Commissione VII
Sulla pubblicità dei lavori:
Aprea Valentina, Presidente ... 3
Proposta di legge (Discussione e rinvio):
Levi ed altri: Nuova disciplina del prezzo dei libri (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato) (C. 1257-B):
Aprea Valentina, Presidente ... 3 4 6 7
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 6
Capitanio Santolini Luisa (UdCpTP) ... 6
Ghizzoni Manuela (PD) ... 5
Giro Francesco Maria, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali ... 7
Giulietti Giuseppe (Misto) ... 5
Levi Ricardo Franco (PD), Relatore ... 4 5
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 6
ALLEGATO: Emendamento del relatore ... 8
Resoconto stenografico
SEDE LEGISLATIVA
La seduta comincia alle 15,50.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Avverto che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge di iniziativa dei deputati Levi ed altri: «Nuova disciplina del prezzo dei libri», già approvata dalla VII Commissione permanente della Camera nella seduta del 14 luglio 2010 e modificata dal Senato nella seduta del 2 marzo 2011.
Avverto che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito l'organizzazione della discussione del provvedimento, stabilendo altresì il tempo disponibile, ripartito ai sensi dell'articolo 25, comma 3, del Regolamento.
Ricordo che la Commissione ha già esaminato in sede referente la proposta di legge in titolo, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato, sulla quale le Commissioni competenti hanno espresso i prescritti pareri. È stato, quindi, richiesto il trasferimento alla sede legislativa deliberato dall'Assemblea nella seduta dell'8 giugno 2011.
Informo che il Governo, con lettera pervenuta il 6 giugno 2011, ha comunicato l'assenso al trasferimento in sede legislativa del provvedimento in esame, con le seguenti condizioni: all'articolo 2, comma 8, sia eliminato dalla norma il riferimento all'articolo 22, comma 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114; all'articolo 3, comma 3, dopo le parole «ministro per i beni e le attività culturali» vengano inserite le seguenti: «con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e all'editoria»; all'articolo 2 sostituire il comma 8 nei seguenti termini: «la vendita dei libri effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo comporta l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114»; all'articolo 3, comma 3, sostituire la parola «trasmette» con il seguente periodo «trasmettono alla
Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, che provveda a successivo inoltro alle Camere».
Devo, peraltro, sottolineare che le condizioni relative all'articolo 2, comma 8, sono volte a modificare le disposizioni del testo approvate dalla Camera e non modificate dal Senato, per le quali si è, quindi, già compiuta la doppia lettura conforme costituzionalmente richiesta per l'approvazione delle leggi.
La suddetta norma, di cui all'articolo 2, comma 8, non può, pertanto, essere oggetto di ulteriore modifica. L'esame dell'articolo 2
sarà quindi accantonato ed il relatore potrà intervenire in merito alle restanti condizioni, segnatamente a quelle relative all'articolo 3, comma 3, per sapere come intenda procedere.
Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
RICARDO FRANCO LEVI, Relatore. Chiedo se posso avere l'attenzione dei commissari, perché è una giornata piuttosto concitata, ma è non meno concitato, per tanti versi, anche lo sviluppo di questo provvedimento, al quale abbiamo lavorato per tanto tempo e in tante occasioni.
Stiamo parlando di una disciplina attesa da anni da tutto il mondo del libro, che ha trovato una conclusione dopo un lungo lavoro e un lungo ascolto dalla politica, la quale ha svolto bene il suo mestiere - vorrei dichiararlo in modo alto e chiaro in questa sede - ascoltando tutte le parti interessate e arrivando ad assumersi la responsabilità di proporre una soluzione che ha raccolto l'unanime condivisione di tutto il frastagliato mondo del libro, dai grandi ai piccoli, dagli editori ai librai, ai consumatori.
Ci troviamo ora nella situazione che illustro. Questa mattina l'Aula ha deliberato il trasferimento alla sede legislativa della proposta di legge sulla base dei pareri espressi dalle Commissioni interessate e ovviamente anche dell'assenso del Governo, rappresentato dal sottosegretario Giro, che voglio anche personalmente ringraziare per l'impegno e per la condivisione con la quale ha seguito questo provvedimento durante tutto il suo iter in questa legislatura.
Dopo la concessione della sede legislativa è emerso un problema, con riferimento a un articolo, l'articolo 3, che prevede, così come, del resto, dovrebbe prevedere in via automatica qualsiasi provvedimento di legge, una verifica a dodici mesi dalla sua entrata in vigore per accertare quali siano state le conseguenze pratiche della nuova disciplina sull'assetto del mercato del libro e per valutare l'eventuale opportunità di aggiustamenti al provvedimento.
Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, non espressamente citato tra i ministeri ai quali è demandata questa verifica che verte semplicemente sugli effetti della legge, senza alcuna potestà normativa, ma solo quella di una verifica di fatto che non intacca le prerogative - avrebbe potuto essere affidata, per esempio, all'Antitrust, che è normalmente l'autorità indipendente che ha competenze più specifiche per verificare l'andamento dei mercati - ha però condizionato l'assenso al trasferimento alla sede legislativa alla indicazione, tra le altre autorità di governo, anche del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria e l'informazione.
Sulla base di questa richiesta abbiamo preparato un ordine del giorno, come spesso succede. Valutata l'opportunità di non prolungare l'iter legislativo con un'ulteriore lettura nell'altro ramo del Parlamento, trattandosi peraltro di un provvedimento atteso con impazienza da tutto il mondo del libro, abbiamo studiato la possibilità, raccogliendo la firma dei capigruppo di tutti i gruppi, di rispondere a questa comprensibile richiesta del Dipartimento per l'informazione e l'editoria con un ordine del giorno che: «impegna il Governo - leggo testualmente - a predisporre la relazione del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il ministro dello sviluppo economico e con il ministro per i beni e le attività culturali, di cui all'articolo 3, comma 1, sugli effetti delle disposizioni della legge sul settore del libro, sentito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e
all'editoria nel quadro delle rispettive competenze ai fini della trasmissione alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, per il successivo inoltro alle Camere.»
Prima di prendere qualsiasi decisione come relatore, vorrei sentire i gruppi di maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Levi, poiché abbiamo già scelto di procedere in sede
legislativa, dobbiamo votare gli emendamenti. Altrimenti sono costretta a sospendere un'altra volta la seduta, a dichiarare che non siamo più in sede legislativa. Dovremmo votare il testo senza emendamenti e predisporlo per l'Aula, perché solo l'Aula è sovrana e può superare le condizioni del Governo.
Noi abbiamo ottenuto la legislativa condizionata alle modifiche indicateci dal Governo. Avendo scelto la sede legislativa, le chiedo di illustrare l'emendamento che porrei poi in votazione.
RICARDO FRANCO LEVI, Relatore. Se così è, presidente, ovviamente mi rimetto al suo giudizio, pur rilevando con sconcerto questo inciampo dell'ultimo minuto addirittura dopo che questa mattina l'Aula aveva deliberato il trasferimento alla sede legislativa.
Nel momento stesso in cui sottopongo a questa Commissione un emendamento che, come tale, comporta l'esame in quarta lettura al Senato, vorrei chiedere a tutti noi, ma in prima battuta ovviamente al presidente, un impegno affinché questo sia un passaggio tecnico, in quanto stiamo parlando solo, a questo punto, dell'approvazione di queste poche righe; tutto il resto viene già considerato formalmente approvato dai due rami del Parlamento.
Se così è, contando sull'impegno sia politico, sia tecnico-amministrativo di tutti noi e, in prima battuta, della presidenza e degli uffici, vi vorrei leggere il testo di un possibile emendamento, che risulterebbe del seguente tenore: «All'articolo 3, al comma 3, dopo le parole "Ministro per i beni e le attività culturali" inserire le seguenti "e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e all'editoria". Conseguentemente, al medesimo comma 3, dopo la parola "trasmette" aggiungere il seguente periodo "alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, che provvede al successivo inoltro"».
GIUSEPPE GIULIETTI. Io voto sì solo per rispetto al relatore Levi e alle colleghe e ai colleghi che si sono impegnati, ma osservo, presidente, che, se un provvedimento condiviso all'unanimità deve passare all'esame quattro volte e deve avere questi tempi, ciò è negativo per il Governo di questo Paese, per il Parlamento e per le istituzioni. Non comprendo come ci si accorga di ciò in ultima istanza.
Voto sì perché credo che fare altrimenti significherebbe darla vinta a chi vuole paralizzare, bloccare e sminuzzare tutto, il che a me personalmente dà fastidio. È veramente rischioso questo metodo, però, presidente.
Sono convinto che debba figurare il Dipartimento per l'informazione e l'editoria e le faccio presente, presidente, oggi per domani, che noi abbiamo due questioni che i colleghi sanno essere ferme e che riguardano sempre tale dipartimento.
Una è una promessa legge di riforma dell'editoria, che non è mai arrivata a questo tavolo. Riprenderemo a breve a litigare sui fondi. Nessuno in quella sede tiri fuori che sta per arrivare la riforma.
L'altra è la riforma dell'ordine, votata all'unanimità, con relatore un collega di maggioranza, l'onorevole Mazzuca, che ancora la Commissione non sa perché sia ferma.
Gli animi non si esasperano all'improvviso. Parliamo di provvedimenti condivisi da tutti, motivo per cui la ragione della non approvazione o dei ritardi è francamente ignota e misteriosa. Ve lo segnalo perché è incomprensibile.
