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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione IV
9.
Martedì 5 maggio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ACQUISIZIONE DEI SISTEMI D'ARMA, DELLE OPERE E DEI MEZZI DIRETTAMENTE DESTINATI ALLA DIFESA NAZIONALE, A VENTI ANNI DALL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 4 OTTOBRE 1988, N. 436

Audizione di rappresentanti dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT):

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3 7 8 9 10
Del Santo Aldo, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT ... 3 7 8 9 10
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 7 8
Gidoni Franco (LNP) ... 9
Recchia Pier Fausto (PD) ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE.

COMMISSIONE IV
DIFESA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 5 maggio 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE EDMONDO CIRIELLI

La seduta comincia alle 12,05.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'acquisizione dei sistemi d'arma, delle opere e dei mezzi direttamente destinati alla difesa nazionale, a venti anni dall'entrata in vigore della legge del 4 ottobre 1988, n. 436, l'audizione di rappresentanti dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
Nel dare la parola al dottor Aldo del Santo e alla dottoressa Emanuela Montebugnoli, della direzione centrale della contabilità nazionale dell'ISTAT, li ringrazio per la partecipazione alla seduta odierna.

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Grazie presidente. Abbiamo predisposto una breve nota dove viene fatto il punto della situazione sulla quantificazione delle spese del servizio «difesa». Successivamente, tali spese, aggregandosi alle altre, confluiscono nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche, che l'ISTAT elabora nel quadro della contabilità nazionale ai fini della determinazione dell'indebitamento netto, uno dei parametri di Maastricht rapportato al PIL.
Nell'ambito delle statistiche di finanza pubblica, l'ISTAT elabora annualmente la ripartizione della spesa pubblica per le diverse funzioni - di primo e di secondo livello, secondo la classificazione internazionale COFOG (Classification of the Functions of Government) - nella quale figura la stima della spesa per il servizio «difesa». Tale statistica viene fornita sia all'Eurostat, sia al Fondo monetario internazionale e, successivamente, viene anche pubblicata on-line nel sito Internet dell'ISTAT.
La classificazione COFOG - classificazione internazionale che qualifica il tipo di ripartizione per i diversi servizi prodotti dall'amministrazione pubblica - prevede per la divisione difesa cinque gruppi di secondo livello che sono: difesa militare, difesa civile, aiuti militari all'estero, ricerca e sviluppo e, infine, altre spese della difesa non altrove classificate.
Secondo gli ultimi dati elaborati, cioè quelli relativi al 2007 - i dati, infatti, vengono prodotti alla fine di ciascun anno e, pertanto, a dicembre del 2008 abbiamo dovuto produrre tutte le serie fino al 2007 -, risulta che per la difesa sono stati spesi 21,6 miliardi di euro, pari al 2,9 per cento di tutta la spesa pubblica. Mediamente, nel periodo 2000-2006, tale percentuale è stata del 2,7 per cento.
Poiché questi dati devono obbligatoriamente confluire all'Eurostat, che ne fa oggetto di diffusione, se ne possono trarre


