XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 657 di mercoledì 27 giugno 2012
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
La seduta comincia alle 9,35.
La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.
I deputati in missione sono cinquantasette.
Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.
Seguito della discussione del disegno di legge S. 3249: Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro (approvato dal Senato) (A.C. 5256).
Nella seduta del 26 giugno 2012 sono stati approvati gli articoli 1 e 2 del disegno di legge, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo aveva posto la questione di fiducia.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo 3)
CARLO MONAI (IdV). Nel sottolineare che l'ennesimo ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo risulta motivato dall'esigenza di esibire, nel prossimo vertice europeo, una riforma che permetta di riguadagnare credibilità internazionale al nostro Paese, rileva che il provvedimento in esame non garantirà alcuna prospettiva di crescita nell'ambito del mercato del lavoro. Dichiara quindi che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo sull'articolo 3, del quale sottolinea gli aspetti di maggiore criticità, con particolare riferimento alle distorsioni derivanti dalla prevista impostazione del sistema dei fondi di solidarietà bilaterali.
GIOVANNA NEGRO (LNP). Nel sottolineare come la riforma in esame non sia condivisa dai mercati, dalle imprese e dai lavoratori, ricorda come l'iter del provvedimento sia stato accelerato su richiesta del Governo in vista dell'imminente vertice europeo. Nell'evidenziare quindi l'impegno assunto dal Presidente Monti ad affrontare i nodi irrisolti dalla predetta riforma, quali il problema dei cosiddetti lavoratori esodati, l'adeguamento degli ammortizzatori sociali e nuove misure per la flessibilità in entrata, evidenzia come l'unico strumento per creare nuova occupazione sia rappresentato da misure strutturali idonee ad incentivare imprese ed investimenti. Dichiara infine che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo sull'articolo 3, recante disposizioni di tutela dei lavoratori che appaiono di difficile applicazione.
Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato GIUSEPPE GIULIETTI (Misto).
PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sull'articolo 3, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).
Comunica il risultato della votazione:
Presenti 550
Votanti 523
Astenuti 27
Maggioranza 262
Hanno risposto sì 447
Hanno risposto no 76
(La Camera approva).
Pag. VIAvverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo 4)
ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Evidenziata l'incapacità dell'attuale Esecutivo di risolvere i problemi del Paese, ritiene che sarebbe stato necessario un Governo politico di unità e solidarietà nazionale.
AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA). Richiamato l'atteggiamento responsabile della sua componente politica, che avrebbe preferito apportare talune modifiche migliorative al provvedimento in esame, giunto preconfezionato in questo ramo del Parlamento, in particolare con riferimento alla flessibilità in entrata e alle misure in favore dello sviluppo e della occupazione nel Mezzogiorno, manifesta disagio per l'assenza di politiche concrete e strutturali per la crescita economica e dichiara l'astensione della sua componente politica nel voto di fiducia sull'articolo 4, preannunziando analogo orientamento nella votazione finale del disegno di legge.
PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Lamentato l'atteggiamento dei gruppi di maggioranza che, dopo aver dichiarato di non condividere il disegno di legge in esame, hanno confermato la fiducia al Governo, osserva che il predetto provvedimento non risolve i problemi del mondo del lavoro, quali l'elevato tasso di disoccupazione e la riduzione del livello dei salari, e lede i diritti dei lavoratori. Nel sottolineare, quindi, che le politiche recessive poste in essere dall'Esecutivo sono fortemente dannose per il Paese, dichiara che il suo gruppo continuerà a difendere la Costituzione e lo Stato sociale e negherà la fiducia al Governo.
