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Resoconti stenografici delle audizioni

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Commissioni Riunite (Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e V Camera)
AUDIZIONE
INDAGINE CONOSCITIVA
1.
Lunedì 22 novembre 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

La Loggia Enrico, Presidente ... 3

Audizione di rappresentanti del Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari (SUNIA), del Sindacato inquilini casa e territorio (SICET), dell'Unione nazionale inquilini ambiente e territorio (UNIAT-UIL) e dell'Unione inquilini, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292) (ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dell'articolo 144 del Regolamento della Camera dei deputati):

La Loggia Enrico, Presidente ... 3 4 6 7 8 9 10 12
Barbieri Daniele, Segretario nazionale del SUNIA ... 8 10 11
Barbolini Giuliano (PD) ... 7 8
Chiriaco Francesco, Segretario generale del SUNIA ... 3
D'Ubaldo Lucio Alessio (PD) ... 8 11
De Cesaris Walter, Segretario nazionale dell'Unione inquilini ... 9 10
Franco Paolo (LNP) ... 11
Pascucci Fabrizio, Presidente dell'UNIAT-UIL ... 6 7 8 10
Petterlin Massimo, Segretario generale delSICET ... 4 9
Vitali Walter (PD) ... 11

Audizione di rappresentanti del Coordinamento unitario della proprietà immobiliare (Arpe, Federproprietà, Confederazione della piccola proprietà immobiliare-CONFAPPI e Unione piccoli proprietari immobiliari-UPPI) e di Confabitare-Associazione proprietari immobiliari, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292) (ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dell'articolo 144 del Regolamento della Camera dei deputati):

La Loggia Enrico, Presidente ... 12 15 16 17 19
Anderson Massimo, Presidente di Federproprietà ... 17
Barbolini Giuliano (PD) ... 17
Carini Giacomo, Presidente dell'UPPI ... 15 16 17 18
Notari Alessandro, Responsabile del Centro studi fiscale nazionale di Confabitare-Asso-ciazione proprietari immobiliari ... 12 15
Troilo Gabriele, Delegato dellaCONFAPPI ... 18
Vitali Walter (PD) ... 17
Zanni Alberto, Presidente nazionale di Confabitare-Associazione proprietari immobiliari ... 12

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292) (ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dell'articolo 144 del Regolamento della Camera dei deputati):

Franco Paolo, Presidente ... 19 23 25
Barbolini Giuliano (PD) ... 23
D'Ubaldo Lucio Alessio (PD) ... 23
Merola Federico, Direttore generale del-l'ANCE ... 19 23 25
Zandonà Marco, Direttore dell'area fiscalità edilizia dell'ANCE ... 19 23

Audizione di rappresentanti dell'Istituto per la finanza e l'economia locale (IFEL), nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292) (ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dell'articolo 144 del Regolamento della Camera dei deputati):

La Loggia Enrico, Presidente ... 25 31 34 39
Barbolini Giuliano (PD) ... 33 39
D'Ubaldo Lucio Alessio (PD) ... 32
Ferrari Giuseppe Franco, Presidente dell'IFEL ... 25 39
Ferri Andrea, Consulente scientifico dell'IFEL ... 29 37
Scozzese Silvia, Direttore scientificodel-l'IFEL ... 26 34 39
Vitali Walter (PD) ... 32

ALLEGATI:
Allegato 1
: Documentazione consegnata dai rappresentanti di SUNIA, SICET e UNIAT-UIL ... 40
Allegato 2: Documentazione consegnata dai rappresentanti dell'Unione Inquilini ... 42
Allegato 3: Documentazione consegnata dai rappresentanti di Confabitare-Associazione proprietari immobiliari ... 45
Allegato 4: Documentazione consegnata dai rappresentanti del Coordinamento unitario della proprietà immobiliare (Arpe-Federproprietà, CONFAPPI e UPPI) ... 63
Allegato 5: Documentazione consegnata dai rappresentanti dell'ANCE ... 75
Allegato 6: Documentazione consegnata dai rappresentanti dell'IFEL ... 86

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Seduta del 22/11/2010


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...
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER L'ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE PAOLO FRANCO

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 5 del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e dell'articolo 144 del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (Atto n. 292).
Sono con noi il dottor Federico Merola, direttore generale dell'ANCE, il dottor Marco Zandonà, direttore fiscalità edilizia, e la dottoressa Stefania Di Vecchio, dirigente responsabile dell'Ufficio rapporti con il Parlamento dell'ANCE.
Il presidente La Loggia si è dovuto assentare, ma rientrerà a breve. Come vicepresidente, ringraziandovi per la presenza e per i documenti che avete portato, do la parola al dottor Merola perché illustri quanto indicato in merito alle vostre proposte all'interno del documento consegnato.

