Sulla pubblicità dei lavori:
Russo Paolo, Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE AGRICOLE
Audizione dei rappresentanti di Altragricoltura:
Russo Paolo, Presidente ... 3 5 7 9 11
Cenni Susanna (PD) ... 8
Fabbris Giovanni, Coordinatore di Altragricoltura ... 3 5 9
Malannino Gaetano, Presidente di Altragricoltura ... 7
Marrocu Siro (PD) ... 8
Martone Lino, Responsabile per la Campania di Altragricoltura ... 6
Negro Giovanna (LNP) ... 9
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 9
Pili Mauro (PdL) ... 7
Sabiucciu Gianfranco, Sindaco di Decimopuztu ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 8,40.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole, deliberata nella seduta del 16 settembre 2008, l'audizione dei rappresentanti di Altragricoltura.
Sono presenti il dottor Gaetano Malannino, presidente di Altragricoltura, il dottor Giovanni Fabbris, coordinatore, il dottor Lino Martone, responsabile per la Campania (immagino che la sua presenza sia un atto di cortesia di cui lo ringrazio), il dottor Antonio Correggia, il dottor Gianfranco Sabiucciu e il Dottor Paolo Mocci.
Do la parola a Giovanni Fabbris, coordinatore di Altragricoltura.
GIOVANNI FABBRIS. Coordinatore di Altragricoltura. Grazie, presidente. La presenza di Lino Martone non è un atto dovuto di cortesia.
GIOVANNI FABBRIS. Coordinatore di Altragricoltura. È invece esattamente dentro lo spirito delle questioni che vi vorremmo sottoporre questa mattina. La delegazione è composta da rappresentanti di Altragricoltura e dell'amministrazione comunale di Decimoputzu, il sindaco e l'assessore all'agricoltura. Abbiamo inteso così riproporvi uno schema su cui abbiamo lavorato nei mesi scorsi, quando in Sardegna abbiamo affrontato la grande emergenza delle migliaia di aziende agricole sottoposte ad asta, cioè al rischio concreto di perdere il possesso della terra.
Dopo 15 anni senza alcuno sbocco, quella iniziativa è riuscita a vivere grazie alla possibilità di mettere insieme tre soggetti, che hanno costruito tra di loro un elemento di iniziativa comune: un comitato di agricoltori che ha iniziato una vertenza sulla base di alcune proposte e soprattutto due livelli istituzionali, che sono stati fondamentali in questa vicenda. In particolare, il livello locale è stato garantito dalla presenza costante e dal lavoro continuo del comune e del consiglio comunale tutto di Decimoputzu e dal lavoro e dall'attenzione che i parlamentari hanno voluto accordare alle iniziative proposte dal comitato di lotta e dai comitati degli agricoltori.
Siamo riusciti così a fare in modo che nella scorsa legislatura il Parlamento approvasse, su proposta di tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato, una norma nella legge finanziaria assolutamente decisiva. Per la prima volta, in Italia il Parlamento italiano, prendendo atto della drammaticità di una situazione, dell'impossibilità di gestire con strumenti ordinari una situazione ormai incancrenita quale quella determinatasi in Sardegna, e della necessità di un intervento straordinario,
ha adottato un provvedimento in cui ha disposto la sospensione di tutti i provvedimenti esecutivi in danno delle aziende agrozootecniche sarde coinvolte nella vicenda della legge n.44 del 1988. Non si trattava però di una sospensione temporanea per prendere tempo, perché il dispositivo di quella norma prevista dalla legge finanziaria si muoveva intorno al blocco della situazione per scongiurare la chiusura delle aziende e incardinava un percorso mediante il quale sarebbe stato possibile avviare una soluzione, attraverso l'istituzione di un luogo di lavoro, di una commissione di tre esperti, che nel giro di sei mesi avrebbe dovuto indicare possibili soluzioni, aprendo un percorso di verifica. Per questa operazione, veniva stanziato un finanziamento di 3 milioni di euro nella legge finanziaria, per compensare i maggiori costi che le banche avrebbero dovuto sostenere rinunciando per un certo periodo di tempo a incassare i crediti vantati nei confronti degli
agricoltori.