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dei confronti internazionali. In particolare, i dati relativi all'Italia si collocano, nello stesso periodo, leggermente al di sotto della percentuale calcolata sul totale della spesa media europea, che si è mantenuta intorno al 3 per cento.
Ovviamente, vi sono Paesi che hanno percentuali di spesa pubblica più alta rispetto all'Italia (Grecia, Cipro, Francia, Olanda, Portogallo e Finlandia) e Paesi che, invece, hanno delle percentuali di gran lunga più basse (ad esempio Irlanda, Austria e Malta). La stessa Germania si mantiene ad un livello leggermente più basso. Rammento che si ragiona sempre in termini relativi, cioè in termini di percentuale di spesa per il servizio «difesa» rispetto alla spesa pubblica totale. Nel 2007 il 60 per cento di tale spesa era rappresentato dalle spese per il personale militare e civile. Quest'ultima percentuale è aumentata rispetto all'anno 2000, quando si aggirava attorno al 50 per cento.
I consumi intermedi incidono, invece, per circa il 25 per cento. Nella contabilità nazionale, nella nozione di consumi intermedi, però, sono compresi anche tutti gli armamenti; la classificazione SEC prevede, infatti, che gli armamenti siano considerati consumi intermedi.
Rimane, infine, un 5 per cento circa costituito dagli investimenti in beni durevoli che, concettualmente, possono anche essere riconvertiti ad usi civili.
Riguardo alla ripartizione della spesa per i gruppi funzionali che fanno parte della difesa, la stragrande maggioranza è, ovviamente, costituita dalle spese della difesa militare, per un ammontare pari a circa il 95 per cento. Il 2,3 per cento è relativo alla difesa civile e, infine, il 2,2 per cento è relativo alla ricerca e sviluppo. Le altre spese, non altrove classificate, sono di tipo marginale.
Per il momento non abbiamo una quantificazione della spesa per il servizio «difesa» riguardante gli aiuti militari all'estero: in essi dovrebbero essere considerate anche le spese sostenute per le missioni di pace. Fino a oggi, infatti, il bilancio dello Stato - o meglio il rendiconto generale dello Stato, che rappresenta la fonte primaria dei dati sulla difesa - non ha mai distinto questo tipo di ripartizione di secondo livello come aiuti militari.
Attualmente, grazie ad una collaborazione tra Ragioneria generale dello Stato e ISTAT, si sta lavorando per rivedere non solo alcune classificazioni funzionali di dettaglio, ma, in generale, il sistema del rendiconto del bilancio dello Stato. Infatti, in quest'ultimo, già nel 2007, sono state introdotte le missioni e i programmi. Inizialmente, le missioni e i programmi erano allineati per circa l'80-90 per cento alla classificazione internazionale (COFOG); il rimanente era abbastanza trasversale. Siccome, secondo la COFOG, dobbiamo assicurare una ripartizione internazionale, stiamo lavorando per far sì che il bilancio dello Stato sia ripartito per missioni e programmi collegabili con la COFOG. In questa occasione, dunque, è stato proposto di ripartire le spese per la difesa individuando anche quella parte che riguarda gli aiuti militari all'estero.
La funzione difesa è l'unica in cui le spese sono a totale carico dello Stato; le altre, invece, sono ripartite tra tutti i soggetti che fanno parte delle amministrazioni pubbliche. Pertanto, la fonte principale dei dati è il rendiconto generale dello Stato, redatto dalla Ragioneria generale, parificato dalla Corte dei conti e approvato dal Parlamento.
Come per tutte le fonti di tipo amministrativo, rappresentate dalle contabilità pubbliche, anche i dati contenuti nel rendiconto generale dello Stato debbono essere sottoposti ad aggiustamenti e trattamenti statistici di varia natura per essere ricondotti alle definizioni e agli schemi del Sistema europeo dei conti, cioè del SEC95.
Uno dei principali motivi per cui sono necessari trattamenti e aggiustamenti riguarda il momento di registrazione delle operazioni. Il SEC95, infatti, richiede per tutte le operazioni delle altre amministrazioni, così come per tutti i settori istituzionali dell'economia, l'applicazione rigorosa della competenza economica, come prevede il principio accrual.


