Sulla pubblicità dei lavori:
Aprea Valentina, Presidente ... 2
Seguito dell'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Aprea Valentina, Presidente ... 2 8
Bondi Sandro, Ministro per i beni e le attività culturali ... 2
Garagnani Fabio (PdL) ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2 del regolamento, del Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Do quindi la parola al Ministro, che ringraziamo per la sua presenza e per la sua puntualità.
SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Grazie, signor presidente.
Ringrazio tutti gli onorevoli colleghi per i contributi costruttivi, anche se a volte giustamente critici, che hanno voluto fornire dopo la mia relazione di martedì scorso. Di tutte le indicazioni, di tutte le proposte e valutazioni critiche emerse ho preso attenta nota e le terrò nella massima considerazione per l'ulteriore affinamento delle linee programmatiche, che dovranno ispirare il Ministero dei beni e delle attività culturali.
In questa Commissione ho colto un clima di grande attenzione e di interesse alle mie proposte, ad esempio nell'intervento dell'onorevole professor Eugenio Mazzarella, che ringrazio. Al di là del fisiologico confronto dialettico, che ha peraltro investito quasi - se posso permettermi - esclusivamente non le linee politiche o culturali, bensì la coerenza dei primi atti di Governo rispetto alle mie enunciazioni di carattere generale, mi pare perciò che sia emerso un panorama di condivisione almeno dei temi centrali: tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e politiche di sostegno alle attività culturali. Sembra profilarsi in tutti gli interventi una vera e propria alleanza per la cultura, come giustamente rilevato dall'onorevole Antonio Palmieri, nella consapevolezza della necessità di un impegno comune, che rappresenta l'investimento più importante per il futuro del nostro Paese.
Mi pare inoltre che interventi, quali quello dell'onorevole Renato Farina, abbiano confermato la condivisione da parte della Commissione dell'idea - che qui ribadisco - che esista una nostra identità culturale nazionale comune, finalmente del tutto condivisa, che si pone a fondamento della nostra nazione. Questo supera ogni tentazione di realizzare una politica culturale che si proponga di ottenere il consenso di una parte politica o l'adesione a una particolare ideologia politica. Sono assolutamente convinto che la cultura o è cultura o non lo è. Questo è sempre stato vero, anche nel passato per la verità, e lo è ancor più oggi. Un conto è un'autentica espressione culturale, un altro è il potere
nella cultura o nell'organizzazione della cultura, che può essere di destra o di sinistra.
In particolare, ho molto apprezzato la condivisione espressa dall'onorevole Paola Frassinetti del tema da me sottolineato e posto in particolare rilievo dell'urgente necessità di pensare a un grande piano di recupero e di riqualificazione delle periferie degradate, giacché la Convenzione europea del paesaggio ha giustamente affermato che la salvaguardia del paesaggio riguarda anche quelli, non di eccellenza, ma degradati e compromessi, che incidono profondamente sulla qualità della vita di milioni di cittadini.
Si tratta - voglio ribadirlo - di una grande occasione per lo sviluppo economico e per la crescita, nonché per il recupero e la riqualificazione, che non sono un blocco delle attività imprenditoriali, ma al contrario costituiscono una forte spinta alla crescita qualitativa e non solo quantitativa del tessuto imprenditoriale del comparto edile, nonché, come rilevato dall'onorevole Zazzera, un antidoto all'illegalità. Condivido in particolare l'affermazione dell'onorevole Zazzera, secondo cui la qualità dell'offerta culturale può incidere sulla qualità della vita dei cittadini.
Altrettanto prioritaria mi sembra l'esigenza di rimettere in campo iniziative legislative, che aiutino la qualità architettonica, incoraggino e sostengano interventi legislativi capaci di lasciare un segno di qualità nello sviluppo delle nostre città. I miei uffici sono a tal proposito già al lavoro per riprendere il discorso da dove i Ministri Urbani e Rutelli lo avevano avviato e lasciato incompiuto.