Consideriamo quell'atto straordinario e di grande importanza. Oltre il dispositivo tecnico, c'era un elemento politico: il Parlamento italiano prendeva atto formalmente della drammaticità di una situazione che stava esplodendo.
Il Governo che si è insediato all'indomani della scorsa campagna elettorale ha finalmente avviato il percorso previsto nella norma della legge finanziaria e in particolare ha provveduto a nominare la commissione dei tre esperti.
Questa mattina vi poniamo una prima questione come Commissione agricoltura, rilevando come in questo momento, nonostante il meccanismo si sia messo in moto, manchi ancora un tassello: la nomina della commissione da parte del Governo. In un incontro con il sottosegretario Buonfiglio, ci è stato garantito che il provvedimento verrà assunto a breve, però intanto vi segnaliamo come la situazione in Sardegna rischi di diventare nuovamente esplosiva, qualora non sia dato seguito al percorso.
Questa azione ha infatti prodotto la temporanea sospensione delle esecuzioni in danno delle aziende agricole, in quanto il presidente del tribunale di Cagliari ha preso atto e ha sospeso i procedimenti in corso, anche in accordo con il sistema bancario. Poiché però sono scaduti i sei mesi previsti dalla legge finanziaria, in mancanza di un provvedimento certo, che nomini la commissione e quindi definisca il quadro entro cui anche gli operatori giudiziari possono operare, le esecuzioni potrebbero essere riprese da un momento all'altro, causando problemi alle famiglie coinvolte e vanificando la norma prevista dalla legge finanziaria e lo sforzo compiuto.
In tale situazione, la prossima settimana comincerà a lavorare la commissione agricoltura della regione Sardegna, con cui in questi giorni abbiamo avuto incontri informali. Riteniamo che, sulla base di quella convocazione, in Sardegna si inauguri un percorso, che, assumendo pienamente lo spirito dell'iniziativa prevista dalla norma, svilupperà il lavoro previsto.
Il sindaco di Decimuputzu avrà modo di spiegarvi l'urgenza di una situazione così delicata.
Desidero sollevare tre questioni molto rapidamente.
Apprezziamo innanzitutto che in questa legislatura la Commissione agricoltura abbia avviato un'indagine conoscitiva sui fabbisogni finanziari delle aziende agricole, lavoro cui guardiamo con molto interesse.
Anche per dare un contributo a questi lavori, vi poniamo una questione, che è la tesi su cui abbiamo lavorato in questi mesi. Si rileva il grande problema dell'indebitamento dell'azienda agricola italiana. Riteniamo che il problema dei fabbisogni finanziari del sistema agroalimentare italiano non possa essere disgiunto dall'esigenza di affrontare la questione dell'indebitamento delle aziende agricole. Nei decenni scorsi, il nostro tessuto di aziende agricole si è fortemente indebitato nel nord come nel sud, per giungere adeguatamente all'appuntamento epocale della liberalizzazione dei mercati. Soprattutto in aree di agricoltura forte, non marginale, le nostre aziende agricole si sono fortemente
indebitate. Un'intera generazione di agricoltori e di allevatori ha investito i capitali accumulati in generazioni di lavoro contadino nella convinzione che questo fosse un dovere.
Ci troviamo quindi in una situazione drammatica, in cui le aspettative sono state regolarmente deluse dal quadro generale di crollo dei prezzi sul mercato, di aumento dei costi della produzione, di limitazione delle quote e di incapacità di collocare sui mercati i nostri prodotti.
PRESIDENTE. Non vorrei interromperla, ma desidero suggerirle di evitare considerazioni che riguardino la situazione nazionale e internazionale, rispetto alle quali qualche sensibilità è stata già manifestata da questa Commissione. Suggerisco questo non per limitarla, ma soltanto per i tempi che abbiamo a disposizione, perché vorrei ascoltare il sindaco, gli altri suoi colleghi e i colleghi parlamentari che vorranno porvi domande.
