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Resoconti Stenografici delle sedi Legislativa, Redigente e Referente

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Commissione VII

41.
Martedì 4 dicembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

Missioni e sostituzioni:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

Proposta di legge (Seguito della discussione e approvazione):
Moffa ed altri: Equo compenso nel settore giornalistico (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato, con l'unificazione della proposta di legge S. 2429, d'iniziativa dei senatori Lannutti ed altri) ( 3555-B ):

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 4 9
Carra Enzo, Relatore(UdCpTP) ... 8
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 5
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 4
Goisis Paola (LNP) ... 6
Granata Benedetto Fabio (FLpTP) ... 9
Lainati Giorgio (PdL) ... 5
Martone Michel, Viceministro del lavoro e delle politiche sociali ... 7
Moffa Silvano (PT) ... 7
Peluffo Paolo, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo ... 4 7 8
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 6

Votazione nominale:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 9

ALLEGATO: Ordini del giorno ... 10

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

SEDE LEGISLATIVA


Seduta di martedì 4 dicembre 2012


Pag. 3


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 14,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, di cui dispongo l'attivazione.

Missioni e sostituzioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Colucci è in missione.
Comunico altresì, che, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del Regolamento, i deputati De Pasquale e Crimi sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Sarubbi e Giammanco.

Seguito della discussione della proposta di legge Moffa ed altri: Equo compenso nel settore giornalistico (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato, con l'unificazione della proposta di legge S. 2429, d'iniziativa dei senatori Lannutti ed altri) (3555-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Moffa ed altri: «Equo compenso nel settore giornalistico», già approvata dalla VII Commissione permanente della Camera il 28 marzo 2012 e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato nella seduta del 7 novembre 2012, con l'unificazione della proposta di legge S. 2429, d'iniziativa dei senatori Lannutti ed altri.
Ricordo che la I Commissione ha espresso parere favorevole con osservazioni e la II Commissione ha espresso parere favorevole con osservazione, mentre le Commissioni V, IX e XI hanno espresso parere favorevole.
Passiamo all'esame degli articoli modificati dal Senato.
Avverto che non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 4.
Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
(È approvato).

Avverto che l'articolo 5 non verrà posto in votazione in quanto non modificato dal


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Senato, se non nella numerazione conseguente all'inserimento del nuovo articolo 4.
Avverto che è stato presentato l'ordine del giorno Enzo Carra 0/3555-B/VII.1 (vedi allegato). Prendo atto che l'onorevole Carra rinuncia ad illustrarlo.

PAOLO PELUFFO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo. Il Governo apprezza il modo in cui è formulato l'impegno. Quanto alle premesse, il tema è già affrontato dalla norma, ma comprendiamo il segnale che si vuole dare.
In ogni caso, posto che l'impegno al Governo è scritto nella forma in cui è scritto, il parere del Governo sull'ordine del giorno presentato dall'onorevole Carra è favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto che il proponente non insiste per la votazione dell'ordine del giorno accolto dal Governo.
È così esaurita la trattazione dell'ordine del giorno presentato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

GIUSEPPE GIULIETTI. Mi pare doveroso ringraziare l'onorevole Moffa per essersi per primo messo a disposizione di questa proposta di legge, che nasce dall'iniziativa di molti coordinamenti di precari ed è stata fatta propria dall'ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa, nonché il relatore Enzo Carra e tutta la Commissione.
Non ho presentato emendamenti, e immagino che anche altri colleghi condividano la stessa posizione, per rispetto del lavoro collettivo di tutti noi e del Governo, che al di là delle polemiche del singolo momento ha seguito con grande attenzione un provvedimento che ha subito molte più pressioni di quanto non si pensi e in molti casi in modo non palese. Io amo le pressioni palesi e non quelle che si esercitano nelle retrovie.
È quindi importantissimo che anche grazie all'apporto del Governo, nelle persone del Viceministro Martone e del sottosegretario Peluffo, si possa arrivare a un punto di sintesi. Io penso che il testo originario della Camera fosse migliore e che alcuni degli emendamenti accolti non siano convincenti e credo che su questo anche nel Governo qualcuno la pensi come me. Alcune modifiche, penso ad esempio all'ampliamento della commissione, possono portare a una lite permanente e all'indebolimento di una proposta che ha senso se si inserisce in un quadro di innovazione, di arbitrato, di modernità e non semplicemente di blocco reciproco.
Presentare degli emendamenti avrebbe, tuttavia, significato - magari inconsapevolmente - darla vinta a chi non voleva l'approvazione definitiva del provvedimento. Per questo mi ritrovo totalmente nel lavoro collettivo compiuto e nelle proposte che qui sono state avanzate. Penso che sia stato saggio procedere in questo modo.
Al Governo e al Parlamento che verranno rivolgo la raccomandazione - non mi interessa tradurla in un ordine del giorno, ma spero che la Commissione e l'onorevole Carra, se lo ritengono, la facciano propria - che tra un anno ci sia una verifica sull'attuazione della legge nelle competenti Commissioni parlamentari - questo è un punto molto importante - non per bloccare il provvedimento, ma perché i provvedimenti si fanno perché abbiano un'utilità, in questo caso verso gli ultimi, e non semplicemente per farne un volantino.
Chiedo, dunque, che si verifichino la funzionalità e la composizione della commissione e che si sia pronti, se la legge non dovesse produrre il risultato atteso, a intervenire nel modo più rapido affinché il testo della legge sia coerente con il suo obiettivo, che non è quello di non far nulla, bensì di consentire l'emersione di eventuali situazioni di lavoro nero, di lavoro abusivo e di sfruttamento, persino in gruppi che non dovrebbero prevedere queste formule, ed essa si inserisca appieno


