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Comunicati stampa

  • 669
    13/12/1997
    Testo intervento Violante Forum civile euromed (Napoli)

    Il Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante avrebbe dovuto svolgere l'intervento introduttivo al secondo Forum Civile Euromed organizzato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo in programma questa mattina a Napoli. La discussione del collegato alla legge finanziaria in corso alla Camera dei Deputati non ha consentito al Presidente Violante di prendere parte al Forum. Vi anticipiamo il testo dell'intervento che il Presidente della Camera ha inviato all'architetto Michele Capasso, Presidente della Fondazione. "Due anni fa la Conferenza di Barcellona ed i 27 Paesi ad essa aderenti hanno finalmente gettato le basi concrete per un'inversione di rotta nella collaborazione tra sponda nord e sponda sud del Mediterraneo, attuando per la prima volta una politica globale euromediterranea che per tanto tempo aveva stentato a decollare. Da quel momento sono stati compiuti numerosi passi avanti e l'evoluzione nei rapporti politici, economici e socio-culturali tra i 27 Paesi è senz'altro positiva. La firma degli Accordi euromediterranei di associazione, previsti dalla Conferenza di Barcellona per realizzare entro il 2010 la più vasta area del mondo di libero scambio, ne è una testimonianza. Essa riguarderà oltre 30 Paesi con una popolazione di circa 800 milioni di persone. E' di pochi giorni fa la firma dell'Accordo tra Unione Europea e Giordania. Numerosi altri sono stati già ratificati, in particolare con Tunisia, Marocco, Israele, ed altri ancora sono in corso di ratifica. L'Italia sta svolgendo nella conclusione dei suddetti accordi e nell'intero processo euromediterraneo un ruolo fondamentale, internazionalmente riconosciuto. Esso le deriva dalla sua naturale posizione geografica e dai legami storici, politici e culturali con i Paesi della sponda sud. Inoltre l'Italia è spesso il primo o il secondo partner commerciale dei suddetti Paesi. La Camera dei Deputati in questa legislatura ha avviato una vera e propria strategia nei confronti dei Parlamenti dei Paesi a sud del Mediterraneo. Questo ruolo rappresenta un elemento di novità nella storia parlamentare italiana, tradizionalmente chiusa nei confini delle politiche nazionali. I Parlamenti stanno subendo oggi un'evoluzione profonda, un processo di modernizzazione non sempre sufficientemente palese, legato alla consapevolezza del ritardo delle istituzioni rispetto al rapidissimo sviluppo della società. E' oggi necessario capovolgere questa situazione rendendo gli stessi Parlamenti, sedi della rappresentanza e del pluralismo nazionale, promotori di relazioni culturali, civili ed economiche. Per rafforzare la collaborazione nel Mediterraneo la Camera dei Deputati ha promosso a Palermo nel novembre 1996 un incontro con i Presidenti delle Camere dei 5 Paesi Mediterranei dell'Unione Europea : Italia, Francia Spagna, Grecia, Portogallo. L'iniziativa ha avuto successo ed è stata seguita dalla Conferenza di aprile 1997 ad Atene, cui hanno partecipato oltre ai 5 europei anche i 12 Presidenti dei Parlamenti dei Paesi della riva sud del Mediterraneo. In quella sede si è deciso di istituzionalizzare una forma stabile di cooperazione tra Parlamenti nazionali dell'area mediterranea, che, affiancandosi alla politica estera dei Governi, possa rafforzare concretamente i rapporti tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. La Conferenza di Atene sarà seguita da una identica a Palermo nel maggio 1998, preparatoria della grande Conferenza di Madrid nel novembre dello stesso anno, cui parteciperanno per la prima volta i Presidenti dei Parlamenti di tutti i 27 Paesi che hanno aderito al Patto di Barcellona. L'impegno con cui la Camera dei Deputati porta avanti il dialogo parlamentare euromediterraneo è motivato dalla convinzione e dalla fiducia che : il Mediterraneo non rappresenti solo uno spazio economico, bensì un'area fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la pace non solo dei Paesi mediterranei, ma dell'intera Europa e più ampiamente del resto del mondo ; il Mediterraneo non rappresenti in realtà un rischio ma un'occasione per l'interscambio di valori tra le due sponde ed un'opportunità importante per l'Europa intera ; la collaborazione tra Parlamenti dell'area mediterranea costituisca un fattore concreto di sviluppo del partenariato euromediterraneo e della stessa democrazia nei Paesi dell'area. Questa convinzione e questa fiducia ricevono d'altronde continue conferme in occasione dei numerosi incontri che ho avuto nel corso di questa legislatura con i Presidenti dei Parlamenti dei Paesi a sud del Mediterraneo; Le ragioni che hanno spinto la Camera dei Deputati a proseguire su questa strada sono essenzialmente di 3 tipi : istituzionale. La richiesta di collaborazione parlamentare, a vari livelli, che la Camera dei Deputati riceve da parte dei Paesi della sponda sud, compresi quelli che hanno attualmente difficoltà di dialogo a livello di Governi, è fortissima. Essa comprende gli incontri tra Presidenti, tra Commissioni parlamentari, la costituzione di gruppi di amicizia, la formazione dei funzionari. Questi incontri costituiscono per ambo