Mi rendo conto di come questo debba essere non solo un programma del Ministero dei beni culturali, ma anche un impegno e un progetto dell'intero Governo, perché comporta il coinvolgimento e la collaborazione di tutti i ministri che lo compongono.
Gli onorevoli Barbieri e Ghizzoni hanno posto la questione delle risorse. In merito, posso solo ribadire il mio impegno con il determinante aiuto di ciascuno di voi, di questa Commissione e del suo presidente, ad invertire la tendenza negativa che ha caratterizzato gli ultimi decenni alla riduzione dell'impegno economico dello Stato nella cultura e nella tutela del patrimonio, anche al fine di evitare che il budget del dicastero di cui ho la responsabilità possa subire i tagli, che inderogabili e prioritarie esigenze finanziarie possono imporre. Desidero ribadire che comprensibili esigenze e indicazioni di sacrifici possono essere sopportate, se si stabilisce un rapporto di collaborazione con i singoli Ministeri e con quello di cui attualmente ho la responsabilità. Sono infatti convinto che, se il Governo chiede un sacrificio, ciascun Ministero abbia la possibilità di indicare la riduzione di spese, spesso inutili e improduttive. Questa è
la strada migliore, più efficace e più giusta rispetto alla scelta di un taglio, talvolta arbitrario, inutile al Governo e ai singoli Ministeri.
Per evitare equivoci, intendo comunque precisare che le riduzioni di spesa apportate con il recente decreto-legge n. 93 del 2008 riguardano non i contributi a legislazione vigente relativi alle istituzioni culturali, che sono in questi giorni all'esame della Commissione parlamentare - credo che vi sia stato oggi un voto all'unanimità -, ma i contributi aggiuntivi previsti dalla scorsa legge finanziaria. Su questo si è svolto il dibattito durante l'ultimo incontro presso questa Commissione.
Desidero ribadire la posizione da me espressa sul punto, nel senso della necessità di non aggravare oltremodo il contributo posto a carico della fiscalità generale. La strada da seguire per finanziare le istituzioni e le politiche culturali, fermo restando l'imprescindibile impegno statale, deve essere un'altra, ovvero quella del potenziamento della sussidiarietà orizzontale, dello stimolo e del coinvolgimento della libera contribuzione dei cittadini singoli e associati nelle loro formazioni non lucrative di utilità sociale come in quelle imprenditoriali, al fine di rendere la gestione del patrimonio una ragione di sviluppo e non solo una posta passiva nel bilancio dello Stato.
Su questo punto mi sento dunque di concordare nella sostanza con le osservazioni formulate dalla presidente della Commissione, Valentina Aprea, che secondo un approccio autenticamente liberale ha auspicato maggiore spazio all'intervento dei privati e un connesso alleggerimento del ruolo dello Stato.
Anche sul punto dello snellimento burocratico e dell'accelerazione delle procedure ministeriali di spesa, concordo con le osservazioni dell'onorevole presidente della Commissione e in proposito richiamo il punto della mia relazione in cui ho formulato indicazioni operative concrete di un nuovo dinamismo della macchina burocratica.
Particolare attenzione meritano le interessanti considerazioni dell'onorevole Stefano Caldoro, concernenti l'utilizzazione delle risorse dei programmi operativi, su cui mi riservo di intervenire in maniera più approfondita, come necessario ed opportuno, in un prossimo incontro con la Commissione.
Un altro punto delicato, toccato dagli onorevoli Ghizzoni e Barbieri, riguarda la finanza locale. Negli ultimi tempi molti, tra cui lo stesso presidente del consiglio nazionale dei beni culturali, professor Settis, hanno paventato una possibile propensione di alcuni comuni a favorire le lottizzazioni per aumentare gli introiti, gli oneri di concessioni e l'ICI. Ritengo tuttavia che l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, che sarà comunque compensata dal previsto rimborso a favore degli stessi da parte dello Stato, non incentivi questa eventuale propensione da parte degli enti locali. Non nego tuttavia che vi possa essere un rischio reale.