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Secondo il principio accrual, le operazioni debbono essere, infatti, registrate nel momento in cui si verificano le transazioni economiche e sono prodotti gli effetti economici sugli operatori. In altre parole, esse debbono essere registrate nel momento in cui un valore economico è creato, trasformato o eliminato, o allorché crediti e obblighi insorgono, sono trasferiti o vengono estinti.
Non sempre, però, le basi informative - costituite, per la pubblica amministrazione, prevalentemente dalle contabilità pubbliche - lasciano individuare questo momento di registrazione che è la competenza economica. La maggior parte degli enti, infatti, a cominciare dallo Stato per arrivare a tutti gli altri enti a diversi livelli di governo, usano delle contabilità di tipo finanziario che si avvalgono di due tipologie di registrazione: la competenza giuridica e la cassa. Tuttavia nessuna delle due tipologie corrisponde, a una prima applicazione, a quanto dal punto di vista economico viene individuato come competenza e i dati, pertanto, debbono essere trattati. Solo alcuni enti utilizzano la competenza economica; il caso tipico è quello delle Aziende sanitarie locali, delle Camere di commercio e di altri piccoli enti; la gran parte, invece, usano la contabilità finanziaria.
Al fine di una maggiore approssimazione alla competenza economica, l'ISTAT utilizza i dati disponibili utilizzando il criterio della maggiore vicinanza all'effettiva insorgenza di crediti o di debiti. Considerando una ripartizione di tutte le tipologie di operazioni - dalla produzione, alla redistribuzione, alla costituzione dei capitali - è stato deciso che la competenza giuridica è più vicina alla competenza economica per le operazioni di produzione, quali redditi e consumi intermedi, e per le operazioni di redistribuzione, quali prestazioni e imposte. Per le rimanenti operazioni, invece, e soprattutto per le spese in conto capitale, le maggiori garanzie di avvicinarsi all'insorgere di crediti e debiti, sono offerte dalla cassa.
Nel caso specifico delle spese per la difesa, quindi, si utilizzano gli impegni di bilancio per i redditi da lavoro dipendente e per i consumi intermedi, mentre si usano i pagamenti, cioè i dati di cassa, per gli investimenti. Naturalmente, il sistema di aggiustamenti del trattamento statistico non è completato; esiste, infatti, un altro problema: quello di ricondurre le registrazioni all'effettivo periodo in cui sono avvenute le transazioni. Un caso tipico in cui abbiamo dovuto apportare delle rettifiche (a volte anche pesanti) è costituito dalle spese per il personale relative al momento dei rinnovi contrattuali. Poiché la competenza economica cade nel momento in cui i contratti collettivi vengono perfezionati (compresa l'approvazione della Corte dei conti), specialmente quando essi vengono siglati e completati alla fine dell'anno, accade molto spesso che tali contratti non siano presenti negli impegni. A questo punto interviene la necessità di operare degli slittamenti e, quindi, le registrazioni di impegni avvenute nell'anno successivo alla firma del contratto vengono spostate all'anno precedente. Ciò è avvenuto, per esempio, per le spese di tutto il personale che lavora per la difesa relativamente ai contratti 2004-2007.
Un altro problema che costringe, a volte, a operare delle rettifiche, consiste nella presenza di anomalie nell'ambito dell'adozione degli schemi del SEC95. Il bilancio dello Stato, con la legge n. 94, del 3 aprile 1997, aveva adottato la classificazione SEC economica e funzionale. Tuttavia, se formalmente erano stati adottati gli schemi della contabilità europea, di fatto non erano state recepite in pieno - né lo sono oggi - le definizioni degli aggregati. Ciò, talvolta, costringe l'ISTAT ad apportare delle rettifiche, a livello di capitolo o al di sotto dei capitoli, per ricondurle alle definizioni della contabilità europea. Un esempio tipico è costituito dal fatto che alcune spese, da considerarsi quali spese per beni durevoli, vengono invece ancora inserite nei consumi intermedi; mi riferisco agli acquisti di computer, di software e così via.
D'altra parte, ancora più consistente è la presenza di alcune partite nell'ambito delle spese di investimento. In particolare,