FEDERICO MEROLA, Direttore generale dell'ANCE. Introdurrò io la nostra posizione e poi il collega Zandonà riassumerà il documento che abbiamo prodotto e che abbiamo lasciato agli atti.
Dal nostro punto di vista, in termini generali, l'attuazione del federalismo fiscale municipale è considerata con grande piacere e consenso. Riteniamo, infatti, che sia un provvedimento molto positivo di razionalizzazione del sistema impositivo applicabile sia ai privati, sia alle imprese.
Auspichiamo che l'attribuzione ai comuni della fiscalità immobiliare, in particolare, si possa tradurre anche in uno strumento utile per la destinazione delle risorse a progetti e infrastrutture di livello locale, piccole e medie opere che costituiscono per noi il target fondamentale dei nostri associati.
La nostra ultima preoccupazione è quella che questa riforma non produca, nel complesso, un aumento della pressione fiscale, né dia luogo a duplicazioni.
Abbiamo mosso poi alcuni rilievi specifici, in un'intelaiatura positiva, che lascio descrivere al mio collega, sia sull'IMU di possesso e di trasferimento, sia sulla cedolare secca, e che vorremmo sottoporre alla vostra valutazione. Ci sembra che esista la possibilità di migliorare ulteriormente il provvedimento con questi nostri suggerimenti.
Lascio, pertanto, la parola al collega Zandonà.

MARCO ZANDONÀ, Direttore dell'area fiscalità edilizia dell'ANCE. Buonasera al presidente e a tutti i presenti. Entrerò nel merito dei due elementi fondamentali di questo schema di decreto legislativo, da una parte, la cedolare secca sugli immobili e, dall'altra, l'introduzione dal 2014 dell'IMU nelle sue diversificazioni, di possesso, di trasferimento e anche, eventualmente, secondaria.
Sulla cedolare secca sugli immobili come ANCE siamo stati sempre favorevoli, perché ridurre la pressione fiscale sugli affitti delle abitazioni è sicuramente uno strumento utile sia per il ritorno a investimenti nel settore della locazione degli edifici abitativi, sia soprattutto per il recupero del sommerso. La riduzione dell'aliquota