Per quanto riguarda i tagli al fondo per gli interventi di riqualificazione del paesaggio in area UNESCO, desidero aggiungere che sono già in corso i primi contatti con il Ministero della difesa per definire l'apposita convenzione, che permetterà ai soprintendenti di operare efficacemente per le demolizioni degli abusi. Considero indispensabile attuare finalmente le nuove norme del codice dei beni culturali, che prevede la reale cooperazione fra Stato, regioni ed enti locali per una vera pianificazione del territorio, improntata al superiore valore della tutela del paesaggio, con un cambio di approccio culturale prima ancora che giuridico.
Nella relazione ho già affrontato il tema dell'eventuale abbattimento dei cosiddetti «ecomostri», ma desidero esprimere il mio apprezzamento per l'intervento sul punto dell'onorevole Granata, che ha parlato di una legge quadro sulle grandi demolizioni. Ritengo che le norme esistano già, ma non escludo che possano essere affinate ed implementate. Sono aperto al riguardo al fecondo e qualificato contributo propositivo, che potrà nascere nel corso del lavori di questa Commissione.
Ho molto apprezzato, inoltre, le suggestive impostazioni suggerite dall'onorevole Granata, che ha acutamente definito la cultura come la più grande infrastruttura del nostro Paese, laddove la difesa del patrimonio, la tutela del paesaggio, la valorizzazione delle città d'arte, dei mille campanili italiani possono rappresentare un forte contributo al superamento del declino economico del nostro Paese.
Sempre in materia di risorse finanziarie, gli esponenti dell'opposizione, tra cui anche l'onorevole Levi, hanno espresso perplessità circa la realizzazione del centro per il libro e la lettura. Sul punto desidero offrire riassicurazioni, perché il Governo crede nella bontà di questa previsione innovativa, da cui potrebbe venire un nuovo impulso alla promozione del libro e della lettura. Talune parziali riduzioni ai previsti stanziamenti non rallenteranno il processo di effettiva nascita di questo nuovo ed utile istituto. Ho quindi disposto che gli uffici procedano con la massima speditezza alla conclusione dell'iter per il perfezionamento del regolamento, già predisposto dal mio predecessore. In seguito, potremo procedere alla nomina del presidente del centro per la promozione del libro e alla definizione di un progetto.
Per quanto concerne i concorsi per il reclutamento di nuovi dirigenti di seconda fascia, in ordine al cui svolgimento erano
state espresse riserve e preoccupazioni, posso assicurare che è mio preciso intendimento sollecitare i componenti delle commissioni, affinché imprimano una forte accelerazione ai lavori di selezione, per giungere rapidamente alla conclusione delle procedure e alle conseguenti immissioni in ruolo.
Sul coinvolgimento delle autonomie territoriali, tema sul quale si sono registrati numerosi e convergenti interventi degli onorevoli Granata, Goisis e De Torre, non posso che ribadire che l'attuazione del codice dei beni culturali implica di necessità uno stretto raccordo e una fattiva cooperazione tra i diversi livelli territoriali di governo. Questa considerazione, secondo cui nel codice è già presente un'impronta sostanzialmente federalista, che si basa sulla partecipazione paritaria dei diversi livelli istituzionali alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio, mi consente di riferirmi anche all'intervento dell'onorevole Grimoldi, che ha posto il tema del federalismo differenziato, ripreso anche dall'onorevole De Biasi, richiamando in proposito la recente proposta della regione Lombardia, che merita un adeguato approfondimento. In proposito, devo peraltro rilevare come resti innegabile assicurare i livelli di omogeneità e uniformità
su tutto il territorio nazionale degli standard di tutela del patrimonio culturale, che, pur nelle varie e ricche declinazioni territoriali, presenta una valenza identitaria per l'intera comunità nazionale.
Quanto alle questioni più specifiche riguardanti Milano e la Lombardia, comunico di aver avuto qualche giorno fa un cordiale e proficuo colloquio con il sindaco di Milano, Letizia Moratti, alla quale ho manifestato il mio forte interessamento per tutte le questioni sul tappeto, con particolare riferimento all'Expo 2015, alla Scala, alla Pinacoteca di Brera e alla Villa Reale di Monza.