ERICA RIVOLTA (LNP). Stigmatizzato l'abnorme ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo, che denota un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento legittimamente eletto dal popolo, lamenta al riguardo la mancanza di qualunque presa di posizione da parte del Presidente della Camera Fini. Sottolinea quindi l'inadeguatezza della riforma in esame, che paradossalmente richiederà immediati correttivi, necessari per dare al Paese le necessarie risposte in termini di crescita e di sviluppo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
ERICA RIVOLTA (LNP). Nel reputare quindi opportuno introdurre adeguati incentivi alle imprese, intervenire nel settore dei contratti atipici e con riferimento alle disparità tuttora esistenti tra lavoratori pubblici e privati, evidenzia come le disposizioni recate dall'articolo 4 non tutelino adeguatamente il lavoro femminile e le misure previste in favore dei lavoratori anziani non saranno applicabili per mancanza di fondi da parte delle aziende. Dichiara, infine, il deciso voto contrario del suo gruppo sulla questione di fiducia relativa all'articolo 4.
PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sull'articolo 4, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).
Comunica il risultato della votazione:
Presenti 541
Votanti 513
Astenuti 28
Maggioranza 257
Hanno risposto sì 438
Hanno risposto no 75
(La Camera approva).
Pag. VIIAvverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 4.
(Trattazione degli ordini del giorno)
PRESIDENTE. Dà conto degli ordini del giorno dichiarati inammissibili dalla Presidenza e di quelli ritirati dai rispettivi presentatori (vedi resoconto stenografico pag. 24).
MICHEL MARTONE, Viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Accetta gli ordini del giorno Lussana n. 14, limitatamente al dispositivo, Meroni n. 39, Bitonci n. 40, Desiderati n. 45, Bragantini n. 46, Molgora n. 69, Allasia n. 71 e Leoluca Orlando n. 82.
Accoglie, altresì, come raccomandazione l'ordine del giorno Fugatti n. 50.
Invita al ritiro degli ordini del giorno Scilipoti n. 12, Gava n. 20, Paladini n. 21, Simonetti n. 27, D'Amico n. 30, Callegari n. 33, Pastore n. 38, Munerato n. 41, Forcolin n. 44, Consiglio n. 54, Nicola Molteni n. 55, Fogliato n. 56, Gidoni n. 58, Pini n. 61, Dal Lago n. 62, Lanzarin n. 64, Alessandri n. 65, Rondini n. 67, Fabi n. 68, Togni n. 75, Porcino n. 78, Borghesi n. 86, Messina n. 88, Barbato n. 91 e Zazzera n. 92.
Accetta, infine, purché riformulati, i restanti ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, rinvia il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.
Sull'ordine dei lavori.
Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI (PD).
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantadue.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Avverte che, per un disguido in sede di espressione dei pareri, il rappresentante del Governo ha subordinato il parere favorevole su alcuni ordini del giorno all'inserimento nell'impegno di parole già contenute nel testo pubblicato. Resta inteso, quindi, che, qualora la riformulazione proposta coincida con il testo pubblicato, il parere è da considerarsi favorevole.
(In assenza di osservazioni, gli ordini del giorno dei quali il Governo ha proposto una riformulazione, si intendono riformulati secondo le indicazioni del rappresentante del Governo).
Intervengono i deputati MARCO BELTRANDI (PD) e FIORELLA CECCACCI RUBINO (PdL), che accettano le riformulazioni proposte dei rispettivi ordini del giorno nn. 2 e 3, nonché il deputato DOMENICO SCILIPOTI (PT), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 12.
PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Scilipoti n. 12.
PRESIDENTE. Prende atto che il deputato Mura non accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 15.
Pag. VIIILa Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Mura n. 15 e Gava n. 20.
Intervengono i deputati GIOVANNI PALADINI (IdV), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 21, e ANGELO SANTORI (Misto), nonché il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali MICHEL MARTONE, che propone una riformulazione dell'ordine del giorno Paladini n. 21, accettata dal presentatore.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Simonetti n. 27.
Interviene il deputato CLAUDIO D'AMICO (LNP), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 30.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno D'Amico n. 30.
Intervengono il deputato CORRADO CALLEGARI (LNP), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 33, il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali MICHEL MARTONE, che propone una riformulazione dell'ordine del giorno Callegari n. 33, accettata dal presentatore, ed il deputato RAFFAELE VOLPI (LNP), che non accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 37.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Volpi n. 37, Pastore n. 38 e Munerato n. 41.
Interviene il deputato GIANLUCA FORCOLIN (LNP), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 44.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Forcolin n. 44 e Fugatti n. 50.