GIOVANNI FABBRIS. Coordinatore di Altragricoltura. Nelle settimane scorse, abbiamo anche avuto uno scambio con la Commissione agricoltura del Senato su temi simili. La proposta che vorremmo sottoporvi riguarda la possibilità che il Parlamento incardini un percorso che affronti in particolare la situazione debitoria delle aziende agricole come un percorso da sviluppare per quello che è. Nel dibattere di fabbisogni finanziari, abbiamo il problema che tutti gli agricoltori italiani indebitati nelle aree di forte agricoltura, essendo ormai iscritti alla centrale rischi, non potranno accedere già da quest'anno a misure previste sui POR, sui PSR, per comprare il carburante. Sono pertanto a rischio le attività fondamentali. Su questo vi chiediamo quindi un'attenzione particolare e ci riserviamo di consegnarvi le nostre proposte in un documento, perché altrimenti i tempi di
lavoro di questa mattina potrebbero saltare.
Il sindaco spiegherà meglio la questione di Decimoputzu.
Vi abbiamo portato la gente dell'area di Castelvolturno e Mondragone, perché crediamo che la questione dell'indebitamento dell'azienda agricola meriti di essere affrontata nei luoghi dove scoppiano le emergenze. In quell'area, attenzionata dal Parlamento e dal Governo tanto che l'esercito pattuglia le strade, la maggioranza delle aziende agricole di quel territorio si trova in mano agli usurai gestiti dalla camorra. Quando faccio le assemblee in quel territorio, sento dire normalmente che si è dovuto «comprare i soldi», che significa quello che voi sapete perfettamente. Chiediamo che nel casertano e in particolare in quell'area in cui viene compiuto uno sforzo per ricondurre a elementi di legalità la gestione del territorio si adottino misure straordinarie come quelle create in Sardegna, affinché, accanto alla presenza dello Stato con le forze di polizia, si possa intervenire sul sistema agricolo e di lavoro nelle campagne, offrendo a
questi agricoltori misure straordinarie che evitino loro di essere costretti a ricorrere all'usuraio e al camorrista per non rischiare di veder venduta la propria terra.
Poiché abbiamo lavorato coinvolgendo tutti i comuni di quel territorio, chiediamo alla Commissione agricoltura di prevedere un incontro pubblico con loro su tale questione per valutare insieme la possibilità di provvedimenti straordinari in questa situazione. Grazie.
GIANFRANCO SABIUCCIU, Sindaco di Decimoputzu. Buongiorno, ringrazio di questa opportunità. Devo sottolineare, da un punto di vista generale, che nonostante i grandi sforzi sia del fronte della protesta, sia dei due rami del Parlamento e quindi di tutte le forze politiche che ci hanno ascoltato con molto interesse la volta scorsa e adesso, la situazione sta peggiorando in maniera drammatica. Devo pertanto lamentare una nostra incapacità a rispondere in tempi brevi alle esigenze. Le risposte sono infatti troppo lente e di fatto stanno ulteriormente danneggiando gli operatori.
Nei campi, la disperazione sta continuando a crescere, anche perché non ci sono risposte immediate sulla questione messa a punto l'anno scorso sui debiti in
generale e sul grosso problema INPS. Non riusciamo a fronteggiare in alcun modo le questioni delle calamità. In Sardegna, infatti, per sette-otto mesi si è vissuta una siccità spaventosa e poi è arrivata anche l'alluvione, che in poche ore ha provocato enormi danni. È stata inferta quindi una doppia ferita.
I giovani stanno continuando a sparire e imprese floride fino all'anno scorso si stanno indebitando a causa della drammatica situazione commerciale.
Questa mi sembra la cosa più importante da sottolineare oggi. Dobbiamo lavorare per riuscire in tempi brevi a dare risposte concrete, perché noi percepiamo qualcosa, che però non viene percepito dalla nostra gente, dai nostri operatori.
LINO MARTONE, Responsabile per la Campania di Altragricoltura. Rappresento la regione Campania. Desidero evidenziare brevemente la parte finale dell'intervento di Giovanni Fabbris.