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nella complessiva riforma del lavoro anziché porsi al di fuori dei valori condivisi.
Questo è il senso del mio voto favorevole sul provvedimento.

GIORGIO LAINATI. Onorevole presidente, signor Viceministro, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, a nome del Popolo della Libertà ho il piacere di esprimere il voto favorevole su questo importante provvedimento.
Ritengo che gli osservatori attenti siano in grado di valutare il ruolo significativo che questa Commissione sta svolgendo, anche grazie al suo presidente, sul fronte delicatissimo della professione giornalistica e più in generale dell'editoria. L'approvazione di questo provvedimento lo conferma e ha ragione il collega Giulietti a ricordare l'ottimo lavoro compiuto dalla Camera dei deputati nella redazione del testo della proposta di legge, poi parzialmente corretto dall'altro ramo del Parlamento.
Editoria e giornalismo vivono una situazione drammatica, come ha dimostrato nel recentissimo passato la risoluzione presentata dalla collega Rivolta, una risoluzione che il sottosegretario Peluffo ha molto apprezzato e sulla quale c'è stato il voto favorevole di tutti i gruppi. Ringrazio la collega della Lega Nord per essersi impegnata a favore dell'editoria proprio nel momento in cui i soggetti interessati lanciavano un grido d'allarme per la questione occupazionale.
Si tratta di un problema che ci riguarda tutti. Avrete letto la notizia relativa al fatto che il primo quotidiano on line per iPad del gruppo Murdoch, The Daily, chiuderà alla metà del corrente mese con la perdita di decine di posti di lavoro. Siamo di fronte a una svolta negativa. Si credeva, infatti, che la scelta di puntare sui prodotti digitali fosse una garanzia per il futuro dell'editoria e invece a farne per primo le spese è il gruppo Murdoch, forse il più importante al mondo, un gruppo che controlla testate televisive e di carta stampata di primissimo piano. È stata, dunque, una scommessa persa dopo poco più di due anni dalla partenza. Si tratta di un episodio che va controcorrente e del quale dobbiamo tenere conto.
Concludo, ribadendo il voto favorevole del gruppo del PdL sul provvedimento e ringrazio tutti per il lavoro svolto.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. A nome del Partito Democratico annuncio il voto favorevole su questa proposta di legge. Condivido le obiezioni mosse dal collega Giulietti, ma credo siano le stesse che tutti abbiamo avuto modo di sollevare leggendo il testo licenziato dall'altro ramo del Parlamento.
C'è una certa farraginosità e si corre il rischio che la commissione diventi troppo grande. Una commissione che nelle intenzioni dovrebbe innanzitutto sancire la necessità di parametrare, di definire, di circoscrivere, rischia di dare vita a una concertazione permanente finalizzata a non si sa bene cosa. Tuttavia, ritengo che prima di tutto sia importante approvare in via definitiva la legge e cominciare a lavorare su un tema che certamente proviene dal mondo del precariato, ma è stato ampiamente sollecitato anche dalle organizzazioni sindacali dei giornalisti e dall'intero mondo dell'editoria, vale a dire non solo dal mondo del giornalismo della carta stampata, ma anche del giornalismo on line e del giornalismo televisivo. E ci tengo a dire questo perché c'è una questione di cui non si parla mai ed è quella dello sfruttamento vero e proprio di tanti e tanti giornalisti delle emittenti più o meno locali, che prestano la loro opera senza alcuna certezza contrattuale né alcuna parametrazione della loro attività in termini di qualità del lavoro e perfino in termini di cambiamento vero e proprio della professione giornalistica.
Come è noto, infatti, in molte emittenti locali il giornalista assomma in sé la funzione di giornalista, di cameraman e quant'altro, mentre il riconoscimento professionale rischia di non arrivare mai. Si tratta di un problema di carattere etico, professionale e deontologico per una categoria che, peraltro, come abbiamo visto in questi giorni, è sottoposta a pressioni