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comporterà certamente un effetto positivo sul gettito.
Come ANCE siamo favorevoli a qualsiasi strumento che comporti l'emersione del nero e lo sviluppo della nuova attività, sulla base del principio del contrasto di interessi, in questo caso specifico tra il locatore e il locatario, anche alla luce delle esperienze positive compiute con la detrazione del 36 per cento per gli interventi di ristrutturazione edilizia e adesso anche con quella del 55 per cento sugli interventi di riqualificazione energetica, peraltro prorogata nel disegno di legge di stabilità a tutto il 2011.
Tutto ciò è, però, basato sull'effettivo contrasto di interessi; si tratta, cioè, di un beneficio che viene dato negli interventi di ristrutturazione tra chi esegue i lavori e il proprietario dell'immobile oggetto dell'intervento.
In questi casi il contrasto di interessi è forse leggermente attenuato, in quanto esiste un beneficio anche per il locatore, che sarà sicuramente rappresentato da una riduzione dei canoni di locazione del mercato per effetto della riduzione del prelievo, ovviamente da verificare, ma soprattutto dalla riduzione dell'imposta di registro.
L'imposta di registro sulla registrazione del contratto oggi è pari al 2 per cento, di cui l'1 per cento a carico del locatore e l'1 per cento del locatario. Essa verrebbe meno immediatamente dal 1o gennaio del 2011 per i contratti di affitto a canone concordato e dal 2014 anche per i contratti a canone libero.
È da verificare, una volta entrata in vigore la norma, la possibilità di introdurre un'agevolazione maggiore eventualmente anche per gli inquilini, sempre compatibilmente con le diverse esigenze di copertura finanziaria.
È importante che la norma possa entrare effettivamente in vigore il 1o gennaio del 2011, dopo anni in cui si è dibattuto di questa questione. Si tratta di due provvedimenti, contenuti nel testo dello schema di decreto legislativo, di cui uno ha effetti non immediati, perché entrerebbe in vigore dal 2014, mentre l'altro avrebbe un effetto già dal 1o gennaio del 2011. Nel caso in cui il Consiglio dei ministri non riuscirà ad approvarlo, richiamo l'attenzione di questa Commissione affinché si possa pervenire a un'immediata entrata in vigore.
La seconda questione, sempre sulla cedolare secca, riguarda la possibilità di verificare, anche se non immediatamente, un'agevolazione analoga anche per gli affitti di abitazioni effettuati dalle imprese.
La locazione delle imprese di immobili come beni patrimonializzati, destinati quindi permanentemente alla locazione, dal 1o gennaio del 2011 sarà ulteriormente penalizzata in quanto vi è una disparità di trattamento. Da una parte infatti avremo la cedolare secca per gli affitti riferibili alle persone fisiche e, parimenti un trattamento di favore sulla tassazione dei proventi per chi opera con organismi istituzionali, quali le SIIQ e i fondi immobiliari, che beneficiano di una tassazione sempre al 20 per cento; dall'altra le imprese che svolgono attività di locazione immobiliare pagheranno, se sono soggetti IRPEF in base all'aliquota marginale, mentre se si tratta di soggetti IVA in base all'aliquota IRES.
Sarà una penalizzazione maggiore: ricordiamoci, infatti, che la locazione di abitazioni per le imprese non dà luogo ad alcuna deduzione dei costi, mentre per i privati - che attualmente potranno optare per mantenere anche il vecchio regime - c'è un abbattimento forfettario del 15 per cento, ai sensi dell'articolo 90 del Testo unico delle imposte sui redditi. Le imprese che effettuano locazione di immobili, infatti, non possono dedurre se non i costi di manutenzione ordinaria, che, in genere, nei contratti di locazione sono a carico dell'inquilino e non del proprietario.
La seconda osservazione riguarda l'idea di valutare la possibilità, visto che restiamo nell'ambito delle locazioni di privati, di poter estendere questo tipo di tassazione anche agli investimenti diversi dall'abitativo, effettuati sempre dai privati, come uffici e negozi. Si tratta di uno strumento sicuramente utile sia per l'emersione del nero, sia per l'incremento