La realtà produttiva agricola più ricca e più fertile d'Europa, la Campania felix adesso è protagonista di un disastro economico, sociale, produttivo, ambientale e dell'ordine pubblico. La parte più ricca dell'agricoltura europea sta attraversando momenti drammatici. La questione del debito e del fallimento delle aziende, del dramma della Sardegna in particolare non deve essere considerata solo sotto il profilo dei debiti delle famiglie, oggi molto sentito da tutte le forze politiche e del Governo, ma anche sotto quello della necessità di garantire a queste aziende la possibilità di darsi la cosiddetta «condizionalità».
Per la politica europea, se queste aziende non hanno la condizione di condizionalità, non potranno stare sul mercato nei prossimi mesi. Per avere tale condizione, suggerita e dettata dalle norme europee, è necessario compiere moltissimi interventi strutturali, che richiedono risorse economiche che le banche non daranno. Non ci sono quindi le possibilità economiche di dotarsi di questa condizione obbligatoria per restare sul mercato.
I PSR hanno questo punto fondamentale di riferimento: per avere fondi pubblici bisogna essere nelle condizioni comunemente note come condizionalità, per avere la quale sono necessarie le risorse, che nessuna banca concederà alle imprese agricole.
Recentemente, ho comprato una macchina. La concessionaria Alfa Romeo ha ricevuto dalle agenzie di prestito l'ordine di non fare prestiti per acquisto di macchine ad allevatori di bufale e a dipendenti dei caseifici della provincia di Caserta e della Campania. Vi posso garantire che le banche sono indifferenti a quanto è stato costruito regionalmente come recupero dell'esposizione finanziaria delle aziende, anche quando esista la copertura regionale.
Sarebbe una contraddizione in termini se, in una grande realtà come quella casertana del piano campano soprattutto e della Campania felix, lo Stato ci fosse per reprimere la violenza e non di fronte a una situazione di disastro economico, che è stato incentivato dalla stoltezza con cui è stato costruito il piano di emergenza sanitario per la brucellosi e la diossina. Siamo di fronte a veri e propri abusi. Secondo le nostre stime, la situazione è tale da determinare un aggravamento di tutto il settore: soltanto in un anno, il settore bufalino ha perso 100 milioni di euro di produzione lorda, che incidono su una popolazione che è la metà della provincia di Caserta (500 mila abitanti). Se fate il conto vi potete rendere conto di cosa questa grave situazione stia innescando.
Nei giorni scorsi, in un articolo de la Repubblica ho denunciato la possibile condizione sotto usura di cento aziende. La magistratura ha aperto una nuova inchiesta. Ritengo opportuno riprendere quanto è stato già deliberato dal consiglio regionale. Si tratta non di ricorrere ad altre risorse, ma di spendere meglio quelle già esistenti. Abbiamo chiesto alla regione Campania la costituzione di un coordinamento di tutte le unità di crisi dislocate in questo territorio, ma non c'è stato nulla da fare. Capisco che la regione è titolare unica delle competenze nel settore dell'agricoltura, ma dalla Commissione agri
coltura del Parlamento può venire un segnale perché in quell'area si unifichino tutti gli strumenti che agiscono in agricoltura. Grazie.
GAETANO MALANNINO, Presidente di Altragricoltura. Sono un agricoltore siciliano, presidente di Altragricoltura. Nulla avviene per caso e questa situazione generalizzata, che riguarda almeno l'80 per cento delle aziende agricole e zootecniche italiane fortemente indebitate, non è un fenomeno verificatosi spontaneamente, ma è il risultato di una logica, in base alla quale l'agricoltura europea, in particolare del meridione d'Europa, avrebbe dovuto cessare di esistere, in quanto la nostra sarebbe dovuta diventare una società di consumo, non più di produzione.
Occorreva quindi che le aziende agricole chiudessero. Si è fatto fare questo lavoro sporco alle banche, facendo indebitare le aziende proprio con i finanziamenti che venivano erogati.
Questa è la Commissione agricoltura della Camera che analizza i problemi del settore, ne garantisce il miglioramento e individua il percorso per garantire l'interesse collettivo.