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forti e tra loro molto contraddittorie, in un clima che certamente non avvantaggia la libertà di opinione e di informazione e, conseguentemente, il lavoro e la professione giornalistica.
Ma proprio perché siamo immersi in un'epoca di transizione «di processo e di prodotto», è importante che ci sia una legge che stabilisca la regola, che riconosca il lavoro autonomo e la figura del freelance, nonché il lavoro di tutti coloro che in questo campo non hanno un rapporto di lavoro subordinato. È altrettanto importante che sia previsto un momento di verifica sull'attuazione della legge e che la Commissione si assuma questo compito.
Infine, mi pare importante che nella legge vi sia la previsione di una sanzione per chi non ottempera all'assolvimento dell'obbligo della retribuzione in termini di equo compenso.
Tuttavia - mi si permetta una piccola battuta polemica -, poiché la punizione è la privazione dei contributi all'editoria, se le cose andranno avanti in questo modo mancherà l'oggetto della sanzione medesima. Dico questo, a margine della discussione, anche per alleggerire una riflessione che, viceversa, è davvero molto preoccupante, se è vero che la grande mole di giornalisti professionisti non trova una corresponsione in termini di riconoscimento, oltre che del valore economico, della qualità del proprio lavoro, che è l'elemento essenziale - non solo perché è legato alla retribuzione - che caratterizza la qualità e la dignità di una professione, qualunque essa sia.
È, quindi, con piacere che votiamo a favore, mantenendo però una preoccupazione più generale per lo stato dell'editoria nel nostro Paese.

PIERFELICE ZAZZERA. Italia dei Valori voterà a favore del provvedimento sull'equo compenso nel settore giornalistico. Sento inoltre il dovere di ringraziare sia l'onorevole Carra sia l'onorevole Giulietti, che ne hanno seguito l'iter con passione e attenzione.
Questo provvedimento dimostra in primo luogo che in Parlamento le buone leggi si possono approvare e con la condivisione di tutti. In secondo luogo, esso testimonia che su un tema scottante, che riguarda la dignità del lavoro, le istituzioni hanno preso una decisione perché c'è stata una pressione venuta dal basso, venuta dalle associazioni e dai movimenti. Diversamente, il percorso sarebbe stato forse più complicato.
Sappiamo che questa non è la legge migliore. Nel testo del provvedimento ci sono alcuni elementi che andrebbero rivisti e corretti, ma penso che possa essere considerato un primo passo per rimettere ordine in un settore che, in assenza di regole, rischiava di diventare una giungla. Credo che un Paese sia libero e democratico non solo se ha un numero elevato di mezzi di informazione. La libertà di stampa diventa sostanziale se chi lavora come giornalista è libero da ricatti. Uno di questi ricatti è il precariato, l'essere pagato due euro a pezzo. Professionalità e libertà non si potranno mai esprimere se si rischia di essere licenziati da un momento all'altro.
Questa legge è sicuramente un atto di civiltà e ritengo importante che tra i criteri per l'affidamento delle risorse pubbliche si introduca la correttezza contrattuale e il rispetto della dignità del professionista. Credo infatti che il fatto di percepire risorse pubbliche sia un motivo in più per non comportarsi come abbiamo visto fare finora. C'è chi ha ricevuto risorse pubbliche non meritandole e chi le ha ricevute pur non rispettando neppure i diritti dei lavoratori.
Il nostro compito è dunque quello di affidare le risorse pubbliche a chi davvero le merita perché offre informazione di qualità, ma anche perché rispetta i diritti dei lavoratori, garantendone la dignità professionale, e credo che questa legge sia un passo in tale direzione.