Intervengono i deputati PIERGUIDO VANALLI (LNP), che non accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 51, e NUNZIANTE CONSIGLIO (LNP).
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Vanalli n. 51.
Interviene il deputato NUNZIANTE CONSIGLIO (LNP), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 54.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Consiglio n. 54, Nicola Molteni n. 55 e Fogliato n. 56.
Intervengono i deputati FRANCO GIDONI (LNP), che non accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 58, FILIPPO ASCIERTO (PdL), PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP) ed il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali MICHEL MARTONE, che propone di accantonare l'esame dell'ordine del giorno Gidoni n. 58; intervengono altresì i deputati RAFFAELE VOLPI (LNP), che manifesta contrarietà all'accantonamento, JOLE SANTELLI (PdL), ROBERTO GIACHETTI (PD), DOMENICO SCILIPOTI (PT) e nuovamente il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali MICHEL MARTONE, che si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Gidoni n. 58; intervengono quindi i deputati GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP), AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA), LUCIANO ROSSI (PdL), GIOVANNI PALADINI (IdV), PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP), EMANUELE FIANO (PD), SILVANO MOFFA (PT), ELIO VITTORIO BELCASTRO (Misto-NPSud) (sull'ordine dei lavori), cui rende precisazioni il PRESIDENTE, GIANFRANCO PAGLIA (FLpTP), ALFREDO MANTOVANO (PdL), GIANPAOLO DOZZO (LNP), AMERICO PORFIDIA (Misto-NPSud) e ILEANA ARGENTIN (PD).
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva l'ordine del giorno Gidoni n. 58 e respinge l'ordine del giorno Pini n. 61.
Pag. IXIntervengono i deputati MANUELA DAL LAGO (LNP), che non accede all'invito al ritiro proposto dal Governo del suo ordine del giorno n. 62, ROLANDO NANNICINI (PD) e MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP).
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Dal Lago n. 62, Lanzarin n. 64, Alessandri n. 65, Rondini n. 67, Fabi n. 68 e Togni n. 75.
Interviene il deputato GAETANO PORCINO (IdV), che non accede all'invito al ritiro proposto dal Governo del suo ordine del giorno n. 78.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Porcino n. 78.
Intervengono il deputato MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP), il Viceministro del lavoro e delle politiche sociali MICHEL MARTONE, il quale precisa che il Governo accetta l'ordine del giorno Fedriga n. 83, e il deputato ANTONIO BORGHESI (IdV), che non accede all'invito al ritiro proposto dal Governo del suo ordine del giorno n. 86.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Borghesi n. 86 e Messina n. 88.
Intervengono sull'ordine dei lavori il deputato SILVANO MOFFA (PT) e per richiamo al Regolamento il deputato ANTONIO BORGHESI (IdV), cui rende precisazioni il PRESIDENTE, nonché il deputato PIERFELICE ZAZZERA (IdV), che non accede all'invito al ritiro proposto dal Governo del suo ordine del giorno n. 92.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Zazzera n. 92.
PRESIDENTE. Ricordato che alle 17 è prevista la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale, sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17,05.
(Dichiarazioni di voto finale)
ITALO TANONI (Misto-LD-MAIE). Dichiara il voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge in esame, rilevando che lo stesso, sebbene perfettibile, rappresenta un significativo passo in avanti nella disciplina della materia. Ritiene tuttavia necessario apportare modifiche correttive al testo del provvedimento attraverso futuri interventi normativi.
PAOLO GUZZANTI (Misto-IL). Dichiara che la sua componente politica esprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame, sottolineando l'importanza del prossimo vertice europeo, nel quale auspica che l'Italia riesca ad ottenere risultati positivi.
KARL ZELLER (Misto-Min.ling.). Nel ritenere parzialmente condivisibili taluni principi recati dalla riforma del mercato del lavoro in esame, di cui sottolinea la scarsa portata innovatrice, rileva che avrebbe auspicato, tra l'altro, una maggiore incisività delle misure relative alla flessibilità in entrata e un diverso sistema di contratti a termine; dichiara pertanto che la sua componente politica si asterrà nella votazione finale.