le parti occasioni uniche di conoscenza delle rispettive Costituzioni, leggi, regolamenti e contribuiscono a costruire concretamente un comune cammino parlamentare. A questo scopo abbiamo avviato a livello bilaterale, con alcuni Paesi dell'area mediterranea, l'istituzione delle giornate parlamentari, con cadenza annuale o biennale, da realizzarsi alternativamente in uno o nell'altro Paese. Affiancheremo a questi incontri parlamentari anche delle iniziative culturali per estendere i rapporti anche al mondo dei giovani e della scuola. economico. Il Parlamento con l'approvazione rapida dei disegni di legge di ratifica degli Accordi euromediterranei contribuisce indirettamente ad accelerare la realizzazione della zona di libero scambio tra i Paesi delle due rive del Mediterraneo. Lo stesso dialogo parlamentare euromediterraneo, in cui l'Italia svolge una vera e propria azione di traino, contribuisce a rassicurare i Paesi europei e a rendere ai loro occhi i Paesi della sponda sud, dove la crescita annuale globale del PIL è oggi pari al 5,5%, un'occasione troppo importante. socio - culturale. Il rapporto tra Parlamenti deve contribuire a rafforzare concretamente la dimensione socio - culturale del partenariato euromediterraneo. Va dato atto all'Italia, ma anche ai Paesi arabi della Conferenza di Barcellona, di aver sottolineato più volte la rilevanza di questo aspetto. I Paesi arabi hanno definito di primaria importanza per la collaborazione euromediterranea e per l'intero processo di pace in Medio Oriente la soluzione di problemi quali il terrorismo, il crimine organizzato, la droga, l'intolleranza religiosa, il razzismo, la disoccupazione. Su numerosi di questi argomenti i Parlamenti hanno già avviato una forma di partenariato parlamentare. Ma ancora molto può e deve essere fatto. E' soprattutto necessario sottolineare maggiormente il ruolo delle donne nella società, quali portatrici di valori umani fondamentali, rendendole protagoniste attive dei processi di integrazione. Sono personalmente convinto del ruolo fondamentale che le donne possono svolgere per rompere i vecchi equilibri tra i Paesi considerati tradizionalmente ricchi della sponda nord e i Paesi cosiddetti poveri del sud del Mediterraneo e stabilire un'inversione di rotta. Per questo motivo, insieme con i Presidenti dei Parlamenti dei Paesi mediterranei, si sta valutando l'attivazione di un Forum delle donne parlamentari, che in occasione della prossima Conferenza di Palermo esamini e sviluppi questa problematica. Il Forum dovrà costituire una fonte di dialogo permanente e contribuire a realizzare un nuovo rapporto tra mondi diversi. Ma Paesi e Parlamenti devono prestare analoga attenzione all'aspetto culturale e multiculturale della società moderna, come hanno fatto ultimamente alcuni Paesi della sponda sud del Mediterraneo: la Tunisia, ad esempio, che dedica buona parte del proprio bilancio all'educazione e alla cultura. Un riconoscimento internazionale in tal senso viene dall'UNESCO, che ha designato Tunisi capitale culturale del Mediterraneo per il 1997. I Parlamenti, in quanto sede naturale del pluralismo democratico, devono contribuire alla costruzione di un modello mediterraneo di pluralismo culturale, un modello che abbia una base di valori comuni e interscambiabili, attraverso i quali realizzare un'osmosi reciproca. Un modello che valorizzi le diversità ed eviti l'assimilazione e l'omologazione. La costruzione di questo modello può avvenire solo sviluppando la conoscenza tra le popolazioni attraverso lo scambio tra culture. Nel contesto europeo assume particolare rilevanza lo scambio tra la cultura occidentale e quella araba, per superare stereotipi e pregiudizi, vere e proprie "lenti deformanti" della realtà. Il modo più diretto per raggiungere questo obiettivo è quello di rivolgersi prioritariamente ai giovani, quali eredi del futuro della nostra società, e alla loro formazione. I giovani devono divenire il vero punto di forza nella realizzazione di un modello di società multiculturale euromediterranea. Ad essi, che a sud del Mediterraneo rappresentano spesso oltre il 50% della popolazione, deve perciò essere dedicato il massimo dell'attenzione e dell'impegno da parte della società, delle scuole, delle università, delle istituzioni. E' per questo motivo che potrebbe essere utile la realizzazione di un Forum dei giovani del Mediterraneo, che attraverso il dialogo consenta un confronto costruttivo e permanente sui reciproci valori culturali. Il Forum, costituito da giovani provenienti dai 27 Paesi del Mediterraneo, costituirebbe un'importante occasione per dar voce in una sede "istituzionale" a idee e proposte concrete dei giovani. I Parlamenti dei 27 Paesi euromediterranei potrebbero assegnare una quota del proprio bilancio, ad esempio il 5 per mille, ad un fondo da destinare alla creazione di questo Forum. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo potrebbe contribuire a definire più chiaramente le linee di questo progetto. Alla Fondazione va infatti riconosciuto il merito di aver evidenziato tra i primi nel processo euromediterraneo il ruolo fondamentale della società civile, in particolare dei giovani e della cultura, per superare pregiudizi e intolleranza e creare punti di riferimento comuni.