Questo fenomeno diffuso in Italia diventa ancora più grave in Sicilia, perché questa è approdo del nord Africa; molto spesso si verificano fenomeni di delinquenza, di mafia anche legati alla contraffazione della merce, che abbassano ulteriormente il prezzo di vendita dei prodotti. Diventa quindi sempre più difficile per l'azienda avere reddito. Qualunque provvedimento deve quindi partire dalla situazione debitoria dell'azienda agricola.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
MAURO PILI. Colgo l'occasione per ringraziare del quadro delineatoci i rappresentanti di Altragricoltura. Mi soffermo soltanto sulle questioni relative alla Sardegna perché, come richiamato dal presidente, le questioni di carattere nazionale sono state abbondantemente discusse in questa Commissione.
Considero indispensabile partire subito da un'ipotesi di risoluzione unitaria della Commissione.
Come rilevato dai rappresentanti, è necessario mettere in campo tempi adeguati rispetto all'emergenza che stiamo per rivivere in Sardegna e fare il necessario per ripristinare i termini di quanto previsto nella legge finanziaria precedente, per riattualizzare i tempi e per non vanificare lo sforzo unitario messo in campo in quell'occasione.
Ritengo quindi che la risoluzione dovrebbe soffermarsi su tre punti, primo fra i quali il recupero delle indicazioni della legge finanziaria, ovvero la loro attualizzazione. Mi riferisco all'attivazione della Commissione, che è stata già messa in campo e ha avviato il suo lavoro con un monitoraggio della nostra Commissione parlamentare, che deve evitare ulteriori ritardi.
Abbiamo infatti la necessità di ridurre il lasso di tempo di sei mesi, perché in una partita così delicata, che riguarda la centrale rischi e le banche, la tempistica può essere il punto di non ritorno per il sistema agricolo sardo e in particolare per quello colpito dal flagello della legge n. 44 del 1988.
Considero questo indispensabile per rimettere al passo il lavoro della Commissione rispetto a una soluzione strutturale, che riguarda sia il tema dell'indebitamento in agricoltura sia l'altra emergenza dell'utilizzo dei fondi sul POR 2007-2013, ulteriore mannaia che si potrebbe abbattere sul sistema agricolo colpito da questo problema in Sardegna.
Ritengo quindi opportuno mettere in campo un qualche sistema per slegare la partita dei fondi comunitari 2007-2013 dal tema dell'indebitamento delle imprese agricole. Dovremo pertanto individuare il meccanismo tecnico-finanziario per consentire la ricapitalizzazione delle aziende agricole, così da poter gestire questa richiesta di innovazione prevista nel sistema finanziario comunitario.
Mi permetto dunque di richiamare l'attenzione di questa Commissione, ritenendo che una risoluzione unitaria possa essere
l'elemento cardine attraverso cui monitorare e tracciare soluzioni strutturali assolutamente indispensabili. Oltre alla contestualità della soluzione contingente, è infatti fondamentale mettere in campo azioni che consentano a questo settore di individuare una via d'uscita strutturale, unico modo per non trovarci ad affrontare nuovamente una simile situazione. Garantiamo quindi una disponibilità totale per l'approvazione di una risoluzione unitaria.
SIRO MARROCU. Condivido le considerazioni del collega Pili. La legge finanziaria del dicembre 2007 prevedeva la sospensione dei procedimenti esecutivi da parte delle banche e contemporaneamente l'istituzione di una commissione. Nonostante l'assenza del decreto formale, i nominativi sono stati indicati e la commissione è stata costituita quando i tempi di sospensione erano già scaduti. La maggioranza degli istituti di credito nonostante la norma non sia più in vigore non ha riavviato i processi di recupero dei crediti, ma qualche situazione di messa all'asta di azienda è già in atto, perché non tutti gli istituti di credito si sono determinati ad attendere il lavoro della commissione. Emerge quindi innanzitutto l'esigenza di prorogare i termini scaduti previsti dalla legge finanziaria 2007. Abbiamo tentato con due emendamenti di introdurre una norma di proroga, ma entrambi, tra
l'altro firmati da colleghi del centrosinistra e del centrodestra, sono stati dichiarati inammissibili.