AMERICO PORFIDIA (Misto-NPSud). Dichiara il voto contrario della sua componente politica sul disegno di legge in esame, che giudica in contrasto con gli interessi dei lavoratori, nonché con i valori tutelati dalla Carta costituzionale, segnatamente all'articolo 4, e funzionale alla salvaguardia degli interessi dei poteri finanziari e della governance europea, lamentando inoltre il reiterato ricorso da parte del Governo alla questione di fiducia.
GIUSEPPE OSSORIO (Misto-R-A). Pur dichiarando che la sua componente politica Pag. Xesprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame, garantendo il necessario sostegno al Governo, ritiene opportuno che l'Esecutivo rappresenti in sede europea le effettive esigenze dei cittadini italiani, instaurando un rapporto di reciproco ascolto e rispetto nei confronti del Parlamento.
LUIGI FABBRI (Misto-ApI). Nel dichiarare il voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge in esame, non solo in vista degli imminenti appuntamenti europei del Presidente del Consiglio e alla luce degli impegni assunti dal Governo in merito alla soluzione di taluni problemi irrisolti, quali la flessibilità in entrata e la questione dei cosiddetti esodati, ma anche perché reputa apprezzabile l'approccio sistemico mostrato dal Ministro Fornero su talune tematiche, quali un nuovo sistema di ammortizzatori sociali e di contratti di apprendistato, che rendono la riforma in esame un testo equilibrato.
ANGELO SANTORI (Misto). Dichiara che il voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge in esame è volto anzitutto a conferire maggiore incisività all'azione del Governo italiano nell'imminente Consiglio europeo, in una delicata e drammatica fase di transizione dell'Unione europea e del Paese. Nel ritenere, quindi, non efficacemente perseguite dal provvedimento in discussione le apprezzabili finalità sottese allo stesso, consistenti, tra l'altro, negli obiettivi di una maggiore mobilità e flessibilità del lavoro e di una distribuzione più equa delle tutele dell'impiego, auspica che il Governo mantenga gli impegni assunti con le forze politiche in relazione alla predisposizione di necessarie modifiche al testo in esame.
AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA). Pur auspicando che il Presidente del Consiglio affronti il prossimo vertice europeo supportato dal sostegno del Parlamento, giudica insoddisfacente la riforma del mercato del lavoro in esame che, in particolare, non reca disposizioni idonee a favorire la ripresa del Mezzogiorno, prospettando al riguardo l'esigenza di ricorrere ai contratti regionali integrativi e di categoria e di predisporre un piano di opere pubbliche. Dichiara pertanto l'astensione della sua componente politica.
ANTONIO DI PIETRO (IdV). Lamentata l'assenza del Presidente del Consiglio, che non ha ritenuto doveroso partecipare al dibattito odierno, evidenzia l'atteggiamento, a suo avviso, truffaldino e ricattatorio del Governo sotto il profilo politico, che ha imposto di fatto l'approvazione del testo in esame, sul quale il suo gruppo esprimerà voto contrario. Nel motivare tale posizione sia con l'eccessivo ricorso alla posizione della questione fiducia sia con la non condivisione dei contenuti della riforma del mercato del lavoro, che ritiene danneggi le imprese ed i lavoratori, giudica incomprensibile l'annunciata intenzione di apportare immediati correttivi in materia di lavoratori cosiddetti esodati, flessibilità in entrata e ammortizzatori sociali. Nel reputare quindi non veritiera la tesi secondo la quale l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori rappresenterebbe un ostacolo agli investimenti, ritenendo al contrario che esso rappresenti un diritto inalienabile da tutelare, lamenta l'assenza di misure concrete e strutturali necessarie per la crescita del Paese. Invita, infine, il Governo a rassegnare le dimissioni.