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è proprio tipico della difesa registrare le spese per armamenti pesanti, derivanti da contratti pluriennali, negli investimenti, mentre la classificazione SEC prevede che debbano essere riportati tra i consumi intermedi, dal momento che vengono considerati dei beni strumentali per la produzione del servizio «difesa». Pertanto, ciò costringe ad una riclassificazione.
Le spese militari oggetto di contratti pluriennali costituiscono un grosso problema; ci si è accorti di ciò quando l'Eurostat, due o tre anni fa, iniziando a lavorare su questo punto, ha rilevato che non vi era omogeneità di trattamento tra i vari Paesi europei. Nel 2006, dopo un acceso dibattito, approfondimenti e consultazioni, l'Eurostat ha preso una decisione riguardo al trattamento delle spese militari oggetto di contratti pluriennali (una copia di tale decisione è stata inserita nella documentazione che è in distribuzione).
Il SEC95, infatti, prescrive che l'acquisto dei beni per uso militare deve essere compreso tra i consumi intermedi e, come tale, deve essere registrato nel momento in cui avviene lo scambio tra venditori e acquirenti, ovvero quando i beni entrano come input nel processo produttivo. In applicazione di questo principio e al fine di ottenere un trattamento omogeneo, l'Eurostat, il 9 marzo 2006, ha pubblicato - come ho appena detto - alcune regole di contabilizzazione che hanno riguardato prevalentemente due tipologie di acquisizioni di beni militari non convertibili a scopi civili: i contratti di leasing e gli acquisti nel quadro di contratti a lungo termine.
Nel caso dei contratti di leasing di beni militari non convertibili a scopi civili, si presuppone che il rischio dell'operazione rimanga a carico delle autorità militari committenti che, di fatto, ne acquisiscono subito la proprietà economica al momento della consegna. Si potrebbe anche avere un'impostazione diversa se si guardasse esclusivamente all'aspetto giuridico dell'effettivo passaggio di proprietà.
Questi contratti vanno assimilati ai contratti di leasing finanziario. Per loro stessa natura, i dati del leasing finanziario vanno registrati nei conti nazionali per un ammontare pari al valore totale dei beni nel momento di stipula del contratto, e non, quindi, alla chiusura del contratto. L'operazione finanziaria di contropartita fa nascere, quindi, un debito verso i fornitori che sarà estinto periodicamente con il pagamento del canone.
L'altra tipologia affrontata nella decisione dell'Eurostat riguarda gli acquisti di sistemi complessi di apparecchiature e mezzi ad esclusivo uso militare nel quadro di contratti a lungo termine, quali velivoli, navi, veicoli corazzati, sistemi complessi di difesa e così via. Secondo le regole generali, essi vanno registrati tra i consumi intermedi nel momento della consegna, quando cioè sono idonei a entrare nel processo produttivo. Questo è il concetto fondamentale che ha notevolmente interessato i dati degli ultimi anni per la quantificazione della spesa per la difesa. Così, nel caso di consegne graduali di esemplari uguali, o parti simili di equipaggiamenti, la registrazione dei costi deve seguire la cadenza delle consegne e non la stipula o la conclusione del contratto. Lo stesso vale nel caso di sistemi complessi i cui costi devono essere registrati nel momento della consegna di ciascuna parte del sistema e non nel momento in cui termina il contratto.
Infine, nel caso di costruzioni a esclusivo impiego militare - quindi non convertibili per uso civile - i relativi costi debbono essere registrati nel momento della consegna delle stesse, ad ultimazione dei lavori, quando, cioè, esse entrano nel processo produttivo delle amministrazioni pubbliche e non in base agli stati di avanzamento dei lavori. Il bene militare è, infatti, considerato un bene intermedio e, quindi, può essere utilizzato come input solo nel momento in cui è effettivamente operativo.
In base alla citata decisione dell'Eurostat, che ha previsto una specifica norma transitoria relativa all'applicazione di nuove metodologie di contabilizzazione delle tipologie di spese militari, è stata offerta agli Stati membri la possibilità di


