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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VIII
4.
Giovedì 12 novembre 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Margiotta Salvatore, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUL MERCATO IMMOBILIARE

Audizione di rappresentanti di Genworth Financial:

Margiotta Salvatore, Presidente ... 3
Alessandri Angelo, Presidente ... 7 8 9
Ginoble Tommaso (PD) ... 9
Picconi Valeria, Direttore per l'Italia diGenworth Financial ... 3 6 7 8 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.

COMMISSIONE VIII
AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 12 novembre 2009


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALVATORE MARGIOTTA

La seduta comincia alle 14,55.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Genworth Financial.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul mercato immobiliare, l'audizione di rappresentanti di Genworth Financial.
Sono presenti il direttore, Valeria Picconi, il responsabile relazioni istituzionali Thomas Poveda, il consulente relazioni esterne di FB & Associati Luca Gargano, che ringraziamo per la presenza.
Do la parola alla dottoressa Picconi per lo svolgimento della relazione.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Innanzitutto, ringrazio il presidente e la Commissione per averci permesso di venire a presentarvi le nostre analisi e valutazioni.
L'accesso alla casa è certamente uno dei temi più cari ai cittadini, soprattutto alla luce dell'andamento dei mercati finanziari. Riteniamo strategico, pertanto, che i decisori implementino le iniziative volte a facilitarne l'accesso.
Genworth Financial reputa importanti e di conseguenza commissiona costantemente delle ricerche al fine di cogliere le esigenze finanziarie nei diversi Paesi. A tal proposito, dopo aver presentato l'azienda, vorrei condividere con voi alcuni dei dati emersi, nella speranza che le nostre considerazioni conclusive siano utili alla Commissione, nell'acquisizione delle informazioni necessarie ai fini dell'indagine. Vi anticipo che le ricerche stesse verranno messe a disposizione della Commissione, in forma ovviamente molto più approfondita rispetto ai pochi dettagli che vi forniremo.
Per quanto riguarda, in sintesi, il profilo dell'azienda, Genworth Financial - di cui io sono direttore generale per l'Italia - è una della maggiori compagnie assicurative americane, quotata presso la borsa di New York; possiede asset per oltre 100 miliardi di dollari, impiega 6.000 persone in tutto il mondo ed è presente in più di 25 Paesi, con oltre 15 milioni di clienti; le sue origini risalgono al 1871. Operiamo soprattutto in tre settori: i fondi pensione, la protezione finanziaria e l'assicurazione sui mutui. I nostri prodotti, normalmente, vengono offerti attraverso istituti bancari,