All'onorevole Goisis, che ha criticato la pletora normativa e ha richiamato la centralità del principio federalista dell'uso delle risorse laddove sono prodotte, desidero rispondere che, da un lato, intendo puntare sull'attuazione delle leggi senza produrne altre, a meno che non appaiano obiettivamente necessarie, come nel caso della legge sullo spettacolo, dall'altro osservo che la struttura ministeriale, articolata nelle direzioni regionali votate al dialogo e alla cooperazione con le autonomie territoriali, già pone le condizioni per una sorta di federalismo nella pianificazione e programmazione degli interventi di recupero, di restauro e di valorizzazione.
A questo proposito, vorrei aggiungere una riflessione su un tema emerso in molti interventi nel corso dei lavori di questa Commissione e, se posso permettermi, signor presidente, anche nei lavori della Commissione cultura del Senato, a proposito del ruolo dei nostri sovrintendenti. Ribadisco che il ruolo della tutela del patrimonio storico nazionale da parte dello Stato in collaborazione con regioni ed enti locali è un obbligo fondamentale, essenziale, imprescindibile. Si tratta di una missione di carattere morale. I nostri sovrintendenti, che costituiscono un corpo di eccellenza dello Stato italiano, rappresentano i custodi di questo impegno e di questo lavoro. Tuttavia, il ruolo dei sovrintendenti, a giudizio unanime di tutti noi, deve essere svolto in maniera intelligente, ragionevole e soprattutto collaborativa con gli enti locali. Se questo ruolo di custode del nostro patrimonio storico e artistico non viene svolto secondo questo spirito di ragionevolezza, di buon
senso e di collaborazione con gli enti locali, si rischia di suscitare una reazione negativa nei confronti del ruolo positivo svolto dai sovrintendenti e, attraverso loro, dal Ministero dei beni culturali.
L'onorevole Pierfelice Zazzera ha posto in evidenza anche la questione dell'azione di recupero dei beni trafugati all'estero. Al riguardo, intendo dare ulteriore impulso a tale meritoria attività di recupero nel segno di una sostanziale continuità con l'efficace lavoro svolto dai miei predecessori, che ha conseguito risultati di grande rilievo, sottolineati da tutto il mondo scientifico e culturale, italiano e internazionale. A tal fine, ho già provveduto a costituire un apposito comitato per le
problematiche afferenti l'esercizio dell'azione di restituzione delle opere d'arte trafugate. Desidero anche ricordare come nel corso dell'incontro fra le delegazioni del Governo italiano e del Governo egiziano sia stato stipulato un accordo fra il Ministero dei beni culturali e il Ministero della cultura del Governo egiziano, che riguarda una cooperazione nel campo della restituzione delle opere d'arte trafugate in Italia e in Egitto.
Gli onorevoli Nicolais e Capitanio Santolini hanno sottolineato l'esigenza dello sviluppo di nuove tecnologie a supporto della tutela e della valorizzazione (la mappatura informatica dei siti archeologici e la visita virtuale dei musei), nonché della conservazione dei documenti e dei prodotti dell'attività culturale (nuove mediateche), anche mediante un maggiore coinvolgimento del CNR e di altri enti di ricerca. Prendo nota di questo utile suggerimento e avvierò una riflessione per impostare ipotesi di collaborazione con questi enti, capaci di dare i buoni risultati auspicati in particolare dall'onorevole Nicolais.
Per quanto concerne le tematiche riguardanti il progetto del portale «Italia.it» sottolineate dall'onorevole Antonio Palmieri, mi impegno ad approfondire tale iniziativa con il collega Renato Brunetta, nella consapevolezza che l'utilizzazione degli strumenti informatici costituisce notoriamente uno strumento fondamentale per far conoscere nel mondo le nostre bellezze.