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delle attività e quindi del gettito che ricade sulla compravendita di questi fabbricati anche nel settore non abitativo.
L'altra questione che volevo puntualizzare è collegata al nuovo regime sanzionatorio. Effettivamente, quando si introduce un'agevolazione fiscale, concordiamo perfettamente sull'aumento del regime sanzionatorio per chi non è in regola. Si dispone praticamente un raddoppio delle sanzioni previste dal decreto legislativo n. 471 del 1992.
Non appare chiaro, però, innanzitutto perché sia connessa una sanatoria per coloro che registrano contratti di locazione entro il 31 dicembre 2010. Tale registrazione verrebbe effettuata senza che la norma sia entrata in vigore. Anche in questo caso sarebbe opportuno che, con l'entrata in vigore del provvedimento, dal 1o gennaio del 2011, tale termine possa slittare per consentire gli effetti che il legislatore si aspetta da questo nuovo provvedimento.
Questo è il nostro punto di vista per quanto riguarda la cedolare secca. Nel documento trovate tutti gli approfondimenti del caso.
Per quanto concerne l'IMU, dobbiamo distinguere le problematiche relative al settore delle costruzioni con riferimento all'IMU di possesso e all'IMU di trasferimento.
Per l'IMU di possesso il problema importante, che già avevamo affrontato in materia di imposta comunale sugli immobili per le imprese del settore delle costruzioni, è la tassazione del magazzino, ossia dei beni alla cui produzione e al cui scambio è diretta l'attività dell'impresa. Non si tratta né di beni strumentali, utilizzati per l'esercizio dell'attività, né di beni patrimonializzati, ma di beni costruiti, che le imprese sperano di vendere.
A questo punto nel testo dello schema di provvedimento è prevista una riduzione del 50 per cento per i beni locati e una riduzione analoga per i beni relativi all'impresa, senza specificare che cosa si intenda per «beni relativi all'impresa».
Il concetto, che si trova anche su tutti i testi di diritto tributario, rimanda agli immobili strumentali utilizzati per l'esercizio dell'attività, e per le persone fisiche - anche su questo punto si può dibattere - potrebbero essere anche gli immobili patrimonializzati, ma non il bene merce, che è destinato alla vendita e viene classificato contabilmente tra le rimanenze.
Esiste uno spazio perché si possa arrivare ad affermare che la riduzione del 50 per cento dell'IMU si applichi anche ai beni merce, ma nel testo questo punto non esiste.
La tassazione del magazzino dell'impresa edile è un'imposta iniqua. Sarebbe un po' come far pagare a un'impresa automobilistica sulle macchine invendute l'imposta di circolazione, quindi il vecchio bollo auto, che invece, come sappiamo, non esiste assolutamente.
In questi casi è necessario, dunque, che venga prevista una riduzione e che tra i beni relativi all'impresa rientri anche il magazzino. Questo punto è stato riconosciuto come interesse meritevole di tutela anche all'interno dell'ICI. Il decreto legislativo n. 504 del 1992, all'articolo 8, prevede espressamente che i comuni hanno la facoltà di introdurre un'aliquota ICI ridotta per almeno tre anni dall'ultimazione dei lavori proprio per i beni merce delle imprese di costruzione.
È necessario, quindi, come affermava prima il direttore, dovendo garantire anche l'invarianza di gettito, che sia prevista espressamente l'applicazione di questa riduzione al 50 per cento anche per il magazzino delle imprese.
L'altro problema su cui siamo preoccupati per via dell'aumento eventuale del prelievo è connesso al fatto che l'introduzione dell'IMU sostituirà anche l'IRPEF e le addizionali IRPEF, che oggi pesano parecchio sul reddito dei fabbricati. Questo vale per le persone fisiche, mentre non è specificato nulla con riferimento alle imprese.
Poiché l'aliquota IMU dovrebbe essere unica per l'IMU di possesso - non ci sono aliquote diversificate - o viene previsto che questa IMU sostituirà anche le imposte sul reddito per i fabbricati non locati, oppure occorre prevedere due aliquote