  • 668
    13/12/1997
    Messaggio Violante inaugurazione mostra "Leopardi a Pisa"

    Vi trasmettiamo il testo del messaggio inviato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante al Sindaco di Pisa Dott. Pietro Floriani in occasione della odierna Inaugurazione della Mostra Nazionale "Leopardi a Pisa". "SONO SINCERAMENTE RAMMARICATO DI NON POTER PARTECIPARE, A MOTIVO DEGLI IMPEGNI PARLAMENTARI CONNESSI CON LA SESSIONE DI BILANCIO, ALL'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA NAZIONALE "LEOPARDI A PISA", INSERITA NEL QUADRO DELLE MANIFESTAZIONI CELEBRATIVE DEL BICENTENARIO DALLA NASCITA DI GIACOMO LEOPARDI. DESIDERO, IN PRIMO LUOGO, RIVOLGERE AL COMUNE DI PISA E AGLI ORGANIZZATORI IL MIO PIU' VIVO SODDISFACIMENTO PER LA SCRUPOLOSITA' E L'ORIGINALITA' CON CUI LA MOSTRA E' STATA ALLESTITA. IL SOGGIORNO A PISA RAPPRESENTO' PER LEOPARDI UN FONDAMENTALE MOMENTO DI CREATIVITA' ARTISTICA E FILOSOFICA, IN CUI SI DEDICO' CON PARTICOLARE CURA ALLA SCRITTURA DI TRE IDILLI, ALL'APPROFONDIMENTO DELLA RIFLESSIONE FILOSOFICA SULLA SOCIETA' E SULL'UOMO, E ALLA REDAZIONE DELLA "CRESTOMAZIA" DELLA POESIA ITALIANA, A CURA DELL'EDITORE MILANESE STELLA, ANTOLOGIA NELLA QUALE LEOPARDI RICOMPRESE ALCUNI DEI POETI CIVILI PIU' IMPEGNATI SUL FRONTE DELLA COSTRUZIONE DELL'IDEA DI NAZIONE ITALIANA. IL PASSAGGIO DALL'ARISTOCRATICO E CONSERVATORE MONDO RECANATESE AL PIU' VIVACE E COSMOPOLITICO AMBIENTE PISANO, CI E' STATO TESTIMONIATO DA LEOPARDI STESSO NELLE MOLTE LETTERE CHE IN QUEL PUR BREVE SOGGIORNO EGLI INVIO' AGLI AMICI DI SEMPRE, PRIMO FRA TUTTI PIETRO GIORDANI. QUESTA PARTE DELL'EPISTOLARIO RENDE TESTIMONIANZA DI UNA RINNOVATA SPERANZA DI CREARE UN NUOVO CONSORZIO UMANO, NON PIU' FONDATO SULLA CIECA FIDUCIA VERSO SORTI "MAGNIFICHE E PROGRESSIVE", MA REGOLATO DALLE LEGGI DELLA SOLIDARIETA' E DELLA GEMELLANZA TRA POPOLI. ANCHE LA CAMERA DEI DEPUTATI HA INTESO RICORDARE QUESTO IMPORTANTE AVVENIMENTO DEL BICENTENARIO DALLA NASCITA LEOPARDIANA. ABBIAMO, INFATTI, AVVIATO, IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO NAZIONALE DI STUDI LEOPARDIANI E CON IL NOTO INCISORE ITALIANO WALTER VALENTINI, UN PROGETTO EDITORIALE CHE CULMINERA' CON LA DONAZIONE A TUTTI I PARLAMENTARI DI UNA COPIA DEI CANTI DI LEOPARDI E DI UN VOLUME, A TIRATURA PIU' LIMITATA, RECANTE LA SOLA GINESTRA. INOLTRE, IL PROSSIMO MESE DI MARZO, LA CAMERA DEI DEPUTATI OSPITERA' UNA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DAL COMITATO SCIENTIFICO DELLE MANIFESTAZIONI "ROMA PER LEOPARDI 1798-1998", NELLA QUALE AUTOREVOLI STUDIOSI E CRITICI LEOPARDIANI SI SOFFERMERANNO SUI CONTENUTI DEL "DISCORSO SOPRA LO STATO PRESENTE DEI COSTUMI DEGL'ITALIANI". NELL'AUSPICARE, DUNQUE, IL MIGLIOR SUCCESSO DELL'INIZIATIVA, VOGLIA GRADIRE I MIEI PIU' CORDIALI SALUTI".