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applicare i nuovi principi a partire dal 2005. Questo perché, ovviamente, si era presentata la difficoltà di renderlo retroattivo nel momento in cui era stata emanata la decisione. Ciò ha permesso di salvaguardare tutta la registrazione effettuata sino al 2004.
In Italia, per ottemperare alle decisioni dell'Eurostat, l'ISTAT ha stipulato, nel settembre del 2007, una convenzione con lo stato maggiore della difesa e la Ragioneria generale dello Stato per lo scambio di informazioni e dati sulle spese militari. In base a questa convenzione i dati sulle consegne e i relativi pagamenti sono forniti dallo stato maggiore della difesa.
Ovviamente, il progressivo avvicinamento di questo criterio a una classificazione esaustiva sta avvenendo negli anni. Infatti, se dai dati sulle consegne risulta che la fornitura da parte dello stato maggiore della difesa è divenuta regolare, stiamo ancora lavorando per perfezionare la parte relativa ai pagamenti. Questi ultimi, anche se non entrano nel calcolo del conto delle amministrazioni pubbliche e non determinano, quindi, l'indebitamento, debbono comunque essere individuati per quantificare la differenza tra i pagamenti e le consegne e per determinare quella che noi, statisticamente, definiamo come other account, cioè il sorgere di debiti e crediti.
Fino ad ora, per i pagamenti, l'ISTAT ha elaborato le sue stime sulla base dei mandati di pagamento. Adesso il Ministero si sta attrezzando per ottenere anche una ripartizione delle spese in base ai programmi. Comunque, ogni trimestre, lo stato maggiore della difesa fornisce il valore delle consegne suddiviso in dieci grandi gruppi di progetti che vanno dai sistemi satellitari, ai mezzi terrestri, navali e aerei e così via. Di questi dieci gruppi abbiamo i dati provvisori sino al 2008; speriamo, quindi, di poter ottenere questa ripartizione per dieci gruppi di armamenti e di sistemi complessi anche per i pagamenti e completare, così, l'insieme delle informazioni di dettaglio.

PRESIDENTE. Grazie, dottor Aldo del Santo. Do ora la parola ai deputati che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.

AUGUSTO DI STANISLAO. Vorrei soffermarmi sul fatto che non si riesce a portare a omogeneità una serie di dati che, in qualche modo, fanno la differenza nel rapporto tra la spesa totale e la spesa per il servizio «difesa». Evidentemente, vi sono delle cifre che, se non portate sin dall'inizio ad omogeneità, rischiano di creare qualche difficoltà sia nelle rendicontazioni che nella classificazione.
Abbiamo detto che la difesa prende in carico la spesa solo al momento dell'effettiva operatività. Ma poiché tale momento è preceduto dalla fase del finanziamento e da quella dell'acquisto, cui segue quella dell'effettiva destinazione dell'uso, come viene compensato ciò dal punto di vista della classificazione e della rendicontazione? Se ho ben capito, qualcuno certamente si fa carico della spesa; ora le chiedo: gli altri, in attesa della consegna, rimangono fermi nella fase dell'acquisizione del bene?

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Occorre calcolare la differenza tra la quantificazione in un determinato ambito - cioè i flussi dei pagamenti, compresi anche quelli degli anni precedenti - e il momento delle consegne. Queste differenze hanno nei conti una collocazione ben precisa. Se la differenza è positiva vuol dire che i pagamenti sono già stati effettuati. Se invece i pagamenti sono più bassi dell'ammontare della consegna, vuol dire che quella consegna ha dato luogo a erogazioni di cassa ancora insufficienti, generando debiti residui verso i fornitori; quando i pagamenti sono più alti (come all'inizio della programmazione), sono da considerare come anticipi di cassa.
Pertanto, dal punto di vista della registrazione, essi sono accompagnati dalla registrazione di contropartita, ossia la partita finanziaria costituita dalla differenza tra consegna e pagamenti.


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AUGUSTO DI STANISLAO. C'è poi un'altra domanda. La Ragioneria generale dello Stato classifica in modo diverso rispetto alla difesa oppure parlano entrambe lo stesso linguaggio? Come classifica, ad esempio, la Ragioneria dello Stato un contratto di leasing che riguarda l'acquisto di un velivolo?

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, non è un dibattito!

AUGUSTO DI STANISLAO. Presidente, volevo dire che queste cifre sono importanti perché fanno capire l'effettiva erogazione di fondi a favore della difesa.

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Il sistema di registrazione per competenza economica e per cassa, per tutte le partite del conto dell'amministrazione pubblica, dà l'effettiva misura degli impatti degli aggregati di finanza pubblica. Infatti, i pagamenti impattano sul fabbisogno, mentre la consegna impatta sull'indebitamento. Pertanto, attraverso queste misure si fornisce l'effettiva quantificazione dei fenomeni delle registrazioni.
È evidente che quanto più esiste omogeneità di classificazione sia dei pagamenti, sia della competenza, tanto più si riesce ad avere un quadro completo. Considerato che siamo orientati nel senso di fare in modo che anche i pagamenti seguano effettivamente le singole tipologie di programma, credo che con questo sistema si possa dare finalmente una visione completa della registrazione.