La settimana prossima, arriva in Aula il provvedimento sul credito, C. 1762, occasione per prorogare i termini almeno al 30 luglio 2009, per consentire alla commissione di concludere il suo lavoro, verificare cosa stia succedendo nei rapporti tra le banche e gli agricoltori, stabilire quanto sia imputabile a una legge regionale del 1989, che ha creato una situazione di difficoltà. Si tratta di una legge che ha assegnato risorse agli agricoltori ed è stata poi contestata dall'Unione europea e dalla Corte di giustizia, la quale ha chiesto alla regione di recuperare le risorse stanziate mettendo in difficoltà le aziende agricole. Tale proroga garantirebbe alla commissione il tempo di lavorare e alla regione Sardegna quello di studiare una soluzione definitiva per le aziende agricole.
Propongo dunque di essere uniti non solo sulla risoluzione ma anche nel firmare insieme un emendamento volto a prorogare i termini già scaduti al 30 luglio 2008. Senza la proroga, infatti, gli istituti di credito possono riavviare l'esecuzione, quindi le aste, vanificando tutto il lavoro svolto finora e quello della commissione. Gli emendamenti ritenuti non ammissibili nei provvedimenti precedenti possono essere invece ritenuti tali se riferiti al provvedimento della settimana prossima, perché c'è compatibilità di materia.
Prorogare i termini consentirebbe alla commissione e soprattutto alla Sardegna, che sta studiando una soluzione definitiva per questa situazione, di avere i tempi necessari per giungervi.
SUSANNA CENNI. Ringrazio il dottor Fabbris e gli altri rappresentanti per il quadro che hanno fornito alla Commissione. Vorrei porre due domande ed esprimere una considerazione di carattere generale.
Innanzitutto, vorrei sapere se la regione Sardegna abbia assunto dei provvedimenti ad hoc. Nei vostri interventi, avete rilevato l'impossibilità di accedere a strumenti comunitari a causa dell'iscrizione alla centrale rischi, ma vorrei sapere se siano stati usati strumenti di garanzia o fondi di rotazione con risorse regionali.
Vorrei anche capire se, al di là della forma associativa legata alla battaglia e alla rivendicazione, queste piccole realtà si siano date anche una forma organizzativa dal punto di vista economico, per reggere meglio all'urto della situazione così difficile e rischiosa che si è venuta a determinare.
La terza considerazione è di carattere generale. Ritengo opportuno lavorare sulla proposta avanzata dall'onorevole collega del PdL in merito ad una risoluzione della Commissione che recuperi e faccia il punto sulle proposte avanzate nella legge finanziaria dello scorso anno. In questi
mesi, la Commissione ha audito molte realtà agricole italiane e il quadro che ci è stato presentato e che anche in questi giorni viene vigorosamente posto all'attenzione del nostro Paese evidenzia la generale sofferenza dell'agricoltura italiana.
La risoluzione sul caso specifico deve quindi indurci come Commissione a dimostrare un'attenzione più generale e ad adottare qualche provvedimento più forte, che riguardi complessivamente il settore. Mi riferisco soprattutto al tema del fondo di solidarietà, che è azzerato, e quindi a tutto il tema delle calamità e a quello del credito all'agricoltura e del sostegno all'indebitamento, tema di carattere generale anche se qui ha un'urgenza ed una peculiarità particolare. Rischierebbe altrimenti di sfuggirci il senso del quadro politico che stiamo vivendo.
Nei prossimi giorni, in Parlamento vareremo alcuni importanti provvedimenti di carattere economico, che interverranno sulle banche. Dovremo spingere per sostenere in modo condiviso qualche intervento complessivo sul settore.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio gli auditi per il quadro informativo che ci hanno fornito. Piove sul bagnato, perché, in una situazione complessiva di indebitamento delle aziende, di crisi, di aumento dei costi, di tutto quello che stiamo studiando come Commissione agricoltura, inoltre si assiste anche a un'emergenza. Tremila aziende si trovano in una situazione di forte indebitamento e le istituzioni regionali e nazionali vogliono tendere una mano per risolvere sia i problemi emergenziali, che quelli strutturali di questo comparto.