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intermediari finanziari, consulenti, distributori indipendenti e rivenditori specializzati.
Nasciamo nel 2004, quando General Electric decide di uscire dal settore assicurativo e lancia un'offerta pubblica di acquisto, rendendo Genworth Financial una compagnia indipendente. La sede della compagnia è a Richmond, in Virginia. In Europa, invece, siamo presenti in 21 Paesi, con oltre 600 dipendenti, e siamo coordinati da una sede centrale che si trova a Londra.
In Italia, siamo leader in due prodotti assicurativi: lifestyle protection e mortgage insurance. Siamo stati la prima compagnia assicurativa ad introdurre in Italia, nel 1996, la copertura contro la disoccupazione per chi ha contratto un mutuo o un finanziamento.
Nel 2002, inoltre, come mortgage insurance, abbiamo offerto una copertura che permette di finanziare i mutui per oltre l'80 per cento del valore dell'immobile.
Per quanto riguarda la lifestyle protection o payment protection insurance, si tratta di una forma di protezione che aiuta i consumatori a far fronte ad impegni finanziari, attraverso le sue polizze; è un prodotto assicurativo che copre i clienti di una banca o di una società finanziaria che abbiano stipulato un contratto di mutuo, di finanziamento al consumo o qualsiasi forma di finanziamento che prevede il pagamento di alcune rate. L'assicurazione PPI, dunque, ha come oggetto la protezione dai rischi connessi ad eventi della vita della persona - la perdita dell'impiego involontaria, l'invalidità totale permanente, l'inabilità totale temporanea da infortunio, il ricovero ospedaliero e, ovviamente, la morte - che pregiudicano la sua capacità di continuare a pagare le rate del mutuo e quindi ad adempiere alle proprie obbligazioni.
Dal punto di vista del funzionamento, si distinguono due tipi di eventi che possono attivare la protezione. Per eventi definitivi, quali la morte, si concede un indennizzo che va a estinguere il debito della persona; pertanto, se chi ha contratto un mutuo muore, la nostra assicurazione consente di estinguere il debito e quindi di non far gravare sugli eredi l'estinzione del mutuo. Per eventi temporanei, invece, quali la perdita del posto di lavoro, la nostra protezione consente a chi ha perso il lavoro di pagare le rate al suo posto per un certo periodo di tempo, finché il soggetto non trova nuovamente lavoro, per un massimo di 12 rate consecutive.
Ovviamente, questa misura ha un ruolo anche sociale, poiché, dal punto di vista dei consumatori finali, rappresenta una protezione in un tempo di difficoltà finanziarie, come quello attuale. In effetti, al momento presente, si tratta di una polizza molto interessante, perché la disoccupazione è uno degli ambiti di maggiore preoccupazione per gli italiani.
Se non ci fossero le coperture assicurative, infatti, le istituzioni finanziarie sarebbero costrette a ottenere il rimborso della somma instaurando un procedimento giudiziario nei confronti del consumatore finale.
Acquistando la payment protection, il consumatore ha anche un altro vantaggio: non solo non è soggetto alle procedure esecutive di recupero del credito, perché qualcun altro paga le rate al suo posto, ma mantiene intatta la propria reputazione di buon pagatore. Pertanto, non risultando nei registri come cattivo pagatore, in futuro avrà meno problemi ad accedere al credito, se richiederà ulteriori finanziamenti. Il premio della payment protection viene pagato mensilmente all'interno della rata del mutuo, dunque non ha un costo molto elevato.
Il secondo prodotto che offriamo è la mortgage insurance, che abbiamo introdotto in Italia nel 2002 e che assicura le banche contro il rischio di insolvenza di chi apre un mutuo sulla casa. In particolare, consentiamo alle banche di erogare mutui per oltre l'80 per cento del valore dell'immobile. Fino a poco tempo fa, le banche avevano un limite di finanziabilità massima all'80 per cento, mentre con la protezione della mortgage insurance esso aumenta fino a oltre il 90 per cento e, talvolta, al 100 per cento.


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Anche questo tema, ovviamente, è di grande attualità, in quanto l'offerta del credito sta diminuendo, pertanto la possibilità di ottenere mutui oltre l'80 per cento si sta riducendo.
Sia la lifestyle protection sia la mortgage insurance sono prodotti relativamente nuovi sul mercato italiano e contribuiscono a una maggiore accessibilità al credito da parte dei consumatori.
Relativamente alla situazione economica, l'inizio della crisi del settore immobiliare ha avuto origine dalla cosiddetta crisi dei mutui subprime, di cui abbiamo sentito parlare moltissime volte, soprattutto in quanto, all'aumentare dei tassi di interesse negli Stati Uniti, chi aveva sottoscritto un mutuo aveva ottenuto un finanziamento al di sopra del proprio profilo di rischio.
È importante ricordare che la Mortgage insurance company of America già nel 2005 aveva allertato in merito alla pericolosità di pratiche di mercato di sottoscrizione dei mutui subprime, che poi hanno condotto alla crisi finanziaria. I Governi, anche in Europa, per far fronte alla crisi, hanno effettuato alcune manovre, tra cui l'espansione monetaria senza precedenti, iniziative per rassicurare gli investitori sulla solidità del sistema bancario e la predisposizione di piani economici, quali il piano casa e la moratoria sui debiti.
Per quanto riguarda nel dettaglio la relazione fra situazione economica e acquisto della prima casa, l'Italia, rispetto ad altri quali la Spagna e l'Irlanda, ha retto meglio agli effetti della crisi economica. Il nostro Paese ha avuto una minore criticità in termini di disoccupazione e i valori immobiliari hanno tenuto relativamente meglio che altrove. Le banche si sono dimostrate più solide rispetto ad altre banche internazionali ma, soprattutto, la famiglia italiana ha un livello di indebitamento relativamente più basso rispetto ad altri Paesi. Già dall'inizio della crisi, le banche italiane sono state più prudenti e hanno ridotto il rapporto del loan to value mediamente al 60 per cento, principalmente a causa dell'elevato costo legato alla raccolta.
Una delle principali conseguenze della contrazione del credito è stata la riduzione del numero di compravendite, che quest'anno sono diminuite di circa il 20 per cento. Alcune categorie di mutuatari, come le giovani coppie, sono rimaste pressoché escluse dall'accesso alla proprietà immobiliare. Per fare un esempio, oggi, per stipulare un mutuo di 120.000 euro, cifra comunque non altissima, si deve disporre di almeno 30.000 euro di risparmi, molto difficili da ottenere, ovviamente, per una giovane coppia.
Nel 2008, inoltre, abbiamo svolto una ricerca, di cui avrete copia, per valutare il desiderio di comprare casa degli italiani. La ricerca dimostra come tuttora i giovani italiani - è una ricerca focalizzata su di loro e sull'accesso alla casa - considerano l'abitazione una buona assicurazione per il futuro (82 per cento), un'alternativa all'investimento finanziario (87 per cento) e un buon motivo per compiere dei sacrifici (87 per cento).
Abbiamo rilevato che circa 2,8 milioni di famiglie vivono in affitto oggi in Italia, ma il 52 per cento di esse (1,5 milioni) vorrebbero comprare casa nel futuro. È significativo, inoltre, che il 72 per cento delle persone che vivono in affitto oggi dichiari che questa è una soluzione dovuta all'impossibilità di comprare casa, quindi l'affitto non rappresenta una scelta ma, purtroppo, una necessità.
Per guardare ai più giovani, oggi in Italia 3 milioni al di sopra dei 18 anni, percettori di reddito o con la possibilità di essere indipendenti, vivono ancora in famiglia: sono i famosi «bamboccioni» di cui abbiamo sentito parlare molte volte. L'84 per cento di loro dice che non potrebbe comprare casa senza un mutuo, oggi, mentre il 18 per cento afferma che entro l'anno vorrebbe comprare casa e il 60 per cento ha intenzione di farlo entro cinque anni. Ovviamente, pur riducendo l'offerta di mutui a elevato loan to value, l'accesso per questi giovani è ancora molto difficile.
Come già illustrato nella presentazione della compagnia, Genworth focalizza l'attenzione sull'offerta di soluzioni a supporto