  • 667
    12/12/1997
    Testo intervento Violante manifestazione "La nostra Europa .." (Bologna)

    Il Presidente della Camera dei Deputati On. Luciano Violante avrebbe dovuto svolgere l'intervento conclusivo alla manifestazione "La nostra Europa della tolleranza" in programma questa sera a Bologna. La discussione del collegato alla manovra economica in corso alla Camera dei Deputati non gli ha consentito di prendere parte alla manifestazione. Anticipiamo il testo dell'intervento che il Presidente della Camera ha inviato al Vicepresidente del Parlamento europeo On. Renzo Imbeni: "SONO SINCERAMENTE RAMMARICATO DI NON POTER PARTECIPARE, A CAUSA DEGLI IMPEGNI CONNESSI ALLA SESSIONE DI BILANCIO, ALLA MANIFESTAZIONE "LA NOSTRA EUROPA DELLA TOLLERANZA". DESIDERO COMUNQUE RIVOLGERE A TUTTI I PARTECIPANTI ALCUNE PAROLE DI SALUTO. IL PRINCIPIO PLURALISTICO CHE GUIDA LE SOCIETÀ MODERNE VEDE NELLE DIFFERENZE, NELLA LORO COESISTENZA E NELLA RECIPROCA LEGITTIMAZIONE DI FORZE DIVERSE, UN PUNTO DI FORZA. TUTTAVIA, NONOSTANTE IL GRADO DI LIBERTÀ INDIVIDUALE E COLLETTIVA RAGGIUNTO, I FENOMENI DI RAZZISMO E DI XENOFOBIA NON TENDONO A SCOMPARIRE. AL CONTRARIO, CRESCONO FORME DI NAZIONALISMO ESASPERATO, CRESCE L'INTOLLERANZA VERSO GRUPPI ETNICI MINORI, VERSO GRUPPI RELIGIOSI, VERSO GLI IMMIGRATI. UNA SPIEGAZIONE PUÒ ESSERE TROVATA DA UN LATO NELLA DIFFICOLTÀ DELLE SOCIETÀ DEMOCRATICHE DI RIDEFINIRE LA PROPRIA IDENTITÀ DI FRONTE AL CROLLO DELLE IDEOLOGIE, DALL'ALTRA NELLA MODIFICAZIONE RAPIDA DELLA SOCIETÀ, CHE SPOSTA DI CONTINUO I PUNTI DI RIFERIMENTO. LA COSIDDETTA "MULTICULTURALITÀ", CHE SEMBRA ORMAI UN TRATTO ACQUISITO DI MOLTE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI, COSTITUISCE ANCHE UN FATTORE DI "TENSIONE", CHE METTE COSTANTEMENTE ALLA PROVA IL CARATTERE APERTO DELLE DEMOCRAZIE, PERCHÉ PONE PROBLEMI DI COMPATIBILITÀ E DI TENUTA DEL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO E DELLA SICUREZZA. DOBBIAMO STARE ATTENTI AD EVITARE CHE IL "MULTICULTURALISMO" NON CONDUCA ALLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ "PER COMPARTI" CHIUSI E RECIPROCAMENTE INDIFFERENTI OD OSTILI, COME SPESSO ACCADE IN ALCUNE REALTÀ DELLA SOCIETÀ STATUNITENSE DOVE GLI IMMIGRATI SI RACCOLGONO IN COMUNITÀ SEPARATE, BEN LUNGI DAL "MESCOLARSI" TRA LORO SECONDO IL CLICHÉ DEL MELTING POT. PENSO AL "MODELLO EUROPEO" COME MODELLO DI "PLURALISMO CULTURALE" CHE ABBIA COME BASE UN SOSTRATO DI VALORI COMUNI, ATTRAVERSO I QUALI SIANO POSSIBILI LO SCAMBIO E L'ACCETTAZIONE RECIPROCI SENZA L'OMOLOGAZIONE. PER REALIZZARE IN CONCRETO QUESTO MODELLO È INDISPENSABILE SVILUPPARE LA CONOSCENZA RECIPROCA DELLE POPOLAZIONI CHE "SI INCONTRANO" ATTRAVERSO I FENOMENI MIGRATORI. È FONDAMENTALE CHE LA RIFLESSIONE TEORICA E LA RICERCA SUI FENOMENI DEL RAZZISMO, DELLA XENOFOBIA, DEI MECCANISMI DI INTEGRAZIONE FRA GRUPPI ETNICI, LINGUISTICI, RELIGIOSI DIVERSI, SI TRADUCANO IN AZIONI CONCRETE CAPACI DI MODIFICARE IN SENSO POSITIVO I COMPORTAMENTI SOCIALI E INDIVIDUALI. PER QUESTA RAGIONE LA CAMERA DEI DEPUTATI HA DECISO - COME PROPRIO CONTRIBUTO IN OCCASIONE DELL' <<ANNO EUROPEO CONTRO IL RAZZISMO>> DI RACCOGLIERE, CON LA COLLABORAZIONE DELL'ANCI, I PROGETTI E LE INIZIATIVE PRESE DAI COMUNI ITALIANI PER FAVORIRE L'INTEGRAZIONE DEGLI STRANIERI NON COMUNITARI CHE VIVONO NEL NOSTRO PAESE E PER COMBATTERE LE MANIFESTAZIONI DI INTOLLERANZA E DI RAZZISMO. IL VOLUME VERRÀ POI DISTRIBUITO A TUTTI I COMUNI, PERCHÉ POSSANO CONOSCERE E CONFRONTARE LE DIVERSE ESPERIENZE. È INOLTRE ALL'ESAME DEL PARLAMENTO IL DISEGNO DI LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE E SULLA CONDIZIONE DELLO STRANIERO, CHE È STATO APPROVATO IN PRIMA LETTURA DALLA CAMERA ED È ATTUALMENTE ALL'ESAME DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO. NON RITENGO OPPORTUNO ESPRIMERE UNA VALUTAZIONE SUI CONTENUTI SPECIFICI DEL PROVVEDIMENTO, MA VOGLIO SOTTOLINEARE IL SIGNIFICATO NUOVO CHE ESSO ASSUME RISPETTO ALLE SCELTE CHE IL NOSTRO PAESE HA FINORA COMPIUTO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE E DI LOTTA AL RAZZISMO. È INFATTI LA PRIMA VOLTA CHE SI ADOTTA UN VERO E PROPRIO STRUMENTO DI "POLITICA DELL'IMMIGRAZIONE". MA LA NASCITA DI UN NUOVO PATTO FRA ITALIANI E IMMIGRATI, BASATO SU UN SISTEMA DI DOVERI E DIRITTI RECIPROCI, POTRÀ NASCERE SOLO SE L'INTERVENTO LEGISLATIVO SARÀ ACCOMPAGNATO DALL'IMPEGNO E DAL COINVOLGIMENTO DELLA SOCIETÀ CIVILE. PER QUESTO LA VOSTRA INIZIATIVA RAPPRESENTA UN'OCCASIONE IMPORTANTE DI CONFRONTO ED UN ESEMPIO DI DEMOCRAZIA E DI CIVILTÀ CHE MI AUGURO POSSA FAVORIRE IL DIFFONDERSI DI UNA CULTURA DELLA SOLIDARIETÀ E DELLA TOLLERANZA, SOPRATTUTTO TRA LE GIOVANI GENERAZIONI. NELL'AUSPICIO CHE CI SIANO PRESTO NUOVE OCCASIONI DI INCONTRO, AUGURO AI PROMOTORI ED A TUTTI I PRESENTI IL MIGLIORE SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE".