PRESIDENTE. Grazie. È soddisfatto onorevole Di Stanislao?

AUGUSTO DI STANISLAO. Io ritengo che sia importante avere un quadro d'insieme relativo a tutti coloro che partecipano a questo sistema, in modo da avere, poi, un monitoraggio costante dei flussi finanziari e dei flussi di spesa. È, infatti, chiaro che il debito è cosa diversa dal deficit; ciò che è effettivamente disponibile è, poi, ancora un'altra cosa. Questo non vuole essere un dibattito, come dice il presidente, ma un modo per capire di più e meglio in che modo effettivamente arrivino i soldi veri per la difesa.

PIER FAUSTO RECCHIA. Innanzitutto, ringrazio il dottor del Santo per la sua relazione. La mia, più che una domanda, è una curiosità. La parte delle spese per gli armamenti che non viene caricata sul bilancio della difesa, bensì sul bilancio del Ministero dello sviluppo economico, viene considerata dal punto di vista della rilevazione statistica come spesa per il servizio «difesa», oppure no?
Vorrei, cioè, capire se in questi 21,6 miliardi di euro sono compresi soltanto quelli relativi alla spesa per la funzione difesa caricati sul bilancio della difesa, oppure anche la parte degli armamenti che è caricata sul bilancio di un altro ministero?

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Il concetto stesso di ripartizione della spesa pubblica per funzioni richiede necessariamente un'articolazione di tutte le operazioni e, quindi, di tutti i capitoli del bilancio dello Stato. Poiché, dopo l'approvazione della riforma del 1997, il bilancio dello Stato è stato congegnato fin dall'inizio in modo da acquisire una ripartizione e una qualificazione di tutta la spesa, esso fu organizzato in modo tale che in ciascun capitolo di ciascun ministero fosse individuata la parte di ciascun tipo di operazione relativa alle singole funzioni.
Anche per quanto riguarda la difesa, quindi, le spese non sono soltanto quelle del Ministero della difesa, ma ci sono anche parti, o percentuali di parti di spesa, che vengono individuate dallo stesso bilancio dello Stato e che vanno classificate nelle singole funzioni del servizio «difesa».
Specialmente nella parte relativa alla difesa civile trovano posto percentuali relative ad attività riguardanti il Ministero dell'agricoltura, il Ministero delle attività


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produttive e qualcosa relativa anche al Ministero dei trasporti. Si tratta di quote percentuali individuate nel momento in cui è stata applicata la ripartizione funzionale. Questo metodo riguarda un po' tutta la ripartizione funzionale del bilancio dello Stato.

PRESIDENTE. Grazie. Vorrei fare una domanda anche io. Nella documentazione che è stata distribuita è riportato che: «Per ottemperare alla decisione di Eurostat del 2006, l'ISTAT, nel settembre del 2007, ha stipulato una convenzione con lo stato maggiore della difesa e la Ragioneria generale dello Stato per lo scambio di informazioni e dati sulle spese militari».
Non so se sarà in grado di rispondermi, dal momento che la domanda riguarda anche l'attività della difesa; tuttavia, le risulta che lo stato maggiore della difesa o, meglio, il Ministero della difesa, abbia cercato di programmare i tempi di consegna dei mezzi ad esclusivo uso militare in funzione dell'impatto che la consegna ha sui conti pubblici? Questo, ovviamente, alla luce dei nuovi criteri di contabilizzazione.

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Questa è una domanda che mi mette un po' in difficoltà.

PRESIDENTE. Lo so. Vorrei però sapere se questa convezione, dal punto di vista concreto, abbia avuto un seguito.