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dei clienti, per la serenità e il raggiungimento della loro sicurezza finanziaria. Un'altra ricerca da noi svolta, il «Genworth Index», dà una visione della percezione della vulnerabilità finanziaria, consentendo di comparare nei vari Paesi europei - la prima indagine è stata svolta nel 2007, la seconda nel 2008, l'ultima nel 2009 - quanto, in base a determinate categorie, i cittadini si ritengono, si percepiscono vulnerabili finanziariamente. La ricerca del 2009 dovrebbe uscire fra un paio di mesi. Ricordo due tra le domande poste: «Con quale frequenza si incontrano difficoltà finanziarie, in considerazione della situazione finanziaria generale della sua famiglia?» e «Con una prospettiva a 12 mesi, ritiene che la posizione finanziaria sua e del suo nucleo familiare migliorerà, rimarrà invariata o peggiorerà?».
La conclusione della seconda edizione è che nell'ultimo anno la percezione di sicurezza finanziaria dei cittadini, nel complesso, si è notevolmente ridotta, con un peggioramento di 28 punti su 80, dunque molto rilevante.
È interessante rilevare che i Paesi del sud Europa, come Portogallo, Italia e Spagna, si percepiscono più vulnerabili da un punto di vista finanziario, insieme alla Germania, che rappresenta invece un dato abbastanza sorprendente. I cittadini che si sentono più sicuri finanziariamente, viceversa, sono quelli dei Paesi nordici.
La percezione di vulnerabilità finanziaria degli italiani, peraltro, è peggiorata dal 2007 al 2008 dell'11 per cento. In particolare, risulta molto evidente che essi sono i più preoccupati in Europa: c'è una certa paura a non riuscire a far fronte ai propri impegni, né a risparmiare con l'attuale stipendio.
Secondo una recente notizia, nove italiani su dieci ritengono che il peggio debba ancora arrivare. Se, però, consideriamo che gli italiani sono i meno indebitati d'Europa e che, tra l'altro, hanno un tasso di risparmio superiore al resto d'Europa, l'indagine dimostra un paradosso nella loro percezione al riguardo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANGELO ALESSANDRI

