corso, richiama i contenuti salienti e le linee guida della manovra in esame, sottolineando come diverse misure da essa recate siano state fortemente auspicate dalla minoranza. Rammentato quindi il proficuo operato del Governo per contrastare l'evasione fiscale, ribadisce l'impegno della maggioranza nel sostenere l'Esecutivo lungo il difficile percorso di stabilizzazione economica, reso tuttora gravoso dal pesante debito pubblico ereditato dalle precedenti amministrazioni della finanza pubblica.

Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati MAURIZIO IAPICCA (Misto) e ANTONIO MARTINO (PdL).

La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge di conversione n. 4612.

Sull'ordine dei lavori.

Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati LUDOVICO VICO (PD) e MANUELA DI CENTA.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

Interviene per sollecitare la risposta ad un suo atto di sindacato ispettivo il deputato GIANNI MANCUSO (PdL).

Discussione del disegno di legge: Codificazione in materia di pubblica amministrazione (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 3209-bis-B).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

ANDREA ORSINI (PT), Relatore. Richiamato l'iter del disegno di legge in discussione, illustra le modifiche apportate Pag. XIVdal Senato al testo già approvato dalla Camera. Sottolineata, quindi, la rilevanza delle misure in esso contenute, ispirate a principi di libertà, democrazia e semplificazione, ne auspica la sollecita approvazione.

ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

DAVID FAVIA (IdV). Espresso un giudizio negativo sulla cospicua riduzione della portata normativa del provvedimento in discussione, composto ormai da un unico articolo recante delega al Governo per la codificazione delle disposizioni vigenti in diverse materie riguardanti la pubblica amministrazione, manifesta perplessità in ordine al contenuto della suddetta delega, con la quale si attribuisce al Governo la facoltà di eliminare anomalie e discrasie normative in assenza di consolidati orientamenti giurisprudenziali.

SIMONE BALDELLI (PdL). Nel sottolineare la valenza strategica del provvedimento in discussione, che delega il Governo ad emanare testi unici in tema di pubblica amministrazione, evidenzia, tra l'altro, l'importanza di una organizzazione sistematica e di un coordinamento della disciplina vigente in materia per consentire una più efficace attuazione delle norme. Auspica quindi la sollecita approvazione del disegno di legge.

MARIO TASSONE (UdCpTP). Richiamati i pregressi tentativi di pervenire ad una apprezzabile riorganizzazione della pubblica amministrazione, ne giudica insoddisfacenti i risultati, segnatamente in termini di semplificazione e di tutela effettiva delle posizioni giuridiche soggettive dei cittadini. Sottolineata quindi la necessità di un proporzionale allineamento delle regioni ai principi cardine che si intendono introdurre nelle amministrazioni statali, manifesta perplessità attorno ai contenuti del provvedimento in discussione.

ORIANO GIOVANELLI (PD). Evidenziata la portata residuale del disegno di legge in discussione, a seguito dello stralcio di numerose disposizioni dal testo originario, sottolinea la necessità di procedere ad una riforma organica della materia riguardante la pubblica amministrazione. Manifestato, quindi, un giudizio critico sulla delega conferita al Governo, preannunzia che il suo gruppo non esprimerà un voto favorevole sul provvedimento.

MARIA PIERA PASTORE (LNP). Richiamati i contenuti salienti del provvedimento in discussione, ne sottolinea l'applicabilità a tutte le amministrazioni pubbliche e non solo a quella dello Stato, rammentando la rilevanza del previsto intervento di codificazione nel processo di semplificazione amministrativa.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Commercializzazione del metano per autotrazione (A. C. 2172 ed abbinate-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

ALBERTO TORAZZI (LNP), Relatore. Illustra gli aspetti salienti del testo unificato in discussione, con particolare riferimento alle positive ricadute economiche e ambientali della commercializzazione del metano per autotrazione e della diffusione della rete di distribuzione del medesimo carburante. Rilevato, al riguardo, che la tecnologia del metano è prevalentemente italiana, preannunzia la presentazione di Pag. XVun emendamento della Commissione volto a consentire l'uso di tale combustibile anche per l'autotrazione dei veicoli con maggiore peso a vuoto, in conformità alle normative europee. Precisa, infine, che il provvedimento in esame reca misure agevolative per gli investimenti ed incentivi alla ricerca applicata.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

GABRIELE CIMADORO (IdV). Rammentato il contributo del suo gruppo durante l'iter in Commissione del provvedimento in discussione, ne sottolinea la particolare rilevanza.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

GABRIELE CIMADORO (IdV). Evidenziata quindi la portata delle misure recate dal testo unificato in esame, sia in termini di efficienza energetica sia sul piano della sostenibilità ambientale, manifesta perplessità in ordine alla copertura finanziaria del provvedimento, che giudica esigua.

ELISA MARCHIONI (PD). Sottolineata la valenza economica ed ecologica del testo unificato in discussione, che potrà contribuire ad una positiva riduzione dell'impatto ambientale dell'inquinamento autocombustibile, con particolare riferimento alla diffusione delle polveri sottili e all'effetto serra, si sofferma sulle deleghe conferite al Governo per lo sviluppo della rete di distribuzione del metano, con la previsione di nuovi punti di riferimento, anche self service, e di erogatori multiprodotto. Richiamate, quindi, le competenze delle regioni nella redazione e attuazione dei piani di sviluppo della predetta rete di distribuzione, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

RAFFAELLO VIGNALI (PdL). Sottolineata la rilevanza del provvedimento in discussione ai fini della riduzione delle emissioni di gas tossici e di una maggiore efficienza energetica, richiama le economie di scala conseguenti ad un efficace utilizzo della rete di distribuzione del metano. Nel ricordare quindi gli aspetti salienti del testo unificato in esame ed il suo proficuo iter in Commissione, sottolinea la necessità di prevedere appropriate incentivazioni all'acquisto di autoveicoli alimentati a gas.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Giovedì 15 settembre 2011, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 111).

La seduta termina alle 21,15.