MANUELA GHIZZONI. Grazie, presidente. Anche noi voteremo a favore di questo emendamento, per le ragioni che ha esposto il relatore, però non possiamo non rilevare quello che non saprei come definire, se non come il profondo stato confusionale del Governo, il quale prima ci concede la legislativa e solo oggi, poche ore fa, dichiara di non essere d'accordo con la parte del testo modificata dal Senato.
Credo che sia una situazione imbarazzante, a cui noi poniamo rimedio con gli strumenti che abbiamo a disposizione, che sono quelli regolamentari e parlamentari.
Approveremo, quindi, questo emendamento e daremo l'avvio a un iter che, invece, avremmo voluto vedere concluso oggi.
Aggiungo solo che non vorrei che dietro a questo diniego voluto dal Governo si celasse, in realtà, la volontà di affossare una legge, che, almeno a parole, abbiamo tutti condiviso. Voteremo, pertanto, ma credo anche che dovremo vigilare perché alla fine di questo percorso, nella quarta lettura del Senato, le cose procedano con speditezza. Rimane il rammarico per un comportamento inqualificabile da parte del Governo.
EMERENZIO BARBIERI. Credo che il rammarico sia di tutti, partendo da lei, che è la presidente di questa Commissione. Io la penso come l'onorevole Levi. È fondamentale che otteniamo, a questo punto, dopo la «tiritera» tra Camera e Senato, l'approvazione della legge.
Io, però, mi permetterei di porre una domanda al relatore e a lei. Sull'emendamento credo che noi sbagliamo a scrivere - e spiego il perché - «con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e all'editoria», perché, se domani il sottosegretario con queste deleghe dovesse essere al MIUR invece che alla Presidenza del Consiglio, sarà necessario cambiare la legge.
PRESIDENTE. Lei ha ragione, ma oggi non possiamo modificare una virgola. Colleghi, ve lo ripeto, nel momento in cui decidiamo di lavorare in sede legislativa, dobbiamo stare alle condizioni prescritte. Diversamente possiamo fare tutto, ma rinunciamo alla sede legislativa e andiamo in Aula.
PIERFELICE ZAZZERA. Noi la settimana prossima saremo in riunione col gruppo e ovviamente chiederemo la sospensione delle votazioni.
Ciò premesso, anche noi dell'Italia dei Valori voteremo sì a questo provvedimento, che ritengo sia utile al Paese e alla sua editoria. Tuttavia, condivido anch'io le considerazioni della collega Ghizzoni e del collega Barbieri. Credo che dobbiamo considerare di modificare il provvedimento aprendo la possibilità che domani il sottosegretario sia sotto un altro ministero.
Il mio timore è solo che la legge si fermi e, quindi, il compito di tutti i gruppi e di tutti noi è quello di fare in modo che l'esame al Senato si chiuda in tempi rapidissimi e si porti a casa la legge.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Propongo che il termine per la presentazione degli emendamenti sia fissato alle ore 16,15 della giornata odierna.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Come già preannunciato al relatore, onorevole Levi, e ai capigruppo, mi impegno a contattare oggi stesso, prima di lasciare la Commissione, i presidenti delle Commissioni chiamate a pronunciarsi sulla proposta di legge per chiedere loro di esprimere rapidamente il parere martedì prossimo, in modo tale da iscrivere all'ordine del giorno della seduta del mercoledì seguente il provvedimento in sede legislativa ed approvarlo definitivamente; seguirebbe poi il passaggio al Senato in quarta lettura.
Sospendo brevemente la seduta per consentire il decorso del termine.
La seduta sospesa alle 16,10 riprende alle 16,15.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione della proposta di legge in titolo.
Passiamo all'esame degli articoli modificati dal Senato.
L'articolo 2 si intende accantonato.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 nel testo modificato dal Senato e dell'emendamento ad esso relativo (vedi allegato).
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Sulla scorta di quanto affermato dai colleghi
preannuncio che voteremo a favore del provvedimento, stigmatizzando la corsa finale del Governo a correggere questioni che avrebbe dovuto correggere in anticipo, dandoci modo di ragionare in maniera diversa e meno affrettata.
Vige comunque la regola capestro della legislativa e siamo, quindi, costretti a sostenere che il testo va bene purché venga approvato in fretta; altrimenti, al di là delle belle intenzioni, alla fine il provvedimento rischia di fermarsi in un meandro. Il Governo deve garantire che seguirà il provvedimento in modo tale che venga approvato al più presto.
FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 3.1 del relatore.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento 3.1 del relatore sarà posto in votazione in linea di principio; ove approvato, sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere.
Pongo in votazione in linea di principio l'emendamento 3.1 del relatore.
(È approvato).
L'emendamento testé approvato sarà trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti per l'espressione del parere.
Rinvio il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16,20.