  • 666
    12/12/1997
    Incontro Violante-Razavi (ambasciatote dell'Iran)

    VIOLANTE RICEVE AMBASCIATORE HEDAYATZADEH RAZAVI Il Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante ha ricevuto questa mattina a Palazzo Montecitorio Seyed Majld Hedayatzadeh Razavi, ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran. Nel corso del cordiale colloquio l'ambasciatore ha ricordato la recente evoluzione della situazione politica interna del suo Paese, sottolineando le grandi novità intervenute a seguito dell'elezione a Presidente della Repubblica di Seyed Mohammad Khatami e affermando che la Repubblica Islamica dell'Iran vuole contribuire alla costruzione della pace e allo sviluppo di relazioni positive con l'Italia e gli altri paesi europei. L'ambasciatore Razavi ha quindi illustrato i risultati positivi raggiunti dalla Conferenza islamica, svoltasi nei giorni scorsi a Teheran, evidenziando lo spazio grande che è stato dedicato ai temi della pace e del dialogo fra le nazioni, della tolleranza religiosa, del ruolo delle donne e dei giovani nel mondo islamico. Il Presidente Violante e l'ambasciatore Razavi hanno infine convenuto sulla esistenza di condizioni positive per l'instaurarsi di relazioni più stabili tra la Camera dei Deputati e il Parlamento iraniano.