PAOLA GOISIS. La posizione della Lega Nord è chiara e netta. Ci siamo sempre interessati all'argomento e, come altri colleghi, non abbiamo voluto presentare emendamenti, benché sarebbe stato necessario, per non vanificare il lavoro


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svolto da questa Commissione e per scongiurare il rischio molto serio che l'approvazione della legge fosse procrastinata fino alla prossima legislatura.
Il nostro coinvolgimento è stato forte fin dall'inizio, tant'è che siamo stati subito d'accordo sulla richiesta di trasferimento del provvedimento alla sede legislativa. Riteniamo infatti che garantire l'equo compenso ai giornalisti sia profondamente giusto e utile per tutelare soprattutto il lavoro dei giovani. Se è vero come è vero che tanti ragazzi sono pagati pochi euro ad articolo, è evidente che ad essi viene negato il riconoscimento della propria professione.
So che al Senato qualcuno avrebbe voluto opporsi alla sede legislativa in nome del «diritto» delle piccole aziende di avvalersi del lavoro nero per rimanere in piedi. Questa, però, era una considerazione assolutamente da respingere e così è stato anche grazie alla nostra presa di posizione. Abbiamo insistito su questo anche in occasione di un recente convegno qui a Roma, ribadendo la posizione e l'impegno dei nostri parlamentari, che hanno presentato risoluzioni affinché i cento milioni di contributi pubblici all'editoria siano assegnati in difesa del pluralismo dell'informazione e soprattutto della libertà di opinione, che in questi giorni è messa in discussione emblematicamente nel caso Sallusti. Concludo, quindi, annunciando il voto favorevole della Lega Nord sul provvedimento in esame.

MICHEL MARTONE, Viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Il Ministero del lavoro si felicita per l'intenso lavoro, che abbiamo avuto modo di seguire passo passo, con il quale il Parlamento ha cercato di dare soluzione, almeno parziale, a una questione fondamentale per le libere professioni e il lavoro giornalistico in questo settore.

PAOLO PELUFFO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo. Visto il momento conclusivo, voglio ringraziare le Commissioni di Camera e Senato, ma anche il Ministero del lavoro che ci ha molto aiutato in questo lavoro di accompagnamento di un provvedimento le cui finalità sono state fin dall'inizio condivise dal Governo.
Vorrei aggiungere un elemento ulteriore di condivisione. Apprezzare il valore della creatività applicata all'editoria in un momento di crisi molto acuta, sia congiunturale che strutturale, è un'ulteriore difesa del diritto d'autore, in coerenza con la produzione legislativa di questo Parlamento, per esempio, in materia di prezzo del libro. Sono tutte azioni che difendono l'idea che debbano esistere degli editori che correttamente danno lavoro a chi produce idee, a chi le scrive e a chi le diffonde in maniera propria.
Credo altresì giusto dire che questo provvedimento sia una sorta di completamento della riforma dei contributi all'editoria, che rappresenta un passo avanti notevole nel settore. Sono state infatti eliminate zone grigie e possibili distorsioni dovute alla struttura stessa della normativa. Il Governo ha proposto fin da subito che il lavoro dei giornalisti fosse l'unico costo aziendale ad avere priorità assoluta nella contribuzione. Così è stato e il Parlamento ha poi aggiunto ulteriori elementi positivi relativi al rimborso dei costi e tutti coerenti con la difesa del contenuto del prodotto editoriale.
Poiché, dunque, il provvedimento oggi all'esame della Commissione rafforza l'azione compiuta sui contributi all'editoria, non possiamo che essere soddisfatti della conclusione di questo iter parlamentare.

SILVANO MOFFA. Vorrei rivolgere parole di ringraziamento nei confronti di tutti i colleghi della Commissione cultura e del relatore per essersi prodigati affinché questo provvedimento, che credo segni un momento importante per il Parlamento, andasse in porto.
Ringrazio il sottosegretario Peluffo e il Viceministro Martone perché so quali difficoltà sono state incontrate, anche al Senato, per cercare di superare qualche