SILVANO MOFFA (PT). Rileva che l'assenso del suo gruppo al disegno di legge in esame, recante una deludente riforma del mercato del lavoro che non è in linea con le necessità economiche e occupazionali del Paese e non risponde alle istanze segnalate da autorevoli istituzioni europee, è responsabilmente inteso a rafforzare l'azione del Presidente del Consiglio nell'imminente vertice di Bruxelles.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
SILVANO MOFFA (PT). Nel ritenere, in particolare, che la nuova e confusa disciplina Pag. XIdei licenziamenti alimenterà interminabili contenziosi, evidenzia la disorganicità della riforma, che irrigidirà ulteriormente il mercato del lavoro; lamenta inoltre l'assenza nel testo di una nuova disciplina dei servizi per l'impiego, auspicando il sollecito varo di misure correttive della medesima riforma.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Nel sottolineare preliminarmente che l'impianto complessivo della riforma del mercato del lavoro dà seguito ad un impegno assunto dal precedente Governo in sede europea, rileva che il provvedimento in esame, sebbene perfettibile, garantisce un adeguato sistema di sostegno al reddito dei disoccupati, esprimendo altresì apprezzamento per le disposizioni che garantiscono forme di partecipazione dei lavoratori alla vita dell'impresa; preannunzia inoltre un monitoraggio sul rispetto dell'impegno assunto dall'Esecutivo ad affrontare la gestione relativa ai cosiddetti esodati e conferma, infine, il sostegno del suo gruppo al Governo.
GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP). Sottolineata l'importanza di un provvedimento che sarà approvato alla vigilia di un vertice europeo essenziale per la tenuta dell'euro e dell'Unione, ricorda le riforme varate dal Governo al fine di riammodernare lo Stato, attuare un principio di solidarietà interno e fornire maggiore autorevolezza al Paese nei confronti dei partner europei, ritenendo peraltro necessario pervenire alla formazione degli Stati uniti federali d'Europa. Sottolineata quindi l'opportunità di affrontare l'emergenza con un approccio politico basato su una responsabile e provvisoria fase di unità nazionale, ribadisce il sostegno del suo gruppo all'azione riformatrice dell'Esecutivo. Richiamati infine gli aspetti salienti del disegno di legge in esame, giudica del tutto prioritario affrontare i nodi tuttora irrisolti, quali il problema degli esodati e della flessibilità in entrata.
MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP). Nel ritenere doveroso ricordare che nel nostro Paese il lavoro è e rimane un diritto, giudica controproducente ai fini del prestigio internazionale dell'Italia approvare una riforma non condivisa e che dovrà necessariamente essere modificata, atteso che essa aumenterà la disoccupazione e il lavoro nero, osservando che le politiche finora adottate dall'Esecutivo non hanno risolto i problemi economici e hanno impoverito i cittadini. Sottolineato, quindi, che il nostro mercato andrebbe maggiormente difeso dalla concorrenza sleale di altri Paesi europei ed extraeuropei e che i finanziamenti della Banca centrale europea dovrebbero essere utilizzati per garantire liquidità alle imprese, evidenzia le criticità presenti nel provvedimento in esame, manifestando apprezzamento unicamente per l'approvazione al Senato di un emendamento presentato dalla propria parte politica volto a privare della pensione i condannati per reati di mafia e terrorismo. Dichiara, infine, il convinto voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge in esame.
MARIA ANNA MADIA (PD). Rilevata l'attesa delle giovani generazioni di una riforma del mercato del lavoro, rivendica la difesa del principio del diritto a non essere licenziati, paventando altresì le deleterie conseguenze di una flessibilità senza regole, che non favorisce l'uscita dalla crisi in atto. Richiamati quindi i principali aspetti positivi di un provvedimento che riconosce l'esistenza di un eccesso di precarietà nel Paese, la prevalenza del contratto a tempo indeterminato, la pratica diffusa delle dimissioni in bianco che va contrastata e un salario di riferimento per i contratti a progetto, evidenzia come permangano tuttora irrisolti alcuni nodi, relativamente agli ammortizzatori sociali, alle partite IVA e ai cosiddetti lavoratori esodati. Dichiara infine il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame.
FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Richiamato l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio a modificare, tramite successivi interventi legislativi, il provvedimento in esame, segnatamente con riferimento ai cosiddetti lavoratori esodati, alla flessibilità in Pag. XIIentrata e agli ammortizzatori sociali, ricorda le pressioni provenienti da forze politiche e sindacali che hanno indotto il Governo a non ricorrere alla decretazione d'urgenza. Nel ritenere, quindi, non più accettabile che il Governo comprima il dibattito parlamentare su tematiche di tale rilevanza, sottolinea le richieste avanzate dalla propria parte politica in relazione alle parti del disegno di legge in esame che reputa necessario modificare.
Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato GUIDO CROSETTO (PdL).
La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge n. 5256.
Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Comunica che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 20 giugno 2012, ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale per resistere al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal giudice dell'udienza preliminare del tribunale ordinario di Bergamo in relazione alla deliberazione della Camera del 22 settembre 2010, con la quale è stata dichiarata - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - l'insindacabilità delle opinioni espresse dal deputato Silvio Berlusconi nei confronti del deputato Antonio Di Pietro.
Dopo interventi dei deputati FEDERICO PALOMBA (IdV), LUCA RODOLFO PAOLINI (LNP), PIERLUIGI MANTINI (UdCpTP), MARILENA SAMPERI (PD) e ANTONIO DI PIETRO (IdV), il quale dichiara che non prenderà parte alla votazione la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, respinge la proposta dell'Ufficio di Presidenza.
Seguito della discussione delle mozioni Franceschini n. 1-01075, Cicchitto n. 1-01076, Moffa n. 1-01088, Nucara n. 1-01089, Cambursano n. 1-01092, Donadi n. 1-01095, Dozzo n. 1-01096, Pisicchio n. 1-01097 e Galletti n. 1-01098: Politica europea dell'Italia in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012; Dozzo n. 1-01065: Iniziative di competenza per l'indizione di un referendum consultivo sulla adesione al trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria, noto come «fiscal compact».
Nella seduta del 26 giugno 2012 si è svolta la discussione congiunta sulle linee generali.
PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la mozione Franceschini n. 1-01101 e contestualmente sono state ritirate le mozioni Franceschini n. 1-01075 (Nuova formulazione), Nucara n. 1-01089, Cambursano n. 1-01092, Pisicchio n. 0-01097 e Galletti n. 1-01098.
Avverte inoltre che è stata presentata la risoluzione Iannaccone n. 6-00111.
ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Esprime parere favorevole sulle mozioni Moffa n. 1-01088 (Nuova formulazione), Donadi n. 1-01095 (Nuova formulazione) e Franceschini n. 1-01101, nonché, purché riformulata, sulla mozione Cicchitto n. 1-01076. Invita, quindi, al ritiro delle mozioni Dozzo nn. 1-01096 e 1-01065, esprimendo altrimenti parere contrario. Esprime, infine, parere favorevole sulla risoluzione Iannaccone n. 6-00111, purché riformulata.
(Dichiarazioni di voto)
ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Sottolineato l'obiettivo dell'Italia di recuperare un adeguato ruolo in ambito europeo, al fine di adottare misure idonee Pag. XIIIa favorire l'uscita dalla crisi in atto, giudica del tutto prioritario rafforzare il ruolo della Banca centrale europea. Dichiara quindi il voto favorevole della propria componente politica sulla sua risoluzione n. 6-00111, riservandosi di valutare l'atteggiamento da assumere sui restanti documenti di indirizzo.
DANIELA MELCHIORRE (Misto-LD-MAIE). Nel condividere le proposte avanzate in sede europea dal Presidente del Consiglio, invita quest'ultimo ad assumere iniziative più incisive in direzione della crescita economica e della piena integrazione europea; ricorda inoltre che la sua componente politica ha sottoscritto la mozione Franceschini n. 1-01101.
GIUSEPPE OSSORIO (Misto-R-A). Precisa le motivazioni che hanno indotto la propria parte politica a ritirare, nell'interesse superiore della Nazione e di una più efficace rappresentanza della stessa in Europa, la mozione Nucara n. 1-01089. Dichiara, quindi, il voto favorevole della sua componente politica sulla mozione Franceschini n. 1-01101, auspicando la massima coesione del Paese e delle istituzioni parlamentari e di governo nella difficile congiuntura economica in atto.