  • 665
    12/12/1997
    Incontro Violante-Zevi e Rostan (150° concessione diritti re Carlo Alberto)

    VIOLANTE RICEVE TULLIA ZEVI E GIANNI ROSTAN Il Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante ha ricevuto questa mattina a Palazzo Montecitorio la Dott.ssa Tullia Zevi, Presidente dell'Unione della Comunità ebraiche, e il Dott. Ing. Gianni Rostan, Moderatore della Tavola Valdese. Nel corso del prossimo anno le Chiese valdesi e metodiste e le Comunità ebraiche italiane celebreranno, a partire dal 17 febbraio, il centocinquantenario della concessione dei diritti civili e politici alle due comunità da parte del re Carlo Alberto. La Dott.ssa Zevi e l'Ing. Rostan hanno esposto al Presidente Violante il quadro delle manifestazioni nazionali auspicando che un momento particolarmente significativo di queste possa realizzarsi alla Camera dei Deputati. Il Presidente della Camera, condividendo l'importanza della memoria di un passaggio tanto significativo della crescita dei diritti individuali e collettivi nel nostro Paese, ha acconsentito alla proposta.

  • 664
    12/12/1997
    Messaggio Violante convegno "Dalle mine al cibo"

    Vi trasmettiamo il testo del messaggio inviato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante alla Coordinatrice nazionale della Campagna per la messa al bando delle mine, dott.ssa Nicoletta Dentico, in occasione del Convegno "Dalle mine al cibo" che si apre oggi a Roma a Palazzo Valentini. Con il trattato di Ottawa, 125 Paesi del mondo si sono pronunciati contro la produzione delle mine anti-persona ed al loro commercio, vincolando i Paesi produttori a distruggere i loro arsenali entro quattro anni, ed i Paesi che le usano a rimuoverle entro dieci. L'impegno del nostro Paese per questo obiettivo è stato straordinario. Associazioni promotrici della campagna italiana per il bando, Governo, rappresentanti diplomatici e Parlamento hanno operato insieme: il 22 ottobre la Camera ha approvato definitivamente la legge che mette al bando le mine anti-uomo ponendo così l'Italia tra i sei Paesi che, avendo deciso unilateralmente di fermare la vendita e l'uso delle mine, hanno potuto sviluppare una forte azione internazionale che ha dato i suoi frutti prima ad Oslo e poi ad Ottawa. In pochi anni il nostro Paese è così passato dal triste primato di essere uno dei principali produttori ed esportatori di mine a quello di Paese traino sul piano europeo ed internazionale per il bando definitivo di questi ordigni. Il Parlamento ha varato una legge severa, che non si limita a dichiarazioni di principio. La normativa in vigore non pone solamente il divieto di fabbricazione, di vendita e di cessione di brevetti o tecnologie, ma obbliga le Forze Armate alla distruzione delle scorte in loro possesso e di quelle che i privati dovranno consegnare loro. L'unica eccezione riguarda la possibilità per le stesse Forze Armate di detenere un quantitativo minimo di ordigni da impiegarsi esclusivamente per esercitazioni di sminamento. Dopo Ottawa si apre una fase nuova e certamente altrettanto impegnativa: assicurato il primo ed importante risultato del bando sulla produzione ed il commercio internazionali ognuno di noi dovrà ora operare per due obiettivi indispensabili alla piena realizzazione di questo accordo internazionale: si dovranno attivare tutti i canali diplomatici e parlamentari per sollecitare l'adesione di Stati Uniti, Cina e Russia al Trattato sottoscritto ad Ottawa e, contemporaneamente, occorrerà intensificare l'impegno italiano ed internazionale per lo sminamento. Non basta infatti smettere di produrre e commerciare questi ordigni. E' urgente finanziare ed attivare campagne di bonifica per evitare che nuove vittime si aggiungano ad oltre un milione di persone uccise, agli oltre 300.000 bambini che vivono con una mutilazione, ai 30.000 civili che ogni anno allungano la lista degli invalidi colpiti dall'esplosione di una mina. L'impresa è enorme poiché siamo di fronte ad oltre 100 milioni di mine attive, collocate in 80 Paesi, ed il costo per la loro neutralizzazione viene calcolato tra i 300 ed i 1000 dollari l'una. Tuttavia non possiamo fermarci di fronte a questi numeri. Sappiamo che il danno più grave che queste armi producono è costituito, paradossalmente, non dal numero di morti e di mutilati, ma dai disastri sull'economia, sull'agricoltura, sulla stessa possibilità di sopravvivenza di intere popolazioni. Ciò è ancor più drammaticamente vero poiché i Paesi più infestati dagli ordigni anti-uomo sono proprio i Paesi in via di sviluppo i quali si trovano ad avere sul loro territorio milioni di mine. In Cambogia vi è una mina per ogni abitante, in Afghanistan una ogni due, nell'Africa del Sud una ogni cinque ma, nella sola Angola, il rapporto è di 1,3 mine per persona). Lo stesso segretario generale dell'ONU, a margine della conferenza di Oslo, ha sottolineato che è questo il problema centrale, affermando che "Basta la presenza, o la paura di un ordigno, per impedire la coltivazione di un campo, depredando una famiglia o un villaggio dei mezzi di sopravvivenza". La deposizione di mine colpisce direttamente soprattutto i civili: in quei Paesi sono stati minati i campi agricoli, i territori di pascolo, le sponde dei fiumi, gli accessi ai villaggi. Le conseguenze di tutto ciò sono evidenti: di fronte all'impossibilità di rifornirsi d'acqua, di praticare la pastorizia e qualsiasi attività agricola si aprono due sole alternative: l'emigrazione in massa verso le città dove i servizi e le infrastrutture sono già insufficienti, e spesso ancora devastati dalla guerra, o la concentrazione in territori già di per sé