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Entrambe le ricerche - quella sui mutui e l'accesso alla casa e quella sulla vulnerabilità finanziaria - indicano due ragioni fondamentali per cui i giovani non riescono ad accedere all'acquisto della prima casa: la necessità di disporre di un anticipo di liquidità e la paura di non riuscire a far fronte alle rate del mutuo in caso di eventi non previsti.
Un altro limite che abbiamo riscontrato è la mancata conoscenza, da parte dei giovani italiani, degli strumenti finanziari a disposizione per l'acquisto della casa. Questo ovviamente crea un circolo vizioso, perché chi non conosce si spaventa e non riesce a utilizzare quello che ha a disposizione: la percezione di scarsa trasparenza alimenta la paura di non riuscire a farcela.
Pertanto, proponiamo due misure per risolvere la situazione: la prima è la promozione di polizze del tipo payment protection specifiche per i casi di perdita involontaria del lavoro, che aiutino i consumatori a far fronte ai propri impegni finanziari; la seconda, invece, è l'elaborazione di una guida ai mutui, una sorta di vademecum, così da garantire ai consumatori un'informazione migliore, corretta ed esaustiva. Per esempio, la FSA (Financial Services Authority), che è il regolatore finanziario in Inghilterra, ha creato un vademecum per i giovani in questo ambito, che ha riscosso un notevole successo e ha aiutato molte persone a capire le rischiosità e le problematiche, ma anche le opportunità.
In riferimento, invece, alla payment protection, lo scorso febbraio il Governo ha accolto un ordine del giorno presentato dall'onorevole Marsilio del PdL in sede di approvazione del cosiddetto «decreto anticrisi», con il quale si impegnava l'Esecutivo a promuovere prodotti assicurativi a copertura di mutui e prestiti personali in caso di eventi negativi, tra cui la perdita del posto di lavoro. Ciò dovrebbe avvenire


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attraverso una previsione di detraibilità a fini IRPEF dei costi sostenuti per la sottoscrizione di tali polizze. Già oggi, comunque, è possibile detrarre le polizze assicurative per la vita, ma non quelle relativamente ad altri eventi, quali la disoccupazione.
Mi chiedo se questa Commissione sia nella posizione di sostenere una simile proposta, anche sollecitando il Governo a dare attuazione agli impegni presi, e di promuovere essa stessa questi prodotti, attraverso opportuni sgravi fiscali.
Per concludere, immagino sappiate che l'ABI ha annunciato recentemente l'adozione di un programma di differimento delle rate dei mutui per le famiglie, in caso di eventi avversi, con quella che si definisce «moratoria dei debiti» o «piano famiglia».
Noi, come Genworth Financial, riteniamo che queste misure debbano rappresentare l'extrema ratio. Crediamo, infatti, che sia più efficace ed utile per i mutuatari avere delle forme di protezione come quella offerta, per esempio, dalle polizze di protezione per disoccupazione o invalidità, in modo da continuare a effettuare i pagamenti delle rate, invece di sospenderle semplicemente per un periodo di tempo.
In questo contesto, ovviamente, la detraibilità delle polizze lifestyle protection e la pubblicazione di linee guida chiare e di facile comprensione sui mutui contribuiranno a recuperare la fiducia nel settore ed aiuteranno il mercato immobiliare a reagire con un impatto positivo per l'intera economia.
Ringrazio la Commissione per l'attenzione e per il tempo che ci ha voluto dedicare. Spero che questa presentazione sia utile per le vostre decisioni future.

PRESIDENTE. Se non ci sono colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni, vorrei svolgere alcune considerazioni. Non serve una risposta adesso, ma le espongo perché possono essere utili per svolgere un ragionamento che affronteremo sicuramente più avanti, ma che vorremmo iniziare.
In primo luogo, mi riferisco all'housing sociale. Ci sembra utile cominciare a prevedere delle formule, dirette alle famiglie in difficoltà, con una diversa mentalità rispetto al passato. Al riguardo, è in atto una discussione in questo periodo che credo sia molto interessante. Ho contribuito a farla partire qualche mese fa - dalle Marche e da altre zone comincio a ricevere segnali positivi - proponendo di recuperare gli invenduti all'interno delle città, invece di costruire nei piani casa tradizionali dei baracconi, con una mentalità anni Settanta, quartieri popolari dove si isola ulteriormente chi ha un problema sociale. Recuperando, invece, nel tessuto sociale le case invendute, si recupererebbe al contempo la socialità di chi ha problemi, dando la precedenza, per esempio, alle giovani coppie - parte anche della vostra ricerca - spesso in difficoltà nel pensare di costruire un futuro. Questo è uno dei motivi frenanti rispetto all'opportunità di uscire di casa e procedere alla costruzione di una famiglia. Credo che tutti gli attori, i politici, ma anche voi, debbano interessarsene.
L'anello debole, oggi, a mio parere sono le banche. Infatti, al di là della vostra ricerca, mi sembra che uno dei motivi principali per cui non si effettua un investimento di questo genere - che è personale, ma anche economico - è il fatto che le banche oggi hanno «messo un tappo» sulle opportunità più semplici di acquisire una casa. Le garanzie richieste, attualmente, sono tali che alla fine diventa quasi impossibile accedere.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Le polizze come le nostre servono sia alle banche per essere più tranquille, in caso di eventi non prevedibili...