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ridotte. Altrimenti si verificherà sicuramente un aumento di prelievo con riferimento a questa tipologia di fabbricati.
Queste osservazioni riguardano l'IMU di possesso.
In merito all'IMU di trasferimento, invece, la preoccupazione del settore è l'aumento di disparità di trattamento e, quindi, di prelievo all'atto del presupposto impositivo, cioè del trasferimento degli immobili.
Attualmente esiste già una disparità di trattamento. Porto solo un esempio relativo al trasferimento di una prima casa, cioè dell'abitazione principale: l'impresa, essendo prima casa, cede con IVA al 4 per cento e l'IVA rimarrà anche quando sarà introdotta l'IMU. Attualmente, invece, il privato, quindi la vendita non soggetta a IVA, è soggetto all'imposta di registro per il 3 per cento, oltre che alle imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, che comunque rilevano poco perché ammontano a 168 euro cadauna.
Dal 2014, con l'entrata in vigore dell'IMU, anche per il semplice trasferimento della prima casa l'aumento della differenza e della disparità di trattamento sarà pari al 50 per cento, perché, da un lato, avremo un'IVA sempre al 4 per cento, con le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, e, dall'altro, un'IMU del 2 per cento. La differenza, che prima era dell'1 per cento, diventerà del 2 per cento.
Se andiamo a verificare, invece, la cessione di una non prima casa, ovvero di una seconda casa o di un fabbricato di tipo diverso, attualmente non esiste disparità di trattamento. Con l'introduzione dell'IMU invece ci sarà, perché, da un lato, avremo un'IVA al 10 per cento, per esempio per la vendita di una seconda casa, oltre alle imposte ipotecarie e catastali in misura fissa, e, dall'altro, un'imposta IMU all'8 per cento. Attualmente c'è un 7 per cento di registro e un 3 per cento di imposte ipotecarie e catastali, quindi sempre un 10 per cento che equipara le due situazioni.
La disparità di trattamento diventa ancora maggiore se parliamo di fabbricati non abitativi. L'immobile strumentale oggi è soggetto all'IVA al 20 per cento oltre che a un 4 per cento di imposte ipotecarie e catastali - un prelievo pressoché espropriativo pari al 24 per cento - a fronte sempre di un'IMU dell'8 per cento.
Anche in questo caso richiamiamo l'attenzione di questa Commissione affinché si possano studiare per il futuro alcuni provvedimenti per equiparare il prelievo fiscale o attenuare questa differenza.
Il tipico esempio, poiché sull'IVA non si può agire, essendo imposta comunitaria ed essendo le aliquote fissate dalle direttive comunitarie, è la possibilità di prevedere un credito di imposta, come esiste oggi per chi vende e riacquista entro un anno una prima casa, perlomeno per la prima casa ai fini dell'imposta sul reddito. Altrimenti la disparità di trattamento diventerà elemento distorsivo per il mercato.
L'ultima considerazione - siamo poi a disposizione per eventuali domande - riguarda sempre l'IMU di trasferimento e la sorte delle agevolazioni attualmente vigenti in materia di imposta di registro.
L'entrata in vigore dell'IMU, sopprimendo l'imposta di registro, farà venir meno tutti i regimi agevolativi di favore che esistono da anni, fin dal 1972, disciplinati poi dall'articolo 5 della legge n. 168 del 1982 (c.d. legge Formica), e con l'articolo 33 della legge n. 388 del 2000. Tali disposizioni prevedono che per le imprese di costruzioni l'acquisto delle aree edificabili e degli immobili da ristrutturare rappresenti acquisto di materia prima.
Venendo meno tale agevolazione, si va a incidere - proprio nel momento più delicato del processo produttivo - con un prelievo fiscale che non solo non sarà più ridotto, ma aumenterà di molto.
A questo punto occorrerà che anche all'interno dell'IMU di trasferimento, sopprimendo le agevolazioni di registro, si passi a considerare o un'aliquota ridotta o un trattamento di favore per questi interessi meritevoli di tutela, che, come ho già osservato, servono solo a rendere neutro - questo è il principio - il prelievo fiscale per l'acquisto di queste materie.
In tutti gli altri settori produttivi, infatti, l'acquisto della materia prima è soggetto


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a IVA e non incide: quindi è neutro dal punto di vista fiscale, mentre nei casi suindicati solo il nostro settore sarebbe penalizzato.
Questi interessi sono stati riconosciuti dal legislatore nel passato come meritevoli di tutela. Chiediamo che anche con l'IMU si possa garantire il mantenimento di questi provvedimenti.
Grazie dell'attenzione.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

LUCIO ALESSIO D'UBALDO. Sollevo una semplice questione che riguarda l'andamento della situazione fino a questo momento.
La mia impressione - la esprimo in modo da definire meglio la domanda - è che la scelta di cancellare l'imposta sull'abitazione principale abbia inevitabilmente comportato un incremento dell'imposta e un aumento delle aliquote sul versante delle cosiddette seconde case. Sui giornali si parla di seconda casa, mentre in realtà si tratta di immobili in larga parte posseduti da imprese. Stiamo, quindi, registrando uno spostamento della tassazione dalle persone alle imprese, e dobbiamo pertanto registrare questo spostamento.
La domanda semplice è la seguente: è un'impressione mia o di qualcuno di noi oppure a voi, come associazione di categoria, risulta - se sì, in quale misura - questo spostamento di carico fiscale sul versante delle imprese? Parliamo sempre dell'ICI attuale e non dell'IMU discussa in queste settimane.