Desidero ricapitolare gli interventi degli onorevoli Marrocu e Pili, parlamentari della Sardegna. Il primo provvedimento da attuare da subito è una risoluzione congiunta di tutta la Commissione, che auspichi il completamento della commissione, il monitoraggio di queste aziende e solleciti il Governo ad adottare interventi ad hoc all'interno della conversione del decreto sulle banche.
Dobbiamo inoltre ripresentare l'emendamento Marrocu, poi firmato in Aula da tutti i parlamentari della Sardegna, che consente di prorogare i termini al 30 luglio 2009 per tentare di risolvere i problemi cui abbiamo accennato.
Dobbiamo comunque sentire la regione Sardegna, perché c'è un problema di carattere generale sulla vicenda dei piani dei PIR e dei POR, laddove i fondi sono assegnati se le aziende sono in regola con il fisco e con le banche. È necessario quindi confrontarsi rapidamente anche con la regione Sardegna per valutare come muoverci e come coordinare le nostre azioni. All'interno del provvedimento che esamineremo la prossima settimana, dobbiamo valutare la possibilità di presentare insieme un emendamento che consenta la proroga della sospensione delle procedure esecutive.
Un problema più generale all'attenzione della Commissione è rappresentato dal rifinanziamento del fondo di solidarietà, di cui stiamo dibattendo da molto tempo e su cui la maggioranza ha espresso parere positivo. Dobbiamo quindi assicurare insieme il rifinanziamento di questo fondo.
GIOVANNA NEGRO. Come gruppo della Lega Nord, vorremmo sapere a quanto ammonti il fabbisogno finanziario delle aziende in tutta Italia, per capire di quanto stiamo parlando.
Vorrei sapere inoltre quante denunce siano state sporte in seguito alla richiesta di pagare il pizzo, domanda che mi duole porvi.
PRESIDENTE. Do la parola a Giovanni Fabbris per la replica.
GIOVANNI FABBRIS, Coordinatore di Altragricoltura. Rispondo a quattro domande stando sulle questioni concrete, giacché siamo qui per tentare di svolgere un lavoro e uscire avendo compiuto un passo avanti. La regione Sardegna non ha strumenti che le consentano di affrontare gli elementi della straordinarietà con un fondo di rotazione o di solidarietà.
Noi abbiamo lavorato con la commissione agricoltura della regione Sardegna. La prossima settimana, è previsto un incontro formale, in cui fra i punti all'ordine del giorno, rientra anche la proposta di istituire un fondo straordinario per affrontare l'emergenza relativa ad aziende agricole che dovessero rischiare di uscire dal tessuto produttivo perché prive delle condizioni necessarie alla sopravvivenza. Abbiamo chiesto e chiederemo ancora alla commissione agricoltura della regione Sardegna di tenervi aggiornati su questo sviluppo.
Queste esperienze sono nate da comitati in Sardegna e in molti altri posti. Sul terreno economico gli agricoltori stanno tentando di organizzarsi. In Sardegna, sta nascendo la proposta di una piattaforma alimentare solidale, ovvero il tentativo di costruire percorsi economici su progetti e su ipotesi di modelli di sviluppo che, tenendo conto del quadro attuale, garantiscano risorse e reddito all'azienda e prezzi giusti ai consumatori. Il modello su cui stiamo lavorando in Sardegna con gli agricoltori organizzati nel comitato consiste nel tentativo di seguire in una realtà molto diversa alcune esperienze maturate negli anni scorsi in Toscana.
Questi comitati di agricoltori hanno ormai avviato un percorso di unificazione. Altragricoltura ha costruito un passaggio da movimento a organizzazione sindacale. Celebreremo a gennaio il congresso della confederazione. Sarete tutti ovviamente invitati, giacché speriamo di coinvolgervi in questo percorso.
Quanto all'ultima questione posta ignoro a quanto ammonti il fabbisogno e credo che non lo sappia nessuno, perché non è mai stato realizzato un lavoro in questo senso; non sono in condizione di fornire dati certi, perché non è mai stato fatto un lavoro per accertare il fabbisogno relativo all'indebitamento.