poveri di risorse naturali ed agricole che verranno così definitivamente depauperati. Le campagne di sminamento dunque non sono solo operazioni vitali per chi abita nelle zone direttamente colpite, ma sono necessarie per assicurare la sopravvivenza di intere popolazioni che vedono, e vedranno, altrimenti scardinato il loro già precario equilibrio agro-alimentare. E' con la consapevolezza di questo nesso inscindibile che il nostro Paese, il Governo ed il Parlamento debbono attivare tutti gli strumenti predisposti dalla legge varata in ottobre e quelli previsti dalla Convenzione di Ottawa. In particolare credo che la Camera dei deputati possa, con la stessa determinazione con cui in questa legislatura ha predisposto e votato la legge per la messa al bando delle mine anti-persona, attivarsi perché la convenzione di Ottawa sia rapidamente ratificata. Subito dopo la Camera dovrà attivare tutti gli strumenti a sua disposizione per sollecitare il Governo a dar seguito agli obblighi derivanti dal trattato, in particolare ad intensificare i programmi di bonifica e a dar corso ai piani di collaborazione con i Paesi che attuano direttamente programmi nazionali di sminamento. Ma l'azione di controllo ed indirizzo della Camera dovrà soprattutto concentrarsi sulla piena attuazione dell'art. 6 del trattato, dove sono stabilite le modalità di cooperazione ed assistenza tra i Paesi firmatari per i programmi di sminamento. Penso in particolare agli obblighi che derivano al nostro Paese dal 3° comma di questo articolo che prevede che ogni stato membro che ne abbia la possibilità deve fornire assistenza per la cura e la riabilitazione, la reintegrazione sociale ed economica delle vittime delle mine. Questo obbligo peraltro trova un'importante convergenza con quello fissato dall'art. 8 della legge italiana che ha specificamente collegato l'impegno dell'Italia nelle operazioni di sminamento a quello della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. L'art. 8 infatti ha stabilito di inserire tra le attività di cooperazione previste dalla legge che le disciplina "il sostegno alle vittime delle mine antipersona tramite programmi di risarcimento, assistenza e riabilitazione". Questi due articoli -forse i pù qualificanti dei due testi- contengono tuttavia un limite, poiché definiscono vittime solamente i soggetti direttamente colpiti dalle mine. Credo invece che, proprio su questo versante, si debba compiere uno sforzo ulteriore allargando il concetto di vittima a tutte le popolazioni che hanno subito il blocco delle attività agricole, hanno visto impedito l'accesso alle acque dei pozzi e dei fiumi ed ai loro stessi villaggi, vedendo in tal modo compromessa la loro stessa sopravvivenza. Su questo credo che vi sia un obbligo, anche morale, dei Paesi che sono, o sono stati, produttori e venditori di mine. In primo luogo essi dovrebbero promuovere una revisione del concetto di vittima e, di conseguenza, anche di quello di risarcimento. Le forme di questo tipo di risarcimento potrebbero poi essere individuate proprio nell'ampliamento degli strumenti e nell'incremento dei finanziamenti delle politiche di cooperazione allo sviluppo verso quei Paesi e quelle popolazioni che nel loro complesso hanno subito i danni del posizionamento delle mine anti-persona. In questo modo si coglierebbe pienamente l'indicazione del legislatore italiano che ha individuato nei programmi di assistenza e sostegno alle vittime una delle attività proprie della cooperazione allo sviluppo. Occorre infine, ma questo non è davvero l'ultimo punto, che anche il nostro Paese sia in grado di individuare nuove risorse da mettere a disposizione delle campagne di bonifica, poiché dobbiamo essere tutti consapevoli che se quei territori non saranno liberati dalle mine anti-persona si negherà a centinaia di migliaia di persone la stessa possibilità di sopravvivere. E' su questo fronte che l'Italia e la comunità internazionale potranno vincere davvero la guerra, civile ed umanitaria, contro le mine, contro il loro potenziale di morte e paura che resiste indifferente ai tempi di guerra ed ai tempi di pace. Nella stagione della globalizzazione dei mercati, delle politiche spesso appiattite su criteri economicistici la Convenzione di Ottawa e la legge che abbiamo votato in ottobre sono il segno concreto della volontà di porre al centro dell'azione politica i valori centrali dell'uomo, la tutela sociale, la protezione dei soggetti deboli che vivono o sopravvivono nella società globale. Occorre porre più giustizia sociale nei nostri programmi, nei nostri criteri di scelta. La pur necessaria attenzione ai bilanci pubblici, rischia di lasciarci sordi di fronte ai bisogni dei poveri, di chi non ha i mezzi economici essenziali per vivere o per curarsi, in Italia come nel resto del mondo. Il cardinale Martini ha segnalato la deriva dell'insensibilità. Possiamo chiederci, camminando sulla stessa strada, quale è il posto che ha la giustizia sociale nelle attuali politiche del governo nazionale, in quella degli altri Paesi della comunità internazionale? E' vero che il risanamento dei bilanci, la lotta contro l'evasione fiscale e l'eliminazione dei privilegi sono la premessa per politiche sociali. Ma dubito che la politica dei due tempi possa reggere di fronte a chi in Italia e nel mondo ha freddo, fame, bisogno. Specie chi ha le proprie radici politiche nel solidarismo, operaio o religioso, deve porsi queste domande e dare risposte politiche, che affrontino i problemi e non si limitino a condividere la denuncia. E allora occorre che si cominci dalle risposte possibili per attivare in tutti fiducia e speranza.