Qualche intervento ha sottolineato come la mia relazione, pur condivisibile nei contenuti, non abbia indicato le priorità, peccando dunque di eccessiva genericità. È chiaro che le linee programmatiche che ho illustrato muovono in un vasto orizzonte, in una prospettiva di legislatura, donde l'ampiezza e il respiro ambizioso delle linee programmatiche, che ho enunciato. Ritengo tuttavia che una saggia politica per i beni e le attività culturali richieda la combinazione di manovre di più ampia prospettiva con interventi puntuali e di immediato effetto.
In ogni caso, aderendo al cortese invito rivoltomi dall'onorevole Capitanio Santolini, intendo, da un lato, adoperarmi per il mantenimento delle risorse attualmente assegnate al Ministero e, dall'altro, favorire ancora di più le incentivazioni fiscali nel settore dei beni culturali e dello spettacolo, incrementando in questo modo le risorse complessive a disposizione della cultura.
Considero prioritario delineare un piano nazionale dei musei, prevedendone eventualmente un coordinamento presso il Ministero dei beni culturali, secondo i canoni della moderna gestione economica. Come sapete, intendo istituire presso tale Ministero una nuova direzione generale, oggi assente, che si occupi del coordinamento dei musei italiani. Spero di ottenere la vostra condivisione, il vostro sostegno e la vostra collaborazione su questo punto fondamentale, con cui si possono realizzare importanti novità.
L'Italia è nel mondo il Paese con il maggior numero di musei, sia grandi che piccoli, nelle grandi come nelle piccole città. Tale patrimonio di inesauribile ricchezza versa nel migliore dei casi in condizioni di difficoltà e in quello peggiore di abbandono. Ritengo che una politica di tutela e di valorizzazione dei beni culturali debba partire innanzitutto dalla tutela e dalla valorizzazione del grande patrimonio costituito dai musei italiani. Per questo, considero necessaria una nuova direzione generale presso il Ministero dei beni culturali e reclutarne il nuovo direttore attraverso un concorso aperto anche a stranieri, in modo da chiamare in Italia persone che abbiano avuto un'esperienza anche di carattere manageriale nell'organizzazione e nel coordinamento dei musei. A mio avviso potrebbe essere una sfida significativa non soltanto per me, ma per l'intero Governo, per i membri di questa Commissione nonché per tutte le forze politiche
italiane.
Intendo, infine, rivolgere particolare attenzione agli itinerari turistico-culturali, privilegiando quelli relativi alla cosiddetta
«Italia minore», che invece nasconde tesori ancora sconosciuti a gran parte degli italiani.
Nel medio-lungo periodo, è necessario inoltre riscrivere i contenuti dei piani paesaggistici e dei vincoli, per dare più certezze ai cittadini sulle regole d'uso dei beni compatibili con la tutela. Dall'altro lato occorre siglare subito l'accordo con il Ministero della difesa, per dare nell'immediato e nel breve periodo uno strumento operativo alla tutela ed eventualmente varare una nuova legge che invogli la buona architettura ad impegnarsi per migliorare il volto delle nostre città. Nel contempo, è necessario mettere in campo iniziative quali il premio per l'arte figurativa, che diano anche un segnale immediatamente percepibile di una nuova attenzione e di un nuovo clima di favore che si va instaurando attorno a questi aspetti dell'attività culturale, in particolare rivolta a giovani artisti.
Registro poi con soddisfazione la condivisione espressa dagli onorevoli Carlucci, Ceccacci e De Biasi sul proposito di avviare la costruzione di una legge quadro sullo spettacolo dal vivo, che metta ordine tra la troppo farraginosa legislazione di settore e la adegui alle mutate esigenze dei tempi, tenendo conto delle iniziative legislative già presentate dagli onorevoli Carlucci, Barbareschi e Ceccacci. In particolare, desidero segnalare e condividere il testo presentato nella scorsa legislatura dall'onorevole Ceccacci sul rapporto tra scuola e teatro.
Merita poi approfondimento e attenzione la proposta dell'onorevole De Biasi di rafforzare la tutela e il sostegno per i piccoli teatri, così come la sollecitazione a una maggiore attenzione al rapporto tra i minori e la televisione, in particolare l'informazione.