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incomprensione di troppo. Si tratta di una bella pagina perché finalmente si pone riparo a un'ingiustizia sostanziale. Credo si dia anche un primo esempio di come colpire il precariato non solo in un settore quale quello del giornalismo, ma più in generale nel Paese. Peraltro, il precariato è materia sulla quale nella Commissione lavoro ci confrontiamo continuamente.
Credo di dover ringraziare sentitamente i colleghi perché, sebbene questo provvedimento porti la mia prima firma, è stato largamente condiviso al di là delle appartenenze politiche, a dimostrazione del fatto che, quando si affrontano problemi concreti e con lo spirito garibaldino che spesso accompagna i giornalisti che diventano deputati, si può rappresentare al meglio anche una categoria oggetto di non poche critiche persino da parte di chi, come il sottoscritto, di quella categoria fa parte. Penso che questo sia un ulteriore elemento da apprezzare.
Ricollegandomi a quanto diceva il sottosegretario Peluffo, si tratta soltanto del primo passo per un riordino complessivo del quadro normativo in materia di informazione. Credo che ci sia ancora molto da lavorare per far sì che, unitamente alla riforma dell'editoria, si possa costruire un sistema dell'informazione davvero libero da pressioni e vincoli e in grado di porsi come primo garante del rispetto dei contratti, che sono la base del vivere civile e lavorativo.
Ringrazio anche la presidente Ghizzoni, che quando questo provvedimento ha preso il via non era ancora presidente della VII Commissione, perché non solo è stata all'altezza, ma ha fatto molto affinché si arrivasse rapidamente alla conclusione dell'iter del provvedimento.

PAOLO PELUFFO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo. Devo una risposta all'onorevole De Biasi riguardo alle perplessità relative alla commissione incardinata nel Dipartimento per l'informazione e l'editoria. Vi posso assicurare in coscienza, dopo un anno di lavoro, che il Dipartimento è in grado di far funzionare commissioni molto più complesse e articolate.
Credo sia un'assicurazione piuttosto forte sul fatto che questa commissione potrà operare con efficacia e velocità.

ENZO CARRA, Relatore. Anch'io ritengo che questo sia un bel momento. Immaginando che il voto sarà unanime, credo che tutti siamo consapevoli di fare qualcosa per gli altri, che è esattamente ciò che gli altri si aspettano da un Parlamento democratico. I ringraziamenti vanno al proponente, onorevole Moffa, al presidente e a tutti i gruppi parlamentari di questa Commissione, che hanno guardato con benevolenza e intelligenza al provvedimento, nonché al Viceministro Martone e al sottosegretario Peluffo.
Non va dimenticato che in corso d'opera è arrivata una riforma del lavoro. Io stesso, in qualità di relatore, ho avuto qualche scrupolo di coscienza a proposito del fatto che questo provvedimento interferisse o fosse superato o pretermesso. La risposta che mi sono dato, e che spero sia condivisa, è che non si tratta di una riforma come quella del Governo, ma di un piccolo atto di giustizia che ci sentiamo di affidare ai giornalisti.
Anche se con qualche lungaggine, il Senato, a comprova della bontà del bicameralismo, ha migliorato questo testo nel fissare termini cogenti e abbastanza stretti alle previsioni della legge circa l'insediamento della commissione, che dovrà avvenire entro trenta giorni, la conclusione dei suoi lavori (entro due mesi) e la sua durata (tre anni). Mi sento, quindi, di ringraziare anche la Commissione lavoro del Senato per questo sforzo di precisione.
Chi ci succederà in questa Commissione avrà molto tempo davanti per controllare, vigilare ed eventualmente stimolare la commissione che nei prossimi mesi il Dipartimento avrà il diritto e il dovere di insediare e di seguire. È un atto con il quale, simbolicamente, quasi chiudiamo il


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lavoro di questa Commissione. La legislatura sta arrivando rapidamente a termine e speriamo di fare altre buone leggi: questa lo è certamente.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Dichiaro il voto favorevole di Futuro e Libertà sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Mi associo ai ringraziamenti a tutti i gruppi per il senso di responsabilità che hanno espresso nel non aver presentato emendamenti, così che si potesse accelerare l'approvazione del provvedimento.
Avverto che la proposta di legge sarà subito votata per appello nominale.
Chiedo, in caso di approvazione, di essere autorizzato a procedere al coordinamento formale del testo.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Votazione nominale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di legge di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Proposta di legge Moffa ed altri: «Equo compenso nel settore giornalistico» (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato, con l'unificazione della proposta di legge S. 2429, d'iniziativa dei senatori Lannutti ed altri) (3555-B):

Presenti e votanti29
Maggioranza15
Hanno votato 29
(La Commissione approva).

Hanno votato sì: Bachelet, Barbieri, Capitanio Santolini, Carlucci, Enzo Carra, Coscia, De Biasi, De Torre, Frassinetti, Ghizzoni, Giammanco in sostituzione di Crimi, Giro, Giulietti, Goisis, Granata, Grimoldi, Lainati, Levi, Mazzarella, Mazzuca, Murgia, Pes, Rampelli, Rivolta, Rossa, Antonino Russo, Sarubbi in sostituzione di De Pasquale, Siragusa e Zazzera.

La seduta termina alle 14,45.


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