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Sì. Tutti i dati riguardanti l'oggetto di questi contratti pluriennali e, quindi, la ripartizione in dieci grandi raggruppamenti di programmi, sono fatti con lo stesso metodo. Considerando la prima applicazione poco fa discussa, il sistema di contabilizzazione ha assunto come base l'analisi presente al 2004, ossia l'anno di passaggio; in seguito, per individuare la quantificazione delle consegne, per ogni tipologia di programma è stato quantificato il totale del costo del programma una volta sottratti i pagamenti già avvenuti e attribuiti all'effettiva consegna; le consegne, infatti, debbono per forza essere effettive, altrimenti i dati non sarebbero accettabili.

PRESIDENTE. È chiaro, tuttavia, che se le consegne non sono programmate e avvengono in tempi ristretti e cumulativi, si crea un forte sbilanciamento sui conti pubblici. Infatti, se le consegne vengono caricate in maniera non diluita e si concentrano su un anno specifico, in quell'anno si verifica uno sbilanciamento dei conti.

ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. Certo, però il criterio è questo: non può essere considerata la possibilità di avere un impatto in un momento diverso dall'effettivo utilizzo.

PRESIDENTE. In effetti, non è un problema dell'ISTAT, ma del Ministero della difesa che dovrebbe programmare le consegne anche in modo che ci sia un equilibrio dei conti pubblici; altrimenti, concentrandosi le consegne tutte in un anno anziché in un altro, in quell'anno si creerebbero problemi per il Ministero dell'economia e delle finanze.

FRANCO GIDONI. Vorrei fare due brevi domande. Anche se questo sistema è ancora in fieri, vorrei sapere quanto, ad oggi, è affidabile, secondo la vostra sensazione, il dato che riportate. Avete, cioè, la sensazione che il dato sia certo oppure avete la sensazione che vi siano margini di spese che sfuggono alla rilevazione statistica, in particolare con riferimento al servizio «difesa»?
In secondo luogo, le chiedo se, secondo voi, riguardo alla comparazione dei dati con il resto dell'Europa, siamo allineati, oppure ci vorrà ancora del tempo per arrivare a un dato omogeneo. Abbiamo ancora dei buchi neri che non riusciamo ad individuare nel bilancio dello Stato, in merito a questa spesa, oppure il dato è affidabile?


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ALDO DEL SANTO, Dirigente del servizio finanza pubblica della contabilità nazionale dell'ISTAT. I dati sono affidabili nel momento in cui è affidabile il bilancio dello Stato, parificato dalla Corte dei conti e approvato dal Parlamento. La fonte è quella.
Sicuramente non ci sono dati del bilancio dello Stato da noi non contabilizzati. Inoltre, la contabilità pubblica, per la concezione stessa del bilancio dello Stato, ha l'obbligo di essere il più possibile esaustiva di tutte le spese.
Pertanto, credo che la risposta implicita sia che si tratta solo di un nostro problema di classificazione nel momento della registrazione. Infatti le spese sono quelle, compresa anche la riclassificazione di partite finanziarie. Molto spesso capita che le spese militari non siano dirette, ma siano dei contributi versati nei confronti di chi deve produrre quei determinati beni. C'è, quindi, un «tiraggio» di fondi finanziari che comunque poi vengono compresi.
Sicuramente, il SEC95 è destinato a rendere omogenee tutte le tipologie di spesa effettuate. Il fatto stesso che con una certa frequenza si prendano, da parte dell'Eurostat, decisioni per il trattamento di particolari operazioni che riguardano soprattutto le amministrazioni pubbliche, già di per sé tende a rendere il tutto quanto più omogeneo possibile. Esempio tipico di quanto sto dicendo è stato il trattamento dei flussi e dei trasferimenti relativi ai fondi strutturali effettuati dalla Commissione dell'Unione europea. Quest'anno, quando l'Eurostat si è reso conto che avevamo delle carenze nell'ambito di queste stime, ci ha imposto di modificare quei dati e noi abbiamo, dovuto operare delle rettifiche. Così si manifesta la funzione di vigilanza che l'Eurostat svolge per costringere i Paesi ad operare e produrre dei conti omogenei.

PRESIDENTE. Grazie, dottor del Santo.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12,45.

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