PRESIDENTE. Spesso, però, non erogano comunque i mutui...

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Però le nostre polizze sicuramente aiutano.


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PRESIDENTE. L'invito è quello di elaborare un piano di approccio anche con i comuni, affinché i mutui possano essere erogati con delle garanzie, per quanto mi riguarda, fornite dal comune che, invece di costruire case popolari, dovrebbe fare in modo che la giovane coppia vada in uno di questi appartamenti invenduti. Questa è la logica, alla svedese.
In tal modo, il giovane comincia come se pagasse un affitto, ma versando di fatto una rata, mentre il comune garantisce presso la banca, volendo anche con il sostegno di piani finanziari assicurativi. Si aprirebbe un mercato enorme, soprattutto sul recupero di questi invenduti che rappresentano oggi un problema molto grave, data la crisi all'interno delle città.
Bisogna elaborare un piano con gli enti locali, mettersi intorno a un tavolo e provare a ragionarci.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Al riguardo, in passato abbiamo tenuto degli incontri, in Lombardia per esempio. In queste occasioni, abbiamo proposto di supportare i comuni e le regioni; l'importante è che le garanzie ci siano, sia che siano offerte dal comune, sia che siamo noi ad occuparcene.
Per ipotesi, piuttosto che dare la garanzia, il comune potrebbe pagare un ente privato specializzato in questo - noi lo siamo - perché garantisca, limitandosi ad aiutare la persona a sostenere i costi.
In alcuni Paesi, invece, abbiamo proposto di gestire lo schema: il comune dà la garanzia, che tuttavia prevede uno schema da gestire, per il controllo, le emissioni e via dicendo. Noi, infatti, possiamo anche occuparci del cosiddetto «servicing», ossia della gestione degli schemi, come accade già oggi per le banche.

PRESIDENTE. Il comune, tra l'altro, per le famiglie che hanno bisogno, in alcuni casi paga una quota o addirittura la totalità: si tratta di rate, pertanto la casa non diventa del comune, ma si può riscattare, attraverso un percorso che aiuta ad acquistarla. Il nuovo piano, al riguardo, cambierebbe completamente la mentalità sulle case popolari e i piani casa. Questo è un invito ad iniziare: pensiamo come procedere. Ogni contributo - se ne avete voglia - è ben accetto.
In ambito generale, a mio parere - ne parlavo con i colleghi Mariani e Ginoble - esiste un problema relativamente alle case, in questo Paese, per le calamità naturali, su cui nessuno oggi a livello assicurativo vuole investire, perché rappresentano un rischio più o meno calcolato. Tuttavia, è anche vero che bisogna vedere quali sono, nell'arco di un anno, le criticità che diventano effettivamente emergenze.
Voi mi insegnate, a livello assicurativo, che quando c'è un rischio lo si calcola...

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Infatti, noi non assicuriamo questo tipo di eventi calamitosi, però da assicuratore so che, se non lo pagano tutti, è troppo rischioso.

PRESIDENTE. Volevamo pensare a una polizza obbligatoria per tutti i fabbricati di questo Paese. Se i fabbricati di proprietà in Italia sono 20 milioni e a questi si aggiungono gli edifici pubblici e quelli ecclesiastici (così pagano anche loro), alla fine credo che diventi una cifra talmente alta che il costo per il cittadino potrebbe essere davvero molto ridotto - non una tassa, ma un'assicurazione vera e propria - e in qualche modo si toglierebbe allo Stato un problema enorme perché, a mio avviso, oggi non siamo più in grado di correre dietro alle emergenze in questa maniera.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'italia di Genworth Financial. In Francia, per esempio, già esiste...