ANDREA RONCHI (Misto-FCP). Nel dichiarare il convinto voto favorevole della sua componente politica sulle mozioni in esame, giudica l'odierno dibattito un passaggio cruciale per la credibilità dell'Italia e per il futuro stesso dell'Europa. Nel rilevare altresì che l'asse Parlamento-Governo dimostra l'interesse del Paese nei confronti della costruzione europea, invita il Governo a svolgere un ruolo importante al fine di coniugare il rigore e la crescita, fermando altresì la speculazione in atto.
LUCIANO MARIO SARDELLI (Misto-LI-PLI). Chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo della sua dichiarazione di voto in calce al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
PINO PISICCHIO (Misto-ApI). Richiamate le ragioni sottese al ritiro della sua mozione n. 1-01097, dichiara il voto favorevole della sua componente politica sulla mozione Franceschini n. 1-01101, sottolineando l'ineluttabilità della costruzione dell'Europa federale e la piena e responsabile consapevolezza da parte della propria componente politica della drammatica fase attraversata dall'Unione europea, nonché del ruolo assunto in tale contesto dall'Italia.
VINCENZO TADDEI (PT). Sottolineata l'importanza del prossimo vertice europeo ai fini della crescita e del rilancio dell'economia, richiama le finalità della mozione Moffa n. 1-01088 (Nuova formulazione), reputando opportuno che il Presidente del Consiglio possa contare su un mandato politico pieno ed esplicito del Parlamento in occasione dell'imminente Consiglio europeo, che dovrà evitare il fallimento degli Stati membri. Ricordata inoltre la grave crisi economica in atto, ritiene necessario riformare l'assetto delle istituzioni comunitarie, fondate sui principi del mercato, promuovendo un'Unione europea politica e solidale.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Invita il Presidente del Consiglio a mantenere l'impegno preannunziato a trattare ad oltranza in seno all'imminente Consiglio europeo al fine di definire gli strumenti finanziari e fiscali che salvaguardino la moneta unica e l'Europa nell'attuale drammatica fase economica e istituzionale. Sottolineata, in tal senso, la necessità di un sollecito avvio della costruzione dell'Unione europea politica, ritiene necessario, in particolare, apportare urgenti modifiche al mandato della Banca centrale europea e attuare un'effettiva unione bancaria. Auspica, altresì, l'adozione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie, nonché la riforma delle Pag. XIVregole della finanza, con particolare riferimento all'attività delle grandi banche d'affari.
CARMELO BRIGUGLIO (FLpTP). Nel ricordare che il suo gruppo ha sottoscritto la mozione Franceschini n. 1-01101, sulla quale dichiara voto favorevole, esprime rammarico per la mancata predisposizione di un documento di indirizzo unitario, sottolineando peraltro la necessità di sostenere responsabilmente l'azione del Governo in vista del prossimo vertice europeo. Ricordati altresì i meritevoli provvedimenti adottati dall'Esecutivo al fine di razionalizzare la spesa pubblica, che, a suo avviso, hanno reso più autorevole e credibile il Paese in ambito comunitario, reputa opportuno promuovere una governance dell'Unione europea volta all'effettiva integrazione politica e fiscale degli Stati membri, prevedendo una cessione della sovranità fiscale a fronte di una nuova architettura istituzionale europea.
