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Temi dell'attività Parlamentare

Cittadinanza e immigrazione

Le politiche sull’immigrazione si ispirano a due princìpi fondamentali: l’integrazione degli stranieri regolari e il contrasto all'immigrazione clandestina.

All’inizio della XVI legislatura, particolare attenzione è stata rivolta al contrasto dell’immigrazione irregolare e dei reati ad essa connessa.

Il “pacchetto sicurezza”, una serie di misure legislative adottate dal governo pro tempore a partire dal maggio 2008, anche se non ha modificato l'impianto generale della disciplina, contiene numerose disposizioni che intervengono sull’immigrazione illegale, recando anche alcune disposizioni in materia di integrazione. I provvedimenti del pacchetto sicurezza (tra cui il decreto-legge 92/2008, e la legge 94/2009) sono stati oggetto di un ampio ed acceso dibattito parlamentare, nel corso del quale sono state apportate diverse modifiche a punti importanti dei testi originariamente presentato dal Governo. Tra le innovazioni principali introdotte dal pacchetto, si segnala l’introduzione del reato di immigrazione clandestina.

Anche la disciplina dell’asilo è stata modificata con il pacchetto sicurezza.

Disposizioni relative al rimpatrio di cittadini di Paesi terzi irregolari sono state adottate con il decreto legge 89/2011 di attuazione della direttiva comunitaria 2004/38/CE.

Uno strumento volto a rendere più efficace il contrasto all’immigrazione clandestina è la stipula da parte del Governo di una serie di accordi internazionali. Il Parlamento ha in proposito ratificato un accordo con la Libia finalizzato al rafforzamento della collaborazione nella lotta al terrorismo ed all’immigrazione clandestina (L. 7/2009).

All’inizio del 2011, a causa della crisi politica dei Paesi del Nord Africa, si è registrato un massiccio afflusso di profughi in Italia (oltre 60.000 persone) cui si è fatto fronte con la dichiarazione dello stato di emergenza (chiuso il 31 dicembre 2012) e l’adozione di numerose misure di protezione civile.

Il pacchetto sicurezza è intervenuto anche sul versante dell’integrazione, introducendo, tra l'altro, l'accordo di integrazione che lo straniero deve sottoscrivere per ottenere il permesso di soggiorno.

A livello dell'organizzazione istituzionale, il principio ha portato, nel novembre 2011, alla nomina, finora senza precedenti, di un Ministro senza portafoglio per la cooperazione internazionale e l'integrazione.

Partendo dalla consapevolezza che il riconoscimento della cittadinanza costituisce il punto di arrivo del processo di integrazione dello straniero, la Camera ha esaminato nel corso della legislatura diverse proposte di riforma dell'acquisto della cittadinanza, senza tuttavia pervenire alla approvazione di un testo.

Informazioni aggiornate a venerdì, 1 marzo 2013