PRESIDENTE. Lo so, però noi dovremmo far sedere intorno a un tavolo tutte le compagnie assicurative e predisporre un piano vero.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. La logica è che tutti contribuiscano, tanto chi è ad alto


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rischio quanto chi è a basso rischio, cosicché il costo diventi veramente minimo e le compagnie siano più disponibili. Ovviamente, se invece ci si limita ad alcune regioni, diventa impossibile procedere dal punto di vista assicurativo.

TOMMASO GINOBLE. Riguardo a quest'ultimo argomento, per costringere tutti a pagare un tipo di polizza per eventi come il terremoto, dobbiamo coinvolgerli, perché sarebbe difficile per le vostre compagnie limitarsi solo alle zone a rischio sismico. In questo caso, tuttavia, sarebbe complicato chiedere a un proprietario che non risiede in una zona sismica di stipulare una polizza. Pertanto, si dovrebbe pensare a qualcosa di più complesso.

PRESIDENTE. Ricordo che non si tratta solo delle zone sismiche, ma di calamità naturali in genere. L'82 per cento dei comuni italiani ha questo problema, pertanto la polizza riguarderebbe quasi tutti.

TOMMASO GINOBLE. Vorrei porre una domanda, considerando che operate in tutta Europa. Prima lei ci ha illustrato una ricerca, nella quale emerge che una certa percentuale di giovani pensa di comprare entro un anno la propria casa e un'altra percentuale pensa di farlo entro cinque anni. Avete svolto la ricerca in tutti i Paesi?

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. No, questa ricerca riguarda solo il mercato italiano.

TOMMASO GINOBLE. Volevo capire quali sono le tendenze sociali negli altri Paesi e compararle anche ai nostri problemi.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Sicuramente, gli italiani hanno la tendenza a rimanere a casa più a lungo rispetto agli altri Paesi, indipendentemente dal fatto che si sia finanziariamente indipendenti o meno. L'età media per ottenere un mutuo in Italia, infatti, è molto più alta rispetto agli altri Paesi, il che indica che le persone aspettano di più per comprarsi la casa. Magari la comprano una volta sola, quindi decidono di acquistare l'abitazione dei loro sogni, stabilendo di rimanere in affitto per dieci anni, in modo da risparmiare abbastanza. Negli altri Paesi, invece, il mercato è più mobile...

TOMMASO GINOBLE. Mi permetto di dire che anche il nostro sistema creditizio è meno reattivo rispetto agli altri Paesi.

VALERIA PICCONI, Direttore per l'Italia di Genworth Financial. Ci sono, è vero, una serie di fattori, la situazione attuale dipende in parte dalla domanda e in parte dall'offerta. È vero che l'offerta di credito è più limitata, ma se ci fosse più domanda, forse l'offerta si adeguerebbe. Culturalmente, gli italiani sono un po' più conservatori in questo senso.

TOMMASO GINOBLE. Il presidente, in sostanza, ci ha rivolto un'esortazione, se ho ben capito, a sollecitare il Governo a dar seguito a quanto previsto nel decreto delle misure anticrisi, affinché queste polizze possano, alla pari delle polizze vita, entrare nel novero di quelle detraibili.
Se il costo della stessa assicurazione, che riguarda una copertura sociale per la perdita di lavoro o per un evento ancora più definitivo, potesse essere sottoposto a detraibilità, chiaramente si incentiverebbe l'accesso volontario a questo tipo di copertura, al di là di quanto lei diceva, che sicuramente è molto più interessante, ma va approfondito.

PRESIDENTE. Sicuramente bisognerebbe escludere, al riguardo, le costruzioni abusive o irregolari, ma il problema è molto più complesso.
Sotto il profilo assicurativo - mi metto nei loro panni - ci sono norme che, se fatte rispettare, danno garanzie, considerando che l'assicurazione spesso paga solo in presenza di determinati parametri.
Recentemente, abbiamo approvato l'obbligatorietà dell'adeguamento antisismico


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nelle costruzioni, che costituisce anche una garanzia (si pensi a quanto è successo in Abruzzo o altrove).
La casa nuova - ma questo vale anche per le ristrutturazioni - d'ora in avanti dovrà essere costruita secondo le norme antisismiche. Per un'assicurazione, questo può diventare un vincolo di garanzia ulteriore. In questa Commissione, a luglio, abbiamo proceduto in questo senso, nello scetticismo di tutti i costruttori. Tuttavia, oggi cominciano finalmente a essere applicare le prime norme: era ora e, in ogni caso, si tratta di un messaggio positivo.
Nel ringraziarvi per il contributo scritto che ci avete fornito, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,25.

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