GIULIANO BARBOLINI. Aggiungo un'altra domanda in modo che ci diate una risposta complessiva.
Voi avete affermato che sostenete da tempo la cedolare secca e auspicate che entri in vigore da subito. Rispetto al tema dei canoni concordati che valutazioni avete svolto? Ritenete che si debba mantenere un doppio regime di agevolazione fiscale o che questa misura possa assorbire l'altra? Che tipi di possibili distorsioni sul mercato intravedete, avendo particolare riguardo a un profilo di debolezza sociale per alcuni soggetti utilizzatori e utenti di tale opportunità?

FEDERICO MEROLA, Direttore generale dell'ANCE. Dividerei la risposta in due parti: il mio collega Zandonà anticiperà alcuni rilievi consolidati all'interno dell'associazione e io svolgerò un altro paio di battute su entrambe le domande.

MARCO ZANDONÀ, Direttore dell'area fiscalità edilizia dell'ANCE. In merito alla prima questione, credo che il difetto dei provvedimenti sul federalismo fiscale sia dovuto al fatto che non vanno di pari passo con la riforma tributaria. Quando si pone mano a una riforma importante come quella del federalismo fiscale, su cui noi siamo anche molto d'accordo - in quanto avvicina, soprattutto dal punto di vista dei tributi, in particolar modo quelli sugli immobili, il contribuente, vale a dire il soggetto percosso dal tributo, al soggetto che poi percepisce e incassa il guadagno del tributo - è importante tenere conto anche della riforma del sistema tributario.
Una riforma tributaria di questo calibro andrebbe, quindi, effettuata contemporaneamente e contestualmente alla riforma del sistema tributario, che è stata annunciata. Uno dei principi della riforma tributaria, come sappiamo, è, oltre a quello per cui si passa dal complicato al semplice, anche quello per cui si passa dalla tassazione delle persone alla tassazione delle cose: ciò dovrebbe portare, come principio generale, e mantenendo sempre il principio dell'invarianza di gettito ad uno spostamento dall'imposta diretta all'imposta indiretta.
Aver elaborato solo adesso una riforma di federalismo fiscale è apprezzabile, ma bisogna vedere gli effetti indiretti sull'ordinamento tributario in generale e sulla tassazione delle imprese in particolare. È vero che, da una parte, il principio della riforma tributaria porterà dalla tassazione delle persone alla tassazione delle cose, però, dall'altra, noi abbiamo già rilevato