  • 663
    12/12/1997
    Messaggio Violante 28° anniversario strage di Piazza Fontana

    Vi trasmettiamo il testo del messaggio inviato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante al Sindaco di Milano, dottor Gabriele Albertini nella ricorrenza del ventottesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. "Nella ricorrenza del ventottesimo Anniversario della strage di Piazza Fontana, sento il dovere di ricordare con profonda commozione - anche a nome di tutta la Camera dei Deputati - i numerosi cittadini vittime di una cieca e feroce violenza. Sono convinto che tale dolorosa circostanza, che ha segnato una delle pagine più tristi della nostra storia repubblicana, su cui peraltro non è stata fatta ancora chiarezza, serva da monito soprattutto per le giovani generazioni affinché comprendano che neppure il terrorismo e la violenza sono riusciti a piegare il popolo e le Istituzioni democratiche."

  • 662
    11/12/1997
    Messaggio Violante cordoglio scomparsa sorella amb. Foglietta (USA)

    Vi trasmettiamo il testo del messaggio di cordoglio inviato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante all'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America in Italia, Thomas M. Foglietta, per la scomparsa della sorella Maria Michela. "Ho appreso con commozione la notizia del lutto che l'ha duramente colpita. Le giungano i sensi della partecipazione mia personale e dell'Assemblea Parlamentare che presiedo."

  • 661
    11/12/1997
    Incontro Violante-delegazione comitato federalismo solidale

    VIOLANTE RICEVE COMITATO PROMOTORE FEDERALISMO SOLIDALE Il Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante ha ricevuto questo pomeriggio a Palazzo Montecitorio una delegazione del Comitato Promotore per un Federalismo Solidale. Il Comitato Promotore, in rappresentanza del mondo culturale, sociale e politico di Bergamo e della sua provincia, ha promosso dal luglio scorso la raccolta di firme per una petizione popolare "Contro ogni ipotesi di secessione, contro ogni violenza e intolleranza, per un'Italia più giusta, civile e democratica, per un federalismo solidale". La petizione popolare, inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e al Presidente del Consiglio, ha raccolto, nella sola provincia di Bergamo trentacinquemila firme. La delegazione ha affermato che l'iniziativa si è proposta di aprire una speranza e testimoniare una realtà di Bergamo e delle valli bergamasche, diversa da quella secessionista

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    09/12/1997
    Messaggio Violante auguri nascita figlia on. Alessandra Mussolini

    Vi trasmettiamo il testo del messaggio inviato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante all'on. Alessandra Mussolini per la nascita della figlia Clarissa. "Cara Alessandra, in occasione della nascita di Clarissa desidero farti pervenire i più fervidi auguri."

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