Uno dei primi punti che abbiamo sempre posto nelle realtà locali in cui lavoriamo, investendo la Commissione agricoltura è di realizzare su questo un vero lavoro di indagine, che non rilevi soltanto i dati statistici finali. Sarebbe assurdo infatti pensare di ottenere i dati dell'indebitamento dall'attuale sistema di rilevamento statistico, che è un bluff e non può garantire alcuna affidabilità.
La prima sfida che ci compete consiste nel cercare di capire di cosa stiamo parlando. In Sardegna, ad esempio, le banche affermano di avanzare 700 milioni di euro dagli agricoltori, mentre la nostra valutazione è che non avanzino più di 100 milioni di euro. In mezzo a queste due cifre si colloca quindi il lavoro della commissione dei tre esperti, che finalmente dovrà accertare la verità. Se infatti per indebitamento dell'azienda agricola si intende tutto l'anatocismo che ha applicato il sistema bancario dalla nascita della legge n. 44 del 1988 in poi (gli interessi calcolati sugli interessi), includendo gli elementi di illegittimità prima ancora che di illegalità che sono dentro l'applicazione delle norme derivanti dalla legge n. 44, avrà ragione la banca e dovremo farci carico di 700 milioni di euro. Se riportiamo la questione a elementi di trasparenza e di verità, compito della commissione dei tre esperti, non
andremo oltre 100 milioni.
L'ultima questione riguarda le denunce sporte, domanda che mi pongo quando gli agricoltori mi dicono di dover «comprare i soldi». Mentre tutti dobbiamo lavorare perché questo avvenga, dobbiamo rilevare l'elemento politico. Se in alcune aree del Paese non si hanno alternative perché altrimenti il giorno dopo il direttore di banca toglie la terra all'agricoltore, sarà complicato riuscire a venirne fuori.
Nel parlare di indebitamento delle aziende agricole, vi chiediamo di considerare come si sia arrivati a un punto tale per cui, per affrontare questioni delicate come quella nell'area di Mondragone e Castelvolturno, è necessario offrire un'alternativa agli agricoltori. Si deve pretendere da loro il massimo coinvolgimento nella battaglia per la democrazia, che è un aspetto concreto, non astratto, a fronte però di percorsi che permettano loro di avere alternative. A un agricoltore cui stiano per togliere la terra perché ha 30 mila euro di esposizione e avanza crediti
dal sistema del pagamento per altrettanto senza riuscire a ottenerli da anni, deve essere garantita una soluzione, altrimenti dovrà rassegnarsi a perdere la terra o a rivolgersi a qualcuno per vedere come fare. Ovviamente condanno profondamente questo quadro, ma dobbiamo offrire un'alternativa.
PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti di Altragricoltura, svolgendo alcune considerazioni.
Il 16 settembre, questa Commissione ha deliberato l'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole, di cui la vostra è la prima audizione, a testimonianza dell'interesse specifico rispetto alla vicenda e dell'interesse di carattere più generale rispetto all'indebitamento e alle soluzioni offerte dal sistema creditizio.
Ieri, questa Commissione si è recata a Caserta a verificare una serie di vicende, non ultime quelle debitorie.
Ritengo che le due proposte del collega Pili e del collega Marrocu possano essere rapidamente sintetizzate. Suggerisco quindi di predisporre subito una risoluzione da approvare unanimemente in Commissione, che indichi le priorità di carattere specifico e generale e le sollecitazioni al Governo. Sarebbe opportuno fare riferimento in tale ambito anche all'emendamento che si intende presentare, il quale, ovviamente, sarà sottoscritto singolarmente e personalmente. Viceversa attraverso la risoluzione riusciamo a presentare una proposta condivisa; in seguito firmeremo anche l'emendamento, risultato della risoluzione.
Mi permetterei quindi di chiedere ai colleghi Pili e Marrocu di stilare in tempi ragionevoli un'ipotesi di risoluzione da offrire alla valutazione di questa Commissione.
Nel ringraziare i rappresentanti di Altragricoltura, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 9,30.