ROCCO BUTTIGLIONE (UdCpTP). Rileva che la perdurante aggressione della speculazione internazionale nei confronti del nostro Paese deve ricondursi all'incertezza e conflittualità del sistema politico italiano, all'insostenibilità nel lungo periodo di politiche di rigore non accompagnate da percorsi di crescita nonché alle incerte prospettive della moneta unica, da ascriversi all'assenza di uno Stato federale europeo. Nell'invitare il Presidente del Consiglio ad adoperarsi, nell'imminente Consiglio europeo, per l'introduzione dei cosiddetti project bond e di una tassa europea sulle transazioni finanziarie, osserva che la mutualizzazione dei debiti sovrani dovrebbe essere accompagnata da riforme istituzionali in senso federale che consentano il controllo dei bilanci degli Stati membri. Nel dichiarare, inoltre, il voto favorevole del suo gruppo, sia sulla mozione Cicchitto n. 1-01076 sia sulla mozione Franceschini n. 1-01101, richiama l'impegno profuso della propria parte politica al fine di predisporre un documento di indirizzo unitario. Auspica, infine, che il Governo italiano si attivi affinché, con le prossime elezioni, il Parlamento europeo sia investito di poteri costituenti al fine di costruire gli Stati Uniti d'Europa.
MAURIZIO FUGATTI (LNP). Nel giudicare fallimentare la partecipazione del nostro Paese all'Unione monetaria europea, che ha gravemente impoverito i cittadini italiani, non condivide le ampie cessioni di sovranità imposte dall'adesione ai trattati europei, paventando il rischio che da un'eventuale unione bancaria derivi un aumento della burocratizzazione, che penalizzerebbe fortemente le imprese italiane. Manifesta, quindi, perplessità sul parere espresso dal Governo con riguardo alla mozione Dozzo n. 1-01096.
FRANCESCO TEMPESTINI (PD). Giudica incomprensibile e sbagliata la mancata convergenza del Popolo della Libertà sulla mozione Franceschini n. 1-01101, sottoscritta dagli altri gruppi parlamentari che sostengono la maggioranza al fine di rafforzare la tutela dell'interesse nazionale nell'ambito del negoziato europeo in atto, decisivo per le sorti dell'euro e dell'Europa dinanzi alle sfide globali. Richiamate, quindi, le difficoltà delle predette trattative europee, manifesta, tuttavia, l'auspicio di un superamento dell'attuale assetto intergovernativo dell'Europa, segnatamente dell'unione economica e monetaria, sottolineando peraltro gli indubbi e virtuosi progressi raggiunti dall'Italia nel risanamento e nel controllo delle finanze pubbliche. Ritiene inoltre strategico, al fine di avviare la costruzione politica dell'Europa, attuare innanzitutto l'unione bancaria e modificare il mandato della Banca centrale europea conferendole poteri di prestatore di ultima istanza.
ALBERTO GIORGETTI (PdL). Nel dichiarare che, con senso di responsabilità, il suo gruppo esprimerà voto favorevole sulla mozione Franceschini n. 1-01101 sottolinea che ha ritenuto di mantenere un proprio atto di indirizzo per ribadire i valori di riferimento a cui ispirarsi, nonché gli obiettivi analitici in esso richiamati. Ricordate, quindi, le manovre economiche Pag. XVposte in essere anche dal precedente Esecutivo, che hanno garantito la stabilità dei conti pubblici, sottolinea la necessità di un controllo del debito nonché di un maggiore sostegno a famiglie ed imprese, auspicando la creazione di una vera unione bancaria dell'area euro che preveda la stabilizzazione del fondo per la soluzione delle crisi bancarie degli Stati membri.
Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato ANTONIO MARTINO (PdL).
ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Precisa che il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Cicchitto n. 1-01076.
PRESIDENTE. Prende atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta della risoluzione Iannaccone n. 6-00111.
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva le mozioni Cicchitto n. 1-01076, Moffa n. 1-01088 (Nuova formulazione) e Donadi n. 1-01095 (Nuova formulazione); respinge, quindi, la mozione Dozzo n. 1-01096 e approva la mozione Franceschini n. 1-01101, nonché la risoluzione Iannaccone n. 6-00111, nel testo riformulato; respinge, infine, la mozione Dozzo n. 1-01065.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.
PRESIDENTE. Comunica che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il deputato Tino Iannuzzi, in sostituzione del deputato Antonello Soro, cessato dal mandato parlamentare.
Calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunica il calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 3 luglio-3 agosto 2012 predisposto a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 95).
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Giovedì 28 giugno 2012, alle 9,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 99).
La seduta termina alle 20,30.