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che sicuramente, con l'entrata in vigore dell'IMU, la situazione andrà meglio per le persone fisiche, ma non per le imprese. Non sono previsti, come abbiamo osservato, diversi paletti, di cui il primo è proprio quello della sopravvivenza dell'IRPEF e dell'IRES sui redditi da fabbricati, quindi degli immobili, nonché delle addizionali.
Tutto ciò potrebbe avere un effetto se non devastante, piuttosto preoccupante. Lo rileviamo già nella relazione tecnica del provvedimento. La stessa relazione allegata prevede, infatti, che dal 2011 la cedolare secca frutterà circa 2,64 miliardi di introito. Ai comuni saranno destinati gli attuali gettiti delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, per altri 11,5 miliardi annui. Arriviamo a un totale di circa 15,5 miliardi di euro.
Dal 2014, con l'entrata in vigore dell'IMU di trasferimento, pari a 6,4 miliardi - parliamo di stime - e dell'IMU di possesso, che ammonterà a 11,5 miliardi, avremo una somma complessiva di 18 miliardi. Si passerà, pertanto, come evidenziato già dalla relazione tecnica, da un prelievo pari a 15,5 miliardi a uno pari a 18 miliardi.
Tenuto conto della tutela legittima del possessore della prima casa e dei privati, che saranno agevolati anche con investimenti diversi - si tratta di una misura legittima, che a noi va anche bene, in quanto si verificheranno investimenti immobiliari effettuati da privati, con un effetto positivo per l'erario e per le imprese - la tassazione per il settore immobiliare potrebbe, in base ai dati della relazione tecnica, anche esplodere.
Questa è la nostra preoccupazione per quanto concerne gli effetti. Le due questioni, secondo noi, sarebbero dovute andare di pari passo e l'invarianza di gettito avrebbe dovuto essere il principio di base: razionalizzazione e revisione del sistema, non solo dei tributi sugli immobili, però di pari passo a una riforma del sistema, in un quadro più generale.
Sulla seconda questione, ovvero sugli effetti della cedolare secca nei confronti dei contratti di locazione, non abbiamo dati importanti, però sono lapalissiani.
Portando anche esempi numerici, oggi per la tassazione a canone concordato, come sappiamo tutti, il reddito è pari al canone di locazione ridotto del 40,5 per cento, una detrazione notevole e, con l'entrata in vigore del provvedimento, si potrà optare per una tassazione al 20 per cento oppure, se più favorevole, per la riduzione del 40,5 per cento.
In base ad alcuni esempi che abbiamo elaborato il canone concordato continuerà con il vecchio regime, il che è anche contrario alla semplificazione. Ci siamo domandati se sia il caso di mantenere il doppio regime e non piuttosto estendere a tutti la cedolare secca del 20 per cento, considerato che si tratta di un sistema molto più semplice. Eventualmente il canale sociale si tutelerà in altri modi.
Con l'entrata in vigore della cedolare secca, chi ha un contratto a canone di locazione concordato continuerà sicuramente con questo sistema, con il reddito di fabbricato ridotto del 40,5 per cento.
È chiaro che per il soggetto IRPEF, più aumenta la sua aliquota marginale, più la situazione sarà favorevole riguardo alla tassazione al 20 per cento.
Favorire maggiormente la persona fisica e tutelare la prima casa rispetto a chi acquista una seconda casa è giusto. Chi acquista una seconda casa ha sicuramente una maggiore capacità contributiva e anche la nostra Costituzione, all'articolo 51, stabilisce che le nostre imposte sono progressive. È giusto, dunque, che chi acquista una seconda casa abbia un maggiore indice di capacità contributiva.
Come ho già osservato, però, la capacità contributiva è espressa in numerosi altri tributi e colpire con aliquote tanto elevate soprattutto chi acquista, per esempio, con le imprese, avrà un effetto negativo. Ci sarà una disparità di trattamento e, a nostro avviso, questo rappresenta un elemento di distorsione del mercato, che chiaramente preoccupa moltissimo il settore delle costruzioni.


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FEDERICO MEROLA, Direttore generale dell'ANCE. Vorrei aggiungere due considerazioni rapidissime.
In sintesi, nutriamo la preoccupazione che la riforma si scarichi sull'impresa. Nel caso della cedolare del 20 per cento, per esempio, avremmo un sistema per cui gli investitori istituzionali, come le SIIQ e i fondi immobiliari, nonché le persone fisiche, per diversi regimi impositivi continueranno a pagare comunque il 20 per cento, mentre l'impresa che dovesse avere immobili locati con gli stessi criteri e le stesse persone, subirebbe, invece, un altro regime di tassazione. È un esempio tipico.
Vorrei anche sottolineare la questione dell'IMU sul magazzino, che è stata tecnicamente affrontata molto bene. Attualmente, rispetto al momento che viviamo in Italia, si pone un grosso problema di invenduto, anche di immobili di grande qualità dovuto alla crisi.
Vige, quindi, una situazione paradossale per altri aspetti fiscali che non voglio richiamare, in quanto non contemplati in questo decreto, in base ai quali il regime appare addirittura punitivo verso chi soffre la crisi, come se l'impresa fosse in grado di assorbire tutti gli shock indefinitamente.
Per questo motivo anche la questione dell'IMU sul magazzino ci preoccupa, soprattutto in questo momento storico perché c'è un invenduto non fisiologico, ma patologico, che deriva dalla situazione del Paese. Non è un mistero che in alcune aree, come nel Triveneto, essa assume connotati anche drammatici.
Il tema andrebbe, a nostro avviso, tenuto presente non solo come ragionamento ordinario, quale l'abbiamo voluto svolgere nelle nostre considerazioni, ma anche avendo bene in mente che il 2011, nel momento in cui entrerà in vigore questa riforma, sarà probabilmente l'anno di peggiore impatto per il nostro settore, in cui la crisi arriverà veramente a mordere l'impresa.

PRESIDENTE. Vi ringrazio per la vostra partecipazione e per il documento che ci avete lasciato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 5) e vi auguro buon lavoro.
Dichiaro conclusa l'audizione.

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