A proposito di informazione, desidero precisare che il mio riferimento alla funzione della televisione era rivolto unicamente ad affermare la necessità di un suo ruolo maggiore nella cultura. In questi giorni, ad esempio, è in corso a Napoli il festival del teatro. Si tratta di un'iniziativa non mia, ma patrocinata dal Ministro Rutelli. Non ho alcuna difficoltà, tuttavia, a riconoscerne la bontà e l'importanza. Mi sono recato a Napoli per inaugurare la stagione di questo festival del teatro, anche per testimoniare che la città partenopea non è soltanto quella che conosciamo, ma pure molto altro. Il festival riunisce centinaia di giovani attori, che provengono da tutta Europa e che compongono insieme delle compagnie teatrali. Questa iniziativa di grande valore culturale deve essere valorizzata al massimo, sia sul piano nazionale che sul piano locale della città e della Campania, come uno dei possibili segni della rinascita e
del cambiamento di Napoli. Non mi illudo che Napoli possa cambiare perché ospita il festival del teatro, sarei un ingenuo a pensarlo, tuttavia, sono convinto che questa e altre iniziative culturali possano contribuire ad un suo cambiamento e ad incoraggiare tutti gli uomini di cultura e le persone più sensibili a fare qualcosa per cambiare il clima che si vive a Napoli.
Da questo punto di vista, è paradossale che la televisione non dedichi un minuto a simili iniziative e che in questa occasione l'unico aspetto in grado di appassionare i giornalisti sia stato il rinvio dell'inaugurazione per ragioni atmosferiche. I giornalisti si sono infatti occupati - ed è questo un difetto della comunicazione in generale - non del fatto che a Napoli si svolgesse il festival del teatro, quanto dell'inaugurazione posticipata di un giorno a causa del temporale, evento che ha occupato le prime pagine di tutti i giornali. Questo è purtroppo un limite profondo della comunicazione, la cui correzione richiederà un enorme sforzo.
Per quanto riguarda il tema della tutela dei minori nell'attività di diffusione degli audiovisivi, è mia intenzione riproporre con i debiti aggiornamenti il disegno di legge recante norme a tutela dei minori nella visione di film e di videogiochi, già impostato nel 2005 e poi ripreso e presentato in Parlamento nella scorsa legislatura.
Grande attenzione merita la sollecitazione proveniente dall'onorevole Carlucci circa il tema assai importante della lotta
alla contraffazione a tutela del diritto d'autore e l'idea di un'indagine conoscitiva sulla pirateria.
Ho molto apprezzato, infine, le moderne e suggestive considerazioni dell'onorevole Barbareschi e in particolare le sue critiche costruttive rivolte al sistema del cinema e dello spettacolo dal vivo, con particolare riferimento alla necessità di confrontarsi con il mercato, anche e soprattutto internazionale, sulla base di proposte innovative e di qualità. Tali considerazioni costituiranno per me un fondamentale elemento di riflessione.
In conclusione, voglio ribadire la mia sincera disponibilità a venire in questa Commissione ogni qualvolta sarà ritenuto necessario da ogni suo componente.
PRESIDENTE. Signor Ministro, la ringraziamo per la replica precisa e puntuale che ha voluto offrirci, rispondendo a tutti i colleghi che hanno preso parte al dibattito sulle sue linee programmatiche.
Ricordo ai colleghi intervenuti che fra qualche giorno avremo a disposizione il resoconto stenografico della replica.
FABIO GARAGNANI. Vorrei esprimere le mie lamentele perché mi è stato impedito di intervenire, fatto che ritengo non corretto.
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, eravamo riuniti per ascoltare soltanto la replica del Ministro Sandro Bondi, che ci ha dato una disponibilità temporale limitata. (Commenti dell'onorevole Garagnani) Abbiamo dovuto privilegiare la disponibilità del Ministro. Tuttavia, onorevole Garagnani, non mancheranno occasioni per avere ancora la presenza in Commissione del Ministro Bondi e allora saremo lieti di poterla ascoltare.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15,40.